Ovvero perché la ricerca del piacere non porta alla felicità, ma la ricerca della felicità può essere fatta attraverso il piacere.
“Il piacere può derivare dall’illusione, ma la felicità deriva soltanto dalla realtà.”
Sebastien-Roch Nicolas De Chamfort.
Nell’ultima settimana, passata in Toscana per un evento di formazione aziendale, ho avuto spesso l’occasione di pensare alla differenza tra piacere e felicità.
Sempre più spesso mi riesce difficile credere alla menzogna che vorrebbe felicità e piacere sinonimi. Sempre più spesso noto i falsi presupposti che vorrebbero il piacere alla base della felicità. Sempre più spesso mi rendo conto che scegliamo il piacere a scapito della felicità.
Dottore, ormai non c’è nulla da fare, lo abbiamo perso: Andrea è diventato un’asceta new age! ;-)
No, non preoccuparti, l’articolo ha poco a che fare con la spiritualità e molto a che fare con le scelte che facciamo ogni giorno. Scelte che ci portano a ricercare il piacere o la felicità.
La ricerca del piacere
Credo fermamente che il piacere debba essere parte integrante di ogni nostra giornata. Siamo “progettati” per ricercare il piacere ed evitare il dolore: è scritto nel nostro DNA.
Ma il piacere crea assuefazione. Siamo ossessionati dalla ricerca del piacere.
Abbiamo bisogno di comprare di più, di bere di più, di mangiare di più, di spingere sempre più avanti l’asticella della trasgressione. Ciò che ci dava piacere ieri, oggi ci annoia. Ciò che ci entusiasmava ieri, oggi ci lascia indifferenti.
Il piacere è una fiamma che ci divora. Ogni volta che la fiamma si spegne, il freddo ci assale e siamo disposti a bruciare qualsiasi cosa pur di riprovare quella sensazione di calore.
Il piacere è facile e sotto il nostro controllo. Il piacere può essere comprato e non deve essere conquistato. Il piacere è immediato e non deve essere costruito.
Ma la sensazione del piacere ha sempre una fine e come un’amante dispettosa ci lascia nudi e frastornati. Assaliti dai rimorsi ci ripromettiamo di cambiare vita: cambieremo abitudini e smetteremo di procrastinare… almeno fino al prossimo momento di piacere.
La ricerca della felicità
Ogni giorno siamo bombardati dalla falsa promessa che il nostro prossimo piacere ci renderà felici; e magari ci troviamo a…
“spendere soldi che non abbiamo guadagnato, per comprare cose che non vogliamo, per fare colpo su persone che non ci piacciono.”
Will Rogers
Ma il paradosso è che la ricerca della vera felicità ha poco o nulla a che fare con la ricerca del piacere. Non devi leggere un blog per rendertene conto. Ti basti pensare all’ultima volta che sei stato realmente felice.
Se il piacere ci costringe ad aggiungere continuamente cose di cui non abbiamo bisogno, la felicità, al contrario, si nutre dell’essenzialità: siamo felici quando riusciamo a concentrarci sulle cose veramente importanti, quando condividiamo momenti semplici con persone speciali, quando assaporiamo il presente senza preoccuparci del passato o del futuro.
La felicità è acqua che ci rinfresca. Quando ci immergiamo nella felicità percepiamo la realtà in modo differente e ci scrolliamo di dosso l’ansia di rincorrere il piacere.
La felicità non è mai semplice e spesso per raggiungerla dobbiamo pagare il prezzo dell’auto-disciplina e della forza di volontà. La felicità non può essere comprata, ma deve essere conquistata. La felicità non è mai immediata, ma possiamo apprezzarne i frutti già durante il percorso.
Se è vero che la ricerca del piacere quasi mai conduce alla felicità, esiste tuttavia la possibilità di trasformare il piacere in uno strumento pratico per la ricerca della felicità.
