Un articolo sulla felicità, il senso della vita e come trovarlo.
Quante volte hai sentito dei genitori dire: “Voglio soltanto che i miei figli siano felici!”?
Innumerevoli, vero?
E quante volte invece hai sentito quegli stessi genitori dire: “Voglio soltanto che i miei figli trovino il senso della vita”?
Nessuna, vero?
Sì, certo, spesso felicità e significato si sovrappongono: quando sentiamo che la nostra vita ha un senso e una direzione ben precisi, ci sentiamo bene.
Eppure, numerosi uomini e donne, nel corso della storia, hanno rinunciato di buon grado ad una vita facile e felice nel nome di uno scopo più grande.
Insomma, il rapporto tra felicità e senso non sempre è lineare.
Anzi, come cantava qualche anno fa Vasco Rossi, a volte continuiamo a cercare un senso alla nostra vita, anche se non siamo sicuri di poterlo trovare:
“Voglio trovare un senso a questa vita,
anche se questa vita un senso non ce l’ha.”Vasco Rossi.
Perché?
Perché la società arriva quasi ad imporci di dover essere felici, in una sorta di “dittatura della felicità“, anche se nel nostro intimo è trovare un senso ciò che agogniamo veramente?
Perché abbiamo bisogno di trovare il senso della vita?
In una recente ricerca, quattro psicologi sociali, Roy F. Baumeister, Kathleen Vohs, Jennifer Aaker ed Emily Garbinsky hanno cercato di rispondere a questa annosa domanda, esplorando il rapporto tra felicità e senso della vita.
Ciò che hanno scoperto è estremamente interessante.
La ricerca è stata condotta su 400 volontari, tra i 18 e i 78 anni, a cui sono state poste una serie di domande per comprendere quanto felice e significativa percepissero la propria vita.
I ricercatori non hanno fornito alcuna definizione né di senso della vita, né di felicità, così che le persone potessero rispondere in base alle proprie convinzioni e percezioni personali.
In questo modo, Baumeister e i suoi colleghi hanno potuto identificare con precisione quali elementi i volontari collegassero istintivamente ad una vita significativa e/o ad una vita felice.
I risultati iniziali dell’analisi, come c’era da aspettarsi, hanno dimostrato una stretta correlazione tra l’essere felici e l’aver trovato il senso della propria vita.
Ma scavando un po’ più a fondo gli studiosi hanno scoperto che esistono almeno 5 ambiti in cui essere felici non necessariamente arricchisce la nostra vita di significato…
5 ambiti in cui essere felici non contribuisce a il senso della vita
1. Desideri e difficoltà
Riuscire finalmente ad acquistare quella macchina che desideravi da tanto, soddisfare il tuo improvviso desiderio di gelato alla gianduia, guardare la nuova puntata della tua serie Netflix preferita: sono tutte azioni che ti fanno stare bene nell’immediato, ti rendono felice, ma non si può certo dire che diano un vero significato alla tua vita, giusto?
Stesso discorso per la salute: quando ci sentiamo in forma e non abbiamo malattie, siamo felici, ma non necessariamente appagati.
Al contempo, ci sono persone che hanno trovato un senso più profondo nella propria vita, nonostante o, addirittura, grazie alla malattia: ti sentiresti ad esempio di dire che la vita del fisico inglese Stephen Hawking non sia stata forse piena di significato?
Insomma, tendiamo ad essere felici quando otteniamo ciò che desideriamo e la nostra vita è facile, in discesa, senza problemi, ma per trovare un significato abbiamo spesso bisogno di affrontare delle difficoltà.
2. Tempo
Senso e felicità hanno poi un rapporto molto diverso con il tempo.
Il tempo della felicità è il presente, siamo felici quando ci immergiamo nel qui ed ora (o come preferisco chiamarla io: la quiedora).
Il significato, al contrario, può essere trovato solo nel futuro, o meglio, nel sottile filo che collega passato, presente e futuro.
Più riflettiamo sul nostro passato e progettiamo il nostro futuro, più le nostre vite acquisiscono significato. Viviamo una vita significativa, infatti, proprio quando riusciamo a tenere insieme passato, presente e futuro in una storia coerente.
Ma le differenze tra felicità e significato non terminano qui…
3. Relazioni
I rapporti umani sono fondamentali sia per la nostra felicità, sia per dare un senso alla nostra vita. Non a caso la solitudine ci rende infelici e priva la nostra esistenza di significato.
Tuttavia, è la natura e la profondità di queste relazioni ad impattare diversamente sulle due variabili che stiamo indagando.
