Non c’è crescita personale senza cambiamento, eppure cambiare è una delle cose che ci riesce più difficili. Il motivo è semplice: nessuno ce lo ha insegnato, o meglio, nessuno ci ha insegnato ad affrontare EfficaceMente le 5 fasi del cambiamento.
“Abbiamo sempre due scelte nella vita: accettarla così com’è o accettare la responsabilità del cambiamento.”
Denis Waitley.
Tra le frasi sul cambiamento quella di Waitley è da sempre una delle mie preferite.
La stragrande maggioranza delle persone aspetta infatti che la fata turchina compaia magicamente nella propria vita, li prenda per la manina e li accompagni saltellando nella Valle dei sogni fantastici.
Ma la realtà è decisamente diversa.
Solo nel momento in cui ci assumiamo il 100% della responsabilità del cambiamento, la nostra vita inizia davvero a cambiare.
Sì Andre’ vabbè: sta frase l’hai ripetuta 273 volte! Io c’ho pure provato a cambiare, ma alla fine non è cambiato niente. Tu devi portare avanti la baracca qui, lo capisco, ma da’ retta a me: se uno nasce tondo, non può morire quadrato!
Assumersi la responsabilità del proprio cambiamento è il primo passo fondamentale.
Se però ti limiti ad una “dichiarazione d’intenti”, ad una promessa scritta sull’acqua, rischi effettivamente di morire… tonTo.
Per cambiare davvero abbiamo bisogno di altri due ingredienti:
- Il primo lo abbiamo visto in decine di articoli, quindi ci spenderò giusto 3 righe.
- Il secondo invece è qualcosa di cui non abbiamo mai parlato…
Psicologia del cambiamento: strategie pratiche per cambiare vita
Bene o male molti di noi sanno cosa vogliono cambiare nella propria vita.
C’è chi dovrebbe smettere di fumare, chi perdere qualche chilo di troppo, chi invece dovrebbe portare a termine quei maledetti esami universitari!
Qui su EfficaceMente, nel corso degli anni, ho cercato di fornirti decine di strategie pratiche di psicologia del cambiamento: dalle migliori tecniche anti-procrastinazione, ai metodi per eliminare le cattive abitudini, fino ad arrivare a vere e proprie prove del fuoco come la #sfida90901.
C’è però un secondo elemento di cui devi tener conto ogni volta che inizi un percorso di cambiamento.
Se lo sottovaluti, rischi di ritrovarti ogni volta alla casella del via, in un circolo vizioso degno di un girone dantesco. Vediamo di cosa si tratta e come affrontarlo EfficaceMente.
Il Ciclo Emotivo del Cambiamento
Negli anni ’70, i ricercatori americani Don Kelley e Daryl Conner, notarono che molti degli individui che avevano affrontato un cambiamento volontario, si erano ritrovati ad attraversare 5 fasi, e in ognuna di queste fasi avevano vissuto un preciso stato emotivo.
Da qui nacque il nome Emotional Cycle of Change (“Ciclo Emotivo del Cambiamento”), denominazione utilizzata per la prima volta dai due ricercatori nell’Annual Handbook for Group Facilitators del 1979.
Accademichese a parte, questo “strumento” può tornarci davvero utile perché ci permette di conoscere in anticipo gli ostacoli che incontreremo lungo il sentiero del cambiamento, ma soprattutto gli stati d’animo che proveremo.
Saperlo ci dà un vantaggio incredibile.
“Se conosci il nemico e te stesso, la tua vittoria è sicura.”
Sun Tzu.
Le 5 emozioni che proverai durante un cambiamento
Quando si parla di “alti e bassi” della vita, non molti si rendono conto che questi “picchi” e queste “valli” sono molto più reali di quanto possiamo immaginarci, ma soprattutto influenzano profondamente le nostre giornate e i nostri risultati.
Affrontando un cambiamento volontario, stiamo di fatto iniziando una corsa su un roller coaster emotivo: se non siamo pronti, siamo fottuti.
Ecco, in una singola immagine, le montagne russe che ti aspettano la prossima volta che deciderai di cambiare la tua vita, instaurare una nuova abitudine, realizzare un nuovo progetto.
E indovina un po’ dove rimangono bloccati quasi tutti?
Eh già, nella “Valle della disperazione“…
Ma andiamo per ordine. E soprattutto vediamo qual è l’atteggiamento mentale da avere e le azioni concrete da portare avanti nelle singole fasi.
Fase 1: Ottimismo ingiustificato
Primo gennaio. Primo del mese. Primo giorno di un nuovo progetto. Tutti noi conosciamo l’entusiasmo di iniziare un nuovo percorso e rincorrere un nuovo obiettivo.
