Molti desiderano avere successo, ma pochi sono disposti a raggiungere l’eccellenza per ottenerlo.
“Chi vuole cogliere il frutto deve salire sull’albero.”
Thomas Fuller.
Ci hai fatto caso? Viviamo nell’epoca del “pulsante”. Vogliamo tutto e subito. Se qualcosa richiede di premere più di un “pulsante” per essere ottenuta, ci ritroviamo frustrati e demotivati.
Il paradosso poi è che, abbagliati dalle eccezioni che i media ci hanno insegnato a considerare come la regola, preferiamo sprecare tempo ed energie inseguendo improbabili scorciatoie, piuttosto che accettare una semplice verità: la nostra realizzazione personale è il frutto di una ricerca quotidiana (e a volte faticosa) dell’eccellenza.
Insomma, più cercano di ingannarti, lasciandoti credere che il successo sia il frutto di quel singolo incontro con la persona giusta, di quella singola idea avuta in un dormitorio universitario, di quel singolo colpo di fortuna, più devi convincerti che in realtà si tratta di un processo, un processo di crescita ed apprendimento che richiede tempo e che ha delle fasi ben definite.
Nello specifico, questo percorso per raggiungere l’eccellenza prevede 3 fasi: Shu-Ha-Ri.
ShuHaRi: i 3 stadi per raggiungere l’eccellenza
“Ci sono molti sentieri che portano in cima al monte Fuji, ma esiste un un’unica vetta.”
Morihei Ueshiba (ideatore dell’Aikido).
Lo ShuHaRi è un concetto molto noto tra i praticanti di arti marziali, in particolar modo tra gli allievi di Aikido, e indica quelli che sono i 3 stadi dell’eccellenza.
Approfondendo questi 3 stadi ti renderai conto di come determinati principi non si applichino solo a chi lotta sopra un tatami, ma a chiunque scelga di dedicare la propria vita alla ricerca dell’eccellenza.
Qualsiasi sia infatti il settore in cui vuoi distinguerti, per farlo dovrai attraversare queste 3 fasi:
Shu (守): segui la regola
Te lo ricordi il film “Karate Kid”?
No, non quella cagata che hanno rifatto recentemente: intendo il film originale del 1984.
Una delle scene più famose in assoluto è sicuramente quella del “metti la cera, togli la cera”. Immediatamente prima di quella scena, il maestro Miyagi stringe un patto solenne col giovane Daniel-san:
“Noi dobbiamo fare patto solenne. Io prometto di insegnarti Karate, e questa è la mia parte. Tu prometti di imparare: io dico, tu fai. Nessuna domanda. Questa è la tua parte.”
Mr. Miyagi (Karate Kid).
Forse utilizzare un blockbuster degli anni ’80 per spiegarti un concetto della cultura giapponese non è propriamente ortodosso, ma questa frase del maestro Miyagi racchiude l’essenza dello stato Shu (segui la regola).
Quando sei un neofita nel tuo campo (e se pensi di non esserlo, molto probabilmente lo sei), l’errore più grave che puoi commettere è quello di perdere tempo a reinventare la ruota o, peggio ancora, a collezionare corsi di formazione come fossero figurine dell’album Panini.
In questo stadio iniziale, il tuo principale scopo deve essere quello di individuare il tuo maestro e applicarne alla lettera gli insegnamenti, senza farti troppe pippe teoriche, ma soprattutto smettendola di fare di testa tua.
Metti la cera, togli la cera. Punto.
Lo so, il nostro ego è una brutta bestia e ogni volta che dobbiamo impegnarci senza avere la certezza matematica che i nostri sforzi saranno ripagati, tendiamo ad evitarlo.
Io lo vedo ogni giorno con gli universitari che decidono di provare le tecniche che spiego in “Studia meno, Studia meglio (Sm2)“:
- La maggior parte (fortunatamente), applica le strategie alla lettera, anche se inizialmente non ne comprende bene il significato o teme che gli facciano perdere addirittura più tempo. E i risultati non tardano ad arrivare…
- Una minoranza invece (io li chiamo i “cocciuti“), legge sommariamente il manuale, ma alla fine continua a studiare come ha sempre studiato (male), ottenendo i risultati che ha sempre ottenuto (scarsi).
Lo ripeto. Che tu sia uno studente universitario o meno, devi stamparti a fuoco nella mente che il primo passo per raggiungere l’eccellenza, lo Shu (守), richiede un’applicazione puntuale di quelle che sono le tecniche fondamentali, così come ti sono insegnate. Niente di più, niente di meno.
