Le nostre sensazioni sono come tessere del domino, ma c’è una tessera più speciale delle altre: innescarla nel modo corretto può farci ritrovare motivazione ed autostima.
“Non è della morte che un uomo dovrebbe aver paura, ma del non vivere affatto.”
Marco Aurelio.
Scrivendo gli ultimi capitoli del mio e-book sulla procrastinazione, sono sempre più convinto del legame viscerale che esiste tra procrastinazione, motivazione ed autostima. Quando non siamo sicuri di noi stessi e delle nostre straordinarie capacità, tendiamo inevitabilmente ad essere demotivati e di conseguenza continuiamo a rimandare i nostri impegni, e ancor peggio, i nostri sogni.
Come avviene in natura, anche nella nostra mente… tutto è connesso, come in un immenso domino mentale.
L’effetto domino
Ho sempre immaginato che nella nostra mente esistano centinaia di tessere del domino; ogni tessera rappresenta un nostro meccanismo mentale, una nostra emozione o un nostro stato d’animo: motivazione, determinazione, disciplina… ma anche, noia, procrastinazione, mancanza di energia, etc.
Ognuna di queste sensazioni è una tessera del nostro domino mentale: sono tutte lì, nella nostra mente, ognuna in equilibrio precario e separata dalle altre da pochi millimetri di spazio. Appena diamo una spinta ad una di queste sensazioni, subito si innesca un effetto domino.
Esistono due tipologie di tessere:
- le tessere bianche, ovvero tutte quelle emozioni positive che ci permettono di esprimere tutto il nostro vero potenziale. Quando facciamo cadere una di queste tessere, automaticamente anche le altre compagne si mettono in moto… e così dalla motivazione nasce l’entusiasmo, dall’entusiasmo nasce l’azione, dall’azione nasce il successo e così via in una catena di eventi che ci porta verso livelli di felicità sempre più alti. Ma nella nostra mente esistono anche…
- le tessere nere, ovvero tutte quelle emozioni negative che ci intrappolano in una gabbia da cui non vediamo via di uscita. Anche queste tessere sono strettamente legate tra loro, così gli insuccessi portano alla scarsa autostima, che a sua volta ci rende demotivati ed inattivi; così via in una spirale negativa che spesso tocca molteplici aree della nostra vita.
Quando ci sentiamo demotivati e poco sicuri di noi stessi, è molto probabile che stiano agendo le tessere nere, che una dopo l’altra si innescano a vicenda. Questo ti suona familiare?
Belle parole André! Ma finora non hai detto una beneamata cippa!!! Come faccio a bloccare le tessere nere e far finalmente partire le tessere bianche?! Da dove inizio?!
Tessere nere e tessere bianche non si incrociano quasi mai: hanno percorsi distinti. Questo significa che quando sono le tessere nere ad agire, le tessere bianche sono immobili e per quanto ci sforziamo, rimangono immobili, mentre la catena di sensazioni ed eventi negativi continua a succedersi.
Esiste però un’eccezione, una tessera speciale.
Questa tessera è all’apparenza nera come la notte più oscura, ed è una tessera che facciamo di tutto per non mettere in moto, eppure questa è l’unica tessera del domino che lega tessere nere e tessere bianche: è la tessera della paura.
La tessera della paura
Decine di migliaia di anni di evoluzione ci hanno insegnato a rifuggire la paura.
“La paura è l’emozione umana più forte. Chi mai si sveglierebbe alle quattro del mattino perché si sente felice?”
Robert Harris.
Quando dobbiamo affrontare una situazione che ci spaventa, conosciamo due sole reazioni: ci paralizziamo o fuggiamo. Questa è una risposta istintiva nota come “fight or flight response“.
Questa reazione ha salvato le chiappe più e più volte ai nostri antenati; il problema è che se i nostri antenati dovevano affrontare paure reali (leoni, orsi, gelo, fame, etc.), noi oggi ci paralizziamo o fuggiamo di fronte a paure irreali: il prossimo esame universitario, parlare con una persona che vorremmo sedurre ed in generale tutti i “problemi” della vita moderna.
Non è un caso dunque se continuiamo a procrastinare i nostri impegni (ci paralizziamo) o li rifuggiamo abbandonandoci a cattive abitudini (fuggiamo). Abbiamo paura e non conosciamo altre vie per affrontarla.
Ma come detto la paura è una tessera molto importante del nostro domino mentale: se ci paralizziamo o fuggiamo di fronte a paure irreali, che esistono solo nella nostra mente, non facciamo altro che innescare il domino delle tessere nere: quando non affrontiamo le nostre paure la seconda tessera a cadere è infatti la nostra autostima, segue poi la demotivazione, e così via sempre più giù, sempre più vicini al baratro.
Ma la paura è anche il punto di partenza per il domino delle tessere bianche: se per un attimo soltanto recuperiamo la nostra lucidità e con un atto di consapevole follia accettiamo le nostre paure e le affrontiamo senza reti di protezione, sentiamo qualcosa dentro di noi cambiare: iniziamo a sentirci più forti, più sicuri di noi stessi, più vitali ed energici.
Non è facile.
La paura è un’emozione che pervade la nostra mente ed il nostro corpo: è totalizzante. Ma solo quando siamo disposti a raggiungere l’altra sponda del fiume dei nostri timori, diventiamo realmente consapevoli di avere dentro di noi risorse e capacità inimmaginabili.
Ammazza che pippone Andre!!! Però mi hai quasi convinto! Parlando di cose un po’ più spicciole… hai qualche suggerimento pratico a riguardo?!
