Il perfezionismo è tuo nemico: liberatene, goditi la vita e realizza i tuoi sogni.
“Ho voluto la perfezione e ho rovinato quello che andava bene.”
Claude Monet.
Ho impiegato 37 minuti e ho riscritto questo primo paragrafo 8 volte, prima di realizzare che quanto stavo facendo rappresentava, meglio di ogni altra cosa, l’oggetto di questo articolo: la tendenza a voler essere sempre e comunque perfetti, ovvero il perfezionismo (quello “cattivo”).
Ci ritroviamo spesso a pretendere che nella nostra vita nulla vada storto, che tutte le caselline si incastrino al loro posto, che i nostri standard (irrealistici) siano sempre rispettati. Siamo i figli degli assolutismi: “tutto o niente“, “bianco o nero“, “dentro o fuori” e non siamo in grado di accettare il fallimento, la critica… l’imperfezione.
Come appassionato di crescita personale mi sono sempre posto obiettivi ambiziosi, ma essere vittime del perfezionismo è tutto un altro paio di maniche. Se ti ritrovi a perdere eoni di tempo per completare qualsiasi attività. Se non fai altro che procrastinare per la paura del fallimento. Se ti imponi ogni giorno mille regole che puntualmente disattendi: questo post fa per te.
Perfezionismo: la trappola delle troppe regole
Questa volta non si scappa: mi tocca il mea culpa.
L’altro giorno, sistemando i 337 articoli dell’Archivio di EfficaceMente, mi sono divertito a calcolare la durata di una giornata tipo per un lettore che volesse applicare tutti gli stratagemmi che ho consigliato negli ultimi 5 anni. Il risultato è paradossale: ti va di leggerlo insieme? Dunque… nella giornata del perfetto lettore di EfficaceMente non può mancare:
- Una sveglia senza traumi, magari utilizzando un simulatore d’alba: 0,5 ore.
- Segue la famosa ora sacra: un’altra 1 ora piena.
- Altre 0,5 ore per la visualizzazione dei nostri obiettivi.
- Almeno 1 ora per doccia, colazione e preparativi vari.
- Guai poi a non rifare il letto e sistemare la casa, e via altre 0,5 ore.
- Ci toccano poi 2 ore al giorno (se tutto va bene) di traffico, treno, bus, etc.
- Seguono 12 pomodori di studio/lavoro, che (pause comprese) corrispondono a circa 6,5 ore: ma quello st*?!zo del tuo capo non ti farà fare mai meno di 8 ore.
- La pausa pranzo si mangia un’altra 1 ora.
- Per non essere proprio degli sfigati anti-sociali, dovremmo pur socializzare e tra aperitivi, aperi-cene, speed-dating ed americanate varie, partono altre 1,5 ore.
- Poi si sa, bisogna fare attività fisica! Togliamo allora altre 1,5 ore per la palestra.
- Tornati finalmente a casa dobbiamo assolutamente prepararci una cena sana, evitando magari di strozzarcela in 10 minuti: meglio prevedere 1,5 ore.
- Non vorremo mica abitare in una casa sporca ed in disordine? Meglio calcolare 0,5 ore per lavare i piatti e sistemare la cucina.
- Per fortuna, grazie alla dieta mediatica, non perdiamo tempo davanti alla TV, ma se dobbiamo leggere 52 libri all’anno, serve 1 ora al giorno per la lettura.
- Visto che una giornata di questo genere ci ha stressato abbastanza, meglio dedicare almeno 0,5 ore a delle ottime tecniche di rilassamento.
- Guai poi ad andare a dormire senza meditare o aggiornare il nostro diario personale: ecco che vediamo sfumare un’altra 1 ora.
- Per finire tutti gli specialisti dicono che dobbiamo assolutamente dormire almeno 8 ore a notte: meglio ascoltarli!
Totale: 30 ore. Ooops.
Le strategie di crescita personale rappresentano gli strumenti indispensabili per chiunque voglia intraprendere un percorso di miglioramento. Ma anche il migliore degli strumenti, se suonato in modo scorretto, genera un suono sgradevole, insopportabile, frustrante. Il musicista è l’unica variabile fondamentale di una perfetta armonia.
Se come musicisti ci facciamo prendere dalle smanie di perfezionismo, rischiamo di ritrovarci sommersi da mille regole e regolette. Regole, che sommate l’una sull’altra, diventano impossibili da rispettare. Regole che ci irrigidiscono e che rovinano la nostra melodia. Regole che non fanno altro che aggiungere ansia e frustrazione alle nostre giornate.
Se sei un perfezionista impara innanzitutto a prendere consapevolezza di tutte queste regole che ti auto-imponi. Le doverizzazioni, ovvero tutte quelle attività che senti di dover fare, ti portano inevitabilmente ad auto-sabotare i tuoi obiettivi più ambiziosi. La nostra mente, infatti, è in continua lotta per la libertà e quando le imponiamo qualcosa, trova sempre il modo di sfuggirle. Ricorda: per realizzare i tuoi sogni non hai bisogno di “devo”, ma di “voglio”.
Per realizzare i tuoi sogni non hai bisogno di “devo”, ma di “voglio”.
Wow… la lista auto-ironica di attività, la metafora del musicista, quest’ultima frasetta ad effetto: sono davvero colpito André! Mancava solo una musichetta di sottofondo e avresti vinto il premio di supercazzolatore dell’anno! Insomma, hai detto tutto e non hai detto niente! Ho solo capito che troppe regole sono controproducenti, ma qui siamo punto e a capo: cosa posso fare, nella pratica, per superare le mie smanie di perfezionismo?!
Prendere consapevolezza delle “gabbie d’oro” in cui spesso ci ficchiamo è di fondamentale importanza, ma non basta per sfuggire alle nostre smanie di perfezionismo. La tentazione potrebbe essere allora quella di cedere all’effetto “chissenefrega” e mandare a quel paese tutte le regole che ci siamo auto-imposti; ma anche in questo caso la daremo vinta a quella mentalità del “tutto o niente” che rafforzerebbe le nostre tendenze perfezionistiche.
Ti propongo un’alternativa: un semplice approccio in 3 passi per liberarti dalla tua voglia insaziabile di perfezionismo e vivere con più serenità i tuoi impegni ed i tuoi obiettivi. Ci stai? ;-)
Liberarti dal perfezionismo in 3 passi
Liberarsi dalle troppe regole aggiungendo 3 nuove regole: suona un po’ paradossale ed incoerente non trovi? Beh, so che è difficile per te accettare quest’incoerenza (questa imperfezione), ma dovrai fartene una ragione: il tuo percorso di liberazione dal perfezionismo ha avuto inizio a partire da questo primo paragrafo ;-)
- Regola #1: accetta l’imperfezione. La perfezione è staticità, freddezza, morte. L’imperfezione invece… l’imperfezione è vita, calore, movimento. I cambiamenti, i miglioramenti, possono nascere solo dall’imperfezione. Tutto in natura cresce e cambia stato grazie ad impercettibili imperfezioni e squilibri a livello atomico. Impara a vedere l’imperfezione con occhi nuovi, ad accettarla, ad amarla. In fondo, come scrisse il giornalista austriaco Karl Kraus in “Detti e contraddetti“:
“Per essere perfetta le mancava solo un difetto.”