Usare il piacere per trovare la felicità
Continuando a riflettere sulla differenza tra piacere e felicità sono giunto ad un’interessante conclusione: il piacere è il mezzo e la felicità è il fine.
Ecco il “trucco”: rendere piacevoli quelle azioni che ci renderanno felici nel lungo termine.
la motivazione, l’auto-disciplina e la forza di volontà sono strumenti eccezionali per raggiungere i propri obiettivi e la felicità, ma non ne abbiamo riserve infinite; è molto più efficace utilizzare il piacere.
Prova questo semplice esercizio per scoprire come utilizzare il piacere nella ricerca della felicità:
- Fai una lista delle azioni e delle attività che contribuiranno maggiormente alla tua felicità e al tuo benessere nei prossimi anni, ma che inevitabilmente stai procrastinando. La palestra? Il tuo sogno nel cassetto? Scrivi senza pensarci troppo.
- Per ognuna delle attività, prova ad immaginare 5 modi non consueti per portarle a termine. Pensa all’esempio dell’attività fisica: come potresti renderla piacevole e divertente? Magari trovando uno sport che ti appassiona invece che rinchiuderti in palestra, o forse è sufficiente un compagno di allenamento. Usa l’immaginazione.
- Per ognuna delle attività prova a sperimentare le nuove modalità, finché non avrai trovato quella più piacevole in assoluto.
Il piacere può essere lo strumento giusto su cui fare leva per raggiungere i tuoi obiettivi.
E tu? In questo momento della tua vita stai ricercando il piacere o la felicità?
Wow davvero interessante! Di solito sono sempre alla ricerca della felicità, ma c’è il piacere che mi frega sempre!
Comunque non avevo mai pensato che il piacere avrebbe
potuto aiutarmi facendomi raggiungere i miei obbiettivi e quindi essere più felice.
Voglio provarci vediamo come va ;D
Grazie Andrea!
Fammi sapere come va Giulia!
A presto,
Andrea.
sono d’accordo con quello che dici ma,se invece di pensare a come essere felici vivessimo al meglio senza pensare ma agendo!? sono convinto che pensare troppo a quello che puo renderci felici ci distolga dalla felicità di agire e vivere. però mi piace l’idea di fare qualcosa che ci da piacere per essere felici.
Ciao Tommaso,
con me sfondi una porta aperta: azione, azione ed ancora azione, prima di ogni altra cosa. Ma a volte pensare un po’, pianificare, progettare può essere tempo buon speso per farci risparmiare molti errori.
Andrea.
“Non devi leggere un blog per rendertene conto”: evidentemente invece sì. Spesso mi sfugge la “visione d’insieme” di quello che intraprendo e mi perdo nelle particolarità, sicuramente più immediate e per questo più gradevoli, dimenticando la meta finale.
Anche “l’accontentarsi” può essere un nemico. Non credi ?
Grazie per i tuoi post. Ti posso assicurare che da quando li leggo ho mutato molti miei approcci mentali e vuoi sapere come sta andando ? Ho già notevoli miglioramenti personali e lavorativi, con maggiori impegni ma ciò nonostante non ne sento il peso perchè la soddisfazione che ricavo ne compensa il carico. Ho anche molta tensione in meno. Cambiare approccio mentale è stata la chiave.
Grazie Andrea (ed a quanti scrivono i loro pareri, sempre frutto di ottimi confronti)
Ciao
Grazie a te per il commento Roberto.
Scrivere è una delle mie passioni, sapere che il racconto di alcune mie esperienze o di semplici pensieri può avere un impatto mi riempe di soddisfazione.
A presto,
Andrea.
Grazie, devo leggere bene il tuo libro, è fatto bene e si capisce bene cosa fare, magari lo trovo anche il libreria? Già sto mettendo in pratica qualche cosa su un argomento specifico poi vedo come va, grazie!
Semplicemente il più bell’articolo mai pubblicato su efficacemente.com 10 e lode!!!