Nello specifico…
- (Natura) fare del bene agli altri dà senso alla nostra vita, mentre riceverlo ci fa sentire felici.
- (Profondità) uscire con i nostri amici per berci una birra contribuisce sicuramente alla nostra felicità, ma non necessariamente arricchisce la nostra vita. Al contrario trascorrere del tempo con le persone che amiamo riempie le nostre giornate di significato, anche se a volte questi rapporti più profondi comportano discussioni, scontri e il dover affrontare emozioni difficili.
4. Stress e crisi
Tra le varie domande della ricerca, gli psicologi hanno chiesto agli intervistati quanti eventi piacevoli e quanti invece stressanti avessero affrontato nell’ultimo periodo.
Chi aveva vissuto situazioni positive si sentiva mediamente felice e sentiva che la propria vita stava andando nella giusta direzione. Fin qui nulla di strano.
Eppure, i punteggi più elevati sul significato della propria vita, gli studiosi li hanno riscontrati in quei volontari che avevano dichiarato di aver affrontato numerosi eventi particolarmente stressanti.
Questo non significa certo che per dare un senso alla nostra vita dobbiamo cercare ogni giorno nuovi problemi.
Il punto è un altro.
Chi aveva dichiarato di aver vissuto eventi stressanti, lo aveva fatto nel percorso verso obiettivi ambiziosi.
Quando cerchiamo di realizzare qualcosa di importante nella nostra vita, ci ritroveremo inevitabilmente ad affrontare alti e bassi, momenti di soddisfazione e momenti di profondo sconforto, onori e oneri.
5. Identità
Tutte le attività che hanno a che fare con l’espressione di sé sono estremamente gratificanti ma non sempre contribuiscono alla nostra gioia.
Pensiamo ai grandi artisti del passato e alla sofferenza, fisica ed emotiva, che spesso hanno dovuto sopportare per realizzare le loro opere più grandi.
Nel corso della ricerca gli studiosi hanno proposto agli intervistati 37 esempi di attività legate all’espressione di sé (lavorare, meditare, fare esercizio fisico, etc.).
25 di queste sono state classificate dai partecipanti come sicuramente utili a trovare il senso della vita e solo 2 sono state riconosciute come fonte certa di felicità.
Se dunque, come già visto nei precedenti paragrafi, la felicità è ottenere ciò che vogliamo, il senso della nostra vita lo troviamo esprimendo ciò che siamo.
Bene, ora che ci sono chiare le differenze tra l’avere una vita felice e averne una significativa, è arrivato il momento di capire meglio cosa intendiamo di preciso per “il senso della vita” e “vita significativa” (e come possiamo viverne una).
La vita e il suo significato
Ti sei mai chiesto cosa sia la vita?
Sì, ok, forse non è una domanda da fare ai miei lettori così, a freddo, vorrei però condividere con te una definizione di vita molto bella che ho trovato nel romanzo “A Constellation of Vital Phenomena” di Anthony Marra. Marra definisce la vita come:
“una costellazione di fenomeni vitali: organizzazione, irritabilità, movimento, crescita, riproduzione, adattamento.”
A ben pensarci, dal punto di vista chimico, le sostanze che compongono un corpo poco prima della morte sono le stesse che lo compongono subito dopo.
Come fenomeno materiale, la vita dunque è proprio quell’incredibile interazione tra queste diverse sostanze chimiche.
E per quanto riguarda il senso della vita invece?
Una stella polare nella danza cosmica dell’esistenza
Ricordo da piccolino di aver attraversato, come molti bambini, la fase dei “perché“:
“Zia, perché il cielo è azzurro?“,
“Babbo, perché gli oggetti cadono a terra?“,
“Mamma, perché devo smettere di guardare i cartoni?!“.
Come esseri senzienti tendiamo a porci domande fin dalla giovane età e man mano che cresciamo queste domande possono diventare sempre più complesse e profonde, fino ad arrivare a coinvolgere il significato stesso della vita:
- Da dove è arrivata la vita?
- Perché è stata creata?
- Qual è il modo migliore e più giusto di viverla?
Ma queste domande non sono il frutto di semplice curiosità; l’idea che la nostra vita abbia uno scopo che non riusciamo ad afferrare e quindi, di conseguenza, l’idea che stiamo sprecando la nostra vita, è una delle paure umane più profonde.
Questo perché per un essere umano la vita non può ridursi a quell’interazione tra sostanze chimiche.
Riprendendo la parte iniziale di questo articolo, possiamo dire che quando le sostanze chimiche nel nostro corpo interagiscono in maniera favorevole proviamo felicità.
