Sentirsi insoddisfatti è capitato a tutti noi almeno una volta nella vita. Il vero pericolo è l’insoddisfazione cronica. Quali sono le sue cause, come possiamo contrastarla, ma soprattutto, come possiamo tornare ad essere felici?
“L’aspettativa è la madre dell’insoddisfazione.”
Joseph Rain.
Diciamo che ho una certa familiarità con gli insoddisfatti cronici. Probabilmente perché l’insoddisfazione lavorativa e personale ha spesso invaso ampi periodi della mia vita.
Fatto sta che nel corso degli anni ho imparato a riconoscere rapidamente l’emergere del senso di insoddisfazione, l’ho studiato a fondo e come sempre ho cercato di sperimentare strategie concrete per superarlo e tornare ad essere felice.
In questo articolo vorrei condividere con te quello che ho scoperto sul perché siamo spesso insoddisfatti (c’entra la nostra evoluzione come specie) e come possiamo prendere maggiore consapevolezza di certi meccanismi biologici per contrastarli o almeno per non lasciare che governino troppo le nostre vite.
Iniziamo!
Sentirsi insoddisfatti è un meccanismo evolutivo
Ne parlavamo giusto l’altro giorno nel gruppo Facebook di EfficaceMente: l’evoluzione ha “progettato” il nostro cervello per garantirci la sopravvivenza, non per renderci felici.
Da decine di millenni la selezione naturale ci spinge a…
- Mangiare.
- Piacere agli altri.
- Fare sesso.
- Competere con i nostri rivali.
…perché sono queste le azioni che assicurano la riproduzione dei nostri geni
Essere felici, sereni e soddisfatti non necessariamente contribuisce agli obiettivi della selezione naturale. Anzi.
Se i nostri avi fossero stati tutti dei buddha illuminati, probabilmente ci saremmo già estinti!
Devi infatti sapere che esistono dei veri e propri principi biologici che ci spingono a compiere le quattro azioni chiave per la nostra sopravvivenza (mangiare, piacere agli altri, fare sesso, competere con i nostri rivali).
Essere perennemente insoddisfatti è legato al funzionamento di questi principi biologici scritti nel nostro DNA.
Sai quali sono?
I 3 principi biologici che ci hanno fatto sopravvivere nella savana (ma che ci rendono insoddisfatti)
Esistono fondamentalmente 3 principi biologici che governano le nostre vite e che ci spingono inesorabilmente a perseguire gli obiettivi imposti dall’evoluzione (allontanandoci, a volte, dalla felicità):
- Il principio del piacere. Come esseri umani siamo stati “progettati” per inseguire il piacere. Per questo motivo tutte quelle azioni che possono garantirci la sopravvivenza e la riproduzione sono state rese piacevoli dalla natura. Ci piace mangiare, magari dolci e altri cibi ad alto contenuto calorico, perché farlo, in passato, significava accumulare scorte indispensabili per la nostra sopravvivenza. Ci piace fare l’amore. Ci piace ricevere gli apprezzamenti degli altri. Ci piace vincere contro i nostri rivali.
- Il principio di transitorietà. Non è sufficiente che determinate azioni siano piacevoli per spingerci a ripeterle. Il loro piacere deve svanire rapidamente. Se così non fosse andremmo in estasi dopo il primo piatto prelibato o dopo il primo orgasmo, smettendo di compiere queste azioni e condannandoci così alla morte o alla mancata riproduzione.
- Il principio di ripetizione. Pur essendo effimero, la nostra mente è programmata per rimanere focalizzata sul piacere che otterremo compiendo determinate azioni e non sul fatto che questo piacere sparirà presto. Se dessimo infatti maggiore rilevanza alla transitorietà del piacere, rischieremmo di chiederci che senso abbia rincorrere continuamente certi impulsi.
Insomma l’evoluzione ci ha condannati a questo circolo vizioso che ci rende eternamente insoddisfatti, che ci spinge a non accontentarci mai; questo perché l’insoddisfazione è una potente forza motrice alle dipendenze dell’evoluzione stessa.