Karl Kraus.
- Regola #2: accetta di perdere il controllo (di tanto, in tanto). L’universo è caos: se non lo accetti, ne vieni travolto. Più sei rigido e più facilmente sarai spezzato dagli eventi dell’esistenza. Smettila di lottare, arrenditi: non puoi controllare tutto. Impara ad abbandonarti alla corrente della vita: limitati a dare qualche colpo di remo, quanto basta a mantenerti nella giusta direzione, ma non avere la pretesa di decidere ogni millimetro della tua traversata. E, come ho imparato in un taxi milanese, quando arriva un’onda… seguila.
- Regola #3: accetta di iniziare. La ricerca della perfezione (ovvero la paura di fallire) è una delle 4 principali cause di procrastinazione. Se vuoi davvero realizzare i tuoi sogni, devi imparare ad accettare il disagio dell’inizio. All’inizio nulla sarà perfetto, ti sentirai un principiante, un incapace, un idiota. Sbaglierai e poi… sbaglierai ancora. Questa non è una scusa per non iniziare. L’illusione che ogni nostro sforzo debba essere coronato da un perfetto successo ci immobilizza e di fatto, ci condanna all’insuccesso. Ricorda:
“Meglio una bozza imperfetta che un perfetto foglio bianco.”
R. Schuller.
Ti auguro allora una settimana imperfetta. Una settimana in cui inizierai a lavorare/studiare anche quando tutte le condizioni non saranno perfette. Una settimana in cui ti concederai il lusso di sbagliare ed imparerai dai tuoi sbagli. Una settimana in cui rispetterai poche regole, ma soprattutto imparerai a rispettare te stesso. Buona settimana.
Andrea Giuliodori.
Eheh ero qui in attesa che lo pubblicassi! ora posso andare a dormire! Buonanotte Andrea :)
Buonanotte (giusto con 3 giorni di ritardo)
Alla prossima Sabrina,
Andrea.
Ciao Andrea, grazie mille per i tuoi pensieri.
Sorrido un po leggendo il tuo articolo perché mi trovo nel paese del sol levante… inutile aggiungere altro.
buon proseguimento di giornata
Alessandro
In Giappone c’è un vero e proprio culto del perfezionismo: mai visto il rito del té?
Andrea.
Il Giappone è anche il paese con il maggior tasso di suicidi al mondo tra i paesi maggiormente industrializzati, penso che esista un legame molto stretto tra eccessiva ricerca della perfezione ed “autodistruzione”: quando non ci si vede o non ci si sente “perfetti”, se non si riesce ad ACCETTARE serenamente questa condizione, si finisce per farsi solamente del male!
Ciao innanzi tutto standing ovation è la prima volta che leggo un blog in cui viene fatta autocritica (ed anche in modo divertente). Mi permetto di farti notare che mancano un paio di cosette alla tua giornata:
1) Fare l’amore (ok forse possiamo considerarlo nell’attività fisica.)
2) Conseguenza del punto 1 tempo da dedicare ai figli/compagnia.
3) Conseguenza del punto 2 aumentare il tempo del rilassamento da 0,5 a un ora, ci sarebbero delle alternative per velocizzare il rilassamento (Pannella ci lavora da un pò) ma per ora non sono legali.
Forse una soluzione c’è su IO (satellite di Giove)il giorno dura 42ore! :)
Grazie e spero di averti fatto sorridere come tu hai fatto con me.
Ahahaha,
bel commento Silvio.
Guarda, in generale io mi fido poco di chi si prende troppo sul serio nel settore della crescita personale ;-)
Concordo e sottoscrivo👏👏👏😁😂😁
Questo articolo si che fa per me! Hai davvero ragione, devo ammettere che, da quando ho deciso di agire e sbagliare anziché starmene li ferma, la mia vita sta migliorando. E anche quando mi manca la motivazione per iniziare a studiare, sinceramente non la cerco più, inizio e basta, e tutto questo grazie ai tuoi articoli! Grazie André!
Caspita, mi piacerebbe tanto raggiungere questo “livello”…ma purtroppo sono ancora bloccata!! Come haiti fatto? Qual è stata la tua “molla”?
Questo è l’atteggiamento giusto Lucia! Grande.
Andrea.
Eccomi qui, “perfettamente” presente…mannaggia a me! ecco come riunire sotto un’unica denominazione tutte le cause dei miei insuccessi e, purtroppo, della mia procrastinazione!!! Grazie Andre, questo articolo arriva giusto in tempo…stavo per mollare per l’ennesima volta prima di un esame…ma proverò a perseverare, correndo il rischio di sbagliare…!
PS. Effettivamente quella che hai descritto sarebbe proprio la mia giornata ideale….peccato che le ore sforino clamorosamente! ;-)
Buona giornata :-)
Mi auguro che l’esame vada alla grande Georgia ;-)
Andrea.
Ciao a tutti..
È da un anno che sono diventata maniaca del controllo e della perfezione.. Mi sono accorta solo ora di quale fosse il motivo dei miei 4 mesi di attacco di panico.. Prima non ero così ?
Questa volta ho una pesante critica da farti: questo articolo lo dovevi scrivere almeno un mese fa perché ormai risolto le mie manie di perfezionismo. Cos’è, hai mica procrastinato?! :-P Scherzi a parte, trovo che sia uno dei temi meno discussi nella crescita personale quello del perfezionismo, proprio questo che a volte è un terribile effetto collaterale e sono contento del fatto che tu ne abbia parlato. Come ho ironicamente accennato prima, per un periodo sono stato a tal punto perfezionista (stile “lettore perfetto di EfficaceMente”) da sentirmi sempre e costantemente stressato e insoddisfatto della mia vita. Ottimo Andrea!
Ironia a parte, hai ragione: avrei dovuto scrivere questo post molto tempo fa ;-)
Bene…..la prossima volta che stilerai un lungo elenco di regole da rispettare te lo ricorderò!!! ;-)
Ciao Andrea,
Queato articolo è splendido! Io ho sofferto di perfezionismo fino a renderlo clinico e ad arrivare ad attacchi di ansia: la frase del mio dottore era ” come puoi avere grandi prestazioni e pochi risultati??” No, non sono stupida, solo non credevo in me stessa, mi colpevolizzavo per non essere perfetta come altre mie compagne, lo studio eccessivo era la mia punizione per la mia imperfezione e sono arrivata ad odiarlo; ancora oggi combatto per ritrovare l’amore per lo studio. Ora però ho attaccato all’armadio il manifesto anti-procastinazione e sottolineato in mille colori “Abbasso il perfezionismo”.