Trovare il senso della vita ci permette invece di trascendere la materialità corporea e l’imprevedibilità di quella “costellazione di fenomeni vitali” in continuo mutamento.
Trovare un significato ci dà stabilità e ci guida come una stella polare nella danza cosmica dell’esistenza.
In fin dei conti, come esseri umani desideriamo congelare nel tempo un attimo perfetto e poterlo vivere all’infinito.
È ciò che tentò di fare Faust con il suo patto col diavolo. Faust rinunciò alla sua anima sperando che un momento meraviglioso sarebbe durato per sempre.
“Fermati, attimo, sei bello!”
Johann Wolfgang von Goethe.
Ma quella “costellazione di fenomeni” che determina la vita non può smettere di cambiare, fino alla fine.
Non possiamo fermare gli istanti. Quello che possiamo fare è trovare una direzione stabile verso cui dirigerci ogni giorno: dare un senso alla nostra vita è ciò che ci consente di ottenere questa stabilità e superare i limiti della nostra fisicità.
Sì, ma come? Se il senso della vita è ciò che ci dà stabilità e ci guida nell’impermanenza, come possiamo arricchire la nostra quotidianità di significato?
Come trovare il senso della vita e vivere una vita significativa
Baumeister e i suoi colleghi hanno individuato 4 elementi in grado di arricchire la nostra vita di significato.
Vediamoli insieme.
1. AVERE UNA META
Fin qui siamo tutti d’accordo: nei periodi in cui non abbiamo una meta da raggiungere, la nostra vita ci appare routinaria e priva di significato.
Nello specifico esistono due tipologie di mete:
- Gli obiettivi specifici (una laurea, una promozione lavorativa, avere una famiglia).
- Le condizioni da raggiungere (serenità, saggezza, connessione umana).
Entrambe derivano da spinte biologiche, condizionamenti culturali e scelte personali.
Più scegliamo le nostre mete con consapevolezza, più ci avvicineremo al senso della nostra vita.
2. TROVARE (E VIVERE SEGUENDO) I NOSTRI VALORI
C’è una parte istintiva di noi che ci fa capire cos’è giusto e sbagliato, cos’è buono e cos’è cattivo.
Il giudizio etico è uno dei primi giudizi che formiamo nella nostra mente di fronte ad un nuovo evento.
Non sempre tale giudizio è corretto, ma è sicuramente radicato in profondità dentro di noi ed è profondamente condizionato da quelli che sono i nostri valori (più o meno consci).
Nel passato, le grandi religioni hanno fornito agli esseri umani dei set valoriali ben definiti. Con la secolarizzazione della società questi riferimenti dogmatici si sono gradualmente indeboliti, sostituiti da nuove “religioni”, altrettanto dogmatiche (socialismo, comunismo, capitalismo, scientismo, dataismo, sovranismo, razzismo, anti-razzismo e molti altri -ismo).
Ecco perché per vivere una vita significativa dobbiamo innanzitutto essere in grado di far emergere e scegliere consapevolmente i nostri valori guida (in questo articolo spiego come farlo), prima che questi vengano sovrascritti indiscriminatamente dall’ideologia dominante del momento; ma soprattutto dobbiamo imparare e vivere ogni giorno della nostra vita coerentemente con questi valori.
3. FARE
Avere dei chiari obiettivi e conoscere i propri valori, senza però realizzare i primi o vivere seguendo i secondi, non è particolarmente appagante.
Per trovare il senso della vita non possiamo dunque limitarci alla “teoria“, fermandoci ad una ricerca sterile del nostro scopo.
Dobbiamo “sporcarci le mani” e immergerci nella materialità della vita.
Il “fare” infatti non solo ci permette di realizzare concretamente il senso della nostra vita, ma può addirittura guidarci nella sua scoperta quando questo non ci è ancora chiaro.
E mi raccomando, ho scritto il “fare”, non “l’ottenere”.
Il senso della vita scaturisce e lo si trova nel:
- Fare esperienze.
- Fare viaggi.
- Fare tentativi.
- Fare scoperte.
- Fare amicizie.
- Fare errori.
- Fare…
4. CREDERE (IN NOI STESSI)
Credere in noi stessi è al contempo causa e conseguenza di una vita piena di significato.
Se abbiamo fiducia nei nostri mezzi, tendiamo a fare di più, a riconoscere e a far valere i nostri valori e, infine, a perseguire mete ambiziose, insomma una maggiore autostima contribuisce positivamente agli altri 3 elementi che danno significato alla nostra vita.
Ma avere uno scopo, a sua volta, ci fa vedere noi stessi come meritevoli di rispetto, in un circolo virtuoso in cui senso e sicurezza si sostengono a vicenda.
