3 parole da utilizzare ogniqualvolta ti senti demotivato e giù di corda.
“Il dolore è temporaneo. La gloria è per sempre.”
George Best.
“Dammi tre parole: sole, cuore, ammmoooore!” Te lo ricordi questo orrendo tormentone estivo di qualche anno fa? Ecco, tranquillo, le 3 parole di cui ti parlerò oggi non hanno nulla a che fare con questa canzoncina. Le parole di cui parleremo oggi sono parole molto potenti, parole in grado di sconfiggere la demotivazione, parole in grado di cambiarti la vita.
Sei demotivato? Attento a come ti parli
Non c’è nulla da fare, per quanto desideriamo evitarlo, prima o poi arrivano quei momenti in cui ci sentiamo completamente demotivati. Naturalmente è per via di quell’esame andato male, dello str**zo o della str**za di turno, di quell’obiettivo mancato, e così via. Insomma, se siamo demotivati è sicuramente colpa di qualcosa o di qualcuno… giusto?! Sbagliato!
Essere demotivati è una nostra scelta.
Sì, vabbé André! Effettivamente questa mattina mi sono svegliato senza nulla da fare e mi sono detto: come posso rovinarmi la vita?! Ah sì, ci sono! Mi sparo una bella dose di demotivazione! No, guarda, lascia stare: la vita fa schifo, sono un continuo fallimento, non ci posso fare niente, se sono messo così è proprio colpa di _________ (riempire lo spazio vuoto a piacimento).
Ma ti stai sentendo? Ti rendi conto dei pensieri e delle parole con cui riempi la mente tutto il santo giorno? Sei davvero così ingenuo da pensare che tutta questa spazzatura con cui infesti i tuoi neuroni non abbia alcun impatto sul tuo stato d’animo?
“Siamo ciò che pensiamo. La nostra vita è il prodotto dei nostri pensieri.”
Buddha.
Non fraintendermi, non mi permetterei mai di giudicare ciò che stai attraversando, ma la verità è che né io né te abbiamo controllo sugli eventi esterni, su ciò che ci accade. Al contrario possiamo sempre avere il pieno controllo sulle nostre reazioni, sui nostri pensieri, sul nostro dialogo interiore.
Ti ho già parlato di questo nostro “super-potere” spiegandoti il modello ERE. Oggi voglio fare un passettino in più e fornirti 3 strumenti pratici per agire direttamente sul tuo dialogo interiore. Si tratta di 3 parole: parole che possono aiutarti a ristrutturare i tuoi pensieri; parole che ripetute con costanza ti faranno vedere le cose da un punto di vista differente; parole che dovrai imparare ad usare con consapevolezza, ogniqualvolta la demotivazione si farà strada nella tua mente.
Parola #1: Voglio
“L’erba voglio non cresce neanche nel giardino del Re.”
Proverbio.
Quante volte ti hanno ripetuto questo proverbio quando eri piccolino? Eppure c’è qualcosa di più grave del volere qualcosa: concentrarsi su ciò che non vogliamo. Pensaci per un solo istante: quando sei demotivato, ansioso e giù di corda tendi a focalizzarti su ciò che non va (o che potrebbe non andare). Il punto è che concentrarti continuamente su ciò che non vuoi è uno dei motivi per cui la tua vita fa schifo. L’energia segue sempre l’attenzione.
Se ti focalizzi su ciò che non vuoi in realtà non fai altro che dargli forza. Impara a spostare la tua attenzione su ciò che desideri, su ciò che vorresti vedere sempre più spesso nella tua vita, insomma, sposta la tua attenzione e la tua energia su ciò che vuoi. In fondo, se decidi di fare tuo l’archetipo del Re, ti puoi permettere anche un po’ di “erba voglio” nel tuo giardino :-)
Parola #2: Decido
Non c’è nulla di più potente di una decisione. Ogni volta che prendiamo una decisione consapevole stiamo mandando al nostro cervello un messaggio ben preciso: “questa è la direzione in cui voglio andare: fai tutto ciò che serve per farmici arrivare!”.
Ci sono in particolare modo 2 decisioni che puoi (e devi) prendere ogni giorno:
- Decidere di allontanarti o avvicinarti ai tuoi obiettivi. Ogni azione che scegli di compiere è un’azione che ti avvicina o ti allontana dai tuoi obiettivi. Decidi di allontanarti dai tuoi obiettivi ogni volta che scegli Facebook allo studio, ogni volta che scegli i junk-food alla dieta, ogni volta che scegli il divano alla palestra. Non nascondere la testa nella sabbia: decidi se quell’obiettivo lo vuoi davvero o se sei solo un quaquaraquà.
- Decidere di dire “no”. Se non hai mai il tempo per te stesso e per i tuoi obiettivi è molto probabile che tu sia uno “yesman”: uno di quelli che non riesce a dire mai di no ai suoi amici, ai suoi genitori, al suo partner, alle sue debolezze. Lo trovi un gesto nobile? Beh, ho una brutta notizia per te: se non riesci mai a dire di no è perché hai l’autostima di un bradipo nano e temi che un tuo rifiuto possa influenzare negativamente il giudizio che gli altri hanno di te. Dire di no a ciò che non vogliamo, significa dire di sì a ciò che desideriamo davvero: se vuoi essere una persona migliore per gli altri, devi innanzitutto essere una persona migliore per te stesso.
Ripeti sempre più spesso ciò che decidi consapevolmente di fare: prendere questo tipo di decisioni è uno strumento che ci dà forza e motivazione. Ma non basta prendere qualsiasi decisione, dobbiamo imparare a prendere decisioni più efficaci: in questo articolo ti suggerisco 3 modi per farlo.
Parola #3: Scelgo
Vuoi sapere qual è la fonte #1 di demotivazione e procrastinazione? Tutto ciò che percepiamo come imposto dagli altri (o dagli eventi). Ogni volta che ripeti a te stesso “devo fare questo” o “devo fare quello“, non fai altro che comunicare alla tua mente questi messaggi:
- Non voglio farlo, preferirei fare altro.
