Ovvero come distinguere tra buone e cattive abitudini e come creare buone abitudini più EfficaceMente.
“Siamo ciò che facciamo ripetutamente. L’eccellenza, quindi, non è un atto, ma un’abitudine.”
Aristotele.
Recentemente ho riscoperto uno dei miei autori di crescita personale preferiti: Anthony Robbins, scrittore di best-seller quali “Come Ottenere il Meglio da Sé e dagli Altri” o “Come Migliorare il Proprio Stato Mentale, Fisico, Finanziario“.
Tony Robbins è il classico “guru” motivazionale, figura che mi crea non poche allergie, ma se si è disposti a mettere da parte i pregiudizi e leggere ed ascoltare i consigli di Tony a mente aperta, la nostra vita può essere letteralmente rivoluzionata.
Voglio approfittare di questo articolo per parlarti della matrice delle abitudini: un semplice strumento, appreso attraverso l’ascolto degli audiolibri di Tony Robbins, che può dimostrarsi particolarmente utile per capire quali siano le abitudini che dettano il nostro stile di vita e come migliorarle.
Visto che non amo assimilare qualsiasi cagatona motivazionale senza rielaborarla a modo mio, la matrice delle abitudini di cui ti parlerò prende spunto dall’articolo “La differenza tra piacere e felicità” e si allontana un po’ da quella proposta da Tony Robbins, anche se il messaggio di fondo non cambia:
La matrice delle abitudini
Ogni abitudine, che si tratti di andare a correre al mattino o fumare sigarette, può essere classificata sulla base di due variabili: piacere e felicità. Qualsiasi abitudine infatti ci fa sentire più o meno bene nell’immediato (piacere) e ci fa più o meno bene nel lungo periodo (felicità).
Classificando le abitudini in base a piacere e felicità è possibile individuare 4 classi di abitudini:
Abitudini di classe 1
Queste sono le migliori abitudini in assoluto. Sono quelle abitudini che ci fanno stare bene, ci danno piacere; ma non solo, sono anche abitudini sane, ovvero abitudini che miglioreranno la qualità della nostra vita nel lungo periodo, ovvero ci daranno felicità.
Alcuni esempi di abitudini di classe 1? Praticare uno sport che amiamo, studiare un argomento che ci appassiona, tenere un diario personale, etc.
Abitudini di classe 2
Ho spesso parlato di abitudini di classe 2 all’interno del Blog EfficaceMente. Le abitudini di classe 2 sono tutte quelle abitudini che ci renderanno felici nel lungo periodo, ma che ci costano fatica ed auto-disciplina per essere instaurate nell’immediato.
Ne sono un esempio… svegliarsi presto al mattino, mangiare sano, adottare un metodo di studio efficace, etc.
Abitudini di classe 1 e classe 2 sono quelle che possiamo considerare “le buone abitudini“: alcune sono piacevoli, altre meno, ma entrambe ci aiutano a trovare la vera felicità nella nostra vita.
Abitudini di classe 3
Eccoci arrivati alle cattive abitudini…
Le abitudini di classe 3 sono quelle abitudini che ci danno piacere, anche troppo, ma distruggono la nostra vita nel lungo periodo, ovvero ci rendono infelici.
Qui gli esempi sono lapalissiani: la droga, l’alcol, gli eccessi a tavola, etc.
Le abitudini di classe 3 sono in assoluto le più difficili da debellare. Infatti, anche se siamo consapevoli dei possibili danni nel lungo periodo, non siamo disposti a rinunciare a questi piaceri immediati.
Abitudini di classe 4
Infine vi sono le abitudini di classe 4, ovvero quelle esperienze che non ci danno piacere e che ci fanno del male nel lungo periodo.
Ne sono un esempio i primi contatti con il fumo (alzi la mano chi non ha tossito aspirando la sua prima sigaretta) ed in generale tutte quelle esperienze in cui, per essere accettati dagli altri, ci setiamo costretti a fare qualcosa che sappiamo spiacevole e sbagliata.
Morale della favola…
Quindi fammi capire come stanno le cose Andrè… per essere felice, dovrei rinunciare a tutti i piaceri della vita e diventare una specie di monaco tibetano?!
La matrice delle abitudini può aiutarci a capire 2 cose molto importanti:
- Per creare nuove sane abitudini, la forza di volontà è importante, ma è una risorsa limitata; per avere cambiamenti duraturi ed efficaci, dobbiamo imparare a trasformare le abitudini di classe 2 (ci fanno bene, ma sono spiacevoli), in abitudini di classe 1 (ci fanno bene e sono piacevoli). Un esempio? Se ti prende l’orticaria alla sola idea di andare a correre al mattino, cerca dei modi per rendere questa esperienza piacevole: ascolta i tuoi pezzi di musica preferita, trova un compagno per allenarti, etc.
