Perché alcuni percorsi di crescita personale, fatti di specializzazione esasperata, creano più danni che benefici.
“L’essenza della natura è l’equilibrio. Dove c’è ombra, c’è sempre una luce che l’ha generata.”
Ursula K. LaGuin.
Nota dell’autore: oggi pubblico un guest post di Marco “Mark” Cannelli, autore di Semplifica.com. Uno dei siti italiani di riferimento per la crescita personale. Mark ci parlerà di un approccio “globale” alla crescita personale. Capita infatti troppo spesso che ci facciamo letteralmente trascinare dai nostri obiettivi, creando squilibrio nella nostra vita. A me è capitato proprio l’anno scorso quando, pur di perseguire un determinato obiettivo, ho tralasciato altri aspetti molto importanti della mia vita. Beh, non mi resta che lasciare la parola a Mark.
L’ultra specializzazione della cultura occidentale
In questo articolo voglio parlare di una tendenza assai diffusa nel mondo della crescita personale. Tendenza che, alla resa dei conti, è un vero e proprio leit motiv in ogni ambito dell’esistenza dell’uomo contemporaneo. Mi riferisco all’inclinazione a voler “parcellizzare” tutto e a rendere ogni cosa indipendente e autoreferenziale fino all’esasperazione!
Ti è mai capitato di andare col pensiero agli anni della scuola? Ti ricordi come erano organizzate le ore di lezione e le materie? Ogni argomento era spezzettato in parti autonome che difficilmente “dialogavano” tra loro; con l’assurda conseguenza che spesso gli studenti facevano (e fanno) fatica a collegare fatti e personaggi in uno scenario globale e comprensibile. Ne sa qualcosa chi ancora non utilizza le mappe concettuali per studiare.
Sembra che le nostre società e le nostre culture moderne occidentali siamo caratterizzate da una smania di ultra specializzazione, in tanti settori e realtà differenti. Ovviamente, tutto ciò comporta delle conseguenze spesso pesanti. Infatti questo orientamento ha ricadute non solo a livello comune, ma anche su base individuale e di comportamento dei singoli.
La specializzazione nella Crescita Personale ed i suoi rischi
Detto questo se hai a cuore la tua crescita personale allora dovresti iniziare a focalizzare meglio il presente scenario. Dalla giusta comprensione si può sviluppare un percorso di sicuro successo che tuttavia, in altro modo, rischierebbe di vedere vanificati tutti gli sforzi che con tanta dedizione stai impiegando.
Infatti persino i percorsi di miglioramento personale possono risultare controproducenti, alla lunga, se non impari a coltivarli nel modo più armonioso e proficuo per te e per chi ti sta vicino. Cosa intendo dire con questo?
Prima di dare una risposta, voglio farti riflettere sulle modalità dei tanti percorsi di sviluppo personale che, in sintesi, si possono raggruppare in queste tre macro aree, che Andrea ha avuto modo di trattare in diversi dei suoi articoli:
- la salute e il benessere fisico/estetico.
- la crescita finanziaria e lavorativa
- la felicità e la spiritualità.
Attorno a queste tematiche si sono aggregate piccole e grandi tribù (per dirla usando il gergo di Seth Godin), ognuna con caratteristiche tutte sue e con scopi e obbiettivi spesso completamente apprezzabili, ma con un aspetto problematico in comune.
…Ognuno di questi gruppi difficilmente dialoga con gli altri. Ne ho avuto prova ed esperienza anche personalmente, avendo cercato di toccare un po’ tutte queste aree di crescita. Chi si occupa di uno di questi aspetti difficilmente è portato a sviluppare anche gli altri, spesso purtroppo sulla scia di preconcetti e cliché.
Le conseguenze di questo tipo di isolazionismo sono serie e, cosa peggiore di tutte, rischiano di vanificare un percorso di autentica crescita personale. La realtà è che ognuno di noi non si muove e non opera mai solo in uno di quegli ambiti. Se ci pensi hai un lavoro, amicizie e forse una famiglia, esigenze alimentari o di salute e così via.
Quello che voglio dire è che quando si cristallizza l’attenzione solo in una delle grandi aree di sviluppo personale e si trascurano le altre, ci si inoltra (consapevoli o meno) lungo un sentiero fatto di alienazione e di infelicità.
Esempi di percorsi incompleti
Prendo come esempio l’impegno verso un sentiero spirituale (di qualsiasi credo o tradizione). Quante volte mi è capitato di incontrare persone che, fortemente prese dalla loro dimensione interiore e spirituale, guardano con un senso di fastidio l’impegno a migliorare le proprie finanze e il senso di soddisfazione nel lavoro.