Solo quando avrai accumulato sufficiente pratica potrai passare allo stadio successivo…
Ha (破): vìola la regola
Vincent Van Gogh è considerato unanimemente come uno degli artisti più innovativi della propria epoca. Insomma un pittore che con le sue pennellate energiche, violò più e più volte quelle che erano le regole della pittura del XIX secolo.
Come dimostra però una delle lettere che il pittore inviò al fratello Theo nel 1880, il giovane Van Gogh si esercitò a lungo seguendo pedissequamente le istruzioni di un famoso corso di pittura dell’epoca, il Cours de Dessin di Charles Bargue.
Quello che è considerato uno dei massimi geni artistici degli ultimi secoli, per anni si limitò a ricopiare i bozzetti di un corso di disegno per corrispondenza.
Solo dopo aver gettato delle fondamenta abbastanza solide, Van Gogh iniziò a sperimentare nuove modalità di pittura, violando le regole e raggiungendo il secondo stadio dell’eccellenza: lo Ha (破).
“Dovete imparare le regole del gioco. E poi giocare meglio di chiunque altro.”
Una volta che avrai dunque raggiunto la piena padronanza dei fondamentali, potrai permetterti di deviare dai canoni tradizionali, integrando le tue conoscenze con gli insegnamenti di nuovi maestri.
Lo stadio Ha è la fase “espansiva” dell’eccellenza, quella in cui dovrai viaggiare in lungo e in largo alla continua ricerca dello stato dell’arte del tuo ambito professionale, quella in cui dovrai formarti senza sosta e perché no, iniziare a leggere 52 libri all’anno.
Molti professionisti dedicano la loro intera carriera al raggiungimento di questo secondo stadio, ma in pochi sono in grado di trascenderlo, avanzando verso lo stadio successivo dell’eccellenza…
Ri (離): sii la regola
A dispetto di quanto comunemente risaputo, Galileo Galilei non fu l’inventore del telescopio. I primi rudimentali telescopi furono infatti ideati da degli ottici olandesi, a partire dal 1607. Inoltre le proprietà delle lenti erano già note da tempo.
L’astronomo italiano fu però il primo a perfezionare il telescopio, ma soprattutto ad utilizzarlo in ambito astronomico per dimostrare empiricamente la correttezza della teoria eliocentrica di Niccolò Copernico.
Insomma, Galileo aveva una profonda conoscenza dei fondamentali fisico-matematici (Shu 守) e da anni studiava le più avanzate teorie e tecnologie dei suoi tempi (Ha 破). Questo gli permise di accedere al terzo stadio dell’eccellenza: il Ri (離).
Il fisico pisano trascese ogni regola e divenne egli stesso la regola.
Nello stato Ri l’allievo non è più vincolato a rigide tecniche; queste sono ormai parte del suo subconscio e la loro applicazione è naturale ed istintiva. Questa profonda assimilazione della teoria, consente inoltre allo studente di esplorare liberamente nuove frontiere e di contribuire in prima persona all’avanzamento del proprio settore.
‘mazza Andre quante ne sai! Oggi hai fatto un pippone teorico coi controgatti! Ma stringi stringi, che devo fare nella pratica se voglio raggiungere l’eccellenza nel mio settore?
Conclusioni: consigli pratici per raggiungere l’eccellenza
Se vuoi davvero percorrere la via dello ShuHaRi, raggiungere l’eccellenza e diventare il migliore nel tuo campo, ci sono 3 elementi su cui devi concentrarti ogni giorno:
- Focus. La via dell’eccellenza non è per tutti. C’è chi è troppo preso dalle minchiate per perseguirla e c’è chi è per natura un multipotenziale. Se però ti è chiara la tua vocazione e aspiri a diventare il riferimento nel tuo settore, non puoi permetterti di sprecare le tue energie mentali in mille rivoli. Devi insomma seguire quello che è il segreto del fabbro di spade.
- Attenzione. Eliminare il superfluo e concentrarsi sulla nostra vocazione può non essere sufficiente. Viviamo in un mondo iper-distratto ed ogni giorno aziende multi-miliardarie impegnano i propri collaboratori più brillanti nell’ideazione di nuovi strumenti in grado di risucchiare la nostra attenzione (Facebook, Instagram, Snapchat: you name it). La ricerca dell’eccellenza non tollera una mente distratta. Se in questo momento la concentrazione è un tuo punto debole, in questo articolo parlo della tecnica usata da un autore per scrivere un intero libro (bestseller) in appena 36 ore.