Se dovessi sintetizzare l’intero articolo in una frase o meglio… un’abitudine, userei queste parole:
“Affronta ogni giorno qualcosa che ti spaventa.”
Le nostre abitudini, le nostre routines ci danno sicurezza e spesso abbiamo giornate fin troppo caotiche per affrontare anche le situazioni che ci spaventano: ma spesso la felicità si nasconde nei meandri più oscuri.
Cos’è che ti sta paralizzando in questo momento? A cosa stai opponendo resistenza? Cosa stai evitando da giorni o mesi? Cosa ti terrorizza? Affrontalo e le tessere bianche inizieranno a cadere una dopo l’altra…
Buona settimana.
Foto di Loяena Ortega
Nella vita ho una bella famiglia con due figli piccoli, la mia paura piu’ grande e’ che succeda qualcosa che possa rompere questo equilibrio e nello stesso tempo mi possa far precipitare nell ‘ infelicita’ più scura. Mi rendo conto che questo rovina la felicita’ di oggi, e non e’ l’atteggiamento piu’ giusto.
Secondo te , Andrea, che dovrei farre ?
Ciao Grazie
Ciao Massimo,
sono sempre affascinato dai commenti dei miei lettori: molti conoscono già la risposta (molto meglio di me), eppure cercano una conferma da un estraneo ;-)
Presto scriverò un articolo sulla gratitudine, e come questa emozione ci permetta di sfuggire ansie e paure immaginarie: credo che tu abbia molto di cui essere grato. Sarebbe curioso osservare cosa accadrebbe se ogni volta che hai questi pensieri “bui” le sostituissi consciamente con pensieri di gratitudine… provare non costa nulla, giusto? ;-)
Grazie di cuore Andre, era esattamente quello che avevo bisogno di sentirmi dire oggi!!! grazie grazieeee
Ne sono molto felice Michela ;-)
sono pienamente convinto che quello che dici e vero ,mi stai dando conferma di tutto quello a qui sono arrivato da solo con le mie deduzioni riflessive giornaliere, vincere la paura , si e propio quello il problema che in certi casi si tratta di affrontare. non cose grandi tipo leoni nelle savane ma piu’ semplicemente quelle situazioni della vita di falssita’ dei singoli a qui non si reagisce per troppa sensibilita’. inconscia PAURA.
Grazie … penso di avere capito … Ti ringrazio tanto
Questo… è un gran bel articolo!
La metafora delle tessere del domino è fantastica e calza a pennello.
Probabilmente in questo momento avevo bisogno di leggere un post come questo o probabilmente ti sei scervellato più del solito :-), in ogni caso lo considero uno dei tuoi migliori articoli di sempre!
Il fatto è che quelle che tu, Andrea, definisci “paure irreali” – e io definirei con il mio istinto didascalico: paure di pericoli non reali (e che mai ti succede se non passi un esame?) a differenza di quelle che i nostri antenati fronteggiavano ogni giorno (una morsicatina di leone lascia tracce non indifferenti e pregiudica la tua vita) – sono proprio frutto del domino tra tessere nere. Cioè: per esempio, nella nostra testa c’è la convinzione che essere rifiutati è da sfigati (convinzione pericolosissima, giacché, in base a quella, io, per definizione, sarei sfigata, dato che Clooney non mi ha mai invitato a cena, anche se io accetterei ben volentieri). E da questa convinzione facciamo nascere la paura di sembrare sfigati o sentirci tali (paura che in realtà non ha ragione d’essere). E tale paura alimenta l’insicurezza, che alimenta la procrastinazione, che guarda un po’, alimenta l’insicurezza, che alimenta la paura…
Io non so se consiglierei di affrontare ogni giorno qualcosa che ti spaventa: io ho paura dei serpenti e non mi va di vedermene uno di fronte tutti i giorni. E a che pro? Per risparmiare sul biglietto del cinema o sul tempo trascorso in palestra?
Però, in un certo senso sì: affronta tutti i giorni quell’idea che ti fa paura. Perché quell’idea è tutta tua e come si è formata nella tua testa, così la tua testa la può trasformare. A tuo vantaggio.
Ciao Ilaria,
ho apprezzato il tuo commento, ma non mi ha convito molto l’ultima parte ;-)
Per gran parte del commento parli di paure irreali, che sono l’oggetto dell’articolo, poi però per sostenere la tua tesi prendi ad esempio una paura… realissima (i serpenti).
La paura, quella vera, ha una funzione ben definita e fa il suo lavoro egregiamente… il problema sono quelle paura irreali che sono nate con lo svilupparsi della nostra società nevrotica… ecco… quelle vanno affrontate, ogni giorno, proprio per liberarci da inibizioni che non ci appartengono.
Caro Andrea,
che cosa ha di reale la paura di una biscia? ;)
Cioè, mi rendo conto di quel che dici; sai perchò ho preso quell’esempio(oltre che per farci una battuta)? Mi capita, da anni, di trascorrere giorni d’estate in una casa in campagna dove non è inusuale incrociare un serpente. Quindi può capitare che tutti i giorni io affronti la mia paura, talvolta. Una volta ero nella metropolitana di Boston e soprappensiero, poco prima di entrare sul treno mi volto e al mio fianco vedo una signora con un pitone vivo sulle spalle; ho viaggiato con lei e ho affrontato la mia paura. Non me ne sono fatta niente (dell’aver affrontato la paura; i serpenti continuano a darmi fastidio). Nei miei viaggi in Oriente mi è capitato spesso di incontrare persone (in luoghi di culto per esempio) che mi offrissero come un privilegio quello di tenere in braccio o di accarezzare un serpente.