Quoto Matteo… le Fiorentine fanno bene vedo! Ad maiora semper vero Andrea?
Ancora complimenti
Giandomenico
La Toscana è una delle mie regioni preferite: per il cibo, i paesaggi e le persone.
Grazie Giandomenico.
Andrea.
Ah perché gli altri erano brutti?! ;-)
Grazie mille Matteo!
A presto,
Andrea.
“La felicità è acqua che ci rinfresca. Quando ci immergiamo nella felicità percepiamo la realtà in modo differente e ci scrolliamo di dosso l’ansia di rincorrere il piacere.”
Già davvero bello questo discorso Andrea! Il tuo blog mi piace proprio e lo seguo volentieri.
Siamo fatti per essere felici, per vivere a pieno, senza scartare niente di ogni lato e sfaccettatura della vita! Ma abbiamo questa possibilità immensa di viverla tutta…
Grazie Lorenzo,
per i complimenti e per il pensiero che hai condiviso.
Andrea.
Recentemente ho fatto qualcosa di simile, ma più che il piacere, io ho cercato di concentrarmi sul divertimento (che poi forse è una sottocategoria del piacere): a luglio (dopo tantissimo tempo) avevo deciso di iniziare a fare di nuovo attività fisica e sono andato a correre, ma a me correre annoia tantissimo, perciò fare qualcosa per il mio benessere fisico è diventato un puro esercizio di volontà. Ciò è terribile, a maggior ragione per il fatto che ho poca forza di volontà. Allora ho iniziato a cercare per le mie corse un parco pubblico che mi offrisse delle distrazioni. Ne ho trovato uno con un percorso ginnico (ostacoli, spalliere, panche inclinate per addominali, etc…) ed ora la cosa è molto più divertente inoltre cerco di volta in volta di aggiungere qualcosa di diverso, tipo: saltare le panchine, camminare in equilibrio sulle ringhiere, salire sui tronchi d’albero…
ed ora la corsetta mattutina si è trasformata in qualcosa di ludico e non più una… “palla”.
Ciao Alex,
si, penso anche io che il divertimento possa considerarsi una sottocategoria del piacere e credo che il modo in cui ti sei reinventato la corsa sia stata un’idea brillante.
Sto scoprendo come rendere piacevoli le abitudini / azioni che ci renderanno felici abbia risultati straordinari.
Andrea.
Ci fai un esempio ?
Sai bene che le esperienze personali sono ciò che mi interessa di più
Ciao Alex,
ecco alcuni esempi:
– blog: ho scoperto che scrivere articoli mentre ascolto musica classica mi da ritmo e rende la scrittura estremamente piacevole.
– corsa: associare alla corsa l’ascolto di audiobook motivanti, non solo la rende meno “noiosa”, ma mi aiuta anche a “spingere” di più.
– risparmio: ogni settimana cerco di raggiungere una determinata quota di risparmio (con il trading in borsa o altri investimenti) e se raggiungo l’obiettivo, utilizzo una piccola parte per togliermi uno sfizio.
scusa, dove li trovo gli audio-book di cui parli ? in italiano, intendo…
grazie
ciao
Ciao Roberto,
per quanto mi riguarda preferisco audio-book in inglese, così da poter tenere in allenamento l’inglese: per questi la migliore fonte è Audible.com.
In italiano ho trovato validi i prodotti di Roberto Re, in particolar modo One-To-One. Prova a vedere nel sito ufficiale se trovi qualcosa.
Ottimo, ti ringrazio.
Sei sempre tempestivo ed efficace.