Qual è dunque la soluzione? Come possiamo smettere di sentirci insoddisfatti e infelici?
Dovremmo forse ritirarci in qualche eremo e rifiutare i piaceri della vita?
Non necessariamente…
Come liberarsi dal senso di insoddisfazione e ritrovare la felicità
Prendere consapevolezza dei 3 principi biologici alla base dei nostri impulsi è il primo passo fondamentale per liberarci dal senso di insoddisfazione.
Se riusciremo infatti a squarciare quel velo di illusioni mentali che governa la nostra vita, la prossima volta che sentiremo l’irresistibile impulso di svuotare un barattolo di Nutella o di cedere a qualsivoglia piacere immediato a scapito della nostra felicità a lungo termine, potremmo scegliere con cognizione di causa se comportarci come pupazzi governati dai sotterfugi della nostra biologia più antica o come esseri umani dotati di un’avanzata corteccia pre-frontale.
Ok Andre’, bei paroloni come al solito, ma non hai ancora spiegato come smettere di sentirsi insoddisfatti: riusciamo ad essere un po’ più pratici?!
Ok, andiamo sul concreto…
La mente modulare e come far prevalere le scelte che ci renderanno felici e soddisfatti
Secondo alcune delle più recenti teorie neuroscientifiche, la nostra mente è caratterizzata da un insieme di sistemi (moduli) in competizione tra loro.
Esistono i moduli più “antichi” che spingono per soddisfare i nostri bisogni primordiali e moduli più “recenti” che invece prediligono il nostro benessere a lungo termine.
Questi diversi sistemi sono in perenne lotta tra di loro a livello subconscio e nel momento in cui uno di questi riesce a prevalere, segue una nostra decisione o azione cosciente.
Ma è qui che arriva il bello…
Un po’ come avviene per i partiti politici, i diversi moduli della nostra mente si rafforzano e acquisiscono maggior potere ogni volta che vincono.
Inizi ad intravedere la soluzione al nostro problema di insoddisfazione cronica?
Esatto… ogni volta che i moduli “primordiali” prevalgono, diventano più forti, e noi ci ritroviamo sempre più in balia di quel circolo vizioso fatto di continue rincorse di piaceri effimeri che ci lasciano perennemente insoddisfatti.
Al contempo, ogni volta che a prevalere sono i moduli mentali che lavorano per il nostro benessere a lungo termine, questi acquisiscono maggior potere tra le nostre fazioni mentali e la probabilità di fare scelte migliori in futuro aumenta.
In conclusione…
Conclusioni: fai la scelta giusta e poi falla ancora, ancora e ancora…
Ora sai perché siamo spesso insoddisfatti: è scritto nel nostro DNA e, in antichità, questo ci ha permesso di sopravvivere a quel brutale processo noto come selezione naturale.
Certi istinti però oggi non sempre sono funzionali al nostro benessere: se ad esempio nella savana eravamo spinti ad ingurgitare i pochi zuccheri presenti in natura, ascoltare oggi quell’impulso significherebbe diventare obesi, malati (e insoddisfatti).
Se vogliamo liberarci dal ciclo dell’insoddisfazione evolutiva dobbiamo imparare a dar maggiore spazio a quei moduli della nostra mente che si occupano del nostro benessere a lungo termine.
Si, non far finta di non conoscerli, sono quegli stessi “sistemi mentali” che ti ricordano ogni giorno che dovresti allenarti di più, che dovresti studiare invece di cazzeggiare, che dovresti smettere di procrastinare, che dovresti stare meno sul tuo smartphone, etc.
Per rafforzare questi moduli mentali il segreto (che poi tanto segreto non è) è quello di compiere quanto più frequentemente possibile le scelte giuste.