Vedi: il serpente è reale. La mia paura non tanto…
E’ vero: la paura, come il dolore, ha una funzione precisa. E io sono ben d’accordo, tanto che penso che l’una e l’altra vadano riconosciuti e compresi.
Non so se la nostra società sia nevrotica – nevrosi è un parolone – sicuramente è molto “strutturata”, tanto strutturata da aver creato artificialmente molti tipi di tessere (alcune bianche e molte nere).
Tu pensi che affrontare di continuo le proprie paure giovi? Certo, l’esperienza e il risultato raggiunto nel concreto fanno passare al “gradino successivo”. O fanno assumere una nuova abitudine.
La consapevolezza di avere delle convinzioni che non giovano e di poterle trasformare rende superfluo il fatto di continuare a mettersi alla prova :) :).
Questo è il mio pensiero ;)
Grazie per l’osservazione.
Finalmente abbiamo toccato il fulcro della discussione: le convinzioni e l’esperienza.
Eliminare le convinzioni limitanti sembrerebbe la panacea di tutti i mali e sai cosa penso… che sono d’accordissimo… ma nessuno ti dice come cavolo modificarle queste convinzioni limitanti: che faccio, mi metto davanti allo specchio e mi ripeto 100 volte che quella convinzione non è vera?!! Nah… non funziona mica.
Per quella che è la mia esperienza, l’unica vera strada per modificare alla radice una convinzione limitante è l’esperienza. Affrontare una paura irreale rappresenta una delle esperienze più efficaci per smontare quelle impalcature che spesso ci costruiamo in testa.
Andrea.
Ciao,
Sarà che ho da poco visto star wars, ma appena ho letto Paura ho pensato ad una sola cosa:
La paura è la via per il Lato Oscuro. La paura conduce all’ira, l’ira all’odio; l’odio conduce alla sofferenza. Ah… Io sento in te molta paura.
Il buon Yoda non la pensa come te (anche se in altre occasioni mi sembra che anche lui afferma che dalla paura possiamo imparare qualcosa).
Credo che il buon Yoda la pensi esattamente come me…
la paura come detto è una tessera speciale: se le soccombiamo, ci facciamo trascinare nel lato oscuro, ma se al contrario la affrontiamo… ne traiamo forza ;-)
Gran bell’articolo!
Mia moglie è da tempo nel tunnel delle tessere nere e sto cercando in tutti i modi di scuterla, ma nonostante le continue conferme positive non riesce a far cadere la prima tesserina bianca…
Stasera le farò leggere questo articolo, con la speranza che l’aiuti a convincersi che la vita è più semplice di quel che crede!
A volte la parola giusta al momento giusto convince molto più di interminabili discorsi…
Grazie
Bellissimo articolo, Andre. Io stesso sperimento settimane intere in cui le pedine bianche hanno il sopravvento. Poi iniziano le giornate buie in cui i pensieri cupi si susseguono.
Ora ho uno strumento in più per interrompere il flusso di pensieri negativi e ritornare all’ottimismo e alla motivazione!!
In bocca al lupo per il tuo prossimo ebook che sono certo sarà bellissimo!!
Andrea, sai cosa? Per qualcuno nemmeno l’esperienza può essere utile a eliminare certe convinzioni. Mi viene in mente ad esempio l’articolo che hai dedicato a “Psicocibernetica” e a quanto vi (in quel libro) scrive Maltz: sostiene di aver dato volti bellissimi a persone che hanno continuato a sentirsi brutte…
L’esperienza può rafforzare una convinzione o la trasformazione di una convinzione.
E può anche contribuire a crearla, certo…
Se tutto fosse basato sull’esperienza significherebbe che, passato un esame, non avrei paura. Ma se al prossimo esame non passo, mi ritornerebbe la paura.
E così via…
E sarei in balìa delle esperienze, oltre che degli altri (e il mondo è così vario che c’è perfino qualcuno che gira per Boston con un pitone sulle spalle).
La risposta esterna è fondamentale, ma quel che vi è all’interno è il vero punto di partenza.
Quanto al senso, al significato e all’utilità di quello che qui si è scelto di nominare “paura”: meno male che le emozioni e le sensazioni interne che provo quando vado a dare l’esame di matematica sono diverse da quelle che provo quando vado al cinema con gli amici…
Ottimo articolo!
Il passo: ”… dalla motivazione nasce l’entusiasmo, dall’entusiasmo nasce l’azione, dall’azione nasce il successo …”, credo sia da incorniciare e tenere sempre a portata d’occhio.
Grazie.
Che strana la vita.
Depressione per anni, attacchi di panico, disturbi alimentari e poi un giorno finisce tutto.
Ho incrociato lo sguardo con un cagnino con un occhietto solo, aveva più paura di me e aveva tanto bisogno di cure.
Con lui ho ritrovato me stessa e ho intrapreso un bellissimo percorso che mi ha portato fin qui, imperfetta e con tanta strada da fare, ma ogni passo è un kg di catene (e di peso) che lascio indietro e ogni passo verso il futuro è pieno di entusiasmo, finalmente!
La mia tesserina bianca è stato il mio cane e tramite lui ho cominciato ad aprirmi nuovamente al mondo, a pormi dei piccoli traguardi e man mano che riuscivo a superarli mi spingevo sempre più avanti.
