Consigli pratici per liberarti dall’invidia e realizzare i tuoi obiettivi.
“L’invidia è la ladra della gioia.”
Theodore Roosevelt.
Nel post di questa settimana mi piacerebbe trattare un argomento inedito, all’apparenza slegato dai temi “classici” del blog: l’invidia. Già, che ci azzecca l’invidia con le migliori strategie per realizzare i tuoi obiettivi? Molto più di quanto potresti immaginare…
Proprio nell’articolo della scorsa settimana parlavamo di fiducia in sé stessi. L’invidia è legata a doppio filo con l’autostima. Come un incantesimo malvagio, l’invidia ci costringe ad un continuo confronto tra noi e gli altri, o meglio, tra ciò che non va nella nostra vita e l’immagine distorta e superficiale della vita altrui. Da questo confronto ossessivo ed impari usciamo inevitabilmente sminuiti, frustrati, sconfitti. Ma l’invidia può essere vinta, o meglio, può essere messa al nostro servizio…
Il significato di invidia
Per sconfiggere il nostro nemico dobbiamo innanzitutto conoscerlo a fondo. Nel saggio “Umano, troppo umano“, Nietzsche afferma che l’invidia è il frutto di un desiderio che non può essere soddisfatto, o meglio, utilizzando le parole del grande filosofo tedesco:
“L’invidia nasce quando uno è desideroso, ma non ha prospettive.”
Friedrich Nietzsche.
E come reagisce l’invidioso quando non può appagare i suoi desideri? Li denigra e denigra chiunque sia riuscito a realizzarli. Insomma, la solita vecchia storia della volpe e l’uva. L’invidia dunque, a parità della procrastinazione, è l’ennesimo meccanismo di difesa messo in atto dalla nostra mente. Svalutare ciò che non riusciamo ad ottenere o ciò che gli altri hanno ottenuto è una sorta di autoinganno, utilizzato dalla nostra mente per preservare il nostro ego.
‘Mazza André come sei eruttito stamattina! Io però con tutte ‘ste pippe psicologggiche mi perdo un po’: andiamo sul concreto va…
Il modo migliore (e più concreto) per comprendere l’invidia e quanto possa rovinarci la vita, è quello di indagare la mentalità dell’invidioso.
L’invidia e la psicologia dell’invidioso
Tutti noi conosciamo almeno un invidioso D.O.C. Molto spesso lo conosciamo così bene che ce lo ritroviamo allo specchio ogni mattina.
L’invidioso D.O.C. passa le giornate a rimuginare su ciò che gli altri hanno e lui non può avere. L’insoddisfazione perenne è il sentimento che infesta la sua mente. Il successo altrui gli provoca sfiammate di rabbia e rancore. Egli ha scarso interesse per i propri obiettivi; gli interessano soltanto gli obiettivi degli altri. In definitiva, i suoi traguardi non hanno mai un valore intrinseco; il loro valore nasce sempre dal confronto con i traguardi altrui. Esiste un meme di un ragazzino asiatico che esprime magistralmente questa mentalità; riprende una celebre frase dello scrittore statunitense Gore Vidal:
“Non è sufficiente che io abbia successo. Gli altri devono fallire.”
Gore Vidal.
La verità è che dietro questo livore si nasconde un individuo con una bassa autostima, un individuo che odia gli altri, ma soprattutto odia sé stesso e la sua inadeguatezza. Bel quadretto, eh?! Naturalmente ognuno di noi ha sperimentato l’invidia in diverse sfumature ed in diverse situazioni. Insomma, non siamo tutti esseri spregevoli pronti a godere delle sconfitte altrui… eppure, poca o tanta, l’invidia è per noi sempre fonte di frustrazione. Come possiamo superare questo sentimento così controproducente?
Come difendersi
Come ci possiamo difendere da una persona che prova invidia nei nostri confronti? Spesso, infatti, questo sentimento può far star male non solo chi lo prova, ma anche chi ne è bersaglio. È uno stato d’animo che può riuscire a tirar fuori il lato peggiore di una persona e far compiere azioni che possono recare danni di ogni tipo all’altro.
Quando si è vittime dell’invidia di qualcuno, non bisogna farsi prendere dal panico e gestire la situazione estrema maturità: mostrarsi sicuri di sé senza farsi colpire da atteggiamenti provocatori, provare a chiarire, se possibile, la situazione con la persona invidiosa e, se questo non dovesse accadere, cercare semplicemente di evitarla in ogni modo.
L’invidia buona
Come ben articolato nel manuale “Terapia della gelosia e dell’invidia“, non esiste soltanto l’invidia cattiva. L’essere umano è in grado di provare anche una forma di invidia buona, che potremmo definire ammirazione. Questa forma di invidia positiva non solo non ha effetti collaterali, ma anzi può rappresentare un vero e proprio catalizzatore per il nostro successo.
Il segreto dunque non è non provare invidia per il successo altrui, ma piuttosto far leva su questo sentimento per realizzare i nostri sogni. L’invidioso “buono” non auspica dunque il fallimento degli altri, al contrario il suo mantra è: “se lui ci è riuscito, posso riuscirci anche io“.
Ma per sconfiggere l’invidia negativa, non basta cambiare atteggiamento mentale: è necessario un passettino in più, un passettino ben noto ai lettori di EfficaceMente… l’azione.
La differenza tra invidia e gelosia
Invidia e gelosia, a volte, possono avere significati e sentimenti in comune e spesso vengono anche usati come sinonimi poiché entrambi creano un senso di insoddisfazione ed inadeguatezza. In realtà, però, ci sono alcuni fattori che li rendono due stati d’animo ben distinti.
La gelosia nasce nell’ambito dei rapporti affettivi, essenzialmente per timore di perdere la totalità o l’esclusività di un legame affettivo. L’invidia, invece, riguarda soprattutto il rapporto con i beni o con un determinato status sociale e di vita (di successo, di potere). Quello che accomuna senza alcun dubbio questi due sentimenti è un danno psicologico ed emotivo in termini di crisi di autostima all’interno di un confronto sociale.
Come eliminare l’invidia
Gran parte degli effetti negativi dell’invidia nascono dai sogni e dalle aspirazioni disilluse. Sogniamo, ci illudiamo, facciamo spericolati voli pindarici, per poi schiantarci di fronte alla dura realtà. Ancora frastornati e doloranti ci lecchiamo le ferite e per salvaguardare il nostro ego iniziamo ad invidiare gli altri ed i loro successi.
André, mi stai quindi suggerendo di smettere di sognare? Di accontentarmi di quello che ho e continuare per la mia strada con lo sguardo basso? Azz… che grande motivatore che sei!
Sognare ed aspirare ad obiettivi ambiziosi può essere un’inesauribile fonte di energia, ma affinché l’acqua di questa fonte non si avveleni, dobbiamo imparare ad avere i piedi ben saldati per terra; dobbiamo imparare ad agire incessantemente; dobbiamo imparare a smettere di procrastinare.
Sì, ma… come?
Conclusioni
Arriviamo al sodo. Agire senza una direzione, tanto per tenerci occupati, non è certo una soluzione. Il primo vero atto per superare l’invidia e realizzare i nostri sogni (fregandocene dei risultati altrui) consiste in una piena e totale assunzione di responsabilità. Non è la prima volta che te ne parlo, ma questa lezione può fare davvero la differenza. Responsabilità significa letteralmente: capacità di dare risposta. L’invidioso affibbia la responsabilità della propria situazione sempre agli altri, agli eventi e alla sfortuna, privandosi di fatto della “capacità di dare risposta”. Per superare l’invidia dobbiamo dunque assumerci appieno la responsabilità dei risultati che abbiamo ottenuto finora. Solo in questo modo riotterremo il controllo sulla nostra vita. Solo in questo modo smetteremo di preoccuparci di ciò che stanno ottenendo gli altri, focalizzandoci invece su ciò che vogliamo ottenere noi. Solo in questo modo saremo davvero liberi di realizzarci completamente.
Adesso scegli: puoi continuare a piangerti addosso, ad inveire contro il mondo e ad invidiare gli altri. Oppure decidi di focalizzarti su ciò che puoi controllare, prendendo finalmente consapevolezza che, nel bene e nel male, tu sei l’unico artefice della tua vita.
“Non perdere tempo con l’invidia: a volte sei in testa, a volte resti indietro. La corsa è lunga e, alla fine, è solo con te stesso.”
The Big Kahuna.
Buona settimana ;-)
Andrea Giuliodori.
Articolo inedito e affascinante, mi piacerebbe fosse trattato in seguito con ulteriori approfondimenti perché il tema è delicato. C’è tutto un mondo (interiore e non) che ruota intorno all’invidia, è la molla delle cattive azioni verso se stessi e verso gli altri. Insomma, argomento importante e particolare al tempo stesso, smuove ogni corda interiore, dalla più sonora fino alle vibrazioni più sottili, a mio avviso dovrebbe essere trattato in modo più approfondito, ma sono contenta che sia stato introdotto, merita attenzione, è un aspetto che in un percorso di crescita personale non si può assolutamente trascurare. Grazie Andrea! Buona settimana!
Ciao Crystal: diciamo che questo post è stato un esperimento. Non ho mai trattato l’argomento in precedenza, neanche di “striscio” a dire il vero. Questo post mi è servito per vedere le reazioni dei lettori.
