Non esiste alcun segreto per raggiungere i tuoi obiettivi. Tutto quello che devi fare è iniziare.
“Non aspettare, non arriverà mai il momento perfetto. Inizia con gli strumenti che hai a disposizione. Condizioni migliori si presenteranno lungo la strada. Semplicemente inizia.”
Napoleon Hill.
Esistono decine di studi psicologici, stratagemmi di crescita personale ed applicazioni per battere la rimandite, ma la verità è che si potrebbe sintetizzare il tutto con una semplice parolina: Inizia.
Andre, ma mi prendi per il cubo?! Cioè, fammi capire: sono anni che leggo i tuoi articoli sulla procrastinazione, sono stato trai i primi ad acquistare Start!, la tua guida anti-rimandite, e tu… tu ora hai il coraggio di dirmi che era tutto uno scherzo e avrei dovuto semplicemente… INIZIARE?!
La semplicità è l’ultima sofisticazione
Leonardo da Vinci, in un suo celebre discorso, una volta disse:
“La semplicità è l’ultima sofisticazione”.
Leonardo Da Vinci.
Conoscere la soluzione, non significa aver risolto il problema.
Per raggiungere quella semplicità, naturalezza e spontaneità a cui si riferisce Leonardo da Vinci, può servire anche un’intera vita di intensa pratica. Lo sanno bene artigiani, artisti ed atleti.
Lo stesso principio si applica alla lotta alla procrastinazione.
Anni di condizionamenti sociali e di intense seghe mentali hanno radicato nella nostra mente comportamenti automatici che ci spingono a rimandare tutti quei compiti che riteniamo gravosi e che, guarda caso, sono esattamente quelli che ci permetteranno di raggiungere i nostri obiettivi: studiare con passione, andare in palestra, iniziare la nuova dieta, lavorare in modo produttivo, etc.
Pur sapendo che dovremmo semplicemente iniziare, di fatto ci ritroviamo a passare ore tra facebook, news online, messaggini e chi più ne ha più ne metta.
Ci diciamo che abbiamo scarsa forza di volontà, ma la verità è che lottare contro la nostra mente, senza gli strumenti adatti, è un’ambizione vana.
Per sradicare la procrastinazione dovremmo piuttosto realizzare un processo che prende il nome di reverse engineering: dobbiamo prendere le nostre certezze, le nostre convinzioni e le nostre abitudini, “smontarle” una ad una ed analizzarle nel dettaglio. Questo ci aiuta a prendere consapevolezza del perché ci stiamo comportando in un determinato modo. In un secondo tempo poi, dobbiamo rimettere insieme tutti i “componenti” per realizzare una nuova versione di noi stessi che sia più efficace e focalizzata sugli obiettivi.
Gli articoli che scrivo sulla procrastinazione e la mia guida Start! vogliono essere un piccolo contributo a questo processo di “ingegneria inversa”; se infatti è vero che “la semplicità è l’ultima sofisticazione”, per imparare semplicemente ad iniziare, spesso è necessario acquisire per intero nuovi modelli comportamentali.
Tuttavia, questo processo non deve essere per forza così complicato: c’è qualcosa che puoi iniziare a fare oggi, in questo preciso momento (beh, dopo aver completato l’articolo!).
Perché non iniziamo?
In uno dei suoi ultimi articoli (“The Habit of Starting“) Leo Babauta ha elegantemente sottolineato le due motivazioni per cui iniziare appare tanto difficile:
- Quello che stai facendo in questo momento è piacevole. Magari stai navigando in internet o stai leggendo la tua posta elettronica (ti ho beccato!) e queste attività sono ben più piacevoli (e semplici) di ciò che dovresti realmente fare.
- Iniziare è troppo complicato. Non sai dove mettere le mani, non hai gli strumenti giusti o magari sei semplicemente stanco e non hai voglia di fare fatica.
Ti ritrovi anche tu in queste 2 cause della procrastinazione?
Personalmente preferisco pensare che iniziare sia difficile per lo stesso motivo per cui nella realtà fisica è più difficile spostare un oggetto fermo, piuttosto che farlo quand’esso è in movimento: questo è dovuto al diverso valore di attrito statico ed attrito dinamico. Da qui l’idea di coniare il concetto di procrastinazione statica™ (Tu! Guru che rivenderai questo concetto in un corso da 10.000€: ricorda che ho segugi ovunque!!! ;-)
Come possiamo “oliare” il pavimento delle nostre attività per ridurre la procrastinazione statica, ovvero la difficoltà ad iniziare?
Come abituarsi ad iniziare
Purtroppo, per sradicare completamente la procrastinazione ed esprimere finalmente il nostro vero potenziale, dobbiamo fare un bel lavoro su noi stessi (te lo dice un ex procrastinatore seriale di professione). Esistono però azioni molto pratiche per instaurare l’abitudine ad iniziare e che puoi applicare da subito:
- Concentrati sulle piccole cose. Spesso quando dobbiamo iniziare a lavorare siamo presi da mille dubbi; è come se decine di voci si accavallassero nella nostra mente, ognuna con la sua opinione su ciò che dovremmo fare: è quello che ho definito il nostro “parlamento mentale“. Per evitare che la fazione sbagliata prenda il sopravvento, impara a focalizzarti sulle piccole cose e sul momento presente. Lascia stare i “voli pindarici” ed i timori per il lavoro da fare; concentrati su una semplice azione: inizia.
