Filosofie millenarie e recenti studi scientifici hanno individuato la prima causa della nostra felicità (ed infelicità). Vuoi scoprirla?
“Non è necessario essere ricchi e famosi per essere felici. Basta essere ricchi.”
Alan Alda.
Quanto sei felice su una scala da 1 a 10 in questo preciso istante? Dieci? Sette? Due?! Così poco?!
Nonostante la crisi economica perdurante, la verità è che viviamo in un’era di abbondanza materiale (cibo, tecnologie, medicinali, etc.) ed opportunità che non ha precedenti nella storia del genere umano.
Eppure siamo cronicamente infelici. Perché? Prima di risponderti, se sei d’accordo, vorrei che facessimo insieme un piccolo test.
Test sulla felicità: occhio a cosa scegli!
Qui di seguito ti linkerò due articoli del blog che, apparentemente, parlano di due diverse vie per raggiungere la felicità. Ti chiedo semplicemente di scegliere con un clic.
Non pensarci troppo e non farti condizionare da ciò che pensi sia giusto e ciò che pensi sia sbagliato: clicca il titolo dell’articolo che credi sveli la via per la tua felicità, leggilo se ti fa piacere, poi torna qui e lasciami un commento (io traccerò comunque le statistiche dei clic e ti darò il verdetto finale tra qualche giorno):
Fffatto?! :-)
Molto bene, vediamo allora cosa hanno scoperto alcuni scienziati sulle cause della felicità, dopo aver analizzato più di 650.000 risposte raccolte grazie ad un’ingegnosa applicazione per smartphone.
Fantasticare sul futuro vs. Vivere il presente
L’altra sera, a cena, stavo guardando questo interessante video di TED presentato da Matt Killingsworth. TED è un’organizzazione no profit la cui mission è diffondere nel mondo le idee più brillanti su svariati argomenti che vanno dal design, alla tecnologia, dall’ambiente, all’educazione.
Alcuni video sono semplicemente geniali. Quello che ti ho riportato parla di felicità:
link al video per chi legge l’articolo dall’email.
Ma Andrea… è in inglese e ci sono solo sottotitoli in inglese: non ci capisco una mazza.
Allora, come direbbe The Ficientis: “se non sai l’inglese, sei fuori!“. Visto che sei su un blog di crescita personale, come minimo devi andarti a leggere questo articolo sul mio metodo non convenzionale per imparare l’inglese.
Considerato che nessuno è nato imparato, per questa volta sei giustificato: ti riporto i punti chiave del video qui di seguito ;-)
- Il ricercatore Matt Killingsworth è stato a lungo ossessionato da una semplice domanda: “quando siamo davvero felici?“. Per rispondervi ha deciso di costruire un’app (Track Your Happiness) che consente alle persone di registrare in tempo reale quanto sono felici svolgendo determinate attività.
- Chi decide di utilizzare l’app riceve delle notifiche (naturalmente si può scegliere la frequenza) ed accedendo all’app viene chiesto di riportare, utilizzando una scala graduata, quanto si è felici e cosa si sta facendo in quel preciso istante. I ricercatori in questo modo sono riusciti a raccogliere centinaia di migliaia di dati statistici sulla felicità delle persone, e gli utenti dal canto loro hanno a propria disposizione un report dettagliato sui loro momenti felici.
- Il dato più interessante riguarda quando siamo felici. Nell’app si possono scegliere 4 diverse opzioni: a) siamo presi dalle nostre attività e non stiamo pensando b) stiamo pensando a cose positive c) stiamo pensando a cose “neutre” d) stiamo pensando a cose negative. Guess what?! Siamo felici quando agiamo, quando siamo persi nelle nostre attività e spegniamo per un istante quella scimmia impazzita dentro una gabbia che è la nostra mente.
Questo “piccolo” esperimento (650.000 report non sono poi così pochi) sfata innanzitutto alcune balle dei para-guru di crescita personale: la tanto pubblicizzata visualizzazione positiva, non ci rende più felici, anzi. Agire ci rende felici.
Ma il punto chiave di questa ricerca riguarda la nostra principale causa di infelicità: se sei infelice è perché ti fai troppe seghe mentali!
Pensi troppo, sei continuamente focalizzato sul futuro: fantasticando o preoccupandoti. Solo l’azione ed il focus sul luogo presente ed il momento presente racchiudo il vero segreto della felicità.
Diamine (ufficialmente “parola del giorno”), concentrarti sul momento presente può aiutarti addirittura a preparare il doppio degli esami in metà del tempo! Nella terza sezione di “Studia meno, Studia meglio” ho inserito numerosi stratagemmi per ritrovare la concentrazione e raggiungere lo stato ottimale per lo studio, basati proprio sui concetti di mindfulness e quiedora.
Quindi cosa puoi fare ora per essere più felice?
Cosa puoi fare ora per essere felice
Se nel nostro piccolo test all’inizio dell’articolo hai scelto il post sul “come fare soldi senza lavorare“, probabilmente hai un’idea della felicità che è stata distorta dal credere comune della nostra società. Questo però non significa che lavorare e guadagnare con le proprie passioni non possa renderci felici. Anzi.
La verità è che per essere ogni giorno un po’ più felici non necessariamente dobbiamo vivere in ville di lusso e guidare ferrari, ma possiamo concentrarti su poche e semplici azioni pratiche. Non ti chiedo di “comprare” quello che ti sto dicendo a scatola chiusa. Prova, non costa nulla. Io ti propongo 3 di queste azioni:
- Pratica regolarmente delle tecniche di respirazione. Lo sapevano già migliaia di anni fa i padri delle filosofie orientali, lo stanno scoprendo ora gli scienziati occidentali. Concentrarci sul respiro ci aiuta a riprendere il contatto con il momento presente. Nulla di trascendentale, devi semplicemente prendere consapevolezza del tuo respiro che entra ed esce dal tuo corpo.