- Pratica deliberata. Se sarai in grado di focalizzarti sui tuoi obiettivi prioritari e se ti sbarazzerai delle inutili distrazioni, l’ultimo elemento di cui avrai bisogno per intraprendere sul serio la via dell’eccellenza è la pratica deliberata. Esercitarti svogliatamente o rimanendo sempre all’interno della tua zona di comfort, è inutile. L’unico vero modo che hai per progredire è quello di sfidare i tuoi limiti ogni volta che se ne presenta l’occasione. Se non conosci il concetto di pratica deliberata, l’ho approfondito in questo post.
Bene, questo articolo di EfficaceMente termina qui. Mi auguro ti abbia ispirato, ma soprattutto mi auguro che questa settimana ti sproni a perseguire la via dell’eccellenza.
Ti voglio salutare con questa frase del matematico russo Pavel Florenskij. Buona settimana. Andrea.
“Abituatevi, educate voi stessi a fare tutto ciò che fate con cura e precisione; che il vostro agire non abbia niente di impreciso o grossolano. Ricordatevi che nell’approssimazione si può perdere tutta la vita, mentre al contrario, nel compiere con precisione e al ritmo giusto anche le cose di secondaria importanza, si possono scoprire molti aspetti che in seguito potranno essere per voi fonte profondissima di un nuovo atto creativo.”
Pavel Florenskij.
Foto tratte da Google Immagini.
Un articolo che capita a fagiolo in un mio personale momento. Ficcante e dritto al punto come sempre. Buona Settimana Andrea
Ciao Giuseppe, mi fa davvero piacere ti sia piaciuto.
Buona settimana a te.
Il lunedì sono i migliori articoli che ti possano capitare.
Grande Ferruccio. Grazie!
Azzzz… Ero in un “momento depresso” appena sveglia. Stavo per fare una grande cavolata, cioè decidere di non studiare, prendere la vaschetta del gelato e… Fare nulla per il resto della giornata. Questo articolo ha contribuito a farmi capire che perdere tempo e poi scassare le palle al mondo perché ho perso tempo non ha un granché senso. Grazie e… Seguirò la regola a cominciare proprio da oggi!!!
Ottimo Camilla: mi auguro sempre che i miei articoli abbiano questo effetto su chi li legge ;-)
Articolo veramente interessante! Eccellenza è cercare costantemente il meglio. Non bisogna confonderla con il perfezionismo.
Ho avuto modo più volte di parlare di perfezionismo e dei suoi rischi!
Stai migliorando sempre più.
È vero. L’eccellenza è proprio il comune denominatore delle persone di successo.
Grazie per questo articolo, Andrea.
Alla prossima :)
Ti ringrazio Marco.
Ottimo articolo, forse l’unica persona a cui potrebbe non piacere è Will Smith ;)
Ahahah… ops… :-D
Grazie Andrea, illuminante come sempre! Ti seguo ormai da circa un anno, e i tuoi post riescono sempre a cogliere gli aspetti “nascosti” di noi stessi, che una volta spiegati, si rivelano semplici e veri. Proprio in questo senso illuminante: fare luce su qualcosa che è sempre stato lì. Grazie, continua così (ora vado a mettere un pò di cera… :)
Grazie a te del commento Diego. Molto gradito.
Io aggiungo:”se tu impari Karate va bene,se non impari Karate va bene,se tu impari Karate speriamo,prima o poi ti schiacciano come uova”.
Ottimo articolo,certi articoli arrivano sempre in certi momenti della vita.
P.s. Seguite il maestro ANdrea Miyagi
Ahaha, grande San!
Arigato,sensei.
Ciao Andrea. Grande Articolo, Grazie.
secondo me è fondmentale sottolineare come in realtà la fase di Shu possa essere una trappola…
se non hai tigna e determinazione, rischi di stare tutta la vita a mettere e togliere la cera, sognando il grande torneo, ma non avendo il coraggio di uscire dalla trappola del topo (non è questa una scusa per cercare scorciatoie eh).
in questo senso la lotta alla procrastinazione è fondamentale.
Ancora GRAZIE MILLE
Ti ringrazio Fabio.
Sì, uno degli obiettivi di questo post è far capire che non solo esistono questi 3 stadi, ma che il processo di miglioramento è sempre in divenire e che non ci si può “sedere”.
