L’ozio è parte integrante della nostra vita, saperne trarre i maggiori benefici è uno dei segreti per un’esistenza piena e felice.
“L’ozio è il principio di tutti i vizi e il coronamento di tutte le virtù.”
Franz Kafka.
Ho sempre subito il fascino di una pagina scritta. Quell’alternarsi di pieni e vuoti che si tramuta in significato ha in sé qualcosa di magico. In fondo un foglio bianco, da solo, non è altro che una promessa, così come l’inchiostro nero, senza una “tela” su cui asciugarsi, non è altro che liquido caos. Lo stesso legame di interdipendenza esiste tra il negozio (il tempo lavorativo) e l’ozio (il tempo libero).
Non possiamo godere del tempo libero se la nostra mente è occupata dalle preoccupazioni per le nostre occupazioni. Non possiamo lavorare in modo produttivo se non ci ritagliamo i necessari momenti di vuoto in cui rilassarci e ricaricarci.
In passato ho scritto articoli su come avere giornate di 48 ore o su come studiare efficacemente. Insomma, ho cercato di fornirti tutti gli strumenti necessari per sfruttare al meglio il tuo tempo “pieno“, sia esso di studio o di lavoro. Oggi vorrei parlarti del tempo “vuoto“, della sua importanza e dei migliori modi per ritagliartelo ogni giorno, ma soprattutto per non sprecarlo.
Fammi capire André: vorresti insegnarmi ad oziare?! Ciccio… io ho un Ph.D in cazzeggio…
Ozio vs. Cazzeggio
“Nel nostro mondo l’ozio è diventato inattività, che è tutt’altra cosa: chi è inattivo è frustrato, si annoia, è costantemente alla ricerca del movimento che gli manca.”
M. Kundera.
C’è una sezione di Start! la guida anti-rimandite in cui parlo dell’ozio (apparentemente un paradosso, vero?). Vorrei riproportene un estratto per farti comprendere qual è l’origine di questo concetto, come è evoluto nel tempo e cosa lo differenzia dal mero cazzeggio.
[…] Gli antichi romani conoscevano bene l’importanza di distinguere il negotium, l’insieme di attività volte a prendersi cura dei propri affari, dall’otium, il periodo in cui ci si dedicava al riposo e alla ricerca intellettuale. Con il tempo l’ozio ha acquisito una connotazione negativa diventando sinonimo di inattività, pigrizia ed inerzia. Con l’affermarsi poi della cultura anglosassone, fortemente influenzata dal calvinismo e dal puritanesimo, l’ozio è stato definitivamente demonizzato, cedendo il passo al mito dell’always on (sempre attivi).
Dal mio punto di vista, l’ozio (ovvero il procrastinare volontariamente le attività lavorative) non solo è benefico, ma è necessario per ottenere un giusto equilibrio di vita. I problemi iniziano a sorgere quando le degenerazioni dell’ozio, ovvero l’inattività e la pigrizia, diventano parti dominanti della nostra giornata. In questi casi infatti si crea un nuovo squilibrio, in cui i momenti di ozio non sono più funzionali a ricaricarci mentalmente e fisicamente, ma diventano dei veri e propri “buchi neri” che ci sottraggono energie e motivazione. Come spesso accade nella vita è l’equilibrio di forze contrastanti a determinare la scelta più efficace.
Qual è dunque questo punto di equilibrio? Anche in questo caso dobbiamo prendere esempio dal respiro: quando respiriamo, seguiamo un ritmo ed una successione ben definiti. Sappiamo inoltre che gli eccessi sono sbagliati: se inspiriamo troppo infatti rischiamo l’iperventilazione e se espiriamo troppo ci rimaniamo stecchiti! Allo stesso modo dovremmo comportarci con i nostri impegni: (1) la giusta successione. L’ozio per dare i maggiori benefici deve seguire l’attività produttiva e non precederla. (2) il giusto ritmo. Per ottenere il miglior risultato dovremmo lavorare realizzando brevi sprint produttivi, in cui siamo focalizzati al 100% sulla nostra attività, seguiti da momenti di pausa. […]
Già, la giusta successione: è qui che si nasconde la differenza fondamentale tra il sano ozio e il mero cazzeggio. L’ozio è il premio per il nostro impegno, mentre il cazzeggio è un tentativo di invertire il naturale ordine delle cose.