- Fai una cosa alla volta. Social network, smartphone e televisione sono le armi di distrazione di massa per eccellenza. Siamo una generazione che non sopporta i momenti di vuoto: dobbiamo avere sempre nuovi stimoli, nuove pillole di piacere (un sms, un tweet, un update su Facebook, un’email). Liberati da queste schiavitù, impara a prendere il controllo del tuo tempo e della tua attenzione. Quando lavori su un progetto, fallo con la massima concentrazione, staccati dal mondo e “perditi” nella tua attività.
- Riscopri il potere del tuo corpo. Sai in quale situazione gli utenti di “Track Your Happiness” erano particolarmente concentrati sul momento presente? Quando facevano sasso. Ancora rido pensando a questi poverini che si mettevano a smanettare con l’iPhone durante un rapporto (“Siii Amore! Cosiiì! Continua!!! Ah no, aspetta che devo tracciare il mio livello di felicità“). Scherzi a parte, spesso siamo troppo cerebrali; tradotto: ci facciamo troppe seghe mentali. Riscopri il potere del tuo corpo: con il tuo partner, immergendoti nella natura o semplicemente correndo (senza cuffie e senza altre diavolerie elettroniche: perditi nella corsa).
Adesso smettila di leggere. Inizia ad agire. Inizia ad essere felice.
I risultati del test sulla felicità
Buona settimana, Andrea.
Foto di Pink Sherbet Photography
Ehi Andrea, il correttore automatico del tuo wordprocessor è così pudico che ti ha trasformato sesso in sasso :-D
Bellissimo articolo, concordo pienamente sulle conclusioni: io mi sento felice quando gioco con i bambini, aiuto qualcuno a migliorare, creo qualcosa di mio. In pratica quando faccio qualcosa, quando agisco e sono totalmente immerso in quello che faccio.
Questo articolo – per quanto siano necessari anche i soldi per vivere – aiuta a porre il denaro nella giusta prospettiva.
Grazie Andrea e un abbraccio
Alexander
Ciao Alex,
ops… deve essere stato un refuso: però lasciamolo, mi piace! ;-)
Grazie del commento ed a presto!
Andrea.
Concordo pienamente con Alexander, bellissimo articolo!
Credo che i bambini aiutino molto noi adulti a vivere con gioia il presente, perchè per loro è naturale non pensare al futuro e perchè noi adulti sappiamo che i momenti che trascorriamo con loro sono irripetibili.
Un appello ai genitori: non pensate sempre “non vedo l’ora che mio figlio cresca perchè è troppo impegnativo”!!!
Grazie del commento Elisa :-)
Nel sito che hai linkato non c’è nessun’app o sbaglio? Ed esiste l’app per Android? Comunque pensavo che scherzassi ma nel video il tizio ha davvero raccolto dati anche sulla felicità rilevata durante il sesso: quindi la tua non era una battuta!!
Ciao Daniele,
si tratta di una web app, quindi funziona sicuramente anche per Android.
Sul sesso certo che non scherzavo, in realtà però non credo che i dati siano stati raccolti… “durante”; ma con gli americani tutto è possibile! ;-)
Ottimo articolo complimenti.
Grazie a te del commento,
Andrea.
Non puoi insegnare la felicita’;c’e gente felice che non sa di essere triste e gente triste che non sa che cos’e’ la felicita’;Scrivi benissimo,ma non puoi dare consigli per essere felici;Questo nasce da dentro,dal nostro cuore,dal animo…le cose che dici possono farci stare meglio;secondo me una corsa sotto la pioggia con l’ipod ad alto volume,un ora di s…so,una pizza con gli amici…sono cose che ti fanno stare bene,ma non possono renderti felice…alla fine,che significato ha la felicita’?me lo sai dire?o’ l’amore?beh,secondo me nessuno conosce il significato di questi sentimenti,sono due sentimenti pieni di incertezze…
Ciao,
lungi da me voler insegnare qualcosa a qualcuno: al massimo mi piace condividere le mie riflessioni, le mie esperienze ed i miei studi.
Non sono però d’accordo sul fatto che la felicità non si possa insegnare a priori: spesso abbiamo un’idea così… idealizzata di certi concetti che pur di non infrangere questo incantesimo, siamo disposti rinunciare a certe emozioni che dovrebbero far parte della nostra quotidianità.
Sono stati fatti numerosissimi studi sulla felicità ed esiste un intero corso universitario dedicato a questo argomento.
Ne parlo in questo articolo: 6 modi scientifici per trovare la vera felicità.
Probabilmente, considerato il commento che mi hai lasciato, considererai un titolo di questo genere un’eresia. Ma a volte per cambiare, per migliorare, dobbiamo uscire dalla nostra zona di comfort, dobbiamo andare oltre i pregiudizi ed imparare con una mente che non sa.
In fondo… perché imparare ad essere felici dovrebbe essere più strano dell’imparare le regole contabili? Non è forse il contrario ad essere da pazzi?!
A presto,
Andrea.
E’ quello che cerco di ripetere da una vita ai miei “compagni” di snowboard.
Toglietevi quelle maledette cuffie che, oltre ad essere fastidiose perché non mi sentite mai quando vi chiamo, non vi fanno sentire al 100%, come si suol dire, nel pezzo.
E’ la cosa che vi piace di più fare e vi fa essere felici? Allora godetevela al 100%!
Maledetto multitasking… :-)
Ciao Enrico… già mi sei simpatico che sei uno snowboarder! ;-)
Fare snowboard è sicuramente nella mia top5 di attività che mi rendono felice: ammetto di averci provato anche io con la musica, ma chi ha bisogna della musica quando hai la maestosità delle dolomiti davanti a te?