Da questa esperienza ho imparato soprattutto che il perfezionismo è una cosa che non si elimina, si impara a controllare, lo si ha dentro come un qualsiasi talento. Nel mio caso è diventato clinico perché me lo hanno rimproverato come una pecca e non considerato come una virtù. Il mio obiettivo ora è farlo diventare qualcosa di positivo, che sia quella spinta non verso la distruzione ma verso costruzione di molti successi perché ho ( abbiamo ) un talento naturale nel controllo! Usatelo bene :-) In bocca al lupo a tutti i lettori e a te Andrea!
Cara Irene, io e te sappiamo benissimo da dove è arrivata l’idea di scrivere questo post: grazie e scusami se non ho più pubblicato il tuo guest. Ho deciso di dare un taglio deciso ai guest post, salvo rare eccezioni.
A presto,
Andrea.
cara irene ti sono nel cuore….secondo me dietro il perfezionismo c’e’ il bisogno di essere accettati…… se ci pensi bene perche’ sentiamo il bisogno di essere perfetti?
Condivido appieno quanto detto e descritto…cara Irene!! Avrei tanto piacere di comunicare con te ..se ce ne fosse la possibilità! Riguardo ad Andrea, faccio i miei complimenti :ottimo ‘personal trainer’!!! Graxie mille
Buongiorno Andrea, buongiorno a tutti i lettori.
Mentre leggevo il tuo articolo di oggi pensavo a come la tua crescita personale stia maturando sempre più ed a come diventi sempre più bravo a trovare strategie “efficaci” per condividerla con tutti noi sul tuo blog.
Anch’io in passato ho fatto elenchi di cose da fare in 24 ore, e la mia autostima schizzava alle stelle quando riuscivo a rispettare tutti i punti dell’elenco. Ma come già avrai intuito scendeva sotto il pavimento (l’autostima) quando non riuscivo a rispettare anche un solo punto importante.
Se poi a non essere rispettato era il punto del “presto risveglio” allora partiva immediatamente l’effetto del chissenefrega.
Un rimedio per me é quello di portare avanti i punti più importanti dell’elenco nel tempo ridotto che mi rimane.
Di solito salvo i migliori articoli che leggo in un’applicazione
che si chiama pocket, questo é uno di quelli. ;-)
Buona giornata a tutti.
Christian
Ciao Christian, grazie davvero per questo commento: mi ha fatto molto piacere.
Andrea.
Complimenti, bellissimo articolo! In molte occasioni la mia paralisi è stata figlia della paura e del timore di fallire e di non reagire alle conseguenze di tale insuccesso. Sono gli insuccessi che rendono l’uomo migliore, una persona “perfetta” non sentirà mai l’esigenza di crescere e migliorarsi. Rimarrà succube della propria fissità, non si distinguerà e si confonderà con la massa. Per questo motivo, nonostante la sofferenza ed il dolore, sono grata ai miei anni di smarrimento e di “crisi”.
Grazie di tutto e buona giornata!
Ciao Elena,
grazie per il tuo commento ;-)
“Sposo” completamente quanto hai detto.
Andrea.
ciao
ottimo articolo come sempre.
Mi sono ripreso anche il concetto di alla base di “quando arriva un onda seguila” e la trovo sempre piu interessante ogni volta che la leggo.
Consapevolezza, concentrazione e segui il flusso……
Ottimo
Grazie mille
Assolutamente Fabrizio.. concordo con te :-)
Appena ho letto il titolo del tuo articolo ho fatto un sorrisetto. Questo perché ho imparato a riconoscere questo aspetto di me non da molto tempo, e sto ancora cercando un modo per gestirlo, visto che puntualmente ci ricasco sempre. Alla base c’è soprattutto la paura di fallire, ma quello che mi frega più di ogni altra cosa è la mancanza di pazienza. Se non ti senti in grado o fallisci, lasci perdere. Proprio quello che dicevi “o tutto o niente”. Non hai la pazienza di dire “Fa niente, ci riprovo e faccio con più calma, passo dopo passo”. Ed ecco che poi subentra anche il “chissenefrega” e la “procrastinazione”. Un disastro!! Dovremmo accettare le nostre imperfezioni ed essere più tolleranti, soprattutto verso noi stessi.
Grazie Andrea, buona settimana!
Grazie a te del commento Franci,
ottimi punti di vista.
Andrea.
0,5 ore per visualizzare i propri obiettivi: pensavo che bastassero 5 o 10 minuti
0,5 ore per rifarsi il letto: io ci metto al massimo 5 minuti, comunque non lo faccio :)
Fortunatamente spendo solo 1 ora al giorno per andare e tornare da lavoro, yuppi
Poi cose come la doccia o socializzare si possono fare 1 giorno si e uno no, non tutti i giorni
Leggere: per ora faccio 30′ al giorno ma non sono ancora costante :(
Tecniche di rilassamento: per ora non ne sento la necessità
Diario personale: ci metto 5′ altrimenti poi scrivo troppo! e poi chi va a rileggerlo!
Meditare: ieri ho meditato 15′ penso che lo farò ancora :)
.
Ho la tendenza ad essere perfezionista, però (soprattutto grazie a questo blog) ho imparato che i cambiamenti vanno introdotti in modo graduale.
Inoltre credo che sia troppo innaturale porsi 100 obiettivi contemporaneamente, meglio concentrarsi sui più importanti e quando si fallisce riprovare e/o pensare a metodi più efficaci per raggiungere il proprio scopo.
Grazie a questo blog ho già perso molta della mia tendenza al perfezionismo
Sinceramente penso che la doccia sia una di quelle cose che va fatta tutti i giorni
Grande Andrè! :-)
E già che ci siamo vorrei aggiungere alcune altre citazioni :-)…
Troppe regole, e troppo rigide, sono la strada diretta verso l’infelicità (Smettila di Incasinarti: strategia di incasinamento n. 7, by Roberto Re); i rami dell’albero rigido saranno spezzati dalla neve, mentre quello flessibile resisterà a lungo (dovrei averla letta da un libro di Coelho, grazie Andrè per avermela ricordata!) Un’altra frase, non citata da un libro ma detta da mio fratello… È nel casino che si trova l’ordine!
