Riflessioni sull’importanza di vivere qui ed ora.
“Hic et nunc”
Detto latino.
Fin da piccolino ho sempre amato creare neologismi. Le parole del vocabolario mi andavano strette e sentivo l’esigenza di crearne di nuove per esprimere le idee che avevo in mente: devo dire che le mie maestre non sempre erano d’accordo :-)
Oggi voglio parlarti proprio di uno di questi neologismi: la “Quiedora”.
La Qui… che?!? Che ti sei inventato oggi Andre?! Tutto bene? Hai preso una tegolata in testa?!
Cos’è la “Quiedora”
Non serve un grande intuito per comprendere questo neologismo: potremmo definire la “Quiedora”…
“Quella sensazione di assoluta quiete interiore, derivante dalla capacità di concentrare i propri pensieri sul qui ed ora.”
Alcuni blogger di crescita personale chiamano questo particolare stato di concentrazione “flusso” (flow), ma ad esser sincero, la parola flusso mi ha da sempre fatto pensare al… bagno. Al contrario, credo che il termine Quiedora, con quella sua leggera assonanza con la quiete, esprima al meglio questo stato.
Quiedora. Uno stato naturale dell’essere. Quiedora. Nessun pensiero, nessuna preoccupazione.
Eppure è raro ritrovarci in questo stato di grazia: troppo spesso viviamo tra i fallimenti del passato e le angoscie del futuro. La nostra mente, come una scimmia esagitata in una gabbia, non trova mai quiete e salta da un pensiero all’altro alla ricerca di evasione.
Perché dovresti coltivare la “Quiedora”
“…alla ricerca di evasione.”
Ti è mai capitato di pensarci? Dov’è che cerchiamo la nostra felicità? Dove fissiamo i nostri obiettivi?
Là e dopo. Mai qui ed ora.
L’azione stessa di definire un obiettivo è l’ammissione che non possiamo essere felici ora, che c’è qualcosa di sbagliato nella nostra vita presente e che siamo disposti ad essere felici solo quando avremo raggiunto i nostri obiettivi. Peccato che ad ogni obiettivo raggiunto la nostra mente ricerchi immediatamente un nuovo traguardo… ed un altro ancora, in un circolo vizioso che non ci rende poi così diversi da criceti in gabbia.
Ma la Quiedora può liberarci da queste catene immaginarie. Immergendoci completamente nel momento presente, vivendo con consapevolezza ogni istante della nostra esistenza ogni cosa diventa più intensa:
- il cibo che mangiamo svela sfumature di sapore che non avevamo mai immaginato;
- i piccoli piaceri della vita riescono a trasformare radicalmente le nostre giornate;
- la maggiore attenzione che mettiamo nello studio ci permette di memorizzare meglio ed in minor tempo;
- fare una cosa alla volta aumenta la nostra produttività;
- il focus ritrovato sviluppa la nostra concentrazione;
- la maggior attenzione sul presente ci aiuta a dare priorità a ciò che è veramente essenziale;
Vivere nel qui ed ora costantemente richiede pratica, ma i benefici che può darci sono inestimabili. Perché non provarci… qui ed ora. Buona settimana.
Andrea Giuliodori
Provarci….ma come?
A mio avviso il punto di partenza è sempre la concentrazione sul respiro: ecco qualche esempio pratico per iniziare.
Tecniche di respirazione: ritrovare il benessere con un respiro
Io per riuscire ad essere qui e ora… mi pongo 2 domande: dove sei? Qui Che ora è? Adesso…. è con le meditazione succede di essere nel qui ed ora.
:D :) Scusa, ma com’è che si pronuncia “quiedora” esattamente?
Devo dire che dopo contoarancio, la promozionefinanziaria e i tassidinteresse questo post ci voleva proprio, a portarci e a riportarci, appunto un po’ di sana “quiedora”.
Quello di cui parli mi ricorda una delle esperienze più significative della mia vita: quando ancora lavoravo (superlavoravo) in azienda e ignoravo del tutto il concetto di “quiedora”, per puro caso (giuro!, decisi di trascorrere i quindici giorni di vacanze natalizie nel monastero buddhista di Thich Nhat Hahn, in Francia.