Secondo me sasso lo hai scritto apposta perché sei un po’ birbone. Comunque, sì, la mindfulness. Io che nella mia vita non mi sono fatta mancare niente e di guru e paraguru ne ho infilati un bel po’ (tutti in versione originale e di persona) – e, by the way, rimarco la mia posizione, penso che molti valgono quel che dicono, sempre che chi li “fruisce” sappia porsi nel giusto atteggiamento – ebbene a me talvolta capita di andare in monastero. Sono stata a Pomaia – monaci tibetani – e soprattutto a Plum Village, da Thich Nhat Hahn, penso colui che meglio ha diffuso la pratica di mindfulness in Occidente. E che si fa – oltre a meditare, ovvio – in monsatero? Si pelano quantità industriali di patate, si avvoltolano centinaia di involtini primavera – imparare la cucina orientale e vegetariana da fonti tanto autorevoli è veramente smart e chic nello stesso tempo – si lavano piatti, si rastrella l’erba, si puliscono le aiuole. Quella è la vera “pratica di meditazione”. Credo che ci siano due semplici attività che allontanano lo stress, avvicinano alla felicità e fanno sentire connessi con “qualcosa di più grande”: cucinare e fare giardinaggio (bastano tre vasi in casa). Se pensate di dovervi dare una botta di felicità, scegliete un piatto sfizioso e un minimo impegnativo, leggete bene la ricetta, andate a comprare gli ingredienti con scrupolo, se potete invitate qualcuno. Ponetevi il problema “sono felice?”, se ancora vi interessa, solo dopo che avete digerito :).
P.S. Andrea: la prossima volta che fai una statistica con il denaro im mezzo, mi piacerebbe ci fossero anche un articolo sul buon sasso e uno sulla buona tavola. Chissà quali sarebbero i risultati.
Dici Ilaria? :-)
Grazie per il tuo contributo, molto apprezzato.
Direi che l’articolo sul quiedora includa molto bene sia il buon sasso, sia la buona tavola, a dir la verità, l’articolo sul quiedora include anche il primo!
Quando lavoriamo per le nostre passioni, quando siamo completamente presi da ciò che ci appassiona, siamo nel quiedora, realizziamo un lavoro eccellente e… facciamo soldi ;-)
gran bell’articolo, Andrea! concordo pienamente con le parole dello speaker di TED (che non è l’orsacchiotto del creatore dei griffin).
E’ fondamentale riuscire ad essere presenti in ciò che si fa…mi viene in mente una storia che ho letto da qualche parte:
Un giovane chiede al saggio del villaggio:
“ma come devo fare ad essere felice?”
il saggio risponde:
“semplice, quando dormi, dormi, quando lavori, lavori, e quando mangi, mangi!”
il giovane, stupito, replica: “e grazie al piffero..io lo faccio già!”
e il saggio:
“no! tu quando dormi, pensi al lavoro che ti attende l’indomani, quando lavori invece pensi ad andare a mangiare e quando mangi entri in ansia pensando al lavoro che ti aspetta di lì a poco! non sei MAI totalmente immerso in quello che fai”!
Ciao marco, grazie anche della storiella (che poi tanto storiella non è).
Ottimo Andrea…..comunque secondo me va bene anche con le cuffie ;-) ovviamente con la musica giusta….rilassante o motivazionale che sia ;-)Buona settimana a tutti
Non fraintendermi, io adoro la musica: quando sono in metro o ascolto un audiobook o ascolto della musica, ma da un po’ ho imparato a correre ascoltando solo il mio respiro e quello che mi circonda. Un altro livello.
Che bell’articolo per cominciare la giornata (e la settimana!).
Grazie Andrea ;)
Grazie del commento Vittorio!
Leggendo il tuo articolo caro Andrea mi hai fatto ragionare sul fatto che è meglio ragionare di meno… mi rivedo nel ritratto della persona comune che hai disegnato, lo stress nasce dal fatto che si pensa a 100 cose contemporaneamente ma in pratica non si riescono a fare altrettante cose bene. La nostra azione di riduce in una serie di piccole azioni, spesso non portate a termine che non fanno altro che confonderci ancora di più. E’ vero bisognerebbe immergerci in una cosa per volta e focalizzarci sul presente… Non è facile cambiare le proprie abitudini ma è d’obbligo provarci!
Grazie.
Se ti ho fatto ragionare… devo aver sbagliato qualcosa… ;-)
A presto,
Andrea.
Ciao Andrea,
bell’articolo!
Comunque che la felicità non va identificata con piaceri materiali è una verità assodata da seri studi scientifici!
Che comumnque bisogna vivere solo ed esclusivamente sul presente quando esegui qualsiasi attività intellettuale e fisica è alla base del potere della concentrazione, è anche vero comunque che per essere davvero felici bisogna impegnarsi in dei progetti ( e quindi la Pianificazione e la capacità di Vision: the Big Picture!! ) significativi tramite i quali si da espressione al proprio autentico vero io!! Ovviamente in termini positivi!!
Di seguito un testo sul tema della felicità davvero significativo:
http://www.voglioviverecosi.com/index.php?consigli-per-cambiare-vita-vivere-una-vita-migliore-e-pi-felice-_84/siamo-tutti-fatti-per-essere-felici-il-nuovo-libro-di-christian-boiron_783/
E comunque poi ci sarebbero altre considerazioni da fare ma il discorso diventa troppo lungo!
Ciao!
Fab
Ciao Fab,
grazie per i continui interventi e contributi.
Andrea.
Fab, grande articolo e grande sito.
Io appartengo alla categoria che descrivi tu!
Per questo dico che la felicità è riuscire a gestire le proprie emozioni, vivere il presente, ascoltare il proprio corpo.
La felicità è soprattutto libertà. La libertà è la cosa piu’ grande che l’uomo abbia conquistato, per libertà intendo di scelta, di opinione di espressione dei propri desideri.
