Spesso relazionarsi con gli altri è una vera e propria sfida. Esistono tuttavia 4 princìpi chiave a cui possiamo ispirarci per migliorare le nostre relazioni interpersonali.
“Nessun uomo è un’isola, completo in sé stesso; ogni uomo è un pezzo del continente, una parte del tutto.”
J. Donne.
Chi si avvicina alla crescita personale è spesso tacciato di individualismo. Formule del successo, obiettivi, tecniche del pomodoro: queste strategie sembrano ruotare attorno all’individuo, lasciando poco spazio alla cura delle relazioni.
La verità è che se non impariamo dapprima a star bene con noi stessi, difficilmente saremo in grado di star bene con gli altri. Un buon percorso di sviluppo personale non può dunque prescindere da una fase, più o meno prolungata, in cui dovremo investire considerevolmente sulla formazione del nostro carattere, delle nostre competenze, della nostra autostima. Questo è il messaggio chiave che cerco di trasmettere nei miei post sul tema e all’interno di APP – Autostima Passo Passo.
Tuttavia, come sosteneva, già nel 1600, il poeta inglese John Donne, “nessun uomo è un’isola“: essere capaci di relazionarsi con gli altri in maniera efficace è un tassello fondamentale per avere una vita piena e gratificante.
In questo articolo non intendo proporti stratagemmi o tecniche artificiose per piacere agli altri, sedurre uomini e donne o conquistare dei clienti: lasciamo queste minchiate alla fragranza di PNL ai vari Para-guru & Co. Oggi vorrei condividere con te 4 princìpi per imparare a star bene con gli altri e creare relazioni di valore che arricchiscano la tua vita. ‘Namo ;-)
4 princìpi per relazionarsi con gli altri EfficaceMente
Qualche settimana fa una lettrice mi ha inviato un estratto di un libro che mi ha colpito particolarmente. Premetto di non essere un grande fan dell’autore (anzi…), eppure quanto ho letto rispecchia appieno la mia idea di come ci si dovrebbe rapportare con gli altri: con il proprio partner, con i propri amici, con i propri colleghi. Ho approfittato dunque di questa lettura per un articolo sul tema “relazioni” qui su EfficaceMente.
Il libro in questione è “Quell’oscuro intervallo è l’amore” di Osho. Ecco l’estratto:
“Se non hai incontrato l’amore hai mancato il punto. Sei nato, hai vissuto, sei morto, ma hai mancato il punto. E’ un fallimento assoluto. Non hai colto l’intervallo tra le due note. La via verso quell’esperienza consiste di quattro passi: ricordali. Il primo passo è: sii qui e ora. Perché l’amore è possibile solo nel qui e ora. Il passato e il futuro sono solo modi di evitare l’amore. Il secondo passo è: impara a trasformare i tuoi veleni in miele. Perché parecchi amano ma il loro amore è contaminato da veleni: odio, gelosia, ira, possessività. Terzo: condividi. Quando una cosa è negativa tienila per te, quando è positiva condividila. Di solito la gente fa il contrario. Quarto: sii nulla. Quando sei pieno di ego l’amore scompare. Così facendo vivrai nel modo giusto, ovvero vivrai nel mondo ma non permetterai al mondo di vivere in te.”
Osho.
Il santone indiano è quanto di più lontano si possa immaginare dalla mia idea di crescita personale, ma a volte è necessario superare i propri pregiudizi e concentrarsi sui contenuti. Per ognuno dei 4 passi proposti da Osho trovi qui di seguito una mia breve riflessione ed alcuni spunti pratici per integrare questi princìpi nella tua vita quotidiana. Iniziamo dal primo passo…
1. Sii qui e ora
La quiedora è ormai da qualche anno uno dei cavalli di battaglia di EfficaceMente. Ti ho spesso parlato dell’importanza di vivere il momento presente e l’ho fatto in relazione a temi come la felicità, la produttività personale e la procrastinazione. Essere nel qui e ora è però un elemento chiave anche per creare relazioni ricche e soddisfacenti.
Osho fa velatamente riferimento alle ferite del passato e alle ansie per il futuro che potrebbero rovinare una relazione. Al contrario, questo primo principio dell’estratto, a me ha fatto subito pensare a quanto distrattamente viviamo le relazioni con gli altri. Forse queste scene ti sono familiari:
- Sei fuori con i tuoi amici e ti ritrovi spesso a controllare gli aggiornamenti dei tuoi contatti “virtuali” su Facebook.
- Sei a cena con la tua fidanzata (o tua moglie) e continui a controllare le email di lavoro.
- Sei ad un ritrovo sociale ed invece di approfittarne per ampliare le tue amicizie e le tue conoscenze, ti rifugi costantemente nel tuo smartphone.