Terrò in considerazione la tua proposta di approfondimento.
Andrea.
L’articolo è terminato sul più bello: hai dato la soluzione ovvero l’assunzione delle proprie responsabilità ma manca il “come si mette in pratica”. ☹️
Per quello ci sono altri 500 articoli qui nel blog Enzo! ;-)
Lo spunto del ragazzo asiatico è di per sè sufficiente a inquadrare l’aspetto spinoso dell’invidia. Quello che è faticoso fare, che a volte io stessa dimentico, è ricondurre sempre al proprio stato attuale ciò che ci ha risucchiato fuori. Solo da questo passaggio precauzionale io posso sognare. Voglio vincere la borsa di studio per il dottorato ma non mi cadrà dal cielo come grattando un biglietto della lotteria. Questo tipo di vittoria richiede ciò che – la parola ha un velo triste- costituisce il 99% della gioia nel momento in cui l’ottengo: sacrificio. Se ancora non è il “momento” questo non mi può frustrare o portami alla resa. Il cammino lungo si tiene presente pur continuando a vivere con piacere questo presente in cui ancora non siamo congiunti con io premio. Resistere vuol dire desiderare. Bauman fa questa utilissima distinzione concettuale, l’amore liquido ci educa a voglie già soddisfatte ancor prima di rifletterci su. Aggiungerei che senza limiti perdiamo persino l’occasione di escludere ciò che invece non ci serve per davvero.
Ho cercato qualcosa sull’invidia e mi sono imbattuta in questo articolo come anche in tanti altri.ma nel mio caso non rispecchia ciò che effettivamente provo e nemmeno riesco a risolvere perché nello specifico non rientro nelle casistiche descritte o al contrario , rientro un po’ in tutte.mi rendo conto di essere un po’ gelosa ( ma non da stalker), un po’ invidiosa ( non da augurare il male ad altri), un po’ tanto con bassa autostima. Nello specifico, sono gelosa del mio compagno senza motivo. Perché penso che guardi ragazze molto più belle di me.quindi paragonandomi a ciò che vede, mi sento uno schifo, da qui l’invidia e la molto bassa autostima. Ma distruggo mentalmente me stessa, non do colpa ad altri, mi colpevolizzo io, torturandomi dentro senza soluzione, seppur consapevole che è tutto inutile.sono io che mi sento inadeguata. Non reggo il confronto con gli altri e mi sfogo con me stessa, stando male dentro. Qualcuno può dirmi qualcosa in merito ?
Ciao Miriam, il problema in questo caso non è evidentemente l’invidia, anzi, le emozioni che provi non le identificherei affatto con l’invidia. Il senso di inadeguatezza, il tuo io critico molto accentuato, etc. rientrano sicuramente in una casistica di scarsa fiducia in te stessa. Se vuoi approfondire questa tematica ti rimando ai relativi articoli gratuiti del blog sul tema e al manuale Autostima Passo Passo (APP).
Buone letture.
Credo che porre l’enfasi sull’invidia buona (ambizione) sia, con opportune riserve, un grande indice di maturità.
Del resto se Edison si fosse accontentato di queste belle candele, oggi non avremmo la lampadina.
Poi teniamo conto del fatto che tutti, per fortuna, abbiamo una faccia, due braccia e due gambe, quindi se l’hanno già fatto è replicabile.
L’ impegno a raggiungere un progetto di vita ambizioso ci permette di acquisire abilità che prima non avevamo; ci permette di cambiare la visione del nostro mondo riscoprendo valori ed energie prima ignorate; ci regala una nuova visione di noi stessi agli occhi degli altri; in ultimo ci pone sulla strada del cambiamento, che, se equilibrato, è sempre un bene.
Ovviamente le parole magiche connesse a tutto ciò sono appunto: azione, determinazione, disciplina e coraggio.
In definitiva chi non vorrebbe essere più attivo, determinato, disciplinato e coraggioso? La volpe avrebbe dovuto cercare una scala…
Ciao Federico,
il passaggio che ho preferito del tuo commento è stato questo:
un progetto di vita ambizioso ci permette di acquisire abilità che prima non avevamo
Questo modo di vedere le cose è ciò che mi ha fatto appassionare alla crescita personale.
Andrea.
federico : 1°- <> progetto di vita ambiziosa? ma è veramente quello che vogliamo noi? o è solo un progetto altrui? si potrebbe acquisire abilità, che probabilmente, non ci competono ma dimenticandoci di sviluppare le nostre. 2°- <> dimenticandosi i propri valori proprio perchè si dedica tanta energia al raggiungimento di scopi e obbiettivi che non sono i nostri. 3°- <> no, è mera illusione. per quelli NON siamo noi. quello è solo, l’esatta identica fotocopia dell’invidiato. è come se nascesse, un suo clone con un fisico differente.
*3°- hai mai visto harry potter e lo specchio delle brame? Bene, se noi ci specchiassimo lì dentro vedremmo la persona invidiata, ecco come appariremmo agli altri. Invece, in quello specchio noi dovremmo vederci esattamente come siamo. Attivi, coraggiosi e disciplinati dimenticandosi delle proprie capacità, potenzialità, abilità? No, grazie. Preferisco attivarmi per sviluppare le mie capacità, e potenzialità. E forse, da quelle poterne creare anche di nuove… ci vuole più coraggio a rischiare di essere se stessi non sapendo a che cosa si va incontro o ad emulare l’altro sapendo già a che cosa si va incontro? ci vuole più disciplina per essere se stessi o per emulare l’altro che a noi invidiosi viene anche troppo facile? Non cadere nel tranello dell’invidia buona. Perchè è solo un tranello attuato dall’invidia stessa al solo scopo di nutrirsi e crescere fino a divorarti. Se vuoi ti racconto privatamente la mia esperienza personale, così è più facile capire perchè parlo in questo modo.
Indifferenza e serenità. Due paroline magiche per combattere gli invidiosi che cercano in qualche modo di danneggiarci. Non dare troppo peso alle loro calunnie, per esempio, nel caso in cui si viene calunniati. E poi non dar loro la soddisfazione di vederci tristi per via delle loro cattiverie, visto che così raggiungerebbero uno dei loro obiettivi principali . Rendere loro il boccone indigesto, insomma.
Il solo sentimento che dovremmo provare difronte a persone così tristi, dovrebbe essere solo tanta tanta pena.
Però è anche vero che ci sono casi diversi e come diceva anche un commentatore prima, ci sono casi in cui questi esseri schifosi hanno letteralmente distrutto una vita, una carriera o una attività lavorativa, un fidanzamento, ecc…
Hanno causato tanta sofferenza a gente che aveva la sola colpa di essere meglio di loro.
Le persone cattive, che fanno del male agli altri però non sono felici, e anche se ostentano soddisfazione, felicità ecc…. dentro di loro hanno il deserto. Teniamo sempre presente questo. Si autocondannano alla tristezza.
E proprio per questo motivo li compatisco tanto e a volte non mi viene nemmeno la voglia di vendicarmi per un torto subito, perché so appunto che la punizione la stanno già avendo.
Leggevo sul web qualcosa che mi salvasse dal l’invidia di una madre morta da poco che mi ha massacrato tutta la vita…. Sono con psichiatra e psicanalista…. Eppure tutta la sua cattiveria verso di me credo fosse proprio invidia… Vi leggo grazie delle vostre idee e parole! Gabriella
Buongiorno Andrea!
Torniamo quindi a parlare di consapevolezza … mi sa che le fondamenta sono “consapevoli” ;)
Ci rifletto su, ma l’invidia per fortuna non mi appartiene molto, sicuramente non in modo lesivo. D’altra parte, oh, ci sarà pure qualcosa su cui non mi devo ammazzare di lavoro, no? :P
Buona settimana! :)
Ahahahah,
grazie del commento Claire: li apprezzo molto.
Andrea.
Fortunatamente non sono mai stato invidioso. Credo perchè quando vedevo qualcuno/a che aveva ottenuto dei risultati che io non avevo raggiunto pensavo semplicemente che se io non ero come lui/lei dipendeva solo da me inoltre ero cosciente che impegnandomi avrei raggiunto i medesimi risultati
.
Non ha senso essere invidiosi quando sei cosciente che nulla è fuori dalla tua portata
Ciao Sabner,
credo che nel tuo commento tu abbia ben sintetizzato il concetto di invidia buona.
Grazie,
Andrea.
Sempre più stima per te! Gli ultimi post sembra che tu li abbia scritti su misura per me :)
Buona giornata ;)
Ciao Anna,
mi fa piacere che gli ultimi post siano “azzeccati” ;-)
Andrea.
Una quotidiana fonte di ispirazione! I tuoi articoli son per me come dei guard rail che mi impediscono di uscire fuori strada, mi danno la forza di mantenermi focalizzato sugli obiettivi, e agire giorno per giorno per essi!
Grazie Andrea
Che bella metafora Andrea,
grazie! ;-)
A presto,
Andrea.
Considero l’invidia un valore negativo passivo, in quanto è correlata dal valore negativo attivo dell’odio.