Diamine, bellissimo articolo! :-) Grande Andre.
ico
Diamine… grazie! ;-)
Ci ho messo un po’ per capire il, “fare sasso”. Per il test, ho scelto il “quiedora”, contrariamente al pensare comune, non ho mai pensato che sarei felice se fossi ricca, una marea di persone ricche sono depresse e drogate, come si può pensare che i soldi facciano la felicità? Certo, ammetto che se avessi un lavoro probabilmente sarei più felice, perchè potrei essere indipendente dai miei genitori e avere una vita mia. Ma questa è un’altra questione.
Bell’articolo ;)
Grazie Federica,
banalmente i soldi in sé non fanno la felicità, ma poter lavorare per qualcosa di più grande credo di sì (e magari guadagnarcisi anche da vivere).
Andrea.
Ciao Andrea,
sull’importanza di agire di più e pensare di meno non ci sono dubbi. Io stesso ho scritto un saggio “Se vuoi sbloccarti lanciati!”. L’azione è il modo più efficace per far tacere la mente e, come hai ribadito tu, è un modo per essere felici.
Eppure conosco tanta gente che pur pensando poco e agendo molto non si ritengono felici. O meglio, pur sapendo le cose che hai spiegato tu continuano a non sentirsi felici. E si, perché il tempo che passiamo a pensare, vuoi o non vuoi, è sempre maggiore del tempo in cui lavoriamo o corriamo.
E allora dove sta il problema? Il problema della mancanza di appagamento o di serenità o di felicità sta nella rimozione di alcune parti importanti dell’io e nella conseguente formazione di convinzioni inconsce negative legate al passato, e meglio ancora all’infanzia, che distruggono la nostra creatività e i nostri talenti, e ci tengono chiusi in gabbia costringendoci a lottare contro le sue pareti immaginarie.
Le convinzioni che controllano leteralmente la nostra vitasono ben note: “Non ci riesco”; “Non lo merito”; “Non sono bravo”; “Sono nato sfigato”; “Sono fatto così”; “E’ impossibile riuscirci”, ecc. Si tratta di trappole micidiali alle quali crediamo incondizionatamente e inconsapevolmente in quanto si sono formate in tenera età quando si credeva a tutto ciò che ci dicevano e si interpretava in maniera negativa tutto ciò che di brutto ci capitava.
Per effetto di queste convinzioni limitanti ci ritroviamo una mente che ragiona bene, che vorrebe cambiare e si da da fare per migliorare, e un inconscio che ci comanda a bacchetta facendoci fare o non fare cose molto importanti per la nostra crescita e la nostra riuscita.Le convinzioni infatti ormai affondano nell’inconscio e proprio le abitudini, sottendono reti neurali che guidano ogni nostra “azione”: ed ecco i nostri automatismi inconsci, per es. la rabbia improvvisa che non sappiamo controllare.
Ecco allora che le azioni non possono assicurarci la felicità duratura, ma soltanto quando facciamo qualcosa che ci impegna e mette a tacere i pensieri negativi. Quando facciamo qualcosa, quando lavoriamo, quando corriamo è infatti proprio l’inconscio in azione.
Non è questa la sede per approfondire ulteriormente questo discorso, perciò concludo dicendo che soltanto quando saremo riusciti a recuperare le parti rimosse e diventiamo completi -rivalutando positivamente tutte le nostre esperienze passate- smettiamo di lamentarci e di accumulare rabbia inconscia: solo se siamo integri recuperiamo la nostra creatività e i nostri talenti e saremo felici anche quando stiamo seduti senza far niente.
Cordiali saluti.
Ciao Pasquale,
grazie davvero per questo intervento approfondito e di valore.
Andrea.
Andrea, finalmente! Ora ti apprezzo ancora di più!
Si prova una brutta sensazione a vedere che Andrea riceve tanti commenti positivi e nessuno si accorge del mio intervento.
Ho postato un estratto del tuo articolo in un mio nuovo articolo:
http://www.pasqualefoglia.com/blog/bastano-le-azioni-pratiche-per-essere-felici/
1abbraccio
pasquale
Un problema!!
Non pensare funziona ad essere più felici è vero, almeno su di me, e ho sempre cercato dii farlo, ma ogni volta mi prende il senso di colpa.. ho paura di diventare menefreghista oppure di essere sopraffatta dai problemi perchè non ho pensato abbastanza sul come risolverli al meglio. Credo di avere una buona capacità di ragionamento.La mia scimmia impazzita nella mente in effetti mi rende più sicura di quello che faccio e in grado di analizzare bene le situazioni. Ho paura che pensare meno mi porti anche a maturare meno e a dimenticare le mie consapevolezze. In poche parole la teoria del quiedora mi piace ma mi spaventa sia dal punto di vista personale che per quanto riguarda gli altri visto che ci focalizziamo solo sulle nostre attività temporanee. Qualcuno mi può aiutare a superare questa cosa e cercare di focalizzarmi su me stessa piuttosto che sugli altri o su problemi futuri?
Ciao Elena, capisco il tuo punto: questo tipo di dubbi li avevo anche io. In questo blog non parlo di assoluti: non pensare, non significa non farlo mai.
La mente umana si è sviluppata per un preciso motivo e come genere umano ci ha dato un vantaggio competitivo molto importante, tutto sta nel riconoscerne il giusto ruolo: è uno strumento.
Noi non siamo la nostra mente, Noi non siamo quella vocina che ci ruota in testa, Noi non siamo i nostri pensieri. Questo punto è di importanza fondamentale. Quando comprendiamo (non basta saperlo) che la nostra essenza più profonda è staccata dai nostri pensieri, questi perdono molto del loro potere, troppo spesso distruttivo.
A presto,
Andrea.
Ciao Andrea, da moltissimo tempo seguo il tuo blog, e devo dire che alcuni tuoi articoli sono delle vere e proprie lezioni di vita.
Tipo questo, oppure molti altri sullo studio, sull’automotivazione ecc ecc.
