Il significato della parola resilienza ed una tecnica pratica per svilupparla.
“Le difficoltà rafforzano la mente, così come il lavoro irrobustisce il corpo.”
Seneca.
Recentemente un mio dirigente mi ha prestato un libro di Pietro Trabucchi, psicologo italiano esperto di discipline di resistenza, intitolato “Resisto dunque sono“.
Il tema portante di questo libro è la resilienza.
Resi…che?! E che ti sei inventato oggi Andre?! ‘Mo so’ curioso… vediamo se anche questa volta riesci a stupirmi!
La resilienza è un termine che ritroviamo in diversi campi applicativi, dall’ingegneria all’informatica, dalla psicologia alla biologia.
In questo articolo ti parlerò della resilienza psicologica, ovvero della capacità dell’uomo di resistere alle avversità della vita.
Il significato di resilienza
Il termine resilienza deriva dal latino “resalio“, iterativo del verbo “salio”, che in una delle sue accezioni originali indicava l’azione di risalire sulla barca capovolta dalle onde del mare.
Tradizionalmente la resilienza è stata legata agli studi di ingegneria, nello specifico alla metallurgia, dove tale termine indica la capacità di un metallo di resistere alle forze impulsive che gli vengono applicate.
Nel recente passato il concetto di resilienza è stato approfondito anche in ambito psicologico. Nello specifico, in psicologia:
la resilienza è la capacità di far fronte in maniera positiva agli eventi traumatici, di riorganizzare positivamente la propria vita dinanzi alle difficoltà. È la capacità di ricostruirsi restando sensibili alle opportunità positive che la vita offre, senza perdere la propria umanità. Persone resilienti sono coloro che immerse in circostanze avverse riescono, nonostante tutto e talvolta contro ogni previsione, a fronteggiare EfficaceMente le contrarietà, a dare nuovo slancio alla propria esistenza e perfino a raggiungere mete importanti.
Fonte Wikipedia.
Vabbé Andre, non c’era bisogno di andare a scomodare il latino, praticamente la resilienza non è altro che la forza di volontà.
Resilienza e forza di volontà
In passato ho scritto numerosi articoli sulla forza di volontà, eccone 2 esempi:
- Forza di volontà: la guida definitiva per accrescerla.
- L’importanza di avere auto-disciplina e… come svilupparla.
Tuttavia resilienza e forza di volontà sono concetti diversi. Esistono senza dubbio dei punti di contatto, ma è importante che tu comprenda la differenza tra questi 2 elementi così importanti per la tua crescita personale:
- La forza di volontà è quella che ti permette di perseguire i tuoi obiettivi con costanza e determinazione: è quella spinta che ti fa alzare ogni giorno alle 6:00 del mattino per andare a correre quando ti vuoi rimettere in forma; è quella capacità di dire no a Facebook & Co. quando devi studiare per il tuo prossimo esame universitario. Insomma, la forza di volontà viene prima del raggiungimento dei tuoi obiettivi, anzi ne hai maggior bisogno proprio all’inizio, quando tendi a procrastinare maggiormente.
- La resilienza è quella che ti permette di perseguire i tuoi obiettivi nonostante i continui “no”, le sconfitte, e gli inevitabili contrattempi della vita: è quella folle razionalità che ti fa rialzare per la centesima volta, consapevole che prima o poi raggiungerai il tuo obiettivo; è quella capacità di ristrutturare i fallimenti, considerandoli inevitabili tappe verso il successo. Insomma, la resilienza viene durante e dopo i tuoi obiettivi: durante, quando devi attingere a tutte le tue risorse fisiche e mentali per fare quell’ultimo miglio che ti divide dal traguardo, dopo, quando devi affrontare una momentanea sconfitta, dimostrando di essere in grado di risollevarti.
Resilienza e Resistenza: la differenza
È fondamentale anche non confondere la resistenza con la resilienza, due concetti che possono sembrare simili ma che in realtà nascondono delle sottili, ma importanti, differenze. La resistenza, infatti, è la capacità di una persona di opporsi (e non di adattarsi) a particolari fattori di natura negativa o in ogni caso in grado di perturbare le condizioni di normalità.
