La raccolta completa dei 24 principi etici basati su biologia, mitologia, religione, letteratura e ricerca scientifica del Prof. Jordan Peterson.
Se dovessi nominare l’autore che più ha influenzato il mio percorso di crescita personale negli ultimi 5 anni, sceglierei senza dubbio lo psicologo clinico e professore universitario canadese Jordan Peterson.
In un Occidente in crisi d’identità e in una società sempre più liquida, Peterson ci ricorda quei valori e quei principi profondi che hanno guidato l’essere umano per millenni. Valori che troppo spesso diamo per scontati o che, peggio, siamo pronti a sacrificare nel nome del “politicamente corretto“.
Le sue innumerevoli lezioni su Youtube e le sue conversazioni fiume come ospite nei podcast internazionali di maggior successo sono state viste e ascoltate centinaia di milioni di volte, rendendolo in pochi anni uno degli intellettuali più influenti in Occidente.
È dunque facile perdersi nello sterminato materiale condiviso dall’ex Professore di Harvard negli ultimi 5 anni.
Fortunatamente, a partire dal 2018, il Prof. Peterson ha pubblicato due libri:
- 12 rules for life: an antidote to chaos (tradotto in italiano in “12 regole per la vita – un antidoto al caos“).
- Beyond order: 12 more rules for life (non ancora disponibile in italiano… e di questo parleremo più avanti).
In questi due testi sono raccolti i 24 principi cardine del Peterson-Pensiero.
Avendo recentemente completato la lettura del secondo testo (“Beyond Order”), ho pensato di condividere con i lettori di EfficaceMente la lista completa delle 24 regole, accompagnate da un mio breve commento.
Si tratta di una sintesi-promemoria che ho realizzato per me stesso e che spero possa dimostrarsi utile anche a te 😉
Che sia ben inteso però… sintetizzare porta inevitabilmente a semplificare.
Ogni capitolo dei due libri di Peterson è infatti un breve trattato di teologia, biologia, filologia e psicologia messe insieme.
Lungi da me quindi voler banalizzare le parole di Peterson. Se mai avrai questa impressione nei prossimi minuti, sarà una ragione in più per leggere la versione estesa di queste regole che trovi nei libri originali.
Chiarito questo punto, iniziamo con la prima sequenza di 12 regole tratte dal primo libro di Peterson:
1. Stai diritto, con le spalle bene indietro
Mantenere una postura diritta non è solo un buon consiglio “fisioterapico”.
Affrontare la vita a testa alta e con la schiena dritta significa assumersi le proprie responsabilità. Significa non aver paura di esprimere il proprio pensiero. Significa avere il coraggio di vivere appieno, consci dei rischi, ma mai paralizzati da essi.
La postura a cui fa riferimento Peterson è una postura metafisica, ma tirar fuori il petto e raddrizzare le nostre spalle è un gesto fisico in grado di innescare un nuovo atteggiamento mentale.
Ci aiuta infatti a cambiare la percezione che abbiamo di noi stessi, ma aiuta anche il mondo a vederci con occhi nuovi.
2. Tratta te stesso come fai con chi si affida a te
A volte siamo i nostri peggiori carnefici.
Il paradosso infatti è che come esseri umani riusciamo a provare molta più empatia per gli altri (o addirittura per gli animali), di quanto facciamo per noi stessi.
A volte dovremmo semplicemente mettere a tacere il nostro Io iper-critico e iniziare a prenderci cura di noi stessi come faremmo con il nostro migliore amico/amica.
3. Scegli amici che vogliono il meglio per te
Le persone che frequenti ti rendono una persona migliore o peggiore?
Non è una domanda difficile e dentro di te sai già la risposta.
Se le tue attuali cerchie sociali sono terreno fertile per abitudini distruttive e atteggiamenti negativi o, in generale, ti portano a pensare, comportarti e vivere al di sotto del tuo reale potenziale, hai la responsabilità di cambiare frequentazioni.
Ne va della tua vita.
4. Confrontati con chi eri ieri invece di paragonarti a qualcun altro
Compararci continuamente con la vita filtrata ed editata che milioni di altre persone stanno postando in questo momento sui propri canali social ci porta inevitabilmente a provare invidia, ansia da prestazione e senso di inadeguatezza.
Non possiamo però comparare pagina 100 del “libro della vita” di un’altra persona, con la pagina 1 (o 10) del nostro “libro”.
In generale le vite di due persone, per quanto simili, non sono mai davvero confrontabili.
Se proprio vogliamo confrontarci con qualcuno, quel qualcuno dovrebbe essere chi eravamo ieri o l’anno scorso.
Siamo cresciuti, maturati e migliorati rispetto a lui o lei? Questo è l’unico vero termine di paragone che dovremmo avere.
5. Non permettere che i tuoi figli facciano qualcosa che te li farà piacere di meno
È facile recriminare o dare la colpa ai nostri figli per ciò che in loro non ci piace. Prima perché “sono solo bambini“, più avanti perché “l’adolescenza è un’età difficile“.
È innegabile che il mestiere del genitore sia uno dei più difficili e, nell’assenza di prove generali, lo si impara spesso sulla pelle dei propri figli.