Ieri ho fatto domanda per un colloquio di lavoro, hanno accettato e già stasera ho l’appuntamento!!! Non so come andrà, ma sinceramente è già un successo che dopo 5 anni di un lavoro poco entusiasmante, sono riuscita a fare il grande passo, merito di meglio ed ho cominciato a muovermi per ottenerlo!
P.S.
Adesso ho 3 cani, 3 gatti e sono felicemente vegana :)
Grazie di aver condiviso la tua esperienza Elena ;-)
Andrea.
Prossima tappa riuscire a coniugare i verbi in maniera consona, ce la posso fare!
Prego, Andrea :)
Articolo molto interessante, credo di rientrare perfettamente in “Quando non siamo sicuri di noi stessi e delle nostre straordinarie capacità, tendiamo inevitabilmente ad essere demotivati e di conseguenza continuiamo a rimandare i nostri impegni, e ancor peggio, i nostri sogni.” – il bello è che a volte esco dallo schema per qualche giorno… per poi rientrarci… e a pensarci bene… è veramente paura… paura di fare fiasco…
Mi trovo d’accordo con quello che scrivi. Leggendo però mi è venuto spontaneo domandarmi che cosa succede quando prendi la tessera della paura, la butti giù con tutte le forze che hai (che magari sono oggettivamente poche) e poi scopri che quel gesto ha portato solo altra frustrazione e senso di insicurezza, che si va ad aggiungere alla frustrazione che già hai, a quel senso di inferiorità che ti accompagna ogni giorno della tua vita, praticamente da quando sei nata. Forse alcune persone hanno milioni di tessere della paura, accumulate negli anni, e allora diventa un lavoro faticosissimo prenderle una alla volta. Scrivo questo perchè certe volte mi sembra proprio che le energie interiori vengano a mancare e che non riesca ad avere la possibilità di ricaricarmi, troppo complesso è il percorso
Bellissimo articolo, complimenti! E cade proprio nella giornata più adatta. Dopo mesi di tessere nere ho deciso di riprendermi in mano la mia vita e di affrontare il pensiero più nero “non sono in grado”… Beh, ti dirò, i miei passi sono pochi e piccoli, per il momento, ma è un piacere sentire il senso di euforia misto a ansia che mi ha lasciato questa giornata. Sono stata in grado di fare un passettino, perciò posso fare anche i successivi!
Grazie.
articolo fantastico. ogni tuo articolo è una siringazza di positivià. a proposito di quello che fai in questo blog vorrei consigliarti un libro (che forse avrai già letto): “resisto dunque sono” di pietro trabucchi. da li ho preso il concetto di “migliorare se stessi” e lo porto avanti con gioia, anche leggendo il tuo blog.
ciao!
evvivaaaaaa! Grazie caro Andrea: non c’entra nulla con l’articolo in questione, tuttavia volevo dire che dopo due mesi di lettura di tutti gli articoli del tuo blog, che peraltro ho anche stampato in cartaceo, sono riuscita oggi a svegliarmi circa 1 ora e 30 munti prima del solito e, sebbene oggi sono stanchissima perchè il corpo non è abituato, sono super contenta perchè ho raggiunto un obiettivo splendido per me. Grazie Andrea, grazie e ti prego continua a motivarci, a fortificare le nostre menti a volte un po’ troppo lascive e pigrette. Fake it till you make it!!!!
Grande Cate! Gimme 5! (ok, poi la smettiamo con queste frasi inglesi! ;-)
Sono molto felice per il tuo piccolo, grande successo.
Ti dirò di più il tuo commento è ben collegato con questo articolo: sono queste vittorie infatti ad innescare il nostro domino mentale.
Continua così.
Andrea.
Ps. piccolo suggerimento pratico: se inizi a svegliarti presto, gli effetti spiacevoli durano anche un paio di settimane… ma poi stai divinamente.
Ciao Andrea, questo articolo è per me… Alcuni anni fa mi è capitato di dover “parlare in pubblico” e sono stata assalita da un vero e proprio attacco di panico… cosa mai successa in precedenza. Sono sempre stata una studentessa brillante e senza nessuna timidezza, mi sono trovata altre volte in situazioni simili, ma da quell’episodio, e in un attimo…tutto si è capovolto!
Le tessere nere hanno innescato il circolo vizioso dell’insicurezza, della paura di cosa pensano gli altri.. Ora tendo ad evitare le situazioni lavorative in cui mi devo esporre troppo, tipo le riunioni, i colloqui di gruppo, i corsi o simili. Ma è una grande limitazione e un vero peccato, visto che ho sempre avuto molta fiducia nelle mie capacità, ho un’alta autostima, ma allora come si spiegano queste insicurezze nel “dover dimostrare” il mio valore agli altri? la paura è sì irrazionale (perchè è solo nella mia testa, una sorta di ansia da prestazione), ma si trasforma in qualcosa di reale, perchè le conseguenze sarebbero negative: l’immagine che gli altri avrebbero di me sarebbe inevitabilmente quella di una persona complessata e insicura all’eccesso. Per questo non so fino a che punto la tessera dell’affrontare la paura, mettersi in gioco nelle situazioni che temiamo, possa andare bene x me…
Paola, buttati!!! Ma sii preparata! Informati, studia, organizzati su ciò che devi affrontare! Così saprai di essere talmente pronta che non potrai sbagliare :) Anch’io avevo paura di parlare in pubblico.. ora mi sento liberata, da quando ho affrontato questa paura! :)
Mah…io ripartirei da “ho un alta autostima di me”. Sicura sia proprio così? O forse non hai individuato di che cosa hai veramente paura.. Qualcuno mi ha insegnato di prestare molta attenzione a quello che desidero, perchè, se i desideri si realizzano, poi potresti non esserne felice.