La resilienza è invece una qualità più elastica, che appartiene a chi è più adattabile e quindi di fronte alle avversità cambia il proprio modo di porsi, i suoi obiettivi o addirittura il suo carattere. Quest’ultimo è quindi un concetto che include nel suo significato dinamicità e adattamento, cose che invece mancano nel concetto di resistenza.
Il significato di Resilienza in altri ambiti
Il termine Resilienza, però, non è utilizzato solo per quanto riguarda gli esseri umani. Anzi, ci sono molti altri ambiti oltre quello della Psicologia in cui si parla di questa qualità e che possono aiutarci a chiarire ancora meglio il suo reale significato:
- In Biologia il termine viene utilizzato per indicare la capacità di organismi viventi di autoripararsi dopo che gli è stato recato un danno.
- In Ecologia, invece, con il concetto di resilienza si indica la capacità di un sistema ecologico di ritornare allo stato iniziale dopo aver subito modificazioni o perturbazioni.
- Tecnologia dei materiali: in quest’ambito, si indica la capacità posseduta da un determinato materiale di resistere alla rottura dinamica, determinata con un’apposita prova d’urto.
- In sociologia, infine, il concetto di resilienza è riferito alle comunità: e cioè per indicare quelle comunità che, in conseguenza a eventi traumatici (ad esempio, catastrofi naturali, attentati, guerre, ecc.) sopravvivono trovando le forze e le risorse non solo per riprendersi, ma anche per iniziare una nuova crescita.
Chi sono gli individui resilienti?
André, ma c’è un modo per capire se sono resiliente o meno?
Certamente possiamo tracciare un profilo di una persona resiliente. Si può definire tale colui che, quando deve affrontare difficoltà o eventi traumatici, non si arrende ma, anzi, trova la forza di superare questi ostacoli e renderli, in alcuni casi, un elemento positivo da cui apprendere aspetti e competenze importanti per migliorare la propria vita.
Ognuno di noi all’interno di sé possiede le qualità per comportarsi da individuo resiliente, ma non tutti sono in grado di metterle in pratica. Per questo c’è bisogno di sapere come attivare i meccanismi della resilienza e allenarla nel corso del tempo.
Adesso che abbiamo chiarito tutti gli aspetti sulla resilienza, che ne dici di vedere qualche tecnica pratica per sviluppare la tua resilienza?
Se continui ad arrenderti alle difficoltà della vita, se ti senti perso nella tempesta della quotidianità, se ogni sconfitta per te è un attentato mortale alla tua autostima, beh… hai bisogno di allenare la tua resilienza.
Mettere in pratica la resilienza e la tecnica ABCDE
Uno dei paragrafi più interessanti del libro di Trabucchi “Resisto dunque sono” è quello sulla tecnica ABCDE.
Questa tecnica è utile per prendere consapevolezza del fatto che il nostro comportamento e le nostre reazioni di fronte ad eventi negativi, non dipendono direttamente dagli eventi, ma dalla nostra valutazione di essi.
La frase che ho appena scritto è uno dei cardini della crescita personale. L’essere umano ha un potere inimmaginabile: qualsiasi evento gli accada è lui a scegliere che significato dargli e quindi quale reazione avere.
Siamo talmente abituati a reagire in modo meccanico agli eventi della vita, che abbiamo dimenticato questa nostra straordinaria abilità, essenza della resilienza.
La tecnica ABCDE serve a rammentarci questa abilità. Vediamola nel dettaglio. Le lettere che danno il nome a questa tecnica non sono altro che delle iniziali:
- A di Adversity. La prima lettera sta ad indicare le difficoltà che possiamo incontrare nella nostra vita, gli eventi negativi su cui non abbiamo il controllo e che inevitabilmente accadono. Possono includere piccole “tragedie” come un esame andato storto, o difficoltà molto più rilevanti.
- B di Beliefs. La seconda lettera sta ad indicare le nostre credenze. L’insieme delle convinzioni che abbiamo maturato nel corso della nostra vita rappresentano il filtro attraverso il quale percepiamo la realtà. La nostra percezione della realtà infatti è sempre soggettiva, così come le nostre reazioni. Per approfondire il tema della convinzioni, ti suggerisco di leggere questo articolo.
- C di Consequences. La terza lettera del modello sta ad indicare le nostre reazioni emotive e fisiche agli eventi. Come avrai potuto capire, tali reazioni sono sempre la somma dell’evento e delle nostre credenze.