Secondo me prima viene l’una, poi l’altro…
Secondo me Andrea, l’invidia ci mette davanti ad un bivio: da una parte ci sono sentimenti come odio, livore, svalutazione di se’ e dei successi altrui, dall’altra vi è invece una sana analisi in cui si mettono in discussione i propri comportamenti attraverso un sano confronto con chi invece ce l’ha fatta, cercando di prendere la persona “odiata” come esempio. Anche l’articolo del resto parla di “invidia buona”. A noi tocca solo scegliere quale imbocco prendere di fronte a quel bivio.
il secondo imbocco confluisce nel primo. Non è un sano confronto, ma una sfida e una lotta contro l’altro. Per qualcosa che neanche ci interessa realmente. Solo al mero, inutile fine di essere come la persona odiata. La odiamo ma vorremmo essere come lei è questa l’invidia. Emulare l’altro significa, senza offesa, privarci della nostra identità. L’imbocco da prendere è cambiare strada completamente.
l’odio non serve a nulla, ti fa solo star male
L’ invidia è un sentimento che mi ha colpito quando ero un adolescente. Oggi, sono concentrata su quello che voglio io. Quando mi sorprendo ad osservare ancora qualcuno con invidia, mi rendo conto che sono invidiosa per un obiettivo che è con me da tempo, e tuttavia non sono ancora riuscita a raggiungere. Ma non è piú così distruttiva, perché conosco questo potere di cui parli. Buona settimana!
Grazie del contributo Giuly ;-)
mi salvo questa frase:
Oggi sono concentrata su quello che voglio io
Andrea.
mi associo
Ciao Andrea,
ti leggo da poco, e rimpiango di non averti scoperto prima…certo non è che leggere ciò che scrivi mi faccia cambiare da un giorno all’altro, ma mi dà una buona dose di energia e motivazione per AGIRE!! Questo articolo sembra fatto per me, che purtroppo soffro di “invidite acuta”. Ci sto lavorando da un po’ e in effetti è proprio una questione di responsabilità, troppo spesso mi fermo ad aspettare che succeda qualcosa senza fare niente…e poi mi stupisco (e scatta l’invidia) quando agli altri succede qualcosa di bello, forse loro hanno fanno in modo che accadesse!!
Ciao Paola,
innanzitutto benvenuta.
Grazie del tuo commento: hai centrato il punto ;-)
Buongiorno Andrea!
a proposito di questo articolo. E’ invidia quando una persona tende a sminuirti spesso o almeno ci prova anche con gli altri.
Un bacio Letizia
PS: interessante come sempre..
No, è quella è stronzaggine ;-)
letizia, sei TU che ti sminuisci perchè sei troppo concentra sull’altro dimenticandoti le tue abilità, le tue capacità e le tue potenzialità e non l’altro che sminuisce te, che non ti sta neanche a pensare.
Una cosa di cui sono sempre stata convinta: un invidioso non ammetterà mai di esserlo, nemmeno a se stesso. Ma se lo farà avrà fatto un enorme passo avanti. :-)
(Personalmente, ma rimanga tra noi, non credo a chi dice di non aver mai provato invidia nemmeno una volta nella vita… ma questa è solo una mia opinione. Siamo esseri umani e la scarsa autostima e relativi confronti frustranti con gli altri fanno parte della vita. Possono essere fasi transitorie ma credo facciano parte del genere umano, con tutti i suoi pregi e difetti, alti e bassi).
scarsa autostima … non generalizziamo
se non ti consideri inferiore agli altri non puoi provare invidia, non dipende da te, se l’autostima è solida l’invidia non arriva mai
Sabner, personalmente ho un’autostima fatta di alti e bassi, solida e fragile a seconda dei momenti più o meno positivi della mia vita. Ho precisato che quello era un mio pensiero. Non dovrebbe toccarti se non ti riguarda, non dovresti sentirti chiamato in causa, non parlavo di te, figuriamoci, non so nemmeno chi tu sia. Un caro saluto!
Mi trovo del tutto d’accordo con Crystal (anche sul pensiero elegantemente inserito fra parentesi ;)).
Ed è per questo che trovo per l’ennesima volta illuminanti gli spunti offerti da Andrea in questo articolo.
L’invidia è un sentimento ritenuto negativo, spinoso, chi lo prova viene giudicato “colpevole d’invidia” all’unanimità, ed è perciò argomento poco maneggiato e trattato.
Chi è senza invidia scagli la prima pietra. In alternativa si consiglia la lettura dell’articolo a mente aperta e con un sano e costruttivo atteggiamento di positiva autocritica.
Ossequi,
Ambrosia.
Condivido Ambrosia sul discorso della condanna unanime, motivo per cui l’argomento risulta davvero scomodo. Leggevo tra l’altro tempo fa che l’invidia è l’unico tra i 7 vizi capitali a non portare alcun piacere. Gli altri 6 una forma di soddisfazione (se pur nell’errore del danneggiamento di se’) te la procurano, ma l’invidia no, alimenta solo dolore. Un caro saluto!
Quello che bramate e’ quasi solamente il vostro male.Ma voi spesso non lo sapete.Io vi diro’ qual’e’ il vostro vero bene.Il bene cosa e’? E la pace del cuore.E’ sentire un calore che e’ vita.Il calore che fa’?vi riscalda e accende il vostro cuore ci porta la gioia di vivere, di amare e di portare ovunque calore e amore.(quaderno dell’amore) La lettura di questo libro mi ha salvato delle invidie e dalle ambizioni donandomi la maniera giusta per avere piu di quello che volevo in passato,ossia una donna che mi ama una figlia che sta per nascere una condizione sentimentale piena e completa che all’epoca delle brame infinite mi sembrava una realta’ miraggiante e non solo ho ricevuto un lavoro completo e rispettabile senza cercare niente e senza sforzarmi di fare . Da un po di anni sono tornato a seguire chimere e brame che mi tenevano lontano dalla pace del cuore e adesso sto passando un momento economico non florido,e quindi ho fatto un blog per cercare di far capire quanto di bello nella vita’ c’e’, grazie sopratutto al santissimo andrea, che grazie a lui mi ha dato l’idea il coraggio di seguire le mie passioni e di trascriverle nel web grazie infinite andrea adesso ovviamente non nascondo il fatto di guadagnare qualcosa dal mio web perche ho bisogno di una rendita anche piccola per l’arrivo della mia piccola , comunque vada grazie di nuovo andrea ti ho gia scritto che sei un impulso un atomo di energia positiva del creato continua cosi’
buongiorno, vorrei segnalare,da “La Repubblica” del 12/09/2013 l’articolo: “se volete la felicità dovete evitare di essere invidiosi” e l’uscita il 17 settembre p.v del libro : “Può un invidioso essere felice?”, a cura di A. Campo €. 8.00,in cui sono raccolti quattro inediti in Italia di F.Nietzsche.
Grazie.
onestamente credo di poter affermare senza ombra di dubbio che io l’invidia cattiva non l’ho mai provata. Forse perchè sostanzialmente anche quando la mia autostima è stata ai minimi storici…sono sempre stata consapevole che questo stato di cose era dovuto principalmente a me. Quindi mi sono rimboccata le maniche ed ho cominciato ad agire, per avvicinarmi a coloro che “invidiavo” positivamente. Anche se sinceramente di persone che ho invidiato anche positivamente ce ne sono state poche perchè comunque l’invidia positiva è un sentimento che provi verso persone che conosci personalmente… almeno questo vale per me. Il sentimento che provo verso chi non conosco parificabile all’invidia positiva è l’ammirazione. Onestamente però per quanto possa ammirare o invidiare positivamente qualcuno sono consapevole che il mio percorso è mio e loro hanno il loro. Posso trarre insegnamenti efficaci in generale però se ammiro un pittore che dipinge bene lo ammiro e basta in quanto sono cosciente che per arrivare a quel livello di bravura ci ha messo davvero tanto lavoro ed esercizio e che era quello il suo obiettivo. Il mio obiettivo è un’altro. Colgo dal pittore l’insegnamento che perseveranza, pazienza e resilienza sono gli ingredienti principali.
@GVB78 hai espresso un pensiero simile al mio.
.
anche a me può capitare di ammirare qualcuno ma non c’entra con l’invidia, per esempio ammiro il mio maestro di arti marziali ma non avrebbe senso invidiarlo, lui si allena da 47 anni, io da 4, è una persona da cui prendere ispirazione, col tempo diventerò sempre più bravo, forse diventerò come lui, forse più bravo o forse non lo raggiungerò mai; ma quello che importa è che mi piace allenarmi e il mio maestro resta un stimolo per migliorarmi
.
stesso pensiero riguardo al pittore, posso ammirare una persona perchè riesce a fare delle cose che io non faro mai ma quella è la sua strada, la mia è un’altra
L’invidia e’ un sentimento umano tutti la proviamo e tutti la proveremo, non c’e’ niente da vergognarsi e niente da nascondere ma siccome abbiamo anche un cervello ed un cuore sta a noi come commutarla come trasformarla io credo che se conosci il male lo devi usare per il bene per aiutare chi non riesce a salvarsi dal male che ha dentro che qui in questione e’ l’invidia, se tutti o per la maggiore facessimo cosi vivremo tutti molto meglio le donne potrebbero pure cominciare a partorire senza dolore ahhh scusate raga ma questa ce l’avevo dentro e dovevo proprio dirla ahhh
maya, lo so…l’invidia è un sentimento umano e ci sta. ma se io sono cresciuta educata in maniera da non provarla, se non in senso positivo che ci posso fare? cioè voglio dire… non lo so perchè, ho conosciuto molte persone invidiose in senso cattivo e per il disagio che provavo nel sentirli esprimere questi pessimi sentimenti forse ho sviluppato un sentimento inverso. Credo che sia così, io ho imparato moltissimo dal male che ha fatto verso di me o altri il prossimo. E nonostante tutto io sono grata di tutto questo nel bene e nel male perchè mi ha reso la persona che sono ora.