Lì, oltre alla pratica del silenzio e della meditazione, si “lavora con le mani” (la chiamano “working meditation”): si cucina (cioè si pelano quintali di patate e di mele o frutta e ortaggi vari), si fa giardinaggio, si fanno lavori di riparazione o di riordino.
Tutto in silenzio e prestando particolare attenzione alla respirazione.
Non solo: è abitudine che ogni volta che si sente lo squillo del telefono o il rintocco della pendola, ci si fermi un momento e si torni a porre attenzione sul proprio respiro.
E’ un modo efficacissimo per scoprire la potenza straordinaria del “quiedora”.
Ciao Andrea!
Complimenti per il blog, è un piacere leggerti!
Volevo chiederti come gestisci la stanchezza psicologica (aka noia).
Più di una volta la noia “accumulata” durante una mattinata a scuola mi condiziona il pomeriggio, lasciandomi come oppresso. Sarebbe bello riuscire a combattere quella sensazione!
Salve Andrea,
apprezzo questo blog e mi complimento con te.
Credo che il quiedora si avvicini molto a ció che i praticanti di arti marziali, di cui faccio parte, chiamano MUSHIN.
http://en.wikipedia.org/wiki/Mushin
Forse il Mushin non é facile da comprendere a chi non abbia mai praticato alcune arti orientali, ma credo di potere sottolineare tale somiglianza di “prospettiva” e “status del corpo-mente”.
Auguro a tutti di godersi la vita, senza fretta e senza tregua come disse qualcuno..
cordialmente,
Max
Ciao Max,
grazie per avermi ricordato il Mushin: ho praticato judo e ju-jitsu per alcuni anni e sono pienamente d’accordo con te con il parallelismo.
Andrea.
Ciao Andrea
bel post che come al solito fornisce uno spunto di riflessione ed approfondimento…
Credo che quello del “quiedora” sia un aspeto fondamentale su cui concentrarsi per raggiungere una “pienezza” di vita sempre maggiore: troppo spesso infatti viviamo a cento allora perdendoci il gusto delle cose…anche solo semplicemente perchè riteniamo che “altrove” stia succedendo qualcosa di incredibile…fantastico…mentre quello che sta accadendo a noi è assolutamente normale e dunque non degno di attenzione. Una sorta di “sindrome del giardino del vicino” (…sempre più verde…) permanente…che ci fa perdere il gusto delle cose.
Ora rileggendo questo articolo prima di tuffarmi in una nuova giornata di lavoro, e ripensando alla scena di questa mattina…quando la mia bimba (di dieci mesi ndr) mi ha raggiunto faticosamente dopo essersi aggrappata al divano…regalandomi alla fine di questo sforzo (immane per lei) un gran sorriso…ebbene mi viene da dire che le cose “eccezionali” accadono a ciascuno di noi…ogni giorno…basta solo guardarle con gli occhi giusti!
alla prossima
S.
Ciao Andrea,
seguo il blog da diverso tempo, sempre con grande interesse, ma questo post sul quiedora mi ha colpito in modo particolare.
In questo periodo sto leggendo un libro di Osho (La verità che cura)e quale sorpresa nell’imbattermi proprio ieri in questo passaggio: “Esisti QUIEORA: proprio questo corpo, il Buddha”.
Vivere con pienezza il presente, vivere “nel flusso”, riuscirci anche solo per pochi momenti, dà un sapore del tutto diverso ai nostri giorni, hai ragione.
Virginia Woolf li chiamava “moments of being”, definizione che mi colpì molto quando la lessi.
A mio avviso,uno spunto molto interessante sul tema lo fornisce anche “Lo zen e l’arte della manutenzione della motocicletta” di Robert Pirsig, che espone in modo affascinante una Metafisica della Qualità basata proprio sul concetto di QUIEORA.
Un saluto e grazie per aver condiviso con noi queste riflessioni.
Flavia
Ciao Andrea,
fantastico questo neologismo! Chissà, magari tra qualche anno lo ritroveremo anche nello Zingarelli!