- D di Discussion. Le prime 3 lettere indicano la normale sequenza adottata dalla nostra mente di fronte ad un evento. Con la lettera D entra in gioco la resilienza. Quando siamo in grado di mettere in discussione le nostre reazioni irrazionali, iniziamo a riprendere il controllo della nostra vita.
- E di Effects. A differenza delle reazioni (consequences) gli effetti derivano dalla nostra messa in discussione delle nostre credenze. Se spesso sentiamo di non avere il controllo sulle nostre reazioni, gli effetti, in quanto risultato di un processo di rielaborazione della nostra mente, sono pienamente sotto il nostro controllo.
Allenare la nostra resilienza significa dunque porsi continuamente una domanda di fronte agli accadimenti della vita: “Cosa c’è di buono in quello che sta succedendo?“, ovvero “Qual è il miglior significato che posso attribuire a quanto sta accadendo?“
Inizialmente questo esercizio può sembrarti la classica minchiata da “pensiero positivo”, ma se opportunamente applicato, ti permetterà di riprendere in mano il timone della tua vita, tirando fuori il meglio da ogni evento e decidendo in prima persona quelle che saranno le tue reazioni.
La resilienza: conclusioni
Spero che questo nuovo concetto della resilienza ti abbia affascinato almeno quanto ha affascinato me. Può aiutarci a vedere e ad affrontare la vita con un altro punto di vista e un altro approccio, cercando di trarre il positivo anche dagli eventi più avversi. Per EfficaceMente un concetto del genere non può che essere uno degli aspetti più importanti della crescita personale di una persona.
Sinceramente preferisco parlare dei libri che leggo qualche mese dopo averli letti, per assimilarli al meglio e testare sulla mia pelle ciò di cui parlano.
Ma in questo caso non ho resistito!
Ps. Se ti può interessare, questo week end, ho acquistato anche il nuovo testo di Trabucchi: Perseverare è umano. Appena ne avrò occasione ne farò una bella recensione. Da quel poco che ho letto sembra promettere bene!
Buona settimana.
Andrea Giuliodori.
bell’articolo Andrea!
Trabucchi interpreta super abilmente la tematica della resilienza psicologica, e se sei un atleta, di qualsiasi livello… un olimpionico o colui che sta valutando un’iscrizione in palestra, troverai nei suoi libri elementi di scoperta e di supporto di indubbio valore e praticabilità !
Studiando da tempo il concetto di resilienza, mi sono imbattuto in molti esempi di vita vera e metafore potenti per raccontarla, una delle migliori credo sia questa:
“A pearl is a beautiful thing that is produced by the injury of the oyster . . . Without the wound, the injury, the pearl may not have come into being.” -Stephen Hoeller
Una perla e’ una cosa meravigliosa prodotta da una lesione dell’ ostrica … senza la ferita, la lesione, la perla non avrebbe potuto crearsi.
…non solo la resilienza ci chiede di rialzarci anche mille volte se necessario, ma di farlo senza opposizione ma con intenzione! L’intenzione infatti ci permette di vedere le possibilità offerte dalla “caduta”, spesso possibilità di trasformazione che non avevamo valutato. … quando il bruco pensava che la sua vita volgesse ormai al termine, si trasformo’ in farfalla! ; )
buona settimana a tutti!
Ciao Nicola, gran bel commento: ho trovato d’ispirazione la metafora della perla. Recentemente ne ho sentita una simile sulla formazione dei diamanti. Peccato che non mi sia ricordato di includerla nell’articolo.
Buona giornata,
Andrea.
Anche io sono molto affascinato dal concetto di resilienza. Devo dire che sono attratto per tutta quella parte della psicologia che tratta la “salutogenesi” ovvero le risorse di ciascuno di noi e la resilienza è una delle principali. (amo meno lo studio delle patologie)
Personalmente credo che c’è una differenza tra la resilienza dei metalli e quella psicologica. ed è la nostra capacità di far fronte agli eventi ed imparare dalla stessa esperienza.
Questo vuol dire che la resilienza oltre ad essere una risorsa in dote a ciascuno, può anche maturare col tempo.
Anche tu, Andrea mi sembra suggerisci questa idea nell’articolo quando poni la domanda: “Cosa c’è di buono in quello che sta succedendo?“
Buona resilienza :)
Ciao Claudio, grazie dello spunto: si concordo appieno quando dici che la nostra resilienza può essere ben più potente di quella dell’acciaio, proprio perché possiamo allenare questa importante risorsa psicologica.
