20
4 min

Una semplice regola di produttività personale del celebre giornalista e romanziere statunitense.

“Un uomo può essere distrutto, ma mai sconfitto.”

Ernest Hemingway.

Ernest Miller Hemingway, detto Papa, è stato uno dei più famosi scrittori statunitensi. Nel 1953 vinse il premio Pulitzer per il racconto “Il vecchio e il mare” e nel 1954 il Premio Nobel per la letteratura.

Hemingway ebbe una vita sociale e sentimentale decisamente sregolata e movimentata e fu esaltato come una leggenda da molti giovani dell’epoca. Eppure, quando si trattava di scrivere, Hemingway adottò sempre una semplice regola di produttività personale che gli permise di pubblicare alcuni dei capolavori della letteratura moderna.

Nel corso di un’intervista, Hemingway confessò il suo trucco per dare il giusto ritmo alle sue giornate e per evitare il blocco dello scrittore:

“Il miglior modo [per evitare il blocco dello scrittore] è quello di fermarsi quando tutto va bene, quando sai esattamente quale sarà il passo successivo. Se fai questo ogni giorno, non ti bloccherai mai. Fermati sempre quando tutto va bene e non pensarci o preoccuparti finché non ricominci a scrivere il giorno successivo. In questo modo il tuo subconscio lavorerà per te, senza che tu te ne accorga. Ma se inizi a pensarci consciamente o a preoccuparti, sarà la fine e il tuo cervello sarà già stanco ancor prima di iniziare.”

Ernest Hemingway.

Qui ci starebbe un bel: ehmbè…?!

Ecco alcune idee contro-intuitive per applicare il consiglio di Hemingway alle nostre attività quotidiane e smettere di procrastinare:

  • Inizia la tua to-do list quotidiana con un’attività del giorno precedente. Spesso siamo poco produttivi proprio perché non abbiamo idea del dove iniziare. Così passiamo la nostra prima ora lavorativa a controllare la posta elettronica, a fare un giro sul nostro profilo di Facebook, a leggere le ultime news, etc. Per evitare queste attività succhia-tempo prova ad iniziare la tua giornata lavorativa con l’ultima attività (lasciata interotta) del giorno precedente. Spesso le scadenze ci impogono di non lasciare incompiuta alcuna attività, questo significa che appena abbiamo portato a termine l’ultima attività della giornata, dovremmo fare ancora un piccolo passettino ed iniziare una nuova attività non in agenda. Questo piccolo passettino sarà di enorme aiuto per aumentare la tua produttività il giorno seguente.
  • Fermati quando sai esattamente quale sarà il prossimo passo. Uno dei principi base del metodo di produttività GTD (Getting Things Done) è la cosìdetta “next action”, ovvero la prossima azione. Quando abbiamo chiara la prossima azione, la produttività personale diventa una mera questione di esecuzione. Non credo che David Allen ed Hemingway si siano frequentati molto, ma credo che quanto sottolineato da Hemingway nella sua intervista si avvicini molto al concetto di “next action” sviluppato da Allen molti decenni dopo. Quando sai esattamente quale sarà il prossimo passo da fare prendine nota nella tua to-do list e fermati.
  • Fermati quando senti l’impulso di finire. Iniziare 1.000 cose per non finirne nessuna può essere una pessima abitudine, ma quando siamo di fronte ad un lavoro che ci terrà occupati per diversi giorni (un progetto lavorativo, un esame universitario, etc.) è importante combattere l’urgenza di bruciare le tappe: mantieni la motivazione per quando il gioco si farà duro.
  • Fermati quando sei al massimo della tua creatività. Questo consiglio vale soprattutto per chi lavora con la propria creatività. La creatività è come un’onda: cresce, si rafforza, raggiunge un picco e poi si infrange in un’esplosione di schiuma bianca. Per prolungare al massimo i tuoi momenti creativi devi poterli surfare quando l’onda sta raggiungendo il suo picco, ma non ha ancora iniziato ad infrangersi. Proprio quando sei sulla cresta, impara ad uscire, in attesa della prossima onda di creatività.
  • Quando hai finito, stacca completamente la spina. Hai mai provato a ricordare qualcosa che proprio non ne voleva sapere di tornarti in mente? Cosa è successo? Al momento il vuoto totale, poi all’improvviso, quando ormai avevi smesso di pensarci, il ricordo è tornato come un fulmine a ciel sereno. La nostra mente subconscia lavora continuamente, anche quando non ce ne accorgiamo, addirittura quando dormiamo! Se stai lavorando ad un progetto complesso, impara a staccare quando senti che la tua produttività ha ormai raggiunto il culmine: rilassati, applica delle tecniche di respirazione e dimenticati completamente del tuo lavoro. Ti sorprenderà il modo in cui la soluzione si presenterà il giorno successivo.

Vuoi aumentare la tua produttività personale?