- Mi stanno costringendo a farlo contro la mia volontà.
- Devo farlo altrimenti potrebbe accadere che _________ (riempire con paura a piacere).
Esci dalla mentalità della vittima che subisce gli eventi ed impara a sostituire i “devo” con gli “scelgo“. Prova a rispondere a queste 3 semplici domande:
- Cosa scegli di fare.
- Quando scegli di farlo.
- Come scegli di farlo.
Scegliere la tua prossima azione è uno dei segreti per smettere di procrastinare.
Anche se non te ne rendi conto, la verità è che il timone è nelle tue mani: sei tu ad avere il controllo e sei tu ad avere la responsabilità di esercitarlo ogniqualvolta che ne hai la possibilità. Sei ancora demotivato? Ricorda a te stesso ciò che vuoi veramente, decidi di avvicinarti ai tuoi obiettivi e scegli di farlo adesso.
Buona settimana. Andrea.
Foto di Lawrence Whittemore.
Adoro tutti gli stimoli che chi spingono a ridiventare padroni della nostra stessa vita. Grazie Andrea
Grazie a te del commento Claudio.
Andrea.
Molte volte i desideri non si avverano e non per colpa del nostro pensiero non chiediamo noi di nascere non decidiamo noi come e quando morire e non decidiamo noi di chi innamorarsi quindi padroni del nostro destino proprio per un cazzo tutti subiscono la vita così com’è c’è chi ha fortuna e chi semplicemente non ne ha. Non per suo volere io mi sono rotta i coglioni di tentare di modificare il mio pensiero quando poi non serve a nulla! Voglio soltanto morire perché siamo la classe operaia in mano a un mucchio di stronzi che dominano l’intero pianeta e ci fanno bere boiate assurde mentre si riempiono il culo con i nostri sudori e dispiaceri
Cara Vanessa, l’atteggiamento da vittima può darti una consolazione passeggera (“non è colpa mia, è colpa dell’universo brutto e cattivo”), ma non migliorerà di 1 millimetro la tua vita.
Hai ragione quando dici che molto di ciò che ci accade è fuori del nostro controllo. C’è però una cosa che è completamente sotto il nostro controllo ed è quella che conta di più, ovvero COME decidiamo di reagire a ciò che avviene nella nostra vita.
Pensa ad esempio a quel giovane nuotatore a cui hanno sparato e che oggi si ritrova sulla sedie a rotelle: lui non se l’è presa con “il mucchio di stronzi che dominano l’intero pianeta” e non se l’è presa nemmeno con chi ce lo ha messo sulla sedie a rotelle. Lui ha scelto di tornare ad allenarsi ogni santo giorno in piscina e prepararsi per le paraolimpiadi.
Non ti conosco, ma se dovessi lanciare una monetina, scommetto che tu cammini ancora sulle tue gambe, ma di tutto ciò che hai nella vita non ti accorgi neanche perché sei troppo concentrata su quello che ti panca e sull’addossare le responsabilità agli altri.
Ricorda: che tu continui a farlo o meno, a me non cambia nulla. A te invece può cambiare l’intera esistenza. Riflettici.
Ciao,
non so se la mia domanda è fuori tema, ma la demotivazione è senz’altro effetto di quello che sto per dire.
Quale consiglio daresti tu Andrea ad una persona che si trova in un periodo della sua vita nel quale si sente confuso, a disagio e senza direzione? Questa persona però ha realizzato tutti i passi che si era prefissato (o meglio, che altri avevano prefissato per lui/lei) e si sente come se non avesse seguito un suo percorso, e ciò genera in lui/lei un desiderio di cominciare qualcosa di veramente suo. Ma sente paura e un sacco di blocchi mentali di cui tu hai parlato.
So di essere stato un po vago ed ermetico ma so che te capirai. Ti ringrazio per il tuo tempo, e un abbraccio forte!
E’ curioso come molti lettori che mi pongono domande qui sul blog, in realtà conoscano molto bene anche la risposta:
(o meglio, che altri avevano prefissato per lui/lei)
Caro Alessandro, dì al tuo amico di concentrarsi sulla parola #1 di questo articolo: “voglio”. Cos’è che vuole veramente, cos’è che lo appassiona, quali obiettivi senti veramente suoi?
A presto,
Andrea.
Andrea sei grande come sempre, ci hai regalato il succo della crescita personale. Grazie
Grazie a te del commento Salvatore.
Andrea.
Grazie, molto sintetico e semplice da capire.concordo con salvatore.
Concordo anche io con il mio precedente commento e ringrazio anche te Silvia ;-)
Ottimo articolo Andrea.
E’ davvero così, imparare a dire di no è molto importante, ma è anche vero che non deve diventare un must (dal mio punto di vista), c’è un mio amico che dice, “se dici sempre no sei un morto”, “se dici sempre si sei uno schiavo”. la parola fondamentale è equilibrio.
davvero ottimo articolo…”Scelgo e NON devo” verità!
Grazie :-).
Ciao Daniele,
assolutamente d’accordo.
La “cura del no” è riservata solo a chi non riesce proprio a sottrarsi dai mille impegni che prende ogni volta.
Andrea.
Ciao Andrea, non ho niente da aggiungere, solo ringraziarti per i tuoi consigli. Un grande bacio. ❤️
Grazie Any!
Commento sul fatto dello Yes Man, visto che io mi definisco così. Ma con una precisazione: se quello che vado a fare mi porta un beneficio.
Io sono un grande sostenitore dell’importanza dell’esperienza: anche se non sai come ti tornerà utile qualcosa, prima o poi ti servirà. Forse non in maniera diretta: il bagaglio di conoscenza che ti porti dietro è maggiore della somma delle esperienze singole, perché con più dati a disposizione potrai elaborare meglio il tuo pensiero e il tuo sistema di credenze.
Insomma: più esperienze fai, e più sono diverse, migliore sarai come persona (sia a livello professionale che personale). A parità di altre condizioni, s’intende.