GVB78 mi ritrovo moltissimo nelle tue parole. Anch’io ho sviluppato i tuoi stessi opposti sentimenti a causa di giudizi terribili altrui verso chiunque, capisco perfettamente cosa intendi. Credo tuttavia che esistano diversi gradi di ‘invidia’. In quei casi sfocia in odio, accanimento, soddisfazione verso fallimenti altrui, ecco, io questo tipo di invidia credo di non averla mai provata e mi fa orrore. C’è un’altra sfumatura però che viene fuori nei momenti di sfiducia verso se stessi, i successi altrui possono aumentare il grado di auto-colpevolizzazione, massacrando ulteriormente se stessi con pensieri distruttivo-demotivanti tipo ‘non sono buono a nulla’, ‘solo per me è tutto così difficile’, ‘gli altri riescono in tutto e io no’ e via dicendo. Non so se chiamarla invidia o se sia un surrogato della stessa, ma questo tipo di sensazione, apparentemente distruttiva, può fare da input per una concreta presa di coscienza dalla quale parite per rimettersi in moto. Ecco, a me questo è capitato e ha avuto risvolti positivi. Con l’ividia vera e propria invece, quella cattiva, si vuole distruggere in tutti i modi la persona odiata, ma l’unica persona che alla fine ne esce distrutta è colei che cova dentro se’ tale sentimento.
@Crystal il mio era un discorso generale, non avevo pensato che stessi parlando di me (o di una qualsiasi persona in particolare)
Ho usato il termine “scarsa autostima” e mi hai risposto “scarsa autostima, non generalizziamo”. Hai usato il tasto “rispondi” ad un mio messaggio. Non ci sono dubbi sul fatto che l’interlocutore fossi io. Ci tenevo a tranquillizzarti sul fatto che il mio non fossi tu. Tutto qui. Buon proseguimento! :-)
si certo, stavo parlando con te
.
hai scritto:
1) “non credo a chi dice di non aver mai provato invidia nemmeno una volta nella vita”
2) “Siamo esseri umani e la scarsa autostima e relativi confronti frustranti con gli altri fanno parte della vita”
.
quindi hai detto che tutti gli umani hanno provato invidia almeno una volta nella vita (in un momento di bassa autostima)
ed io ti ho risposto “non generalizziamo”
.
Sì Sabner, era, anzi è, un mio pensiero. Mio personale. Se leggi bene l’avevo precisato qualora (e a quanto pare sì) ce ne fosse bisogno. Insomma, io la penso così. Ma non ho la pretesa che un mio pensiero passi come legge universale; ne’ ho la pretesa di convincere te, che a quanto pare la pensi diversamente, del contrario. Take it easy. Bye. :-)
avevo letto fin da subito che era un tuo pensiero e si capiva benissimo che non volevi convincere nessuno
.
ma non credo che questo mi PROIBISCA di dire la mia e di risponderti(come ho fatto)
.
per me vale lo stesso, esprimo solo un mio pensiero e non voglio convincere nessuno
Perfetto. La differenza sta nel fatto che io non ho risposto a un tuo messaggio tacciandolo di qualunquismo. Io parlavo in base alle mie esperienze e conoscenze, di realtà del mio quotidiano che tu non conosci. Avrei potuto rispondeti “non commentiamo con superficialità” ma non mi piacciono le discussioni sterili e senza fine, soprattutto se non portano a nulla e mi spiace che stia accadendo, anche senza averti risposto. Ma va bene così Sabner, sei liberissimo di dire quello che ti pare ci mancherebbe altro. Saluti. :-)
Siamo invidiosi di alcuni perché in ultima analisi proviamo invidia per il loro talento che determina i loro successi. Io voglio smettere di provare quelle fastidiose folate di invidia negativa verso determinate persone e ho deciso di puntare su quello che è un mio talento troppo poco coltivato: saper scrivere. Ho attaccato a scrivere una storia che, con i debiti scongiuri del caso, potrebbe sfociare in un romanzo. Voglio farlo anche nelle giornate peggiori, quando si faranno sentire sconforto e pigrizia, ma sarà necessario farlo: “Nulla dies sine linea”.
francesco l’invidia e’ normale provarla tutti la provano e tutti la proveranno altri non se ne rendono conto di provarla ma esiste e’ umano sta a te come tramutarla trasformarla usarla,ripeto puo essere usata anche a fin di bene perche potresti dire cosa fare o come comportarsi a chi non riesce ad uscirne fuori, per invidia si uccide ricordiamocelo e non sottovalutiamola ma nemmeno allarmarsi perche se gia la conosci la eviti, che balls tutte ste frasi fatte, scusate ma cosi spiego meglio il concetto
Nulla dies sine linea: uno dei miei detti latini preferiti :-)
Davvero un buon articolo, mi è piaciuto perché va dritto ad un momento particolare della mia vita. Volevo solo chiederti una cosa: nella parte finale tu hai praticamente affermato di “dover fare i conti con i nostri problemi” eppure per me a volte è molto difficile. Non so bene il motivo, credevo fosse semplice pigrizia ma in realtà è solo paura. Paura di scoprire di non potercela fare e roba simile. Tu cosa pensi? E’ normale oppure c’è qualche “maschera psicologica” dentro di me che opera a mia insaputa?
Valerio vieni nel mio blog leggi i miei articoli forse possono esserti di aiuto anche se ne sono pochi di articoli ed ho appena cominciato da una settimana,ti daro’ qualche consiglio adesso puo esserti di aiuto, non devi aver paura di scoprire niente Valerio noi siamo umani e quello che abbiamo dentro e’ normalissimo la tua invidia che hai dentro e’ il male che vuole nasconderti non vuole far uscire da te i grandi sentimenti che provi tutte le grandi persone hanno sempre combattuto con questo tipo di cose gia che te ne rendi conto stai avanti a molti, io ti consiglio di leggere il quaderno dell’amore e poi mi dirai se ti e’ stato di aiuto oppure no
Le passioni carnali vi dividono e vi mettono gli uni contro gli altri(invidia).Il vostro cuore solamente vi puo salvare, perche’ e la calamita che io ho posto in voi.Della calamita del cuore mi servo per attirarvi a Me.(quaderno dell’amore).Valerio queste parole posso no sembrarti ecclesiastiche, religiose ma se leggi il quaderno dell’amore ti renderai conto che non e’ cosi ciao e buon SALVACUORE
Ciao Valerio, credo che tu abbia ben chiara la risposta più di me. In merito alle “maschere psicologiche” indubbiamente non bisogno sottovalutare il potere del nostro subconscio, ma spesso queste “maschere psicologiche” sono più che altro… seghe mentali.
Affronta ciò che ti spaventa, la tua paura. Fallo a viso aperto, senza reti di protezione; solo così supererai ciò che ti sta bloccando.
Andrea.
@Crystal
Hai espresso un’opinione generale (parlavi di tutti gli esseri umani) io non ero d’accordo e l’ho scritto, non capisco perchè ti abbia dato tanto fastidio
.
Non capisco perchè ti senta cosi giudicato, attaccato, quando ho solo commentato un tuo pensiero che riguardava tutta l’umanità (non la tua vita o la tua persona).
Il fatto che ti ho “risposto” non era per prendermela con te ma per commentarti
Crystal, Sabner…
vi ringrazio del confronto, ma ho l’impressione che stia diventando sterile ;-)
Quindi…
:-)
Perdonami Andrea se non apro il video ma ho una connessione a consumo, dall’anteprima con Costanzo so già che non sprecare MB è un buon investimento. :-)
@ Andrea: Ok fatto da altra connessione ‘a scroccò’ :D messaggio ricevuto! ;-) Le impostazioni del blog non lo consentono altrimenti avrei già cancellato questo scambio che non lascia ne’ aggiunge nulla a nessuno. Per quanto mi riguarda puoi rimuovere tutte le mie risposte senza alcun problema. Un saluto e scusa!
Sabner, fastidio? Prendermela? Se non darti ragione vuol dire prendermela allora ok Sabner, HAI RAGIONE TU. Fine.
non mi interessa aver ragione e poi ragione su cosa?
.
Andrea, se puoi cancella pure il nostro inutile scambio di messaggi
Bellissimo post Andrea, mi è molto piaciuto il concetto di invidia positiva. Il pensiero positivo se giustamente indirizzato più consentire anche la trasformazione di pensieri negativi e demotivanti in pensierie ed azioni incoraggianti. Ciao alla prossima!
si andrea e’ ormai un mito e lo invidio tantissimo la mia pelle e’ diventata di colore verde dermatologi e psicanalisti non ci stanno a capi’ niente
Grazie a te del commento.
Alla prossima.
Andrea.