- Preparati in anticipo. Quando si tratta di iniziare, ogni scusa è buona per rimandare. Magari devi andare in palestra e non hai voglia di preparare il borsone o magari devi iniziare quel progetto e non hai tutto quello di cui hai bisogno (la risposta di un tuo collega, quel documento, l’autorizzazione, etc.). In questi casi il segreto è prepararti quanto più possibile in anticipo, in modo da non avere scuse quando si tratta di iniziare.
- Fai leva sulla forza di volontà estesa. Ne abbiamo già parlato in un precedente articolo in termini di obiettivi pubblici, in realtà la forza di volontà estesa può essere utilizzata anche in altri modi: utilizza un compagno di allenamento/dieta in modo che possiate controllarvi a vicenda; partecipa a gruppi di studio che si incontrano regolarmente; coinvolgi nei tuoi progetti dei collaboratori con cui condividere obiettivi e scadenze.
- Consolida il contenitore. Quest’ultima tecnica è particolarmente efficace quando hai intenzione di instaurare una nuova abitudine. Magari non lo hai mai notato, ma ogni abitudine ha un contenitore ed un contenuto. Il contenitore dell’abitudine è il tempo ed il luogo in cui realizziamo la nostra abitudine, il contenuto è l’azione vera e propria che definisce la nostra abitudine. Se vogliamo andare a correre tutti i giorni alle 06:00 del mattino nel parco vicino casa: correre è il contenuto della nostra abitudine e le 06:00 del mattino ed il parco sono il contenitore. Naturalmente senza il contenuto non usufruiremo mai dei benefici della nostra nuova abitudine, ma nelle fasi iniziali è di fondamentale importanza rafforzare il contenitore. Questo significa che non importa che tu sia motivato o meno, stanco o in forma, felice o depresso: rispetta sempre l’orario ed il luogo della tua abitudine, soprattutto nei primi giorni. Hai deciso di andare a correre al mattino e ti sei svegliato di merda? Fa nulla, correrai/passeggerai anche solo per 5 minuti, ma esci nell’orario che ti sei prefissato e vai al parco.
Allora? Sei pronto ad iniziare questa settimana?!
Foto di rgusick
Sono d’accordo con l’articolo di Andrea e anche con le considerazioni di Babauta soprattutto tra il contrasto fra il piacere di quello che si sta facendo (rimandando) e la concentrazione/sforzo/dedizione per quello che invece si dovrebbe fare ( per raggiungere gli obiettivi).
C’è da aggiungere secondo me, in alcune persone, come il procrastinare sia legato alle paure. In particolare paura del fallimento o al contrario la paura del successo, paura di non essere approvati in quel che si fa o di deludere/essere allontanati da altre persone . Allora in questi casi bisogna mettere in discussione le convinzioni che stanno alla base di queste paure e sostituirle con altre più funzionali. È un processo che non accade dall’oggi al domani, in un attimo,ma con il tempo e la pratica costante si arriva a cambiare questo modo di pensare. E poi tutto avviene in maniera più leggera.
Naturalmente non ci deve essere la scusa che prima di agire bisogna cambiare, perché come dici giustamente nell’articolo, il segreto sta proprio nell’iniziare ( al di là delle condizioni, come nell’esempio svegliato di merda/corsa al mattino) senza trovare mille scuse per rimandare, ma farlo e basta. Perché come disse qualcuno: “Nessuno può fare le flessioni per te” :D
Ciao Giovanni, grazie del commento.
Credo che tu abbia centrato appieno il senso di questo articolo. Il tema della procrastinazione è semplice e complesso allo stesso tempo. E’ semplice perché tutto quello che bisognerebbe fare per sradicare la rimandite è iniziare. E’ complesso, perché dietro la procrastinazione si annidano motivazioni ben più profonde della semplice pigrizia.
Non solo, mi è piaciuto molto l’intervento sulla… “scusite”. Il fatto che dietro le nostre difficoltà ci siano problemi complessi, non può esonerarci dall’agire.
A presto,
Andrea.
Una volta Alberto Lori(professore universitario e speaker), mi disse con la sua voce da doppiatore, che mi sembrava di parlare con una pubblicità: “Comincia a far uso di DUM”.
Ed io: “No, no niente droga grazie”.
E lui: “Ma quale droga DUM è l’acronimo di Datti Una Mossa!!!”.
Che dire Andrea, iniziare è qualcosa semplicemente complicata, una sfida avvincente.