Ho “calzato” volutamente l’esempio del telefonino perché quelle descritte sono scene che abbiamo sotto gli occhi tutti giorni o di cui siamo addirittura protagonisti. Il punto è che… le relazioni si nutrono della nostra attenzione. Questo vale per i rapporti di coppia, per le amicizie e per le relazioni lavorative: se non siamo presenti, se non doniamo agli altri il nostro sincero interesse, non faremo altro che lasciare inaridire questi rapporti.
Per imprimere nella tua mente questo primo passo, mi piacerebbe che dessi un’occhiata a questo video. L’ho già proposto sulla pagina Facebook di EfficaceMente. Se non l’hai ancora visto, dedicagli un paio di minuti:
Ok, vediamo il secondo passo…
2. Impara a trasformare i tuoi veleni in miele
Ricordi la storia dei 2 lupi? Avevo aperto quell’articolo con questa citazione:
“Parla senza controllare la rabbia e terrai il miglior discorso di cui tu possa pentirti.”
A. Bierce.
Quante relazioni sono state rovinate dalla rabbia, dalla gelosia, dalla possessività? Liberarsi da quelli che Osho definisce dei “veleni” non è semplice. Nessuno di noi è un monaco zen impassibile: ci incazziamo, frigniamo, siamo gelosi. Siamo umani.
Il punto non è essere perfetti ogni volta che ci rapportiamo con gli altri. Il punto è prendere consapevolezza di quando un sano sfogo supera il limite e rischia di rovinare per sempre un rapporto. Sì, questo significa che a volte dovrai fare un passo indietro, ammettere di aver sbagliato, chiedere scusa e dovrai farlo anche se la responsabilità non è tua al 100%. Dovrai farlo per dimostrare all’altra persona che il vostro rapporto vale più di ogni presunta “vittoria” individuale.
3. Condividi
Dei tre passi suggeriti da Osho, questo è quello che ho apprezzato di più in assoluto:
“Quando una cosa è negativa tienila per te, quando è positiva condividila.”
Osho.
Mi ha colpito perché mi ha riportato alle origini, mi ha fatto ricordare quel primo libro di crescita personale che lessi a 18 anni: “Come trattare gli altri e farseli amici” di Dale Carnegie. Titolo che in italiano assume un significato quasi manipolatorio, ma che racchiude delle perle di sviluppo personale e sociale che mantengono intatta la loro validità a distanza di quasi un secolo dalla sua prima pubblicazione.
La regola #1 che suggerisce Carnegie per relazionarsi con gli altri è quella di: non criticare, non condannare, non recriminare.
Siamo convinti che dire sempre la nostra, magari in maniera critica, sia un nostro diritto. Ci raccontiamo la storiella che lo facciamo per aiutare gli altri a migliorare. Tutte minchiate. Criticare serve solo ad appagare il nostro ego a darci una parvenza di superiorità. Ci nascondiamo dietro il politically correct delle critiche “costruttive”, ma la verità è che ci interessa soltanto far prevalere il nostro punto di vista.
Come sostiene lo stesso Carnegie, “la critica è inutile perché pone le persone sulla difensiva e le induce immediatamente a cercare una giustificazione. È inoltre pericolosa perché ferisce l’orgoglio di chi la riceve, la fa sentire impotente e suscita risentimento”. E questo accade sempre, anche se la critica è mossa con le migliori intenzioni.
Criticare è facile. Prova invece a metterti nei panni dell’altra persona: perché si sta comportando in questo modo? Quali sono i suoi trascorsi? Quali le sue ragioni? Se alla fine arrivi alla conclusione che hai a che fare con un emerito cohones, indovina chi è il pirla che ci sta ancora perdendo tempo…
Ps. se invece sei tu nella situazione di ricevere critiche, ti consiglio di provare il metodo LATTE.
4. Sii nulla
André, cioè, fammi capire?! All’inizio dell’articolo mi parli di autostima e poi mi dici che sono una nullità?! Oh! Ti do una testata!
Abbiamo già visto al punto 3 come il nostro ego possa essere di intralcio nel relazionarci efficacemente con gli altri. L’espressione “sii nulla” non significa certo che dobbiamo annullare la nostra personalità o diventare degli “zerbini” nei confronti degli altri. Come descritto in questo articolo, aggressività (palloni gonfiati) e passività (zerbini) non sono altro che due facce della stessa medaglia. Chi è aggressivo cerca l’approvazione degli altri attraverso la prevaricazione, chi è passivo ricerca esattamente la stessa cosa, ma lo fa attraverso la sottomissione.
Relazioni genuine in amore, in amicizia e nel lavoro non possono essere fondate sulla ricerca ossessiva dell’approvazione altrui. Se vuoi vivere a tuo agio nel mondo, non puoi permettere al mondo di dettare i tuoi stati d’animo. Sii nulla, metti da parte il tuo ego ed impara a fregartene del giudizio degli altri (trovi dei consigli pratici a riguardo qui).