A presto,
Andrea.
Ah, che coincidenza! :) Dopo averlo visto in una libreria qui di Milano, ho comprato il libro di Trabucchi a Pasqua, mentre mi trovavo in vacanza nella spettacolare città di Lucca e l’ho scorso durante il viaggio di ritorno.
Con tutto rispetto per coloro che stanno vivendo la tragedia di una bocciatura a un esame (forse sono stati bocciati anche perché non leggono assiduamente questo blog, quindi trattasi di qualche lacuna in forza di volontà e non in resilienza), o che devono affrontare una gara, la resilienza in termini psicologici è stata studiata a partire da coloro che sono stati prigionieri nei campi di concentramento (di qua e di là in Europa, in varie stagioni politiche) e sono sopravvisuti e sui bambini ospiti degli orfanatrofi dell’Est. La forza di volontà è utile per vivere al meglio la propria vita, in modo attivo o proattivo. La resilienza è essenziale per tutte quelle volte che il “negativo” inaspettato si manifesta, sotto varie forme. Tutti siamo dotati di grande resilienza, a incominciare dai bambini.
ciao andrea,
quel libro l’ho comprato anni fa ed ora l’ho portato a casa del mio ragazzo. quando torna gli faccio leggere il tuo articolo e spero che si decida a leggerlo perché è quello che gli servirebbe in questo momento e poi mi fiondo a prendere quello nuovo (grazie di averlo segnalato).
Credo che realizzare i propri obiettivi sia molto simile allo sforzo per vincere una gara ma esempi di resilienza li vedo anche in mia nonna e in tutti i “nonni” che sono nati prima degli anni 40, gente che sin dall’infanzia era abituata a condizioni di vita abbastanza dure da ogni punto di vista e che ancora adesso, alla fine della loro vita, quando potrebbero rilassarsi, non mollano. Già mia madre che è del 43 è diversa da mia nonna.
Credo che oggi la nostra generazione abbia una doppia sfida di resilienza perché il progresso ci ha molto fiaccati. Le problematiche e le avversità che incontriamo oggi sono molto diverse da quelle dei nostri nonni che le avrebbero giudicate quisquilie.
questo non è un discorso contro il progresso anche se sembra tale, ma è un’osservazione importante perché come dici tu l’uomo ha dei poteri enormi che dipendono anche da come egli legge la realtà, sapere che i nostri nonni (ma la storia è piena di esempi di gente resiliente che ha fatto cose incredibili anche in situazioni ancora più avverse)sono sopravvissuti a situazioni peggiori delle nostre potrebbe essere un’obiettivo sfidante.
Pure io ho letto pochi mesi fa il libro di trabucchi, davvero fatto benissimo, tanto è vero che poi, prestandolo (cosa che faccio quando un libro mi piace particolarmente), ho fatto sì che altre persone lo acquistassero, dato che unisce semplicità concretezza rigore scorrevolezza etc….Grazie Andrea di aver indicato promo su libri di Trabucchi, buona giornata.
Che coincidenza! Ho finito ieri sera di leggere il libro di Trabucchi di cui parli e subito dopo ho acquistato e iniziato l’ e-book “Perseverare è umano”. Testi davvero interessanti e ricchi di spunti, indipendentemente dal fatto che sono una “malata” di running e maratona… Mi fa piacere che anche tu li abbia trovati interessanti e li proponga nel tuo blog. Ti leggo sempre con molto interesse. ciao
Io invece il libro non l’ho ancora letto e… sì, Andrea, ci sei riuscito. Il concetto mi ha affascinato parecchio e mi fondo di corsa in libreria sperando di trovarlo!
Grazie dello spunto
Ciao Andrea!!
Che bell’articolo, mi è piaciuto davvero tanto.
Comprerò il libro e cercherò di “allenare” la mia resilienza, in questo periodo di crisi e caos ce n’è davvero bisogno!! =)
Grazie Chiara!
Mi fa piacere che ti sia piaciuto!