Grazie Andrè per questi spunti molto interessanti, iniziamo dunque una straordinaria settimana incasinata! :-)
Andrea
Grazie delle citazioni ;-)
Commossa :) e, da cognitivista, ho molto apprezzato il riferimento alle doverizzazioni (maledette! :P ). Grande articolo, che mi fa venire in mente quello che un giorno disse il mio prof. di Filosofia al liceo: “La creatività sta nell’errore”. Buona giornata
Ciao Teresa,
ero sicuro ti sarebbe piaciuta quella citazione ;-)
Andrea.
Grazie Andrea.. :-) e speriamo bene.. Buona imperfetta settimana anche a te e buon non compleanno!!!!! :-D
Grazie Nora,
altrettanto ;-)
Ciao Andrea,
difficilmente ad inizio anno mi impegno in elenchi di buoni propositi – e già sappiamo perchè – ma quest’anno una specie di proposito l’ho fissato. Essere più tollerante, con gli altri, con me stessa. Più elastica e flessibile, più accondiscendente … e la mira ultima è di vivere meglio, con meno nervoso e più naturalezza. Ben si sposa con quanto scrivi qui, grazie. Sempre.
Buona settimana imperfetta a te :)
Claire
Mi sembra un ottimo… buon proposito ;-)
Andrea.
“…E soprattutto se piove non aprire l’ombrello, aspetta il tuo giorno di sole non puoi fare di meglio” Max Gazzè
In effetti se sei perfetto non sai mai se riesci a reagire ai problemi che nascono dalle imperfezioni! Nessun progetto nascerebbe a causa dell’attesa dovuta alla ricerca della perfezione.
Comunque per risparmiare tempo si può meditare o studiare inglese mentre si va a correre! ;-) Altri suggerimenti?
Quel “meditare o studiare inglese mentre si va a correre” mi ha fatto pensare a Renato Pozzetto ne “Il ragazzo di campagna” XD
Scherzi a parte, utilizzare i “tempi mascherati” come si dice in ambito produttivo è un’ottima idea: ma anche qui… niente esagerazioni! Rischiamo di non goderci nulla nell’illussoria rincorsa del “di più”.
Andrea.
Quello che mi porto via da questo articolo è questa frase:
“Impara a vedere l’imperfezione con occhi nuovi, ad accettarla, ad amarla.”
Credoche questo cambio di prospettiva mi possa fare solo bene. Devo imparare a vedere in ogni primo tentativo, in ogni bozza, in ogni esperimento le potenzialità che si nascondono invece dei difetti che al momento hanno. Per il perfezionismo c’è sempre tempo dopo.
Bella la parte sulla giornata tipo. Dovresti provare a buttare giù un programma ideale per chi vuole vivere “efficacemente”.
Un programma di al massimo 4 ore ore al giorno, da infilare nel tempo che rimane tra il sonno e il lavoro (per chi, come me, non è ancora uscito dalla trappola del topo) e le altre cose della vita (spostamenti e socializzazione).
Potrebbe essere una sfida interessante.
p.s. Mi ricollego a quanto scritto da qualcuno più in alto. Quanto tempo ci vuole per visualizzare obiettivi e motivarsi? non bastano 5-10 minuti?
Ciao e grazie per le tue fantastiche pillole di efficacia! ;)
Ciao Mirko,
in realtà scopo di questo post era proprio sfatare il mito della giornata ideale: nei miei post preferisco dare i “mattoncini”. Spetta poi ad ognuno di noi “costruire” la propria giornata ideale.
Andrea.
E tu come fai a rispettarlo tutti? Beccato! A parte gli scherzi, vorrei farti una domanda(un po’ personale): cosa hai eliminato tra le abitudini che ci proponi? (perchè hai sempre messo in atto tutto ciò che ci proponi, spero) E perchè hai deciso di buttare via proprio quelle?
Alla prossima, e grazie per l’articolo ;-)
Ciao Ermelynda, ti rispondo con una domanda, anche se non si può!
Tu ti fideresti di un “esperto” di crescita personale che in 5 anni fa sempre le stesse cose? ;-)
Detto questo, da qualche settimana a questa parte ho avuto la fortuna di eliminare le ore perse in mezzo al traffico e gli orari imposti dal capo st*?!zo (no dai, il mio capo era un grande ;-)
In generale poi dormo 6-7 ore a notte e alcune cose le faccio insieme (es. la visualizzazione dei miei obiettivi mi piace farla durante l’attività fisica).
Andrea.
Non riuscirei mai ad organizzarmi la vita “a scaletta”. Mi sentirei oppresso. Preferisco perdermi qualcosa ma navigare a vista. La mia medicina contro il perfezionismo è la semplificazione estrema.
Roby
Ottimo spunto quello della semplificazione e del minimalismo :-)
Io aggiungo una frase di Berthold Brecht:
Sto lavorando duro per preparare il mio prossimo errore
Bella ;-)
Il miglior articolo di Efficacemente letto fino a qui… grazie Andrea
Mi fa piacere leggere commenti di questo tipo ad ogni nuovo post :-)
Ho deciso, il prossimo post farà cagare!
Scherzi a parte, per la prossima settimana ho in mente un articolo molto pratico, ma di nicchia.
Per l’importante (dopo aver scelto i propri obiettivi) è dare il massimo.
Se dai il massimo e fallisci? per quale motivo dovresti starci male?
Nessuno, perché hai già fatto tutto quello che potevi
Forse il tuo più migliore articolo, decisamente utile e pratico.
Continua così!
Ne sono molto felice Luca ;-)
Grande.
Però:Liberarti dal perfezionismo in 3 passi
Liberarsi dalle troppe regole aggiungendo 3 nuove regole: suona un po’ paradossale ed incoerente non trovi? Beh, so che è difficile per te accettare quest’incoerenz
Dici che abbiamo troppe regole, i tuoi articoli sono pieni di regole, che provo a seguire.
ciao
Ciao Andrea!
Non lascio mai commenti di solito, anche se ti seguo da molto, ma oggi ho deciso di farlo perché questo articolo è stato a dir poco provvidenziale. Stamattina mi sono svegliata per dare il mio primo esame universitario, ANALISI I. Spenta la sveglia, ho letto subito il tuo nuovo articolo, che è capitato come si suol dire a fagiolo:
io sono una perfezionista doc e sono sempre stata in ansia questi giorni perché temevo di non passare l’esame o di passarlo con il minimo. Il tuo articolo mi ha dato la carica e… morale della favola: l’ho passato con 20 e tengo il voto. E’ un passo in più verso la laurea, il mio primo obiettivo.
Grazie per tutta la motivazione che trasmetti a noi lettori. Continua così.
Ciao
Ciao Giulia,
innanzitutto grazie per aver lasciato il tuo commento e per aver condiviso la tua esperienza.
A presto,
Andrea.
Sconfiggere il perfezionismo non è facile soprattutto per menti abituate a razionalizzare tutto. La cosa migliore sarebbe trovare un compromesso tra la parte razionale del tuo cervello e quella creativa. Se ci riesci hai fatto bingo.
