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A volte rimaniamo bloccati in una vita che non ci appartiene. A volte è necessario voltare pagina.

voltare pagina

“Volta pagina: nel libro della vita c’è molto più di ciò che stai continuando a leggere.”

Zayn Malik.

Nell’ultimo articolo ti ho proposto una tecnica pratica (anzi 3) per combattere lo stress. Tuttavia, molti lettori del blog stanno affrontando un problema diametralmente opposto: più che lo stress, devono combattere contro la pigrizia, la noia e la frustrazione di non sapere cosa fare della propria vita. Insomma: hanno bisogno di voltare pagina. Se ti ritrovi in questa fotografia, il post di oggi è dedicato a te. Niente tecniche, strategie o trucchetti psicologici però: oggi lascerò la parola a Silvia.

Silvia è una lettrice di EfficaceMente, è originaria della provincia di Vicenza ed è una studentessa-lavoratrice. Silvia ama anche scrivere, e da quando ha deciso di dar voce alle proprie passioni, ha iniziato a collaborare con il magazine on line Roba da Donne, dove segue la sezione attualità, con un occhio di riguardo alle problematiche del mondo femminile.

Oggi Silvia ci racconterà come sta riuscendo a voltare pagina. Nessuna “rivoluzione rumorosa”, rinascita hollywoodiana o altre minchiatine spesso lontane anni luce dalla realtà. La storia di Silvia è una piccola-grande rivoluzione personale, una rivoluzione personale costruita sul desiderio di cambiare, di mettere i propri sogni al primo posto e poter dire a sé stessa di avercela fatta. Mi auguro che questa storia possa ispirarti almeno quanto ha ispirato me. Buona lettura.

La storia di Silvia

Un anno e mezzo fa ho deciso di voltare pagina. Scandagliavo nervosamente il web, alla ricerca di qualcosa che potesse aiutarmi. La mia vita era statica, sempre uguale, intrappolata in una pericolosa, seppur invitante, routine: il dolce far niente. Pigrizia, Internet, TV. Ogni giorno la stessa “solfa”. Così confortante, così “coccolosa”, ma allo stesso tempo… così frustrante.

Se stai ancora leggendo, scommetto che questa situazione ti suona familiare. Pare quasi una beffa della vita: far niente, o comunque lasciarsi andare all’accidia, è deleterio, mentre per essere veramente soddisfatti bisogna darsi da fare. Ma non esiste una cosa che sia facile in questa vita? Ahimè no. L’ho capito dopo che ho iniziato a non sentire più quel costante senso di insoddisfazione, che porta a fine giornata a quella sgradevole sensazione di aver buttato via il proprio tempo.

La mia storia inizia così, e seppur sia un percorso ancora in salita e con qualche “deviazione”, posso dire di aver cambiato in meglio molte cose, insomma, di essere riuscita a voltare pagina. Gli articoli di Andrea si sono rivelati un aiuto prezioso, grazie ai suoi consigli semplici, che ti fanno comprendere che non esiste alcun risultato ambizioso che possa essere raggiunto senza sforzo.

La molla per voltare pagina

Ma procediamo con ordine: qual è stato quell’input che mi ha dato lo slancio per cambiare e voltare pagina? Spesso ci manca proprio quell’ingrediente “x” e posso dirti che si arriva a un certo punto in cui si decide semplicemente di iniziare, è come concedersi un permesso. Dentro di noi scatta una piccola molla e … via. Per me la molla sono stati 3 articoli di questo blog:

Dopo averli letti, ho iniziato a fare delle liste, ad imparare a gestire meglio il mio tempo, ad alzarmi prima… ovviamente non tutto subito; a piccoli passi, fallendo anche (succede tuttora). Ho già sistemato delle cose e ne ho altre in cantiere, ma sapere che posso farlo, che lo sto facendo, mi spinge a continuare.

Prima di tutto, ho iniziato a sistemare la mia vita professionale. Segretaria precaria da 7 anni, ho trascorso i primi anni della mia vita lavorativa ad imparare. Una volta imparato però, non sono più cresciuta. Sempre a rispondere al telefono, a preparare lettere, e-mail, a vedere colleghi crescere e darsi da fare. Sentivo di avere delle capacità inutilizzate.

La staticità della mia professione mi ha impedito di avanzare, oltre al fatto che spesso, una routine consolidata è comunque comoda: so quello che devo fare, lo so fare bene, perché uscire dal campicello? (la famosa “zona di comfort”). Ma alla fine, ho compreso che non era quello che desideravo.

