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E se tutti i tuoi recenti fallimenti fossero colpa di un moccioso? E se quel moccioso si nascondesse tra i meandri dei tuoi pensieri? In questo articolo ti spiego come metterlo a tacere e dare una svolta.

“Non è mai troppo tardi per essere ciò che avresti voluto essere.”

George Eliot.

Da piccolino, avrò avuto non più di 4 o 5 anni, ogni volta che accompagnavo mia mamma a fare compere, la trascinavo nel negozio di giocattoli vicino casa e qui mettevo in atto la più evoluta strategia di persuasione infantile conosciuta dal genere umano: le frigne.

Nonostante la mia costanza ed il mio notevole impegno “frignitoso” devo dire di non aver mai avuto particolare successo nel convincerla, ad eccezione di una volta. Probabilmente presa per sfinimento, un giorno mia madre mi fece la tanta agognata domanda: “Va bene Andrea, cosa vuoi prendere?“. E io prontamente risposi: “Tutto, voglio tutto mamma“.

Ricordare quell’episodio mi strappa sempre un sorriso, ho voluto però parlartene per un motivo ben preciso. Stavo infatti ripensando a tutte quelle volte in cui ho rimandato la sveglia, ho saltato un allenamento, ho procrastinato un impegno. In ognuna di queste occasioni una vocina si è insinuata tra i meandri della mia mente, una vocina lamentosa ed insistente, una vocina maledettamente simile alle frigne di quel bambino di 5 anni che voleva tutto e subito.

Se non riesci a mantenere i tuoi buoni propositi per più di 48 ore, se hai più obiettivi di una reflex ma passi le giornate su un Eminflex, se ti senti in un pantano in cui nulla cambia ma tutto affonda, questo articolo è stato scritto per te. Poche frigne e prosegui la lettura ;-)

Quando il bambino frignone dirige la tua vita

“C’è dentro di me non so che spirito divino e demoniaco; […] ed è come una voce che io ho dentro sin da fanciullo; la quale, ogni volta che mi si fa sentire, sempre mi dissuade da qualcosa che sto per compiere, e non mi fa mai proposte.”

Platone (Apologia di Socrate, 31d).

Da sempre gli esseri umani sono stati soggetti alle bizze di quel bambino frignone che alberga in ognuno di noi. Nel libro “Alla ricerca delle coccole perdute“, Giulio Cesare Giacobbe fornisce una descrizione magistrale della personalità del bambino (più noto ai lettori di EfficaceMente con l’appellativo di “Frigno Frignonis”):

Giulio Cesare Giacobbe - Alla ricerca delle coccole perduteIl bambino è la persona più sfigata dell’universo. E, tragicamente, lo sa. Quando senti qualcuno che ti dice che è sfigato, che il mondo ce l’ha con lui, che lui è il più sfigato dell’universo, sappilo, ti sta parlando un bambino. Se ha meno di dodici anni è normale. Se ha più di dodici anni è preoccupante. Se ne ha più di diciotto è tragico. Se ne ha più di venti è un casino. […] Il problema è che il bambino è incapace di affrontare da solo la vita e le sue difficoltà, i suoi pericoli, i suoi ostacoli, le sue prove, le sue responsabilità. È  incapace di dominare l’ambiente che lo circonda. Perché è incapace di sopportare le frustrazioni che l’ambiente impone: le difficoltà, la fatica, la sconfitta, la perdita, il dolore. Perché non ha sicurezza in sé stesso ed è convinto di non potercela fare.

Insomma, la personalità del bambino frignone emerge ogni qualvolta la vita ci mette alla prova:

  • Il bambino frignone se ne frega dei tuoi obiettivi, soprattutto se richiedono una qualche forma di impegno prolungato nel tempo. A lui interessa solo sfuggire al disagio e appena si presentano le prime difficoltà inizia a sussurrarti: “ma chi te lo fa fare?“, “non ne vale la pena“, “oggi ti meriti una pausa“.
  • Il bambino frignone è un fervente sostenitore della procrastinazione. Ti fa credere che non c’è alcuna fretta, che domani sarai incredibilmente produttivo e recupererai tranquillamente il tempo perso finora. La verità è spesso ben diversa (parola di Stephen King).
  • Il bambino frignone è un portatore sano di “scusite“. Quando ti ritrovi faccia a faccia con le tue responsabilità, sta certo che lui troverà sempre una scusa perfettamente razionale per aiutarti a svignartela. Non mi credi?! Scommetto uno zilione di euro che nell’ultima settimana hai utilizzato almeno una di queste scuse.

Il bambino frignone è dunque profondamente radicato in noi, ma è pur sempre una singola sfaccettatura della nostra personalità. Forse in questo momento è la sfaccettatura dominante, ma non necessariamente deve esserlo nel prossimo futuro. Possiamo scegliere di non essere quel bambino. Possiamo scegliere di non ascoltarlo.