Conclusioni
Questa settimana avrai sicuramente occasione per mettere alla prova questi 4 princìpi: magari ti capiterà di farlo mentre ti relazioni con il tuo partner, con un tuo amico o con un collega di lavoro. Poco importa. Quello che vorrei che facessi è ripensare a questo articolo e testarne anche solo una piccola idea. Fammi poi sapere come sarà andata nei commenti ;-)
Buona settimana. Andrea.
Foto tratta da Google Immagini.
Buongiorno Andrea,
grazie per questo articolo, che è la conferma che alcuni atteggiamenti che mi sono trovata a tenere dopo una certa esperienza di vita sono quelli più corretti, chiamiamolo zen se vogliamo. Io penso che nella vita delle persone la sofferenza sia un grande catalizzatore e che si possa reagire fondando la propria persona o destrutturandola. Ma se scegli la prima via, le sorprese sono infinite. Un caro saluto e buon lavoro.
Cara Mara,
grazie per questo tuo primo commento. Mi è piaciuta soprattutto l’ultima parte. Come hai giustamente detto, qualsiasi cosa ci accada nella vita, per quanto spiacevole, spetta poi a noi scegliere come reagire.
Buon lavoro e buona giornata anche a te.
Andrea.
Ciao Andrea!
Articolo molto interessante, mi aveva solo sfiorato questo ragionamento sulle critiche, ma con il tuo articolo ha assunto una forma propria e “che fila” proverò a farne buon uso.
Buona settimana
Ciao Mirko, è difficilissimo mettere in pratica quel terzo principio, ma è stata una delle lezioni che ho appreso attraverso il libro di Carnegie ormai 14 anni fa e che ho trovato più utile.
Alla prossima,
Andrea.
Ciao Andrea, articolo molto utile,soprattutto perché l’anno scorso ho passato un periodo in cui mi sono isolata da tutti e sono sicura che applicando questi 4 principi non succederà quest anno! La “chicca” che hai inviato via mail mi è piaciuta moltissimo, penso proprio che sarà uno dei prossimi libri che leggerò; trovo inoltre che mandarci via mail cose che non troviamo negli articoli ci faccia sentire apprezzati come lettori :) volevo dirti anche che finalmente ho acquistato studia meno, studia meglio e non vedo l’ora di iniziare a mettere in pratica i tuoi consigli! Ho già finito di leggerla, ma ti lascerò un feedback accurato tra un po’ di mesi, dopo che avrò applicato con costanza le varie tecniche ;)
Ciao Giorgia,
sì, ci tengo a dare sempre quel qualcosina in più agli iscritti: sono davvero contento che sia apprezzato.
Grazie anche per l’acquisto di Sm2: un feedback adesso non avrebbe senso, non è un saggio letterario ma un manuale con delle strategie pratiche per essere più efficaci nello studio, fammi assolutamente sapere come andrà tra qualche mese.
A presto,
Andrea.
Buongiorno a tutti,
trovo molto efficace il video.
Ogni rapporto va nutrito in maniera gratuita perché la relazione con l’altro si possa sviluppare. Certo tab e smartphones non aiutano. Non aiuta neppure un certo tipo di televisione che atrofizza i neuroni.
SI tratta secondo me di recuperare la visione reale delle persone e non la proiezione illusoria che abbiamo di noi stessi e di come vogliamo vedere cose, situazioni etc.
Per ciò che mi riguarda, sperimento da circa tre anni questo atteggiamento. Ocorre accettare anche che non tutti sono interessati a te. Ma è un vantaggio più che un frustrazione penso. Per fortuna non siamo tutti uguali!
Ciao Luisa,
concordo sull’importanza di “nutrire” i rapporti e te lo dice uno che in questo non è particolarmente bravo.
Sull’ultimo punto poi, è “matematico” che alla stragrande maggioranza delle persone di te non gliene frega una cippa fritta. Però è nostra responsabilità invertire questa tendenza comune, siamo noi per primi a dover fare il primo passo, ad interessarci sinceramente agli altri.
A presto,
Andrea.
Perché non ti è simpatico Osho? Ho da poco scoperto questo filosofo e vorrei averne un tuo parere. Grazie
La figura del “santone-guru” che impartisce lezioni e gli adepti adoranti che bevono qualsiasi sua parola non è un’immagine che rispecchia il mio percorso di crescita personale.
Da Osho a te c’è indubbiamente una voluta distanza ma l’interpretazione che hai dati ai 4 suggerimenti aiuta a colmarla e a rendere più “occidentali” e anche più pratici i suoi insegnamenti.
COMPLIMENTI e grazie.
Riporto dal tuo post :La regola #1 che suggerisce Carnegie per relazionarsi con gli altri è quella di: non criticare, non condannare, non recriminare.
