7 anni dalla nascita di EfficaceMente. 7 domande dei lettori. 7 risposte efficaci (si spera!).
“Il successo è ottenere ciò che si vuole. La felicità è volere ciò che si ottiene.”
Ingrid Bergman.
In passato ho scritto molti articoli dedicati ai temi del “successo” e della “felicità“: per quanto riguarda quest’ultimo, senza dubbio uno dei miei preferiti è anche uno dei post più “antichi” di EfficaceMente: “Come essere felici (3 gesti immediati)”
Approfitto allora della domanda di Giulia per tornare a parlarne. Nello specifico vedremo qual è il legame tra successo e felicità: esiste questo legame? Vale la pena sacrificare la propria felicità per il successo? Possiamo definire felicità e successo in modo univoco?
Ecco la domanda di Giulia.
Domanda #6: cosa sono per te successo e felicità?
Tra le 7 domande più votate a cui ho risposto, questa vince senza dubbio il premio: “domanda mistica dell’anno” :-D
Battute a parte, quella di Giulia è una domanda che richiede una riflessione profonda. A 32 anni non penso di avere ancora tutti gli elementi per una risposta definitiva, ma cercherò comunque di condividere il mio punto di vista a riguardo.
Per comprendere il legame tra successo e felicità credo che sia innanzitutto necessario riflettere su quale sia la nostra definizione di successo e felicità, senza accontentarci di quelle preconfezionate, offerte da società e mass-media.
Personalmente, ho maturato negli anni un’idea man mano sempre più nitida di questi due concetti:
- Il successo per me è un sinonimo di libertà.
Puoi definirti una persona di successo nel momento in cui hai la libertà di scegliere su cosa, in che modo, con chi e dove spendere il tuo tempo. Per alcuni di questi elementi i soldi possono giocare un ruolo importante, motivo per cui il successo è anche successo economico, ma non può essere solo successo economico. Possiamo infatti avere un’enorme ricchezza materiale, ma se per raggiungerla abbiamo dovuto sacrificare altri aspetti fondanti della nostra vita, invece che guadagnare libertà, l’avremmo persa. Il successo richiede dunque anche equilibrio nelle diverse sfere della nostra esistenza. Essere davvero liberi, significa porsi dei limiti.
Essere davvero liberi, significa porsi dei limiti.
- La felicità per me è un insieme di emozioni.
Nello specifico contribuiscono alla felicità emozioni quali: serenità, pace, gioia, completezza, connessione, soddisfazione, entusiasmo. Queste emozioni non possono essere comandate o attivate con un interruttore: nascono spontanee, in momenti inaspettati. Tuttavia è indubbio che riusciamo a provarle, con sempre maggiore frequenza, solo nel momento in cui la nostra vita è sul giusto binario. La felicità non va inoltre confusa con il piacere (la differenza, chiara a pochi, la spiego qui). Il piacere lo possiamo ordinare con un “pulsante”, ma più ne consumiamo e più ci consuma. Quel mix unico di emozioni, che chiamo felicità, invece, non è ordinabile su un catalogo online: può scaturire dal più semplice degli eventi quotidiani, ma richiede una vita di impegno per creare le condizioni fertili in cui farlo prosperare.
Così definiti, felicità e successo tendono a sovrapporsi: impegnandoci nel raggiungimento del nostro successo, ovvero di quella “libertà equilibrata” di cui ti ho parlato, creiamo inevitabilmente quelle condizioni in cui fioriscono le emozioni alla base della felicità.
Bene, mi auguro di aver risposto alla domanda di Giulia e degli altri 36 lettori che l’hanno votata.
Noi ci sentiamo domani con l’ultimo articolo-intervista realizzato per questo 7° compleanno di EfficaceMente. Buona giornata, Andrea.
I 7 articoli-intervista
- [Risposta 1 di 7]: Sei solo chiacchiere e distintivo?
- [Risposta 2 di 7]: I 5 principi chiave della Crescita Personale
- [Risposta 3 di 7]: Opportunità di guadagno per studenti universitari
- [Risposta 4 di 7]: La trappola della perfezione
- [Risposta 5 di 7]: Il mio percorso di miglioramento personale: prima e dopo
- [Risposta 7 di 7]: Fare soldi: quando ho iniziato a guadagnare davvero
Foto tratta da Google Immagini.
Bellissima risposta!
A volte penso a quanto la società di oggi spinga la massa e rincorrere stereotipi così “perfetti” che poi alla fine altro non fanno che portare gli stessi individui all’insoddisfazione!
Insoddisfazione = ricerca di colmare questo vuoto con acquisto di beni materiali = Insoddisfazione = … circolo vizioso!
Sembra una regola stupida quanto banale, ma credo che rappresenti la base della nostra società.
Poi, come dici tu Andrea, ci sono i frignoni; quelli che non fanno altro che lamentarsi perché “sono costretti a vivere in questa società…”! Come se fossero obbligati!!….ma da chi?! Da loro stessi!! Ecco la risposta!
Sono stato anche io in questa situazione….. fino a quando HO SCELTO di VIVERE la mia vita all’insegna della LIBERTA’
Perciò concordo in pieno con il tuo pensiero e ti faccio tanti complimenti per il percorso che hai affrontato fino ad adesso!