Sì André, ma come?! Non è che c’hai una di quelle tue tecnicucce pratiche ed efficaci per zittire ‘sto frigno frignonis?! Ne vorrei prendere 2 etti e mezzo. Grazie.

L’autodisciplina selettiva

“Il segreto del successo è scegliere le abitudini giuste e avere quel tanto di disciplina che serve per formarle.”

G. Keller.

Lo ammetto, l’immagine del samurai dalla ferrea autodisciplina e dall’indistruttibile resilienza mi ha sempre affascinato, la verità però è che affidare il nostro cambiamento esclusivamente alla disciplina non funziona: più ci irrigidiamo, più cerchiamo di zittire il bambino frignone che è in noi e più lui si rivolta con inaspettata ferocia, bruciando in pochi istanti giorni di duri progressi (ti avevo parlato di un meccanismo molto simile anche nell’articolo sull’autocontrollo).

Esiste tuttavia un approccio per evitare che il bambino frignone diriga la nostra vita, senza al contempo trasformarci in degli automi frustrati e repressi: si tratta dell’autodisciplina selettiva.

Recentemente ho suggerito all’interno del gruppo Facebook di EfficaceMente il libro di Gary Keller intitolato “Una cosa sola“. Tra le varie strategie suggerite, quella che ho sperimentato con maggior successo è stata proprio quella dell’autodisciplina selettiva. Nello specifico, l’autore paragona la nostra autodisciplina alla batteria di uno smartphone: quando la batteria è piena, riusciamo tranquillamente a zittire il bambino frignone, portando a termine tutti i nostri buoni propositi. Quando invece la batteria è scarica, Mr. Frigne prende il sopravvento e ci porta a replicare gli schemi di comportamento (sbagliati) che meglio conosciamo.

Il segreto dunque è prendere consapevolezza di questo “ciclo di ricarica” della nostra autodisciplina e sfruttare le limitate riserve di forza di volontà a nostra disposizione per formare degli schemi di comportamento (leggi “abitudini”) che siano funzionali al raggiungimento dei nostri obiettivi.

‘Mazza André, ormai parli come un professorone! Senti, in parole povere, che devo fare per evitare che frigno mandi sempre tutto a pu…pazze?! 

Tradotto in parole povere, autodisciplina selettiva significa:

  1. Concentrarsi su una sola abitudine che ci avvicini ai nostri obiettivi.
  2. Praticare questa abitudine alla mattina, quando le riserve di autodisciplina sono al massimo.
  3. Far leva sulla nostra forza di volontà solo il tempo necessario per formare l’abitudine.

That’s it. E indovina un po’?! Abbiamo già visto lo strumento ideale per sfruttare i principi dell’autodisciplina selettiva: sì, esattamente, sto parlando della #sfida90901. Se non lo hai già fatto, puoi adottare questo “formato” non solo per portare avanti uno specifico progetto, ma anche per instaurare una nuova abitudine.

Ti avverto, il bambino frignone non se ne starà con le mani in mano e farà di tutto per sabotarti. Ma tu ora lo conosci, conosci i suoi inganni e le sue parole di miele. Non ascoltarlo. Sfrutta i principi dell’autodisciplina selettiva e porta a termine la tua #sfida90901.

“Per non assuefarsi, non rassegnarsi, non arrendersi, ci vuole passione. Per vivere ci vuole passione.”

Oriana Fallaci.

Ti auguro una settimana con più passione e meno frigne ;-)

Andrea Giuliodori.

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Sono un Ingegnere, nato e cresciuto tra le ridenti colline marchigiane ed oggi vivo e lavoro a Londra. Ho lavorato a Milano come Manager per una multinazionale della Consulenza Direzionale per 7 anni. Da inizi 2015 ho deciso di dedicarmi a tempo p...

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Alex

Quando il bambino frignone ha diritto la vita per troppo tempo offrendo solo pessime abitudini … e ora è arrivato anche il momento di fare i conti con la disoccupazione, studi persi e pensieri preoccupanti è davvero una guerra interna riuscire a scegliere una SOLA abitudine da cambiare. Ce ne sarebbero troppe…

Per fortuna i tuoi articoli ti mettono in condizione di riflettere profondamente. Consapevolmente troverò l’abitudine più importante da dove iniziare.

Grazie e buon inizio settimana

Danilo

Si diventa ciò che si pensa, scegli i tuoi pensieri con molta attenzione, concentrati sulle abitudini che vuoi sviluppare e immaginati mentre esegui le nuove azioni quotidiane, rimani concentrato il più possibile su quello che vuoi e non su quello che non vuoi…parla di come sarà fantastica la tua vita una volta che avrai creato i cambiamenti che desideri, accetta la situazione così com’è e poi focalizzati su come vuoi che sia la tua vita…Come si mangia un elefante? Un panino alla volta :-) Piccoli passi fatti con costanza ti porteranno lontano…

Andrea

Ciao Alex,
quando ci si trova con il “fango” fino alla gola certe parole, certe strategie strappano un sorriso amaro. Ti ringrazio quindi 2 volte per il tuo commento. In merito al cercare UNA sola abitudine da cambiare, so perfettamente quanto sia difficile: quando prendiamo finalmente consapevolezza di dovere cambiare, vorremmo stravolgere la nostra vita dalla sera alla mattina: magari ci riusciamo anche, per qualche giorno o, se siamo bravi, qualche settimana. Ma poi inevitabilmente torniamo alla casella del via.