Per concludere…
Mi auguro che questo viaggio che abbiamo intrapreso insieme alla scoperta del senso della vita sia stato per te stimolante. Affinché certi concetti non vadano persi nell’oblio digitale, ecco una breve sintesi di quanto abbiamo visto:
- Viviamo in una sorta di “dittatura della felicità“, in cui essere felici e provare piacere è diventato quasi un obbligo. Eppure ci sentiamo sempre più vuoti, perché ciò che manca davvero nelle nostre vite non sono i comfort, i piaceri materiali o i momenti di svago, ma un significato più profondo.
- Certo, esistono molte aree di sovrapposizione tra una vita felice e una vita significativa, ma in almeno 5 ambiti essere felici non dà necessariamente senso alla nostra vita:
- Soddisfare i nostri desideri ci dà un piacere effimero, ma raramente ci aiuta a trovare il senso della vita.
- Vivere nel qui ed ora ci fa sentire appagati, ma se non riflettiamo sul nostro passato e non progettiamo il nostro futuro sentiamo che la nostra vita è priva di significato.
- Ci sono relazioni che ci danno una gioia momentanea e ci sono relazioni, a volte complesse e faticose, che danno valore alla nostra vita.
- Affrontare episodi stressanti è quanto di più lontano ci sia dalla definizione di vita felice, eppure tali eventi sono spesso imprescindibili lungo il percorso verso obiettivi ambiziosi, obiettivi in grado di dare un senso alla nostra esistenza e alle nostre giornate.
- Infine, esprimere noi stessi non sempre è facile, anzi, molto spesso è fonte di sofferenza, ma ancora una volta contribuisce a farci vivere una vita significativa.
- Ci siamo poi chiesti cosa si intenda di preciso con l’espressione “il senso della vita” e “vita significativa” e questo ci ha portato alla definizione di vita come “costellazione di fenomeni vitali” (ovvero l’interazione tra processi chimici), e a quella di significato come “la stella polare in grado di conferire stabilità a questa danza cosmica esistenziale a cui tutti partecipiamo“.
- Per concludere abbiamo esplorato i 4 elementi che contribuiscono a dare un senso alla nostra vita, ovvero:
- Avere una meta.
- Trovare (e vivere seguendo) i nostri valori.
- Fare.
- Credere in noi stessi.
Bene, questo articolo di approfondimento termina qui. Grazie per avermi accompagnato in questa esplorazione sul significato della nostra esistenza; se hai trovato questo contenuto di ispirazione condividilo con i tuoi contatti attraverso i pulsanti qui sotto.
Alla prossima,
Andrea Giuliodori.
Profondo e bellissimo articolo. Grazie Andrea
Grazie Maria :)
Semplice, diretto, illuminante, ma soprattutto Umano. Ringraziarti per questi articoli è davvero troppo poco, mi ritrovo in ogni parola che hai scritto, e mi fa capire che la direzione che ha preso la mia vita è finalmente quella che ricerco da anni e che mi farà avere una vita appagante e ricca di significato :)
Grazie del commento Simone, mi fa davvero piacere :)
Troppo bello questo articolo. L’ho letto e riletto come se i tuoi esempi mi ripostassero con la mente nella giusta direzione,e dicendomi:così deve essere.Ovvio che spesso dimentichiamo.. Un svegliatina ci voleva. Grazie grazieeee
Ah, che bello!
Mi piacciono i tuoi articoli perché riesci ad andare in profondità senza mai perdere la concretezza!
Lo stile è semplice e diretto, ma arriva dritto al punto!
Complimenti
Grazie mille per questo articolo, ne avevo bisogno!
Grazie Andrea, questa tua riflessione risuona molto dentro di me. Mi fa davvero piacere leggerti. Buona ricerca, Susanna
Ne sono molto felice Susanna, alla prossima.
Caro Andrea, ho sempre apprezzato la sintesi pregna di significato che riesci a fornire nei tuoi articoli (un mio mentore dice “nella sintesi c’è la qualità”).
Apprezzo grandemente l’iniziativa di voler inserire anche articoli più lunghi là dove gli argomenti non potrebbero giovarsi di una trattazione minore.
Il tuo percorso di ricerca ti sta portando verso un confine con territori importanti che non sono sicuro tu abbia ancora calcato.
Ma di questi mi farebbe piacere parlarne in altra sede.
Intanto ti ringrazio al modo di Marshall Rosenberg perché vedere persone come te che perseguono la missione di ricercare e diffondere saggezza, mi dà felicità e senso nello stesso tempo.