Decidendo di intraprendere un percorso esistenziale per lo più dedito alla spiritualità, il vivere quotidiano si farà inevitabilmente difficile. Spesso si finisce col credere che basta darsi alla spiritualità e tutto il resto si aggiusterà da solo. Salvo poi capire, alle volte in modo drammatico, che le cose non stanno in questi termini!
Quando si pensa di poter mettere da parte gli strumenti per agire sul lato materiale, ci si condanna a una vita fatta di sgradevolissimi fraintendimenti e a una sorta di “autismo economico” che, alla fine, porterà a complicare e rendere impraticabile anche il sentiero spirituale stesso.
Coltivare la propria spiritualità non deve necessariamente essere in conflitto con il proprio desiderio di fare soldi, magari coltivando le proprie passioni.
Un analogo tipo di scollamento lo vive anche chi considera solo il lato materiale, economico e lavorativo. Chi eccede in questa area presto o tardi si ritroverà a dover gestire i fatti della vita, belli o brutti che siano, con alti e bassi…infatti gli strumenti economici da soli non bastano.
Avrai letto anche tu di quante persone più o meno famose che, al di fuori della realtà lavorativa, hanno dovuto affrontare difficoltà, ansie o depressioni mai del tutto guarite. Oppure si muovono in modo del tutto inadatto nelle relazioni interpersonali.
In queste situazioni succede che ci si ritrova in uno stato di crescente insoddisfazione e di infelicità che, tuttavia, non si è in grado di capire e di affrontare. Alla fine, anche in questo caso, quella che non si riesce a sviluppare è una visione globale, fatta di valori di base, su cui costruire e orientare la propria vita.
Il meraviglioso caos della vita
Il che mi porta a notare come, anche negli ambienti della crescita personale e del pensiero positivo (con tutta la letteratura esistente specie a partire da “The Secret” in poi), spessissimo si commette un errore del tutto simile. L’errore sta nell’evitare di sottolineare alle persone che nella vita ci sono e ci saranno luci e ombre, cose belle e brutte, salute e malattia.
Il risultato, ancora una volta, è nel cercare di NON guardare bene in faccia la realtà nel suo insieme. Pertanto, quando le cose vanno male, chi pensava di poter fare affidamento solo sul pensiero positivo alla fine crolla. La mancanza di una integrazione armonica si sente, soprattutto, quando si cerca di risolvere determinate problematiche con strumenti totalmente inadatti.
Tanti trainer e coach di motivazione personale non ti danno gli strumenti per gestire le cose quando, improvvisamente, esse non vanno nel verso giusto. Chi ti propone sviluppi e miglioramenti economici non si occupa più di tanto di determinati aspetti e, infine, chi si muove da un punto di vista spirituale non sempre ti fa capire l’importanza di non tagliare fuori tutto il resto.
Purtroppo la stessa cosa avviene in tutti quegli ambienti che fanno della cura del corpo un “must” assoluto. Ogni istante e risorsa sono impiegati in palestra, solarium, si fa la corsa ad abiti e oggetti costosi e di moda, eccetera.
Non mi fraintendere, non c’è davvero nulla di male nel voler gioire della propria salute, del benessere e delle cose belle. Anche qui le difficoltà iniziano quando si fa, di ognuna di queste sfere, un orizzonte esistenziale che fagocita tutto il resto o quasi…
Conclusioni
Insomma: quale che sia la dimensione della tua vita a cui dai maggiore spazio, se non decidi di sviluppare anche le altre seguendo una crescita globale, rischi solo di incanalarti lungo un sentiero che alla lunga NON ti porterà verso un’esistenza serena e appagante.
La cosa più saggia da fare è, quindi, di dare spazio a ogni singola parte della tua esistenza. Cercare di vivere la crescita personale come un percorso di espansione in ogni direzione e in ogni senso, questo è il piccolo grande segreto per fare di ognuno di noi una persona completa e integrata con se stessa e con la vita.
Beh, cosa ne pensi di questo articolo? Io ho affrontato questo squilibrio proprio lo scorso anno, in cui mi ero troppo concentrato su un unico obiettivo, quindi condivido appieno quanto detto da Mark. Se vuoi conoscere meglio Mark, puoi visitare il suo sito: Semplifica.com
Foto di westpark
Ciao Andrea e complimenti per gli articoli.
Credo che a volte nella vita siamo molto motivati a dedicarci totalmente ad una sola area che riteniamo molto importante, forse più importante di tutte le altre. A me è successo per quanto riguarda il discorso economico. Ero disposto a rinunciare a qualsiasi cosa pur di cambiare qualcosa da questo punto di vista perché mi sembrava che tutto fosse collegato e dipendente dal denaro. Inoltre odiavo fare il dipendente più di qualunque altra cosa al mondo.