- Se, utilizzando la matrice delle abitudini, scopri che gran parte delle tue abitudini sono di classe 3 (sono piacevoli, ma ti fanno del male) o classe 4 (sono spiacevoli e ti fanno del male), forse è arrivato il momento di riflettere sul tuo stile di vita e su quelle che sono le tue convizioni. Sei assolutamente certo che gli unici piaceri della vita debbano essere distruttivi? Le scelte che fai, le fai con la tua testa o con quella dei tuoi amici? Sei disposto a rinunciare a quello in cui credi per essere accettato socialmente? Pensare al di fuori degli schemi può essere uno dei traguardi più importanti del tuo percorso di crescita personale.
E tu? Come hai trasformato abitudini di classe 2 in abitudini di classe 1? In che modo hai rinunciato ad abitudini di classe 3 e 4? Fammelo sapere nei commenti. Grazie.
Foto di tychay
Ciao, bel post. Avevo intenzione di comprare “Come Migliorare il Proprio Stato Mentale, Fisico, Finanziario“ ma adesso rimango perplessa… perchè dici che ti provoca allergie :)? Ho iniziato da poco con la crescita personale e un mio amico che legge questo genere di libri mi sconsiglia di cominciare con Robbins perchè dice che è difficile mettere in atto i consigli che dà soprattutto se sono all’inizio. Sbaglia? Seguendo il tuo consiglio sui libri da leggere ho comprato il libro di Carnagie e devo dire che è semplicemente fantastico! Grazie mille per i tuoi post, mi sono sempre tanto utili.
Ciao Angela.
Per quanto riguarda la tua prima domanda, temo di essermi espresso male nel post: i classici guru della crescita personale, che parlano a migliaia di persone da un palco ed utilizzano paroloni, etc, generalmente mi danno l’allergia. Questo perché incarnano un concetto di crescita personale che non mi appartiene.
Anthony Robbins, nonostante incarni questo stereotipo, riesce a trasmettere delle emozioni uniche. Non soltanto, è in grado di creare un enorme valore.
Quindi, te lo consiglio caldamente. Se hai la possibilità, leggilo ed ascoltalo in lingua originale.
Se sei agli inizi, credo che Robbins sia un ottimo punto di partenza: nei suoi libri e audio-corsi ha affrontato la crescita personale in modo “integrato”. Starà poi a te scegliere quali argomenti approfondire.
Andrea.
Io, se una cosa mi fa venire l’orticaria, anche se mi fa benissimo, nel breve, nel lungo o nel lunghissimo periodo, non la faccio: il fatto che mi faccia venire l’orticaria significa che non mi fa poi cosi’ bene e dunque anche fare lo sforzo di farla passare da abitudine 2 ad abitudine 1 è uno spreco di energia.
Meglio fare qualcosa che piaccia davvero e farla bene: del resto nella vita le scelte e le opportunità di scelta sono infinite.
Credo sia piu’ produttivo trovare fin da subito, magari usando la creatività e un po’ di ricerca consapevole, abitudini di classe 1.
Quanto ai famosi guru della crescita personale e alla crescita personale, vale lo stesso principio: i consigli degli amici e di chi ha già “sperimentato” questo o quello possono essere un’utile introduzione al tema.
Ma la scelta è sempre personale ed è utile farla in base al principio di quel che si sente vicino a sé, parla alla propria mente e al proprio cuore, è piu’ in sintonia con le questioni che ciascuno vive come prioritarie e importanti.
In definitiva: è fondamentale scegliere chi ci invia messaggi utili e realmente “generativi” di un cambiamento positivo e portatore di reale benessere.
Ciao Ilaria: innanzitutto grazie per il commento e la continua partecipazione.
Per quanto riguarda la prima parte del commento non mi ritrovo al 100%.
Molte occasioni di crescita nella mia vita sono nate proprio quando ho affrontato una paura o sono uscito dalla mia zona di comfort: esperienze che nell’immediato sono state tutto altro che piacevoli, ma che si sono dimostrate di enorme valore.
Tuttavia non credo che si possa stare troppo fuori dalla propria comfort zone: autodisciplina e forza di volontà hanno infatti vita breve e se non riusciamo a trasformare un’abitudine di classe 2 in una di classe 1… finiremo con l’abbandonarla.
Andrea.
Ciao Andrea,
grazie mille per la risposta e la cortesia. Sono convinta che superare la “zona di comfort” sia essenziale e che spesso superarla porti “di colpo” a trasformare abitudini di classe 2 (e forse anche a trsformare abitudini di classi inferiori) in abitudini di classe 1 e soprattutto faccia crescere, ottenere risultati e aumentare l’autostima.