Questa mi è piaciuta… ruberò! ;-)
allora domanda da un milione di euro…che sono una procrastinatrice doc e dop è assodato, però ho INIZIATO AD INIZIARE
con lo studio, vabbhè li la noia ha il sopravvento il 99% delle volte…però mi “costringo”, ma devo per forza ripetere? lo detesto…leggo sottolineo, schematizzo…poi poof quando devo andare a ripetere…mi blocco…
ho iniziato la dieta da 5 settimane, ma anche senza grandi risultati…continuo…sarà che la fanno anche le mie coinquiline e abbiamo messo in cucina una lavagna con i nostri pesi settimana per settimana e insomma come lumache, ma in tre…ci sosteniamo…
ora LA DOMANDONA: ci aggiungo lo smettere di fumare?
sembra strano ma odio fumare, solo non riesco a smettere…diciamo che un aiuto alla procrastinazione…quando il gioco si fa duro…io mi fumo una sigaretta…ma già chi c’è passato ti sconsiglia vivamente di abbinare dieta e smettere di fumare, se poi ci aggiungi lo stress da esami che già reggo poco di mio…non rischio di uscire pazza e crollare in tutto? oppure è meglio approfittare dello slancio iniziale per una cosa per portare avanti anche le altre? insomma secondo te si possono alimentare l’un l’altra o si soffocano?
non sono riuscita a trovare quel bel post in cui parlavi di come fosse importante il curare tutti gli aspetti della vita…per evitare che mentre uno va alla grande, gli altri li tralasci e…giù tutto…
Ciao Marina, il mio consiglio è di focalizzarti su una buona abitudine alla volta: questo non significa che nel corso dell’anno tu non debba equilibrare i diversi “spicchi” della tua esistenza; in fondo, la vita è un’arancia (immagino fosse questo il post a cui ti riferivi).
A presto,
Andrea.
Babauta ci azzecca per la seconda, almeno per quanto mi riguarda.
Spesso mi prende lo sconforto nel non sapere da dove cominciare, vedendo che le cose sono molto complicate e complesse da fare, senza contare che man mano che le faccio altre se ne aggiungono.
Tuttavia vado avanti…non mi arrendo. Anche perchè da questo dipende la mia vita.
Qui il segreto è “oliare” quanto più possibile il percorso. Funziona.
PRIMA!!! L’idea del processo di “reverse engineering”, di ingegneria inversa, te lo rubo io!!! :D
A parte gli scherzi, negli ultimi mesi stavo pensando proprio a questo, sarà che io, invece, ho studiato filosofia, che, in barba ai luoghi comuni, non è tanto diversa dall’ingegneria.
A me sembra che di questo concetto tu ne avessi già parlato.
Tranquillo, a me serve per ragioni privatissime.
Anzi, per vere e proprie auto-riparazioni (parliamo di ingegeneria meccanica, quindi ;) )
Sono 5 EURI per le roialtiiis! ;-)
Beh, il tuo commento non mi sorprende Ilaria: io sono sempre stato appassionato di filosofia, e per essere un ingegnere di seghe mentali me ne faccio a iosa!!! ;-)
Quanto è dura iniziare!Però è vero… per ottenere qualcosa bisogna pur partire da qualcosa… io fin dei conti ho INIZIATO anche a leggere questo blog no?
Io per il momento trovo molto aiuto nel concentrarmi sulle piccole cose
Tendo a scoraggiarmi e a farmi confusione per cui preferisco fare piccoli passi .. e godermi i primi risultati!
Bellissimo articolo che stuzzica sempre più la mia voglia di INIZIARE….già matura da un po’!!Non è facile ma…nasconde un mondo che spesso ci precludiamo per paura che non sia come lo abbiamo costruito nella testa.Grazie per la condivisione ;-)
Ciao Andrea, ti seguo da un pò ed è la prima volta che scrivo.
Io vado spesso in overdose di procrastinazione ma da un pò di tempo mi sto sforzando a cambiare.
Sai cos’è che ancora non mi fà fare il salto di qualità? Le persone che ho accanto. Come possiamo dare una direzione alla nostra vita se accanto abbiamo un freno a mano tirato? Come possiamo cercare di migliorare se accanto abbiamo gente che si è arresa alla propria vita? Cosa posso rispondere a chi dico “guarda c’è un sito da paura, te lo consiglio” e ti dicono “sono tutte cazzate”!
In certi casi non puoi dire “vado per la mia strada, chi mi ama mi segua.”
Tirare fuori il meglio di noi dovrebbe essere normale come bere un bicchiere d’acqua ma forse la normalità mette paura a questo punto. Il tuoi fantastici post mi insegnano ad essere normalmente migliore.
Mi piacerebbe un consiglio su come lavorere sull’ottusità, sull’arredevolezza degli altri per migliorare se stessi.
Ciao Enrico c’è un principio fondamentale della crescita personale, che afferma quanto segue: “puoi cambiare solo te stesso, non gli altri”.
Quando cambi, ti evolvi è naturale che alcune relazioni inizino a stonare: crescere significa anche lasciarsi indietro relazioni non più funzionali. Quando vorranno crescere anche loro, vi rincontrerete. E parliamoci chiaro, qui non parlo del cugino di terzo grado: spesso sono proprio le persone a noi più vicine a trattenerci maggiormente. Intimamente hanno paura che vederci avere successo sia automaticamente una critica nei loro confronti e quindi reagiscono demonizzando i nostri cambiamenti e le nostre aspirazioni.
Ripeto, non puoi cambiare le persone: devi avere il coraggio di lasciarle andare.
Andrea.