Se ci rifletti un pochino ti renderai conto che cazzeggiare non è poi molto diverso dall’indebitarsi o dal pagare a rate: ci leghiamo un cappio finanziario intorno al collo per avere qualcosa che ancora non possiamo permetterci, ma prima o poi scontiamo questa decisione e magari ci troviamo a trascorrere notti insonni nel tentativo di trovare una via per ripagare i nostri debiti. Quando cazzeggiamo e procrastiniamo impunemente adottiamo lo stesso identico comportamento, ma i nostri debiti non sono sotto forma finanziaria, bensì temporale: dapprima spendiamo tempo che non possiamo permetterci e dopo ci disperiamo perché abbiamo troppo poco tempo per portare a termine i nostri impegni.
Ok André, chiarissimo: ozio e cazzeggio sono due cose diverse… ma alla fine parliamo sempre di goderci il nostro tempo libero. Ognuno si rilassa come preferisce, no?!
Eccoci al punto cruciale di questo post: il modo in cui spendi il tuo tempo libero determina la qualità della tua vita. Il cazzeggio (leggi “procrastinazione”) non è altro che una forma di autodifesa sviluppata dal nostro cervello per mitigare gli effetti dell’ansia: l’ansia di iniziare una nuova attività, l’ansia di uscire dalla propria zona di comfort, l’ansia di confrontarsi con la vita. In ultima analisi però, il cazzeggio non è altro che una trasposizione temporale di quest’ansia, che prima o poi torna a bussare alla nostra porta e spesso lo fa con nuovi compagni: il senso di frustrazione e il senso di inadeguatezza.
Al contrario, l’ozio (nella sua accezione latina) è un’esaltazione del tempo libero. Nei momenti di ozio il nostro corpo e la nostra mente rinascono e si rinvigoriscono. Insomma, se vogliamo migliorare la qualità e la quantità dei risultati che otteniamo nel nostro tempo “pieno”, non dobbiamo trascurare il modo in cui investiamo il nostro tempo “vuoto”.
Nell’ultima parte di questo articolo ho raccolto per te alcune idee e consigli pratici per tornare a godere appieno del tuo tempo libero.
Consigli pratici per i tuoi momenti di ozio
“Il non fare nulla è la cosa più difficile del mondo.”
Oscar Wilde.
La scelta di pubblicare questo post a pochi giorni dall’inizio dell’estate non è stata casuale. Quante volte ti è capitato di fare mirabolanti piani per le tue vacanze, per poi ritrovarti a settembre deluso, frustrato e neanche tanto rilassato? Il primo punto ti aiuterà ad evitare questa fastidiosa sensazione:
- Crea il tuo Manifesto dell’Ozio. Te lo ricordi il Manifesto anti-Procrastinazione? Bene, è arrivato il momento di crearne uno anche per i tuoi momenti di svago. Redigi una semplice lista delle attività che più ami, delle attività che ti fanno stare bene, delle attività che ti rendono felice. Ho come il sospetto che nessuna di queste attività somigli neanche lontanamente a: “vagare senza meta sui social network“, “controllare la posta elettronica ogni 10 secondi“, etc. Magari ami leggere, fare sport, stare con i tuoi amici. Metti per iscritto queste attività: devi prendere consapevolezza che le attività di cazzeggio compulsivo non fanno altro che rubare tempo a ciò che davvero conta nella tua vita. Piccola variante estiva: perché non fai una lista delle 30 cose che vorresti fare prima che finisca l’estate? Se ti va, condividi le più importanti nei commenti: prendere un impegno pubblico è un primo importante passo per realizzare i nostri obiettivi.