Ricorda però che sei tu l’adulto, non loro.
Se tu non sopporti le loro azioni o atteggiamenti, pensa quanto potranno farlo persone a loro estranee che non li amano quanto te. E quali consequenze ciò potrà avere nella loro vita adulta.
Definisci regole chiare.
Il ruolo del genitore non è quello di essere l’amicone dei propri figli, bensì di fornirgli una guida solida e gli strumenti per diventare adulti maturi, funzionanti e bene accetti all’interno della società.
Crescere degli individui che apprezzi, rispetti e ammiri (oltre che ad amare, come ogni genitore) è quello che in inglese definiremmo un win-win-win: per te genitore, per la società e soprattutto per i tuoi stessi figli.
6. Fa che casa tua sia in perfetto ordine prima di criticare il resto del mondo
“Siamo governati da una manica di incompetenti!”
“Il mio capo non capisce una mazza!”
“Colpa dell’Europa!”
“Il capitalismo sta distruggendo il mondo!”
A leggere certi commenti alle news del momento sui social si ha spesso l’impressione che l’Italia sia un paese di 60 milioni di individui che il lunedì si svegliano allenatori della Nazionale, il martedì virologi, il mercoledì esperti di geo-politica e il giovedì economisti premi Nobel.
E chi più, chi meno, siamo tutti colpevoli di questo atteggiamento.
Insomma, siamo sempre pronti a criticare (dalla poltrona di casa) chi ha responsabilità di governo o decisionali, ma difficilmente abbiamo dimostrato nel nostro piccolo di essere riusciti a far funzionare ciò che è sotto il nostro controllo: dalla nostra forma fisica al nostro lavoro, dalla nostra famiglia al nostro conto in banca.
Il diritto di criticare va guadagnato con il sudore dei risultati.
7. Ricerca ciò che ha significato, non il vantaggio personale
“Cosa distingue una persona di successo? La capacità di sacrificarsi”
Su EfficaceMente ti parlo da anni di gratificazione immediata e del perché il sacrificio di rinunciare a ciò che ti rende appagato oggi, può renderti più felice domani.
La domanda centrale diventa allora questa: che cosa dobbiamo sacrificare per liberarci della sofferenza?
Secondo Peterson la risposta sta nel ricercare ciò che ha un significato intrinseco, ciò che dà senso alla vita anche nei momenti più duri, rifuggendo invece ciò che è solo veloce, istantaneo o conveniente.
Costruire solide fondamenta costa molta più fatica, tempo ed energie che nascondere la polvere sotto il tappeto o passare la patata bollente a qualcun altro (a volte il te stesso del futuro).
Eppure è il modo migliore per assicurarti un cambiamento e un benessere sostenibile e duraturo nel tempo.
8. Dì la verità, o almeno non mentire
“Non si dicono le bugie” è una cantilena che ci accompagna sin da bambini. Quasi mai però ci viene spiegato il perché.
Secondo Peterson, nella bugia non nascondiamo solamente un lato della realtà, ma anche un lato della nostra personalità.
Rendiamo torbida una parte di noi stessi, rinunciando ad offrire al mondo quel contributo unico ed autentico che abbiamo da dare.
In quella menzogna, in quel maldestro tentativo di preservare l’immagine che vorremmo proiettare di noi stessi, perdiamo l’opportunità di costruire chi siamo realmente.
Non manchiamo solamente di rivelarci agli altri ma, cosa che più conta, l’occasione di rivelarci a noi stessi.
Una piccola bugia dopo un’altra, costruiamo un muro di menzogne che diventa una maschera fra noi e il mondo.
Dire la verità, a noi stessi e agli altri, rafforza invece il nostro carattere e l’intera società.
9. Pensa sempre che la persona con cui parli può sapere qualcosa che tu non sai
Si dice che la vita sia troppo breve per imparare solo dai propri errori; il saggio impara anche da quelli altrui.
Ascoltando le storie e le esperienze degli altri puoi apprendere quelle lezioni senza pagare lo scotto di dover affrontare gli stessi problemi e sofferenze. Per una volta una scorciatoia che vale la pena prendere 😉
Attenzione, però: l’ascolto attivo significa trasformare la tua mente in una tela bianca.
Che non vuol dire gettare lo spirito critico fuori dalla porta. Ma usare le parole e le esperienze altrui come finestre su un nuovo mondo, invece che come uno specchio per confermare le tue verità, idee o interpretazioni.
Ascolta senza interrompere, senza pensare alla tua risposta, e rispettando l’esperienza e la prospettiva dell’altro.
E soprattutto non rimanere aggrappato a ciò che conosci, usa invece ogni interazione come un’esplorazione reciproca di territori ancora ignoti. È così che espandi i tuoi confini (e la tua mente).
10. Parla con precisione
Come accade anche nelle relazioni coniugali, le piccole cose (abitudini fastidiose, gestione della casa, dei figli o delle finanze…) tendono ad ingigantirsi quando non vengono affrontate sul momento, trasformando piccoli sassi in montagne di incomprensioni e litigi.
Evitare queste conversazioni impedisce di affrontare le cause che stanno alla radice dei problemi. E indovina un po’? La realtà non può essere cambiata ignorandola.