Non so se, non concentrandomi totalmente su questo, avrei realizzato le stesse cose nello stesso intervallo di tempo. Ammetto anche di aver pagato un alto prezzo per le realizzazioni più o meno grandi che ho avuto.
Non rimpiango niente, ma da un po’ di tempo i miei obiettivi comprendono anche le altre aree, oltre a quella economica e sono molto più felice e tranquillo, quindi sono d’accordo con tutto quello che hai riportato in questo articolo.
Alex L. Herciu
Beccato: una cosa che mi rimprovero del mio percorso universitario è di aver fatto l’università semplicemente per “passare gli esami”, senza aver integrato le materie l’una con l’altra. Purtroppo questa maturità di rendermene conto l’ho raggiunta solo più tardi (e come è strutturata l’università, di certo non aiuta chi questa maturità non ce l’ha ancora).
Tornando al tema principale del post di Mark, sono d’accordo che bisogna mantenere nella visione globale della propria vita un equilibrio, perciò quando mi pongo un obiettivo faccio sempre la domanda di verifica ecologica, cioè se questo obiettivo è compatibile con i miei valori e con i miei obiettivi di lungo termine.
Detto questo, vorrei aggiungere però un concetto per me importante: se vuoi fare un salto in avanti (soprattutto in aree in cui sei più bloccato) a mio avviso è necessario decidere di andare deliberatamente fuori equilibrio per un determinato periodo di tempo in modo tale da concentrare tutto il proprio focus e le proprie energie per superare quell’ostacolo.
Se volessimo sempre rimanere in equilibrio e portare avanti contemporaneamente tutte 3 le aree descritte nell’articolo, a mio avviso si parcellizza troppo la propria attenzione ed energia per riuscire davvero a fare dei passi avanti nelle aree dove abbiamo grossi blocchi.
Quindi la quadra potrebbe essere: dedicare dei periodi fissati (tipo 6 – 12 mesi) ad un unico obiettivo importante di una area della propria vita, per poi fare un “check” (io lo chiamo “tagliando”) durante il quale verificare in quale area della propria vita continuare. Anche perchè spesso, quando si fa un passo avanti importante in un’area della propria vita, si hanno degli effetti anche su altre aree della propria vita.
Grazie Mark, per aver riportato la mia attenzione sulla necessità di avere equilibrio nella mia vita.
Concordo con la tesi di fondo di questo articolo e in particolare con questa frase: “quale che sia la dimensione della tua vita a cui dai maggiore spazio, se non decidi di sviluppare anche le altre seguendo una crescita globale, rischi solo di incanalarti lungo un sentiero che alla lunga NON ti porterà verso un’esistenza serena e appagante”
Vorrei aggiungere che nel coaching si utilizza “La Ruota della Vita”, un esercizio che può aiutare moltissimo a trovare il giusto equilibrio.
I personal coach (o life coach) utilizzano spesso questo strumento per valutare il quadro generale e per supportare i clienti (coachee) nell’identificare le aree che meritano maggiore attenzione.
Disegna un cerchio diviso in 6-8 spicchi, ognuno dei quali rappresenta un aspetto della tua vita: es. salute, famiglia, lavoro, amore, amicizie, finanze, crescita personale, spiritualità.
Poi assegna un punteggio da 1 a 10 a ciascuna area, in base al tuo grado di soddisfazione. Se vedi che la ruota è troppo sbilanciata verso certe aree a discapito di altre, potrai renderti conto di cosa va già bene, di cosa deve essere migliorato e AGIRE di conseguenza.
E’ anche vero quello che ha scritto Alexander: quando è proprio indispensabile, bisogna andare fuori equilibrio temporaneamente, per poi tornare alla situazione ideale.
D’accordissimo su tutto! tanto è vero che farei un link di questo articolo sul mio blog :-)
Credo sia ottimo anche per iniziare, con poche righe “tante dritte” …poi ognuno trova il suo metodo fra i tanti e diversi che ci sono in giro oppure lo personalizza
Personalmente uso il metodo descritto da Alexander, però delle volte esagero con lo squilibrio :-( Ma questo è un difetto che devo corregere!
sono molto d’accordo con ciò che scrive Mark, soprattutto sul fatto che molti coach e trainer non sottolineano abbastanza il fatto che la crescita personale non seguirà mai e poi mai una linea regolare.
Molti di loro non creano affatto questa consapevolezza, in diversi momenti del nostro percorso infatti ci troveremo a dover gestire i classici “alti” e “bassi”, ed è normale che sia così!