Il motto “Quiedora” prometto che entrerà a far parte dei miei “motti motivazionali” tipo “do or die” e a qualche altro ancora.
Sono rimasto colpito dal tuo commento nella quale dici che: “Noi non siamo la nostra mente, Noi non siamo quella vocina che ci ruota in testa, Noi non siamo i nostri pensieri. Questo punto è di importanza fondamentale. Quando comprendiamo (non basta saperlo) che la nostra essenza più profonda è staccata dai nostri pensieri, questi perdono molto del loro potere, troppo spesso distruttivo.”
Questo pensiero è molto importante per me, e a volte penso a quanto siano importanti alcune parole, perchè ti fanno cambiare la visione di determinate cose.
A proposito, tu parli di “quella vocina che ci gira in testa”, ma cosa potrebbe essere di preciso?? come la potremmo definire??
Un abbraccio
I soldi non danno la felicità. Figurati la povertà!
Alla fine diciamo tutti che i soldi non danno la felicità ma siamo sempre alla ricerca di più soldi!
Non c’entra niente ma come faccio a uscire dal tranello “inizio a studiare solo se l’ora é 00, 16.00 o anche 16.30? Perché se sono le 16.05 non iniziò perché deve essere sempre l’ora piena!
Ciao Mindwhile,
io non l’ho mai detto, anzi leggiti l’aforisma che introduce l’articolo! ;-)
A parte scherzi, credo personalmente che i soldi diano la felicità nel momento in cui rappresentano la contropartita del valore che abbiamo creato attraverso un’attività che ci appaghi completamente.
Per quanto riguarda il giochino dell’ora piena, lo hai letto su Start! vero? Ne parlo proprio nella guida: è un trucco del nostro io procrastinatore. Impara a slegare la tua produttività dall’orologio “solare” e concentrati su l’orologio “lavorativo”. Mi spiego: utilizza un timer per regolare la tua produttività, magari per applicare la tecnica del pomodoro. A quel punto decidi tu quando inizia un pomodoro, sia che siano le 16:00, sia che siano le 16:17!
TED è una miniera di informazioni, quando ho un po’ di tempo libero vado a vedere i nuovi video. Già solo per quello vale la pena di imparare l’inglese!
Concordo a pieno Ste.
Ottimo articolo come sempre. Letto tramite spreeder come training book 1° by sm2 consiglia ;-) così, alla dose quotidiana di pillole positive di efficacemente aggiungiamo anche un buon allenamento di lettura veloce! :-))
Ah! Grande Crystal: come scoprirai la lettura veloce è tutta una questione di pratica e giusti trucchetti.
A presto,
Andrea.
Come 1000 altri, sono rimasto di sasso quando ho letto di gente che era felice “facendo sasso”. Mi sono detto “e cosa ca**o è questo sasso che rende così felici?? Mi accontenterei anche di una pietruzza io…” …e poi ho capito :D
Comunque…io ho cliccato sul link dei soldi. Onestamente non credo siano stati solo i media ad influenzarmi in questa scelta: se nella società moderna non hai un certo quantitativo di soldi, come fai ad essere felice? Onestamente non sono interessato nemmeno tanto a “fare soldi senza lavorare”, quanto più a “fare tanti soldi seguendo le mie aspirazioni”. Credo non ci sia nulla di male…
Ciao Tony, no, non c’è nulla di male, anzi è quello di cui avremmo bisogno: gente che si guadagna da vivere facendo quello per cui è portata ed ama (che parliamoci chiaramente.. non sempre corrisponde).
Bellissimo articolo, complimenti ci voleva proprio in questo periodo un po’ giù per me senza un apparente motivo. Forse sto fantasticando e pensando un po’ troppo. TED meraviglioso, è il motivo principale per cui sto imparando l’inglese :)
Ciao Davide, mi fa molto piacere ti sia piaciuto.
Andrea.
Mi sembrava una sciocchezza, invece, leggendo ho scoperto che è un bellissimo articolo, complimenti!!!! ;-)
Ciao Angelo: sì, i titoli dei miei articoli spesso traggono in inganno. Però vuoi mettere: meglio essere sorpresi, che delusi!
Andrea.
Anch’io ho cliccato la voce dei soldi.. sarà che ultimamente ho avuto un pò di spese? :-)
concordo anche io.. gran bell’articolo…ed è vero quanto si sta bene quando si fa qualcosa che piace?
Io sono davvero felice quando vado in montagna a sciare o fare escursioni… rigorosamente senza musica e cell spento.. si rinasce!
Mmmm… non mi ricordare la montagna che ho una voglia pazzesca di tornare a sciare!
Ti capisco! Posso chiederti dove vai di solito a sciare? in che località? Magari scopro un posto dove si scia…EFFICACEMENTE :-)
Ciao Angela: sono un appassionato del Trentino Alto Adige: adoro località come Ortisei, Corvara, Canazei, San Martino di Castrozza, Marilleva, etc.
Caspita quanti commenti! Grazie!
Appena avrò modo cercherò di rispondere a tutti.
Per il momento vi anticipo che i risultati del “Test” mi hanno sorpreso, ma neanche più di tanto.
Secondo te chi ha vinto? ;-)
PER ME è UN ARTICOLO ABBASTANZA MEDIOCRE E STRANO COMUNQUE PUOI FARE MOLTO MEGLIO
Ok,
dovrei aver risposto a tutti i commenti!
Al massimo ho saltato qualche attention whore che scrive con il CAPS LOCK BLOCCATO! ;-)
Grazie per questo articolo Andrea! :) Oggi è stata una giornata no, sono in un periodo di blocco con l’università ed effettivamente penso troppo, proprio perché sono stanca e voglio terminare questo percorso. Spero dopo questo articolo di riuscire domani a sfruttare al meglio il mio tempo ed essere quindi felice della mia giornata e di me. Io sono felice quando pattino, in quei momenti non ci sono pensieri e interferenze e quando insegno pattinaggio, i bambini ti sommergono d’affetto!