L’invidia e’ uno dei motivi citati in quest’articolo che ci ostacola nella vita.
http://www.huffingtonpost.com/wait-but-why/generation-y-unhappy_b_3930620.html
Grazie del tuo articolo, due giorni fa ho proprio avuto un attacco d’invidia acuta. Sono in fase di convalescenza! :)
Buona convalescenza Davide ,-)
Grazie del link.
Andrea.
Ottimo articolo.La parte dell’articolo che più mi ha colpito,è quella di assumersi la responsabilità delle proprie azioni,soprattutto in questi periodi,nel quale le persone tendono a dare la colpa sempre all’esterno.
Una delle migliori citazioni che h sentito sulla responsabilità e sulla crescita personale è:”IL MONDO è LA MIA PSICOLOGIA”(cit. SALVATORE BRIZZI).
Ciao
Ciao Manu,
grazie della citazione.
Sì, il passaggio sull’assumersi le proprie responsabilità è quello a cui tengo maggiormente.
Andrea.
Premetto che non ho letto gli altri commenti, e magari qualcuno ha già detto la stessa cosa, ma volevo comunque lasciare la mia opinione…
Sono alle prese con un’invidiosa cronica: mia sorella. Ovviamente anch’io non sono immune da questa cosa, ma ho sempre cercato di usarla “come catalizzatore”, come dici tu. E più o meno ha sempre funzionato bene, visto che sono capace di gioire per i successi altrui, anche quando io non posso raggiungerli. Accetto il fatto di avere dei limiti, e mi concentro ad apprezzare i miei punti di forza.
Mia sorella, invece, è ben oltre l’invidia. E’ arrivata alla gelosia; ad un livello tale che controlla tutto quello che faccio, vuole uscire coi miei amici, farmi fare brutta figura con loro, e cerca di ostacolarmi in tutti i modi quando faccio qualcosa che lei non è capace di imitare. Hai voglia cercare di valorizzarla! Ci ho provato spesso, ma finisce sempre che lei la prende come una mia ammissione di essere inferiore, con conseguente permesso di infierire, trattarmi male in pubblico ecc. E’ pesantino, insomma.
Oltretutto non siamo più due ragazzine! Quando ero adolescente è riuscita ad ottenere che io abbandonassi qualsiasi attività, ma adesso ho dato ancora più valore alle mie passioni e sono diventata abbastanza forte da lottare per ottenerle. Anche questo è un buona catalizzatore, in realtà! :)
Una cosa che mi ha sempre infastidita è il discorso che mi fanno tutti “poverina: è tanto insicura, devi avere pazienza con lei!”. Col cavolo. Voglio dire: la gente si è mai fermata a domandarsi cosa voglia dire “essere insicuri”? Sembra quasi un difettuccio carino, che fa tenerezza, che può essere superato solo con tante coccole e rassicurazioni. Io sono convinta che invece il problema sia il troppo orgoglio: chi è contento per gli altri è cosciente dei suoi limiti e li accetta; mentre una persona insoddisfatta, che incolpa sempre fattori esterni, oltre a non essere ancora maturata, non si vuole bene nel modo giusto. Vorrei essere perfetto, ho paura di guardare al fatto che ho dei limiti… E nello stesso tempo, con la storia dell’insicurezza, costringo chi mi vuole bene a raccontarmi “no, non è vero: tu sei bravissimo di qua, perfetto di là”, alimentando il mio orgoglio.
Questo almeno quello che ho potuto osservare in mia sorella, e in tutte le persone invidiose che mi circondano: si vogliono “troppo bene”, nel modo sbagliato. Ma vaglielo a dire, nè! :)
Ciao!
Ah, PS: per me “volersi bene” per davvero significa apprezzare i nostri punti di forza, ma non fino a idolatrarli, e nello stesso tempo accettare i nostri limiti (cercando sempre, comunque, di correggere i difetti). Alla fine in una relazione ADULTA si sopportano i limiti altrui, perché fanno parte della stessa persona che ha anche tanti pregi. Si punta su quelli e si accetta di non poter avere tutto. Perché non dovrebbe essere così anche per noi stessi?
Ciao Martina,
grazie di questa tua testimonianza. So quanto possono essere difficili i rapporti tra fratelli e sorelle. Al contempo però non possiamo pretendere di cambiare gli altri. Per quanto ci sforziamo, se non sono gli altri a voler cambiare, diventa davvero difficile riuscirci.
Nei tuoi panni cercherei di neutralizzare i comportamenti di tua sorella. Come? Un incendio si spegne togliendo l’ossigeno che lo alimenta. Un certo distacco da suoi atteggiamenti, una sana indifferenza e l’attenzione ai tuoi obiettivi ed interessi sono tutti comportamenti che ritengo molto… efficaci ;-)
A presto,
Andrea.
Questo blog diventa sempre più prezioso. Il profondo racconto di Martina e la meravigliosa risposta di Andrea sono stati illuminanti per una mia situazione analoga, non con una sorella ma con un’amica fino a poco tempo fa molto stretta. I commenti sono un valore aggiunto delle infinite risorse, grazie!
Verissimo. Mi accodo al commento di Crystal riguardo al blog.
Grazie, Andrea, per il consiglio: arrivate a questo punto penso che sia l’unica soluzione per me, in effetti. :)
Grazie anche a te, Crystal. Mi fa piacere sapere di averti aiutata un po’ anch’io, in qualche modo!
Io mi sentivo egoista ad “alzare la testa” (colpa dell’educazione ricevuta, credo), e per questo sopportavo, pensando di meritarlo. Ho passato una buona fase di rabbia nei confronti di mia sorella. Adesso la sto perdonando, e man mano che mi concentro su di me va meglio. Non è facile, perché una persona che ti conosce bene sa anche come ferirti più a fondo. Però ora capisco che essere appagati con noi stessi non è egoismo ma un nostro sacrosanto diritto che ci rende persone migliori, e ho le basi necessarie per perseverare nel mio percorso personale.
Ti auguro di risolvere nel modo più giusto, con la tua amica! :)
E ho scritto di nuovo un poema… Scusate! :D
Grazie a te Martina per lo spunto che hai fornito al blog tramite la tua storia! “Un incendio si spegne togliendo l’ossigeno che lo alimenta” da oggi diventerà il mio mantra. In bocca al lupo per tutto!!
Mi mancavano i post sul campo dell’autostima&co!
<3
Ci sto lavorando, ci sto lavorando… ;-)
la mia nei tuoi confronti, per fortuna è un ‘ invidia buona :).. ma questo post mi ha fatto capire che spesse volte, inconsciamente, allo stesso modo con cui rimando gli obiettivi, mi allontano dalla mia tabella di marcia,confrontandomi costantemente con la vita degli altri. La procrastinazione e l’ invidia sono i freni dell’ “AUTO-STIMA” :)..comunque ottimo articolo grazie
P.S. mi scuso anticipatamente per il basso umorismo utilizzato:)
e se i tuoi obiettivi non dipendono solo da te? ma prevedono la partecipazione di altre persone?
Non sono obiettivi, ma semplici desideri. Devi poter avere un ragionevole grado di controllo sul tuo obiettivo e soprattutto sulle azioni che ti condurranno a raggiungere il tuo obiettivo.
Ti consiglio di leggere il punto #3 di questo post:
Perché non raggiungerai i tuoi obiettivi nel nuovo anno e come evitarlo
giusto… e se gli obiettivi li hai raggiunti e rimangono solo i desideri?
Provo a farti un esempio pratico:
“Voglio che tizio si innamori di me” non è un obiettivo, ma un desiderio, tra l’altro scritto anche male.
“Voglio diventare la persona che faccia innamorare tizio di me” è un modo migliore di scrivere il nostro desiderio e trasformarlo in un obiettivo.
A questo punto potremmo definire infatti obiettivi chiari che ci aiutino a realizzare il nostro desiderio. Potremmo ad esempio definire obiettivi legati al nostro aspetto e/o forma fisica, alla nostra autostima, etc. etc.
Spero di esserti stato utile,
Andrea.
questo è chiaro.. ma non hai risposto alla domanda. Se quegli obiettivi li hai raggiunti e rimangono solo i desideri… che si fa?
…trasformi quei desideri in obiettivi, era quello il messaggio del precedente commento :-)
Mi trovo in un contesto dove molti sono desiderosi ma senza prospettive. Ho notato che quando da questo improvvisamente una persona gli viene stabilito, non una prospettiva, ma un percorso di crescita, tutti gli altri soggetti esclusi passano direttamente ad uno stato di rabbia saltando l’invidia !! Il confine fra invidia e rabbia verso chi sembra godere di privilegi è davvero così fragile ? Ciò è normale ? C’è un punto di non ritorno dove non si riesce più ad assumersi responsabilità ? Comunque grazie per il post, il tema è delicato ma và trattato e mi auguro che Tu possa scrivere altro sull’argomento.
Grandissima fesseria “sei tu l’unico artefice della tua vita”. Quando X entra nella tua vita, senza chiederti permesso, e fa quello che vuole, facendoti male da morire, male che rimane, male che ha conseguenze enormi, che centro io? Quando a lavoro il principio della meritocrazia è fantascienza perché suo padre e il padre del capo era grandi amici e lui si che va avanti e io si che resto indietro, cosa centro io? Quando le cose cambiano e quando era mio turno per ottenere tot dovevi spezzarti la schiena e adesso le regole sono diverse e tutti ottengono quel tot senza neanche un po’ di fatica, dimmi che centro io? Se però è come dice lei e io sono l’unica responsabile, beh, allora sono proprio campionessa di fallimenti, del resto la responsabilità è mia, no?