Durante questi primi passi siamo pervasi da un senso di invincibilità (poco razionale e del tutto ingiustificato). Tutto ci appare possibile e la nostra motivazione è ai massimi livelli.
Questa fase purtroppo non dura, ma in questi primi giorni abbiamo l’occasione, più unica che rara, per porre le fondamenta del nostro successo.
Ecco nello specifico 2 azioni pratiche che dovresti compiere nei primi giorni del tuo cambiamento:
- Metti per iscritto una lista dei benefici che ti aspetti di ottenere da questo cambiamento. Non tralasciare nulla. Questa lista ti aiuterà a “cristallizzare” il tuo entusiasmo e sarà estremamente preziosa nei momenti di difficoltà.
- Tira il freno a mano. Sì, hai letto bene: quando intraprendiamo un cambiamento tendiamo a strafare e ci ritroviamo così col fiato corto dopo pochi km. Parti invece in modo graduale, al di sotto di quelle che credi siano le tue possibilità e focalizzati sull’essere costante.
Come detto, l’ottimismo ingiustificato non dura e presto ci troviamo a fare i conti con la seconda fase del ciclo emotivo del cambiamento…
Fase 2: Pessimismo giustificato
“Quann’ ‘o mare è calmo, ogni strunz è marenaro.”
Detto napoletano.
Dopo pochi giorni (o poche settimane) dall’inizio del nostro glorioso percorso di cambiamento andiamo inevitabilmente a sbattere contro quel muro chiamato… realtà.
Luna di miele finita.
Le difficoltà che incontriamo lungo il sentiero aumentano la nostra frustrazione e l’assenza di risultati tangibili ci porta a mettere in dubbio l’impegno che abbiamo preso con noi stessi.
Quella vocina malefica nel nostro cervello inizia a sussurrarci frasi come:
- “Stai sicuramente sbagliando qualcosa.”
- “Tutti questi sacrifici non servono a nulla.“
- “Magari c’è una soluzione più rapida.“
- “Che senso ha continuare?”
- “Ma sì, uno sgarro ogni tanto non è poi la fine del mondo“
- “Domani giuro che lo faccio!“
E con questi pensieri negativi in mente entriamo ne…
La Valle della disperazione: la tomba del tuo cambiamento (a meno che…)
La valle della disperazione è il luogo immaginario dove schiattano i tentativi di cambiamento del 90% delle persone.
La motivazione degli inizi è ormai è andata a farsi benedire. La forza di volontà è un lontano ricordo. L’entusiasmo della partenza non sappiamo neanche più cosa sia.
Davanti a noi vediamo solo un arido deserto in cui crescono solo frustrazioni e sconfitte.
Siamo pronti a mollare. E molti lo fanno: mollano.
Queste persone (i mollaccioni) di fatto trascorrono la propria vita oscillando come pendoli tra l’esaltazione provocata da un nuovo obiettivo luccicante e la depressione derivante dalle difficoltà di sporcarsi le mani per raggiungere seriamente questo obiettivo.
Io li chiamo gli smaniosi seriali. Smaniano sempre nuovi progetti e non concludono mai un ciuffolo.
Ricorda: solo se sarai in grado di oltrepassare la Valle della disperazione potrai emergere dalla massa dei mediocri.
Sì André, belle parole, ma concretamente come lo attraverso ‘sto deserto?!
Non potendo più contare sulla sola disciplina personale, devi affidarti a quella che si definisce “forza di volontà estesa“.
Questa ti aiuterà a superare il fondo della Valle, ma per risalire avrai bisogno anche di altro…
Fase 3: Realismo incoraggiante
Come dimostrato da Kelley e Conner, gli individui che superano la fase del pessimismo giustificato, oltre ad affidarsi alla forza di volontà estesa, instaurano dei meccanismi di realismo incoraggiante.
Ehhh?! Ma che stai a di Andre?!
Prova a pensarci: perché, in passato, hai mollato ogni volta che il gioco si faceva duro?
Semplice: avevi iniziato a percorrere una scala a chiocciola, senza intravederne la fine, ma solo gradini che si aggrovigliavano l’uno sull’altro. Più in alto guardavi e più ti scoraggiavi.
“Più in alto guardavi e più ti scoraggiavi.”
Il segreto è tutto in questa frase. Per risalire la Valle della disperazione dobbiamo riportare il nostro sguardo sul prossimo gradino e solo su quello.
Ecco come farlo concretamente e approdare alla fase emotiva di realismo incoraggiante:
- Ragiona in termini di output giornaliero e dimentica (momentaneamente) l’outcome. Per approfondire questo tema guarda questo video-articolo.
- Datti una data di scadenza. Decidi a priori una data in cui valutare i progressi fatti. Tira le somme del tuo percorso di cambiamento solo in quella data. Ignora del tutto i risultati che stai ottenendo prima di quel giorno. Concentrati piuttosto sulle singole azioni giornaliere (l’output).
