Spencer Johnson – Chi ha spostato il mio formaggio?
“Che cosa faresti se non avessi paura?”
Spencer Johnson.
Agosto, tempo di libri e letture in spiaggia e nonostante le ferie non ho voluto mancare l’appuntamento con il libro del mese. Per questo mese ho scelto un libro molto semplice e scorrevole, ma il cui messaggio è estremamente potente. Sto parlando del best seller di Spencer Johnson: “Chi ha spostato il mio formaggio?“.
Ho letto questo libro per la prima volta durante una fase della mia vita segnata da importanti cambiamenti: lo stile semplice e fiabesco di Johnson mi hanno aiutato ad assimilare da subito alcune lezioni fondamentali sul cambiamento, che sono certo potranno essere di grande aiuto anche a te. Ma vediamo subito di conoscere meglio l’autore ed il suo libro.
L’autore
Ciò che amo di Spencer Johnson e le sue “favole di crescita personale” è la capacità di trattare argomenti complessi in modo semplice, offrendo soluzioni pratiche e di immediata applicazione.
Nato negli Stati Uniti nel 1940, il Dott. Johnson si è laureato in psicologia nel 1963 presso la University of Southern California e dopo la specializzazione presso la Mayo Clinic e l’Harvard Medical School, ha lavorato come Direttore Medico presso la Medtronic e successivamente come advisor presso la Harvard Business School.
Oltre al suo best seller più famoso “Chi ha spostato il mio formaggio?“, il Dott. Johnson ha scritto altri 10 libri tra cui: “L’one minute manager“, tra i libri di riferimento per i manager di mezzo mondo e “I su e giù della vita“, un libro per trasformare i periodi di crisi a proprio vantaggio. Ognuno dei suoi libri si è dimostrato da subito un successo editoriale: un caso?
Ma vediamo ora di cosa parla il suo libro più famoso: “Chi ha spostato il mio formaggio?”.
Il libro
Il breve saggio di Spencer è incentrato sulle avventure di 4 personaggi: i topini Nasofino e Trottolino e gli gnomi Tentenna e Ridolino. I 4 protagonisti, dopo aver trovato quella che sembrerebbe un’inesauribile scorta di formaggio, smettono di impegnarsi nella ricerca di cibo, dando per scontato la disponibilità del formaggio; Questa falsa sicurezza si dimostra estremamente pericolosa: senza che i nostri piccoli amici se ne accorgano, la scorta di formaggio si assottiglia sempre di più, finché un giorno scompare del tutto.
La favola è una splendida parabola di molti dei cambiamenti che ci accadono nella vita: la perdita di una persona cara, di una sicurezza economica, di un amore. Quando questi cambiamenti avvengono, iniziamo ad idealizzare il passato e a farci terrorizzare dal presente e dal futuro.
Come detto, pur nel suo stile semplice, “Chi ha spostato il mio formaggio?” trasmette un messaggio molto potente, che può essere sintetizzato in una frase che Ridolino scrive sul muro del labirinto: “Se non cambi, rischi di scomparire”.
Perché dovresti leggerlo
La paura del cambiamento nasce dal nostro attaccamento alle cose, alle persone e alle situazioni: quando comprendiamo che nulla è per sempre e che il cambiamento è l’unica costante della nostra vita, siamo colti da un immediato senso di leggerezza. Lo stress svanisce, e ciò a cui davamo più peso del necessario passa velocemente in secondo piano, lasciandoci godere i piccoli piaceri della vita. Recentemente ho pubblicato su Twitter una frase che sintetizza bene questo concetto:
Niente può trascinarti in basso se non ci sei legato.
Sono inoltre convinto che certi libri arrivino quando siamo pronti per comprenderli affondo: se stai attraversando un periodo segnato da importanti cambiamenti, ti consiglio di leggere il libro del dott. Spencer ed iniziare a vivere con più leggerezza, consapevole che ogni cambiamento è si la fine di qualcosa, ma al contempo è anche l’inizio di qualcosa altro. Buona lettura ;-)
Spencer Johnson – Chi ha spostato il mio formaggio?