Concentrarsi su una singola abitudine può sembrare un approccio più lento, ma di fatto è quello che garantisce i migliori risultati sul lungo periodo.

Andrea.

Elisa

Ciao Andrea,
articolo molto interessante anche questa settimana
Grazie

Andrea

Ciao Elisa,
mi fa piacere ti sia piaciuto :-)

Alla prossima settimana.
Andrea.

Bartolo

Ciao Andrea, argomento interessante e divertente da leggere come sempre.
Ho trovato utile per me soprattutto quando dici:
prendere consapevolezza di questo “ciclo di ricarica” della nostra autodisciplina e sfruttare le limitate riserve di forza di volontà a nostra disposizione per formare degli schemi di comportamento (leggi “abitudini”) che siano funzionali al raggiungimento dei nostri obiettivi.
Dato che non riusciamo ad avere sempre la massima autodisciplina, allora è più efficace impegnarci a creare nuove abitudini nelle prime ore del mattino.

Andrea

Sì, assolutamente: nell’ultimo periodo (a partire dal post sul perfezionismo) ho capito che in alcuni miei vecchi articoli rischiava di passare l’idea che per avere successo sia indispensabile essere dei samurai superdisciplinati che non possono mai sgarrare: non è così.

Mi auguro che in questi post trasmettano il messaggio corretto che la vita è ciclica e dobbiamo saperci adattare ai cicli della vita per riuscire al meglio.

Andrea.

Angela

Ciao Andrea.. bell’articolo… ho solo un piccolo problema: tu consigli di agire la mattina… che per me e’ il momento della giornata in cui sono piu’vulnerabile nel senso che sono una pigrona assurda e la mattina faccio una fatica terribile ad alzarmi (i famosi “ancora 5 minuti””sono il mio punto debole)a meno che non debba per lavoro o impegni gia’presi.
Ma voglio lavorare su questo, magari facendo una cosa alla volta come dici
Alla prox!

Andrea

Ciao Angela, sull’essere pigri la mattina ci sono 2 possibili spiegazioni: siamo effettivamente dei “night owl”, persone che riescono ad essere davvero produttive dal tardo pomeriggio fino a notte tarda, oppure c’è qualcosa che dobbiamo cambiare nelle nostre abitudini sportive ed alimentari.

Da ricerche che ho avuto modo di leggere, i night owl sono MOOOOOLTO meno di quanto si possa pensare! ;-)

Carlo

Quella degli “ultimi 10 minuti” può essere una vera croce.
Personalmente uso una tecnica che mi sembra di aver trovato anche su questo blog: invece di spegnere la sveglia e svegliarsi poco alla volta, tenere la sveglia/il telefono ad una certa distanza dal letto, e quando suona partire in piedi là per là. In questo modo si salta a pie’ pari la fase dell’avvilimento per il doversi alzare… -)
…e sapere di aver impostato l’ora giusta quando ancora si era lucidi aiuta a fissare l’abitudine

Enza

Gran bell’articolo, mi ha fatto svegliare con una certa allegria, intraprendendo la giornata nel migliore dei modi, nonostante sia come al solito un periodo difficile. La tua ironia è una delle “armi” migliori che hai a disposizione. Perchè non basta sapere, conoscere, informarsi. Ma è importante saper comunicare, e tu sai farlo alla grande. Il tuo “bambino frigno frignonis” mi ha portato alla mente la poetica del fanciullino di Pascoli applicata al contrario ;)!!
La sfida #90901 è stato uno dei primi consigli che ho applicato e tra alti e bassi continuo a portarla avanti. Di sicuro è un ottimo modo per iniziare a cambiare qualcosa della propria vita, che sia un abitudine, o la volontà d’intraprendere quel progetto che da anni abbiamo chiuso a chiave nel cassetto. Consiglio a tutti di provarci, non è mai troppo tardi, è molto stimolante e aiuta poi con il tempo a cambiare anche altre abitudini e modi di pensare poco costruttivi.

Andrea

Ciao Enza,
grazie davvero per questo commento.

In merito alla poetica del fanciullino di pascoliana memoria, volevo citarla nell’articolo, ma rischiavo poi di espanderlo troppo. Parlo spesso in termini negativi del bambino frignone che è in noi, in realtà, come suggerisce anche Giacobbe, la personalità del bambino ha anche dei tratti positivi. Lungi da me volerli reprimere o negare.

Certo che spesso della personalità del bambino viviamo spesso i lati negativi più che quelli positivi come la capacità di immergersi nel momento presente o uno stato di continua sorpresa di fronte ai più semplici episodi della vita.

Andrea.

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