- Analizza e decidi. Arrivata la “data di scadenza” valuta i tuoi progressi: se li hai ottenuti, scala, ovvero fai di più di quello che si è dimostrato funzionare. Se invece i risultati sono stati sotto le tue aspettative, avrai comunque ottenuto informazioni preziose che ti saranno utili per tentare un nuovo approccio a cui assegnerai una nuova data di scadenza.
Essere pragmatico, concentrarti esclusivamente sul prossimo “gradino” ti aiuterà a mettere da parte il pessimismo e a sviluppare un atteggiamento di speranza per il tuo cambiamento.
Questa terza fase è la più importante in assoluto per il tuo percorso.
Man mano che inizierai a macinare strada, rimanendo focalizzato sull’output, anche il tuo stato emotivo cambierà, entrando nella quarta fase…
Fase 4: Ottimismo giustificato
Se rimarrai focalizzato sulle singole azioni quotidiane per un periodo sufficientemente lungo (generalmente 90 giorni), entrerai nella quarta fase del ciclo emotivo del cambiamento: l’ottimismo giustificato.
Finalmente le cose inizieranno ad andare nel verso giusto.
I tuoi progressi saranno sempre più visibili, avrai piena fiducia nel percorso scelto e saprai perfettamente come affrontare qualsiasi nuovo ostacolo.
Il tuo cambiamento però non sarà ancora completo: dovrai cementificare i risultati ottenuti.
In che modo? Aiuta gli altri.
Sei uno dei pochi “sopravvissuti” che è riuscito a superare la Valle della disperazione: se vuoi rafforzare ancor più i tuoi progressi, mettiti a disposizione di chi sta affrontando un cambiamento simile al tuo.
Guida questa persona, spronala nei momenti di maggiore stallo e difficoltà, dimostrale col tuo esempio che è possibile ottenere un cambiamento profondo e duraturo.
Di fatto TU rappresenterai la forza di volontà estesa di questa persona, ma al contempo questa persona ti ricorderà quanto è importante rimanere focalizzato sul tuo obiettivo, per non perdere i progressi fatti.
E arriviamo così alla quinta e ultima fase del ciclo emotivo del cambiamento.
Fase 5: Conclusione
Celebra il tuo cambiamento.
Quando il cambiamento che ti eri ripromesso di fare sarà finalmente realtà, non commettere l’errore di darlo per scontato: premiati, riconosci i tuoi meriti, celebra il traguardo raggiunto.
Non è un caso che ogni cultura umana abbia i suoi riti di passaggio.
Dobbiamo comunicare al nostro cervello, in modo cristallino, che quello che siamo riusciti a fare è stato grandioso.
Solo così instaureremo quel circolo virtuoso che ci porterà a raggiungere mete sempre più ambiziose.
Conclusioni: cosa ricordare di questo post sul cambiamento
“Il cambiamento è duro all’inizio, incasinato nel mezzo e glorioso alla fine.”
Robin Sharma.
Mi auguro che questo articolo ti sia piaciuto (se ti va, mi sarebbe davvero di aiuto se lo condividessi utilizzando i pulsanti social a fine post).
So che abbiamo parlato di molte cose e sono diversi gli aspetti che dovrai approfondire negli altri articoli, ma se devi ricordare qualcosa di questo post, ricorda questi pochi elementi:
- Ogni volta che affrontiamo un cambiamento volontario ci troviamo inevitabilmente a dover gestire un ciclo emotivo, con fasi ben precise.
- Conoscerle in anticipo ci permette di fronteggiarle EfficaceMente.
- Nello specifico sono 5 le fasi emotive che attraverseremo:
- Ottimismo ingiustificato. È ciò di cui abbiamo bisogno per iniziare, ma non dura mai e non possiamo farci illudere. Sangue freddo e pedalare.
- Pessimismo giustificato. Questa è la fase più dura e culmina con l’attraversamento della Valle della disperazione. Il 90% delle persone molla. Se vuoi far parte del 10% che ce la fa, instaura meccanismi di forza di volontà estesa.
- Realismo incoraggiante. In questo stadio costruiamo il vero cambiamento. Ricorda: output vs. outcome.
- Ottimismo giustificato. Ce l’abbiamo fatta, da qui in poi è tutta discesa. Ma per non perdere il focus è utile aiutare chi è più indietro di noi.
- Conclusione. Non dimenticare di celebrare il tuo successo. Un processo di cambiamento ha bisogno di un inizio e… una fine chiara.
Bene. Anche per questa settimana è tutto: spero di averti fornito ancora una volta i migliori strumenti per raggiungere i tuoi obiettivi e proseguire nel tuo percorso di crescita personale.