Naturalmente capiteranno giorni in cui a prevalere saranno i moduli del piacere immediato, ma ricorda: ogni volta che vincono, la tua insoddisfazione cresce; ogni volta che invece a vincere saranno i moduli della disciplina, del benessere e dell’impegno, la tua felicità si accrescerà.
Oggi fai la scelta giusta.
E poi falla ancora, ancora e ancora…
Prima di salutarti… ti va di trascorrere un’ora di “felicità” insieme?
Conoscere e contrastare il senso di insoddisfazione, come abbiamo visto, è un primo passo fondamentale per ritrovare serenità e felicità.
Quell’emozione di euforia, benessere e ingiustificata gioia che racchiudiamo nel termine felicità non sempre però è facile da replicare.
Dobbiamo arrenderci al fatto che la felicità sia sfuggevole e fuori dal nostro controllo, oppure esiste una formula per essere felici? O meglio, delle azioni concrete, delle strategie che possiamo mettere in pratica per essere più felici, esserlo più a lungo ed esserlo più spesso?
A queste e molte altre domande sul tema della felicità ho cercato di rispondere nel corso degli ultimi 10 anni.
…e da oggi puoi ascoltare quelle risposte direttamente dalla mia voce, ogni volta che lo desidererai: in auto, mentre fai la spesa o le pulizie di casa, in palestra.
Alcuni mesi fa ho infatti firmato un contratto in esclusiva con Audible, azienda del gruppo Amazon specializzata in audiolibri.
Il contratto prevede la realizzazione di 5 raccolte audio tematiche della durata di circa un’ora. La serie si chiamerà “Minuti Efficaci” e va ad aggiungersi alle altre serie esclusive di Audible Originals come ad esempio quella di Piergiorgio Odifreddi, Carlo Cracco, Claudio Bisio, John Peter Sloan e altri nomi che forse già conosci.
In ogni raccolta leggo in prima persona (e con un inconfondibile inflessione marchigiana) quelli che sono i migliori articoli di EfficaceMente su specifici argomenti: felicità, forza di volontà, procrastinazione, etc.
Ho già registrato le prime 3 raccolte negli studi Audible a Londra.
Ogni nuova raccolta sarà rilasciata all’incirca ogni 2 mesi e la prima è uscita proprio pochi giorni fa!
Si intitola “La felicità è una scelta” e riguarda proprio le migliori strategie che puoi adottare da subito per vivere sempre più spesso questa preziosa emozione nella tua vita.
Se sei già abbonato ad Audible puoi scaricare immediatamente “La felicità è una scelta (clicca qui)“, se invece non hai ancora scoperto il fantastico mondo degli audiolibri (io ne sono innamorato da almeno 10 anni), puoi iscriverti ora e avere accesso gratuito all’intero catalogo di Audible per i primi 30 giorni, compresi i miei audiolibri.
Clicca pure la copertina de “La felicità è una scelta” per ascoltare l’anteprima e scaricare l’intera raccolta. Buon ascolto!
Ci rileggiamo lunedì prossimo con gli iscritti alla newsletter.
Ps. Il contratto per le 5 raccolte che ho firmato con Audible diciamo che è solo un assaggino. Se questi audiolibri andranno bene, si è parlato di una vera e propria “trasmissione” in cui avrò la possibilità di intervistare alcune delle persone di maggior successo nel panorama italiano e non solo, per scoprire cosa li ha resi… efficaci!
Ma è ancora prematuro parlarne.
Se apprezzerai questa prima raccolta audio dedicata alla felicità, ricorda di lasciarmi una recensione: sarà molto importate per decretare il successo o meno del progetto!
Grazie e a presto.
Ciao Andrea,
Bell’articolo e interessante.
In ambito lavorativo credo comunque che un po’ di frustrazione non faccia male perché, come scrivi tu, se fossimo eternamente soddisfatti non avremmo stimoli a migliorarci.