“Non puoi cambiare le persone. Devi avere il coraggio di lasciarle andare…” La tua chiusa finale vale anche nei rapporti con certe ragazze… In passato spesso mi sono fissato ed ho preso mazzate incredibili. Invece poi scopri che è questo il motivo:
“Non puoi cambiare le persone. Devi avere il coraggio di lasciarle andare…”
Eh sì, purtroppo è così Carlo.
Volete cambiare veramente?
Fatevi lasciare da lei/lui con la frase ” sei un fallito non combinerai mai niente”. L’ho sentita alla radio proprio lunedì mattina.
“Roberto Sanchez Rivera, un insegnante in pensione di 54 anni, 40 anni fa fece alla sua ragazza del liceo una promessa molto speciale: un giorno sarebbero andati a vivere insieme in una casa a forma di navicella spaziale. Entrambi condividevano la passione per gli ufo e amavano guardare insieme film di fantascienza giurandosi amore eterno. Ma lei un bel giorno lo lasciò e il dolore fu così grande che il giovane tentò il suicidio.
In quella lettera che la ragazza gli mandò per porre fine alla relazione c’era scritto: “Non ti amo più. Nella vita non riuscirai a combinare nulla di buono”. E fu proprio questa frase a spingere il giovane Rivera a uscire dalla depressione in cui era piombato e a intraprendere gli studi di Design e Storia dell’arte per realizzare un giorno il suo ambizioso progetto adolescenziale e coronare il loro vecchio sogno d’amore.”
Perchè non riusciva a studiare semplicemente per se stesso?
Perchè ha avuto bisogno della leva del ” mò gli faccio vedè chi sò io”?
Come coach e counselor mi sono reso conto che lo stimolo al cambiamento è assolutamente soggettivo. Ci sono persone, in una situazione specifica, si sentono più spinte ad allontanarsi dal dolore, ad esempio non sopportando la frase: “Sei un fallito”, provano un dolore interiore troppo grande che li spinge a muoversi per “scappare” da questa situazione. Ci sono poi persone che in una situazione specifica, vengono spinte nell’andare verso il piacere, ad esempio si rendono conto di quanto li possa far star bene conoscere tutto ciò che li aiuti ad avere un atteggiamento mentale felice e scelgono di andarci con tutte le loro forze. La scelta su cosa e come fare la ritengo essenziale in ogni percorso di crescita. Ogni atteggiamento segue una propria strategia, anche quello più distruttivo. Conoscere altre strategie ti da una scelta su che tipo di atteggiamento indossare.
Penso che lo stimolo verso il cambiamento e la “svolta” verso se stessi sia assolutamente soggettiva: ad una frase del genere c’è chi reagirebbe attivandosi positivamente, chi si affosserebbe ancora di più…chi le farebbe notare quanto meschina può essere una frase del genere e quali conseguenze può avere su una persona fragile in quel momento, più o meno educatamente…:D
Ciò che è veramente utile secondo me, osservando me stessa e le persone che mi stanno attorno, è venire a conoscenza di Come fare per riprendere in mano se stessi, Come a piccoli passi riuscirci concretamente senza sforzi enormi; e questo blog assolve proprio a questa funzione, secondo me…Amen:D
:D @ Mia: stamattina ho letto il tuo commento e ne ho parlato a un mio cliente che tempo fa mi aveva raccontato qualcosa di molto simile riguardo se stesso.
Inchiodato da anni all’università, per lungo tempo è stato cotto sfinito di una ragazza (non è successo niente tra loro). Il fatto di essere inchiodato all’università era ormai diventato un “problema” per tutti: lui, la famiglia etc. Ai tempi, a complicare (o a semplificare?) le cose c’era anche il famoso “militare” per cui lui, come spesso accadeva a molti, alla fine decide di partire per militare anche per dare una “svolta” alla sua vita.
Nel periodo di “attesa” per la partenza, si trova un pomeriggio al bar con un paio di amici. A un altro tavolo c’è la tipa di cui era cotto – ma allora già non più -. Il gruppo di lei si avvicina al gruppo di lui, dopo uno scambio di battute, lei, platealmente lo gurda negli occhi e gli dice: “…tanto non ti vedremo mai dottore…”.
Aaargh..! Il giovanotto non solo va a “fare il militare”, ma si laurea in un batti baleno e, non pago, si prende un’altra laurea. Oggi è un professionista molto affermato :)
Forse questa “spinta” rientra in qualcuno di quei sei meccanismi che lo psicologo Cialdini chiama “armi della persuasione”: potrebbe trattarsi di una forma di “riprova sociale” (mi laureo perché me lo chiedono gli altri) o di “autorità” (una cosa detta da una sola persona che io ritengo autorevole vale di più che se detta da altre mille persone che non ritengo tali) o di “simpatia” (vale più o meno come il principio di autorità)?
Di fatto i nostri eroi hanno fatto quello che hanno fatto solo per se stessi e di certo l’avrebbero fatto in ogni caso, forse solo con più tempo e sotto altre spinte.
Di certo la spinta della “sfida” soprattutto per un giovane uomo, è molto forte.
Può essere un’idea.