Non ho mai provato. Durante lo sport preferisco concentrarmi sul mio corpo, sull’ambiente che mi circonda e di non avere fili intorno; in compenso ascolto i podcasts in macchina, l’unico problema è che mi viene in continuazione da prendere appunti e non sò come fare al volante…
Penso che sia più appropriato parlare di guadagno, piuttosto che di “risparmio”. Risparmio è quando NON spendi una determinata somma, tu invece hai investito dei soldi e speri che il valore di questi soldi salga. Perdona la mia pignoleria linguistica (è un’eredità “germanica” :-) )
Ti ringrazio per aver condiviso 3 esperienze della tua vita.
ciao
alexander
Ho talmente poco tempo per me stessa che non so nemmeno più quali cose mi renderebbero felice!!! Ma proverò a concentrarmi e a fare questo esperimento.. ^_^ .. chissà …
Ciao Eleonora,
se mi permetti (e hai tempo ;-) ti consiglio questo articolo: come trovare il tempo per le tue passioni.
Fammi sapere se ti è stato di aiuto.
Andrea.
Ragazzi !!
Non posso fare a meno di questo blog: provo piacere ad ogni lettura :-)
Questo è veramente ottimo.
Mai una parola sprecata: grazie Andrea.
Bene Marco,
ne sono molto felice!
Alla prossima,
Andrea.
Ciao Andrea,
è incredibile quello che mi è successo oggi. Stavo revisionando una mail per cui un mio amico mi ha chiesto un consiglio, e mi trovavo nel dubbio di scrivere efficacemente con o senza la i. Digito la parola con la I e senza, ecco venir fuori questo sito. Mi interessa subitissimo “come memorizzare un libro…”, e “crescita personale”. Nel sito scorro le pagine e mi sorprendo a trovare titoli uno più interessante dell’altro.
Insospettabilmente scorgo “la differenza tra piacere e felicità”, ne sono entusiasta, mi batte il cuore perché questo tema è al centro di moltissime mie elucubrazioni, riflessioni, illuminazioni. Finalmente qualcuno che ha usato la ragione per spiegare valori così fondamentali e umani, meraviglioso! Ho deciso che stamperò questo articolo e lo metterò alla base della mia vita, come motivazione anche per i rapporti di coppia.
Ti chiedo, Andrea: hai mai valutato l’opportunità di traslare questo concetto applicandolo nella vita di coppia? O anche solo come valida guida per la vita affettiva personale? Nelle amicizie, nelle relazioni a breve o lungo termine, se ognuno usasse questa chiave aprirebbe molte più porte. Per noi stessi, e adduco come motivazione per i molti, che la qualità della vita migliorerà, perché ogni azione buona è contagiosa e sublima… efficacemente il vivere comune.
BM
Ciao BellissimaMente,
è sempre un piacere ricevere commenti come il tuo.
Penso che piacere e felicità influenzino tremendamente le relazioni con gli altri.. ottima interpretazione dell’articolo.
A presto,
Andrea.
davvero davvero bello l’articolo! complimenti! :-)
Grazie mery,
ti ringrazio.
Andrea.
vero!
forse la chiave della felicità è nel trovare il piacere nelle piccole cose della quotidianità, nell’apprezzare ciò che si suol dare sempre per scontato…il piacere in una semplice bevuta d’acqua..godere di un elemento così semplice..puro..limpido..che dà vigore…ma spesso siamo troppo presi in fare vorticoso che non ci fa nenache render conto di quanto sia bella la vita. sempre alla ricerca di un non so che..di piacere a tutti i costi..di arricchirsi per forza…bisogna a volte fermarsi..fare un bel respiro ed apprezzare il profumo della vita con tutti i sensi
Grazie per la riflessione Terry,
Andrea.
Complimenti per la profondità e precisione delle tue riflessioni, in effetti la ricerca del piacere è spasmodica e nel mio caso sembra letteralmente contrapporsi alla conquista della felicità, poichè la brama di piacere aumenta d’intensità proprio quando sono sul punto di fare qualcosa che dovrebbe portarmi sulla via della felicità. Sembra quasi una forza proveniente da una volontà oscura che fa sembrare ancora più seducente ciò da cui cerchi di liberarti. Forse è solo paura..forse è la paura di perdere un qualcosa che in qualche modo ci da sicurezza perchè semplicemente lo conosciamo e ci siamo abituati..spero che proseguire nella lettura del tuo blog mi faccia capire quali sono questi meccanismi e mi aiuti a liberarmi.