Il rimedio? Sii quanto più specifico e sincero possibile nel dare un nome a ciò che è per te causa di fastidio o sofferenza e ammettine l’esistenza. È solo quando i problemi vengono portati alla luce che è possibile risolverli e spostarsi dal caos all’ordine.
Pensa a ciò che dici e poi dì ciò che pensi. Che sia con gli altri o, a maggior ragione, con te stesso.
11. Lascia in pace i ragazzi che fanno skate
Viviamo in una società in cui al concetto di genitorialità corrisponde sempre più lo sforzo di evitare ai propri figli ogni tipo di disagio, pericolo o rischio.
Quando un adolescente è impegnato con lo skate, la bici o altre attività considerate pericolose dall’atteggiamento protettivo dei genitori, suggerir loro di fare altro è invece la cosa più pericolosa che possiamo fare. Perché non prepara il futuro adulto ai pericoli del mondo, a vivere in maniera indipendente e a trovare la propria strada.
Come avevo scritto anni fa nella storia della farfalla:
“Attraverso le difficoltà la natura ci rende più forti e degni di realizzare i nostri sogni.”
Lascia in pace i ragazzi che fanno skate: devono vivere le loro cadute, le loro escoriazioni e ossa rotte. Sono spesso le uniche lezioni che sono disposti ad ascoltare.
12. Se incontri un gatto per strada, fermati ad accarezzarlo
L’ultima regola del primo libro di Peterson nasce dalla sua osservazione di un gatto randagio e da un parallelo che ne fa con le nostre vite.
Navigare i mari della nostra esistenza assomiglia un po’ al tentativo di un gatto randagio di arrivare a fine giornata. Ci sono svariate difficoltà da superare, questo è certo, ma la vera domanda è: cosa farai per adattarti ai periodi di mare mosso?
In tempi difficili, è importante riconoscere le ancore a cui aggrapparci e le oasi felici in cui ristorarci.
Che si tratti di un bagliore di luce nel buio, o della dolcezza che regala accarezzare un gatto o un cane, ricordati di ciò che conta davvero e afferra ogni occasione per rendere la tua vita più leggera e luminosa.
Bene, vediamo ora le altre 12 regole etiche contenute nell’ultimo best-seller del dott. Peterson: “Beyond order – 12 more rules for life“.
Come detto, il libro, uscito recentemente, non è ancora stato tradotto in lingua italiana, non posso quindi garantirti che il testo delle regole sarà lo stesso che ritroverai nella traduzione ufficiale, ma abbiamo fatto del nostro meglio per rispettare le parole e il significato scelto dallo psicologo clinico canadese, sempre molto attento alla precisione del linguaggio.
Partiamo.
13. Non denigrare le istituzioni sociali o le conquiste creative
L’equilibrio tra ordine e caos è uno dei temi centrali del Peterson-Pensiero. Gli stessi due testi pubblicati in questi anni, rappresentano uno l‘ordine (il libro bianco delle prime 12 regole), l’altro il caos (il nuovo libro nero delle altre 12 regole).
In quest’ottica lo psicologo canadese plaude quegli individui altamente creativi che sono in grado di mostrare alla società nuovi paradigmi: dagli artisti, agli imprenditori disruptive, dagli scienziati, ai paladini dei diritti civili.
Al contempo però Peterson mette in guardia da chi è pronto a smantellare le istituzioni sociali tradizionali con troppa facilità. Tali istituzioni esistono però una ragione e se sono sopravvissute per decenni o addirittura millenni è perché sono in grado di svolgere determinate funzioni sociali in maniera molto efficace.
La regola 13 può essere applicata anche alla sfera personale.
È importante infatti esporci continuamente a nuove idee, nuovi progetti, nuove esperienze, nuove persone.
Ma è altrettanto importante dare struttura alle nostre giornate attraverso sane abitudini, una buona organizzazione del nostro tempo e, in generale, quei comportamenti che ci consiglierebbe nostra nonna.
14. Immagina chi potresti essere e poi mira risolutamente verso quella direzione
Troppo spesso, assorbiti dal tran tran quotidiano, smettiamo di immaginare chi potremmo diventare “da grandi”.
Ed è così che arriviamo alla fine delle nostre giornate esausti, ma incapaci di ricordare cosa abbiamo davvero realizzato e verso quale direzione ci siamo mossi.
In questo capitolo del nuovo libro, Peterson sottolinea come ogni essere umano sia in parte natura (DNA, geni, etc.) e in parte cultura (storia, religione, mitologia), c’è un passaggio in particolar modo che mi ha colpito:
“Impariamo a vedere il mondo e ad agire come gli eroi delle storie che sono in grado di catturarci. Queste storie fanno affiorare capacità scritte in profondità nel nostro DNA, capacità che potrebbero però rimanere dormienti se non opportunamente sviluppate. Siamo dunque avventurieri, amanti, leader, artisti e ribelli che attendono di essere risvegliati, e il primo passo per rendercene conto è vedere il riflesso di tutto ciò che possiamo essere negli occhi dei nostri eroi.”
Ecco, troppo spesso ci dimentichiamo degli eroi che sonnecchiano dentro di noi, arrendendoci ad una vita mediocre che ci va troppo spesso stretta.