Ps. non credo pubblicherò altri articoli nel mese di agosto, anche perché sarò all’estero. Ne approfitto per augurarti nuovamente buone vacanze. Ci risentiamo a settembre… con qualche bella novità ;-)
Foto tratta da internet.
Bellissimo articolo anche questo Andrea, i miei complimenti.
Avevo già sentito parlare di questo libro ma non l’ho mai letto, anche perchè non capivo il senso del titolo e non ho mai indagato per scoprirlo.
Ti ringrazio per aver pubblicato questa recensione, adesso so di che si tratta e sicuramente lo aggiungerò alla lista dei libri da leggere.
Un saluto e a presto.
“Niente può trascinarti in basso se non ci sei legato.”
Bella, valida per moltissime cose,
tuttavia, pensandoci, credo sia un pò dura da applicare
quando si tratta di un figlio, che ne dici ?
ciao!
Un libro che non conoscevo ma che inserirò tra i libri da leggere.
Il cambiamento è la chiave del successo per chi fino ad ora non ha ottenuto quello che avrebbe desiderato.
Cambiare vuol dire anche crearsi nuove abitudini e nuove prospettive che magari non avevamo mai preso in considerazione ma che che ci permetteranno di avere un rapporto con la nostra vita migliore.
Complimenti per i tuoi ottimi articoli…
In queste ferie, purtroppo finite troppo presto, ho letto “La fine è il mio inizio” di Tiziano Terzani… e la frase del tuo articolo che dice: “…consapevole che ogni cambiamento è si la fine di qualcosa, ma al contempo è anche l’inizio di qualcosa altro.” me l’ha fatto venire in mente. Ovviamente Terzani si riferiva alla sua morte, ma trovo che sia quanto mai calzante, lui ha mostrato una grande serenità in questo “cambiamento” e forse è proprio perchè aveva in mente questa identità tra fine ed inizio.
Da mettere nella whilist dei libri da leggere :)
Ciao Andrea,
la prima volta che ho sentito parlare di questo libro è stato nel 2008/09 grazie al mio prof di cucina. Con questo libro ha voluto spiegarci il fatto che bisogna sempre stare in allerta e percepire i cambiamenti che avvengono nel mondo della ristorazione (e ovviamente nella società). Ho appena finito la scuola superiore e adesso sono ansioso e in crisi perchè devo decidere quello che sarà il mio futuro, e non so cosa fare. Mi sento molto insicuro, sono timido, ma soprattutto o paura dei cambiamenti: sento però un forte bisogno di farli; vorrei iniziare ad essere più aperto (soprattutto con le ragazze!) e smettere di piangermi addosso… Non so perchè ti sto scrivendo ciò, ma questo tuo articolo casca a pennello riguardo la mia situazione… Cercherò di leggerlo il prima possibile, sperando che mi possa aiutare in qualche modo…
Probabilmente questo periodo per me sarà solo “another brick in the wall”! =D
I tuoi articoli sono sempre i migliori. Già lo sai, ma un apprezzamento in più è sempre uno stimolo a continuare a coltivare una passione… E nel tuo caso è originale e diversa dalle altre!
Ci vediamo a Settembre!
Complimenti per il consiglio, ho appena terminato di leggere il libro e l’ho trovato molto carino. In fondo dice cose di una ovvietá disarmante, credo che anche per questo motivo possa dare una scossa in periodi di incertezza. La paura ci blocca, ma condivido il pensiero che “stare in una situazione senza formaggio” sia decisamente peggio che rischiare ed andare a cercarlo.
Mi ricorda il distaccamento della filosofia buddista
Tanti anni fa alla stazione di Milano dovendo affrontare un viaggio in treno da solo comprai questo librettino, che ho finito di leggere prima della fine del viaggio.
Concordo con quello che hai detto, io da allora ne ho consigliato la lettura a tante persone.
Sono rimasto molto colpito dalla classificazione che Spencer fa delle persone, da allora mi sono obbligato a guardarmi con maggiore attenzione per evitare di essere Tentenna.