Peccato che sia più semplice a dirsi che a farsi.
Comunque le tue tre regole sono un buon inizio.
Grazie Paolo :-)
Ciao Andrea, a me mi fa sorridere l’immagine dell’articolo :) proprio azzeccata!
Fica vero?
Dopo aver letto il tuo articolo, come sempre apprezzatissimo, mi è sorta una curiosità: ma tu a che ora vai a dormire?
già anche a me è venuta sta curiosità:
A che ora va a dormire? a che ora si sveglia?
tra le 11 e mezzanotte. Con le dovute eccezioni.
In generale ho imparato a fissare la sveglia e lasciare libero l’ora per andare a dormire, cercando di seguire il mio corpo (e la mia mente).
Andrea.
mmm … si beh però tutto dipende da che ora ti svegli …
Illuminante! Mi hai dato una svegliata non indifferente. Mi sono sempre chiesta come avrei potuto abbattere determinati schemi nentali.. E questa è una soluzione efficace. Grazie! E buona giornata :)
Ottimo Veronica,
mi fa piacere.
Andrea.
Ciao Andrea,
come hai ragione! La cosa frustrante è che se non seguo la mia scaletta perfetta ogni giorno e non finisco tutto quello che la mia mente “perfettina” decide di dover fare, non combino nulla! E in più non riesco a dormire perchè penso a quello che non ho fatto… Forse questo essere così da un senso di stabilità, ma sembra sempre di ripetere all’infinito ogni gesto senza trarne nessuna soddisfazione.
Grazie per i consigli!
Ciao Roberta,
conosco la sensazione: lasciarla andare è come togliersi un peso dalle spalle.
Andrea.
Ciao Andrea,
Come sempre, l’articolo è un’ opera d’arte! :D
Vorrei farti 2 domande:
1) Di questa lista di attività, qual’è stata quella che ha radicalmente cambiato la tua vita?
2) Oggi,Efficacemente, è sicuramente il numero sulla crescita personale in Italia. Secondo te, se avessi dedicato full time per questo blog e avessi scritto 5 articoli a settimana, pensi che avresti comunque raggiunto i 20 mila iscritti in un anno?
Grazie,
Rubel
Ciao Rubel,
se potessi scegliere solo 3 attività sceglierei:
– lettura
– attività sportiva
– pomodori
In merito alla tua seconda domanda, di più, non significa necessariamente meglio: il primo anno e mezzo ho scritto mediamente 2 post a settimana, poi ho deciso di scendere a 1 e ho visto le mie visite aumentare. Credo che 1 post approfondito a settimana sia il giusto ritmo per EfficaceMente, tenendo poi conto delle pillole di efficacia che invio ogni 2 giovedì del mese agli iscritti ed i contenuti a pagamento.
Sicuramente la crescita di EfficaceMente è stata mediamente lenta e avrei potuto fare molto altro per farlo crescere più rapidamente: ad esempio frequentare molto più la blogosfera italiana. Dal mio punto di vista però, la crescita di EfficaceMente è ed è stata anche più solida: serve tempo per creare una relazione con il lettore e per conquistarne la fiducia.
Andrea.
Articolo sincronico e puntuale come quasi sempre oramai.
Mi ricorda questo vecchio post che mi sono riletto parecchie volte: http://www.efficacemente.com/2012/02/cambiato-vita/
Mi piacerebbe sapere come ti organizzi adesso la giornata dopo che hai lasciato il tuo lavoro da manager (l’ho letto in un’intervista che hai postato). Scusami ma la mia curiosità scimmiesca sta cercando di capire come ti organizzi adesso in questo periodo di passaggio.
Devo dire che il passaggio è stato… tricky.
Quando hai la completa responsabilità del tuo tempo, non necessariamente lo gestisci al meglio: sto lavorando molto attentamente su questo punto. Da quanto ho capito è fondamentale dosare rigidità (programmare ogni minuto) ed elasticità (gestire gli inevitabili contrattempi).
Trovo molto utile anche la To Don’t list: lista delle cose da fare. Come ad esempio non perdere ore a rispondere a tutte le email dei lettori (mi spiace, ma non riesco più a rispondere a tutti) ed allocare un tempo definito per attività routinarie (es. rispondere ai commenti sul blog: quello che sto facendo ora).
Andrea.
Fantastico!!!
Argomento effettivamente spesso sottovalutato, forse perchè siamo sempre più succubi dell’iperproduttività e non c’è dubbio che il tema della crescita personale più volte è deformato quale banale insieme di metodi per fare meglio e più velocemente “carriera” ;-)
P.S. se ho scritto castronerie ricordatevi almeno che ho fatto lo sforzo di non essere perfezionista ;-)
No, no: punto di vista molto interessante.
Andrea.
Ciao Andrea,
dopo averti letto silenzioso per tanto tempo, questo articolo mi ha finalmente fatto decidere a commentare! :) Sono d’accordo, il perfezionismo nel processo di crescita personale è una trappola mortale che deve essere evitata. All’inizio del tuo percorso commettere errori è pure divertente, potresti scoprire qualcosa di utile che ti permetterà di migliorare più velocemente dopo! ;)
Riguardo alla giornata di 30 ore invece ho un suggerimento: perché non selezionare due o tre abitudini al massimo da seguire tutti i giorni con costanza e far ruotare le altre? In questo modo riesci a proseguire nella tua crescita personale senza impazzire! :D
Ciao Lorenzo,
grazie del commento e degli spunti,
Andrea.
Ciao Andre, non credi che questo articolo andasse come premessa a tutto ciò che hai scritto finora?
Sto lavorando alla macchina del tempo: abbiate fede ;-)
Non potevo essere più d’accordo su quello che hai scritto Andrea!
Suggerisco un film. The Chaos Theory.
Ti seguo anche dalla spagna, sei fenomenale!
Questo articolo mi ha fatto molto sorridere e rendere conto di quanti stratagemmi io usi ogni giorno per fallire puntualmente!
Basta, lasciamoci trasportare dall’onda!
Ciao Andrea è la prima volta che scrivo, anche se ti seguo con interesse e simpatia da tempo. Oggi “mi hai resa felice” :), le tue parole sono state per me come un balsamo rasserenante, ho capito che al tutto , cioè all’impegno , all’attenzione e presenza costante, alla voglia di essere e di agire sempre meglio, occorre aggiungere quel tocco di naturalezza e spontaneità che rende la vita ogni giorno sempre nuova, frizzante e godibile. Grazie,
Complimenti per l’articolo.
Hai centrato in pieno il problema cruciale di tutti noi che “seguiamo la crescita personale”.
Troppi obiettivi, poco tempo, troppa confusione in testa: alla fine, restiamo fermi.