Buona settimana a te :)
Ciao Doriana,
grazie a te del commento.
Un altro ottimo articolo, complimenti davvero!!
Concordo con quanto detto nel video, più tempo passiamo a pensare ad altro rispetto a quello che stiamo facendo e più finiamo per essere meno felici dato che facilmente pensiamo a rimpianti o problemi ai quali non possiamo dare una soluzione in quel preciso momento. Inoltre non essendo focalizzati sulla nostra attività finiamo per impiegare più tempo per portarla a termine e togliamo questo tempo ad attività che potrebbero essere anche più utili e/o piacevoli di quella che stiamo svolgendo!!!
Ciao Andrea,
grazie per l’articolo.
Passare all’azione comporta prefiggersi degli obiettivi.
Prima di tutto, ce ne abbiamo?
È molto facile essere assorbiti dalla routine vorticosa della vita al punto di non fermarci mai a riflettere su cosa vogliamo davvero e quali sono le cose che hanno più valore per noi.
In relazione all’importanza di stabilire priorità ben precise, possiamo trovare consigli adatti anche nell’ antica Bibbia ( oddio la bibbia nooo…) ad esempio la scrittura di Filippesi 1:10: “Accertatevi delle cose più importanti” oppure 1° Corinti 9:26: “Perciò, il modo in cui corro non è incerto; il modo in cui dirigo i miei colpi è tale da non colpire l’aria”.
Come dici tu, alziamoci ed iniziamo ad agire (…senza colpire l’aria!)
Max
Molto interessante..Praticamente, come la metti la metti: pare essere sempre la mente quella che ti frega.
Ma cosa si intende con “mente”? Forse ragione\razionalità?
E cosa si intende con l’essere se stessi? Seguire il proprio istinto?
Molto spesso mi perdo in ragionamenti del genere. Troppa mente xD
Un saluto!
PS: Mi mancano i post con “il libro del mese” :(
Ciao Giulia, vai alla pagina di risorse del blog, scegli il titolo del libro che più ti ispira e prometto di farne una recensione nelle prossime settimane.
Andrea.
“La via del guerriero di pace” e “Pensa e arricchisci te stesso” li ho letti sotto tuo consiglio e mi sono piaciuti, specie il primo.
Direi che mi ispira questo “Come Smettere di Farsi le Seghe Mentali” ahahaah, appropiato direi xD
E ho sentito parlare molto bene anche di “Psicocibernetica” di Maxwell Maltz e ne sono molto curiosa.
Ciao Giulia,
la via del guerriero di pace è in assoluto uno dei miei preferiti.
sul genere “romanzo di crescita personale”, ti consiglio anche “Il monaco che vendette la sua Ferrari” di Robin Sharma.
Per quanto riguarda i libri di G.C.Giacobbe sono molto carini, ma più che libri di crescita personale, sono dei veri e propri manuali di psicologia e addirittura manuali di psicoterapia (sui generis). Ho già in cantiere un articolo che metta ben in evidenza le differenze tra Psicoterapia e Crescita Personale. Spesso tra i lettori che mi contattano in privato non è chiara questa distinzione ed alcuni para-guru fomentano questa confusione: personalmente io sono per non confondere assolutamente le due tematiche.
Infine, per quanto riguarda Psicocibernetica ti accontento subito: clicca qui.
Io penso che se una persona ha un problema serio, qualsiasi manuale di auto-aiuto, anche se psicologico o psicoterapeutico, non è sufficiente da solo.
Pardon :P non l’avevo proprio visto l’articolo su Psicocibernetica, corro a leggerlo!
E grazie per i consigli
uffa il mio commento s’è perso nell’etere o sono io fusa che non ho inviato?
Ciao Andre,
un articolo davvero bello e interessante.. Sono assolutamente convinta del fatto che bisogna “perdersi” per godersi pienamente le cose che si fanno, ma purtroppo mi sfugge il MODO per farlo.. A volte mi capita di fare ciò che mi piace (ad esempio rattività creative manuali), eppure la mia scimmietta continua ad agitarsi nella sua gabbietta, e va da tutt’altra parte.. Mi sono avvicinata alle tecniche di meditazione e anzi, cerco di applicarle alla vita di tutti i giorni esercitandomi nelle piccole azioni quotidiane (perora riesco ad essere consapevole solo quando mi lavo i denti ^__^ ), ma quando l’attività che svolgo è più lunga o mi prende più tempo, ecco che a un certo punto la mente non è + nell’attività, ma va altrove..
Ad ogni modo non demordo, sono convinta che prima o poi il ritorno al respiro praticato costantemente, prima o poi si “espanderà” anche al resto delle attività della mia vita, o almeno lo spero!
Ciao, a presto!
Valeria
Essere felici sembra la ricchezza più ambita ed allo stesso tempo l’unica impossibile da raggiungere…vivere il qui ed ora a volte non è bello perché magari è proprio quel momento quello sbagliato! La felicità è qualcosa che anticipa la sofferenza e può essere riconosciuta solo dopo averla superata (la sofferenza) che prima va riconosciuta come tale!
Un saluto a tutti
Un cane che si morde la coda il mio commento! Bah, chissà se ho reso comunque il senso di questo mio pensiero un pò sui generis ma che nasce dall’esperienza!
@Elisa
Per quanto riguarda:
“Io appartengo alla categoria che descrivi tu!”
Ho fatto un giretto sul tuo Blog e bisogna dire che è vero al 100%!!
Chapeau!!