Buon continuo di vacanze.
ciao Andrea! ora siamo a settembre e sicuramente avrai già pubblicato qualcosa di nuovo che tra poco cercherò. E’ vero, il cambiamento fa parte di noi, del nostro essere, ma non sempre viene accettato da chi ti sta vicino e non capisce la tua esigenza di cambiare. Ma “nulla può trascinarti in basso se non ci sei legato” è fenomenale….peccato che siamo sempre legati a qualcosa….spetta a noi tirarlo su, quel qualcosa, evitando che ci trascini a fondo. Il mio è un anno pieno di cambiamenti, non sempre positivi ma sicuramente legati ad una crescita interiore che prima non capivo….non capivo perchè molti avessero voglia di cambiare e muovere lo stato delle cose….semplicemente ti dà vita il cambiamento, in me riguarda una passione che trasformerò in lavoro, il che mi pone positiva verso gli altri….se si è soddisfatti di se stessi ci si pone con un sorriso al prossimo! ciao Andrea…a presto!
Ciao Patricia, grazie per aver condiviso la tua esperienza sui cambiamenti.
Eh no… per settembre ancora non ho pubblicato nulla, ma è già pronto un articolo per domani. Insomma da domani si riparte a pieno regime… con qualche bella sorpresa nel mese di settembre ;-)
La tua segnalazione è arrivata nel momento giusto. Sto vivendo un periodo di enormi cambiamenti sul lavoro, che potrebbero anche non essere positivi, ma ancora non si sa. Normalmente, mi sarei agitata da morire; da quando ho letto questo libricino invece mi sono accorta di aver immediatamente cambiato alcuni aspetti del mio modo di pensare e di fare. Continuo a ripetermi “Stai tranquilla…sarà soltanto un pò di nuovo formaggio” ; )
NON LEGGETE QUESTO LIBRO !!!
L’ho acquistato alcuni anni fa e l’ho trovato BANALE e INSULSO.
Dopo averlo letto (l’ho proprio letto!) mi sono sentito imecille per averlo comprato.
E’ uno dei peggiori libri che abbia mai letto.
Cordialmente e senza offese per nessuno.
Roberto
Ciao Roberto,
grazie del commento. Credo che qualsiasi libro provochi reazioni così diametralmente opposte, meriti di essere letto ;-)
A me piace molto il detto: il maestro arriva quando l’allievo è pronto.
Buona serata,
Andrea.
BRAVO Andrea.
Mi piace il tuo sito.
COMPLIMENTI
Roberto
NON COMPRATE QUESTO LIBRO !!!
L’ho acquistato alcuni anni fa e l’ho trovato BANALE e INSULSO.
Dopo averlo letto (l’ho proprio letto!) mi sono sentito imecille per averlo comprato.
E’ uno dei peggiori libri che abbia mai letto.
Cordialmente e senza offese per nessuno.
Roberto
Grazie a te Andrea per questo libro recensito che ha aperto un pò di più i miei orizzonti limitati :) , ti scrivo la mia opinione come feedback e ringraziamento:
Ho letto questo libro un pomeriggio in libreria e mi è sembrato facile da leggere, gradevole per la storia adatta anche ai più piccoli e stimolante in tutti i sensi.
Il contenuto l’ho apprezzato abbastanza, in effetti dà ottimi consigli per affrontare i cambiamenti che sempre ci coinvolgono, ma purtroppo ha un limite bello grosso che una volta finito il libro m’è saltato subito a mente.
E cioé: CHI DIAVOLO HA RUBATO IL MIO FORMAGGIO ???
Non c’è dato sapere quale mente perversa è artefice delle nostre disgrazie e per quali oscure ragioni il nostro formaggio viene spostato in continuazione. Va bene non tentennare e lagnarsi continuamente, ma per lo meno cambia il titolo che rimane insoluto! XD
Per curiosità oggi nella stessa libreria ho aperto un libro che stava lì vicino, “IO, ho rubato il tuo formaggio”.
Forse qui sarà la risposta che cercavo?
Lettura scorrevole e piacevole anche questa, questa volta solo topi e niente gnomi. Morale della favola: noi stessi possiamo (e dobbiamo) “modificare” e “abbattere” il labirinto, che però non è nella realtà ma solo nei limiti/barriere che noi stessi ci imponiamo.