Articolo eccellente!
Io addirittura consiglierei “Affronta ogni giorno il maggior numero possibile di cose che ti spaventano”.
Grazie Andrea per aver condiviso questi tuoi pensieri.
Lorenzo
Sono “quasi” d’accordo Lorenzo:
affrontare le proprie paure richiede un notevole impegno, se esageriamo rischiamo di ottenere effetti indesiderati!
Andrea.
Come non lasciarti ad hoc questa canzone … dovrebbe sposare i tuoi gusti ;)
Grazie,
Chia
http://youtu.be/SSXo5gATs2U
Andrea,
come te sono marchigiano, ma vivo fuori regione, e come te sono ingegnere (ma studente io).
Ho trovato il tuo blog da poco tempo e solo oggi ho trovato la voglia di mettermi a leggere con calma uno dei tuoi articoli.
Posso solo dirti che trovo molti articoli interessanti, e ne spulcierò molti altri oltre a questo. E magari risponderò con più precisione all’argomento da te proposto.
Ciao Andrea…coincidenze della vita..anche io marchigiano..anche io ingegnere…e quando oggi per la prima volta mi sono imbattuto in questo blog ho detto:”questo fa proprio al caso mio”.Il 99% delle cose che sono riuscito a leggere sino ad ora tra questi articoli le ritrovo costantemente in me…e questo un pò mi consola…poi come si dice…mal comune mezzo gaudio..:-)
Mi è piaciuta molto la tua idea di cercare di affrontare ogni giorno qualcosa che ci fa paura…ci permette di conoscere i nostri limiti e di affrontarli a testa alta, magari superarli e da li, come dicevi sopra, innescare il processo a catena delle tessere bianche!!!
Ti saluto.
Grazie a presto!!!!
A me mi accade una cosa strana nonostante affronto ogni giorno le mie paure, il giorno dopo ho paura della stessa paura che avevo il giorno prima. E questo dura da anni
Domanda: quando affronti questa paura, lo fai con delle “reti di protezione”? Spesso quello che non affrontiamo in modo completo tende a ritornare.
Andrea.
Strana la vita!
A volte la paura o l’ansia mi bloccano e mi fanno entrare nel tunnel della procastinazione, almeno per un po’ poi succede che reagisco e che l’unico modo per combatterle è quello di lasciarsi guidare dalla scarica di adrenalina e AGIRE.
Se comincio a fare, a cercare una possibile via d’uscita, una soluzione, anche il solo fatto di averci provato, mi rasserena :D E quindi non mi resta altro che trasformarmi in una war machine e FARE!
Gran bell’articolo, ho scoperto da poco anch’io che la paura può essere trasformata in forza e potenziale…ma una conferma ci sta sempre!
Stupenda la metafora!
Walter
Ciao Andrea,
sono d’accordissima con quanto detto in questo articolo, soprattutto perché ho provato sulla mia pelle gli euforici effetti dell’affrontare le proprie paure! Sono sempre stata una ragazza un po’ timida e ricordo che all’Università facevo sempre fatica a parlare in pubblico e fare presentazioni di argomenti in classe. Anzi, la sola idea mi faceva tremare..! Dopo aver sostenuto la tesi di laurea, ero certa che non avrei mai più dovuto parlare in pubblico, e di questo mi rallegravo molto!
Qualche mese dopo, un mio amico mi chiese se volessi tenere una breve presentazione sull’uso dei social networks nell’apprendimento. Il tema mi affascinava moltissimo, ma ero titubante: non volevo dover nuovamente affrontare la situazione del dover parlare in pubblico!!! Però, pensa e ripensa, dentro di me dicevo che mi stavo comportando da codarda, perché il tema suscitava molto interesse in me… quindi piano piano ho iniziato a dirmi: potrebbe essere un’occasione per affrontare la mia paura!
Così ho accettato (la presentazione si sarebbe tenuta 8 mesi dopo la mia conferma, quindi avevo tempo di prepararmi). Ci credi che continuavo a pensarci e la cosa mi gelava il sangue??? Così ho deciso di seguire un corso di public speaking e ho cercato di preparami il meglio possibile sui contenuti. Mi autoconvincevo che potevo farcela.
L’ultima settimana è stata un inferno, facevo fatica a dormire, sudavo, ero ossessionata dal pensiero di fare brutte figure e di incartarmi durante la presentazione. Poi è arrivato il momento fatidico. Ho iniziato con un po’ di titubanza, ma ho visto che il pubblico era attento e motivato. Così, la presentazione è andata liscia e alla fine ci sono state pure domande molto interessanti da parte dei presenti!!
Che dire? Una grande soddisfazione! E indovina un po’? Da persona che ha paura di parlare in pubblico, ho iniziato ad affrontare altre situazioni simili.. e oggi tengo corsi di formazione.. in pubblico!! Mai e poi mai avrei pensato di farcela!!! Come sono cambiata!!!! :)
Quindi, il mio obiettivo ora è di affrontare anche le paure che si presenteranno in futuro.. chissà quante nuove ed interessanti esperienze, opportunità e possibilità potranno farmi vivere! :)
Anh
Bellissimo commento Anh!
Hai colto esattamente il punto: l’ESPERIENZA è la chiave di tutto.
Le paure sono solo nella nostra mente, e l’esperienza concreta può spazzare via in pochi minuti paure che ci hanno tormentato per mesi.