Comunque sul tema felicità , di seguito un’altra chicca con un taglio sintetico e pratico:
http://www.fabricegrinda.com/happiness/happiness-summarized/
E comunque visto che ami la filosofia:
“The man who makes everything that leads to happiness depends upon himself, and not upon other men, has adopted the very best plan for living happily. This is the man of moderation, the man of manly character and of wisdom.” by Plato, ancient Greek philosofer
E’ ovvio che per realizzare un progetto del genere ci vuole un profondo e costante impegno ma a piccoli passi si può fare!!
Ciao!
Fab
@Andrea
ma figurati, è un piacere!!
Ciao!
Fab
Anvedi perché bisogna sapere l’inglese? Per capire Platone. :( :(
@Ilaria
ho fatto copia e incolla da una mia cartella intitolata “Thoughts of Wisdom” e siccome andavo di fretta e allora non ho tradotto!!
E poi scusa siccome il Blog di Andrea è letto anche da gente come te di un certo “Standing” e allora la traduzione non diventa obbligatoria!!
Nota di curiosità: Platone lo studiai al liceo direttamente in latino!!
Ma il latino non era fra le mie materie preferite!!
Filosofia e storia invece si!!
Ciao!
Fab
Platone è greco e scriveva in greco :). Il greco – antico – è lingua molto diversa dall’inglese e anche dal latino (si pensi alla presenza degli articoli e all’uso di alcune preposizioni). Come diceva la mia insegnante di liceo ha una struttura nelle frasi molto più simile a quella dell’italiano (probabilmente vi sono anche delle ragioni per questo). E’ bello sapere le lingue perché ogni lingua ti porta in un modo di pensare diverso. Non a caso gli americani parlano inglese ;). Per questo non vale la pena far diventare ‘mericano anche Platone. :) Solo questo ;) Ammiro molto il tuo entusiasmo e la tua passione.
@Ilaria
hai ragione al 100%!! Andavo di fretta come al solito!!
E in realtà mi riferivo a Seneca che non ci azzecca niente con Platone ma era per dire che alcuni autori di filosofia antica li avevo studiati anche io e direttamente in latino!!Anche perchè ho fatto il liceo scientifico e quindi di greco non so una cippa!!
Ripeto: avevo fatto un copia e incolla e andavo di fretta!!
Ciao!
PS troppo gentile il tuo commento finale!! Thank you!!
:D sei troppo simpatico Fab! Mi fai so-rridere di cuore! Grazie!
@Ilaria
troppo gentile!! Thank you again!!
Ciao!
Fab
@ x i lettori di quest’articolo, un’interessante integrazione:
Our most commonly held formula for success is broken. Conventional wisdom holds that if we work hard we will be more successful, and if we are more successful, then we’ll be happy. If we can just find that great job, win that next promotion, lose those five pounds, happiness will follow. But recent discoveries in the field of positive psychology have shown that this formula is actually backward: Happiness fuels success, not the other way around. When we are positive, our brains become more engaged, creative, motivated, energetic, resilient, and productive at work. This isn’t just an empty mantra. This discovery has been repeatedly borne out by rigorous research in psychology and neuroscience, management studies, and the bottom lines of organizations around the globe.
In The Happiness Advantage, Shawn Achor, who spent over a decade living, researching, and lecturing at Harvard University, draws on his own research—including one of the largest studies of happiness and potential at Harvard and others at companies like UBS and KPMG—to fix this broken formula….
Per maggiori info, digitare su Amazon.com:
The Happiness Advantage: The Seven Principles of Positive Psychology That Fuel Success and Performance at Work
Ciao!
Fab
Ciao Andrea, è la prima volta che ti commento e devo dire che mi è piaciuto molto leggere del quieora in quanto sta diventando la mia nuovo filosofia di vita dopo che un paio di mesi fa ho letto il libro di Eckhart Tolle “Il potere di adesso” che ho motivo di credere che tu conosca già, nel caso contrario te lo consiglio fortemente.
Ciao e complimenti sia per l’articolo che per il blog.
Davide
Dimenticavo!!
Si Ok, i cervelloni come Shawn Achor ( nel mio ultimo post ) che col suo Happiness Advantage frutto di avanzate serie ricerche arriva alla conclusione che la felicità è un vantaggio che favorisce molto il successo e via discorrendo.. ma in Italia c’è qualcuno che ci è arrivato molto prima senza farsi il culo in ricerche e controricerche varie:
1)” Non è che sono felice e ottimista perchè ho avuto successo, sono felice e ottimista perchè lo ero anche quando avevo le pezze al culo” by Fabio Volo.
Fonte: sua intervista con Pif su MTV.
2) “Gente allegra, ciel l’aiuta” detto popolare italiano.
Ciao!
Fab
1PS gli americani gli hanno dato validità scientifica applicata ai tempi moderni.
2PS va bè c’è ne un’altra che si ricollega al concetto ma è un pò spinta e quindi mi autocensuro..!!
Tutti interessanti i tuoi articoli, ne sono diventata un’addicted ma la quiedora mi ha ammaliato.
Grazie.
Jay Cross sta applicando lo stesso concetto (e la stessa idea di una app per misurare la felicità) di Killingsworth, con l’unica differenza che lo sta applicando al corporate world.
c’e’ stato un periodo nella mia vita in cui son riuscito a vivere nel quiedora per mesi! anche se il periodo di punta e’ durato un mesetto.. non son mai stato cosi bene, qualunque cosa facessi la facevo meglio di tutti, anche se non l’avevo mai fatta!! per tutto l’arco dei mesi in cui mi trovavo in quello stato ..quando ero nel periodo di punta poi, non ne parliamo ..mi sentivo benissimo, no di piu: anche soltanto respirare era una sensazione meravigliosa!!!