Dobbiamo tornare ad immaginare chi possiamo davvero diventare nella nostra vita e dedicarci anima e corpo a rendere realtà questa immagine.
15. Non nascondere ciò che non desideri nella nebbia
L’evitamento è una delle più classiche strategie che mettiamo in atto come esseri umani di fronte ad un problema o ad una paura (la famosa procrastinazione di cui parlo da anni ai miei lettori, rientra proprio in questo ambito)
A volte siamo talmente turbati a livello inconscio da una situazione che evitiamo quasi del tutto di identificarla.
Il suggerimento di Peterson è quello di diradare la nebbia ad ogni costo e scoprire se effettivamente si nascondono delle rocce appuntite.
In alcuni casi scopriremo che non c’è nulla e che quindi non abbiamo nulla di cui temere.
In altri casi, invece, le rocce appuntite sono effettivamente lì ad attenderci, ma riuscire finalmente a vederle ci consente di evitarle.
In generale, nel momento in cui smettiamo di ignorarli e decidiamo di dare un nome ai nostri problemi, di fatto stiamo dando a noi stessi il potere di risolverli.
16. Ricorda che l’opportunità si nasconde laddove le responsabilità sono state tralasciate
Leggevo l’altro giorno la storia di un “millennial” (aggettivo ormai abusato) diventato contadino.
Questa persona raccontava con entusiasmo le sfide del lavorare la terra secondo i dettami bio e la soddisfazione di un ritrovato contatto con la natura. Tra l’altro la sua azienda agricola stava riscuotendo un notevole successo.
Ecco, di fronte ad una disoccupazione giovanile galoppante, che difficilmente migliorerà nel post-pandemia, questa storia mi ha ricordato la 16° regola del dott. Peterson:
“Laddove le persone hanno smesso di assumersi le proprie responsabilità, si nascondono grandi opportunità.”
In altre parole, se siamo disposti a farci carico, con dedizione, di impegni che altre persone in questo momento stanno scansando o stanno affrontando in maniera approssimativa, possiamo costruirci una carriera e una vita piena di soddisfazioni.
17. Non fare ciò che odi
Collegata alla regola precedente, è importante ricordare che assumersi responsabilità che altri tendono a scansare non significa costringerci a fare cose che odiamo.
Come ricordo spesso ai miei lettori, è inevitabile dover affrontare attività pallossissime e odiosissime anche nel percorso verso i nostri sogni più brillanti.
Questo però non significa che dobbiamo accettare l’idea di dedicare la nostra vita ad una carriera o, in generale, ad attività che in fondo disprezziamo.
Fatti guidare dalle tue emozioni nella scelta dei tuoi progetti e poi usa la tua disciplina per portarli a termine.
18. Abbandona l’ideologia
Ho aperto questo articolo affermando che Peterson è stato uno degli autori che più ha influenzato il mio percorso di crescita personale negli ultimi 5 anni.
Non per questo apprezzo ogni sua idea o affermazione e, come già successo in passato, non escludo che in un futuro possa rivedere la mia posizione sull’autore canadese.
Al contempo però, molte delle critiche che vengono spesso rivolte a Peterson nascono da pregiudizi ideologici di una determinata parte politica o gruppo d’interesse.
Ad ascoltare queste persone si ha l’impressione che ripetano frasi, buzzwords e concetti già preconfezionati, come se, sposando una determinata ideologia, avessero deciso di delegare la propria libertà di pensiero e critica.
Ed è questo il pericolo delle ideologie: trovare una risposta (la stessa e spesso sbagliata) a qualsiasi problema del mondo, il che equivale a non affrontare davvero nessun problema.
Abbandona l’ideologia.
Non prendere una posizione pregiudiziale senza aver prima approfondito da solo, letto con i tuoi occhi e ascoltato con le tue orecchie.
19. Impegnati più che puoi su almeno una cosa e guarda cosa succede
L’uva deve essere schiacciata per produrre il vino.
I semi crescono nell’oscurità.
I diamanti si formano sotto un’enorme pressione.
Le olive devono essere frantumate per fare l’olio.
Nulla di valore viene creato senza un’adeguata dose di stress.
Se vuoi realizzarti nella tua vita, inizia con l’impegnarti, ma impegnarti davvero, su un progetto, un obiettivo o un’abitudine, e vedi cosa accade.
Potresti innescare un circolo virtuoso di cambiamenti che stravolgerà in bene la tua vita.
20. Cerca di rendere più bella possibile una stanza della tua casa
Secondo Peterson la bellezza non ha una mera funzione estetica, ma può rappresentare una forte spinta a migliorare il mondo che ci circonda.
Nello specifico, questa regola contenuta nel nuovo libro si ricollega al principio 6 già visto in precedenza (“Fa che casa tua sia in perfetto ordine prima di criticare il resto del mondo”).
Se ci impegniamo a tenere quanto più in ordine possibile anche una singola stanza della nostra casa, e siamo soddisfatti e orgogliosi di come abbiamo preso controllo di questa piccola area della nostra vita, questo probabilmente ci ispirerà ad introdurre nuovi cambiamenti, cambiamenti che gradualmente potranno toccare sfere sempre più importanti.