Ora, anche il relax fa parte di questa teoria. “Yes Man” significa anche dire di sì ai momenti di svago per recuperare le energie: ieri (domenica) avrei potuto lavorare, sarei potuto andare a correre, ma ho scelto di scrivere solo una bozza per il mio nuovo articolo. Un giorno alla settimana, scelgo il riposo.
Nelle mie giornate cerco di mantenere un buon bilancio fra lavoro e tempo libero, quello che mi dà il massimo output con il minore impiego di tempo. Fra le mie attività e il lavoro io sono impegnato dalle 8.30 alle 6:00 di sera, con due pause di 30 minuti. Alle 6 vado a correre e la mia giornata lavorativa è finita. Il resto è svago: leggo, esco, bevo birra. Una volta che ho trovato il mio ritmo e so i miei orari, vado avanti come una macchina.
mi sa che ne devi ancora fare di esperienze. Ma quelle giuste però.
Ciao Stefano,
viviamo in un mondo fatto di risorse limitate: tempo, denaro, energia, focus, etc. Scegliere a cosa diciamo no, equivale a scegliere a cosa invece diciamo di sì. In questa ottica gli yesman non mi convincono.
Per quanto riguarda invece l’esperienza concordo appieno. Su questa tematica c’è un film carino con Jim Carrey, intitolato proprio Yes Man, in cui il messaggio di fondo è “dire sì alla vita”. Ecco, in questa ottica, il sì è qualcosa di molto prezioso, ma il punto di vista del post è diverso.
A presto,
Andrea.
Ciao Andrea e complimenti per l’articolo. Ti da una forte carica ed erano proprio i consigli che cercavo…proprio a seguito di un esame andato male :D
Comunque c’è nel sito un articolo che spiega la differenza tra l’essere un yesman (che dice Si a tutto) e un Yes man (che dice Si alla vita)? La differenza è importante.. Molte volte diciamo No stando bene nel nostro relax solitario casalingo, ma sai bene che dicendo Si avresti vissuto una esperienza diversa. Non dico che ti penti..ma quasi.
Ciaoo, queso tuo articolo è un segno…capita davvero nel momento giusto e ti ringrazio per aver rincarato la dose di ciò che da giorni mi sto dicendo!!mi spiego, ho una laurea in Lingue mai utilizzata ed un sogno nel cassetto, fare la traduttrice.Dopo 5 anni di un lavoro molto poco appagante (gestisco un’associazione con annesso studio legale) da ogni punto di vista che ha avuto l’unico vantaggio di darmi un po’d’indipendenza ( pagare il fitto di una stanza in casa condivisa e le spese…e basta) per poter stare vicino al mio fidanzato; sto dando lezioni di Francese ad una ragazza ed il riprendere la mia materia mi ha risvegliato il cervello e fatto spolverare il mio sogno nel cassetto…tra 15 giorni scade il mio contratto a progetto e vorrei lasciare (loro vogliono farmi ancora un contratto a progetto con il solito stipendio da fame!!) questo lavoro per potermi dedicare a tempo pieno al mio progetto per arrivare dove voglio…mi frena solo lo scrupolo del lasciare un lavoro in questo periodo di crisi…ma se non lo faccio ora( ho comunque 35 anni) che non ho ancora famiglia…quando??? un consiglio per me?grazie.
Ciao Mariangela,
mi fa piacere che l’articolo abbia colto nel segno.
Spesso noto che i lettori leggono nei miei articoli i propri sogni e le proprie speranze, credo che questo sia il vero segno: è incredibile come il nostro subconoscio continui a mandarci segnali e noi magari li ignoriamo scientemente.
A presto ed in bocca al lupo,
Andrea.
Il mondo della linguistica, traduttori e interpreti mi affascina, sono in una situazione simile alla tua, anch’io sto pensando di cambiare lavoro e dedicrmi alle lingue, e visto che pensarci non basta ma bisogna AGIRE, come insegna Andrea :) ho preso una decisione, ad Agosto andrò a Londra per 3 settimane con l’obiettivo di migliorare il mio inglese.
Tu sei indecisa se lasciare il lavoro per cercare un lavoro nel campo delle lingue, io direi sicuramente di FARLO ammenochè senza lavoro tu non finisca a vivere sotto un ponte. Un’altra possibilità è tenere il lavoro e nel tempo libero (almeno 1 o 2 ore al giorno) dedicarti alle lingue per poter, nel giro di qualche anno, riuscire a guadagnarti da vivere con esse; se opti per questa opzione dovrai fare una bella dieta mediatica (niente sperechi di tempo come TV, facebook, restare a letto la domenica mattina, …)
Grazie per la risposta, in effetti hai già descritto la mia giornata…non ho molto tempo libero…praticamente niente facebook(non mi piace),pochissima tv e niente poltrire la domenica…lavoro 8 ore al giorno compreso 4 ore il sabato, nella pausa pranzo do lezione di francese e..nel restante tempo devo cucinare, lavare etc.etc.etc. per questo vorrei fare il salto… non andrei a vivere sotto un ponte…comunque mi sono data tempo fino ad agosto per lasciare il lavoro…nel frattempo dedicherò ogni minuto libero a ciò che voglio. grazie ancora e buon tutto ;-))
è verissimo che bisogna prendersi la responsabilità della propria vita, è raro che la colpa di qualcosa che riguarda la propria vita risieda fuori di se, almeno il 95% della nostra vita dipende da noi. Questa CONSAPEVOLEZZA può far male, può essere scomodo! Ma ti SMUOVE perchè ti fa capire che i propri obiettivi sono li fuori, alla tua portata e dippendono solo dalle proprie scelte/azioni.
Credo che molti trovino delle scuse perchè non hanno la FORZA per sopportare che la loro vita dipende da loro, non vogliono faticare per migliorare e preferiscono rifugiarsi in delle scuse.
Ciao Sabner,
a volte i miei post possono apparire semplicistici: la verità è che ciò che funziona è semplice, ma non è affatto detto che sia facile ;-)
A presto,
Andrea.
Buongiorno e buona settimana :)
Ogni tanto un bel ripassino stimola neuroni ci vuole!
Grande! Ho proprio apprezzato questo articolo!