Daje tutta!
Andrea Giuliodori.
Ps. A proposito di cambiamento… Vorrei salutarti lasciandoti uno strumento pratico estrememente potente.
In questo articolo abbiamo visto nel dettaglio la psicologia del cambiamento, le fasi che dovremo affrontare durante il percorso e tutti gli elementi che potrebbero portarti a fallire…
Conosci la frase: “Possiamo migliorare solo quello che misuriamo”?
Ecco, misurare In modo preciso e puntuale i tuoi progressi potrebbe essere una strategia davvero potente.
La verità è che abitudini personali, obiettivi finanziari, di carriera, sportivi o legati alla nostra salute personale, se non riusciamo a impostarli correttamente e tracciarli in modo accurato, difficilmente riusciremo a raggiungerli e trasformare la nostra vita.
Ecco perché ho deciso di creare per i miei lettori il “Traccia Abitudini” di EfficaceMente; un file interattivo che ho impostato per permetterti di selezionare e tenere traccia di tutte le tue abitudini ed obiettivi quotidiani (fino a 100). Avere sempre una panoramica dei tuoi progressi a portata di mano infatti ti consentirà di mantenere il focus su quello che intendi perseguire e velocizzerà notevolmente le tue possibilità di successo.
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Foto tratte da Google immagini e Shutterstock.
Ottimo articolo Andrea, come sempre! :) Mi piace in particolar modo questa frase:
“Ricorda: solo se sarai in grado di oltrepassare la Valle della disperazione potrai emergere dalla massa dei mediocri.”
Credo che molti di noi si arenano proprio qui, quando è ormai passato l’entusiasmo iniziale. Fanno capolino la demotivazione, la stanchezza e i dubbi si fanno sempre più pressanti.
Anche solo conoscere in anticipo queste fasi del cambiamento aiuta a tenere duro e a non arrendersi (e soprattuto a superare quella fase malefica)! ;)
Ciao Anh,
vedere lettori e lettrici storiche sempre presenti ad ogni nuovo post è una gran soddisfazione!
A presto,
Andrea.
Certo! Ti seguo sempre, ormai sono un’affezionata ;)
La valle della disperazione non la conoscevo e non la voglio visitare. Grazie sei più che propositivo come sempre.
Grazie come sempre Ferruccio.
“Quando il mare è calmo ogni strunz è marinaio.”
Detto napoletano.
Una frase che spiega tutto…
Sta’ senz’ pensier….agisci…
EsattaMente
Uno dei migliori degli ultimi tempi andrè. Hai superato la valle della disperazione. Haha buona giornata
Ahahaha, oddio, spero che gli altri non fossero così pessimi! :-D
“Se non siamo pronti, siamo fottuti.” Cit. Andrea Giuliodori.
Sei un grande Andrea! Grazie
Ahahah… è così, non è vero? ;-)
Mi ci ritrovo molto. Sto attraversando un periodo di forte cambiamento, essendomi appena licenziato dal classico lavoro sicuro (per gli altri) per lanciarmi in un progetto tutto mio sul web. Quello che ho capito è proprio il perchè tanta gente, in realtà, non riesca a raggiungere il vero cambiamento. Non ci riesce perchè è estremamente faticoso e ci vuole un carattere e una disciplina spesso fuori dal normale. Devi avere equilibrio emotivo e la capacità di affrontare i momenti difficili e di sconforto. Del resto, non è un caso se non sono tanti quelli che passano ai punti 3-4-5. Nonostante ciò mi sento di dire a tutti “Forza e coraggio” perchè l’output è veramente nelle vostre mani!
Yes!
uno degli articoli migliori in assoluto, complimenti andrea!!
Grazie Lorenzo: leggere commenti simili ad ogni nuovo post (soprattutto ora che ho ridotto la frequenza e – mi auguro – migliorato ancor più la qualità), mi fa davvero piacere.
Grazie Andrea, il detto napoletano è uno scasso ; ) mi è di grande aiuto pensare al prossimo gradino e basta, focalizzandomi sul presente e i risultati giornalieri. Grazie per tutte le scelte che hai fatto e per il tuo impegno ?
Grazie a te Franco.
Buongiorno Andrea,
sono appena andata a rileggere tutti i miei vecchi commenti: ed è bello, proprio bello, vedere il cambiamento in corso, vedere quanto è stato fatto e vedere quanto c’è ancora da fare.