Anche quando riusciamo a “scremare” gli obiettivi che riteniamo più importanti, restiamo fermi perché vogliamo sempre partire con la perfezione.
Colgo l’occasione per ringraziarti, infatti prima di leggere l’articolo mi trovavo proprio in questa situazione.
Ottimo tempismo! :)
I TUOI ARTICOLI MI HANNO DATO SEMPRE UNA GRAN CARICA E QUESTO ARTICOLO
ERA QUELLO DI CUI AVEVO BISOGNO….. ERA TANTO CHE DOVEVO APRIRE IL TUO BLOG E SEBRA SEMPRE ,CHE QUANDO LO FACCIO MI LEGGI NEL PENSIERO…..GRAZIE ANDREA
Grazie davvero di cuore Andrea, questo articolo era proprio quello di cui avevo bisogno. Le prime due regole sono davvero ispirazionali. Complimenti. Ciao :)
Anzi più che da ispirazione sono di liberazione, che in questo caso è proprio quello che serve. E scusa quest ultimo perfezionismo. :) Grazie ancora..Ciao :)
Ottimo Gabriele!
Alla prossima,
Andrea.
Ci voleva un articolo come questo!!
Mi fa piacere ti sia piaciuto Alexa ;-)
Ritornando a leggere questo tuo posto, mi sono soffermato a riflettere su quanto scrivi nella Regola #2 ed in particolare:
Smettila di lottare, arrenditi: non puoi controllare tutto. Impara ad abbandonarti alla corrente della vita … etc .
Premesso che condivido questa tua indicazione, mi chiedevo però quali sono i segni (gli indicatori) che possono farci capire se siamo troppo impegnati (nel raggiungimento dei nostri obiettivi) o viceversa troppo arrendevoli ??
Infatti molte volte il confine tra “impegno e lotta” e “lasciar correre” è molto blando: ci servirebbero dei segni oggettivi per capire se stiamo esagerando in un senso o nell’altro.
Che indicazione puoi darmi ??
Un salutone
Max
Ciao Max,
quel “ci servirebbero dei segni oggettivi” denota una leggera tendenza al perfezionismo e alle manie di controllo! Scherzi a parte, capisco bene di cosa stai parlando: personalmente non ho ancora trovato la “ricetta” per capire quando è il caso di lottare a testa bassa e quando invece è il caso di arrendersi. Posso però dirti che l’esercizio dei 10 perché mi aiuta sempre molto. Se non riesco a scrivere almeno 10 motivazioni per perseguire un determinato obiettivo, molto probabilmente quell’obiettivo non lo desidero poi così tanto, o, ancor peggio, sto inseguendo l’obiettivo di qualcun altro.
Detto questo, una precisazione: quel secondo punto vuole trasmettere un messaggio un tantino diverso. Possiamo continuare a perseguire i nostri obiettivi con la massima determinazione, ma questo non significa che dobbiamo controllare tutto. Spesso ci focalizziamo sulla forma (la nuova App di produttività, il nostro piano, il sistema di time management, etc.) tralasciando la sostanza. Ecco, quel secondo punto è un invito a focalizzarsi sulla sostanza, sull’essenziale, senza necessariamente dover controllare e misurare sempre tutto.
Andrea.
Io sono un credente del MVP.
Puoi fare tutto (forse non proprio tutto tutto, ma quasi) nella vita e puoi sempre fare meglio. Nell’immediato meglio concentrarsi sul cominciare, vedere quali risultati si ottengono e poi aggiustare il tiro.
Scelta > Azione > Valutazione > Upgrade
Se punti alla perfezione da subito ti fermi prima della scelta. Se Jobs avesse voluto che l’Apple 1 fosse perfetto, completo di tastiera e schermo, non avrebbe mai combinato nulla.
Per anni sono stato un fervente “credente” del raggiungimento dell’obiettivo a tutti i costi……ero talmente invasato che gli ostacoli che incontravo li consideravo ulteriori stimoli per misurare quello che secondo il mio (malato) standard di allora interpretavo essere l'”adeguato” livello di determinazione necessario…..in realtà, solo dopo aver però collezionato una bella serie di “disastri”, mi accorsi che la vita mi stava mettendo di fronte ad una lezione di cui non riuscivo a cogliere l’insegnamento: la differenza tra ostinazione e perseveranza.
“La perseveranza è figlia della Forza, l’ostinazione è figlia della debolezza, o meglio, della debolezza d’ingegno.”
Marie von Ebner-Eschenbach
Oggi ho maturato una consapevolezza diversa riguardo questa sottile ma spesso determinante differenza……se un determinato obiettivo mi presenta troppi ostacoli indipendenti dalla mia volontà (ed in questo caso bisogna saper differenziare molto bene ciò che può essere una sfida soggettiva personale da ciò che è un impedimento “esterno” oggettivo) interpreto questi indicatori come i segnali premonitori di un potenziale futuro vicolo cieco.
In poche parole bisogna essere in grado di maturare una sensibilità tale da farci capire se un determinato percorso ci presenta ostacoli che effettivamente val la pena di abbattere, al fine di raggiungere il proprio obiettivo, oppure se tali scogli sono indizi che ci avvertono del necessario cambiamento di rotta.
Bah! credo che l’idea di poter far tutto sia del tutto illogica se non legata alla realtà soggettiva. Insomma, tra il dire e il fare….
Ciao Andrea.
Complimenti per l’articolo e per il blog.
Vorrei farti una domanda che non riguarda strettamente questo articolo, ma anzi ne è lo spunto.
Al 3° punto della lista delle cose da fare per vivere Efficacemente bagettizzi mezz’ora per “visualizzare i tuoi obiettivi”.
Potresti sviluppare questo discorso? È chiaro che bisogna ricercare i propri obiettivi, ma come mai mezz’ora al giorno per farlo? Ne capisco l enorme importanza ma….come farlo?
Nel blog ho cercato articoli che parlano di questa ricerca quotidiana dei propri obiettivi.. Ma forse mi sono perso qualcosa :-(…………
Grazie mille
Nicola z
grande andreoooooo ehhehhe come malato di perferfizionismeo ti ringratio ops scusa se ho errato ma sono entrato in tema giusto?
grande
Devo essere sincero! Questo articolo faceva proprio al caso mio! Grazie Andrea e buona serata!
Ciao Andre,scrivo per chiederti un consiglio…durante questi miei primi passi universitari che ho mosso finora mi sono accorto della mia grande lacuna nel mio metodo di studio. Inizio a studiare prima rispetto agli altri miei colleghi(già dalla prima settimana di lezioni,e già dal primo pomeriggio)dedico i “tempi morti” a ripassare o riorganizzare lo studio.. ma passate 2-3 settimane mi accorgo di essere addirittura indietro rispetto agli altri e mi ritrovo a correre per dare gli esami entro le date prefissate. Io credo sia una difficoltà riguardo a fissare concetti, alla mia capacità di sintesi, inoltre già dai primi giorni di lezione ho paura di non arrivare.