A volte i “bassi” sono conseguenza del fatto che stiamo prestando poca attenzione ad un’area rispetto ad una altra.
Siamo focalizzati sul nostro progetto lavorativo e non ci rendiamo conto che la nostra relazione sta andando a rotoli.. oppure sto migliorando il mio rapporto di coppia ma sto dimenticando di alimentare le mie amicizie.
Oppure, sono focalizzato interamente sulla mia crescita spirituale e la seguo a spada tratta mentre tutto intorno a me diventa pessimo…le mie nuove convinzioni spirituali confliggono con quelle delle persone a me care e queste si allontanano da me… e intanto non ho il becco di un quattrino!
Ad ascoltare alcuni trainer sembra che basti uno schiocco di dita e due cambi di immagini interne per cambiare stato e ritrovare l’equilibrio….il problema principale è che la maggior parte della gente inizia a credere a queste balle! Inevitabilmente quando la vita si dimostrerà diversa da ciò che hanno imparato, non potranno che fare a meno di sentirsi in errore, di attribuirsi la responsabilità dei propri “fallimenti” (che “fallimenti” non sono) perchè, ancora una volta, è quello che hanno imparato a fare.
Le domande diventano due: il problema è che hai sbagliato tu a mettere in pratica ciò che ti hanno insegnato?
o forse è sbagliato a priori ciò che ti hanno insegnato?
Per esperienza, sembra che la maggior parte della gente segua la prima ipotesi…
Queste strategie portano solo a frustrazione e insoddisfazione…. la vera crescita personale è da intendersi come integrazione di diverse aree, come suggerito in questo splendido articolo.
Grazie
Non è un caso che in PNL si usa l’esercizio: “La ruota della vita”.
L’articolo è chiaro e condivisibile. Tra l’altro mi pare che non parli di aree della vita, ma addirittura di “approcci”, di “sistemi”, di percorsi che possono essere, appunto, quello spirituale, quello economico, quello del benessere. E questa suddivisione – che condivido – mi conferma nella mia idea: la crescita personale è un mercato nel quale i vari “operatori” (leggi guru, coach, allenatori) si muovono secondo criteri di marketing. Per cui, per loro, spesso è necessario “spingere” ed enfatizzare un “sistema”, un “approccio” che risulti clamoroso e altisonante, in modo che la “vendita” al pubblico di riferimento sia più facile.
Per questo è necessario essere consapevoli “a priori” e saper scegliere quello che davvero è utile, evitando di prendere lucciole per lanterne. Per esempio: quante persone si impegnano a diventare dei geni della seduzione o dei “milionari in sette giorni” solo perché hanno bisogno di aumentare la propria autostima, ma non sono in grado di confessarlo a se stesse?
Molto interessante anche se possiamo notare chi si è distinto in un campo, tanto da essere presi come modello da altri si sono dedicati solo a quella passione!
Ciao Evgeny, mi permetto di intervenire proprio su questo punto.
Concordo sul fatto che il successo richieda specializzazione, soprattutto in determinati periodi della nostra vita, però, a questo riguardo, mi ha fatto molto riflettere una frase di Robin Sharma, letta proprio qualche giorno fa.
“Happiness isn’t always the same as success. Choose both. Please.”
“La felicità non sempre coincide con il successo. Scegli entrambi.”
Insomma, ci può essere felicità senza successo, al contrario, il successo senza felicità è sempre una sconfitta. Quando ci si specializza troppo, alla fine si ottiene l’agognato successo, ma spesso a scapito della felicità. è una questione di scelte come suggerisce lo stesso Sharma.
A presto.
Andrea.
Io credo che se non si è felici non si può ritenere di avere successo. E’ la vecchia questione e differenza tra “essere” e “avere” :).
Grazie a tutti voi per i vostri commenti e apprezzamenti. Una piccola nota: ha ragione chi sostiene che l’eccellenza richiede specializzazione (e questo vale in ogni campo).
Tuttavia, non bisogna mai scordarsi che “là fuori” c’è tutto un mondo fatto di tante altre cose. C’è stato un periodo della mia vita in cui mi sono pericolosamente sbilanciato solo verso una dimensione e il prezzo pagato è stato davvero molto alto…
Insomma: sono convinto che si possa portare avanti con dignità una specializzazione, senza fare la rima con ossessione. Spero di essermi spiegato. ;-)
Ciao Andrea, mi fa piacere che hai citato Robin Sharma, uno dei miei autori preferiti. Colgo l’occasione per dare la definizione di successo secondo Sharma e un suo ottimo consiglio su “Come essere una persona più felice”:
“Per me, il successo sta tutto “nel processo” della creazione gioiosa di una vita che rifletta i propri valori più elevati, le proprie convinzioni più profonde e i propri sogni più grandi.”