Di fatto nella prima parte del mio commento non parlo di paura: semplicemente di “principio di piacere”.
Credo che sia essenziale fare cio’ che ci piace innanzittutto e totalmente superfluo se non dannoso sforzarci a fare qualcosa che non ci piace. E’ molto piu’ intelligente e, se vuoi, sfidante e fuori dalla zona di comfort, impegnarci a trovare qualcosa che ci sia altrettanto utile e molto piacevole.
Grazie anche per lo spazio messo a disposizione per replicare.
Ciao.
Ciao Andrea.
la forza delle abitudini, come dice la citazione di Aristotele, è nel lungo termine. Una buona abitudine quando diventa parte del nostro vivere ci cambia ma non solo, inerviene anche nella nostra sfera di vita (meglio di comfort zone he!) il nostro star bene genera un effetto benessere anche a chi ci sta vicino(buona per noi,buona per gli altri).
A chi non piace stare con persone che piacciono? :-).
Grazie per il commento Roberto.
A proposito di buone abitudini: vi consiglio di dare un’occhiata al blog di Roberto >> Le Buone Abitudini
Andrea.
Le abitudini possono essere un’ottimo strumento per cambiare e se “installiamo” delle buone abitudini per almento 30 giorni possono avvenire dei cambiamenti nella nostra vita.
Poi comunque dipende sempre dal sistema di credenze che abbiamo nella nostra mente.
Grazie del commento Marco,
prima o poi devo scrivere un articolo sulle credenze: recentemente ho avuto esperienze, legate al superamento di credenze limitanti, che hanno avuto un enorme impatto sulla mia vita.
Andrea.
Grazie Andrea!
ciao,le buone abitudini sono una sana base per completare una crescita interiore a partitre dalla prima infanzia, ma come la mettiamo con quelle abitudini che ci vengono “imposte” dalla quotidianità e dalle convenzioni sociali, alle quali non ci si può sottrarre perchè dovute o imposte? …ad esempio il lavoro “per vivere” o le persone/orari/situazioni inevitabili?
grazie comunque
Ciao Andrea,
scusa il ritardo dovuto a cause di forza maggiore :D … e ben tornato con i tuoi post che ci danno modo di riflettere!
Mi ha colpito la domanda di giootto e se mi permetti… Uno dei miei autori prefriti è Nick Pagan, il quale, ha molto parlato delle abitudi, della zona confort accennata da Ilaria (mitico l’esempio del razzo per esemplificarne il concetto dell’uscita), dell’abittimento della paura, la ricerca di nuove abitudini potenzianti, e della regola dei 30 giorni, il tempo necessario per instaurare l’abitudine, a cui Roberto (il suo blog davvero lo straconsiglio a tutti) accennava oltre ad aver tracciato uno schema molto efficacemente.com per farlo ;)
Brian Tracy sostiene che l’uomo nasce privo di abitudini e le sviluppa basandosi sulle esperienze acquisite nell’ambiente che lo circonda, ecco perché dice che “diventiamo ciò che occupa la nostra mente per la maggior parte del tempo”.
Adesso il punto è che Famiglia, Chiesa, Scuola e chi più ne ha più ne metta forgiano il carattere di un individuo e formarno, nella sua tenera età, le credenze sulle queli saranno basate le sue abitudini. L’individuo nella sua crecita non farà altro che confermarle…
Giootto come la mettiamo con le “cattive abitudini imposte”? Forma nuove credenze ed avrai il tuo cambiamento… sembra semplice? Non lo è! E’ indolore? Certo che no! Si può fare? Certo!
Poi c’è Christopher Koch che in un articolo “Comprendere La Scienza Del Cambiamento” http://www.cio.com/article/24975/Change_Management_Understanding_the_Science_of_Change , ci spiega perché è così difficile cambiare…. abbatti il muro perché
“forse è arrivato il momento di riflettere sul tuo stile di vita e su quelle che sono le tue convizioni” Andrea Giuliodori ps… questa te la rubo!
Un abbraccio e buona crescita a tutti
Giandomenico
grazie Giandomenico,
sicuramente non hai risolto i problemi però mi hai aiutato a considerarli da un’altra luce : ho seguito il tuo link… rispondo solo ora per ..abitudini imposte
ciao andrea! ho ormai un mese che leggo il tuo blog. Davvero molto utile e per questo voglio farti i complimenti.Volevo anche chiederti un consiglio. Sto leggendo alcuni tuoi articoli in ordine sparso che putroppo mi crea confusione. Mi sapresti dare un punto di partenza ? Un libro piuttosto che un qualsiasi tipo di ordine per leggere i tuoi articoli? Grazie Alberto :D
Ciao Alberto,
grazie per il commento.