Ed è ancora più bello vedere che il percorso, le esperienze, le sconfitte (che insegnano) e le vittorie (che gratificano) fanno alzare sempre più l’asticella. Due anni fa mi preparavo per poter acquistare e addestrare un cavallo… oggi sto seguendo un corso professionale per diventare istruttore… e sono nella meravigliosa fase 1 di un nuovo progetto: ho aperto un conto di risparmio, sto studiando la parte burocratica dell’attività che intendo intraprendere, ho intervistato diverse persone che già hanno realizzato lo stesso progetto, contattato enti per finanziamenti a fondo perduto, leggo libri di gestione aziendale, business-plan, marketing… insomma, mi sto preparando alla grande.
L’ottimismo ingiustificato dei primi tempi è un brodetto caldo e rigenerante, è un picco di energia e vitalità a-gratis, senza troppa fatica. Basta immaginarsi altrove, migliori. Io mi ci sono immersa per una infinità di volte in questo brodo, e quando si affacciava il deserto, era sufficiente prendersela col destino (o con babbo e mamma, con la fata turchina, con la sfiga cosmica) e cambiare progetto. Immaginare la mia vita potenziale senza sbattermi un secondo era gratificante e sufficiente a farmi sopportare la melma quotidiana.
Ma a sto giro no.
Cito (forse l’ho trovata qui sul tuo sito, forse no, non ricordo): “abbiamo due vite: la seconda comincia quando ci rendiamo conto di averne solo una”.
Comincio a rendermi conto. Capisco la differenza (perché la sto vivendo) tra vivere (anche facendosi il culo) e accontentarsi (comodamente). Non credo più alle fate e non ho più tempo da sprecare, e adesso so cosa posso fare se mi ci metto seriamente.
Mi viene il dubbio che le altre volte, gli altri sogni abbandonati nel deserto, non fossero poi così davvero “miei”… di certo non avevo gli strumenti che ho ora (non parlo di applicazioni sullo smartufone, parlo di competenza, conoscenza, autostima, costanza, chiarezza…) ma non mi sono nemmeno mai sbattuta più di tanto per crescere, mai fino ad ora.
Sarà dura attraversare quel deserto, tentar non nuoce, e se ci riesco, sai poi che festeggiamenti!!! ;-)
Scusa per il fiume di parole, di sicuro più utile a me che a chiunque altro.
Grazie come sempre per gli spunti di riflessione.
Ciao!
L’immagine del “brodetto caldo” la trovo particolarmente calzante Giò… nulla di più vero!
Articolo utilissimo, nel quale mi sono ritrovata in pieno; la seconda fase è quella che fa dire a molti “ora mollo, ho sbagliato tutto” e l’ho attraversata anche io come tutti. Ma ora so come affrontare il resto del percorso ;-) grazie mille Andrea, ogni tuo articolo è interessante ma questo l’ho trovato addirittura illuminante, per chi sta vivendo fasi di grandi cambiamento
Grazie Valentina, mi ha fatto davvero piacere leggere il tuo commento.
Molto interessante!
La verità è che sono proprio uno di quei mollaccioni di cui parli, e ho un’altalenanza incredibile tra finto pessimismo e finto ottimismo.
Applicherò questa strategia, quello di cui ho bisogno è proprio un cambiamento!
Prenderne consapevolezza è già un bel passo avanti.
Sì, e ora sto cercando di passare dall’esserne consapevole all’agire attivamente per cambiare. E non è un passaggio facile, non almeno così facile come credevo!
Come si dice in certi casi, tra il dire e il fare ci sta di mezzo il mare.. Il cambiamento è importante perchè noi, in quanto esseri umani, siamo in perenne evoluzione, e non dobbiamo lasciare che sia l’evoluzione nel tempo a prenderci, ma l’esatto contrario.. Ma (molto spesso) tanti sfruttano al massimo al fine di farti diventare schiavo del tempo e degli altri.. Sta a noi voler diventare un qualcuno o rimanere un semplice numero.. Articolo interessante, bello da leggere, ma per attuare questi consigli bisogna voler veramente cambiare, e questa è una cosa che sta solo ed esclusivamente dentro di noi. Un mio vecchio responsabile mi disse “Non prendere niente da nessuno, prendi solo quello che ti può servire”.. Hai afferrato il concetto? Con la mia padronanza del tempo e della tranquillità, prenderò quello che di utile ho trovato nel tuo articolo e cercherò di “farlo mio”. Grazie mille Andrea, spero un giorno di poterci incontrare dal vivo, sarei veramente curioso di conoscerti
Mi sembra un ottimo ragionamento Francesco.
A presto!
Che dire, ho finito gli aggettivi per congratularmi. Grazie André!
‘Sto blog sta diventando la Bibbia :D
;-) Grazie Giuseppe.
Grazieeeeeeeeee! Era proprio l’articolo che avevo bisogno di leggere! Ho iniziato un processo di cambiamento per rendere i miei metodi di studio più efficaci e dire che pensavo di non riuscire nel mio intento proprio perché non riuscivo a ottenere risultati concreti ora che so che è una cosa normale, beh, mi sento più tranquillo e anche un po’ più motivato! Grazie Andrea!