Una persona non può farti del male a meno che tu non glielo permetta.
Nessuno ti obbliga a lavorare in un posto dove non vige il principio di meritocrazia.
Leggi sopra.
Sei una campionessa di fallimenti finché ti vedi come tale, ma piangerti addosso sicuramente non ti aiuta.
Ciao.
Ma come si fa a superare l’invidia quando è indirizzata verso cose che non si possono raggiungere in nessun modo? Per esempio l’invidia per la giovinezza, per l’infanzia felice che altri hanno avuto, per il talento musicale, per l’altezza…
Stavo pensando esattamente la stessa cosa che ha scritto Adriana…a quanto pare la risposta non c’è o non è ancora arrivata…Andrea, batti un colpo!
Ragionamento che non fa una piega…parole giuste, accostate nel modo giusto e che esprimono esattamente tutto quello che c’è da dire sull’invidia.
Così tanto giuste che fanno male. Riconoscere di essere invidiosi, aggiungendo anche l’essere timidi, poco determinati, con quasi 0 amici, 0 impegni al di là di quelli lavorativi, è la ricetta giusta per passare un’intera notte in lacrime, dopo aver assistito inerme alle conversazioni amichevoli e serene del tuo uomo, il suo bimbo e un’ospite donna molto si simpatica ed estroversa (il contrario di me) che in 2 minuti è riuscita ad attirare tutta l’attenzione del bimbo…mentre ribollivo dall’invidia per non riuscire ad essere come lei. E magari sarebbe solo bastato un sorriso e una parola in più…mi sento morire…è così difficile superare l’invidia…
purtroppo l’invidia ti può creare spesso dei danni enormi. la gente invidiosa ti allontana dalle persone che ti vogliono bene, non ti vogliono più salutare , più parlare e non vogliono mai ammettere questa patologia che non solo a me ma soprattutto a loro li fa star male da morire. un professore di economia ci ha insegnato che tante attività sono finite in malora dall’INVIDIA dei concorrenti
“Non è sufficiente che io abbia successo. Gli altri devono fallire.”
Gore Vidal.
Ciao Andrea grazie per avermi dato questo spunto di riflessione oggi. Ho scritto per prima cosa questa frase perché credo esprima perfettamente ciò che sto vivendo adesso nella mia vita professionale. Sto vivendo un momento di estremo successo e appagamento sia sul lato professionale che privato. Davvero non mi manca niente ma, non posso sopportare l’idea che un mio collega non abbia fallito! Questo sentimento che provo così potente da farmi sognare questo collega oppure da farmelo venire in mente anche di notte, prescinde da qualsiasi tipo di ragionamento lucido e logico che io possa mettere in campo! Non sopporto che un tipo mediocre lavori nel mio stesso luogo con pari mansioni e paga! Oltretutto non sopporto che con la sua artefatta simpatia conquisti sempre più persone che non si rendono conto di quanto quella risata stampata sia falsa!!! Ci ho ragionato su tantissime volte e logica vuole che la cosa non mi debba minimamente sfiorare perché la sua presenza sul mio stesso posto di lavoro non toglie niente né a me né alla mia professionalità. Quindi tutto questo fastidio che provo quando lui è vicino è davvero immotivato. Ma ora sono preoccupato perché questo fastidio lo provo anche quando lui non c’è e ci penso solo! Addirittura qualche giorno fa sono stato portato al pronto soccorso dopo che lui mi è stato molto vicino così da poter sentire quello che diceva: la cosa mi ha talmente infastidito che ho sentito un dolore fortissimo alla bocca dello stomaco. Sembrava un infarto e invece era solo ansia e stress causatomi da questo pensiero ricorrente e negativo! Io non so più che fare: ho razionalizzato tutto, ho ammesso la mia invidia e la frustrazione dovuta al suo successo, ma non riesco a liberarmi di questa figura e delle sensazioni negative che mi provoca. Forse dovrei parlare con lui ma mi rendo conto che il tutto è talmente surreale e forse puerile che mai mi sottoporrò al suo giudizio o addirittura alla sua comprensione e al suo aiuto. Mi sta antipatico e vorrei solo che non fosse qui, che lavorasse da un’altra parte! Ho paura che il continuo desiderio di vedere un suo fallimento mi farà ammalare sul serio! Come uscirne? Grazie, Pietro.
Ciao Pietro,
quando certi pensieri si sono cronicizzati e addirittura ti hanno portato al pronto soccorso, smetti di fare ricerche sul web e rivolgiti ad uno specialista. Questo è l’unico consiglio concreto che mi sento di darti.
Andrea.
Grazie Andrea, lo sapevo già questo ma per motivi che non posso spiegare, non potrò accedere a queste cure almeno per adesso. In quanto ai fiori di Bach, li ho usati in passato ma con scarsissimi risultati… Questo è un problema che la mia mente ha creato e la mia mente sarà in grado di risolverlo! Un mostro creato da essa e che essa distruggerà! Sono fiducioso!!! Un abbraccio a tutti e grazie, Pietro.
Ciao Pietro, il consiglio di Andrea è centrato ma nel frattempo, anche per velocizzare il tuo recupero, io proverei una “cura” assolutamente veloce, naturale, economica ed efficace (sono anni che mi affido a questi rimedi e ho consigliato molte altre persone che ne sono rimaste estremamente soddisfatte): i fiori di Bach.
Ci sono ormai numerosi esperti, soprattutto in ambito di erboristi ma anche ormai di farmacisti, che ti possono consigliare su quali sono i più adatti al tuo caso: così su due piedi da quello che scrivi io ti consiglierei il “Rimedio universale” o “Rescue remedy”, per gli attacchi d’ansia e stress, mentre per l’invidia, la gelosia, la collera “Holly”, per i pensieri ricorrenti, ossessivi invece “White chestnut”.
Ti consiglierei di prendere quelli della ditta “Di Leo” poiché sono quelli energeticamente più carichi, costano circa 9,00 euro la boccetta: comunque se cerchi su internet “fiori di bach” troverai moltissime informazioni a riguardo e potrai farti un’idea più precisa in merito.
Auguri! ;-)
I fiori di Bach la prima volta che li usai neanch’io ebbi grossi risultati, tuttavia continuai ad assumerli e solo dopo un bel po’ di tempo cominciai a notarne gli effetti: dopo molti anni ti posso dire che se tu li hai usati ma non hai avuto riscontri allora dovresti provare, come feci anch’io quando non sentì più alcun cambiamento e dunque cambiai l’approccio per trovare i rimedi giusti (fase essenziale per aumentare sensibilmente l’efficacia nella successiva fase di “terapia”), a trovare qualcuno che te li testi con ad esempio test kinesiologici oppure con la radiestesia.
Io ormai uso solo questi sistemi di ricerca quando devo assumerli per determinate problematiche che voglio risolvere.
C’è anche un altro aspetto da evidenziare. Molti che non conoscono come i fiori di Bach lavorano, mollano la presa perché o non hanno alcun cambiamento oppure perchè si sentono addirittura peggio (consiglio a questo proposito di leggere qualche testo che spiega il loro funzionamento per approfondire queste questioni), non so se sia stato questo il tuo caso: in realtà c’è da capire che il peggioramento è una fase necessaria, ed anzi è positiva, poiché significa che il lavoro energetico sta innescando la transizione necessaria alla rielaborazione e successiva trasformazione di ciò che sta alla base del disagio (è il disordine che emerge per creare il successivo e conseguente ordine).
Ulteriore importanza riveste poi il prodotto che usi: purtroppo alcune case usano fiori coltivati per le loro essenze, ed in essi vi è dunque un imprinting energetico molto basso, è per questo motivo che ti ho consigliato le essenze floreali della Di Leo; io che ne ho usati molti posso assicurarti che quelli di questa ditta hanno una marcia in più, non a caso se tu vai sul loro sito sono gli unici che hanno fatto testare le loro essenze ed hanno pubblicato le relative schede con le caratteristiche energetiche evidenziate per ogni singolo fiore.
Quasi tutti i più importanti floriterapeuti utilizzano ormai in maniera sistematica le loro essenze.
In poche parole Pietro bisogna considerare tanti diversi fattori prima di trarre la conclusione che con i fiori di Bach si sono avuti scarsi risultati: ricordo poi che essi si sono dimostrati funzionali sia nel trattamento di bambini, animali ed addirittura piante, escludendo dunque in maniera inequivocabile il cosiddetto effetto placebo.
Ritengo che spesso l’invidia sia semplicemente riconducibile ad un NON osservare con la giusta obiettività e dalla giusta prospettiva la scena che si ha di fronte: mi spiego.
Una persona con cui siamo a contatto ha successo. Riteniamo che questo successo sia immeritato e che quel successo in realtà dovremmo averlo noi: a questo punto scatta l’invidia.
Se riuscissimo ad osservare il tutto con la giusta obiettività potremmo notare che una qualche caratteristica peculiare quella persona deve pur averla per aver riscosso la sua dote di successo: che sia poi un qualcosa che a noi possa piacere oppure no, questo è un altro discorso, ma il riconoscere questo fatto, in maniera “neutra”, dovrebbe farci osservare quale abilità quella persona è riuscita a sviluppare per raggiungere quell’obiettivo.