anche io Nik, e adesso che ti succede? non ci riesci più? io ho capito che invece di farsi le paranoie, basta semplicemente continuare a vivere il quiedora…cioè imporselo finchè non diventa un’abitudine…
l’ ho perso circa un anno fa e ho sempre cercato di ritrovarlo ..ci sto riuscendo di nuovo, ma e’ una cosa diversa ..la prima volta ci ero finito per caso, inconsapevolmente!! ora ne ho consapevolezza quindi il processo per ritrovarlo e’ stato diverso, ma sara’ sicuramente una cosa duratura!! penso che questa volta sia stato piu difficile perche dopo aver saputo che potevo vivere meglio ..il non riuscirci mi abbatteva, mentre la prima volta ero entrato in quell’ ottica di vita semplicemente senza accorgermene, so solo che le mie giornate erano divwentate colorate e la mattina non vedevo l’ora di alzarmi dal letto per vivere un nuovo giornooo!! e son felicissimo perche sta per tornare tutto come allora!!
si condivido, anche a me sta succedendo la stessa cosa :-) ma anche quando ci ero arrivata senza pensarci, praticamente ad un certo punto mi dicevo: vorrei che non finisse mai sto stato in cui sono e mi chiedevo, come ci sono arrivata? e il fatto di non sapermi rispondere mi inquietava perchè credo che sia importante avere un buon controllo sul proprio stato di benessere o malessere…insomma, non mi piace l’idea che sia il caso che decide. Mi ha fatto piacere la tua risposta perchè ero curiosa di sapere come stai cercando di affrontare la cosa ora. :-) daje che ce la facciamooo :-)
sicuroooo! :) quanti anni hai?? io 21 e quando ne avevo tra i 19 e i 20 ero in quello statoo!!
Ho 34 anni, di periodi quiedora ne ho a tratti ma non riesco a mantenerli costanti anche se vedo sempre di più qualche miglioramento, graduale.
Innanzi tutto ho tagliato con tutte le persone negative che inquinavano la mia vita, questi tagli hanno lasciato spazio a persone davvero splendide e che mi sono davveo vicine.
Ora sto lavorando per fare riprendere la mia attività imprenditoriale. Forte degli errori e della consapevolezza scaturita negli ultimi 4 anni… da questa esperienza.
In mezzo ci sono stati moltissimi problemi, anche miei personali, non solo la crisi…
Sei giovane continua a credere nei tuoi sogni, io amo dire che avrò 17 anni tutta la vita e così che tengo duro nonostante tutto… continuando a costruire i miei sogni… e sono felice anche se ora ho 1,67 euri in banca…e qualche centesimo nel portafoglio, sono felice anche se posso mangiare solo un etto di pasta al giorno. Sono felice perchè so che sto costruendo qualcosa di importante e che dipende solo da me. E nessuno me lo potrà mai togliere…e quando avrò realizzato questo mio sogno lo perfezionerò e poi ce ne saranno altri :-)
sai cosa ho imparato da questo periodo di povertà estrema che mi ha costretto a vivere in un quiedora non proprio piacevole? ho imparato a conoscere l’essenziale, quello che a me serve davvero ed eliminare il superfluo. Andrea ha detto spesso che la vita è come un’arancia ed è vero, ogni suo spicchio è un’aspetto della nostra vita: mantenerlo in equilibrio con il resto degli spicchi è fondamentale. Ma spesso ci si perde nel superfluo. E’ importante lavorare ma bisogna anche saper staccare la spina, divertirsi e rilassarsi. E’ importante amare ed avere qualcuno accanto e condividere se stessi accogliendo gli altri, ma è anche importante sapere stare con se stessi, da soli, e ritagliarsi questi momenti per se stessi e saperli rispettare.
Per questo sono felice, nonostante tutto, perchè so chi sono, da dove vengo e dove sto andando. :-)
GVB1978 è davvero bello e profondo quello che hai scritto, mi hai coinvolto molto emotivamente. Siamo tutti sulla stessa barca e me ne rendo conto quando leggo i tanti commenti qui, pensiamo sempre di essere gli unici con queste difficoltà mentre è un qualcosa di estremamente comune. Forza allora, in bocca al lupo a te, cara GVB e a tutti. Un abbraccio!
Caro Andrea qui siamo in tre ad aver apprezzato il tuo articolo sulla felicità e stavamo considerando la possibilità di sperimentare l’attenzione durante il rapporto sexuale, esserci totalmente non ci dispiacerebbe….. avendolo un partner!!! ahahahahahaha
vero pensiamo trooooooppppooooo
ma come spegnere il cervello???
però è vero :agendo, fai e pensi all’essenziale
senza troppe seghe mentali
Diamine … ti adoro! :D
Guess what?! Siamo felici quando agiamo, quando siamo persi nelle nostre attività e spegniamo per un istante quella scimmia impazzita dentro una gabbia che è la nostra mente.
Ma il punto chiave di questa ricerca riguarda la nostra principale causa di infelicità: se sei infelice è perché ti fai troppe seghe mentali!
A parte tutto, sempre grazie per gli stimoli.
http://www.youtube.com/watch?v=PV__-RuGgGk
Bell’articolo, ma non sempre è facile. Adesso mi sento molto nel presente ma fare un passo per il futuro mica è facile. Ancora seghe mentali governano la mia bacata mente. Chissà come fare…,
Quiedora sto seguendo un corso di inglese e sia il tuo articolo che il video mi han dato spunti e parametri…ho compreso una buona parte di quel che diceva! mi avrebbe aiutato sicuramente avere dei sottotitoli integrali in lingua, forse… mi ha un po’ fatto ricredere sulla scelta il fatto che quell’interessante app sia fruibile solo con apple, amen dovrei imparare a fare i soldi (non amo i cel a rate) prima di poter dichiarare quanto sono felice quiedora mentre scrivo questo articolo… (7 e penso solo a cosa scrivere e dai forse a cosa mangeró a brevissino vista la fame)… per il resto i tuoi articoli sono sempre molto stimolanti, complimenti! ps. Mi manca l’articolo sul come imparare l’inglese, lo faccio dopo cena, se no quiedora svengo! buona serata!