- Programma i tuoi momenti d’ozio. Lo so, questo punto farà drizzare i capelli a non pochi lettori, ma ti chiedo di leggerlo senza pregiudizi. Molti di noi hanno agende piene zeppe di impegni e la sola idea di “programmare” anche il proprio tempo libero può apparire un’inutile tortura. Prova però a ripensare alle tue giornate di lavoro/studio: rimandi fino all’ultimo i tuoi impegni, ti ritrovi allora a lavorare/studiare fino a tardi e alla fine tutti i tuoi buoni propositi vanno a farsi benedire! Come sono andato? Questa è una diretta conseguenza della Legge di Parkinson: se non poniamo dei chiari limiti alla nostra attività lavorativa (programmando i momenti di ozio), inevitabilmente questa fagociterà tutto il nostro tempo libero. Inizia a pensare ai tuoi momenti d’ozio come momenti della giornata (fine giornata) imprescindibili. Questo ti spingerà inevitabilmente a portare a termine i tuoi impegni con maggiore focus e determinazione. Devi comprendere che il tuo tempo libero è una cosa seria: non puoi svenderlo ed utilizzarlo come buffer per compensare la tua incapacità nel gestire le attività lavorative. Questo punto è fondamentale.
- Disconnettiti. Più internet sta diventando reperibile e raggiungibile e più è importante ritagliarsi dei momenti off-line. Disconnettersi però significa anche saper godere di momenti di solitudine (dedicarsi alla propria ora sacra può essere un ottimo punto di partenza) e saper ritrovare il contatto con la natura. Non sottovalutare quest’ultimo consiglio: sempre più studi stanno dimostrando gli innumerevoli benefici di cui possiamo godere immergendoci nella natura. Ehi, non ti sto consigliando di andare nel Mato Grosso, anche il più vicino parco della tua città va benissimo, ma fallo con costanza e magari lascia a casa lo smartphone.
In questo articolo abbiamo parlato di diversi aspetti dell’ozio e di alcuni consigli pratici per godere appieno di questi momenti di “vuoto”. Non ti chiedo di credermi sulla parola, questa settimana, o anche solo oggi, prova però a sperimentare una semplice abitudine: definisci cosa vuoi fare nei tuoi momenti di ozio e programma questi momenti nella tua agenda. Lavora, studia senza cazzeggiare e poi goditi il tuo ozio a fine giornata senza sensi di colpa. Spesso la felicità si nasconde anche in queste piccole cose. Fammi sapere come è andata nei commenti. Andrea.
Foto di Amir Kuckovic
Articolo a pennello come sempre Andri.
Da quando mi sono trasferito a NY, tra lavoro e attività varie devo dire che il tempo per fare un “bel niente” un pò mi manca.
Nel frattempo però ho iniziato ad usare i tempi morti come forma di “ozio” (se così si può dire).
Per esempio nei 15-25 min che mi servono per andare a lavoro in metro ascolto sempre un podcast/audiolibro. Magari non è definibile come ozio ma è una di quelle cose che amo fare.
In più ho appena comprato un longboard (si Andri, ero uno skater una volta) con il quale mi diverto a muovermi in città.
Per il resto cerco di tornare a cena a casa e rilassarmi prima di andare a dormire.
Leo
ps per disconnettermi ancora non sono pronto :P
Ciao Leo :-)
grazie del commento!
Nel post non ne parlo, ma credo che sia necessaria un’ulteriore distinzione tra ozio “attivo” e “passivo”. Podcast, audiolibri, lettura, sport, etc. sono tutte attività che rientrano nell’ozio “attivo”: ne parlo spesso qui su EfficaceMente e non posso che sottolinearne l’importanza. Eppure nella nostra vita abbiamo bisogno anche di ozio “passivo”, quel tempo in cui non fare assolutamente nulla, tempo per riflettere, tempo per scendere dal treno impazzito della vita e guardarsi dentro. Lo so, suona tutto un po’ metafisico, ma questi momenti di vuoto assoluto, quasi di noia, sono davvero essenziali per la nostra mente. Se non impariamo a prenderci questi momenti, la nostra mente se li prende da sola: apatia, demotivazione, procrastinazione, etc.