Sprona per bene in un caldo lunedì afoso ;)
Sempre grazie per gli spunti!
Grazie a te per l’intervento Claire ;-)
Andrea.
Una volta una mia conoscente mi disse che leggere dei post del genere non può aiutare perché la motivazione è qualcosa che deve nascere da dentro di noi, spontaneamente. Io mi trovo d’accordo, ma vedo anche che leggere post come questi, mi aiuta fornendomi una spinta in più ad andare avanti. è come avere vicino un buon amico che ti riporta con i piedi per terra quando ti allontani da quello che vuoi veramente.
Filo a studiare! :P
Concordo con la tua amica e con l’importanza della motivazione intrinseca. Il punto è che questa motivazione può essere profondamente influenzata dall’ambiente che ci circonda… incluso ciò che leggiamo ;-)
Andrea.
Ciao Andrea.
Inutile dire che leggere i tuoi articoli ogni lunedì mattina è diventata una piacevole abitudine (da non procastinare!).
Il controllo dei pensieri e del dialogo interiore, mi fa venire in mente un libro che sto leggendo ultimamente dopo aver letto che anche tu tempo fa lo consigliavi in un tuo articolo. Si tratta de “La via del guerriero di pace” di Dan Millman. Non mi ha preso un gran che fino ad ora, devo dire la verità, anche se si legge gradevolmente, ma il messaggio più importante è proprio quello di liberare la propria mente da inutili sovrastrutture e lasciarsi andare.
E questo è proprio un aspetto su cui devo tanto lavorare dato che per fortuna o per sfortuna sono una persona molto sensibile e che rimugina molto.
Magari questo aspetto potrebbe essere uno spunto per un tuo prossimo articolo!
Ciao Fabio,
grazie del suggerimento.
Credo che la capacità di controllare i nostri pensieri o per lo meno di indirizzarli sia uno dei mattoni fondanti della crescita personale.
Andrea.
Articolo indovinatissimo anche per questa settimana. Andrè, l’archetipo del mago ce l’hai tutto! ;D Grazie di cuore! :-)
Grazie a te del commento Crystal.
Andrea.
Ciao Andrea,
già solamente leggere i tuoi post per me è motivante, se poi riesco anche a mettere in pratica qualcosa ancora meglio ^__^
Buona settimana a te
Grazie Mary, sono felice che ciò che scrivo ti sia di ispirazione.
La motivazione che nasce dai miei post però è per definizione passeggera. Solo la nostra azione costante può portarci ad una motivazione più duratura.
Andrea.
Ciò che scrivi è corretto, ma una domanda sorge spontanea. Ammettiamo che uno sia sposato, con un figlio e un mutuo. Come si fa ad uscire da un circolo vizioso come questo? Se lasci la moglie ti spenna, tua figlia non ha una vita felice e non puoi permetterti il lusso di lasciare il lavoro altrimenti ripartiamo dal punto di domanda. Dirlo è facile, puoi avere tutte le motivazioni del mondo… puoi avere la stoffa del re. Ma….
Ciao Angelo,
grazie del commento, spesso nel mondo della crescita personale si propende per soluzioni semplicistiche che difficilmente si possono applicare alla realtà. Il messaggio di questo articolo non vuole essere: “fai ciò che vuoi senza pensare ai vincoli”. No. Il messaggio vuole essere ben diverso: gioca la partita al meglio con le carte che hai in mano.
Invece di subire il tuo lavoro come una necessità per pagare il mutuo, come puoi scegliere di renderlo una fonte di soddisfazione?
Invece di vedere il matrimonio come una trappola senza via di uscita, come puoi decidere di migliorare il rapporto con tua moglie per avere una relazione appagante?
Invece di pensare a ciò che non vuoi per tua figlia, perché non inizi a pensare a cosa vuoi per lei? Perché non ti concentri su ciò che potrebbe renderla felice.
Dire che nulla funziona se non ci sono le condizioni perfette è una scusa come tante per non impegnarsi a migliorare le cose. Viviamo in un mondo fatto di condizioni imperfette ed è una nostra responsabilità perseguire il cambiamento nonostante tutto e tutti.
A presto,
Andrea.
Mi piace moltissimo leggerti, i tuoi articoli sono sempre illuminanti … purtroppo puntano i riflettori su tutti i miei difetti e ti assicuro che li ho tutti: campionessa di procrastinazione e frignona come poche!Ma ora è arrivato il momento di mettermi in gioco e giocare la partita anche se le carte non sono le migliori
Caro Angelo, la risposta che ti ha dato Andrea qui sotto è sicuramente più illuminante della mia, però mi permetto di fare qualche considerazione che mi nasce spontanea.
Se ti sei sposato, hai un figlio e un mutuo e adesso queste cose ti sembrano una trappola, perché le hai scelte? Chi ti ha obbligato? Io penso che in molti casi sposarsi, fare un figlio e fare un mutuo siano scelte imposte dall’esterno e non desideri autentici della persona. Me ne rendo sempre più conto, leggendo il blog di Simone Perotti (sul downshifting) mi imbatto continuamente in gente che tira fuori la storia di moglie e figli per non fare cambiamenti, come se fossero dentro una trappola, scusa ma quella trappola chi l’ha scelta?!! Avevi una pistola alla tempia quando hai scelto?
Si può vivere benissimo single oppure in coppia senza figli, magari in affitto senza indebitarsi per fare un mutuo, le opzioni sono tante, perché vengono scelte sempre le stesse opzioni per poi sentirsi in gabbia? Se matrimonio e figli vi fanno sentire in gabbia, non sceglieteli! Non sareste certo più sfigati agli occhi degli altri, soprattutto se in realtà perseguite ciò che desiderate davvero. Ognuno ha la sua vera strada, spesso non è quella che il sociale ci propone.