Bella frase Ilaria “la spinta della sfida” ed è pure in rima. Anni di stasi e basta una breve frase da una nemmeno intima per innescare il cambiamento.
Può essere che la frase “offensiva” abbia provocato una forte emozione da cambiare la chimica della mente e del corpo e….resettarlo all’improvviso?
Sicuramente il meccanismo di ” autorità” c’entra in qualche modo dopotutto mi par di capire che lei non ne era al corrente ma lui chissà quanto aveva fantasticato su di lei………da farla diventare nella sua mente autorevole.
Ciao Andrea,
apprezzo molto il tuo blog che ho scoperto da poco e desidero dare il mio contributo all’importantisimo problema della procrastinazione.
La questione è molto semplice: Il nostro cervello, o forse è meglio dire il nostro inconscio, è uno scansafatiche, è pigro, e pertanto se non lo alleni, se non ti alleni, ti frega. Nessun atleta diventa campione se non si allena come si deve; nessun professionista sfonda se non fa nel mazzo; nessuno riesce nella vita se non fa quello che deve fare.
E tuttavia non bisogna criminalizzare nulla, neanche la pigrizia e neanche la procrastinazione. Quando indugi nel letto e non hai voglia di alzarti perché hai l’impressione di essere un po’ stanco, in realtà è perché è diminuita la tua motivazione e quindi anche il tuo entusiasmo.
Ma se sai che è proprio così che il cervello ti frega, non lo fai vincere e metti il piede a terra! Alzarsi presto non dipende solo dalla forza di volontà, ma anche dai pensieri giusti, dalle giuste convinzioni e motivazioni.
E qual è il pensiero o convinzione positiva o protocollo di vita o metafora che ti fa essere sempre motivato e ti spinge ad alzarti anche quando non ne hai voglia?
Semplice: nella vita comunque devi fare nel mazzo, o prima o dopo. Se ti impegni e fatichi prima, puoi scegliere, sei tu l’arbitro della situazione; se invece non ti piace la fatica e preferisci il gioco assecondando più del necessario il tuo inconscio, e dunque non ti alleni,stai certo che farai nel mazzo dopo per pagare le bollette e le rate del mutuo e comprarti da mangiare!
Non ti piace studiare, preferisci andare al bar con gli amici e divertirti? Beh, con la tua ignoranza al massimo troverai un lavoro manuale, un lavoro che possono fare tutti, per cui se non ti impegni al massimo e dai più, molto di più della tua misera paga, sarai sbattuto fuori senza pietà anche se hai 3 figli da sfamare!
Preferisci abbuffarti a tavola? Hai ragione, il cibo aiuta a sentirsi bene. Ma poi dovrai portare a spasso una massa corporea enorme e schifosa e ti vergognerai di te stesso quando ti guardi allo specchio. Guarda che la dieta non serve a niente se non corri anche a piedi, se non fai sport, se non muovi il tuo culone prima che diventi troppo grande!
Potremmo continuare all’infinito. E dunque soltanto se ti impegni prima ottieni buoni risultati nella vita. Soltanto se ti dai da fare prima acquisisci buone abitudini e buone convinzioni. Altrimenti lo dovrai fare comunque, dopo, per forza di cose, per sopravvivere, e sarà assai più faticoso, assai più doloroso e difficile, e anche aleatorio.
Ma dicevo prima che non dobbiamo criminalizzare nulla, neanche la pigrizia, la procrastinazione o i pensieri negativi. Ogni cosa è necessaria, quindi anche la pigrizia, la procrastinazione e i pensieri negativi. Ogni cosa ha il suo ruolo, la sua ragion d’essere, forse anche le mosche e le zanzare così fastidiose d’estate.
Come ho spiegato nel primo step, per altro in omaggio, del mio ebook “Totomizza le tue paure – 5 step per vivere alla grande”, è il troppo e il poco che storpiano!
Se vai troppo veloce in autostrada finisci prima o poi fuori strada e ti ammazzi; ma anche se vai troppo piano, ossia poco veloce, rischi di essere travolto da qualcuno.
Persino il coraggio e la paura devono equilibrarsi, perché se sei troppo coraggioso, e quindi non hai paura di nulla, diventi del tutto imprudente e prima o poi ci rimetti le penne; e se invece sei troppo pauroso non combini nulla di buono nella vita perché non ti metti mai in gioco e soffri terribilmente.
Come ho scritto anche nell’articolo “In medio stat virtus! L’interpretazione che scardina le convinzioni più dannose e più radicate” (che puoi trovare con Google), persino una virtù si trasforma in difetto quando diventa eccessiva o esagerata perché diventa una ossessione. Per es. una persona che l’ossessione per la pulizia, o amare troppo!
E dunque una giusta procrastinazione, caro Andrea, ci sta bene, altrimenti si potrebbe andare soggetti alla mania opposta e si perderebbe il gusto per la vita, si perderebbe il piacere nel fare le cose, diventerebbe un’ossessione e non più una virtù alzarsi presto tutte le mattine e prima o poi l’inconscio ce la farà pagare.