Molti di noi sono convinti di non aver tempo per queste cose: il paradosso è che di tempo in realtà ne abbiamo a sufficienza, ma molto ne sprechiamo. Seneca direbbe: “Non exiguum temporis habemus, sed multum perdidimus“.
A presto,
Andrea.
Ciao Andrea
Ottima l’evidenziazione della differenza tra ozio e cazzeggio anche se magari i due termini a volte vengono confusi. Il cazzeggio nasconde e copre l’ansia…di inziare le cose…di portarle a termine…come se il tempo fosse per noi illimitato.
Ma come eliminare quest’ansia di fare le cose?
Facendole Fabrizio.
Potrà sembrarti una risposta banale, ma è la stessa che ha dato in più occasioni Neil Fiore, uno dei maggiori esperti della tematica della procrastinazione. Il metodo migliore di mitigare l’ansia legata alle nostre attività (siano esse di studio o di lavoro) è immergendosi nel famoso “flow” del Prof. Csikszentmihalyi.
Andrea.
Quando io mi occupo del mio blog o del mio romanzo, posso considerarmi in ozio, forse. In realtà sto facendo una cosa che serve alla mia vita, ed al mio futuro. Forse è successo anche a te, quando ti dedicavi alla crescita personale ma conservavi ancora il tuo posto come manager.
Allo stesso modo, quando leggo un libro nel mio giardino, sto forse cazzeggiando. Ma quante cose imparo in quei momenti. E poi c’è lo shopping, spesso considerata attività frivola e fine a se stessa, ma che io ho sempre visto come un modo per prendermi cura di me stessa e gratificarmi: se per guadagnare devo subire le angherie del mio capo e le cattiverie della mia collega, utilizzare i miei soldi anche per regalare qualcosa di bello a me stessa non è certo un male. Infine, la spiaggia: vivo in una località marittima. Si può dire che funzioni ad energia solare. Basta un’oretta e mi ricarico. L’acqua di mare purifica il corpo, ed il nuoto lo tonifica.
Durante l’estate, mi piacerebbe fare tutte queste cose. Scrivere tanto. Leggere tanto. Dedicarmi a me stessa con lo shopping e con tanti pomeriggi all’aria aperta. E, magari, fare un viaggetto.
Chiara
P.S. Come anticipato, nel mio post “Le qualità psicologiche e spirituali dello scrittore (2)” ho elencato i tuoi cinque passi sull’autostima, personalizzandoli e trasferendoli nel mio ambito di competenza, ovvero la scrittura. Spero che il link che ho messo al tuo blog ti abbia portato un po’ di visite, pur sapendo che hai già tanti lettori. Questo è il link all’articolo: mi piacerebbe molto avere una tua opinione.
Ciao Chiara,
sì, senza dubbio: EfficaceMente è stato per anni il mio “piccolo” rifugio digitale. Oggi è la mia attività principale, ma cerco sempre di non vederlo troppo come un lavoro. Temo che così facendo ne perderebbe di qualità per chi mi segue. Vorrei che EfficaceMente rimanesse un diario in cui condividere le mie esperienze di crescita personale, esperienze che vivo nella mia vita quotidiana.
Grazie del link: ho letto il post. Ho trovato la trasposizione dei miei 5 scalini molto azzeccata :-)
Andrea.
“se per guadagnare devo subire le angherie del mio capo e le cattiverie della mia collega, utilizzare i miei soldi anche per regalare qualcosa di bello a me stessa non è certo un male”
Io completerei la frase in modo diverso: “se per guadagnare devo subire le angherie del mio capo e le cattiverie della mia collega, è meglio cambiare lavoro”. Provare per credere. Non gratificarsi con un acquisto per un ambiente di lavoro pessimo, ma costruirsi una nuova alternativa in tempi rapidi. IMHO.