Ma quell’esperienza dobbiamo farla, perché se malauguratamente decidiamo all’ultimo momento di tirarci indietro… beh… le nostre paure non aspettano altro e prendono il sopravvento: sono delle infide bastarde! Se gli dai un dito, si prendono un braccio!
A presto,
Andrea.
Il problema viene quando non sai neanche cosa di preciso ti sta paralizzando. Quando forse è la vita in generale che ti terrorizza e non sai qual’è il “nemico” da affrontare per uscirne.
Quando esci da una relazione finita MALE, che ti ha annichilito, deluso e demotivato e l’insicurezza e la sfiducia regnano….da che parte ti fai?..
Ciao Franz,
prova a rileggere il commento che mi hai appena scritto: da esterno, ciò che ti sta paralizzando sembra cristallino.
Senza nulla sapere e senza voler avere la presunzione di avere la risposta sempre pronta, mi verrebbe da dire: “La paura di rimetterti in gioco in un’altra relazione”.
A presto,
Andrea.
Ciao Andrea,
non ci conosciamo ma ti seiguo e posso solo dirti
che faccio anche io il tuo percorso (in forma prettamente
anonima e gratuita)..ovvero aiuto le persone a “migliorare”.
Visto che non ne sono mai venuto a capo chiedo consiglio a te…
e quando una persona riconosce in una paura irreale una paura reale
e paralizzante? L’esempio è quello del DAP (Dist.Attacco panico).
Le persone lamentano di non riuscire a respirare o paura
di impazzire e fisiologicamente innescano meccanismi pazzeschi.
Tu come aiuteresti queste persone?
Un saluto e grazie epr ciò che regali ogni giorno.
Riconoscerei i miei limiti e gli consiglierei di rivolgersi ad uno specialista. Non bisogna mai confondere psicoterapia e crescita personale. La crescita personale inizia laddove la psicoterapia finisce.
Andrea.
Bellissima risposta!
Ciao Andrea,
ti dirò, a me il discorso della paura fa solo venire il nervoso. Perchè ovviamente sono piena di paure e non le voglio affrontare, il che va avanti abbastanza da sempre. Certo, alcune le ho affrontate e ne ho riscontrato i risultati (positivi ovviamente), però da certune preferisco ancora rifuggire. E sbaglio perchè poi ogni volta che mi ritrovo in una certa situazione questa paura torna fuori. Dirai, sfrutta quelle situazioni per affrontarla! Sì, ma come riconosci anche tu le paure sono paralizzanti, e una volta che sei paralizzato è difficile iniziare a muoversi in quattro e quattr’otto!
Nello specifico la maggior parte delle mie difficoltà prendono forma quando sono in compagnia di più persone, quando mi sento fuori luogo. Al che mi fisso su un ‘perchè sono qui? perchè mai dovrei esserlo?’ e reagisco annulandomi, nella speranza che le persone non si accorgano della mia presenza. E’ una stupidaggine, lo so. Eppure mi capita spesso, e non so come dovrei fare per reagire diversamente.
Mi sono rassegnata al fatto che sono così e cerco di evitare tali situazioni, alla fine che ho da perdere a starne lontana? Però non so, credi sia l’atteggiamento giusto? Alla fine è comunque una scelta, che però va a nascondere un blocco…che effettivamente non so da cosa sia dettato.
Si parla tanto di paura di non essere accettati, che sia quella? Fosse così sarebbe anche alla radice di altre situazioni che mi mettono a disagio, sempre nel sociale. Anche se credo sia perchè mi faccio problemi sul ‘come ci si aspetta che mi comporti’, e così, onde evitare errori, evito di fare qualunque cosa. Mi togliessi questo modo di pensare (non sempre volontario) credo mi libererei da buona parte delle difficoltà. Ma forse è proprio il libero arbitrio che mi fa paura, e per quello mi rifugio dietro altri timori. Dici che (qualcosa, qualunque cosa!) abbia senso?
Grazie (:
La chiave di lettura del tuo commento credo sia in questa frase: Mi sono rassegnata al fatto che sono così e cerco di evitare tali situazioni, alla fine che ho da perdere a starne lontana?i
Vuoi una risposta sincera? Hai da perdere tutto: quando evitiamo una paura, senza affrontarla questa si ingigantisce diventando padrona della nostra vita. Gli evitamenti, che sembrano tanto innocui, sono spesso la causa delle nostre peggiori ansie.
A presto,
Andrea.
Il fatto è che ogni volta che cerco di affrontarla non arrivo a niente se non a maledirmi per il non aver ancora superato la cosa.
Ti capisco Chiara, a volte tendiamo ad essere un po’ troppo severi con noi stessi, soprattutto se siamo ambiziosi. Ma anche le imperfezioni definiscono ciò che siamo, ma soprattutto ci danno l’opportunità di crescere. Invece di maledirti, perché non prendi queste situazioni come degli allenamenti? Non concentrarti sui risultati che ottieni (o non ottieni) ma solo sui progressi. Ogni volta che fai il tuo “allenamento” hai comunque vinto, qualsiasi cosa accada. Sposta il tuo focus sul fatto che stai facendo un allenamento e non sulle sensazioni che provi. Che ne pensi?
A presto,
Andrea.
Sì sono d’accordo, l’ho presa così diverse volte. Però resta il fatto che contimuo a rapportarmi con queste presunte aspettative (mie, altrui, va te a sapere!) e a non capire se mi comporto così (chiudendomi) perchè ho paura/blocchi/difficoltà o se come dicevo sono così e devo solo accettarmi, così da rilassarmi, così da stare meglio. Un mio insegnante mi ha consigliato una cosa del genere una volta che l’ho messo al corrente della mia situazione, e devo dire che è stato funzionale. Il fatto è che non sono del tutto convinta ed ho ancora il dubbio di avere, per così dire, qualcosa di sbagliato. Piuttosto che di ‘normalmente diverso’.