Fine del pistolotto! :-)
Ciao Andrea, Angelo e Ylenia,
ho trovato la risposta di Andrea perfettamente in linea con la richiesta di Angelo, un po’ meno il “pistolotto” di Ylenia (non me ne volere) ma come tu trovi facile pensare che uno si nasconda dietro la scusa della famiglia e degli impegni a cui far fronte, io ritengo che sia facile trovare una soluzione ad un problema in cui non siamo coinvolti in prima persona. Angelo potrebbe aver “voluto” avere una famiglia, “deciso” di fare un mutuo per dare casa alla sua famiglia, ha “scelto” di percorrere la via in cui credeva…. e poi nel tempo le cose cambiano, ci possono essere ostacoli lungo il percorso, si possono superare ma il nostro “voglio”, “decido” e “scelgo” devono adeguarsi continuamente alla realtà in cui viviamo.
Ciao Andrea,
Anche se non commento leggo sempre tutto quel che scrivi con molto interesse. Stavolta voglio sottolineare per me le frasi ‘l’energia segue l’attenzione’ e ‘ focalizzarsi su ciò che non si vuole non fa altro che aumentarne l’importanza’. In questo periodo per me la motivazione è un grosso problema. Beata, penserà qualcuno, che non ne hai di più gravi. Per me lo è. Non mi piace fare la vittima, ma come si fa quando tu ti impegni tanto e capisci che di più non puoi fare? Che poi è la realtà ad esserti contro. Ulteriori consigli? Grazie comunque, intanto.
Ciao Angelica,
provo a farti una domanda: credi che esista una realtà oggettiva o credi che la realtà sia sempre e comunque una proiezione della nostra mente. Nel primo caso, beh, non ho una risposta per te: se la realtà oggettiva, monolitica ti è contro che cosa possiamo fare noi piccoli esseri insignificanti?
Se invece utilizzi la seconda lente… beh le cose cambiano significativamente: non c’è alcuna realtà che ti è contro, è la tua mente che ti fornisce questa visione del mondo. Questo accade quando ci focalizziamo (involontariamente) su ciò che non funziona, su ciò che va storto. Non c’è assolutamente nulla che sta andando nella direzione giusta? Se una piccola cosina c’è, che ne dici di iniziare a ricostruire le tue giornate intorno a ciò che sta funzionando? Che ne dici di focalizzarti su ciò che ti fa stare bene ed espandere questa sensazione su tutto il resto?
A presto Angelica.
Andrea.
Grazie, Andrea!
I tuoi hanno speso bene i loro soldi per farti studiare :) scherzo, ovviamente, ma ne sono anche convinta! Intanto sono andata a rileggere i tuoi altri post sulla motivazione, ottimi pure quelli. Poi ho apprezzato molto la tua risposta. Sì, non va tutto male, perciò riparto da qui. E sulla realtà, ancora con te: ognuno la vede a suo modo, perciò si può provare anche a ‘vederla bene’, cioè in modalità ottimismo. Però…come si fa a non cadere nell’estremo opposto? Mi spiego: non è che poi si finisce a vivere in una realtà parallela, che magari vivi solo tu? Scusa la paranoia – sono una femmina, le abbiamo di serie – ma non vorrei illudermi e poi svegliarmi ai piedi del disinganno. Forse per qualcuno come me, che tende a prepararsi sempre al peggio, essere positivi è un muscolo da allenare. Grazie ancora!
Ciao Andrea,
pur condividendo quanto hai scritto nel post, questa volta mi sento di fare una puntualizzazione a proposito del decidere di dire no e degli yesmen e yeswomen…..è vero che nella vita ci vuole equilibrio e che occorre essere responsabili verso se stessi, ma è altrettanto importante non scivolare nel cinismo e nell’egoismo e non stigmatizzare chi fa scelte di vita differenti….oggi come oggi è proprio “l’humanitas” che tende a scarseggiare ed il rischio è quello di focalizzarsi troppo su se stessi e diventare poi degli yesman del sistema, perchè fragili, perchè soli..
Una personalità fragile resta tale con o senza compagnia. Idem per una persona forse, anche se sola resta forte.
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Ho conosciuto persone che tendevano ad essere sempre disponibili, gli unici che ci quadagnavano erano i loro amici/parenti mentre questi yesMan:
1) non avevano più energie per se stessi
2) quando erano loro ad avere bisogno, gli altri non si dimostravano ALTRETTANTO disponibili, e questo genera delusione
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Sento anch’io molta mancanza di umanità ma non sento il bisogno che qualcuno si preoccupi per me o che mi aiuti, quello che vedo è che ci sono molti rapporti umani superficiali. Molti hanno paura di aprirsi, preferiscono mostrare una facciata piuttosto che come sono realmente.
Inerente a questo articolo potrebbe essere utile (e piacevole) la lettura del brano del Zaratustra di Nietzsche intitolato “le tre metamorfosi” in cui incita all’abbandono del “io devo” per il “io voglio”. Comunque grazie ancora, Andrea. Penso proprio che voglio andare a fare degli integrali… ;)
Ciao Alexandru,
grazie a te dell’intervento e del suggerimento.
Andrea.
Essere forti non significa essere insensibili, o indifferenti, o spietati, crescita vera è equilibrio, anche di responsabilità verso se stessi e verso gli altri, perchè ogni scelta comportamentale ha le sue ombre se non sviluppata..le maschere che ognuno indossa sono proprio sintomo di fragilità, della paura di essere fuori coro e di restare soli se si mostra quel che realmente si è..
e chi ha detto che essere forti significa essere insensibili o indifferenti o spietati ?
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“le maschere sono sintomo di fragilità” lo penso anch’io, ed il problema odierno è proprio questo, ci sono troppe persone FRAGILI
Bellissimo articolo!! In poche parole dice una grandissima verità…. mi sono scritto in grande Voglio, Decide, Scelgo e VOGLIO seguirli davvero!