Per i romani l’ozio era la manchevole mancanza di attività (che all’epoca erano principalmente 2: soldato e contadino) e aveva solo una connotazione negativa.
Solo in seguito (con influenza greca) ha acquistato anche un significato positivo in riferimento all’ attività intellettuale.
Grazie della precisazione Sabner,
confermo che non tutti gli antichi romani esaltarono l’ozio. Basti pensare che fu Catone il vecchio a pronunciare la famosa massima: “l’ozio è il padre dei vizi”. Non possiamo però dimenticare gli scritti di Cicerone e Orazio. Se il cristianesimo, con particolare riferimento al protestantesimo, ha innegabilmente criticato l’ozio, dire che questo era demonizzato da tutti i romani credo sia errato.
A presto,
Andrea.
mi riferivo all’antica Roma fino al 150 a.c. circa, poi l’ozzio ha acquista in parte anche una valenza positiva
La commistione tra cultura romana e greca è stata al contempo il culmine dell’impero romano, ma anche l’inizio della sua fine. Non fraintendermi sabner, non nego che ci possano essere diramazioni negative anche nell’ozio, ma qui su EfficaceMente si parla spesso di determinazione, procrastinazione, motivazione, impegno, etc. e credo che ogni tanto servano dei post come quello di oggi che aiutino ad avere una visione allargata ed equilibrata.
Andrea.
Beh anche se gli antichi romani erano contro l’ozio una articolo a suo favore lo puoi scrivere. Probabilmente i consoli non lo noteranno :)
@andrea un grande articolo, un bel metodo per trovare il vero modo di staccare la spina!
Sull’argomento molto interessante Giuseppe Vercelli: Vincere con la mente
Ciao Luigi, grazie del commento. Recentemente ho aperto su Facebook il gruppo: EfficaceMente Book Club, se ti va puoi postare questo libro anche lì, sarebbe sicuramente apprezzato.
Andrea.
Ciao Andrea,
trovo questo tuo articolo risuonare particolarmente positivamente. Prendendo in considerazione alcune migliorie e cose che mi porto appresso quotidianamente, il momento di stacco, di immersione nella natura o meglio ancora di meditazione, mi hanno portato un equilibrio molto salutare, dove ho modo di distaccarmi dal susseguirsi incessante di attività, non solo a livello fisico (vai qui, vai là, ecc) ma anche e soprattutto a livello mentale. E’ veramente corroborante unire una bella pratica di meditazione ad inizio e fine giornata e credo che se fatta quotidianamente possa portare enormi benefici, sia dal punto di vista di gestione dello stress, sia dal punto di vista che questi stessi momenti possono poi espandersi alle attività lavorative, mi spiego meglio: se riesco ad ottenere uno stato dove la gestione dell’ansia, delle possibili preoccupazioni finanziarie vengono rese consapevoli e non influiscono sulle attività lavorative, si hanno più energie a disposizione nel risolverle. Altra cosa che mi piace fare è andare a fare 2 passi lenti o anche rapidi a fine giornata, senza musica o altre distrazioni. Andare a camminare per camminare, tenere questo senso di semplicità aiuta molto la mente a rilassarsi e non a correre dietro in un pensiero che salta all’impazzata qui e là, rimanendo più che altro col contatto dei piedi col suolo, il movimento delle gambe, il respiro, il calore del sole sulla pelle.
Grazie Andrea per questo bell’articolo :)
La parte che più mi è piaciuta del tuo commento Daniele è stata questa: “andare a camminare per camminare”. A quante semplici attività abbiamo ormai smesso di dare l’attenzione che meritano: pensare che la felicità incondizionata, quella che nasce dal nulla, si nasconde proprio in queste semplici azioni.