Insomma, se castighi troppo il tuo corpo -leggi pure inconscio senza indugio!- che ha anche bisogno di giocare, di divertirsi, di rilassarsi e di “riposare” per il tempo necessario, e magari anche un tantino-tantino di più, come la Torre di Pisa che pende al punto giusto…, se non tieni conto delle “sue” esigenze e dei suoi istinti…, rischi di essere troppo rigido e prima o poi ti spezzi, prima o poi te la farà pagare e ti farà fare brutte figure.
E ritornando alla metafora che nella vita comunque devi faticare, o prima o dopo, non prendermi alla lettera!
Non esagerare nella fatica e nell’impegno quotidiano perchè ogni cosa ha sempre pregi e difetti: se fatichi troppo, è vero che raggiungerai l’eccellenza in un determinato campo della vita, e ti farai strada, per es. diventerai un professionista molto ricercato e ben pagato, ma la tua vita sarà un inferno perché non hai più neanche il tempo di fare la cacca con calma… e trascuri altre aree importantissime della vita come, per esempio, le relazioni e la salute, e quindi che te ne fai dei tuoi trofei e del tuo ricco conto in banca?
Un caro saluto
pasqualefoglia
Scrittore Motivazionale
Concordo pienamente con il commento di Giovanni.Nel mio caso non è la pigrizia(che si supera più facilmete con una buona dose di volontà e motivazione) ma la :PAURA.La paura mi immobilizza,non mi fa vivere bene.Perché vivo nella paura di un possibile fallimento,di un giudizio,di un umiliazione e di dire a me stessa:NON SEI ALL’ALTEZZA.Ed è la cosa più brutta che potrebbe capitarmi e allora vivo malissimo,nella rinuncia,nelle scuse delle volte;ma nn perché amo lamentarmi o rompere le palle ad altri ma semplicemente perché mi sento persa.Sola mi sento persa .Ho paura di non farcela.Eppure quanto vorrei sorridere,non vedere nelle sfide un pericolo,non avere l’ansia per ogni cosa.Ma,soprattutto vivere serenamente portando a termine quello che voglio..Si accettano consigli!Grazie..
Ciao Antonella,
la tua paura è causata dalla credenza negativa di non essere all’altezza, di non farcela, probabilmente anche di non meritare; e pertanto, la paura ti blocca l’azione, ti impedisce di agire causandoti un auto sabotaggio.
Devi renderti conto che la tua convinzione negativa è sbagliata e sostituirla con una positiva.
Per liberarti di questa paura, o meglio della convinzione negativa che ne è la causa, devi scrivere tutti i giorni, per almeno un mese la seguente frase potenziante o mantra: “IO SONO ALL’ALTEZZA, IO VALGO, IO CI RIESCO, IO MERITO”.
Scrivere è molto importante perché la frase arriva subito all’inconscio in quanto scrivendo vedi, e quando vedi capisci e quando capisci assimili bene e ti senti bene.
Ci vigliono 30 giorni circa perché la convinzione negativa è come una vecchia abitudine e per sradicarla devi allenarti. Infatti la ripetizione giornaliera non è altro che un allenamento.
Pasquale tu dici che in questo modo funziona?Eppure il mio è solo un periodo,non è sempre andata cosi.In questo periodo non riesco ad avere il controllo delle cose e non so la direzione precisa per la mia vita.Sono molto insicura e in ansia.Penso che la paura del fallimento si nasconda in molte persone.Sono sicura di non essere la sola.Eppure in questo modo si sprecano un sacco di occasioni.Io non voglio avere rimpianti.Devo per forza trovare un modo di uscirne.La paura è una delle cose più negative secondo me.Non la paura utile ma quella che ti blocca
Seguirò questo consiglio Pasquale.Spero bene.Incrocio le dita! :-)
Antonella, la cosa più importante della vita è CREDERCI! Se hai dubbi, le cose difficilmente riescono perché sei tu stessa che provochi l’autosabotaggio.
Leggendo quello che hai scritto più sopra sull’essere troppo paurosi,bè hai completamente ragione.Infatti proprio a causa dell’eccessiva paura sto perdendo delle bellissime esperienze,di tutti i tipi.Anche il semplice fatto di viaggiare mi piacerebbe enormemente ma farlo da sola mi spaventerebbe.Secondo me il solo fatto di avere paura e di provare a farlo, accadrebbe il panico.Nessuno potrebbe capire.Meglio essere coraggiosi estremamente senza avere rimpianti che essere bloccati dalla paura.Caxxo voglio uscirneeee!!!!
Antonella, la paura non deve essere criminalizzata. Forse ti è utile vedere questo breve filmato su You-Tube: http://youtu.be/RUqJplXTtRY.
La paura finisce quando ti sei abituato ad essa, e per abituarti ad essa ti devi allenare, ossia devi sperimentarla più volte. Solo se sperimenti la paura un poco alla volta te ne liberi. Insomma ti devi abituare a non aver più paura così come ora sei abituata ad aver paura.
Sembra banale, ma in realtà ogni cosa diventa normale quando ci siamo abituati ad essa.
Grazie mille per i consigli!:-)
consigli pratici e semplici, grazie^^
Grazie Anna,
buona continuazione.
Andrea.