Bene Angela ;-)
Non mi meraviglio, oggi quello che si è fortemente indebolito è proprio l’aspetto sociale delle persone, quella che una volta era la rete sociale, con i suoi limiti e i suoi pesi e contrappesi, che da una parte dava maggiore protezione e dall’altra stimolava alla crescita personale. Questo è il fallimento della generazione post-sessantottina, che ha lottato tanto per i diritti civili dell’individuo, che di suo è stato un grandissimo passo in avanti della società civile,ma ha portato anch’essa delle “ombre”, creare l’illusione di un’eccessiva libertà personale ha fatto perdere di vista l’importanza di una forte identità “sociale”, e oggi se ne vedono le conseguenze devastanti, perchè ogni individuo è solo di fronte alla durezza di una vita non più mitigata da alcuna umanità, ma che risponde solo a logiche di mercato.
Comunque è un discorso complesso ed articolato e non mi desidero approfittare dell’ospitalità di Andrea…
Cara Rossella,
ho letto con molta attenzione ed interesse i tuoi commenti.
Chi intraprende un percorso di crescita personale affronta (prima o poi) questo dubbio: è da egoisti continuare a focalizzarsi su se stessi ed il proprio miglioramento?
Lungi da me aver completato alcun percorso, ma per quella che è la mia esperienza esistono delle fasi ben precise: c’è una prima fase in cui il focus su se stessi è necessario. In questa fase è importante saper dire di no. Fintanto che non impariamo ad amare noi stessi non potremo mai amare gli altri.
Questa fase “egoistica” non può però essere eterna: che senso ha un mondo pieno di individui perfetti ma isolati? Personalmente credo che il vero senso della crescita personale è migliorare se stessi per migliorare la vita a chi ci circonda, per avere un impatto positivo sul mondo.
Frasi naif? Frasi fatte e vuote? Forse… o forse la vita è così semplice che sentiamo la necessità di complicarcela ;-)
Buona giornata,
Andrea.
Cavolo! Un po’ inconsapevolmente avevo sempre seguito ciò che dici, fino a quando mi sono creduto egoista nel farlo… Allora mi sono troppo tirato indietro, mettendo troppo gli altri prima di me e “abbassandomi” (scusate, non lo dico per mancanza di rispetto) troppo per gli altri. Risultato??? Non sono più me stesso, sveglio come prima, attivo come prima, cordiale come prima, disponibile come prima! Ho sortito l’effetto contrario! Quindi quotissimo al 100%, NO. NON È ASSOLUTAMENTE EGOISTICO. L’amor proprio è sempre un bene se inteso come rispetto per se stessi. Come possiamo rispettare gli altri esseri umani se non rispettiamo il primo essere umano con cui abbiamo a che fare?!!?!?
“ogni individuo è solo di fronte alla durezza di una vita non più mitigata da alcuna umanità”, questa frase è da incorniciare, la penso come te (e siamo già in due).
Siamo da soli a risolvere problemi grandi, ognuno nella sua piccola individualità, è davvero dura così. L’aridità è dilagante, non ne faccio un discorso astratto, potrei portarti esempi di mie amicizie dirette, le persone che sono diventate, la loro mancanza di empatia, di sensibilità, di tutto, incontrarsi solo per misurarsi, competitività al posto dell’amicizia. Che schifo. Le ho beccate io le persone peggiori? No, no, sono gli individui medi (italiani) che sono così al momento e in questo contesto storico.
E non puoi che trovarmi d’accordo pienamente in ciò che dici, perchè altrimenti si innesca un circolo vizioso di ricatti morali, sensi di colpi, rabbia e frustrazione, ci sono fasi della vita in cui è prioritario focalizzarsi su di sè, perchè l’autoaffermazione ci dà modo di aiutare anche gli altri (emblematico nella storia di Erin Brockovich l’evolversi del rapporto con il figlio maggiore, in particolare, e la sofferenza di Erin nel dover rinunciare a momenti preziosi della crescita dei figli per assicurare a tutti un futuro);
ma sono scelte di responsabilità anche quelle in cui devi mediare tra la tua felicità personale e la sopravvivenza dei tuoi cari, per malattie gravi o altro, e non credo che siano meno degne di rispetto..
Grazie per la tua risposta, buona giornata
Rossella
Devo ammetterlo, questo è il più bell’articolo che ho letto sul tuo blog, fantastico.
Ti ringrazio Giuseppe ;-)
Andrea! =)Ne avrei di cose da raccontarti, di tanti piccoli passi FATTI (e non PENSATI) da quando seguo il tuo blog, ma ti risparmio un poema omerico e condenso tutto in un GRAZIE!!! =)
Cara Laura,
grazie davvero per questa tua testimonianza.
Andrea.
Ciao, come sempre – bellissimo articolo!
P. S.
Ma “ogni qual volta” non si scrive tutto insieme?
Mannaggia la pupazza! Hai perfettamente ragione ho corretto! ;-)
GRAZIE ANDREA.
Grazie a te ;-)
Sai che sto mettendo in pratica i tuoi consigli? In particolare sostituendo i “devo” con “scelgo”. Funziona, caspita!
Grazie Andrea :)
Per quanto mi riguarda funziona non solo a livello linguistico, diciamo che mi aiuta a capire anche cosa voglio fare davvero e cosa invece è doverizzazione auto-imposta (mazza come parlo fino!).
Andrea.
E anche di questo splendido articolo cosa dirti..grazie!!Puó sembrare banale questa parola lo so,e soprattutto non basta a descrivere l’impatto che questi articoli hanno mettendoli in pratica nella propria vita, ma da quando sono finita qui per caso qualche mese fa non riesco a fare a meno di provarci almeno a crescere e migliorarmi,e di ripetermi che sí..CE LA POSSO FARE!! sono efficacementedipendente :) ok lo ammetto..qualche volta la procrastinazione -complice il mio letto meravigliosamente anatomico- ha la meglio insieme alla demotivazione. Ma almeno adesso grazie ai tuoi consigli ho le ‘armi’ per vincere queste battaglie con me stessa. Quindi ti rinnovo un mio sentito GRAZIE!
Cara Rosy, ti assicuro che un grazie non è mai banale e sempre apprezzato :-)
Mi fa piacere che i miei articoli ti abbiano ispirato per trovare quelle armi necessarie per affrontare il cambiamento.
A presto,
Andrea.