Per il resto, quando lavoravo in consulenza con ritmi che in alcuni periodi sfioravano le 12-14 ore al giorno, weekend compresi, trovavo estremamente inefficace la gestione del tempo. Era un po’ come se ci si sentisse obbligati a “lavorare per lavorare” senza comprendere che il lavoro che si fa alle 10 di sera dopo 14 ore davanti ad un pc è inevitabilmente di scarsa qualità. Ma questi sono miti duri a morire in certi ambiti.
Andrea.
“Lavorare per lavorare”: mi viene in mente quel famoso detto? E’ meglio lavorare per vivere che vivere per lavorare!
Certe esperienze possono servire a farti capire quali sono le vere PRIORITA’ della vita: quando ad esempio ti ritrovi ad aspettare l’esito di una biopsia e ti chiedi “Bene….ed ora? Cosa ho combinato nella mia vita? E’ tutto qua? Me la sono veramente goduta?” E’ la qualità delle risposte che ti dai che ti dà il senso di tutto il tuo sbatterti: e nel mio caso era un senso veramente pessimo!
Da lì in poi vedi tutto sotto un’ altra luce: e sottolineo LUCE! ;-)
Mi stavo preoccupando :-) Ieri mi aspettavo la solita e-mail di avviso che avevi pubblicato il tuo nuovo articolo… credevo avevi saltato questa settimana :-D
Comunque un articolo perfetto in questo momento visto che con l’inizio dell’estate tenderei a sbilanciare il mio equilibrio puntando più sull’ozio piuttosto che sul lavoro. Hai ragione, ci vuole equilibrio sempre.
A presto!
Ciao Claudia,
paura, eh?!
In passato mi è capitato di saltare qualche settimana, forse a luglio/agosto 1-2 ne salterò, vedremo. Comunque di tanto in tanto sono “costretto” a pubblicare di martedì e non di lunedì per via di un’assurda legge italiana (sì, sembra una scusa, ma è tutto vero). Chissà, fra qualche mese le cose potrebbero cambiare… ;-)
Speriamo in meglio ;-)
(penso di immagine quale sia la legge in questione….)
Ma della metafora del foglio bianco come promessa, della scrittura come alternanza fra momenti vuoti e momenti pieni…. Ne vogliamo parlare? Bellissima
Piaciuta? :-)
Molto interessante questo articolo, partecipo volentieri alla discussione. A me piace molto oziare e volte sforo nel cazzeggio, illuminante sapere che il cazzeggio nasconde l’ansia! Ed è vero, almeno nel mio caso è così. Nel mio tempo libero mi piace fare nulla, stare sul divano con il gatto è l’ideale. Per quanto riguarda l’ozio attivo: finalmente ho iniziato un corso di disegno e pittura, scoprendo di avere anche un discreto talento, amo dipingere, mi ricarica moltissimo. Poi mi sono messa sotto con il tennis, è la mia grande passione, mi piace sia giocarlo che vederlo, infatti in questo momento vorrei essere a Londra a vedere Wimbledon :-) Mi piace leggere, amo la natura e il silenzio, le passeggiate nei parchi sono il mio toccasana.
Ci credi che leggere il tuo commento mi ha trasmesso una grande energia positiva? Trovo molto motivante quando le persone parlano delle proprie passioni.
A presto,
Andrea.
Ciao a tutti,
il mio personale “ozio” è quando torno in italia per 2 giorni al mese(in questo momento lavoro in Francia).
Cerco sempre di stare le persone con cui amo e fare le cose che in Francia non posso fare.
A volte ci sono volte che non faccio praticamente nulla e alcune volte mi chiudo in cucina e comincio a divertirmi di brutto cucinando e vedere tutta la famiglia che si gode le mie pietanze è un piacere esagerato! ;D
Poi quando torno in Francia, cavolo se è dura ricominciare e alle volte penso : Chi cacchio me lo fa fare?