Un abbraccio.
Stefano
Grazie Stefano, grazie davvero.
Aggiungo un’ulteriore sintesi dell’articolo: capolavoro!
Ottima elaborazione del cruccio per eccellenza di noi umani: cosa ci faccio qui? Sto andando nella direzione giusta? Ecc…
Certo, avere consapevolezza dei 4 elementi e metterli in pratica aiuta già molto! Ma è anche vero, almeno per come la vedo io, che il senso della vita avrà sicuramente molto più “senso” a un’età più matura.
Per arrivare ad apprezzarlo servirà, comunque, una strada da percorrere e la tenacia di proseguire!
La vita non si può vivere in “teoria” :)
Ahahah, grazie Matteo!
Nel post Andrea, grazie.
Avrei delle riserve sul dualismo “felicità-senso della vita”.
Gli esempi di felicità indicati qua penso siano più correttamente definibili come eventi o condizioni “piacevoli”.
Sicuri che non possiamo pensare come il senso della vita ad una parte dell’equazione che determina la felicità ?
Qualcosa del genere:
Felicità (y) = intercetta + piacere + sensodellavitaalquadrato
Ne viene fuori una parabola a con alti e bassi dove solo in determinate condizioni noi “percepiamo” la felicità.
Perdona il
Matematicismo (l’intercetta è la sopravvivenza)
PS mi occupo di nutrizione e sarà deformazione ma la dittatura è quella del piacere (nel tuo articolo quel gelato alla gianduia mi dice molto).
Grazie, buona giornata a tutti e buon lavoro.
Ciao Gianfranco,
sulla differenza tra felicità e piacere ho scritto un altro articolo alcuni anni fa.
Qualsiasi sia la definizione di felicità che vogliamo scegliere però, credo sia innegabile che ci sono individui che vivono una vita profondamente significativa, che però difficilmente potrebbe considerarsi felice.
In generale credo che nella nostra epoca si dia troppo peso alla ricerca della felicità e poco a quella del significato.
Grazie di cuore Andrea!
È una riflessione molto interessante.
Uno dei monologhi di Roberto Mercadini già esamina la differenza fra “contento” e “felice” a partire dall’etimologia, rilevando le stesse differenze che evidenzi fra “felice” (ma nel senso di “contento”, senza problemi) e con “significato” (quindi nel senso latino di “felix”: fecondo, produttivo, rigoglioso, che produce abbondanza).
Lo studio di Baumeister e compagnia identifica ambiti concreti di differenza, ma siamo tutti d’accordo che per essere veramente “felix” bisogna fare, progettare, superare difficoltà, puntare piú in alto, ispirare, muoversi.
Subito, senza aspettare che ci dicano cosa fare :)
Andrea, Buon Lunedi,
Grande ispirazione e nuovo slancio, dopo questa interessante lettura sulla nostra esistenza.
Grazie.
Mario
Prego Mario :)
Come direbbe un cantautore a me caro: “non è cosa, ma è come”
:)
Bellissimo articolo Andrea. Sono anni che ti leggo e ammetto che nell’ultimo periodo leggevo i tuoi articoli velocemente e in maniera un po’ superficiale. Chi ti legge da tanto forse non cerca più strategie per ottimizzare il tempo ecc. (hai scritto tantissimi articoli a riguardo). L’articolo di oggi invece ha qualcosa di diverso, è più profondo… Secondo me Andrea ti sei superato (“evoluto”). Complimenti, sei riuscito a fare un’altra volta centro.
Grazie Marco!
Se questo è l’inizio del nuovo efficacemente…Direi che la strada è quella giusta. Non vedo l’ora di leggere altri articoli che scavano così in profondità ed arrivano a toccare l’anima. Grazie
Bene!
Un post pieno di saggezza, bellissimo, credo sia uno dei migliori pubblicati, se non il migliore
Grazie Antonio :)
Riflessione super interessante, grazie per tutti i tuoi articoli, li leggo sempre con molto interesse e piacere
Ne sono molto felice e grato Daniela.
Questo articolo è l’esatta risposta alle domande che di recente mi son posto.
Parole come vento improvciso, che da forza alle scintille di un fuoco assopito.
Grazie e complimenti Andrea!
Ah, mi fa molto piacere Roberto!
Super articolo! Chissà perchè quando scrivi “I rapporti umani sono fondamentali sia per la nostra felicità, sia per dare un senso alla nostra vita. Non a caso la solitudine ci rende infelici e priva la nostra esistenza di significato” ho immediatamente pensato che in coppia si vive meglio, certo, ma non è un paradigma che condivido, non sempre è così, grandi uomini e grandi donne, hanno passato la loro vita senza avere un partner, forse anche senza amici, quindi in solitudine, ma hanno realizzato profondamente il senso della loro vita e assaporato perciò soddisfazione e gioia che probabilmente non avrebbero realizzato avendo ‘famiglia’….. buona giornata!