Mi aspettavo qualcosa di più anche per un risvolto sul sociale (una rivoluzione dei topi? Anche qui è come se corressimo tutti soli!) o uno sbocco nel voler risvegliare gli altri (come nel mito della caverna di Platone per intenderci), invece ho trovato solo qualche accenno e il facile “continua tu la storia”…
Forse sono solo storielle e pretendo troppo, in ogni caso questo è quello che penso di questi due libri che secondo me andrebbero letti in coppia ;)
Cosa ne pensi di quest’ultimo libro, Andrea? L’hai già letto? :)
Buongiorno Andrea.
vorrei dirti che questo libro fa parte di quelle categoria di scrittori, uomini “guru” , che credono di aver scoperto la formula della felicita’ , di quelli che ti dicono ..”ma come..non sai come essere felice, cambiare, fare soldi ed aver successo? “..compra il mio libro che te lo insegno..! Un americano che indica la via del successo e che ti dice come cambiare e conservare il successo in ogni situazione..?? loro..loro che hanno creato la bolla immobiliare scatenando una crisi mondiale ?? gli americani che per risollevare le sorti della lro industria automobilistica hanno dovuto chiamare uno come Marchionne che in Italia riesce solo a ridurre posti di lavoro e “campare” con una, dico solo un’ auto, la Fiat 500?? no, credimi questo libro e’ una cazzata spaventosa ed attrae solo degli sprovveduti e manager emergenti raccomandati. Audi e BMW da 20 anni producono modelli di auto dove occorrono mesi per averle, Samsung crea modelli di telefono e televisori annientando l’ industria concorrente giapponese e americana…innovazione, ricerca, preparazione e professionalita’..questo e’ il cocktail del successo per una industria che vuolecompetere su mercati mondiali.
Buongiorno Claudio,
ho visto che questo è il tuo primo commento, ti assicuro che se avrai modo di leggere gli altri miei articoli, sono tutt’altro che tenero con quelli che io chiamo para-guru.
Non ho però apprezzato nel tuo commento la generalizzazione: “americano” = “non può insegnarmi una cippa”. Il popolo americano in sé non mi è particolarmente simpatico, ma devo dire che mi sono in parte ricreduto dopo il viaggio negli Stati Uniti fatto questa estate; inoltre trovo scorretto valutare le persone in base alla loro nazionalità: preferisco valutarle singolarmente in base ai contributi che hanno dato e ai risultati che hanno ottenuto.
Il Dr. Spencer in questo caso non ha sicuramente scritto un capolavoro letterario, ma un piccolo pamphlet che invita a ragionare su come l’uomo affronta il cambiamento e credo che alcuni spunti vadano tenuti necessariamente in considerazione.
Il resto del tuo commento l’ho trovato impreciso e forse dettato da una recente delusione lavorativa (non ti conosco e non mi permetto di giudicare, è una mia semplice impressione): mettere in evidenza l’industria automobilistica come esempio di avanguardia della tecnica significa aver assorbito molto bene certi messaggi pubblicitari (penso a quello dell’audi) ma non aver compreso a fondo le innovazioni degli ultimi 20 anni. L’industria automobilistica è morta, è un residuo di inizio era industriale e viene tenuto in vita senza reali innovazioni radicali, al solo fine di garantire un equo consumo di petrolio. Senza vincoli corporativi, credo che l’uomo avrebbe portato avanti sistemi integrati di trasporto ben più avanzati della vecchia auto. Una carrozza con i cavalli piena di nuovi optional, rimane una carrozza con i cavalli.
Per quanto riguarda Samsung che annienta l’industria giapponese ed americana, sono certo che Apple abbia qualcosa da ridire; ma senza cascare nel cliché iPhone vs Galaxy, ti ricordo che è Apple a marginare sull’hardware, gli altri produttori in realtà fanno margini miseri sull’hardware ed il vero punto di forza è il software, Android, realizzato dall’americana Google.
A presto,
Andrea.
Ciao Andrea,
1)per quanto riguarda Apple, di seguito interessante articolo:
“Apple: Short Term Winner, Long Term Loser”
http://www.fabricegrinda.com/business-musings/apple-short-term-winner-long-term-loser/
2) Per quanto riguarda l’industria dell’auto è un’industria che per definizione non può essere mai vincente perchè ad alta intensità di capitale, così come ad esempio il settore aereo e il settore crocieristico!!