L’ordine e la bellezza possono dunque diventare dei veri e propri strumenti di miglioramento personale.
21. Se i vecchi ricordi ti turbano ancora, annotali attentamente e per intero
Sia che siamo stati vittime o carnefici nel nostro passato, non possiamo permettere a questi ricordi di continuare a perseguitarci.
Sulla base della propria esperienza clinica, lo psicologo canadese suggerisce di scrivere (e descrivere) quanto più nel dettaglio possibile questi ricordi.
L’atto della scrittura ci aiuterà infatti a dare un senso a questi ricordi, ma anche a privarli di parte della loro energia emotiva nel passaggio su carta.
In generale, avere nero su bianco i ricordi che ci turbano è il primo passaggio per affrontarli.
22. Organizzati e impegnati con dedizione per mantenere il romanticismo nella tua relazione
Anni di film romantici targati Hollywood ci hanno convinto che là fuori esista la nostra unica anima gemella, il partner perfetto che darà un senso alla nostra vita e con cui finalmente “vivremo felici e contenti”.
La realtà, però, è un po’ diversa.
Con ogni probabilità, su 7 miliardi di individui, ci sono molte più anime gemelle di quante vorremmo ammettere e, con ogni probabilità, ci sarà sempre (o quasi) un partner migliore del tuo partner attuale.
Ma il vero amore non nasce dall’incontro di due persone, ma piuttosto dal loro:
- confronto.
- scontro.
- conforto.
- dialogo.
- inciampo.
- …
Insomma l’amore è ciò che costruiamo con l’altro o l’altra e Peterson invita i suoi lettori ad alimentare con impegno e costanza il romanticismo in una coppia, che sia attraverso “appuntamenti”, cene galanti o momenti di completa attenzione.
23. Non permettere a te stesso di diventare risentito, falso o arrogante
A volte, la vita, le altre persone o la società intera possono ferirci e spezzarci in modi tanto inaspettati, quanto ingiusti.
Ciò che diventiamo dopo questi “traumi”, però, è una nostra scelta.
Se decidiamo di abbandonarci al risentimento renderemo noi stessi e il mondo un posto peggiore.
24. Sii grato nonostante le tue sofferenze
Dire ad una persona che soffre di essere grato alla vita può apparire come uno “schiaffo”.
Il messaggio che Peterson vuole dare con questa 24° regola, però, è diverso e nulla ha a che fare con l’ingenua gratitudine di fronte alle disgrazie.
Così come amiamo i nostri cari nonostante i loro difetti (o forse proprio per via di essi), possiamo amare la vita nonostante le inevitabili sofferenze.
Sono infatti proprio quelle sofferenze a rendere ancor più speciali i momenti di felicità, benessere e successo.
La nostra vita viene definita dai contrasti che viviamo e muore nel piattume di un’esistenza priva di difficoltà.
—
Bene, termina qui questo articolo dedicato ai 24 principi del Peterson-Pensiero.
Mi auguro sinceramente che tu abbia tratto valore da queste regole, ma soprattutto mi auguro che tu possa iniziare ad applicarle nella tua vita.
Non mi resta che augurarti una buona continuazione.
Andrea Giuliodori.
Sempre illuminante, grazie e buon inizio settimana!
Grazie a te Cinzia, buona settimana.
Confesso di esser stata un po’ prevenuta rispetto al pensiero del dott. Peterson, a causa di qualche opinione da lui espressa che, in realtà, non avevo mai neanche troppo approfondito.
Questo articolo mi ha fatto cambiare idea e tornare curiosa rispetto al suo lavoro, ho apprezzato molto tutti questi dodici punti!
Ti ringrazio per questa rielaborazione Andrea.
Aspetto le altre dodici regole per confermare la mia nuova opinione ; )
L’aggettivo preferito dai giornalisti per descrivere Peterson è… “controverso”. Onestamente, avendo ascoltato e letto il suo materiale direttamente, senza il filtro dei media, non ho mai trovato nulla di così controverso, anzi.
Sono felice che questo articolo ti abbia fatto cambiare idea Sabrina.
Buongiorno e buon inizio settimana Andrea! Grazie per l’articolo, attendo il prossimo dunque 😉 (essendo iscritto lo leggeró subito), intanto queste me le scrivo e riassumo nel mio diario di appunti stasera.
Grazie come sempre per gli ottimi contenuti molto concreti (e spiegati in maniera ordinata e precisa) che ci doni ogni volta Andrea! 😉
Un caro saluto
Federico
Buongiorno Andrea, grazie davvero per questi momenti di riflessione che ci doni ogni settimana con i tuoi articoli, sempre profondi ed attuali e che ti costringono mentre li leggi a confrontarti con te stesso per realizzare se la vita che stai conducendo è coerente con la persona che vuoi diventare.
Fai un lavoro prezioso, grazie ancora.
Grazie a te per il commento Dennis!
Ciao Andrea,
con riferimento al punto 3, su cui fatico, ti chiedo: tu sei riuscito a crearti una cerchia di amici che ti rendono una persona migliore? Nel tuo percorso di crescita, per fare questo hai dovuto eliminare molte delle frequentazioni che avevi?