Sottoscrivo in pieno le tue considerazioni, come al solito sei chiaro e incisivo
Un abbraccio e a presto
Fabio
Ottimi consigli e soprattutto ottimi i link che si trovano nell’articolo. E’ proprio vero vivere nel presente e’ il modo migliore per essere felici senza un perche’. Se proprio dobbiamo pensare al futuro, pensiamoci in positivo.
Ciao
Davide
Lui le chiese: “come ti senti ?”
Lei gli rispose: “qui”.
Antico proverbio.
Grossomodo, così come descritto qui, “quiedora” è il fondamento della filosofia Zen: spontaneità dell’istante presente (ammesso ci sia un istante presente).
Lettura (saggio) utile e interessante: La via dello Zen di Alan Watts.
Ciao Andrea. Complimenti per il blog. Lo reputo uno tra i migliori in Italia nel suo genere.
Volevo consigliare a tutti i praticanti del Quiedora l’autore “Eckhart Tolle”. Sono sicuro che tu gia lo conosci. A differenza di molti guru orientali che suggeriscono di godere il presente Tolle spiega per filo e per segno cosa è il nonQUIedora (scusa per questo neoneologismo). Il nonquiedora è descitto da Tolle come un’ente esterno alla nostra umanità, una sottospecie di demone che ha interessi esterni ai nostri e ha come unico obiettivo quello di strapparci dal presente.
Vedere il “vivere continuamente proiettati nel futuro” la nostra mente ossessionata ci aiuta a non identificarci con essa e a non mortificarci per il fatto di non essere in grado di godere il presente.
In poche parole…. Andrea, suggerisco questo autore.
Complimenti ancora.
GOGOGOs
Ciao. In sto periodo mi sento una m…a. Cercando una soluzione sono finito sul sito di efficacemente. Mi si è aperto un mondo, prospettive di una vita migliore diventare sicuro di me, piacermi e piacere… ma anche la consapevolezza che per cambiare bisogna rimettersi in gioco e impegnarsi…mentre a volte è così comodo fermarsi e piangersi addosso
Ciao Andrea, complimenti per il blog e per questo articolo in particolare.
So bene di cosa si tratta: vivere “qui ed ora” è proprio il concetto di vita che ho imparato dal mio maestro zen e che ora mi aiuta nel mio lavoro, in quanto mi occupo di stress. Il mio compito è quello di aiutare le persone a focalizzarsi sul momento attuale piuttosto che riempirsi la testa di pensieri ossessivi e inutili. E’ una tecnica che funziona bene, lo dico proprio perchè io per prima sono riuscita ad affrontare le mie difficoltà con uno spirito diverso e ho cambiato il mio modo di approcciare alla vita e alle persone in generale.
Grazie molte del commento Vale.
Andrea.
A Brescia (sono besciana appunto) esiste il termine “quacì” per indicare uno stato di calma e pace in cui stiamo bene.
ciao Andrea..
ho scoperto il tuo blog appena qualche settimana fa.Ed ho iniziato a mettere in pratica sin da subito gran parte delle tecniche che hai scritto(soppratutto per lo studio:-D)..non posso che ringraziarti di tutto:-))
Ad ogni modo il QuiEdOra,per caso è collegato al libro ‘Il potere di adesso‘? di Eckhart Tolle , perché il concetto mi sembra lo stesso. Essere presenti senza nessun pensiero e liberarci dal dominio della mente.
ps:ho provato a leggere il libro ma non ci ho capito una mazza
Ciao Cratos,
sinceramente non ho letto il libro di Tolle, anche se ne ho sentito parlare. Il QuiEdOra è semplicemente frutto di una mia riflessione, ma naturalmente è un concetto già ampiamente trattato da autori occidentali, ma soprattutto orientali.
Andrea.
ciao andrea
senti mi puoi dare un elenco completo di tutti gli esercizi che potrei fare per vivere l’attimo,pensando solo al presente e nn al futuro o passato?
grazie :)
Ciao Luca,
io partirei dall’esercizio più semplice ed efficace allo stesso tempo: la respirazione.