Ho notato che perdo molto tempo su un argomento, e quando guardo l’orologio si spegne la mia motivazione , ho provato a spezzettare gli obiettivi,e quindi a utilizzare molte delle tue tecniche proposte ma faccio poco e male. E questo stona con quello che predichi e con quello che mi prometto : Studiare EfficaceMente. Scusa la lunghezza del messaggio, spero che tu possa aiutarmi in qualche modo, grazie per l’ascolto e per lo spazio che concedi ai tuoi lettori. Buon lavoro.
Tony
GRAZIE!
Uno dei miei articoli preferiti! Lo leggo e rileggo spesso, sai com’è, sono un perfezionista :)
Il post giusto per me. Davvero essere perfezionisti è quasi una malattia. Disintossicarsi dall’abitudine di voler controllare il dettaglio di ogni aspetto della propria vita, è difficile. Però grazie ai tuoi consigli mi sento più incoraggiato a farcela!
Grazie Andrea. Il tuo blog è sempre di più un punto di riferimento!
Dovevi metterci anche il tempo di leggere efficaciemente, se ti inventi qualcos’altro non si sa mai…
Ecco mi hai smontata un’altra volta, io cerco di impegnarmi, di svegliarmi presto di allenarmi tutti i giorni, di mangiare in maniera sana di fare i miei pomodori di risparmiare di studiare chitarra tutti i giorni e poi arrivo al lavoro apro l’email e tac, ecco ci qua mi smonti! ma ti ringrazio per averlo fatto non ce cosa miglio dell’imperfezione, la mia settimana andrà in maniera diversa più rilassata e consapevole, grazie Andrea!
Grazie Andrea,
questo articolo mi ci voleva!
Non piace nemmeno a me far parte del “gregge” e odio copiare gli altri..ma sono schiava del mio “cercare di fare tutto bene” e del mio “colpevolizzarmi perchè puntualmente…volevo fare tutto ben..ma non ci son riuscita”. Infatti non basta il resto del mondo che ci bastona..ma la prima a mettermi in “punizione” ..sono io stessa…
LE REGOLE SONO NECESSARIE..E BISOGNA DARE IL MEGLIO DI SE…MA SICURAMENTE BISOGNEREBBE ANCHE RIUSCIRE A PRENDERLA PIù SPORTIVAMENTE QUANDO NON TUTTE LE CIAMBELLE RIESCONO COL BUCO.
Grazie perchè i tuoi articoli sono un pò “sveglia” che suona per riportarci sui giusti binari ogni qualvolta deragliamo! ;-)
fiuuuuu!!! mi sento piu’ leggera !!! :)
Ciao, sono una tua lettrice da qualche tempo e trovo i tuoi articoli e le tue guide veramente ispirati ed ispiranti (ho comprate ben 2 tue guide! :-) ) ; vorrei chiederti una cosa: secondo te, questa paura del fallimento, e perciò della ricerca della perfezione a tutti i costi da dove deriva? Immagino sia iscritta a livello individuale, magari inculcata dalla società (genitori, insegnanti) ed esperienze individuali, ma quando è successo che a un certo punto la società nella quale viviamo ha deciso che bisognava avere successo a tutti i costi e quindi non potersi permettere il lusso di fallire, che probabilmente è la condizione base per imparare davvero? Non riesco proprio a capire…
Caro Andrea, grazie per esser stato onesto. Dobbiamo riconoscerlo: alla fine il grande circo della crescita personale, dei guru, del pensiero positivo, della self help industry, delle leggi fritte, scottate ed impanate, delle regolette si basa su due fattori. Quello che ti dice “io ce l’ho fatta!” e tu che ci credi. C’era già tutto nel De brevitate vitae del buon Seneca: devi morire, nel frattempo che ne facciamo di questa vita? Appena mi sono imbattuto nel mondo della crescita personale mi ha preso la depressione: nulla di grave ma sulle prime mi ha proprio svitato il cervello. Meglio tardi che mai! Oggi sono arrivato a questa consapevolezza: il paragone in genere ci distrugge, fare del tuo meglio ogni giorno è il massimo che tu possa chiedere a te stesso, nulla è più importante dell’equilibrio tra il tuo mondo interiore e quello esteriore. Alla fine tutto ciò che resterà sarà l’amore che abbiamo seminato e il contributo che avremo dato al mondo! Ciao!
Ciao Andrea, lo devo ammettere questo è l’articolo dalla maggiore onestà intellettuale che hai pubblicato finora e ciò ti fa onore, e tra l’altro è quello che sento più vicino alle mie caratteristiche comportamentali e caratteriali. E’ da qualche anno che cerco in tal senso un miglioramento tramite approccio alla vita meno occidentalizzato e più vicino alla mentalità orientale.
Ciao, grazie per le costanti ispirazioni. Io onestamente cerco sempre la perfezione in quello che faccio e mi rendo conto di spendere alle volte più tempo di quello che serve.
Allo stesso modo però mi rendo conto di saper e poter ottimizzare il tempo evitando quelle attività che lo assorbono e che in realtà non danno valore alla nostra giornata. Alla fine mi convinco che la qualità del lavoro è fondamentale e spesso è il dettaglio che fa la differenza.
Penso tuttavia di aver ben compreso il tuo messaggio e ti confermo che occorre saper dare la priorità alle cose e che, alle volte (per me è molto difficile), dobbiamo seguire il consiglio del taxista.
L’unica domanda che mi permetto di fare è ….
Ma per noi che abbiamo una famiglia (fai la spesa, accompagna i ragazzi, aiuta a fare i compiti, gioca con loro, etc..ect..) di quante ore dovrebbe essere la giornata?
Forse è per questo che spesso studio/lavoro anche di notte o mi sveglio alle 4 del mattino?
Praticamente non abbiamo speranza.
Grazie, un saluto.
Mi sono imbattuta in questo blog per caso, non puoi capire quanto leggere i tuoi articoli mi abbiano fatto aprire gli occhi e modificato le mie convinzioni. Grazie, hai contribuito a rendere la mia vita migliore :)
Uno dei tuoi migliori post di sempre. Come diceva (più o meno) Bruce Lee: la creatività muore se e chiusa in una gabbia di regole. Grazie Andrea!
Molto interessante l’argomento “Ricerca della Perfezione”
Leggendolo mi sono venute in mente le curiose macchine di Rube Goldberg. Nei suoi fumetti rappresentava incredibili macchinari estremamente complicati costruiti con l’intento di eseguire azioni molto semplici. La più famosa è sicuramente quella progettata per pulirsi la bocca dopo aver mangiato :-) Queste macchine mi ricordano in maniera chiara il significato della Perfezione nella vita di tutti i giorni.