Robin Sharma, dal libro La Tua Grande Occasione – Libro secondo
“Se vuoi essere più felice, fai più cose che ti rendono felice. Fai un elenco delle tue 10 più grandi passioni, 10 attività che ti riempiono il cuore di gioia e ti ricordano quanto può essere bella la vita. E poi, per le prossime 10 settimane inserisci una di queste attività nel tuo programma settimanale.
Pensiero poderoso: le cose programmate vengono fatte.”
Robin Sharma, dal libro La Tua Grande Occasione.
Ciao a tutti,
concordo al 100% con quanto scritto. Da diversi anni seguo vari blog, portali di crescita personale ed ho anche il primo libro di anthony robbins…:-) ma non sono mai stata per carattere una persona che tende a focalizzarsi solo su una cosa alla volta e questo può essere ed è un difetto spesso e volentieri (ho seri problemi di concentrazione, una forma lieve di ADHD) ma dall’altra proviene dalla consapevolezza profonda che, appunto, nella vita ci sono varie aree prioritarie…che devono stare in equilibrio.
Inoltre credo che fare 10 ore male, negandosi tutto il resto sia molto peggio che farne sei fatte bene per poi premiarsi.
Sto vivendo un periodo molto brutto con il mio ragazzo, che è stato recentemente assunto come socio in un negozio dove si occupa di riparare biciclette, il suo sogno! ebbene da due mesi lo vedo solo di sfuggita, per pochi minuti. Questo perché è totalmente assorbito dal suo lavoro tanto che vive in negozio!!!! Attualmente la mia risoluzione è di attendere, seppure è doloroso vedere la sua progressiva autodistruzione (sta già cominciando a litigare con i colleghi). Non vuole sentire ragioni.
E io non posso fare altro che stare a guardare e aspettare.
Un articolo illuminante.
Sto già crescendo in queste aree: nella felicità perché mi sento felice e sono sempre alla ricerca di nuovi metodi per vivere una bella vita, nelle finanze perché ho un lavoro più che buono e ottime possibilità di crescita, e nel fisico perché ho perso 25 kg in 6 mesi e ho da poco iniziato ad anare in palestra.
Ma non avevo mai teorizzato il metodo. Sostengo da sempre che un corpo in forma è un requisito necessario per la crescita personale, ma la crescita finanziaria non l’ho inclusa. La consideravo distinta. Invece hai ragione, i soldi sono importanti. Regolano le nostre vite, e vale la pena parlarne.
Sensazionale, stop.
Un articolo così ci voleva, perché il tema della “distribuzione e specializzazione delle energie” non viene quasi mai affrontati da chi si intende di crescita personale.
Ognuno di noi, prima o poi, si trova a sbattere la testa contro questa verità: energie e tempo sono limitati, e più ti impegni in un campo della vita e più trascurerai gli altri,
Personalmente penso che bisogni raggiungere un equilibrio anche in queste cose. E’ impensabile riuscire a essere eccellente in tutti i campi della vita (sopratutto per lunghi periodi), ed è sicuramente folle incentrarsi maniacalmente solo in uno.
Per quanto mi riguarda, penso che nella vita di tutti i giorni l’equilibrio ideale si trovi nel non trascurare gli aspetti fondamentali della vita (rapporti umani, amore, spiritualità) seppure non esagerando, e in più concentrarsi su MAX due aree impegnative, che sono ad esempio: lavoro, studio, fare sport, seguire una passione, imparare una lingua. Quando si va oltre, e si cerca di fare troppo, i risultati diventano controproducenti.
Su meno cose ti concentri e meglio fai, il gioco sta nell’incastrare tutto creandosi le giuste abitudini e i giusti meccanismi mentali. Se uno punta a superare tutti gli esami universitari con il massimo dei voti difficilmente potrà trovare tempo per molte altre attività e si dovrà dedicare anima e corpo allo studio (a parte piccoli geni!); però alla fine si renderà conto che si sarà specializzato “troppo” e magari si pentirà di aver trascurato quella relazione o di aver trascurato l’aspetto fisico.
Molto meglio puntare a dare tutti gli esami ma senza ammazzarsi di solo studio, e prendersi più tempo per se stessi e per, che ne so, trovarsi una ragazza!
La vita è fatta di scelte e compromessi… concetti per alcuni banali, ma spesso tenuti troppo poco in considerazione! (le biblioteche sono piene di esperti dei libri di fisica grassottelli, depressi e senza una vita sociale) :)