Quando senti che ti stai perdendo tra il passato ed il futuro, prova a riportare la tua attenzione sul respiro: inspirazione ed espirazione. Concentrati sull’aria che attraversa le tue narici e scorre giù per i tuoi polmoni e poi esce, lentamente dalla bocca. Concentrati sulla respirazione diaframmatica.
Questa è sicuramente una delle tecniche più potenti per riportare la nostra attenzione sul momento presente.
Trovi altri dettagli in questo articolo: “Tecniche di Respirazione: ritrovare il benessere con un respiro“
leggi i libri di Osho, fidati (oltre al blog di Andrea ovviamente! )
“Dove vai?” Chiese lui.
L’altro rispose: “Son cipolle!” (mio nonno)
Segnalo questo link attinente:
http://ilcredino.blogspot.com/2012/01/l-attimo-fuggito.html#more
Detta così sembra un non preoccuparsi né del passato né del futuro che porta ora a non far caso alle lezioni imparate, ora a non curarsi del futuro… esempio: io sono allergico al tonno, ho una scatoletta di tonno in mano e vorrei mangiarla ma so che in passato sono stato male mangiandolo, so quindi che se lo mangio tempo 2 ore massimo e starò come i pazzi, applicando questa filosofia del quiedora (che son quasi sicuro di aver interpretato male) io mi farei una bella terrina di tonno, fagioli e cipolla, probabilmente raggiungerei l’orgasmo, ma da lì a due ore sarei in ospedale… Per come l’ho capita io è un modo di vedere le cose che va bene applicare a qualche istante, ogni tanto, per “staccare un po’ la spina”.
Einstein teorizzò che il tempo fosse simultaneo e io penso che, per quanto poco ce ne rendiamo conto, lo concepiamo in un qualche modo come tale, il fatto poi di costruirsi un’immagine di questa dimensione come qualcosa che stiamo vivendo in questo momento e quindi è presente ed è qua che ce la dobbiamo godere può essere utile di tanto in tanto come ho già spiegato, se ci pensi però in realtà non percepiamo affatto il presente, io in questo momento sto osservando un’immagine dello schermo che è passata in quanto la luce, che voglia vederla come insieme di corpuscoli o come onda, impiega un certo tempo per arrivare al mio occhio e il mio occhio impiega un certo tempo per inviare il segnale al cervello che a sua volta impiega tempo per elaborarlo, sono tempi infinitesimali ma pur sempre tempi, questo per dire che noi OBIETTIVAMENTE viviamo in ciò che concepiamo come PASSATO, seppur enormemente prossimo… Il presente non esiste… Il quiedora è un’illusione (e poi per fortuna che ho parlato solo dell’ora e non del qui… a proposito, scusa il papiro..)!!!
Ripeto: sicuramente nei miei deliri psicodepressivi l’avrò capita male io.
Sono d’accordo. Iniziò ogni giorno con la frase” oggi e’ uno splendido oggi, qui e adesso” e questo mi ha permesso di affrontare piccoli e grandi problemi con assoluta serenità.
Consiglio vivamente
Hai una comunicativa fuori dal normale. Complimenti davvero perché riesci a farti… Leggere senza annoiare e tenendo vive attenzione ed interesse. In questo articolo hai centrato un aspetto che trascuriamo troppo spesso, ma è un rimedio eccezionale che da tempo tengo conto anch’io. Direi che il quiedora è come un caffè che dà di nuovo tono alla tua giornata. Grazie per i contributi che ci offri.
A presto
Mario
Ci sono cose semplici, alla base della vita…come il respiro-esso varia con i nostri pensieri, stati d’animo, ma non ne teniamo conto-
Controllando e concentrandoci sul respiro torniamo ad essere “in noi” concentrati sul corpo e sulle sensazioni, apprezzando e dando piu slancio ad ogni azione presente-
Grazie Andrea di ricordarci la vera essenza della vita-la semplicità-
è la mia condizione attuale e che si replica, salvo alcuni scossoni, da diversi giorni, quasi un mese. Gli scossoni sono quelle cose che impattano sulla mia vita e che non posso controllare, difatti posso controllare solo la mia reazione a detti scossoni e grazie alla consapevolezza nata proprio dalla costante sensazione della Quiedora…mi è risultato facile tornare in detta condizione psicofisicospirituale. Proprio perchè consapevole profondamente che il miglior stato per affrontare detti scossoni era appunto la Quiedora.