A questo punto scatta la parte più “interessante” a mio parere: quella che potrebbe mitigare, se si tratta di invidia negativa, il nostro livore, oppure farci scattare il desiderio di emulazione, in caso di invidia positiva.
Se riusciamo a distaccarci ulteriormente da ciò che percepiamo come invidia andando oltre la sensazione di fastidio possiamo allargare la nostra prospettiva: nel fare questo dovremmo analizzarne le cause più a largo raggio.
Se per esempio l’oggetto della nostra invidia è una persona che ha successo in campo lavorativo proviamo a chiederci: quali cose ha sacrificato questa persona per essere arrivato a quel risultato?
Magari ha sacrificato tempo alla sua famiglia, ai suoi amici, al suo divertimento, oppure ha indossato una maschera sociale che lo fa apparire diverso da quello che è realmente, oppure ancora ha tradito i suoi valori, i suoi amici, etc. cerchiamo insomma di andare oltre quella che è la cosa che ci può infastidire ed allarghiamo la visione su tutti gli aspetti collegati al risultato ottenuto: a quel punto possiamo trarre le conclusioni e capire se quell’invidia ha ancora motivo di esistere, negativa o positiva che sia, oppure se alla luce di tutto ciò è semplicemente una sensazione di cui possiamo benissimo fare a meno visto tutto ciò che essa contempla; si tratta in poche parole di scegliere ciò a cui dare valore e priorità ed in base a queste scelte comprendere se il gioco vale la candela.
Soffrire e sentirsi inadeguati per un qualcosa che ha un prezzo da pagare molto più alto di quello che può essere il suo valore di facciata può farci ritornare ad essere felici ed appagati di quello che si ha, e soprattutto di quello che si E’! E così l’invidia scivola via! ;-)
Ciao Andrea, e come la mettiamo con l’invidia riguardo cose che non sono raggiungibili attraverso l’impegno, le abilità ecc? Ad esempio la bellezza fisica, la giovinezza…
Mi piacerebbe molto ricevere una tua risposta!
Ciao!
Paola
Ciao Paola, premetto che non è un commento “invidioso”, visto che tra l’altro l’argomento riguarda proprio l’invidia, ;-) ma pare che Andrea quando ci sia da fare qualche replica un po’ più “difficile”, profonda o magari scomoda, improvvisamente “evapori”, (e mi pare che questa tua questione l’hai riproposta anche un bel po’ di tempo fa, è per questo che lo scrivo) non sei certamente la prima persona che attende inutilmente una risposta a quesiti che non siano i soliti di studenti in difficoltà per esami, o di fissati per le tecniche che chiedono se è meglio fare così o cosà, o di chi impazzisce per sapere se lo smartphone ha il programmino x, quesiti questi ai quali Andrea prontamente risponde SEMPRE. Non ti sembra strana questa cosa?
Provo a sostituirmi al sommo “guru” ;-) (notare l’occhiolino Andrè…..non ti incazzè) ti rispondo in base al mio punto di vista, se ti interessa solo il pensiero di Andrea allora non considerarmi nemmeno, se no prova a rifletterci giusto due minuti (non pensare però che ti dirò chissà che di nuovo o di “efficace”, penso e spero solo pratico buon senso).
L’invidia rispetto alla bellezza fisica, la giovinezza, etc: una gran bella gnocca di una mia amica (con burrascose storie sentimentali alle spalle e perennemente single), una volta durante una discussione con un’altra bella gnoccona della nostra cerchia di amici disse, accompagnando questa affermazione ad un’espressione di rabbia malinconica “Io di una donna non invidio le gambe o le tette, quello che posso realmente invidiarle è il cervello”; tira tu le conclusioni.
Tu mi risponderai (giustamente), sì ma se lei è già gnocca è un ragionamento del kaiser, ok è vero lo ammetto di base c’è un’apparente incongruenza, però lei, nonostante la sua gnoccagine, è una “sfigata” clamorosa dal punto di vista sentimentale, e forse, con quella frase, è riuscita a far comprendere il perché di questa sua sfiga.
E’ vero che noi maschietti la prima cosa che guardiamo sono certe “qualità”, ma quelle qualità durano il tempo necessario ad accorgersi che sotto sotto non c’è niente altro, dopo di chè chi si ritrova con solo quelle qualità e punta solo su quelle si sente sempre né carne né pesce: e non penso che sia una bella sensazione.
Insomma morale della favola: certe invidie per cose che solo la natura od il tempo (ad esempio la giovinezza) possono garantire, a mio avviso dovrebbero essere maggiormente consapevolizzate riflettendo sul fatto che si tratta di fattori che danno valore all’esteriorità, chi invidia la bellezza non si rende conto che prima o poi anche quella sparirà, chi invidia la giovinezza non si rende conto che la maturità degli anni porta con sé tante belle opportunità di crescita interiore che quando si è giovani non si possono cogliere, e dunque che senso ha invidiare cose effimere o situazioni che danno vantaggi solo apparenti?
Puntare sulla sostanza delle cose porta sempre vantaggi concreti e duraturi: questo è il mio pensiero ed il mio invito nel riconsiderare le tue invidie osservandole nella giusta prospettiva.
Accidenti, non ricordavo di aver già postato un commento del genere…credevo di aver solo pensato di farlo :D
In parte sono d’accordo con te, ma trovo che nella società attuale la bellezza e la giovinezza non siano poi così effimeri: a parità di cervello, per esempio, una donna più bella e più giovane viene preferita ai fini di un assunzione. C’è poco da fare! E a quel punto potrà costruirsi più agevolmente un futuro sicuro dal punto di vista materiale. Questo voleva essere solo un esempio per spiegare perchè io non trovo che siano valori effimeri da invidiare :)
“a parità di cervello, per esempio, una donna più bella e più giovane viene preferita ai fini di un assunzione”
A parità di cervello sì, se la selezione la fa un maschietto è sicuro che sia così, inutile girarci intorno, ma se una è solamente bella e poco intelligente accade il contrario, a livello lavorativo di solito si privilegia l’efficienza e la capacità, poi ovviamente dipende dal tipo di lavoro che si deve svolgere, ci sono alcune posizioni dove l’aspetto ha un’importanza preponderante ed allora si punta quasi solo su quel fattore.
Sia chiaro, non voglio cercare di convincerti che la bellezza o la giovinezza non siano aspetti importanti, o fare l’ipocrita facendoti pensare il contrario, ma invidiare tutto questo che senso ha? Se non li possiedi devi fartene una ragione, invidiare ciò che non potrai mai avere ti fa solo star male per nulla e, scusami se lo dico, non è molto intelligente, recriminare poi perché la società a parità di condizioni privilegi chi è più attraente o giovane è una guerra perduta in partenza, dunque a mio avviso è molto più saggio ed utile cercare di vivere meglio puntando su fattori nei quali possiamo esprimere maggiormente le nostre potenzialità, altrimenti rischiamo di vivere solo con enormi frustrazioni che alla fine non ci portano da nessuna parte.
Non sto recriminando :) e tantomeno penso di essere stupida. Semplicemente, come tanti hanno fobie o fissazioni, io ho questa fissa dell’invidia: ci sto lavorando, e nel lavorarci mi fa comodo avere pareri e provare a guardare il problema sotto punti di vista vari e differenti, per cui anche il tuo mi è molto utile :) Per l’appunto, vorrei riuscire a farmene una ragione in modo da avere la mente sgombra per pensare a cose più importanti, ma non so da che verso prendere questa bestia per affrontarla.
Prova a leggerti qualche testo sull’argomento, ma non di quelli troppo pallosi o tecnici. A me piacciono molto quelli di Neale Donald Walsh, secondo me ti possono aiutare a vedere determinate problematiche allargando l’orizzonte, molto interessante è la trilogia di “Conversazioni con Dio”: sì lo so apparentemente non c’entrano nulla ma anche no, nel senso che trattano tematiche profonde ma allo stesso tempo pratiche e quotidiane ed in questo modo fanno sicuramente un buon lavoro di sgrezzatura.
L’invidia sicuramente limita molto le nostre capacità di goderci al meglio la vita. Già il fatto comunque che riesci a vederla in maniera così obiettiva (molti non vogliono vederla per paura di apparire “stronzi” o non accettabili agli occhi degli altri) “confessando” di averla come tua scomoda compagna è sinonimo di maturità e di voglia di superarla. Tanti Auguri!