Gran bel post. Devo leggerti più spesso. ;)
nuZz
Ti ringrazio! Alla prossima!
Andrea.
questo sito propone tematiche interessanti e questo articolo approfondisce un discorso che mi stavo facendo da qualche giorno, eppure nei commenti traspare una certa superficialità. la differenza tra “fare” e “pensare” non riguarda solo noi.
finchè una cosa rimane pensiero non nuoce che a noi stessi(entro un certo limite), è quando la trasformiamo in azione che potenzialmente puo far male anche ad altri. basta guardarsi intorno. il mondo sarebbe un posto migliore se molti prima di agire avessero riflettuto un po di più. ah ma poi magari avrebbero perso un affare.
curioso come l’automiglioramento interessi soprattutto personale aziendale.se ci fosse un autodisciplina aziendale forse il mondo non sarebbe quello che è.
Ciao Andrea! ancora una volta ti faccio i complimenti per il blog!:D
Io penso che nel momento in cui una persona afferma ” di stare bene ” in seguito a una determinata causa si debba parlare di piacere se invece afferma lo stesso ma indifferentemente da qualsiasi tipo di evento allora è felicità. Più semplicemente se sono felice senza alcun motivo allora lo sono realmente ma se dico che la mia felicità è la conseguenza di una singola azione non si può parlare di felicità ma di piacere.
Carissimo Andrea,
conosco da tempo il tuo blog, sono iscritto alla newsletter, ho scorso qualche email, ma soltanto oggi ho voluto, potuto e deciso di approfittare del mio nuovo tablet per leggere qualche tuo articolo spinto da una reale e concreta motivazione pratica: ho trascorso una giornata segnata da piacere e frustrazione, non miei, ma di una mia collaboratrice alla quale sto insegnando l’attività di cui mi occupo; lei ha raggiunto ottimi risultati e concreti obiettivi, ha gustato il piacere di una giornata produttiva e motivante, ma, ahimè, ha commesso un errore che l’ha letteralmente mandata in paranoia!
Per questo volevo trovare qualche articolo di cui proporle la lettura per aiutarla nel lavoro e nella vita. Casualmente mi sono imbattuto su questo tuo, particolarmente calzante, ma che mi spinge a scriverti perché ritengo utile porre l’accento proprio sul “dolore” e su quanto spesso il nostro focus sugli insuccessi o sugli errori non soltanto ci impedisca di godere dei successi, ma spesso ci porta a sentirci incapaci e improduttivi anche laddove la bilancia penda indubbiamente dalla parte del successo.
A volte capita di concentrarsi, anzi, accanirsi sui problemi (addirittura anche su quelli banali) e perdere di vista i traguardi raggiunti.
Credo sia opportuno, talvolta, un po’ di sano menefreghismo nei confronti degli sbagli commessi per evitare di cadere nella trappola del dolore.
Quest’ultimo ci impedisce di pensare, di agire e di rimediare.
Il dolore, spesso non reale ma semplice frutto della paura di non riuscire a replicare il percorso che ci ha già portato a raggiungere determinato obiettivi, diviene per noi la scusa cui aggrapparsi per non agire.
Grazie per il tuo ottimo blog.
Ciao grazie del commento,
concordo appieno con quanto letto. Gli insuccessi, le sconfitte, i momenti di defaillance, sono un dato oggettivo ed inevitabile: come reagiamo di fronte a questi eventi sta invece a noi. Li possiamo sfruttare per trovare la spinta per il prossimo successo o possiamo decidere di gettare la spugna facendoci dominare dagli eventi.