Siamo convinti che dire sempre la nostra, magari in maniera critica, sia un nostro diritto. Ci raccontiamo la storiella che lo facciamo per aiutare gli altri a migliorare. Tutte minchiate. Criticare serve solo ad appagare il nostro ego a darci una parvenza di superiorità. Ci nascondiamo dietro il politically correct delle critiche “costruttive”, ma la verità è che ci interessa soltanto far prevalere il nostro punto di vista.
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Caro Andrea e se io, sentendomi libera di dire pacatamente, tranquillamente il mio punto di vista su situazioni che vivo, dico la mia per un confronto, per condividere, per mettermi in gioco, per conoscere e farmi conoscere, “vogliosa” di ascoltare l’altro/a per un sano dialogo…? è per il mio ego ? è bassa autostima ? La domanda mi sorge spontanea perchè mi “dedico” agli “altri” con disponibilità.. La persona che ho davanti a volte “dialoga” ma il più delle volte la persona che ho davanti ascolta e divaga… Trovo che al giorno d’oggi il sano confronto non è praticato, ognuno fa i cavoli suoi e persa per se, ai propri problemi che, ne sono certa ci sono… ma non li abbiamo tutti ? Ciao e complimenti per quello che fai …. ti leggo sempre molto volentieri. GRAZIE Luisa
Ciao Luisa, ho detto più di una volta che a mio avviso il termine “confronto” sia sopravvalutato ed usato spesso a sproposito. So che è un’opinione non “politically correct”, ma tant’è. Internet e Facebook sono piene di discussioni, spesso anche violente, che non portano da nessuna parte e servono solo ad esacerbare gli animi. Nel mondo reale credo che il confronto sia ancora possibile, ma per quella che è la mia esperienza, serve davvero maestria nel rendere una discussione costruttiva e di valore.
Mi sento di condividere appieno ciò che affermi, ritengo sia lo stesso dal mio punto di vista. Ascoltare gli altri ritengo sia una cosa positiva, ma si finisce per appagare il loro “ego” ed essere valutati come persone “passive”, quando in realtà quello che si cerca realmente è un percorso di crescita basato sul confronto e sulle diverse esperienze. La verità, a mio avviso, che spesso il confronto è difficile da accettare e ritengo che solo le persone “mature” riescano a rispettare un opinione diversa, anche se non la condividono.
Ciao Andrea,
è da molto che ti seguo in ..silenzio…
Come sempre, ho letto con attenzione meditativa: trovo che l’estratto di Osho che ci hai “regalato” racchiuda i veri punti cardinali dell’essenza di una esistenza terrena.
Mutuando dal settore galenico (che non mi appartiene affatto ;-) ), spesso viviamo e ci danniamo per gli eccipienti, dimenticando che fondamentale è il principio attivo…
Non è facile vivere in un equilibrio sinergico queste quattro verità, ma sono certa che in ciò sta il segreto del benessere di ognuno, povero o ricco, bianco o nero, cristiano o musulmano etc. che sia!
Grazie! Buona giornata
Francesca
Vorrei riportare sinteticamente la mia esperienza in quello che riguarda la comunicazione.
Condivido i principi sopra riportati, alcuni dei quali, nello specifico l`essere presenti ed ascoltare davvero l`altro nonché il non criticare, sono sempre stati le colonne portanti del mio modo di relazionarmi con gli altri.
I risultati? Non proprio quelli che ci si aspetta.
Il mondo sta cambiando e le relazioni interpersonali anche. Ogni qual volta che mi interesso a qualcuno finisce sempre che, dopo aver ascoltato per decine di minuti (in alcuni casi ore!), non appena provo a esprimere un mio parere o a condividere qualcosa, l`altra persona, il cui ego é stato ormai abbondantemente appagato, si limita a ignorare, andarsene o continuare a parlare senza prestare il minimo interesse né attenzione verso ció che io vorrei dire. Facile capire la frustrazione che ne deriva, mentre é difficile non cedere alla vocina `occhio per occhio`.
Per il resto, ottimo articolo come sempre!
Come al solito condivido pienamente ogni parola, ritrovandomi anche io ad assecondare spesso la ferita del passato o il pensiero del futuro: ma stavolta vorrei che questo tuo articolo fosse un motivo in più per resettare alcuni errori fatti, fermo restando che la critica l’ ho subita milioni di volte più che averla mossa……ma vado per la mia strada: è fondamentale sapersi relazionare !!
Ciao Andrea.
Neanche a me piace tanto Osho, ma il tuo articolo è davvero illuminante. soprattutto nella parte che riguarda l’abitudine inveterata a criticare i comportamenti altrui; infatti, la prima cosa che ho pensato è stata: infatti, fanno sempre tutti così! Ecco, appunto, l’ho fatto io per prima. E mi rendo conto di perdere tempo a valutare le scelte, le azioni altrui invece di viverle e prendere ciò che di buono ne può venir fuori. Ma forse, già rendersene conto è un passo avanti.