Ottimo. Buon lavoro!
:3
Il giorno 4 luglio 2016 17:21, Disqus ha scritto:
Ciao Andrea, articolo illuminante. Hai mai pensato di scrivere qualche articolo anche in inglese? Avrei degli amici molto interessati a ció che scrivi ma che purtroppo non sanno l’italiano. Potresti estendere il tuo pubblico!
Grazie per ció che scrivi, sempre brillante e tremendamente utile.
Ciao Benedetta, qualche mese prima di creare EfficaceMente, l’idea era quella di creare un blog in inglese.
Alla fine ho deciso di focalizzarmi sull’Italia e a quanto pare la scelta è stata corretta: purtroppo in Italia queste tematiche sono state sempre state portate avanti da ex-venditori di aspirapolvere e con questo progetto ho cercato di alzare un pelino l’asticella :-)
Non escludo che in futuro ci possano essere versioni del sito in altre lingue, ma al momento non è una priorità.
Ciao Andrea, Complimenti x l’articolo. Come sempre i tuoi ragionamenti non fanno una piega, anche nel sapere come crescere – con ordine e moderazione – la tua azienda. Normalmente non mi fido dei guru, o di quelli con discorsi triti e ritriti su aspetti motivazionali, ma per fortuna non hai l’atteggiamento da saputello o di quelli con la verità in tasca. Un punto importante a tuo favore.
Ah, non mi fido neanche io: parlando di queste tematiche è facile essere associati ai para-guru da palco, ma negli anni ho sempre cercato di tenermi a debita distanza. Mi fa piacere che questo messaggio sia passato.
Gran bell’articolo Andrea!
Sono d’accordo con te, imparare ad affrontare la Valle della Disperazione è fondamentale per riuscire a raggiungere i propri obiettivi. Ed è molto facile perdersi, se non si sa come procedere oltre.
Molto interessante il concetto dell’ottimismo ingiustificato. Una notevole arma a doppio taglio, vero?
Ciao e grazie per i tuoi preziosi consigli!
Alessandro
Grazie Alessandro :)
Fanstastico! Uno degli articoli più importanti pubblicati fin’ora, ne avevo proprio bisogno per chiarirmi le idee, grazie Andrea!
E’ bello rivedere le fasi del mio cambiamento e scoprire che ho fatto le cose giuste :) Ma visto che sono solo alla 3, seguirò i tuoi preziosissimi consigli per le prossime fasi!
Grazie per questo bellissimo articolo.
Ambra
Un articolo molto utile e, come sempre, scritto in maniera chiara, lineare e piacevolmente scorrevole. Lo salverò per ritornarci ogni qualvolta ne sentirò il bisogno. Grazie e complimenti per l’ottimo lavoro! Sabrina
Bellissimo articolo Andrea, ho trovato molto utile il punto in cui dici di non strafare ma stare al di sotto delle possibilità per essere costanti. Grazie ;)
Concordo, è un ottimo consiglio!
Ciao Andrea,
questo articolo e’ una chicca da non perdere!
Chiaro, lineare, semplice ed efficace!
Ho apprezzato la sintesi finale. Quando un articolo e’ cosi denso, piace alla fine rileggere le parti piu importanti, per cristallizzare le idee.
Ho notato che i periodi sono piu brevi, alcuni di due o tre frasi. Questo da’ un ritmo piu veloce e non scoraggia il lettore, portandolo man mano fino alla fine.
Mi piacciono anche le citazioni, quella top qua’ e’ il detto Napoletano. Superba! Credo che anche Sun Tzu l’abbia apprezzata!
Posso darti il mio punto di vista sulle citazioni condivisibili? Io credo che siano un ottimo strumento per condividere l’articolo sui social. Pero’ se vuoi sapere la verita’, spesse volte preferisco copiarle e incollarle! Ops! Ti spiego il perche’:
Ritengo che alcuni articoli siano molto personali. Non voglio condividere su Facebook cose molto personali. Io, personalmente lo uso come un po’ piu’ alla leggera.
Ad esempio ho condiviso l’articolo del pensiero laterale con gli indovidelli! Perche’ era interessante e divertente.
Ma spesse volte le cose che scrivi toccano certe corde, certi argomenti che se pubblicate in un altro contesto perdono molto.
Il mio consiglio modesto. Semplificare. Togliere Immagine e titolo allegati alla citazione.
Fare in modo che il post contenga solo la citazione e il logo di Efficacemente.
Questo naturalmente e’ il mio punti di vista, e sarebbe interessante se sapere cosa ne pensano gli altri nostri amici lettori.