Andrea.
mi sembra un ottimo metodo,però ci sono tante cose che bisogna affrontare da soli e senza piacere ,ma che alla fine ci porteranno felicità.
Ritengo questo articolo il migliore dell’intero blog!
Complimenti!
Ciao Andrea: si, è anche uno dei miei preferiti. Ma posso fare di meglio ;-)
uno degli articoli più profondi e utili che tu abbia mai scritto Andre (anche se non li ho ancora letti tutti) ;)
Credo che questa consapevolezza sia una delle chiavi per aprire la strada all’annientamento delle abitudini negative che attanagliano molte persone…
Grazie di cuore
Ciao Marco,
si è uno degli articoli a cui sono maggiormente affezionato.
Mi fa piacere che ti sia piaciuto.
Andrea.
la ricerca della felicità ha, dalla notte dei tempi ossessionato l’uomo in ogni sua sfaccettatura.. e non si troverà mai la vera risposta alla domanda:come essere felici?.. credo però che rendere felici gli altri è la prima regola per essere felici:)
complimenti per le allegorie iniziali, davvero profonde;)
a presto
Tony
Andrea, ti cito un passo del “De vita beata” di Seneca che mi è molto piaciuto ;)
“Il giorno in cui l’animo sarà soggetto al piacere, sarà soggetto anche al dolore; ora vedi quale triste e dannosa servitù dovrà sopportare chi sarà schiavo ora dei piaceri, ora dei dolori, i padroni più tirannici e capricciosi.”
Grazie davvero Paolo: un passaggio molto azzeccato ;-)
Ciao Andrea,
bell’articolo e bella ispirazione!
Stavo proprio cercando delle ispirazioni per nutrire la mia forza di volontà! Grazie! :-)
Vorrei metter in discussione la parte:
“…Credo fermamente che il piacere debba essere parte integrante di ogni nostra giornata. Siamo “progettati” per ricercare il piacere ed evitare il dolore: è scritto nel nostro DNA….”
Nella mia crescita personale fino ora ho notato che c’era una programmazione a ricercare il piacere a breve termine evitando il dolore. La disciplina Shivaita insegna che “il dolore è più grande maestro” e credo che sia più nutriente considerare:
“..il piacere come un booster per ascoltare e trasformare il dolore, ottenerne la consapevolezza di cui è portatore.. Possiamo forse programmarci per superare (con piacere) il dolore?! Chissà ;-) ”
Buona giornata!
Mi è piaciuto molto questo articolo.
Soprattutto : “La felicità è fatta di essenzialità. . Capire cosa sono per noi le cose veramente importanti. “.
?
Cosa significa per te spiritualità??? Secondo i miei canoni questi sono riflessioni di tipo spirituale…
Sono passati 5 o 6 anni da quando ho letto questo articolo la prima volta. Questa mattina mi è tornato in mente e ho cercato su Google “piacere vs felicità efficacemente” e rieccolo qua! Nell’ultimo periodo mi sono lasciata andare alla ricerca del piacere. Urge un cambio di rotta! Grazie per questo articolo!
Prego Stefania :)
Sacro sante parole.
Liberarsi del superfluo. E non comprare l’ inutile. Questo mi ha permesso di apprezzare quello che ho, di vivere in questo momento, di risparmiare. E di non essere in affanno, con la vita e con le finanze. La più bella vacanza della mia vita,? 1000 km una bicicletta, due magliette, un vestitino, una giacca a vento, ed un compagno, dolce sincero che pensa ad entrambi. Si tanti sforzi, lavorativi, politici, di ricchezza e poi ti accorgi che cosi è meglio. Non è un passo immediato, ma confermo con costanza e buona volontà si attiva un progresso senza ritorno. Grazie per accompagnarmi in questo cammino.
Ma che meraviglia!
Non è affatto logico frapporre oppure rapportare confronti fra entità appartenenti classificazioni diseguali.