Ho letto, con l’attenzione che posso in questo momento, l’articolo.
Tutto chiaro, tutto bello, tutto parziale. Almeno per me.
Si parla di situazioni normali, di vita normale, di ambiti in cui e’ possibile scegliere qualcosa e riflettere con calma su quanto ti sta succedendo attorno.
Ma.
Quando la situazione e’ fuori dal normale, quando quelli che definisci “episodi stressanti” non sono altro che traumi che incidono pesantemente nella tua vita, quando il senso della vita che tu ricerchi e’ inquinato dalle persone che hai intorno che cercano di togliertelo, ecco, in questa situazione cosa puoi progettare? cosa puoi desiderare? cosa ti rimane per il futuro? Anche se capisci il passato, non lo puoi comunque giustificare. Nessuno ti chiedera’ mai scusa per quello che ti e’ successo, per quello che ti hanno fatto.
In questo caso la felicita’, il concetto di felicita’, non esiste piu’. E non solo. Non esiste piu’ neppure il senso della vita. Perche’ e’ stato, brutalmente, calpestato.
Ecco, prendi in esame anche le persone (sono tante e se cerchi tra le donne ne trovi di piu’) che sono state violate nel loro senso della vita e nella loro capacita’ di progettare un futuro.
Grazie comunque.
Shirley
Cara Shirley, percepisco dal tuo commento tanta fatica, delusione e sofferenza. Mi dispiace di questa fase della tua Vita, ma credimi, non sarà sempre così… Soprattutto se tu, dopo aver preso il tempo che ti serve, deciderai di Reagire. Di Ribellarti. Di Sbattere Fuori dalla Tua Vita Chi te la Sporca, Chi te la Invade e Decidere di Pensare a Te Stessa. Sei circondata forse da persone che pensano a se stesse, è arrivato il momento che Tu pensi a Te. Non saranno gli Altri a farti Felice, sarai Tu quando Deciderai di fare di te stessa e della Tua Felicità, del Tuo Scopo una Priorità… Tanto gli altri agiscono per i loro desideri o bisogni, Tu devi pensare ai Tuoi. È un tuo Diritto, lo devi difendere . Nessun rapporto ha senso se non c’è Equilibrio, Reciprocità. Scusa la franchezza. Un abbraccio
Articolo molto interessante.
Dovremmo spesso fermarci e riflettere proprio su quanto detto da te Andrea, a volte rendiamo noi stessi la vita banale, monotona e ripetitiva, mentre basterebbe osare un po’ di più per dare un vero senso alla vita.
Grazie Andrea
Buona giornata e buon inizio settimana
Bellissimo articolo! Profondamente attuale..
Grazie
Ciao Andrea,
trovo i tuoi articoli sempre molto profondi. Credo che il problema per noi giovani soprattutto, stia proprio a monte, ovvero capire quale meta impegnarsi a raggiungere. Trovare la propria strada è la sfida più difficile.
Ciao Linda, concordo.
Su questo tema ho scritto diversi articoli in passato con indicazioni molto concrete, se non hai avuto modo di leggerli ancora, eccoli:
Articoli dedicati allo “scopo della vita“
Forse il tuo miglior articolo di sempre.
Grazie Massimo.
Grazie Andrea, è sempre nutriente leggerti e stare in ascolto delle tue parole.
:)
Molto interessante!! In particolare ho apprezzato le interessanti distinzioni per quanto riguarda il ruolo dell’espressione di sé in relazione a felicitá vs senso. Mi é sempre piaciuto disegnare/dipingere, ma al giorno d’oggi mi irrita il pensiero mainstream di raggiungere la felicitá dedicando tempo libero agli hobby (e magari sentendosi pure in dovere di monetizzarli). Sembra quasi che dipingere significhi riempire fogli, o ancor peggio, uno sketchbook, di carinerie, fiorellini, cuoricini, scorci pittoreschi, immagini minimal dall’aspetto accattivante.. e sentirsi ‘felici’ nel processo. Ecco, a me sembra che questo riempire le pagine, catturare il momento, lo scorcio etc. sia un killer per l’espressione di qualcosa che sia connesso con un significato piú profondo.
il mio senso della vita è il seguente: “emozione per emozione”.
Grande il team Efficacemente!