Ma c’e’ anche dell’altro, c’e’ che basto a me stessa, c’e’ che al di la di tutto sono in pace con me stessa e la mia coscienza. Sto bene…e questo mio stare bene prescinde e non viene intaccato, semmai potenziato, da qualsiasi condizione esterna, anzi, mi permette di affrontare al meglio qualsiasi cosa. Nel bene e nel male…
con equilibrio.
Tuttavia credo che il mio sia stato un percorso, un percorso che era necessario percorrere per giungere a questo. Un percorso a cui, nel bene e nel male sono grata.
Yes, I’m happy! :-)
…..E’ora di iniziare….
ops volevo commentare l’articolo appena letto ma è già passato il “qui ed ora”!!! al prossimo hic et nunc ;) a parte la battuta l’articolo è molto felixcreativo.
la scimmia esagitata nella testa… l’esempio non poteva essere più azzeccato :-)
bello penso che se si è felici e sereni nel quiedora si possa raggiungere cio che si vuole
…PASTRUFAZIO…
Bellissimo post per porre attenzione / focus sull’unico giorno (come ci ricorda il Dalai Lama) per noi esistente : l’oggi !!!
Grazie andrea! è proprio quello che stavo cercando.
Mentalmente potrebbe essere “io sono qui adesso, pronto ad affrontare le cose e non ho niente a qui pensare tranne a me stesso e all’occasione da cogliere” Solo agire in base al momento.
Una cosa del genere di risulta familiare? :)
Sbilicudi ? Come se fosse antani..
Con scappellamento a destra.
Ispettore Fuochi Fatui ?
E’ quello che cerco la Quiedora!!!
Ciao Andrea, ti seguo da un po’ ormai e mi congratulo davvero con te per il lavoro che fai. È utile e concreto. Ti scrivo perchè ho un dubbio riguardante il qui ed ora che mi frulla in testa da parecchio. Come riesci a conciliare la filosofia del qui ed ora con quella ad esempio dell’immaginare la propria vita tra 5 anni e lavorare sodo per raggiungere quell’obiettivo? Ecco io entro in conflitto a questo punto, ma forse non ho colto il punto di ciò che intendi. Grazie,
Serena
Ciao Serena! Sono nel tuo stesso dubbio…ma credo che una risposta semplice possa essere la “moderazione” di entrambe le filosofie. Ovvero: il quiedora non deve necessariamente prevalere su dei “desideri futuri” anzi! a mio parere, dovrebbe aiutare ad affrontare con maggiore realtà-presente “i passi da fare giorno per giorno” per avvicinarsi al proprio obiettivo:)
La teoria è facile. È mettere in pratica il vero problema
Quiedora lascio il mio commento.
Grazie
Tempo fa quello che sarebbe divenuto il mio psicologo preferito (…) m’insegnò una tecnica di meditazione basata sul respiro e — elemento essenziale — l’immobilità. Tornando all’esperienza, molto molto piacevole, vissuta quando riuscivo a praticarla bene, mi verrebbe da affermare che il QeO è “pace interiore derivante dall’assenza di pensiero”. In altri termini, si tratterebbe di drogare la scimmia per sbarazzarsene, almeno temporaneamente. Mi torna in mente, a tal proposito, un concetto, credo presente nel libro “L’atto di volontà” di Roberto Assagioli, secondo cui lo stato naturale della mente è l’assenza di pensiero: il pensiero andrebbe attivato solo nel momento in cui ci si trova di fronte ad un problema da risolvere.
In quest’ottica, la definizione iniziale “..concentrare i propri pensieri sul qui ed ora” sarebbe scorretta, giacché pensieri nella capoccia non ce ne sarebbero proprio.
Grazie sempre ad Andrea ed ai commentatori, che arricchiscono i contenuti del sito :)
Credo che questo brano di Giusy Ferreri esprima perfettamente il concetto “qui ed ora” : https://www.youtube.com/watch?v=VoOc-0vTljc