Mi sono chiesta: quali sono i miei talenti? Ho notato una certa capacità informatica e bravura nelle lingue straniere. Ho provato a fare un corso di web designer ma alla fine non era la mia strada; ho frequentato dei corsi di lingue, ma non mi qualificavano a sufficienza. Ho aperto il vaso di Pandora: dentro c’era la parola che mi impauriva di più al mondo: LAUREA.

La forza di seguire i propri sogni

Io mi volevo laureare. Però mi ero fatta imbrigliare dalle solite convinzioni “Ma di questi tempi un lavoro è d’oro”, “Accontentati”, “Cosa vuoi laurearti che poi ti ritrovi disoccupata?”. La paura di buttarsi, della reazione di parenti/amici. Poi studiare: una faticaccia! Mi sono fatta quattro conti: sì, non mi posso permettere di perdere il lavoro, ma perché devo rinunciare a studiare? E’ dura, sarà dura, ma è il mio sogno.

“è dura, sarà dura, ma è il mio sogno.”

Un anno e mezzo fa mi sono iscritta alla facoltà di Interprete e Traduttore: conservo ancora nel telefonino la fotografia del risultato del test di ammissione. Sono al secondo anno, ho preso la borsa di studio per merito. Sì, è una faticaccia, ma almeno sto facendo qualcosa per il mio futuro, per crescere, e sento che non avrei potuto prendere una decisione migliore. Non è una passeggiata: faccio ancora fatica ad organizzarmi bene con lo studio, quando arrivo a casa dal lavoro spesso il pensiero è rivolto al mio amato piumone, ma ripeto: lo sto facendo per me stessa.

Poi, non contenta, ho capito che avevo un’altra grande passione: scrivere. Ho messo in cantiere il progetto di un piccolo libro, con il quale ovviamente sto andando molto a rilento, ma me lo perdono: so che sto facendo già molto. Nel frattempo, la collaborazione con Roba da Donne mi permette di tenermi allenata e di vedere qualcosa di mio pubblicato: son soddisfazioni! Scrivere mi piace così tanto che mi chiedo come abbia fatto a non accorgermene prima.

Da qui segue il fatto che dovevo imparare a gestire il tempo, a districarmi tra mille impegni e a slacciarmi dalla presa infernale del letto e del sonno. Sono sempre e comunque una pigrona: è una lotta continua tra me ed il letto. Questa è la sfida più difficile che sto affrontando ora. Avanzo un minuto alla volta, strappando ogni istante di vita con fatica, giorno dopo giorno. E’ una sfida tra titani ma di questo, magari, ti parlerò un’altra volta. Silvia.

Nota dell’autore: credo che a volte, la storia di chi ce la sta mettendo tutta per voltare pagina possa ispirare più di 100 tecniche o stratagemmi. Mi auguro che la storia di Silvia ti sia piaciuta. Se ti va, mi piacerebbe sapere cosa ne pensi nei commenti. Andrea.

Foto di jon smith.

Avatar di Andrea Giuliodori
Sono un Ingegnere, nato e cresciuto tra le ridenti colline marchigiane ed oggi vivo e lavoro a Londra. Ho lavorato a Milano come Manager per una multinazionale della Consulenza Direzionale per 7 anni. Da inizi 2015 ho deciso di dedicarmi a tempo p...

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Simone

Cara Silvia, anche io come te continuavo ad essere insoddisfatto della mia vita, come se ci fosse sempre qualcosa di irrisolto. Sempre ad avere la voglia di voler fare, ma non riuscirci mai.
Grazie ad Andrea sono riuscito anche io a trovare una strada da seguire, anche se non la seguo molto spesso, è sempre difficile fare la cosa giusta, perchè fare la cosa giusta vuol dire fare sacrifici.
Tuttavia, avere una corretta via da seguire è il primo passo per non smarrirsi. E ti assicuro che con la tua testimonianza hai aiutato molto il mio percorso di maturazione.
Grazie Andrea, ormai ho letto quasi tutti i tuoi articoli, e nel mio piccolo, cerco di aiutare anche i miei amici a migliorare loro stessi, indirizzandoli sul tuo blog.
Io non spero di trovare la forza per poter studiare giorno dopo giorno e dare quei maledetti esami, non spero di poter finire quel maledetto progetto chiuso nel cassetto, non spero di realizzare i miei sogni. Io non spero, perchè mi hai insegnato a dire IO CI RIUSCIRÒ.