Grazie
Marco
Ciao Marco, non è affatto facile. Vivendo tra Londra e le Marche e soprattutto in questo periodo pandemico, non è facile coltivare le amicizie, soprattutto con quei amici più cari che magari vivono lontani.
Grazie Federico!
Caro Andrea grazie, ho messo in lista questo libro e sarà il mio prossimo acquisto! Sono concetti con i quali mi trovo in sintonia, ma leggerli mi darà sicuramente una maggiore tranquillità interiore. Bellissimo il parallelo del punto nr. 12: “Se incontri un gatto per strada, fermati ad accarezzarlo”, pensa a prescindere dalla metafora lo faccio veramente tutte le volte che ne incontro uno!
Sì, quella di Peterson non è solo una metafora, ma un invito concreto. Felice che tu lo facessi già :)
Molto bello ed interessante.
Grazie
Raffaello
Mi fa piacere Raffaello!
Amo Peterson (per quanto riguarda la sua figura di psicologo), è un pozzo di saggezza infinita e non smetteresti mai di ascoltarlo. Ho letto il primo libro 12 rules for life in inglese (che nonostante i troppi riferimenti alla religione e alla bibbia mi è piaciuto molto) e trovo perfettamente rispecchiati i valori riassunti nell’articolo. Davvero ben fatto!
Grazie Matilda!
Domanda: Mi chiedevo se J. Peterson abbia seguito tali regole o se invece non l’abbia fatto prima di cadere in depressione. Pare ne sia uscito al momento. Forse nelle altre 12 sveleremo l’arcano?
Ciao Anita, trovo questo commento molto superficiale e scarsamente empatico.
Le 24 regole condivise dal dott. Peterson nei suoi libri in realtà nascono da una sua risposta su Quora diversi anni fa, in quella risposta, come in molte altre occasioni, Peterson ha ribadito che queste regole vogliono essere innanzitutto un promemoria a sé stesso.
In merito poi alla sua depressione, ne ha sofferto fin dalla giovane età. Nell’ultimo anno e mezzo ha affrontato problematiche di salute ben più gravi legate al cancro della moglie e non solo.
In tutta onestà, le fragilità dell’uomo Peterson ne rende gli insegnamenti ancor più preziosi ai miei occhi.
Ho sempre diffidato dei super-guru infallibili…
Sono d’accordo con te Andrea, pensare che il Dott. Peterson fosse solo un distributore di regole da psicoterapeuta sarebbe stato superficiale. La sofferenza/depressione dell’uomo provata in prima persona sviluppa una visione piena della vita che lui conosce veramente…..e forse da lì nasce la sua 2 regola.
Grazie sempre di tutto Andrè
Grazie Andrea, i tuoi consigli sono sempre preziosi!!!
Molto belli e concordo con te, le fragilità di Peterson lo rendono più vicino a noi, un uomo come tutti nel suo percorso di crescita personale e spirituale. Sul suo canale YouTube ha pubblicato un video in merito ai suoi ultimi anni di depressione in cui spiega meglio cos’è successo, lo consiglio a tutti quelli che vogliono approfondire.
P.S. Ho scoperto Jordan Peterson grazie al canale YouTube di un DJ americano, Akira the Don, che si è inventato la “Meaningwave”, in cui in pratica prende spezzoni di discorsi di filosofi, psicologi, intellettuali (non c’è solo Peterson, ma anche Alan Watts, David Foster Wallace etc.) e li remixa su una musica lo-fi o ambient. Scusa se sono andata un po’ “fuori traccia”, ma è stata una scoperta davvero meravigliosa: messi in musica, i concetti difficili si fermano meglio nella nostra memoria, li assimiliamo meglio.
Ma che ficata! Avevo sentito il nome del DJ, ma non avevo mai approfondito.
Complimenti Andrea,
Bell’articolo, cose che magari si sanno ma è meglio ribadire.
Grazie
Piero
Bellissimo, grazie Andrea di aver condiviso questo prezioso reminder
Grazie Andrea!
E’ sempre un piacere leggerti.
Grazie Oriana.
La regola 10: fondamentale, ma molto difficile!
La parola di oggi è grazie.
Non conosco ancora Peterson, questo articolo è prezioso da solo e apre le porte a una nuova conoscenza.
Grazie davvero.
Silvia
Grazie a te Silvia.
Caspita, il punto sei, nella sua semplicità, è davvero efficace. Questo concetto me lo devo tatuare prima di cedere alla tentazione di esprimere certi commenti. E ricordarmi di quanto fatico io nella mia semplice gestione domestica! Grazie!
“Se incontri un gatto per strada, fermati ad accarezzarlo”
beh, una è tornata a casa con me
Luna-DieKatze
😊
Grazie. Aspetterò le altre 12 regole.
😊
Ciao, torno a commentare efficacemente dopo un po’ di anni in cui sono successe varie cosine, tra cui la nascita di una bimba, la cura del mio disturbo d’ansia e aimé la malattia di un genitore. Penso che la lettura di qualcosa per essere davvero utile deve essere capace di lasciare qualcosa. Questo post lascia tante piccole luci, tra queste io più di tutte mi tengo strette le mie ancore, quelle nelle quali rifugiarsi in un periodo storico così complicato per tutti. Grazie Andrea!