Caro Andrea, questo articolo risuona fortemente con delle riflessioni che sto maturando da un po’ di tempo a questa parte. Non mi trovo completamente d’accordo con quello che scrivi – la mia umilissima opinione è che la dittatura alla felicità di cui si parla qui, è, in realtà, una dittatura alla felicità fittizia, proprio perchè è legata a fattori esterni. La mia idea di felicità, sicuramente molto utopica, non è legata ad alcuno stimolo esterno. Vorrei riuscire ad essere felice anche quando non mi sento soddisfatta o c’è qualcosa che mi stressa – felicità per me in questo caso non è legata a cosa mi succede, ma a come affronto quello che mi succede (soprattutto i momenti negativi).
Anche il senso della vita che “può essere trovato solo nel futuro, o meglio, nel sottile filo che collega passato, presente e futuro” non mi trova d’accordo se uno rifletto sul fatto che l’unico istante in cui ci troviamo a vivere davvero (e soltanto) è il qui e ora – il senso della vita va trovato nel locale, o al massimo, nella volontà di migliorarsi rispetto a quello che di noi conosciamo e che abbiamo fatto. E questo risiede solo nel passato.
Grazie come sempre per stimolarci alla riflessione e alla condivisione.
Condivido la prima arte della tua risposta. Nella mia esperienza “sono felice anche quando non mi sento soddisfatto o c’è qualcosa che mi stressa” quando sto vivendo una “vita significativa”secondo la definizione di Andrea.
Erano giorni che riflettevo su questo aspetto della Vita e come già accaduto in questi anni ho avuto questo regalo chiarificatore. Trovo bellissima questa empatia culturale cioè la domanda che precede di lì a poco una risposta interessante ed esaustiva come la Tua. Grazie Andrea.
Che bel commento Gennaro :)
Articolo “significativo”,
Grazie Andrea,è sempre un piacere leggerti ,perchè i tuoi articoli sono “freschi e leggeri”, anche se tratti argomenti profondi , sai portarli ” in superficie” ,con eleganza ,e illuminarli con gli occhi del cuore ,che conoscono bene “il senso della vita”,guidandoci nel flusso della vita universale, allineandoci ,su tutti i livelli,con il tutto ,con consapevolezza,
con infinita gratitudine ,
Anna Maria
Grazie Andrea per l’articolo. Trovo che quello che scrivi va’ via via sempre piu’ in profondita’. Saluti
Articolo bellissimo, ancora una volta sei stato in grado di coinvolgermi emotivamente! Lettura leggera nonostante la complessità dell’argomento, hai reso accessibile l’informazione come sempre. Sento di dover ridefinire i miei piani e sugli obiettivi che voglio raggiungere che si basano troppo sull’ottenere qualcosa per essere felici, ma ricercare un po’ più su di me e il significato della vita. Un immenso grazie caro Andrea!
Articolo interessante, l’argomento mi sta molto a cuore. Condivido parzialmente il suo contenuto, ma lo trovo addirittura in contraddizione con alcuni articolo pubblicati in passato.
1) Quello che Andrea definisce “essere felici” lo definirei piuttosto “provare piacere”. Intendo dire che i “comfort, i piaceri materiali o i momenti di svago” hanno poco a che vedere con la felicità. O meglio sono un tassello, ma non quello fondamentale.
Non è raro sentire di persone, che nonostante passino le loro giornate tra comfort, divertimenti e piaceri di ogni tipo, siano in verità sono profondamente depresse pronte a compiere gli atti più estremi.
2) Quello che Andrea definisce “vita significativa” ed il rispetto dei propri “valori” ritengo (dal mio soggettivissimo punto di vista e dalla mie esperienza) che sia la chiave della felicità, quella più profonda, che poi ci permetterebbe di vivere al massimo e con serenità i “comfort, i piaceri materiali o i momenti di svago”.
3) Infine “Il senso della vita”, beh quello è tutto un’altro paio di maniche. Non credo che si alla nostra portata scoprire quale sia il senso della vita. Il fatto che vivere “vita significativa” ci dia un profondo senso di appagamento vuol dire solo che siamo programmati in tal modo, che il nostro dna prevede questo. Migliaia di anni di selezione naturale hanno “determinato” che la ricerca di una “vita significativa” porta a maggiori chance di arrivare alla procreazione. Ma il senso della vita, il perché noi esistiamo, la creazione dell’universo credo sia definitivamente fuori dalla nostra portata.
Addirittura, sebbene questa domanda al nostro limitatissimo cervello sembri perfettamente logica, potrebbe non avere assolutamente senso.
grazie…bellissimo articolo
Bellissimo articolo Andrea! Uno stupendo equilibrio di studio scientifico, esempi pratici e umanità.