E comunque l’industria dell’auto per rinnovarsi dovrebbe essere rivoluzionata dalla produzione e commercializzazione di massa di auto ad energia pulita che non si fa per svariate ragioni, la principale quella che hai segnalato!!
3)Per quanto riguarda gli americani in generale, sono un “Melting Pot” quindi un sistema complesso e che possano essere esempi di virtuosismi a tutti i livelli è Mission Impossible!!
Ovviamente Vizi e Virtù come in tanti altri popoli occidentali!!
E comunque il pregiudizio di svariati italiani verso gli USA è ridicolo:
a)Confrontare l’Italia o qualsiasi altro singolo paese UE con USA è come paragonare le mele coi salami!!
b) E poi troppo facile scaricare le colpe di ciò che non funziona nel mondo occidentale prendendo come capro espiatorio gli USA!!
Atteggiamento mooolto superficiale!!
4) Nello specifico, sono d’accordo con te al 100% quando dici:
“trovo scorretto valutare le persone in base alla loro nazionalità: preferisco valutarle singolarmente in base ai contributi che hanno dato e ai risultati che hanno ottenuto.”
Al solito, bisogna vedere i fatti: “Carta Canta”!!
Ciao!
Fab
No, no, no, non ci siamo , proprio non ci siamo.. dunque non voglio polemizzare e non entro nello specifico. Trovo singolare che tu e Fab che commenta dopo il tuo scritto, giudichiate superficiale ed addirittura “ridicolo ” quanto invece chi va come me negli Stati Uniti almeno 5 volte all’ anno e porta il made in Italy in paesi emergenti come India, Cina, Medio ed Estremo Oriente, puo’ invece notare palesemente . Il mio giudizio oltretutto trova il conforto di top manager che hanno fatto la storia del design italiano . dunque intanto sono un manager e dirigente d’azienda e non ho avuto alcuna delusione in campo lavorativo. Il tuo ragionamento sul perche’ dell’ utilizzo dell’ auto definita incredibilmente “industria morta” mi lascia a dir poco attonito. Certo si fa un gran uso demagogico intorno alle energie rinnovabili ed al poco utilizzo di esse. Non vorrei farti un trattato su quanti limiti hanno al momento l’ energia idroelettrica, l’ energia solare, l’ energia eolica, quella geotermica e quella marina mentre quelle fossili ancora richiedono poco dispendio e sono continuative. Dunque l’ auto..non ho assorbito nessun messaggio pubblicitario e vorrei ricordarti che uno degli studi di progettazione automobilistica piu’ all’ avanguardia nel mondo – Giugiaro- a piene mani saccheggiato da quelli americani, ha dichiarato che la Fiat di Marchionne e cara agli Americani gli ha commissionato solo una mascherina di auto, e questo negli ultimi 5 anni; nello stesso periodo Audi e Bmw gliene hanno richiesto 5 progetti interi di auto. Questo ti fa capire il mio ragionamento su Fiat e americani. Per quanto riguarda il mio giudizio sugli americani , scartando a priori ogni ipotesi assurda di complotto, il fatto che siano veramente ottusi e impreparati e’ sotto gli occhi di tutti. Che gli agguerriti F 15 dell’ aviazione americana e il comando NMCC del Pentagono non abbiano neanche avuto il tempo d’intercettare un aereo in caduta guidato da un dilettante la dice lunga..sugli Americani….Poi se se trovi il tuo libricino fonte di grandi lumi ed ispirazione per la tua carriera sono affari tuoi..a proposito c’e’ il seguito sempre su animali di un altro scrittore americano John Kotter…”Our Iceber is melting…” Questa volta non sono pantegane o sorci..scusami topolini a cui hanno spostato il formaggio..questa volta sono di pinguini che si accorgono che il loro Iceberg si scioglie..urge in Cambiamento, il nuovo adattamento…leggi e suggerisci anche questo magari…economisti e scrittori americani in aiuto dell’ Europa !