Ciao Enza, grazie a te.
Ho molto amato il primo libro di Peterson e invito tutti a leggerlo dato che la spiegazione di ogni regola è un viaggio psicologioco e teologico che merita di essere intrapreso. In alcune parti sono molto contrario a ció che scrive ma questo lo rende solo piú interessante.
Congratulazioni per aver condensato alla perfezione queste regole!
Avevo proprio bisogno di questa lettura. È una grande carica affrontare la settimana con gli articoli di efficacemente! Profondamente grazie
“…come se, sposando una determinata ideologia, avessero deciso di delegare la propria libertà di pensiero e critica.”
Quanta verità!
Per me è sempre molto difficile credere a chiunque mi parli di autostima, di crescita personale e via dicendo. Sono sempre alla ricerca del “… dov’è la fregatura?…sicuramente ‘sto qua (con rispetto) è l’ennesimo che vuol succhiare soldi… tanto poi se non funziona sarà sempre colpa mia con il mio portafogli sempre più vuoto…”. Però a te, Andrea, concedo l’ennesima chance (lo so che tu vivi lo stesso con o senza la mia chance), perché a prescindere che ciò che fai ti dà da vivere, a distanza di tempo di percepisco coerente. E questo mi piace. Non condivido tutto ciò che scrivi. Però mi piace leggerti. Anche se al momento sei un’entità astratta, nel senso che non avendoti mai incontrato dal vivo cioè davanti ad un buon bicchiere di vino con qualche stuzzichino (lo so che non potrà mai accadere :)), sarò ben contegno di continuare a seguirti.
Grazie Andrea, bello e utile
Grazie a te Nicola!
Buongiorno Andrea, grazie tante per questa lettura; mi trovo in condivisione con le 24 regole della vita e ne trarro’ ulteriore benificio rileggendole 1 e piu’ volte. Un caro saluto, Manuela
Ciao Manuela, mi fa molto piacere!
Ti dirò che la cosa che mi ha sorpreso di più è stato il ritrovare la voglia di rimettere in discussione le mie opinioni, soprattutto riguardo a quei punti che mi trovano in disaccordo con Peterson. E non perché lui sia Peterson mentre io no (in realtà sono anche io “son” di un certo “Peter”…): credo valga la pena andare sempre un po’ più a fondo. Continuerò a non essere totalmente dalla sua parte (forse), ma certo troverò aspetti nuovi che vale la pena considerare. Mi sto divertendo molto Andrea, mi sento rassodare il “diaframma” (sensazione mia che mi infonde sicurezza). Che dirti? Grazie!
Mi fa davvero piacere Pierluigi. Invito sempre i miei lettori a non avere atteggiamenti pregiudiziali, non ne abbiamo davvero bisogno in questo periodo storico.
Grazie per questa condivisione, una lettura utile ed interessante, come sempre.
Grazie Jenny!
Ciao Andrea
Grazie per questi articoli
Solo una piccola segnalazione
Credo che al termine del penultimo capoverso del punto 14 manchi una parola (forse “stretta”)
Buona giornata
Grazie mille Marco. Corretto!
Grazie grazie grazie! Dal profondo del cuore per quello che fai e per il grande impegno che metti!
Grazie a te Elena!
Buongiorno e grazie x aver condiviso queste regole. Come sempre dritto al punto! Nella 18 hai scritto una cosa che condivido: l’ideologia é come delegare la libertà di pensiero e di critica. Soprattutto in questo periodo, mi sono accorta di come tante persone abbiano delegato il pensiero piuttosto che ragionare. Ragionare significa affrontare le questioni e a volte ciò comporta fatica, però poi il raggiungimento di un proprio pensiero o concetto é una bellissima conquista. Non sempre é così facile, ma se diventa una buona abitudine secondo me si riesce a subire sempre meno i pregiudizi.
Grazie del commento Ludovica.
Andrea, grazie. Sei prezioso!
🙏
Ciao Andrea, ti seguo da moltissimi anni, ho 25 anni e ti leggo da quando ne ho 16 circa…
Premetto che sono uno studente universitario, manca poco al termine (credo altri 8 mesi), giusto per inquadrarti chi sono.
Mi decido a scrivere un commento per chiederti, vista l’infinità di articoli su questo blog, se ne hai mai scritto qualcuno che tratta il problema della “ansia da troppa ambizione”.
Non c’è nessun contenuto sul web da quanto ho cercato che mi possa far capire come mai sono così, hai qualche spunto da darmi o magari scriverci tu sopra qualcosa, visto che di cose ne sai.
In sostanza questa ansia che mi pervade consiste nel voler imparare tante cose, per essere super esperto in un ambito (studiando cose diverse tra loro per poterle collegare), in modo da diventare uno che avrà importanza in questo mondo.
Il mio sogno è diventare come i geni che hanno migliorato l’umanità (Einstein, Da Vinci e tanti altri)… Vivere una vita in cui faccio un lavoro che non dà contributo al mondo, fino ad aspettare la mia fine, mi darebbe molta tristezza…
Come posso gestire questa ambizione e questa smania di fare tutto perché “devo diventare un grande personaggio” (non è una questione di fama o di soldi… te lo assicuro).