Da fisioterapista, a volte mi trovo qualche paziente che non migliora come vorrei io (o come vorrebbe lui) e lì hai due opzioni: o accarezzare il tuo ego e dire “vabbè questo/a ce l’ha nella testa”, oppure frustrarsi (e frustarsi) e dirti “Ma C***O! Come posso fare?cosa mi sfugge?” Ed è li che compri libri,fai nuove formazioni,apri gli orizzonti.
Complimenti per il tuo lavoro!
Giuseppe
Assolutamente Giuseppe,
come detto il problema è l’insoddisfazione cronica, ovvero quando entriamo in quel loop di ricerca ossessiva del piacere immediato, ma nulla riesce a soddisfarci.
La ricerca dell’eccellenza è cosa buona e giusta e spesso alla sua base ha un po’ di insoddisfazione.
Ciao Andrea, complimenti per l’articolo! Avevo già letto sul gruppo di Efficacemente il post riguardante il rapporto tra l’evoluzione e la felicità e mi era piaciuto particolarmente.
Devo dire che mi ha piuttosto fatto piacere constatare che ciò che hai scritto lo sento vero. Questo perchè ho voluto migliorare le mie scelte, aumentare autostima, disciplina, determinazione: tutte quelle scelte che ho ripetuto più e più volte e che continuo a ripetere sono di fatto le fondamenta interiori che sorreggono un senso di soddisfazione ampio.
Una cosa che invece volevo portare come riflessione è un confronto con alcuni insegnamenti buddhisti che ho ricevuto in passato. In pratica ci sono 3 tipi di sofferenze: la sofferenza della sofferenza, la sofferenza del cambiamento e la sofferenza onnipervasiva: ognuna di queste è fonte delle nostre sofferenze ed insoddisfazioni. Quante volte capita di fare qualcosa di bello e sorge il pensiero che questa cosa, seppur bella finirà? (sofferenza del cambiamento) Quante volte ci siamo lamentati di un dolore fisico o mentale aggravando lo stato in cui ci trovavamo? (sofferenza della sofferenza). La sofferenza onnipervasiva è un attimo complicata da spiegare ma in sostanza dipende dal rapporto tra i 5 aggregati psicofisici e la nostra idea di Io.
Nel momento in cui ho preso consapevolezza di queste forme di sofferenza e ho iniziato ad accettarle e a comprenderle, a studiarle, esaminarle e ad investigare come si manifestano, qualcosa si è smosso: riconoscendo il modo in cui reagisco a queste forme di sofferenza posso costruire una strada più certa per la mia felicità. Della serie: conosci le tue sofferenze per essere più felice.
Ovviamente questo va associato ad una costante pratica meditativa, che sviluppando la corteccia pre-frontale, scegliamo non in base all’istinto e al piacere a breve termine in modo compulsivo, ma bensì con un senso più profondo di presenza in ciò che facciamo. Da qui mi viene da citare uno dei versi del Dhammapada che trovo particolarmente adatto:
Attento fra i distratti,
desto fra i dormienti,
il saggio si stacca dalla massa
come un veloce cavallo da corsa.
Tutto questo per dire: ci sono svariate strade che ci possono condurre ad essere più felici e riconoscere le qualità della mente di come e quando queste si manifestano, ci aiutano a ridurre quelle sofferenze che spesso ci creiamo da soli.
Grazie Andrea!
Ciao Daniele, non ho citato esplicitamente la meditazione o il buddismo, ma tra le fonti che ho utilizzato per la preparazione di questo articolo c’è il libro di Robert Wright intitolato “Why Buddhism is true”, in cui il professore di Psicologia di Princeton approfondisce proprio la pratica meditativa buddhista andando ad evidenziare quanto certe teorie “spirituali” in realtà hanno riscontro anche nelle più recenti ricerche scientifiche.
Detto questo, grazie davvero per il tuo commento.
Leggendo certi commenti mi rendo conto del livello dei lettori di EfficaceMente e non sai quanto questo mi faccia piacere.
Ciao, complimenti per il lavoro.