P.S. Domenica prossima sarò anche io a Bologna, sarà un piacere conoscerti di persona.
Ci vediamo a Bologna Michela ;-)
Dove e quando vi trovate a Bologna?
Domenica 25 gennaio, a Bologna, sarò relatore a questo evento: Incitement.
Grande post, pochi consigli ma che se seguiti posso trasformare la vita di ognuno e migliorare sensibilmente le nostre relazioni. La difficolta’ sta’ nel seguirle con perseveranza
Sì Antonio, il tuo discorso vale un po’ per tutte le strategie di crescita personale. EfficaceMente, con i suoi post settimanali, serve anche da promemoria :-)
Ciao Andrea!
Spro la mail e già dal titolo mi dico “Cade proprio a fagiolo!”, ma all’inizio, devo ammettere, che l’articolo mi ha dato una coltellata perchè mi ha colpito nel vivo, sopratutto le prime righe della citazione di Osho, e volevo evitare di continuare a leggere…Da un estremo all’altro in pochi secondi.
Poi però, saltando al video e rileggendo il tutto con un po’ più di calma, ho inteso il senso ed è davvero un bell’articolo, specialmente la parte delle critiche, che spesso non vediamo mai da entrambi i lati!
Infatti, prima di criticare o dare un giudizio, meglio sempre (ri)vedere bene la questione altrimenti si può prendere un granchio! Ne sono un buon esempio, per come sono partita e per come mi ha fatto reagire in primis l’articolo :P
In ogni modo, mio faccio già una buona parte delle cose da te elencate per un buon rapporto, ma non ho ottenuto i risultati sperati e non riesco nemmeno a capire dove sbaglio :/
Forse non ne sono proprio portata, oppure vedo davvero il mondo in modo diverso dagli altri (spesso mi dicono che ragiono da vecchia pur avendo 25 anni) e non si riesce ad “incastrare” le cose…
Sempre in bilico,
Deborah
Ciao Andrea, sul discorso delle critiche c’è da fare una distinzione per me: quelle costruttive e quelle di pura condanna. Se qualcuno mi fa osservare qualcosa su cui sto sbagliando sono più contenta saperlo che non saperlo. Da un amico mi aspetto questo. Vale anche al contrario: mi accorgo di qualcosa di un amico, faccio finta di niente? Dipende cosa e come si dicono le cose: la critica è anche confronto e fa riflettere.
Ops… questa che ho fatto è una critica?
Anche io ho amato molto il libro di Carnegie (e mi hai fatto venire voglia di rileggerlo!)
I punti che tocchi in questo post sono molto importanti e allo stesso tempo difficili da affinare. Quello che mi ha colpito di più è il primo, il sii qui ed ora, perché mi accorgo di essere carente… Il video è fenomenale e lo terrò come monito ogni volta che non darò la giusta attenzione a chi mi corconda.
Grazie e Buona settimana!
Dillo a me Marina…
sul primo punto ci casco più del dovuto!
A presto,
Andrea.
Complimentoni Andrea!! bellissimo articolo e direi soprattutto azzeccatissimo!! perchè penso che al giorno d’oggi una delle principali cause che ci blocanno un pò di fronte a tutto è proprio il giudizio degli altri e il modo di rapportarsi con loro..
seguirò i tuoi consigli e ti farò sapere!! in quanto il sottoscritto ha proprio bisogno di sapersi relazionare :)
un abbraccio e buona settimana!!
Grazie Federico,
mi fa piacere ti sia piaciuto.
Alla prossima,
Andrea.
Io non sono d’accordo. Libri come ‘come trattare con gli altri e farselu amici’ insegnano un atteggiamento troppo accondiscendente, finto. Supponendo di partire da una personalità equilibrata, bisogna invece essere pronti a sostenere le proprie idee anche quando gli altri possono essere in disaccordo. In modo non aggressivo nè offensivo, certo. Ma in modo chiaro e fermo, questo sì. Qualcuno potrà rimanere urtato, ma la maggior parte delle persone imparerà a rispettarti.
Hai ragione Dino, ti rispetto.
Proprio una settimana fa ho iniziato a leggere il libro ed è anche per me è stato il primo libro di crescita personale. E l’articolo mi è piaciuto molto
Ottimo Vincenzo,
facci avere una tua recensione ;-)
Ciao andrea, non sò se ne hai parlato da qualche parte, ma perchè non ti piace oslo?
p.s. compimenti per l’ironia in “certe” risposte. Stavo morendo ahahahha
No no, Oslo è una città meravigliosa: fosse per me, mi trasferirei in Norvegia domani mattina!
…è Osho, che diciamo non rappresenta un mio riferimento nell’ambito della crescita personale. L’ho spiegato in un altro commento: l’idea del santone-guru cozza con la mia idea di sviluppo personale.