Quando scrivevo i miei primi articoli mi ritrovavo spesso a leggere e rileggere ogni frase: “sposto questa virgola, metto questo sinonimo, lascio una doppia interlinea, sposto sotto l’immagine, cambio anchor text, ecc…” Quanto tempo ed energie sprecate. Poi mi accorsi che la perfezione è qualcosa di gelidamente regolare, tristemente neutro, uniforme, noioso e immutabile nel tempo.
Da allora il mio impegno è quello di lavorare al meglio in quella che è la mia passione.
E se la vera Perfezione non fosse altro che la tendenza ad essere domani migliori di oggi?
È già, troppe regole soffocano l’anima, io personalmente ho seguito assiduamente Quello del diario personale , l’ho trovato veramente eccezionale perché ogni giorno mi dava l’imput per sintonizzarmi sulla gratitudine, su come volevo che sia la mia giornata e su dove volevo essere fra 5 anni
Poi a fine giornata , riportavo quello che di meraviglioso era accaduto e come avrei potuto rendere la giornata migliore, questo esercizio l’ho fatto per 3 anni di seguito, fino a quando non ho capito che ero arrivato a meccanizzare tutto, dalla gratitudine alle cose che volevo accadessero, li ho capito che mi stavo dando troppe regole, ormai la mia mente era addestrata ad appena sveglio di scrivere e prima di dormire di scrivere, avevo soffocato l’anima, e questo l’ho compreso tramite un messaggio del mio corpo, così per quest’ anno ho deciso di “disintossicarmi” l’agenda 2017 c’è l’ho, ma solo quando me la sentirò veramente (ogni tanto, non ogni giorno) scriverò quelle cose, sbagliando si impara, comunque Andrè volevo ringraziarti perché è stato in esercizio che mi ha aiutato tantissimo GRAZIE
Grazie André… Tempismo perfetto!!! Un milione di grazie :-)
Riletto dopo qualche tempo e sempre prezioso. Grazie.
Complimenti, articoli veramente pieni di contenuti che fanno molto riflettere. Continua così e buona fortuna nella vita!!!
Da perfezionista patologica ti posso assicurare che questi consigli NON danno neanche lo spunto per cominciare a risolvere il perfezionismo patologico. Al massimo aiutano a gestire quello più superficiale, quello che la maggior parte delle persone vive e che crede essere la “malattia”.
Risolvi questo. Ho accettato di perdere il controllo perché so che è la parte più profonda e primordiale del mio corpo e della mia mente e non la voglio soffocare. Non temo né le critiche né i fallimenti perché sono ciò che mi hanno cresciuta e ciò con la quale convivo ogni giorno; amo provare, sbagliare e fallire per capire sulla mia pelle cosa è giusto per me, vivendo esperienze fatte sulla mia misura.
Sono due obiettivi raggiunti dei tre sulla quale consigli di lavorare. Soffermiamoci sul terzo, che è il #1 della tua lista. È vero che la perfezione non esiste, che non è raggiungibile sempre e in ogni forma da un comune mortale; è vero che l’imperfezione è l’ingrediente segreto di un’opera d’arte d’autore. Ne sono consapevole e lo accetto. Siamo a tre.
Sono rimasta una perfezionista patologica. E fidati quando ti dico che una settimana allo sbando, come consigli tu, in casi come il mio sono solo deleteri e peggiorano sensibilmente la situazione. Risolvi il mistero e fammi sapere.
Ciao Alessandra,
ti rispondo io visto che ho in mente di scrivere un post sul mio blog proprio sul perfezionismo.
Sono d’accordo con te quando scrivi che un semplice articolo non può risolvere il problema alla radice e se non hai ricevuto nemmeno un spunto utile, forse questi consigli non sono adatti a te.
Io ero un perfezionista incallito e ho in parte superato il “problema” accettando l’imperfezione con costanza e caparbietà, ovviamente lavorandoci per molto tempo.
Leggere qualcosa e aspettarsi un cambiamento in pochi giorni o peggio in poche ore senza un adeguato sforzo non porterà da nessuna parte.
Il mio consiglio è di iniziare un percorso con un professionista del settore.
In bocca al lupo.
Ciao Andrea, sono una procrastinatrice nata e ho sempre pensato che il mio problema fosse la poca fiducia in me stessa.. invece ho recentemente scoperto di avere fiducia ma di essere terribilmente perfezionista e questo sta rovinando la mia vita. Seguo il tuo blog da molto tempo ormai e i tuoi post mi hanno sempre aiutata; alcuni di questi li ho stampati, altri li ho riscritti sul mio diario, altri ancora li leggo la mattina quasi imparandoli a memoria.. ma mai ho letto qualcosa, in tutta la mia vita, che mi rispecchiasse così tanto me stessa come questo articolo
Questo poema per dirti un grande GRAZIE!!! Grazie perché mi aiuti e mi hai sempre aiutata come nessuno mai. Sei un guru per me
Ti ringrazio e ti auguro anche io un’imperfetta giornata
– Alessia
Cara Alessia, affronteremo il tema perfezionismo e come si lega ad autostima e autoefficacia nell’articolo di lunedì prossimo. Grazie del commento!
Grazie, ne avevo bisogno, questo più che un’articolo sapeva più di abbraccio.
:-)
Leggendo l’articolo, soprattutto l’ultima parte, mi è venuto in mente un motto di spirito che ascoltai anni fa da un ingegnere con cui ho lavorato per un breve periodo: “MEGLIO FATTO CHE PERFETTO!’
:)
Grazie! Stavo cercando informazioni proprio a riguardo della mente rigida e questo articolo mi è stato utilissimo per iniziare a capire qualcosa in più di me stesso :)
Oh che sollievo!
Ti leggo da tantissimo ( più corsi etc) e nonostante tutto c’era sempre una sorta di “disagio di fondo” che non capivo: ho abbandonato il perfezionismo, ma seguire le varie regole e consigli per migliorare la nostra vita (dentro e fuori) mi lasciava sempre con molti pezzi per strada, spesso interrotti…. frustrante!
Grazie mille Andrea! ?
:)
Articolo Stupendo!!!
Mi ha fatto venire in mente una frase che condivido nel pieno spirito degli efficaci: ci sono tanti lussi nella vita e ognuno ha un costo, eccetto uno: sbagliare. Basta concederselo!”
…In effetti ha un costo ma credo vada bene così
Grazie Giovanni!
Grazie con tutto il cuore.
Totale: 30 ore
Ooops!!
Ahahahah sono morta dal ridere
Grazie per questo articolo🙏🏻
❤️