Un abbraccio Andre’ e Buona settimana a tutti gli amici del blog.
Davide
PS. per ora mi trovo nella tua Polonia (Cracow!)
Questo articolo mi ha colta nel bel mezzo di una fase di pessimismo giustificato e di stanchezza fisica e mentale, dopo una fase di ottimismo ingiustificato e sregolato!!!
Concordo con te sul fatto che sia molto importante, all’inizio di un progetto, di un percorso di qualsiasi tipo, consentirsi di iniziare gradualmente, e man mano, provare ad incrementare per capire bene quali sono i nostri limiti!!! Solo rispettandoli riusciamo a raggiungere tutti i nostri obiettivi nel lungo termine.
Ma forse delle volte non riusciamo a vederli i nostri limiti… forse perché non riusciamo ad accettarli?
Se non avessi letto questo articolo stamattina non sarei stata produttiva, avrei assecondato totalmente la mia stanchezza. Adesso invece ricomincerò a lavorare, consentendomi un carico di lavoro minimo, e aumentandolo nei prossimi giorni :-)
Grazie Andrea!
Dannata mente vero, ciao andrea
Guarda che io sn pessimista, quindi qst nn vale per me
Sei sempre il migliore :) splendido post!
Ah! Grazie Simo: detto da te vale doppio! ;-)
Illuminante, Andrea complimenti davvero. Questo processo psicologico lo noto molto spesso, ma grazie ai tuoi consigli sarà meno difficile uscire dalla…valle della disperazione!!
Ciao a tutti, allego interessante articolo di Benjamin Hardy che i più affezionati al blog sicuramente apprezzeranno!
Solo parzialmente incentrato sul cambiamento, ma richiama diversi concetti già citati dal nostro illuminante Andrea con un occhio ovviamente più americano.
https://medium.com/@benjaminhardy/8-things-every-person-should-do-before-8-a-m-cc0233e15c8d
Ciao Andrea: articolo fantastico, come sempre ;-)
Purtroppo, durante le fasi del cambiamento, si incontrano difficoltà che ci inducono a mollare e ci fanno finire nella “Valle della disperazione”. Per questo ci sentiamo abbattuti, scoraggiati e impotenti. Siamo, in un certo senso, convinti di non poter mai trovare la strada di casa che porta al cambiamento. Io stesso, più volte sono caduto in quella maledetta Valle e non ho mai trovato il coraggio di rialzarmi. Anche se, motivato dal desiderio di cambiare, recentemente ho affrontato la paura oltrepassare quel brutto posto e, posso dire con soddisfazione, che ne sono uscito vittorioso e CAMBIATO. Ho notato che le difficoltà incontrate nel cammino mi hanno fatto imparare cose importanti come l’importanza di non mollare mai e di avere sempre le idee chiare.
Ora, propongo una nuova interpretazione alla “Valle della disperazione”: non più un luogo di sofferenza e abbattimento, ma un luogo in cui si ha l’occasione di oltrepassare i propri limiti e imparare qualcosa che ci rendi più maturi.
Grazie mille Andrea, continua così!
Ciao Andrea.
Voglio ringraziarti. Non mi sto riferendo soltanto a questo articolo ma a tutto il tuo lavoro, lavoro di qualita`. Ti leggo sempre con piacere e imparo molto. Mi aiuti molto…
Sei brillante, in gamba. Spiritoso, simpaticisimo. Prezioso…
Grazie!
Mariya
Grazie davvero per questo commento Mariya ;-)
Questo articolo mi ci voleva proprio, grazie mille Andrea e complimenti per questo è per tutti i tuoi articoli !!
Ciao Andrea, ho letto in questi giorni per la prima volta alcuni articoli di questo blog, prima credevo si trattasse di uno dei soliti blog da guru che ti vogliono vendere qualcosa, e invece mi sbagliavo.. :-) Io sto affrontando una fase di cambiamento, e vorrei dare il mio contributo dicendo che per me é stato e lo é ancora molto importante mettere bene in chiaro (anche scrivendoli nero su bianco) quali sono i risultati da raggiungere, nel mio caso specifico i benefici che mi aspetto di avere, alla fine del periodo (nel mio caso saranno circa 4 mesi) mi metterò seduta e tirerò le somme di questo primo step, grazie per l’articolo, ciao. Claudia
Ciao Claudia,
ci tengo a precisare che io VENDO i miei manuali tramite il blog (ed è così che mi guadagno da vivere), ma questo non significa che gli articoli gratuiti non debbano essere di valore.
Grazie del commento.
Andrea.
Grande Andrea, come sempre ;)
Io credo di aver oltrepassato da poco la Valle di lacrime, dopo esserci rimasto per quasi un anno..Infatti ho avuto un blocco mentale pazzesco nel mio progetto (il lancio di un blog, per me era la prima volta).