E mi vieni in mente te Andrea , con la tua scelta di fare ciò che veramente ti piace e io penso: Sono veramente uno scemo!:O
Comincio a ringraziare
Rucs :D
Il mio “ozio” è completamente nero e pesa più o meno 600Kg: è una cavallona meravigliosa che è entrata nella mia vita due mesi fa, che pretende tanto tempo, tanta fatica, tanto sudore, ma che poi mi da in cambio tantissimo.
E non è bello soltanto perchè quando sono con lei devo stare “sul pezzo” e non ho tempo di pensare a nient’altro (una specie di meditazione in movimento!) ma perchè quando sono con lei sono chi voglio essere, mi riconosco, sono io. Non mi sto distraendo, mi sto ritrovando. Forse è questa la differenza tra ozio e cazzeggio: trovarsi, non perdersi.Grazie Andrea, i tuoi post mettono ordine.
Trovarsi e non perdersi… mi piace, mi piace molto: grazie del commento, sempre di qualità qui su EfficaceMente. I miei complimenti.
Andrea.
Bel post, ci voleva proprio.
La parte in cui parli della distinzione fra ozio e cazzeggio, soprattutto, mi ha fatto ricordare che le paure e le ansie che portano alla pigrizia sono le stesse che mi hanno portato ai problemi che ho avuto fino a poche settimane fa (che portano poi a depressione e compagnia bella). Ci stavo ricascando, e invece no! Mi piace parlarne sempre perché le persone con i miei stessi problemi potrebbero leggermi e capire un po’ cosa c’è che non va nella loro situazione.
Una domanda: perché le persone che pure non hanno paura di uscire fuori dalla zona di comfort e hanno molto entusiasmo non migliorano la loro vita? Mio fratello, ad esempio. Gli avrò sciorinato mezzo Efficacemente ma lui continua a preferire la sua vita monotona, grigia dallo stipendio di 650 euro al mese.
Ciao Andrea, in un post di qualche mese fa ho scritto: “Quando l’allievo è pronto, il maestro appare”. Lo so che hai parlato a tuo fratello di EfficaceMente con le migliore intenzioni, ma farlo in questo momento in cui tuo fratello è disinteressato ad un cambiamento significa allontanarlo ancor più da certe tematiche.
Le persone non hanno bisogno di sapientini che spieghino loro come si vive, hanno piuttosto bisogno di esempi da cui trarre ispirazione. Mi auguro che questo messaggio passi anche nei miei post.
Andrea.
Mio fratello invece, pur di rimanere aggrappato ad un tenore di vita agiato, non troppo per merito suo però, si è totalmente inzerbinato alla moglie che, non soddisfatta dei “servigi” ottenuti, una o due volte al mese per capriccio lo caccia fuori di casa: e lui dopo il solito pellegrinaggio tra i vari amici che lo ospitano per una/due notti, ritorna sempre a casa mia con la promessa che “questa è l’ultima volta domani vado dall’avvocato”!
Io penso che sia molto più salutare uno stipendio da 650 euro, ottenuto con il sudore della propria fronte godendosi di più la vita, che girare ogni anno in BMW nuovo di trinca dovendo però subire tutti questi “effetti collaterali”: opinione personale ovviamente! ;-)
Ciao Andrea! grazie per l’articolo innanzitutto, casca proprio a pennello e così penso anche per molti altri lettori. Per me è un periodo in cui non ho più voglia di fare nulla, dopo aver superato tutti gli esami universitari. Dovrei mettermi a cercare lavoro, ma ora mi sento proprio scarico…pensavo di riposarmi fino a metà luglio circa (periodo in cui dovrei ricevere la laurea) e poi di cominciare a cercare attivamente un lavoro…dici che è la scelta giusta in termini di bilanciamento lavoro/ozio? grazie!
Ciao Stefano,
dopo una sessione dura di esami è fondamentale staccare completamente (e dico completamente): è il modo migliore per partire carichi per le nuove sfide.
Ciao.
Da manuale…come sempre :) complimenti a te role model!