Grazie Andrea. In quello che scrivi ho ritrovato i miei pensieri.
bell’articolo…:) grazie:)
Grazie a te del commento Elena,
alla prossima.
Andrea.
Panico…ho problemi assoluti di costanza, e quindi ora ho paura di non farcela in niente. prima ho passato anni cercando di fare “cose”, non ci sono riuscita, poi il vuoto, arrivando a questi ultimi 5 anni di blocco assoluto.
risultante, non credo in niente, vorrei credere ma non ce la faccio, mi godo la vita come va arrivando, ma una parte di me continua ad essere inquieta, a voler fare “grandi cose”, ora mi trovo nell’ennesimo paese (continuo a viaggiare per scappare da me stessa) ed è un fallimento, fa caldo e non riesco a ragionare, sono delusa di me per ennesima volta, e mi ritrovo senza soldi, senza lavoro e in totale panico di non trovare nessuna via di soluzione perchè le ho provato tutte…sono persino stata totalmente felice nel vuoto piü assoluto (senza aspettative e sogni) ma ora i sogni e la mente si sono risvegliati e non so cosa fare. Tornare in Italia?, restare qui, oppure partire da zero in un nuovo destino?…So anche che tutto passa, perchè in effetti è vero..
un consiglio?
Grazie mille per questo sito.
Ciao tina, leggendo il tuo commento sono rimasta molto colpita, perchè penso che abbiamo tante cose in comune. Anch’io per cercare di stare meglio e fuggire dalle mie paure sono sempre in viaggio. Pensavo che avrei vissuto a Parigi, perchè il mio ex ragazzo vive lì e l’avrei seguito. Poi però un mese fa mi ha lasciato, e ora mi ritrovo senza punti di riferimento e molto sola, amareggiata e delusa da tutto. Il consiglio che ti posso dare e di cercare di tirarti su, e pensare che nessuno è meglio di te..che ce la puoi fare da sola perchè non ti manca nulla! Fatti forza!
Un abbraccio, Alina
fuggire dalle proprie paure non è una bella strategia
hai provato ed hai fallito …
non preoccuparti se hai fallito, anche se è successo tante volte
Cerca di capire perchè poi trova un metodo migliore e continua a provare. Continuare a tentare con lo stesso metodo che a portato a tanti fallimenti è da stupidi. Capisci cosa non andava nel metodo che hai usato fin’ora poi cambialo e riprovaci
Ciao andrea! Mi chiamo Alina e sono venuta a conoscenza del tuo sito perchè mi sto preparando per un importante colloquio di selezione per una Business School. Il tuo articolo è molto bello, e mi ha fatto molto riflettere…io purtroppo sono una persona molto insicura, e non ho molta stima di me stessa. Ho sempre paura di fallire e di non riuscire a raggiungere i miei obiettivi. Cosa dovrei fare secondo te? Ho provato a leggere tanti libri su come aumentare l’autostima e accettare i propri limiti ma non è semplice. Ho paura di non essere all’altezza delle mie aspettative e di fallire.
Spero di ricevere una tua risposta. Grazie,
Alina
una volta un mio amico mi ha detto “che tu pensi di farcela o di non farcela, hai ragione”
Il tuo amico si chiama Henry Ford? :P
complimentacci
sei un “visionario”, nel senso positivo ovviamente della parola
hai inventato questo paragone fantasioso, impensabile e astutissimo, davvero bello
soprattutto il fatto che vedo chiaramente i 2 schieramenti delle tessere, uno di fronte all’altro senza possibilita’ di contatto, tranne quell’unica tesserina di colore incerto che sta esattamente nel centro, e puo’ cadere o da un lato o dall’altro
che idea geniale
ciao
ecco la paura…. e l-effetto domino. lo sto vivendo in questi giorni con almeno tre progetti che sto seguendo. progetti che coinvolgono il reinventarmi e le idee che ho di me stessa.
leggeri il tuo articolo mi ha fatto bene. GRAZIE per quello che scrivi….
Elisabetta
Complimenti per l’articolo!
Vorrei condividere la mia esperienza.. In 1periodo un pò buio, tempo fà ho iniziato a affrontare alcune mie paure (guidare in grandi città) e altre “piccole paturnie” (andare ad alcuni eventi da sola e nonostante la timidezza conoscere persone con gli stessi interessi e divertirmi).
Ricordo con piacere la carica adrenalinica e la scintilla che mi si accendeva… l’autostima che cresceva… in fondo sapevo che mi stavo mettendo alla prova, ero da sola in tutto questo e lo stavo facendo anche con successo!!!! ;-)
PS: Il mio percorso poi è rimasto a metà, ma quello è un altra storia…
complimentiii silvia :)
vedere che si sta migliorando se stessi è (secondo me) la migliore delle felicità che si possa provare
.
anzi, è più che felicità, è energia !
grazie! ;) speriamo di riuscire a continuare con questa energia! :)
Ciao Andrea,
Proprio un bel articolo. Ma se la paura dipendesse da qualcosa che è radicato solo nella tua mente e che non puoi affrontare come un’agorafobia, semplicemente uscendo e stando fuori, ma fosse un ossessione un distirbo ossessivo come quello di essere omosessuali, come affronteresti la situazione? Uno specialista è l’unico metodo? Un grande grazie
Ciao Lorenzo,
non ho mai avuto modo di discutere il tema omosessualità qui sul blog, ma definirlo un disturbo ossessivo lo trovo errato.