Grazie della riflessione Alessio ;-)
Ciao Andrea! :) Leggendo questo articolo non ho potuto non pensare a un libro stupendo che mi porto dietro da quasi un anno: “The Happiness Advantage”, di Shawn Achor. Parla del legame tra successo e felicità, sfatando il mito che dice che “se avrò successo, allora sarò felice”, proponendo invece “se sarò felice, allora avrò successo!” :) È davvero molto bello, per niente complicato e pieno di informazioni interessanti. L’ho scoperto guardando un Ted ;) che si chiama “The Happy Secret to better work”, vale davvero la pena di vederlo!!! Ciao, e fammi sapere che ne pensi ;)
Non ho ancora avuto modo di leggerlo: se mi capita, ti rispondo con piacere.
A presto.
Questa è forse una delle cose più difficili in assoluto… capire quando, durante la vita, una circostanza, una persona, un lavoro, un oggetto, sta cominciando a prendere decisioni al posto tuo… Appena togliamo importanza alla nostra realtà, alla nostra vera natura, cominciamo ad essere diversi da noi stessi e forse ci vogliamo meno bene.. ma è difficile accorgersene, spesso confondiamo il fine con il mezzo…
Anche i soldi, prima citati, sono un mezzo per… non sono mai un fine! Così lo studio, l’università, sono un mezzo per… non un fine!
La cosa più bella è quando riusciamo ad allineare la nostra volontà con i nostri impegni, allora ci sentiamo davvero carichi e pieni di forza e non ci pesa alcun impegno e alcuna responsabilità… ma è molto, molto difficile. Che ne pensi Andrea?
“Essere davvero liberi, significa porsi dei limiti.”
Non sono per niente d’accordo ne con questa frase, ne con questo articolo, mi spiace…
Se la frase fosse cambiata con “Essere davvero PERSONE DI SUCCESSO, significa porsi dei limiti.” saresti più d’accordo?
No xD
La felicità è un atteggiamento mentale, un modo di essere, secondo me. Può essere anche quasi totalmente svincolata dalla reale condizione in cui si vive (fino a un certo limite ragionevole, ovviamente). E’ legata alla sensibilità individuale, alla profondità dei propri pensieri. Credo sia anche possibile raggiungere il massimo successo, vivendo nel miglior modo possibile, senza però riuscire ad essere felici. E i tanti suicidi compiuti da personaggi anche di altissimo livello (come ad esempio nel mondo dello spettacolo), lo dimostrano chiaramente. Viceversa anche il più umile dei contadini, pur non avendo mai avuto grandi occasioni per dimostrare a sè stesso il suo valore, può avere un atteggiamento mentale tale da renderlo costantemente felice. La felicità è una percezione estremamente soggettiva.
Anche per me il successo è libertà, Andrea. E trovo molto intenso il tuo “Essere davvero liberi, significa porsi dei limiti”. Grazie!
Sai Gloria, c’è questa moda dell’essere “senza limiti”, come se fosse qualcosa di meraviglioso: non è così. Non avere limiti, significa essere paralizzati dall’infinità delle possibili scelte.
Avevo affrontato questo tema in un vecchio articolo: “I migliori amici del tuo successo: i limiti“.
A presto e grazie per i commenti :-)
Questa è la risposta (con relativa domanda ovviamente) che preferisco tra le 7! Ha toccato uno dei temi che più mi appassionano. Buon compleanno EfficaceMente!!! :)
Come posso fare per condividere su FB – direttamente dalla pagina – solo l’aforisma di Bergman? Sbaglio o mi fa condividere l’intera pagina?
Di recente ho avuto modo di accostarmi al mondo del Coaching. Su questo, da un certo punto in poi, ha notevolmente influito la Psicologia Positiva, che ha dato un importante contributo in quanto al valore delle potenzialità personali e in relazione ai concetti di felicità e di benessere. Se il successo si presta a molteplici definizioni, piuttosto soggettive, la felicità, probabilmente, si può ricondurre a poche definizioni più universali. Se molti la vedono come un obiettivo, a me piace pensarla come un modo di approcciarsi alle esperienze, un po’ come quando, parlando di viaggi, si dice che il percorso è più importante della meta. Nella Psicologia Positiva si sottolinea la parte costituzionale della Felicità, parte che non manca a nessuno e che rappresenta il cinquanta per cento della nostra capacità di essere felici. Solo una piccola parte è rappresentata dai trascorsi, il resto è sotto il controllo dell’individuo. Fatta eccezioni per eventi che hanno un importante impatto sulla vita di un individuo, la felicità diventa, dunque, una scelta, la volontà di vivere, con onestà, le emozioni in modo positivo, soprattutto in riferimento a quanto è stato e a quanto potrebbe essere.
Un gradino più sopra si trova il benessere, di cui poco si sente parlare, anche perchè ha preso una connotazione settoriale (benessere economico, benessere come cura del proprio corpo….), che consiste nella piena consapevolezza di sé, con riferimento al Coaching, delle proprie potenzialità, e nella capacità di autorealizzarsi.
Grazie di aver aperto un post a riguardo, interessante e fertile di argomenti. Spero di aver contribuito, a mio modo, a dare un ulteriore punto di vista in merito.