Hahaha, visto che si parlava appunto di ironia :D
Ciao a tutti, ho letto con molto piacere l’articolo e conosco molto bene “Come trattare gli altri e farseli amici”. E’ stato uno dei primi libri di crescita personale che ho letto e ha contribuito a cambiare in modo determinante il mio approccio alle relazioni (assieme ai vari De Mello, Hesse… ;-) ) rendendole piene e soddisfacenti, come sono tuttora. Fortunatamente mi capita di avere delle discussioni “di confronto” dove mi sono state mosse delle critiche costruttive utilissime. Quando questo non capita, perché magari le critiche sono più uno sfogo e io faccio da punching ball, mi limito ad annuire sorridendo (o penso di star sorridendo in realtà la mia è una smorfia inorridita) e lascio perdere. Credo che ragione o torto non esistano, dipende da qual è il punto di partenza, a volte però cercare di prendere sempre il punto di vista degli altri rischia di farti perdere il tuo. E’ un argomento molto interessante!
Caro Andrea, ho già sperimentato l’efficacia di questi principi nella mia vita, conquistando spesso la stima degli altri, e quindi confermo al 100% la loro utilità: saperli applicare, però, non è sempre facile, e bisogna lavorare moooolto su se stessi…
Come già detto ad un altro lettore, Simona: la crescita personale non è mica complicata (in teoria), è la pratica che frega i più. Per questo motivo fin dal 2008 ho cercato di focalizzarmi sugli “esempi pratici”. Di guru ce ne sono già troppi, io preferisco capire cosa funziona, come farlo funzionare al meglio e poi come comunicarlo a chi mi segue ;-)
Ciao Andrea…articolo particolarmente interessante, grazie. La comunicazione è sempre molto difficile, il percorso affinché queste regole diventino parte di noi altrettanto ma non impossibile. Certo è che manca la volontá nella maggior parte della gente a capire, per cui spesso capita che l’assertivitá (xché in una parola parliamo di questo) viene captata come stranezza!!! Per lo meno questa è la mia esperienza … ma non mi arrendo certo. Grazie ancora. Rosita
Ciao, piccolo contributo: per trasformare i veleni in miele mi è stata di grande aiuto la legge dello specchio. Non voglio spammare, in rete si trova facilmente. A presto!
Ok, grazie Gianmaria.
Ciao Andrea, complimenti per l’articolo (e per tutto il sito a dir la verità)!
Io ho 24 anni, ho letto giusto qualche tempo fa il libro di Carnegie da te citato nell’articolo e se c’è una cosa che non tollero è esattamente quella di vedere la persona che ho davanti che continua ad usare il telefono. Più volte ho rimproverato i miei amici per questo atteggiamento, ma nulla cambiava. Ad un certo punto ho deciso di rendere la cosa più divertente, ho creato un gioco. Quando si esce assieme dobbiamo mettere tutti gli smartphone sul tavolo e chiunque lo prenda per scrivere, rispondere, leggere deve pagare penitenza. Le penitenze vengono decise ad ogni incontro e sono sempre molto incisive (cosi la prossima volta ci pensa due volte), come ad esempio “chi tocca il telefono paga da bere a tutti”. Ovviamente sono escluse dalle penitenze le chiamate di mamma, papà o altre persone che possono avere delle urgenze.
Spero che questo giochino possa tornare utile anche ad altre persone.
Ancora complimenti per l’impegno che metti in ogni tuo articolo!
Ciao Andrea! Grazie mille anche per questa perla di saggezza. Il libro di Carnegie l’ho acquistato qualche anno fa ed è tra i miei preferiti. E’ un libro straordinario, lo leggo e rileggo quotidianamente, cerco di mettere in pratica le sue massime e mi sono accorto che davvero può trasformare il rapporto con gl’altri e rendere la vita più ricca. Segnalo vivamente anche un altro grande libro di Carnegie molto bello e prezioso, è “Come vincere lo stress e cominciare a vivere”. Anche questo libro è un manuale di vita, mi ha aiutato ad uscire da un periodo difficile, è molto appassionante e motivante. Ogni volta che ne ho bisogno lo riapro e mi aiuta a vedere le cose in prospettiva, lo consiglio a tutti.
Buona settimana
Ciao! Non ho capito bene la parte relativa alle critiche: se (ad esempio) devo seguire una persona al lavoro, trovo difficile non fare qualche critica per migliorare il suo rendimento. Non c’è niente di personale in questo e onestamente non è una cosa che mi fa piacere fare, solo non credo sia sbagliato. Tu che ne pensi? Complimenti in ogni caso per i tuoi articoli che leggo sempre, e per 99 Citazioni che…. Sto leggendo con calma ;)
Ciao Francesco,
grazie del commento.
Hai avuto modo di scaricare la sintesi di “Come trattare gli altri e farseli amici” che ho inviato agli iscritti insieme a questo articolo?