Appunto su questa vostra affermazione <> Ma in due parole chi vi ha detto che i successi dell’altro, gli obbiettivi dell’altro sono ciò che desidera realmente l’invidioso? E parlo per esperienza personale. Far leva sull’invidia diventa una vera e propria emulazione, significa emulare l’altro in tutto e per tutto, fare tutto ciò che fa l’altro, se lui è interessato a fare lo psicologo, l’invidioso vorrà fare anche lui la stessa cosa, e magari è più portato per far l’informatico. Così facendo perdendo di vista ciò che interessa a noi stessi. Perdendo di vista le nostre capacità e i nostri talenti. Far leva come suggerite voi sull’invidia emulando (perchè è solo mera emulazione, anche di qualcosa che nemmeno ci interessa realmente) significa nutrirla attraverso l’emulazione, darle da mangiare al mostro. Accendendo la miccia del fuoco, che porta al disprezzo altrui. Anzi, questa emulazione dell’altro la parte peggiore dell’invidia, la parte che fa stare più male. Spiego com’è il giro invidi una persona, inizi a far leva su questo sentimento prefiggendoti i suoi medesimi obiettivi, ma sei portato/a per altro o ti interessa altro, vedi l’altra persona che raggiunge gli obiettivi prefissati mentre tu non riesci neanche a raggiungerne mezzo o addirittura a intraprendere un cammino, gli ostacoli che incontri sono al di fuori della tua portata, ecco che inizi a provare disprezzo per l’altra persona perchè lei ci è riuscita a conseguire i suoi obiettivi mentre tu no, l’invidia si mescola al disprezzo, ecco che essa è alimentata. Ed, io proprio per questa sfida, questa costante emulazione, ho sofferto di più, era una sfida accecante. Ho perso di vista ciò che per me importante per questa maledetta sfida, e per qualcosa che nemmeno mi interessava. No, non cadete nel tranello d’invidia buona, perchè essa è la parte peggiore dell’invidia è il modo migliore per nutrirla e alimentarla. L’invidia è un erbaccia velenosa che va sradicata. Non alimentata. Parlo, ripeto da invidiosa.
Io penso che all’articolo manchi una parte. Non riesco personalmente ad etichettare l’invidia da fallimento, quella che scaturisce quando si desidera una cosa che proprio non si può avere e che gli altri hanno e che non necessariamente fa parte dell’invidia tout court intesa negativamente. Penso a chi ha un handicap, a chi è stato licenziato, a chi non può avere figli e cosi via ritenendo, alcune caratteristiche, essenziali al proseguimento dell’esistenza (e forse il punto diventa questo). E’ una domanda, anche senza punto interrogativo :)
anche la mia vita è stata rovinata dell’invidia, quella degli altri nei miei confronti. mi fidavo di loro, pensavo fossimo amici e non vedevo motivi per cui dovessero invidiarmi, eppure…mi sono rivelato essere solo un ingenuo. loro però adesso sono felici e si sono lasciati tutto alle spalle, acqua passata…in fondo non volevano avere quello che avevo io, volevano solo distruggermi. semplice
Allora… io da anni ho smesso di compararmi con le persone che mi circondano. Non mi sento ne inferiore ne superiore a nessuno e se gli altri ottengono un risultato a me non riguarda assolutamente di fare le cose per dimostrare che sono migliore di loro. Le sfide le faccio solo e solo con me stesso… e tante volte perdo. Che cosa vuol dire? Che siccome non mi sento all’altezza del loro gioco mi tiro fuori oppure vuol dire che sono superbo, che le loro cose sono cose da poco? Ma !…io penso di essermi liberato dall’ invidia e comunque non la provo quasi mai e le rare volte che capita di averla la respingo subito. Il problema e’ pero’ liberarsi dagli invidiosi. Se capisco che una persona e’ invidiosa sono portato a considerare l’invidia ormai come se fosse cattiveria vera e propria e allora succede che per me questa persona diventa da evitare come la peste. Oltre a riuscire a liberarsi dall’ invidia bisognerebbe avere la capacita’ sociale di capire se quando uno racconta un successo ad un amico quest’ultimo percepisce cio’ che gli dici come condivisione amichevole o se invece pensa che ti vuoi vantare nel raccontarglielo. E lo stesso uno dovrebbe capire se il successo che ha ottenuto lui te lo racconta pensando di farti venire l’invidia o pensando che sia normale condivisione di sapere che cosa ha fatto. Insomma riuscire a capire se uno e’ o non e’ circondato da invidiosi e il grado dell’ invidia e’ veramente una cosa difficile. Ora vorrei fare pero una domanda che va piu’ sul generale. La ricerca di giustizia, “la fame e sete di giustizia” intesa come giustizia sociale o la rivalsa per aver subito dei torti ingiusti ,e’ in realta’ invidia?
Quindi, obiettivi alti possono essere causa di frustrazione e fallimento. Meglio non avere obiettivi, anzi meglio essere già morti o, perché no, meglio non essere mai nati (come scriveva Sofocle “Non essere mai nati è la più grande fortuna che possa capitare”).
Ho sempre sentito un povero invidiare un ricco ma mai un ricco invidiare un povero, e si che un certo libro scriveva: “Beati i poveri perché di loro è il regno dei cieli”.
C è l invidia cosiddetta buona e quella cattiva. Chi prova invidia buona nei confronti di qualcuno, tenta di migliorarsi, chi prova invidia cattiva invece tenta di annientare l invidiato. Chi più e chi meno tutti possiamo provare invidia nei confronti di qualcuno, l importante è non fare del male agli altri, per via di questo sentimento.
Purtroppo però tanti sono portati a fare del male all invidiato, con cattiverie varie e soprattutto con calunnie.
Può succedere che una persona venga calunniata e gli altri senza chiedersi se quello che si dice sia vero o falso scelgono di credere al calunniatore. Perché lo fanno? Perché sono anche loro invidiosi oppure boccaloni.
Anche io sono stata vittima di pesanti calunnie, per invidia, e addirittura nel mio caso anche dopo che la verità è venuta a galla, che stava sotto gli occhi di tutti, in tanti continuavano a sostenere le calunnie ed i calunniatori, si rifiutavano proprio di vedere la verità. Assurdo, vero? Ma erano così cecati dall odio che non si rendevano neanche conto di quanto erano patetici, continuando a sostenere cose che tutti potevano constatare che erano false.
Altri, nonostante fosse lampante che le voci che circolavano su di me fossero false, avevano preferito schierarsi dalla parte dei calunniatori per convenienza.
Incredibile, veramente incredibile ma succede anche questo.
Come comportarsi in questi casi? Io personalmente non mi arrabbio neanche più quando sento tutt ora determinate cose …. Prima mi facevano rabbia, ma adesso che ho capito la psicologia di questi esseri ignobili, provo solo tanta pena e tristezza per loro. Devono stare davvero tanto male dentro, per arrivare a dire e fare certe cose, mi ripeto. Quindi li ignoro assolutamente, mi concentro sulla mia vita e sulle mie cose, senza scendere al loro livello. E vedeste come rosicano quando mi vedono tranquilla, serena, sorridente. Non fingo di essere così, lo sono realmente. E a volte mi diverto pure a spiattellare sotto il loro naso qualche mio successo come per dirgli
– Avete visto? Avete fatto di tutto e di più per distruggermi ma non ci siete riusciti ed anzi le cose vanno meglio a me che a voi!! Beccatevi questa!
Non vi dico che soddisfazione vedere le loro facce!!!
Io soffro di un’invidia feroce da sempre. Non riesco a liberarmene, mi sta rovinando l’umore e la vita. Il mio problema è che sto in un ambiente dove chi riesce a fare più di me ci riesce perché ha sul serio capacità in più. Non sminuisco i loro successi, sono consapevole del lavoro che c’è dietro, non do colpa alla sfortuna e non sono nemmeno arrabbiata al punto che vorrei vederli fallire: tutto ciò a cui riesco a pensare è soltanto la mia inadeguatezza. Non è solo un problema di autostima, io ho davvero poche capacità e piuttosto limitate, faccio sempre scelte sbagliate e non riesco proprio a essere più furba, credo di essere stupida a dirla tutta. Sono sempre stata più lenta di tutti gli altri a studiare. Ho provato diversi metodi, ho provato di tutto ma sono sempre arrivata in mesi ai risultati che altri raggiungevano in settimane e addirittura, non so come, in giorni. Non so come trasformare la mia lentezza in un punto di forza perché è un difetto e basta. Non so come essere felice di ciò che ho se ciò che ho mi ha portata dove sono ora, cioè a nulla. Ho provato ad essere responsabile e reattiva, a migliorarmi, ma non cambia, non cambia mai nulla. Non so più cosa fare, vorrei solo stare in pace con me stessa.
pensavo che l’articolo era diretto alle vittime degli invidiosi, ma è il contrario, peccato perché l’invidioso è coinvolto a tal punto in quello che fa da non capire lui stesso che è solo un invidioso, e quindi non c’è guarigione se non con la galera o una multa salata.
Ciao, complimenti per l’articolo. La mia invidia, se così può essere definita, è forse un po’ anomala. Io quando ascolto la musica a volte provo sofferenza nel ricordarmi che i miei idoli musicali (giusto un paio) alla mia età erano già famosi da tempo mentre io no. Eppure non ho mai provato una forte attrazione per la carriera musicale. Sono da ricovero? XD
Quindi se io ho un collega/amico con il quale ho avuto modo di confrontarmi più volte, continuamente, per anni, con il quale condividiamo lo stesso lavoro ma lui guadagna 3 volte di più di quello che guadagno io per una questione di mero tempismo, avendo circa la metà delle mie competenze, quella è invidia???
No perché per me è inadeguatezza/ingiustizia, visto che tra l’altro non esiste modo di “ambire” alla sua medesima situazione, essendo l’unico suo merito trovarsi al posto giusto al momento giusto… Ma visto che all’invidia e all’invidioso si associano con una facilità disarmante anche percezioni distorte delle idee di equità e giustizia, allora voglio un tuo/vostro parere.
Grazie in anticipo.
non ho tempo per parlare delle persone(…)che si vendono il culo per annientare le altre