Articolo interessantissimo dopo una settimana di frustrazione e depressione, grazie Andre i tuoi articoli/consigli riescono sempre a infondermi la carica giusta per riprovarci. pian piano riuscirò anche io a raggiungere i miei obiettivi ;)!!
Ottimo, sono felice di aver fatto centro con questo articolo Jo.
Andrea.
Fantastico!! Come sempre!! Ero giusto un po’ demotivata:) Che tempismo!
Non mi crede nessuno: io lo dico sempre che “c’ho i poteri” ;-)
ciao Andrea, volevo ringraziarti tantissimo per aver ideato e pubblicato questo post: è stato il giusto mix tra carica di energia positiva e “tirata d’orecchie” che mi serviva in un momento cruciale. Mi sono ritrovata a dover scrivere gran parte della mia tesi di laurea a pochi giorni dalla consegna (il materiale c’era ma era molto in disordine), e grazie a questo post sono riuscita a voler farcela davvero. Sul pc ho appiccicato un post-it con su scritto: voglio, decido, scelgo. Così ogni volta che cedevo alla tentazione di “caxxxeggiare” invece di far la tesi mi ricordavo che in quel momento stavo facendo una scelta, e sbagliata. Ora mi ritrovo con la maggior parte della tesi scritta e sistemata, sembra un sogno, ma ci sono quasi. Ieri ho aggiunto al post-it la frase “con i voglio si sono fatti miracoli”. GRAZIE GRAZIE GRAZIE! Buona domenica! Giulia
Ne sono molto felice Giulia,
in bocca al lupo per la tua discussione.
Andrea.
Crepi! Ti farò sapere come andrà! Grazie ancora!
“uno di quelli che non riesce a dire mai di no ai suoi amici, ai suoi genitori, al suo partner, alle sue debolezze”. E dire che avevo fatto di “just say yes” dei The Cure il mio cavallo di battaglia…
Vorrei scrivere alle aspiranti traduttrici.
Mi ha fatto un certo effetto leggere che fare il traduttore è il vostro sogno nel cassetto. Non ho l’opinione così positiva che avete voi di questa professione, probabilmente perché ho esperienza nel campo alle spalle.
I traduttori guadagnano poco e il loro lavoro non è per nulla leggero, ti ritrovi ad avere un reddito annuale da impiegato facendo il doppio della fatica, non è una gran scelta. Capisco che sia un mondo affascinante da fuori, la pensavo anch’io così a 19 anni, poi ho provato il mondo reale (dei traduttori e degli interpreti), molto diverso da come appare. Per fare il traduttore e l’interprete ci vuole una conoscenza linguistica notevole, io ad esempio ho conseguito la laurea come traduttrice e interprete, un allenamento bello tosto per conseguire una professionalità realmente spendibile. A volte è utile avere una laurea in un altro settore (scientifico o economico) e conoscere molto bene le lingue, a quel punto si può diventare traduttori veramente specializzati, sono e saranno i più richiesti.
Vi faccio il mio in bocca al lupo per la realizzazione dei vostri sogni, però mi raccomando “esplorate” bene la realtà e cercate di rendervi conto che cosa sia realmente fare il traduttore e l’interprete tutti i giorni, non basatevi solo sul vostro “ideale”. Sono professioni che emanano fascino dall’esterno, le lingue, i viaggi, sono quasi irresistibili visti da fuori, viverle poi nella realtà è un altro paio di maniche.
Ciao Andrea! Il tuo articolo mi balza agli occhi nel momento giusto. Dopodomani ho un esame e nei 5 minuti di pausa dallo studio ero andata su F…..k (meglio non dirlo, la procrastinazione stava per prendere il sopravvento, shhh!): ero non poco demotivata e stanca ma il tuo articolo mi ha riportato all’ordine, mi ha fatto capire “per chi” e “per cosa” sto letteralmente “faticando” in questi giorni! A volte è facile perdere di vista un obiettivo importante e mandare tutto all’aria solo per “paura di” e simili… Grazie grazie grazie!
“decisioni che puoi (e devi) prendere ogni giorno: Decidere di allontanarti o avvicinarti ai tuoi obiettivi”
.
Questa consapevolezza è veramente devastante, e mi sta cambiando la vita.
Ogni giorno posso scegliere di perdere tempo in attività che non mi porteranno a nulla oppure posso dedicare il mio tempo ad avvicinarmi ai miei obiettivi.
Ciao Andrea,
Nel tuo articolo che mi è piaciuto e mi riconosco in tante cose tu spieghi come motivarsi, quali pensieri adottare per non sprecare energie, e di focalizzare i pensieri su quello che vorresti fare.
Fin qui tutto ok, ma nel mio caso non trovo un interesse dove focalizzare le mie energie. Voglio Decido Scelgo, ma se non riesco a vedere cosa voglio le mie decisioni e le mie scelte risultano inefficienti . Come posso migliorare/risolvere il problema? Psicoterapeuta ?
Grazie
non e’ banale capire cosa si vuole (a volte pensiamo di saperlo ma ci sbagliamo)
dovrebbe esserci almeno un articolo in merito.
forse il modo migliore per capire cio’ che vuole e’ pensare a cio’ che si AMA FARE, e quindi legare un’attivita’ che si ama ad un obiettivo
per esempio se una persona ama scrivere storie potrebbe porsi come obiettivo scrivere e pubblicare un racconto, se ad una persona piace uno sport potrebbe porsi come obiettivo diventare un atleta professionista in quello sport
Sono stato sempre molto chiaro su quanto sia importate rivolgersi ad un professionista nel momento in cui si sta affrontando una vera e propria sofferenza mentale (ansia, depressione, attacchi di panico, etc.). A mio avviso però, mi sembra eccessivo intraprendere un percorso di psicoterapia solo perché non si è ancora capito cosa si vuole davvero nella vita. La soluzione non è sempre là fuori, non esiste la pilloletta per tutto, o lo specialista che magicamente risolve i nostri problemi.
La soluzione è quasi sempre dentro di noi. Se non sai ancora cosa ami fare… cavolo, inizia a provare qualsiasi cosa ti ispiri: sperimenta, agisci e cerca finché non avrai trovato quel qualcosa che ti fa battere il cuore di passione.