Da oggi ho deciso di iniziare, la tecnica dello sputt……è quella che seguirò, quindi chi vorrà, potrà seguire le tappe del mio sicuro successo verso la sconfitta della procrastinazione.
Sto lavorando da 2 ore senza pausa.
prossima pausa alle 11:40.
Stasera mezz’ora di corso d’inglese su dvd (NON ESAGERIAMO CON GLI IMPEGNI)
Ciao Andrea e grazie tanti per i tanti consigli e suggerimenti presenti nel tuo blog (… nel mio piccolo cerco di applicarli).
Daccordissimo anche con l’approccio che bisogna assolutamente INIZIARE senza aspettare le condizioni ideali!!
Mannaggia però … non ci riesco lo stesso, perchè sono ormai da mesi alla ricerca di qualcosa (per crearmi una mia attività lavorativa) che:
1) mi piaccia abbastanza (sia vicino alle mie passioni/talenti)
2) abbia un potenziale mercato, cioè potenziali clienti (..non 4 gatti) disposti a pagare per cosa posso offrire.
Anche tu, in un tuo precedente post, hai suggerito qualcosa di simile.
Sarà che le mie passioni sono troppo di nicchia o che a me non vengono idee originali per sfruttarle (monetizzarle), ma sta di fatto che tutto quello che ho trovato (come esempi di altri) o pensato, o soddisfa l’una oppure l’altra, ma mai entrambi le condizioni !!
Risultato, sono bloccato e non riesco a INIZIARE nulla, perchè non ho voglia di tentare così, qualcosa a caso (tanto per iniziare) se prima non ho una “visione” che mi convince abbastanza.
Preciso pure che ostacoli e fallimenti non mi spaventano, ma avere una idea abbastanza “precisa” di cosa voglio/posso fare (proficuamente e non tanto per) si, … quella mi serve !
Dove sto sbagliando ??? … come esco dal circolo vizioso ???
… devo continuare (per chissà quanto tempo) a cercare comunque il lavoro che mi piaccia e che riesca a fare con entusiasmo (come suggeriscono molti, tra cui Steve Jobs), oppure lascio perdere e mi adatto a qualcosa che abbia più possibilità di trovare dei potenziali clienti ??
Grazie per tutto !!!
Riccardo
Ciao Riccardo,
per quella che è la mia esperienza puoi avere un business redditizio a partire dai tuoi talenti nel momento in cui riesci a creare intorno a te una tribù anche di sole 1.000 persone che siano davvero appassionate. 1.000 persone agli inizi possono sembrare tante, ma ti assicuro che se la tua passione è l’archeologia forense, 1.000 appassionati li trovi. Il problema a mio avviso non è la nicchia.
Forse la chiave di lettura del tuo attuale blocco è in questa frase Riccardo:
Risultato, sono bloccato e non riesco a INIZIARE nulla, perchè non ho voglia di tentare così, qualcosa a caso (tanto per iniziare) se prima non ho una “visione” che mi convince abbastanza.
Trovare il lavoro che ci appassioni e ci faccia anche mangiare è un processo di trials & errors. Certe cose che mi fanno guadagnare oggi con EfficaceMente non le avevo minimamente pensate 4 anni fa e proprio diversa l’impostazione mentale.
Credo che il fraintendimento di base che fanno molte persone sia proprio qui: nel mio articolo il punto di partenza non sono passioni + monetizzazione, questo secondo me lo sostengono i markettari da strapazzo. Il punto di partenza è dato da: passioni + bisogni.
Se tu ragioni su passioni + monetizzazione in realtà metti al centro solo te stesso, come se clienti/lettori/estimatori fossero una necessaria seccatura. Se invece inizi a ragionare in termini di passioni (o ancor meglio talenti) + bisogni, allora il focus cambia totalmente. Al centro c’è il tuo lettore, il tuo cliente, il tuo fan, etc. Il tuo obiettivo non diventa più monetizzare grazie alle tue passioni, il tuo obiettivo diventa creare valore per una nicchia grazie ai tuoi talenti: la differenza è abissale.
Ripeto, a mio avviso questo punto è quello su cui si fa più confusione. Spero che cambiare punto di vista ti sia di aiuto.
Andrea.
per quella che è la mia esperienza puoi avere un business redditizio a partire dai tuoi talenti nel momento in cui riesci a creare intorno a te una tribù anche di sole 1.000 persone che siano davvero appassionate.
…. uhm molto interessante !! Anche se a me 1000 persone sembrano un pò pochine per fare un minimo di guadagno, a meno che non intendi 1000 “afecionados” che ti seguono in modo costante e continuo.
Ma mi fido della tua esperienza !
Però ti sarei grato se mi spiegheresti meglio … in che modo ??
Non credo sia possibile che questi 1000 appassionati, per quanto interessati, possano comprare mensilmente qualcosa di quello gli offri !!
E allora (a grandi linee) come lo basi un business con solo 1000 potenziali clienti ??
… comunque resti un grande e mi stupisci sempre !!
un caro saluto
@Massimo
leggito questo e capirai meglio:
http://www.kk.org/thetechnium/archives/2008/03/1000_true_fans.php
Domenticavo la fonte!!
http://sethgodin.typepad.com/seths_blog/2008/03/1000-true-fans.html
Tu dirai: si ma loro sono in USA e giocano su altri numeri!