Per trovare un po’ di ordine tra i 200 e passa articoli ti consiglio di iniziare dall’Archivio suddiviso per argomenti. Scegli un argomento che vuoi approfondire, leggi gli articoli presenti in quella specifica categoria, ma soprattutto… prova a sperimentare le tecniche descritte. A volte chi inizia ad interessarsi di crescita personale si sente in obbligo di leggere, leggere e leggere ancora, ma in realtà ciò che conta è solo la pratica.
In bocca al lupo.
Andrea.
da quando ho smesso di fumare, ho iniziato a fare cyclette (40 m. al giorno) per tentare di limitare l’inevitabile aumento di peso. NOIOSISSIMO, decisamente di classe 2. Ho risolto con la lettura: i miei libri preferiti li leggo solo mentre pedalo; e ogni giorno, non vedo l’ora!!!!
Letti entrambi. Ottimi e assolutamente completi. Lunghi…
Il grande difetto, secondo me, e’ un’idea irrealistica del tempo. Il falso mito, insomma, che ci sia tempo per tutto.
Cmq vanno letti. Sono utilissimi.
Roby
Io non riesco a eliminare le abitudini di classe 3, solo per un breve periodo e poi ci ricasco, vorrei tanto fare a meno di queste abitudini ma nella routine della vita mi bussano spesso alla porta e io la apro
Ciao Andrea,
Bell’articolo. Semplice ma efficace. ;)
In questi giorni sto maturando una convinzione. Credo che chi non riesce ad adottare nuove abitudini spesso caschi in un errore: guarda a ciò che deve fare e dimentica ciò che ha fatto fino a quel momento.
Esempio che riguarda la mia vita: ho l’abitudine di mangiare un alimento che mi da piacere ma è dannoso e non riesco a cambiare abitudine. Bene… ogni giorno mi focalizzavo solo su questa cosa. Pensavo magari che non riuscivo a cambiare perché io non riesco a cambiare.
Poi ho ricordato di un’abitudine alimentare negativa che ho eliminato e che ho sostituito con una prassi molto ma molto positiva. E’ una prassi per me perché la faccio senza “costringermi”. Per me è come guidare la macchina.
Quindi, non è vero che io non posso cambiare. Se ci penso… ho fatto anche grandi cambiamenti!
Cosa conta questa constatazione? Semplice: se io mi focalizzo solo su ciò che devo cambiare, e non ricordo i cambiamenti che ho fatto in passato, mi riuscirà molto più difficile raggiungere il mio obbiettivo perché a livello mentale mi considero un poco di buono. Uno che non cambia mai, in nulla, nonostante i propositi.
Ho notato che da qualche settimana a questa parte il ricordo di quello che di buono ho fatto a livello di cambiamenti positivi mi sta aiutando molto. Consiglio a tutti questa piccola e semplice azione.
ps: io penso che Anthony Robbins sia il miglior formatore del mondo e lo consiglio a tutti
Andrea, credo che, il “bisogno” di cambiare abitudini, nasca da dentro e, che non debba essere imposto dall’esterno, poiché, in tal caso, poco efficace, limitato e poco duraturo. Coloro che, convinti da altri a smettere di fumare, ad esempio, riprendono poco dopo a farlo. Andare alla radice profonda del perché si fuma, e’ di aiuto. Concordo con lo psicoterapeuta Morelli quando afferma che, sia che si tratti di troppo cibo o, troppe sigarette o, altre abitudini sbilanciate, queste potrebbero venire drasticamente ridotte spontaneamente nel momento in cui l’individuo si appassioni, intensamente, ad altre attività della vita. In poche parole, smettendo di fare la vita del topo.
Costanza, qualche trucco per ingannare “la vocina bastarda”, impegno e godendomi i progressi ( che incidono positivamente sulla motivazione) . Dopo che ti abitui ad instaurare buone abitudini diventa tutto più semplice. Almeno, questo è stato ed è il mio personale “percorso”.
Le abitudini di tipo 2 più difficili da trasformare in abitudini di tipo 1 sono legate al lavoro e ai progetti più “difficili”, ci combatto tutti i giorni. A volte vinco io, a volte vincono loro.
Ma le abitudini di tipo 3 sono le più dure in assoluto. In particolare legate al sesso. In particolare la mattina, passo almeno un’ora e mezzo con una o più amiche a scambiarci messaggi e foto sexy, intrattenendo relazioni a distanza.
Non è facile parlarne perché nessuno solleva mai l’argomento. E so anche perché. È un argomento davvero spinoso. Chissà se qualcuno ha questa stessa abitudine da limitare o gestire meglio.