“Secondo alcune delle più recenti teorie neuroscientifiche, la nostra mente è caratterizzata da un insieme di sistemi (moduli) in competizione tra loro.”
Si può sapere qual è la fonte?
Grazie
Ciao Lorenzo, esistono diversi studi a riguardo. Jerry Fodor è stato i precursore della “modularity of the mind”.
Io ho trovato particolarmente interessante gli approfondimenti del prof. Robert Wright sull’argomento. Esiste anche un corso su Coursera, tratto dai corsi della Princeton University, dove viene affrontata proprio questa tematica: https://www.coursera.org/lecture/science-of-meditation/what-mental-modules-are-GUn1P
Se vuoi approfondire il tema puoi fare ricerche di tua iniziativa con queste keyword: “modular mind”, “modularity of the mind” etc.
Verissimo, come qualsiasi cosa, più la ripeti e più si consolida.
Sì, il problema è che le cose che sono semplici da fare e altrettanto semplici da non fare, spesso tendiamo proprio a non farle.
Ciao Andrea, da più di un anno leggo i tuoi articoli (anche se saltuariamente, lo ammetto) e li ho trovati tutti molto Efficaci (appunto).
Seguo altri personaggi influenti del mondo della crescita personale e ci tengo a dirti che a mio parere sei tra i migliori, questo grazie al tuo approccio molto concreto e alla portata di tutti con cui spieghi argomenti che altri “formatori” spiegano in maniera molto più sofisticata e altisonante (cosa che a mio parere rende il tutto meno Efficace).
Ho ascoltato il tuo audiolibro su audible e ti auguro e mi auguro che tu riesca nell’impresa della trasmissione di cui parli.
Grazie per il supporto, mi è utile in quanto mi sto impegnando a realizzare anche io dei progetti che possano migliorare la vita alle persone. Mi auguro di poterti incontrare un giorno per farti i complimenti di persona!
Matteo
Grazie del commento Matteo.
Se ci sarà occasione di incontrarci, mi farà molto piacere scambiare 2 chiacchiere insieme.
Ciao Andrea, grazie per l’articolo. Volevo chiederti se la ricerca dell’eccellenza è fatta di momenti di piacere. Cioè quando possiamo cazzeggiare( abbuffarci, giocare alla play, farsi una bottiglia di vino eccc)senza provare un senso di colpa. Io per esempio per quanto riguarda il cibo lo strappo alla regola lo faccio la domenica. Quale sarebbe l’equilibrio ideale? Esistono studi anche per il piacere?
Ciao Omar,
c’è un fraintendimento di fondo su questo punto.
Premesso che non sono un asceta, il vero “cambio di passo” su molti aspetti della nostra vita lo facciamo nel momento in cui iniziamo a godere di piaceri diversi, piaceri che non sono ci fanno stare bene sul momento, ma ci fanno anche del bene nel lungo termine.
Abbuffarci, giocare con la play per ore, bere troppo alcol purtroppo non rientra in questa categoria di piaceri: potremmo definirli piaceri di basso livello, piaceri che ci danno… piacere nell’immediato, ma ci fanno stare di merda dopo averli goduti.
Trovare piacere in ciò che ci fa del bene è il vero segreto.
Detto questo, qualche strappo alle regole ci sta e anche i piaceri di basso livello possiamo goderceli di più a dovere fatto.
Grazie Andrea, quindi trovare piacere in ciò che ci fa bene… che se per il momento non ci fa piacere, con la ripetizione “i cavetti neurali dell’abitudine positiva” si rinforzano diventando “cavi d’acciaio” cit. Estanislao Bachrach
In bocca al lupo per il tuo progetto con Audible!
Grazie Tony!
Credetemi l”unico antidoto è la meditazione, la calma e il giusto mezzo. Non usare sostanze, limitare tutto quello che agisce sul nucleo accumbens. È un processo inconscio ed istintivo. Il senso di insoddisfazione passa con l”‘azione, gli obiettivi. Imparate a meditare e rallentate, non c’è altro.