Ho creato un intero video-corso avanzato sul tema della gestione del tempo, si chiama Crea Tempo. Fin dalla prima edizione il corso ha ricevuto recensioni entusiaste. Questa è una delle ultime che mi hanno scritto:

Le iscrizioni al corso aprono un paio di volte all’anno per non più di una settimana. Seguo infatti personalmente gli iscritti al corso, rispondendo a tutti i loro dubbi nell’area riservata a loro dedicata. Se pensi che questo corso possa fare per te, qui trovi tutti i dettagli e le istruzioni per iscriverti (se stai leggendo questo post proprio durante l’apertura delle iscrizioni) o per entrare nella lista di attesa:

Pagina di presentazione di Crea Tempo (clicca qui)

A presto. Andrea.

Avatar di Andrea Giuliodori
Sono un Ingegnere, nato e cresciuto tra le ridenti colline marchigiane ed oggi vivo e lavoro a Londra. Ho lavorato a Milano come Manager per una multinazionale della Consulenza Direzionale per 7 anni. Da inizi 2015 ho deciso di dedicarmi a tempo p...

scopri di più

Commenta

Devi eseguire il login per inserire un commento.

Fabio

Ciao Andrea,
interessanti questi suggerimenti! Personalmente non sempre riesco ad applicare il “trucco” di Hemingway, nel senso che “quando tutto va bene” mi risulta difficile fermarmi e sono al contrario portato a seguire il flusso del momento cercando di cavalcare l’onda dell’ispirazione.
Un abbraccio e a presto
Fabio

Andrea

Ciao Fabio,
ti capisco… è difficile fermarsi proprio quando abbiamo un picco di produttività, eppure il consiglio di Hemingway ha una sua logica, soprattutto quando dobbiamo lavorare su progetti di lunga durata.

Andrea.

Ilaria

Ciao Andrea,

complimenti per il tuo blog e la tua scrittura accattivante ed efficace.

Le idee che esponi sono “contro-intuitive”, come dici tu, se si è ossessionati dalla produttività fine a se stessa. Dall’idea di “quantità” piuttosto che di “qualità”.

Ma se scegliamo di liberarci dall’ossessione per la produttività, per la creatività e per il raggiungimento degli obiettivi, nel lavoro come nella vita, di colpo otteniamo una qualità d’eccellenza e raggiungiamo cio’ che desideriamo davvero.

Buon proseguimento

Ilaria

Andrea

Ciao Ilaria,
benvenuta.

Grazie per il commento: la mia idea di produttività è ben lontana dalla logica della seconda rivoluzione industriale. Per me produttività significa raggiungere i propri traguardi attraverso il sentiero più intelligente. Questo significa liberarci velocemente di attività noiose e routinarie e creare lo spazio per ciò a cui teniamo veramente.

A presto.

Lorenzo

Mi piace la “sezione del blog” sui personaggi famosi e su come si muovevano per ottenere successo o per essere produttivi. Fossi in te la estenderei ;)

Credo che Hemingway volesse sostanzialmente dire che preoccuparsi non fa parte dell’essere produttivi nè tantomeno ne è una molla: anzi è bensì un peso per la creatività, la fantasia e dunque per la produttività. Quando si è felici si è pieni di idee e progetti da realizzare – piccoli e grandi – e dunque il subconscio lavora sempre attivamente per creare, creare, creare… :) bel post!

Andrea

Ciao Lorenzo,
grazie del consiglio.

Ps. Direi che hai centrato il cuore del post.

Andrea.

Davide

Il primo commento a questo post utilizza la parola “flusso”. Avevo sentito parlare dello stato di “flusso” come di una condizione psico-fisica che permette di ottenere il massimo nel lavoro e che viene spesso descritta come quella condizione nella quale “il tempo vola”. La teoria del “flusso” nel lavoro sembra suggerire, a differenza del post qui in cima, di cavalcare l’onda fino in fondo, non di mollarla consciamente nel momento di massimo splendore. Di più, sinceramente, non ricordo.
Se, in questo blog, la teoria del “flusso” è già stata sviscerata chiedo scusa. Sono ancora un lettore occasionale di queste pagine.
Cordiali saluti.

Andrea

Ciao Davide,
ne ho accennato qua e là, ma non ho mai approfondito il cosidetto stato di flusso o “flow”.

Non credo che quanto dica Hemingway sia in contrasto con il concetto di flusso. Ritengo che bisogna leggere il suggerimento di Hemingway in un’ottica di medio periodo: quando siamo di fronte a progetti complessi, che ci terranno occupati per molto tempo, è importante evitare il “burnout”. Presi dall’entusiasmo rischiamo di sparare tutte le nostre cartucce nei primi giorni, per poi trovarci spossati e privi dello slancio per proseguire. In questo senso, saper fermarsi e avere sempre ben chiaro quale sia il prossimo passo aiuta a darci il ritmo e ad arrivare alla meta.

A presto.
Andrea.

Sergio Cima

Le migliori idee sono sempre controintuitive. Fermarsi sul più bello funziona sempre – anche in certe cose, eh eh! – ed è il classico passo indietro che ti consente di farne due in avanti.

Andrea

Ciao Sergio,
grazie del commento! ;-)

Andrea.

Carica altri commenti

Registrati gratis per continuare a leggere. Iscrivendoti riceverai anche l’esclusiva newsletter del lunedì di EfficaceMente

Sono già registrato