Io mi sento una persona migliore, solo perchè ho capito che lo si può diventare.

Gloria

Bello! Mi ci riconosco, anche se ancora faccio parte di quelli che non hanno fatto il gesto di voltar pagina ma ci sto lavorando! Ottimo modo per iniziare una giornata di lavoro nel mio orticello coltivando anche nuove piantine! :)

jones

Mi sono rivista molto nella storia di Silvia, perciò grazie per averla pubblicata.
Ho scoperto questo blog poco meno di un anno fa, stavo affrontando la rottura con il mio ex e volevo voltare pagina.
Ho letto quasi tutti gli articoli e ognuno mi ha dato uno spunto per migliorare qualche aspetto degli mia vita.
Credo di aver cominciato senza quasi rendermene conto, giusto per ‘provare’ se i consigli che tu, Andrea, davi funzionavano anche per me… Ed è vero!
Alcune cose trovo siano più semplici da mettere in pratica, mi riferisco solo a me, per altre ci vuole un po’ più di pazienza e metodicità.
Ad ogni modo, complimenti ad entrambi!

GVB1978

ciao Andrea, hai ragione, la storia di silvia insegna molto prima di tutto nel constatare come chi vuole cambiare vita si trova sempre a sfide analoghe seppure ovviamente diversamente riferite alla propria storia e la propria situazione. Però è confortante constatare che come me Silvia sta affrontando ogni giorno le proprie sfide e beh a volte cade e si rialza.. esattamente come tutti, senza conseguenze melodrammatiche relative ad aspettative perfezioniste. Il terrore e la paura degli errori. E non è quel falso sentimento del mal comune mezzo gaudio (non ho mai provato gaudio sapendo che altre persone stanno vivendo una situazione simile alla mia come può essere quella di cercare un lavoro), è la coscienza di sapersi perdonare quelle piccole cadute, saper capire perchè si è caduti e rialzarsi e riprendere il cammino.

Ebbene nelle ultime settimane ho sviluppato un sentimento molto simile a quello che racconta simone: io ci riuscirò e nella mia mente mi vedo già al mio nuovo lavoro che mi darà la solidità necessaria per poter affrontare il mio progetto d’impresa che per ora ho messo da parte. Non appena troverò un lavoro mi rimetterò sotto perchè so che avere le spalle relativamente coperte mi renderà maggiormente capace di affrontare serenamente la sfida che voglio vincere.

Una cosa alla volta. :-)

desidero ringraziarti pure io per il blog che posso dire mi ha supportato molto in questi mesi, per le tue parole gentili… e soprattutto per la tua umanità, è questo che rende questo blog così speciale.

grazie

Sara

Cara Silvia, leggo da tanto tempo questo blog e leggere la tua storia mi ha incoraggiato a scrivere il mio primo commento.

Anche io sto attraversando un periodo particolare della mia vita. Ho iniziato a sentire che ciò che stavo vivendo non mi apparteneva per nulla e mi affossava sempre più, non ero io quella che stava vivendo. Molto spesso, per pigrizia ma soprattutto per PAURA, mi ritrovavo a lasciar perdere, rimandando questioni che poi ho scoperto essere cruciali nella mia vita, rimanendo a crogiolarmi nei miei problemi, sperando che almeno non potessero peggiorare più di così.

Grazie ad Andrea (grazie di cuore!), ho iniziato a capire che la procrastinazione non ha fatto altro che demolire anche quei pochi aspetti positivi residui, e che il cambiamento passa necessariamente attraverso la mia fatica e il mio impegno, che ormai credevo inutili.

E così, pian piano, anche io ho cominciato a guardarmi attorno, a darmi da fare. Piccoli passi, uno alla volta, perché non credo nei cambiamenti “tutto e subito” (anche se…a chi non piacerebbe?). Purtroppo è normale incappare nelle “deviazioni”, perché le abitudini sono dure a morire, ma anche qui il grande Andrea ha saputo darmi una mano aiutandomi a rialzarmi. (Mi chiedo come fa ad azzeccare esattamente ogni lunedì il problema della settimana! :) ).

Leggere la tua storia, oggi, ha contribuito a rafforzare la grinta che mi sto costruendo giorno per giorno. E di ciò non posso che ringraziarti, augurandoti una “salita sempre meno ripida”.

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