Magari dacci un’occhiata, nella quarta parte si parla di leadership: puoi trovarci degli ottimi consigli su come gestire dei collaboratori attraverso l’esempio, mettendo immediatamente in evidenza anche i più piccoli progressi e criticando EfficaceMente ;-)
A presto,
Andrea.
André. ..
Uno volta è Un caso.. Due volte è una coincidenza. .
Tre un fatto!
E la seconda volta che fai un articolo sul libro di Osho!
Ancora un altro e sei ufficialmente un suo fan sfegatato :-p
Ahahaha, beccato!
Mi credi se ti dico che non ho mai letto nulla di Osho?
Solo che continuano ad inviarmi questi estratti e bene o male qualcosa di carino c’è scritto!
Alla prossima,
Andrea.
Io da diverso tempo cerco di allenare il punto 1. Precisamente da quando ho letto un libro che si chiama “Search inside yourself”, scritto da un ingegnere di Google (guarda caso questi ingegneri che escono dal loro campo fanno spesso cose notevoli!).
Comunque in quel libro tra le altre cose si parla anche di imparare a dedicare il 100% della nostra attenzione alla persona che ci sta davanti. Non è facile. Spesso, anche se non stiamo giocherellando con lo smartphone e cose simili, la nostra attenzione è scarsa perché siamo distratti da mille pensieri e preoccupazioni… che ci sembrano sempre più importanti di quelle degli altri.
Posso confermare che quando ci si riesce – a essere qui e ora e con il 100% della nostra attenzione sull’altro – accadono cose molto belle nei rapporti. Magari piccole cose, piccoli momenti, sprazzi di comprensione e di condivisione capaci di scaldare tutta la giornata :)
P.s. Domenica a Bologna ci sono anche io.
Ciao Marina,
il primo punto è a mio avviso uno dei più importanti e anche il più difficile da mettere in pratica.
Hai ragione, non è solo una questione di smartphone. Siamo troppo spesso presi da noi stessi, siamo preoccupati per l’impressione che stiamo facendo sull’altra persona, sul trovare uno spiraglio per attaccarla (nel caso di uno scontro) e ci dimentichiamo semplicemente di… ascoltare.
Ci vediamo domenica. Se durante l’apericena capita di fare 2 chiacchiere, vediamo chi è più attento! ;-)
Andrea.
Hoi Andrea, l’argomento trattato in questa settimana rispecchia la mia situazione attuale. Ho perseguito talmente bene il mio percorso individuale che trovo noioso relazionarmi con gli altri… Così ti ringrazio perché questo argomento arriva in questo periodo nel quale sto prendendo coscienza del fatto che non accettare il mondo mi preclude molto dell’esistenza.
Forse Maria dovresti cercare “Altri” che ti diano… altri stimoli :-)
Articolo molto interessante! Condivido in pieno tutto, e sto provando da un po’ a comportarmi secondo questi principi.. ma la verità è che non è semplice per niente.. mi accorgo troppo spesso di sbagliare, soprattutto con il mio ragazzo, che forse critico un po’ troppo. Mi dico che è per aiutarlo a migliorarsi, ma non è così perché i cambiamenti devono venire da dentro se stessi, e solo lui può cambiare se stesso, non posso cambiarlo io.. perciò continuerò a provare a cambiare me stessa e ad ammorbidirmi con lui, magari contando fino a 100 prima di parlare e di ricadere nelle mie vecchie abitudini; del resto anche a lui dico sempre di contare prima di dire qualsiasi cosa. Sono brava a dare consigli agli altri, ma non a seguire i miei stessi consigli. Grazie per avermi ricordato con l’articolo di oggi queste cose. :)
Da leggere e rileggere. Ma poi, da applicare, per evitare di fare collezionismo di buoni principi non tradotti in pratica, arte in cui personalmente sono un insuperabile Maestro (intendo, collezionare e non tradurre in pratica).
Complimenti Andrea, sei un modello per tutti noi.
Ciao Andrea
complimenti per il sito ti seguo da tempo, solo un piccolo spunto.
Mai pensato di fare una video-rubrica settimanale tipo passaparola? Andresti forte secondo me!
Ciao e avanti sempre cosi!!!!
Ero partito con l’intenzione di criticare il punto in cui dicevi che la critica è sbagliata. È una delle strategie che uso ancora oggi quando c’è una cosa che non mi piace o un aspetto di una persona cara che cerco di “sistemare”. Poi mi sono reso conto di 3 cose: se ti stai confrontando con una persona intelligente al 90% dei casi agisce in quel modo per delle ragioni che non possiamo al momento comprendere (quindi la critica diventa appunto superflua o peggio controproducente), se ti stai confrontando con un idiota sei tu appunto l’idiota che perde tempo, e dulcis in fundu (si scrive cosi? :-) ) stavo per criticare una cosa prima ancora di aver ragionato a fondo.
La mente umana sa essere perfida, se non controllata.