So che è un po’ insolito questo commento, ma almeno ci ho provato, nemmeno Peterson ne ha mai parlato.
Grazie per aver letto!
Caro Luigi, sicuramente viviamo in una società competitiva e i social hanno esacerbato queste enormi aspettative che ci carichiamo sulle spalle. Non ho scritto un articolo specifico su questo aspetto, ma una domanda che ti invito a farti è la seguente: “cos’è che mi fa stare bene?”.
Sembra una domanda banale, ma a volte, le nostre ambizioni sono dettate più da come vogliamo apparire di fronte agli altri, che non dal nostro stesso benessere psico-fisico.
Chiediti quindi cos’è che ti fa stare bene e immergiti in questo. Paradossalmente se ti dedicherai a cosa che ti fanno stare bene diventerai anche molto bravo in esse, e senza l’ansia di doverle fare per raggiungere chissà quale risultato, ma solo perché… ti fanno stare bene ;-)
Seguirò il tuo consiglio Andrea, come sempre sei stato gentilissimo.
Il mio problema non è diventare migliore di qualcuno, ma dar senso a ciò che faccio e finora puntare a quello è l’unico senso che trovo.
Sicuramente mi sbaglio, sto cercando “il mio senso” da un po’, indagando su ciò che mi hai consigliato potrei farcela.
Grazie ancora. :)
Jordan Peterson ha avuto il merito di essere una potente voce fuori dal coro in un’epoca da “pensiero unico”. Oggi purtroppo sappiamo che la sua forza argomentativa, la sua calma disumana durante i dibattiti, la sua tranquillità interiore erano frutto di un uso sconsiderato e temerario di benzodiazepine e altri psicofarmaci. Ha dovuto pagare un prezzo altissimo in termini di salute e per poco non ci ha lasciato la pelle…
Ma che balla, questa cosa non è assolutamente vera. Ha fatto uso di benzodiazepine su prescrizione medica quando è stato diagnosticato un cancro alla moglie al termine del 2019 e anzi, in quel periodo sicuramente aveva perso di lucidità, infatti per lungo tempo non è stato presente. Tra l’altro ora è tornato in piena forma e con il solito carisma. Che tristezza questi commenti che provano a buttar fango su di lui e in generale anche su chi affronta problematiche psicologiche serie. Due coglioni con una fava.
Grande Andrea,
ho dovuto trovare il momento giusto per farlo ma ho mantenuto questa tua mail fra quelle da leggere finche non ho potuto farlo attentamente e senza troppi pensieri che mi potessero allontanare dalla lettura… praticamente ho dovuto trovare il giusto momento di “fankazz…”
Complimenti coome sempre per quanto hai condiviso e per le tue interpretazioni personali che aiutano ad avvicinarsi a pensieri che, dopo aver soppesato i tuoi suggerimenti, sembrano quasi scontati.
E’ sempre un piacere leggerti e ritrovarti settimanalmente…
Ciao e grazie ancora,
Luigi
Grazie Andrea, col tuo articolo ho scoperto che il primo libro l’avevo già comprato, ma non l’avevo ancora letto!!! Quando stavo per (ri)comprarlo, fortunatamente l’ho “scoperto” su uno scaffale ed ho cominciato subito a leggerlo. Bè, mi sono già fermato al secondo capitolo: “Tratta te stesso come fai con chi si affida a te”. In effetti (complice un periodo difficile) ho dovuto rendermi conto che ero finito in fondo alla lista, e sto ricominciando a prendermi cura di me. Però, quanto è dura… certe cose per capirle bisogna solo provarle.
Comunque vedo che questo Jordan Peterson scatena reazioni avverse: a parte questo libro non ne avevo mai sentito parlare, ma probabilmente non è uno che segue la corrente, e viste le reazioni tocca qualche nervo scoperto… (o forse non è “politically correct”?). Mi fa venire in mente una battuta: “Non sono io che sono una pecora nera, sono le altre che sono TUTTE BIANCHE”.
Partiamo dal presupposto che io adoro le liste: mi aiutano a focalizzarmi meglio sugli obiettivi.
Questa lista dovrò scrivermela sull’agenda e rileggerla spesso! Se non tutti i punti, almeno una buona metà rappresenta esattamente quello che faccio di sbagliato.
Grazie per questo post… è stato di un’utilità che non immagini!
Mi fa molto piacere Tiziana :)
Grazie per l’articolo Andrea, è un bel contenuto :D.
Dalla sua sintesi credo comunque che ci siano delle critiche legittime da fare ai punti 6 e 13 e anche alla retorica sull'”Occidente in crisi di identità” (detto sinteticamente, non l’ha mai avuta).
La ringrazio ancora per questa sintesi, mi ha comunque incuriosito nei confronti dei due libri, me li dovrei leggere, magari mi faranno cambiare idea.
Buona giornata!
Grazie a te Luigi del commento :)
Concordo su tutto, tranne che sul punto 22, in quanto secondo me è uno spreco di tempo visto che entrambe non esistono. Mi stupisco che su una pagina di crescita personale se ne parli :)