…On the surface, Our Iceberg Is Melting is a simple story of a colony of penguins facing a dilemma. But contained within the story and the characters is a powerful message about the fear of change and how to motivate people to face the future and take action. …
@ Claudio
ma che ci azzecca paragonare gli USA con l’Italia??
Da un punto di vista di analisi macroeconomica proprio niente!!
Basti pensare che solo il Texas è più grande dell’Italia!!
Il paragone per avere minimamente senso da un punto di vista macroeconomico va fatto con tutto l’insieme dei paesi UE!!
Non credo che la maggioranza degli abitanti dei paesi Ue possa pensare che gli americani sono dei mezzi mentecatti come tu vai dicendo!!
Tu solo hai ragione e tutti gli altri non capiscono una cippa??
In tal caso, evviva la modestia!!
Ciao!
Fab
Ciao Claudio,
non preoccuparti, possiamo “esserci” pur rimanendo sulle nostre posizioni: quindi direi che “ci siamo” ;-)
Non mi permetterei mai di definire “ridicolo” un commento di un mio lettore, anche il più astioso e polemico: ho definito il tuo commento impreciso, con particolare riferimento alla parte in cui citavi Samsung, dimenticando completamente una “piccola” aziendina come Apple (la seconda più grande della storia per capitalizzazione in borsa).
In merito al tuo percorso lavorativo, come già sottolineato nel commento precedente, non ti conosco e non sono nella posizione di giudicarti, ma ho avuto immediatamente l’impressione di un commento particolarmente “rabbioso” (cazzata spaventosa, manager emergenti raccomandati, etc.), che non può trovare giustificazione se non in una recente delusione lavorativa. Ma ripeto, è stata semplicemente una mia impressione.
Un elemento che non condivido del tuo commento riguarda la de-responsabilizzazione tipica di una certa parte della classe dirigente italiana: se esporti il “made in Italy” nel mondo, teoricamente dovresti far parte di quella componente sana del tessuto produttivo italiano, il cosiddetto “quarto capitalismo”. Utilizzare la bolla immobiliare e la conseguente crisi finanziaria come scusante è inaccettabile per un manager come te. Sai benissimo che le radici della crisi italiana sono in Italia e non all’estero: la crisi finanziaria ha semplicemente messo a nudo una fragilità strutturale del nostro Paese non più tollerabile.
Per quanto riguarda le energie rinnovabili, non le ho minimamente citate nel mio commento: ho parlato di sistemi integrati di trasporto. Personalmente credo che la green economy sarà l’ennesima bolla, anche se mi auguro che alcune tecnologie raggiungano economie di scala tali da liberarci dalla sudditanza che abbiamo nei confronti del petrolio. Nel precedente commento criticavo l’idea del possesso della macchina in sé. Ma capisco il tuo rimaner attonito: spesso è difficile astrarsi quando siamo così profondamente radicati all’interno di un certo sistema economico e sociale.
Vedo che ritorni spesso sul pianeta auto, immagino che rientri tra le tue passioni o addirittura fa parte del tuo lavoro. Ripeto, trovo personalmente scorretto considerare l’industria automobilistica all’avanguardia: è un’industria vecchia di almeno 1 secolo, che si basa (per chiare scelte di parte e non per limitazioni tecniche) su fonti energetiche distruttive; senza considerare poi il fatto che è tra le principali cause di morte nei paesi occidentali. Se alle case automobilistiche fossero imputati correttamente tutti i costi ambientali e sociali (es. spese sanitarie), l’industria sarebbe spazzata via domani: viene ancora tenuta in vita grazie agli aiuti statali (anche in Germania) per la buona pace sociale di sindacati, etc.
Sul tema americani mi sono già espresso: non valuto un autore, un manager ed una persona in generale in base alla sua nazionalità, ma piuttosto, lo faccio sulla base dei suoi contributi e dei suoi risultati concreti.
Tornando “on-topic”, a me piace tirar fuori le migliori lezioni da tutti gli incontri personali e letterari che faccio, senza snobbismo aprioristico e con la massima umiltà; quindi sì, continuerò ad apprezzare i contenuti del mio “libricino”, così come ho apprezzato lo scambio duro, ma schietto che abbiamo appena avuto.
Andrea.
Mi avete fatto venire una voglia matta di leggere il “libricino”…..