A presto.
Andrea ti adoro!!!
Grazie!!
;-)
Bellissimo. Era da un po’ che non producevi articoli di così elevato spessore, sono soddisfatta e ora non mi resta che perseguire ;)
Grazie :)
Semplicemente grazie perché erano le parole di cui avevo bisogno!
Questo articolo, post, contenuto o come ti pare è davvero bello. Resti sempre un riferimento di livello e non le solite pippe volanti generalista che si leggono ogni tanto.
Mi hai chiarito un po’ di cose e, anche se il mio problema più grande è la costanza o la perseveranza, capisco che agire per passi è determinante.
Se qualcuno ha suggerimenti sulla costanza, bene accetti. Per il resto, Andrea, ti assegno un bel ‘kudos’ per il tuo lavoro.
Davide
Ciao Davide,
se hai difficoltà ad applicarti costantemente e con perseveranza, è probabile che tu ceda un po’ troppo facilmente alla pigrizia. Se è davvero così ti potrei dare qualche consiglio :)
Ciao Alessandro. Magari!!!
Davide, anche io molti anni fa ero un “pigrone” e so che non è facile cambiare di punto in bianco.
Ma inizia pensando a questo: stai seguendo EfficaceMente, e questo vuol dire che sei intenzionato a migliorare la tua vita. Essere pigro invece è come avere il freno a mano tirato.
Prendi una decisione: vuoi andare avanti o restare indietro? Se scegli di andare avanti ti devi applicare non solo trovando nuovi spunti di miglioramento, ma anche correggendo i tuoi errori. Non ha senso fare una delle due cose e basta, sarebbe come andare a correre la mattina ma subito dopo fumarsi una sigaretta.
Io ho già deciso da tempo di andare avanti, e alla pigrizia ho detto “no, grazie”. Tu che decidi?
Grande post Andrea! Veramente bello e pieno di contenuto! Grazie!
Ciao Andrea. Post davvero interessante e pieno di spunti notevoli! Uno dei tuoi migliori articoli di sempre. Continua su questo livello!
Grazie Alessandro ;)
Ciao Andrea, complimenti per questo tuo articolo! Ti leggo spesso anche se commento poco..(molte cose le leggo dallo smartphone ed ho le dita troppo grandi per scrivere una parola intera senza errori grammaticali..!).
Complimenti anche per la qualità dei contenuti :-) Buona serata!
Grazie Riccardo. Al prossimo articolo.
Davvero interessante, Andrea!
Quando mi capita di iniziare un progetto del quale non so nulla, in genere applico i primi due punti (Shu e Ha). Il Ri purtroppo non lo raggiungo sempre :)
Andrea questo è l’articolo che più di tutti sono riuscito a mettere in pratica , grazie.
Ne sono molto felice Daniele, alla fine serve a poco che io scriva se poi non riuscite a metterle in pratica certe strategie :)
Ciao Andrea,
come faccio a ricevere gratis la seconda edizione di Sm2? Io avevo acquistato la prima… Comunque grazie ai tuoi consigli in una settimana ho dato due esami! Cosa che non riuscivo a raggiungere come obiettivo!!! Grazie davvero!
Uno degli articoli più belli e interessanti che abbia mai letto. C’é qualche testo per approfondire?
Grazie per aver scelto di condividere questi studi,letture e tue riflessioni pubblicamente. Io ero molto ignorante e mi perdevo in un attimo,ero sempre confusa e andavo a “tentoni”, la ricerca del miglioramento personale c’era ,vissuto più a livello emotivo che obiettivo. Ora che ogni giorno mi avvicino ai tuoi contenuti,posso dire che sei molto importante.Andrea, stai facendo un ottimo lavoro,perché aiuti le persone con queste tue esperienze/ conoscenze a vivere in modo funzionale alla loro realizzazione personale.Smack!
Ciao! Bell’articolo, ma l’ultima citazione non è un principio del perfezionismo? Non è dannoso?
Ciao Vincenzo, capisco il dubbio, ma il perfezionismo dannoso è quello che ci porta a rimandare continuamente un progetto, perché lo consideriamo sempre incompleto o ci porta ad essere troppo critici. Qui viene consigliato invece un atteggiamento mentale a mio avviso molto costruttivo.
Leggere questo articolo ed avere la certezza di aver investito ancora in “365”, mi da la consapevolezza di essermi messo sulla strada giusta!
Grazie Andrea!
Piacere di averti nuovamente a bordo!