Andrea
Ho finito di leggere START! da due giorni e la mia “rimandite” si è ridotta DRASTICAMENTE… Un bellissimo ebook, complimenti Andrea! :)
Ti ringrazio Davide,
ma mi raccomando… la lotta alla procrastinazione non è una gara dei 100mt, ma piuttosto una maratona ;-)
Fammi sapere come va,
Andrea.
letti tutti e due ultimamente !!!! letture definirei indispensabili !!
era proprio destino che la resilienza dovesse essere il mio tema dell’anno ….mi spiego ….come ogni anno a febbraio sono andato ad un appuntamento formativo e nell’occasione ho acquistato degli audiolibri tra cui proprio una sul tema della resilienza …avevo appena finito l’audiolibro e il sabato di Pasqua a Roma entro in una libreria Mondadori , vado nel reparo che mi interessa e dando un’occhiata ai libri in giro mi colpisce un titolo “Perseverare è umano”,leggo le note di copertine e scopro con grande entusiasmo che si parla di resilienza nella vita e nello sport …wow ! per me che ho una società di gestione impianti e servizi natatori ed anche una squadra agonistico direi il top !!!! tra l’altro dopo aver letto il titolo del primo libro “resisto dunque sono” ho pensato ” cavolo siamo in diversi ad ispirarci a Cartesio …..quest’anno sulla t-shirt degli agonisti abbiamo scritto “nuoto dunque sono” …ehehehe …e cmq poi la tua mail Andrea sulla resilieza e su Trabucchi ….. insomma proprio quello di cui avevo bisogno in questa fase della mia vita !!!!!
adesso i due libri li ho sempre con me e sono un grossa fonte di ispirazione per aggiustare la rotta e ridisegnare la mappa personale e della mia attuale società …. sono padre di due figlie di 13 e 17 anni e Pietro Trabucchi mi è stato molto utile anche per comunicare loro certi valori e concetti che ritengo fondamentali …..e cmq volevo cogliere l’occasione in questo mio primo post per farti i stra complimenti per il tuo blog Andrea …..è veramente ricco di ottimi contenuti ed è diventato una delle mie guide formative …..all prox ;)
ps. la tua guida START è assolutamente un capolavoro . L’ho letta dopo i due libri di Larry Winget ed è stata il completamento ideale ;-)
il punto è a naso che posso trovare un numero N di significati positivi per ogni avvenimento (e lo faccio nel caso di problemi altrui) ma non potrò mai crederci.
è più facile allenare la tua resilenza che la tua forza d volontà,perchè almeno ci provi, c’è già una base, quando non hai forza di volontà e difficilissimo risalire, perchè parti da zero…proprio x questo entra in causa la procrastinazione,brutta bestia…comunque mi è piaciuto questo articolo anche perchè non conoscevo la distinzione esatta tra i due termini…
p.s. mi sa che acquisterò il libro
Interessante questo articolo, provvederò a reperire il testo che hai mensionato.
Buon Lavoro
Ernesto
Andrea, innanzitutto Grazie per i tuoi interesantissimi articoli, ti seguo ogni giorno, sei la prima fonte di ricarica quando mi sento abbattuta. Penso proprio di aver trovato l’argomento per la mia tesina di maturità…La resilienza…
grazie ancora
Andreea
Articolo stupendo e davvero utile Andrea :D
Ti ringrazio perchè mi ha dato lo spunto per scrivere questo breve articolo sull’importanza di sudarsi le cose nella vita :D
Ciao Andrea,
grazie del commento: perdonami, ma ho dovuto eliminare il link, non riesco a verificare tutti i link che vengono messi nei commenti e visto che in passato è successo che EfficaceMente venisse penalizzato per dei link presenti nei commenti, nel dubbio non ne permetto la pubblicazione.
A presto,
Andrea.
Ciao Andrea,
Ho appena finito di leggere il libro. L’ho trovato utile e mi ha fatto piacere leggerlo!
Ti ringrazio perché questo libro l’ho preso anche grazie alla tua recensione.
Ciao Andrè, quindi io fondamentalmente mi dovrei porre quelle due domande sulla base di quelle 5 lettere ?
sulla forza di volontà vorrei aggiungere che può essere aiutata molto dall’uso consapevole della leva motivazionale piacere/dolore. Nell’esempio dell’andare a correre alle 6,00 del mattino posso associare a questa attività il sentirmi realmente in forma e più vitale e al non farlo il fatto di vedermi sovrappeso e con la panza