E devo dire che mi sono ritrovato perfettamente nei passi da te descritti in questo articolo, compreso l’ottimismo ingiustificato iniziale..che mi ha fatto sprofondare nella valle!
Ora ho sistemato un paio di cose (nella mia testa e nelle mie competenze) e mi sento un “realista incoraggiato” :)
A presto
Pietro
ottime riflessioni, grazie! Farò di tutto per applicarle!
Grande andrea!
L’articolo e’ presente anche sulla rivista “psicologia contemporanea” nella tua rubrica, sto programmando la mia sfida #909001 (trainando anche la mia compagna nel creare una sua sfida) questo genere di articoli mi aiuterà sia per me stesso sia per i suoi momenti di difficoltà!
GRAZIE!
Ma che figata… ritrovare schematizzato ciò che hai sempre sentito e provato. Un altro grande articolo. Mi viene solo da aggiungere che, se non riesci a passare dal pessimismo giustificato al realismo incoraggiante, forse è anche perché quella non è la tua vera strada. Credo che la fase del pessimismo giustificato sia fisiologica e necessaria anche e soprattutto per valutare e capire qual è la nostra vera strada nella vita… quella che bramiamo anche se ancora non l’abbiamo del tutto compresa.
Ciao Andrea articolo veramente molto interessante, c’è solo un punto che non mi chiaro: la forza di volontà estesa. Nell’articolo sull’akrasia spieghi che in pratica è un controllo esterno che noi mettiamo volontariamente per continuare a fare i vari passi per raggiungere il cambiamento che si vuole, ma come capire quale tipo di forza di volontà estesa è meglio usare, senza che si ci perda davvero nella valle della disperazione?
Forse qui è più chiaro:
https://www.youtube.com/watch?v=FrLPw9YC5t0
Grazie
Ciao Andrea,
Davvero un ottimo articolo: evidenzia la causa più comune del fallimento: i pensieri negativi che innescano un processo di “autodistruzione”; Molte volte uno decide che vuole raggiungere un determinato obiettivo ma, appena sopraggiungono le prime difficoltà, molla tutto!
La base del nostro successo è la nostra mente con i suoi pensieri e i suoi schemi mentali.
Grazie per l’articolo, molto interessante e “facilmente” implementabile,
Saluti!!
Purtroppo questo articolo utilissimo è stato plagiato da tale Diego Trambaio, che l’ha spacciato per proprio prodotto e ne ha fatto un video per il suo canale e un articolo per il suo sito. Mi dispiace
Grazie della segnalazione Gabriella, capita spesso con i nostri contenuti: dicono che copiare sia una forma di ammirazione, vediamola così! :-D
Buongiorno,
anche io non condivido frequentemente certi messaggi, che sì sono scritti benissimo e sono chiari, ma più adatti ad una platea già “avanzata”, come chi fa parte di questo gruppo.
Parlare di cose che toccano certe “corde” a chi non sa niente di crescita personale o più semplicemente, non ne vuole sapere niente, non mi piace perché la maggior parte delle persone pensa solo a risultati immediati e tangibili. Mi piace molto aiutare le persone, ma lo faccio solo quando ho raggiunto il mio successo personale, o a chi mi chiede consiglio.
Grazie Andrea.
Bello. Chiaro. Incoraggiante. Realista
Caro Andrea, è sempre un’opportunità di confronto interessante leggerti scoprendo che le proprie fasi nella vita hanno anche un nome. Come sempre ispiri e incoraggi grazie ad una delle doti che più ti riconosco: il crudo realismo. Grazie
Grazie Patrizia.
Sei il primo che mi fa deconcentrare. Ogni volta che inizio un tuo articolo mi rimandi a link su link, e non finisco di leggere ne l’uno ne gli altri, ci vorrebbero ore.
Per il resto tutto ok , mitico
Ah! La definizione di successo è spettacolare
Ciao Andrea, la 5° fase dove dici che è fondamentale celebrare il raggiungimento dell’obiettivo, ma in che modo? Che azioni pratiche consigli di fare per “festeggiare” il cambiamento? Grazie, stupendo articolo.
Pensa a qualcosa che ti fa stare bene o ad un regalo che ti vorresti fare.
TOP
Questo articolo è talmente perfetto che sembra scritto in uno stato di flow, quindi è paragonabile a un’opera d’arte! ??(Compresa la scelta delle foto!☺)
Articolo molto interessante, non ti conoscevo ma credo che comincerò a seguirti.
Grazie Maria!
Change, change, change… Everybody desire change. That’s the WHAT.
The problem, the HOW.
Thanks for this post.
veramente esaustivo ed illuminante… grazie
🙏