L’articolo che mi serviva in questo momento della mia vita
Credo sia importante chiedersi il senso della propria vita, quello che tu stesso dai alla tua esistenza e diventare poco a poco la miglior versione di te, creando il meglio (in quel momento e con le risorse a disposizione) per te e le persone a cui vuoi bene.
Non è la felicità lo scopo, è la pienezza dell’esperienza.
La “domanda” ti serve solo per fermarti in mezzo al trambusto del tran tran quotidiano e poter prendere autocoscienza di quanto tu stia creando consapevolmente in questo momento. Probabilmente il “conosci te stesso” è riferito proprio a questa domanda in cui, quasi, ogni uomo si imbatte nella propria vita.
Molto interessante, certamente condivisibile, ma molto difficile da realizzare… un motivo in più per provarci.
Interessantissimo articolo!
Ognuno di noi è unico.
Quello che rende felice una persona, non rende felice l´altra.
Inoltre crescendo si cambia….
Ciò nonostante, certe cose sono decisamente più collegate alla felicità di altre.
Per esempio: sapersi accontentare, evitare l´invidia, coltivare amore per il prossimo e sviluppare una certa forza d´animo a livello mentale ed emotivo.
Articolo interessante.
Vorrei condividere con voi il libro dal titolo “La tua seconda vita comincia quando capisci di averne una sola” di Raphaelle Giordano. Io l’ho letto qualche tempo fa e mi sembra molto in sintonia con questo articolo.
Bellissimo, a volte capita di perderci nel nostro percorso, e dimenticare chi siamo… A volte ci ritroviamo, altre volte sembra non ci di riesca più.. Un’infinita ricerca..verso il nostro io più vicino..è stato un’incontro virtuale, leggere le tue magnifiche parole, ma comunque è stato uno di quei casi in cui conoscere nuovi punti di vista, nuove parole, una facciata diversa dalla finestra sul tuo mondo, ti arricchisce la Vita. Grazie
Grazie Massimiliano!
Ciao Andrea, questo articolo è così profondo, per me quasi sconvolgente. Illuminante. Contiene tanti degli ingredienti che fanno dell’impasto di cui sono fatti gli esseri umani un impasto speciale, e anche consigli su come “lavorarlo” per ottenere un buon “pane”. Grazie di cuore. La cosa pazzesca è che credo di averlo già letto, ma rileggerlo adesso, in un momento della mia vita in cui devo fare una scelta apparentemente piccola, ma che per me invece è enorme perchè sento che si porta dietro decisioni a monte molto più profonde, che hanno appunto a che fare con il “senso della vita”, rileggerlo adesso è deflagrante. E’ proprio vero che se uno non è pronto, gli si può dire qualsiasi cosa e questa non scenderà in profondità….Un caro saluto e grazie ancora.
Ho trovato questo articolo molto,molto interessante e ringrazio questo Grande Studioso
Grazie Anna Maria!
Buongiorno Andrea, ti vorrei chiedere : una delle mete che io mi sono posto è proprio quella , più che una famiglia, di costruire una relazione. Tuttavia, negl’ultimi anni ho trovato molte difficoltà addirittura ad incontrare persone, non dico a provarci…a differenza di quando ero più giovane dove ero circondato da diverse donne. Ora, io non so cosa potrei fare per agevolare ancora la situazione (le ho provate tutte)…la conseguenza è un senso di impotenza e frustrazione con incorporata una discreta dose di solitudine. Loris
Ciao Loris, mi spiace per quello che stai vivendo in questo periodo. Una cosa che ho notato nella mia vita è che quando vogliamo “forzare” troppo cose che non sono propriamente sotto il nostro controllo, spesso otteniamo il risultato contrario a quello desiderato. Se mi trovassi nella tua situazione cercherei di concentrarmi più sul coltivare la mia vita sociale, senza l’ossessione di trovare una donna da sposare: viaggi, attività sportive e culturali, anche dating app, ma come detto, con l’obiettivo di incontrare persone interessanti. E poi lascerei che le cose evolvano con naturalezza da lì.
…per precisare e generalizzare un attimo. Se una o alcune mete della tua vita che sono fondamentali per andare avanti e per sentirti realizzato, dipendono anche da circostanze favorevoli (un’opportunità lavorativa che ti deve essere offerta, un’incontro nei posti che frequenti – lavoro, bus, locali etc.con una bella donna.)…beh in questi casi secondo me siamo un po’ limitati, abbiamo cioè bisogno di destino favorevole. Non possiamo fare tutto da soli……Loris