Flaminia*
Bravo Andrea! I tuoi articoli sono interessantissimi e ricchi di spunti. Questo sull’ozio mi è piaciuto particolarmente. Grazie!
Grazie a te del commento Giuseppe,
Andrea.
Ciao Andrea…anche oggi grande articolo!il cazzeggio paragonato all’indebitamento finanziario è veramente di grande impatto…sei riuscito con un semplicissimo esempio a rendere perfettamente l’idea!!! Complimenti, davvero!
Ciao Mariarita,
sai, il detto “Il tempo è denaro” è molto più veritiero di quanto potremmo pensare ;-)
A presto,
Andrea.
Finisco la maturità e trovo questo bell’articolo a dirmi come spendere le vacanze! Scherzi a parte, ottimi consigli, in effetti in linea con i miei attuali progetti: svegliarsi presto ma seguendo il proprio orario naturale (8.00-8.30 nel mio caso), e poi fare un’oretta di kung fu, una di lettura e mezz’ora di piano ogni giorno (sono attività che nelle ultime settimane ho messo da parte per gli esami).
Piuttosto avrei una domanda: è possibile che lo stress per il “negotium” possa essere tale da far percepire un totale smarrimento nel momento dell’ozio? in altre parole è normale chiedersi “adesso io cosa faccio”?
Come scritto anche nel post a volte è necessario anche l’ozio passivo, momenti di “sana” noia, in cui semplicemente non facciamo nulla, neanche quelle attività di riposo “attivo”. Ecco, credo che questo possa aiutare a recuperare del tutto quei momenti particolarmente stressanti della nostra vita.
Andrea
Scusa Andrea ho una curiosità…perché nei tuoi blog in nessuno dei commenti appare una data?
Tendenzialmente ho sempre evitato di dare una valenza temporale ai miei contenuti, compresi i commenti: la data del post è presente ma molto in piccolo e defilata, togliendo la data ai commenti ho voluto sottolineare ulteriormente questo approccio.
Bravo Andrea complimenti, l’ozio usato in maniera positiva e creativa puù miliorare notevolmente anche la nostra attività lavorative se non crearne addiirttura uno, non caso ho sottotitolato il mio blog Otium
Perdonami i refusi :-)
In altre parole quando stiamo cazzeggiando non ci stiamo godendo un sano riposo, ma stiamo (non) lavorando, cioè la nostra attenzione, in fondo in fondo, è sempre diretta al lavoro che non stiamo facendo e che ci aspetta e che abbiamo paura di affrontare.
La strategia di porre un limite, un termine al tempo dedicato al lavoro mi piace. Però vedo una trappola: si potrebbe cadere nella mentalità “prima il dovere, poi il piacere”. Ma in questo caso vengono in aiuto le tecniche di autocontrollo, specialmente il punto 1. Dico bene? Certo che diventare efficaci è come combattere contro un mostro a 100 teste!
Ciao Anna, sì assolutamente.
Io però non la prenderei come una battaglia, ma come un gioco :-)
A presto,
Andrea.
Parole sante quelle di questo articolo :)
Bellissimo articolo! Grazie!!
Ciao Andrea,
Ho riletto con piacere quest’articolo sull’ozio.
Volevo chiederti, più o meno, quanto dovrebbe essere l’ozio giornaliero?
Ora sacra a parte, visto che non credo venga considerata come ozio.
Secondo te bisognerebbe determinare il tempo massimo entro il quale completare le attività giornaliere e oziare tutto il tempo una volta che hai finito?
Quanto quantificarlo se invece la durata dell’attività la decidi te? (Ad esempio, studio universitario, creazione di un blog come lo hai fatto te.)
Grazie in anticipo.
Io mi concederei ogni giorno almeno 30 minuti di ozio puro, ovvero un tempo dedicato alla ricarica. Navigare sui social ad esempio non rientra nell’ozio. Meditazione, passeggiate in mezzo alla natura, ascolto di musica rilassante, hobby manuali che ci assorbano completamente rientrano in questa descrizione.