Ok, ma il concetto rimane lo stesso applicato su numeri diversi!!
Esempio: uno bravo come Andrea con un Blog del genere in USA avrebbe fatturato quattro volte tanto ma per Andrea questa è una palestra appassionante che gli permetterà di realizzare sempre di più!!
Ad ogni modo:
“When in doubt, Gallop!”
Proverb of the French Foreign Legion
Ciao!
Fab
PS almeno, questo è quello che mi dico io!!
Poi ovviamente ognuno ha i suoi preferiti!!
Ciao Massimo,
innanzitutto ringrazio Fab per la “bibliografia”: la tribù dei 1.000 fan è esattamente un concetto di Godin.
Ma teorie a parte, io ne ho sperimentato il messaggio chiave con EfficaceMente.
Ci sono lettori che mi seguono da quando avevo 100 iscritti alla newsletter, che mi continuano a dare feedback a dirmi bravo quando realizzo qualcosa che crea effettivamente valore nella loro vita e a criticarmi apertamente quando sbaglio (e capita spesso). Questi lettori mi spronavano a realizzare la mia prima guida (Start!) e l’hanno acquistata a l’1:20 di notte, 10 minuti dopo che avevo pubblicato la pagina di vendita. Sono gli stessi lettori che parlano del blog con amici e sono dei veri ambassador sui social network. Ci sono poi lettori altrettanto affezionati che magari ti seguono in silenzio, ma ti fanno sentire il loro sostegno al momento giusto.
Se crei una community di questo tipo, se continui a stimolarla dandogli valore guadagnare diventa una naturale conseguenza.
Tu giustamente dici: come basi un business su 1.000 persone?
Ho calcolato che negli ultimi 4 anni ho speso mediamente 500€ all’anno per prodotti Apple e sono certo la cosa possa più o meno sorprenderti (ci sono persone che magari spendono anche 2.000€/anno in questi prodotti, o altri prodotti frivoli). Quello che forse potrebbe apparirti più strano è che negli ultimi 10 anni, da quando sono appassionato di crescita personale, ho speso mediamente 200€ all’anno in libri, guide, audiobook, etc.: magari sono stato un coglione o magari mettere in pratica certi principi oggi mi permette di vedere davanti a me un percorso che mi entusiasma.
Se una persona è davvero appassionata di una tematica spende volentieri 100-200 e perché no, anche 1.000€ all’anno. Capisci allora che riuscire a parlare e coinvolgere 1.000 di questi appassionati ti permette di creare davvero l’embrione di una piccola/grande attività imprenditoriale.
Comunque avrò modo di approfondire queste tematiche in articoli futuri. Alcuni di questi commenti mi hanno fatto riflettere su aspetti che non ho sufficientemente esplicitato in post precedenti.
Andrea.
Ciao Andrea,
figurati, è stato un piacere!
Per quanto riguarda:
“Se una persona è davvero appassionata di una tematica spende volentieri 100-200 e perché no, anche 1.000€ all’anno.”
Io direi anche 2000, 3000, 4000, se uno se lo può permettere e se ovviamente il gioco vale la candela!!
Nei $100 americani c’è stampata la faccia di Benjamin Franklin il quale agli albori della rivoluzione industriale ( più di due secoli fà!!)disse:
“An investment in knowledge pays the best interest.”
http://www.brainyquote.com/quotes/quotes/b/benjaminfr141119.html
E se ciò era vero già allora, figurarsi oggi come oggi nella società della conoscenza che produce un’economia a clessidra!!
Ciao!
Fab
mmm se l’obiettivo, il piccolo passetto riguarda me, riesco abbastanza a mettermi delle scadenze e a rispettarle e/o a eseguire con poco ritardo …. ma domandina: quando un obiettivo, e/o un passetto piccolo piccolo riguarda due persone e l’altra è in ritardo, sempre, nel rispettare le sue scadenze, anche se la informi prima e gli dai ampio margine (il coniuge !) come caspita fai ??? e se gli fai notare che è in ritardo nel rispetto di una scadenza sbuffa e dice che le scadenze non servono, anche se gli fai notare che le cose da sole non si fanno per magia ??? come si fa a far entrare nella testolina del coniuge il concetto che mettersi delle scadenze è bene e che rispettarle è ancora meglio ??? GRAZIE Andrea, sin d’ora, dei tuoi consigli
ciao Andrea io avrei un consiglio da chiederti
seguendo il tuo consiglio , già da un po’ ho iniziato….
hai ragione nel dire che non ci saranno mai tutte le condizioni giuste e infatti io ho deciso di iniziare anche se ancora non è tutto perfetto.
ma spesso mi ritrovo che in questa voglia di darmi da fare sono un po’ caotica. cioè pur avendo un progetto a volte mi ritrovo con tante informazioni da gestire, cose da fare e le vorrei fare tutte insieme ma ho la sensazione di perdermi qualcosa per strada.
dovrei focalizzarmi su un passo alla volta? ma come si fa quando sei all’inizio e piena di entusiasmo vorresti fare tutto in una volta?
grazie