Siccome è da poco che vivo questo problema, girovagando su internet ho letto che esiste un DOC sessuale, che riguarda proprio questo tema, ma magari sono incappato in molte cavolate. Ma se così non fosse come suggeriresti di affrontare questa paura? (Se sono fuori argomento avvisami)
Sì, purtroppo Lorenzo temo di non poterti essere utile :-(
Mi spiace.
Andrea.
Figurati. Continueró ad utilizzare i tuoi preziosi consigli di crescita personale!
Continua così!
Credo che Lorenzo “forse” non volesse affermare che l’omosessualità sia in se e per se un disturbo, anche perché chi accetta di essere prettamente omosessuale infatti non lo descrive come tale. Apro è chiudo una piccola parentesi (vorrei far notare che in ognuno di noi c’è una componente etero e omo, la quantità di quanto uno lo è cambia da vari fattori e scelte). Ritengo che Lorenzo volesse intendere invece la “paura” di essere omosessuale può diventare un disturbo ossessivo. In tal caso comunque un indicazione relativa alla paura credo sia sempre possibile dare anche senza essere uno specialista. Ovvero che le paure che noi avvertiamo e creiamo vengono o le costruiamo per avvisarci di metterci in un potenziale stato di allerta, quindi qualcosa che possiamo avvertire come pericolo in base alla nostra idea del mondo, di noi stessi e degli altri, che è sempre un’idea costruita e non innata e pertanto può essere come insegna anche Andrea, modificabile. Relativamente alla paura, come dice un bell’aforisma di F. Pessoa «Porto addosso le ferite delle battaglie che ho evitato. » così commentato da Nardone “Le ferite delle battaglie evitate non guariscono né si cicatrizzano, rimangono sempre aperte e doloranti.” Se questo fosse il caso uno specialista certamente può essere utile come lo è l’allenatore nello sport, il personal trainer in palestra che aiuta ad allenare i muscoli nel modo più efficace evitando di farsi male, così lo specialista fa lo stesso per i muscoli mentali. Personalmente senza consigliarne uno specifico, ritengo che la scuola della terapia breve strategica sia a mio avviso quella più veloce, evoluta ed efficace a tal riguardo. Spero di essere stato utile. Salute e prosperità. Luca
Articolo commovente…per me. Una paura mi blocca da quattro anni…mi ha cambiato la vita interiormente e praticamente. La mia più cara amica è mancata in montagna, andata da sola , per imitare me, dispersa e poi morta di stenti prima di essere rintracciata dopo una caduta… Inaccettabile per me. Non sono più andata in montagna, che era la mia maggiore fonte di gioia, passione e rifugio…Ho sempre rimandato una mia reazione…raccontandomi scuse sull’elaborazione del lutto e sull’arrivo di un entusiasmo nel momento giusto… ma che invece non è mai arrivato e non esiste più…L’effetto domino delle “tessere nere” mi è purtroppo accaduto al completo…Grazie e scusa per il commento (se viene inviato) poco allegro.
Complimenti! Sempre bravissimo, anzi, già bravissimo visto che qui siamo nel 2011! Buon proseguimento.
Bellissimo articolo!
Grazie Vanessa ;-)
Ciao Andrea, ti leggo da qualche settimana e devo dire che sei una piacevole sorpresa. Sarà perché sono un ingegnere (marchigiano) anche io ma ho subito apprezzato il tuo approccio quasi analitico, con soluzioni pratiche ad argomenti su cui spesso si filosofeggia troppo, insomma da vero ingegnere nel senso più positivo del termine!
Ho acquistato la raccolta Vivere EfficaceMente e letto alcuni post più recenti, ma devo dire che finora questo è quello che mi ha colpito di più! La metafora del domino e delle tessere nere e bianche che non si incontrano, con la tessera della paura a far da ponte è eccezionale, la dovresti brevettare ;-)
Complimenti e continua così, è un piacere leggerti e i tuoi “tips” sono molto Efficaci!
Proprio in questo momento della mia vita sto affrontando una sfida di fronte alla quale fino ad un paio d’anni fà sarei scappato a gambe levate. Mi sta costringendo ad uscire dalla mia comfort zone (che, come scrive Russ Harris ne “La trappola della felicità”, sarebbe più opportuno definire “zona della tristezza o della rinuncia alla vita”) e ho passato le prime settimane ad odiare ogni momento in cui avevo quella paura addosso. Ora posso dire che la paura è ancora lì, in sottofondo, non se ne andrà mai del tutto e sappiamo che è fisiologico che sia così, ma posso già vedere le prime reazioni positive a catena causate dalla caduta della tessera della paura e sono convinto che, come scrivi, sarà un crescendo! Altro articolo di altissimo livello Andra, complimenti!
Grazie Giacomo :)
Ciao Andrea, complimenti per il tuo blog che trovo sempre di aiuto e stimolo nella mia vita!!! Leggendo quest’articolo ho pensato alle mie paure “limitanti” e a volte mi sembra di aver paura di raggiungere i miei obiettivi… non paura di non farcela…anzi il contrario… non so…forse per paura dei cambiamenti anche se io li desidero? Eppure nella mia vita sono sempre stata molto determinata… se volevo una cosa mi fermavo solo dopo averla ottenuta… A me sembra assurda questa cosa tu cosa ne pensi? Si può aver paura di avere successo?