Purtroppo è quello che succede all’itaGliano medio, che più che medio domina le statistiche e mi rende le giornate più grigie.
Ciao Mattia, sicuramente quel punto dell’articolo è controverso, ma mi ha fatto piacere leggere la tua riflessione: la condivido al 100%. Buona giornata.
Ciao, sono il tuo ego…. ottimo articolo. Direi che l’ego è strettamente collegato al punto 2. Possessività, gelosia, voler tenere sotto controllo gli eventi e le persone, eccessiva competizione, sono “regali”che provengono tutti dal nostro ego. Un libro che mi ha aperto gli occhi su questo aspetto e che consiglio vivamente è “il cambiamento” di W.Dyer, lo psicologo delle zone erronee.
Buongiorno Andrea,
dato che nei rapporti con gli altri ho un enorme margine di miglioramento, ho preso e iniziato a leggere il libro di Carnegie: sono solo al terzo capitolo ma devo dirti che è davvero eccezionale! Strano per come è scritto, ancora più strano per gli esempi che porta, ma lo trovo essenziale e disarmante! Una bella e interessante lettura.
Grazie per il consiglio.
“Quando una cosa è negativa tienila per te, quando è positiva condividila.”
Troppe volte ho avuto la sensazione che condividere una cosa positiva con un amico ne suscitasse l’invidia, il rosicamento; al contrario, condividere cose negative, ha suscitato certamente un pietismo di cui, tra l’altro, non ho mai avuto bisogno. Che tristezza.
“Criticare è facile. Prova invece a metterti nei panni dell’altra
persona: perché si sta comportando in questo modo? Quali sono i suoi
trascorsi? Quali le sue ragioni? Se alla fine arrivi alla conclusione
che hai a che fare con un emerito cohones, indovina chi è il pirla che ci sta ancora perdendo tempo…”
…e se questa persona è un parente molto stretto??
Non ci scegliamo i parenti, ma se siamo adulti e vaccinati possiamo scegliere con chi condividere la nostra vita.
Ciao Andrea,
articolo molto interessante con più spunti di riflessione.
Ho alcuni dubbi sulla questione delle critiche.
Se ho capito bene, secondo il metodo LATTE ogni critica, sia essa positiva o negativa, è comunque un elemento che accresce o afferma la propria posizione. Quindi la critica può sempre essere considerata positiva. In questo articolo invece la critica è un elemento positivo se la si riceve, e negativo se la si pone. Che cosa mi sfugge?
Io credo che criticare qualcosa sia un modo di esprimere la nostra opinione o di prendere posizione riguardo un argomento in particolare. Ciò non significa che il fattore ascolto venga meno. Penso solo che senza critiche non si possa costruire un dialogo e che pertanto non si possa eventualmente migliorare a vicenda. Se è vero che ogni essere umano non è un’isola, allora le critiche dovrebbero far parte di crescita collettiva. Che ne pensi?
Ragazzi, belle parole, in teoria, ma vediamo se qualche mente illuminata mi può dare una mano, : Sposata con famiglia allargata , io un figlio,29 anni (che non ha lavoro) lui un figlio 42 anni che ha fatto anche de testimone al nostro matrimonio. Sicuramente questo benedeto figlio de lui, non e stato felice , che il padre si e risposato (vedovo), pero le cose sono andate avanti benino. 2 anni fa mio marito scopre che ha leucemia, e allora decidiamo de andare a vivere presso abitazione de suo figlio oviamente senza mio figlio, al quale affitto lo pago IO.Dopo una litigata con il mo marito in seguito al quale lui fa il gesto d’alzare la mano, visto che io ho buttato verso de lui in modo spregiativo un pacco de caramelle Halls, io vado in quela sera a mio figlio, poi per e era acqua passata, torno il secondo giorno pero mi trovo bagagli fatti alla porta. Anche sposata mi sono mantenuta da sola +2 genitori malati in Romania. Domanda da ignorante: come trasformo in miele, tutto questo veleno, dopo sacriffici, petegolezze, problemi financiari????. NON credo che non esce fuori Ira e tutto’l resto. Mi sento un straccio da pulire i piedi.
Ciao Andrea… spiegami un po’ il confine fra assertività e non recriminazione… se uno spiega la sua volontà a un’altra persona e questa se ne frega totalmente, non è normale e costruttivo darle un feedback che non si è mica troppo soddisfatti del suo comportamento?🤔😊
Grazie Andrea ☀️
Non conoscevo questo testo di Osho, dalla frase che hai inserito nell’articolo sembra interessante, lo leggerò. Mi sono piaciuti molto i consigli che scrivi ispirandoti ai quattro passi descritti e, se devo confidarti un segreto… ho avuto una piccola illuminazione al punto 3! : ) Vado subito a scrivermela …
Molto utile. Sto lavorando molto sia sulla comunicazione efficace che sull’assertivita’