Andrea.
Grazie Andrea.
Grazie Sabner.
Ottimo articolo e come sempre molto interessante. E’ come fare un “pieno di energia”. Cambiare la prospettiva per visualizzare il tutto in maniera diversa, della serie: “nulla accade per caso”.
Bello davvero questo articolo
Mi fa piacere ti sia piaciuto Paolo :-)
I tuoi post sono sempre un aiuto, uno stimolo e uno spunto di riflessione.
Sto attraversando a livello di rapporti un brutto momento..persone che credevo amiche nn lo sono state nei fatti..si lo so succede a tutti e non mi devo lagnare..per la paura di rimanere sola, ho accettato la loro concezione di “amicizia” fino a quando non ce l’ho fatta piu..non condividere, non parlarsi, non vedersi nonostante si abiti a qualche km, non chiedere e informarsi..per me (per me) non sono sintomo di amicizia.. ma da soli la vita è piu triste..
buon natale :)
Grazie Andrea,
ho riletto questo articolo stamattina. Ero un po giù, in questi giorni mi sono lasciato troppo influenzare da agenti esterni, tant’è che non ho avuto la motivazione giusta per sfruttare il mio tempo. Ora mi sento davvero carico e motivato!
A presto,
Davide
Mi fa piacere Davide,
inciampare fa parte del percorso: conta solo quante volte ci rialziamo.
Andrea.
Ciao Andrea, ti seguo da un pò….e mi trovo sempre più d’accordo con quello che dici e sempre più in attesa di leggere ogni tuo nuovo post!
Grazie davvero!
Grazie Emanuela :-)
A presto,
Andrea.
prima mi sentivo in colpa quando la usavo ( per davvero) ma adesso “voglio” è diventata una delle mie parole preferite, mi alleno ad usarla anche solo per dire cosa mangio la sera. :)
Era da un po’ che mi imponevo di dire piu’ NO nella mia vita e questo mi scatenava un sacco di sensi di colpa….
Grazie per il tuo articolo, d’ora in poi dirò NO con piu’ serenità :)
Ciao Andrea, volevo ringraziarti con tutto il cuore per avermi sempre. Dato una soluzione. Per tutti i miei problemi e insicurezze. Che ancora devo eliminare, la mia autostima piano piano sta salendo e io ogni giorno divento una donna sicura di sé…grazie!!
:-) Grazie a te del commento Rina.
Non potevi essere più chiaro e diretto, Andrea. Complimenti davvero per questo tuo articolo; calza a pennello, credo, un po’ a tutti. Avanti tutta sempre!
Pier
mi sa che ho l’autostima di un bradipo nano
Hai proprio ragione… DEVO eliminare i troppi DEVO che mi impongo e che la vita mi impone… Anzi, SCELGO di eliminare i troppi devo…
Incredibile come colpisci nel segno. Bell’artolicolo, ne avevo bisogno!
Grazie Vincenzo ;-)
Caro Andrea,
il decidere di dire di no spesso risulta molto faticoso, specie per chi ha magari una bassa autostima e/o teme di essere giudicato male dagli altri o perdere il rapporto con questi altri (persone considerate più o meno importanti nella propria vita).
Spesso questi “altri” si prendono anche la libertà di “fare il terzo grado” e comunque indagare sulle ragioni per cui si è rifiutata una loro richiesta e questo può diventare opprimente e stressante certe volte.
Una possibile soluzione è dire semplicemente “NO” senza aggiungere altro, senza dare seguito a interrogatori emotivamente destabilizzanti, senza dare spiegazioni, lasciando andare ciò che non é importante per il nostro equilibrio interiore. È certo che non dobbiamo dare conto a nessuno della nostra vita se non a noi stessi. Il semplice no è più che sufficiente.
D’altronde, mica moriranno per un no.
O no?
Caro Andrea,
sempre molto interessante ciò che ci invii, ma manca secondo me questo aspetto, e mi riferisco al momento, ormai troppo lungo, della mia vita. Tu parli di come raggiungere ciò che si vuole, ma io non so cosa voglio. Non sono più tanto giovane, ho già fatto tante cose, bene male indotte non indotte, ora non è importante, ma, dopo un periodo anni fa molto drammatico per varie circostanze tutte insieme, tutto è saltato, e da quella volta non riesco più ad avere una meta, un obiettivo, ho iniziato tante cose, poi puff, ne immagino e penso tante altre, ma non riesco più ad avere una certezza su ciò che voglio fare, e tantomeno ovviamente le decisione per farla. Intendo: il mio punto è non tanto dedicarmi a qualcosa che sono sicura di voler fare, non sapere più assolutamente cosa fare, cosa voglio, cosa mi piace. Ogni cosa dopo un pò svanisce e decade. Che mi dici? Grazie, Eletta
per me’ un compito enorme, sono stata ed impostata come un robot x 50 anni il meglio x me era importante fare ottima impressione me’ valso piu’ cio’ che mostro a quel che sono veramente io sono una persona da presentare
Se la motivazione è il motivo che ci spinge all’azione, il “perché”, un bisogno profondo e viscerale da soddisfare, come può oscillare così facilmente? È questo che non comprendo. Se una persona ha un bisogno, ma, giorno dopo giorno, molla e non sente più la necessità di soddisfarlo, significa che forse non è un bisogno così importante, o che non lo è più. E quindi non è piuttosto questa la questione da considerare? Se al primo problema o ostacolo una persona si ferma: o pensava ingenuamente di poter avere tutto subito (e comunque quando se ne accorge rivede le proprie aspettative e il problema non si pone più), oppure forse il punto è che il “perché” non è così forte ed è destinato a scemare.
Ecco tutto questo discorso per dire che a me il fatto che uno debba fare i salti mortali per volere ciò che vuole non mi convince proprio. Mi piacerebbe capire.
Grazie Andrea,
Per quanto mi riguarda vorrei aggiungere:
“Five Whys” sempre! Sia per la motivazione, sia in caso di de-motivazione
Un saluto
AP