Un articolo sulle lezioni di leadership del re di Sparta Leonida. Lezioni dal passato per i leader del futuro.
Nota dell’autore: con estremo piacere vi presento il primo guest post del Blog EfficaceMente firmato da Antonio Gallo.
Una delle convinzioni maggiori che ho sviluppato nel tempo leggendo di leadership è che chiunque aspiri ad un ruolo di leader debba obbligatoriamente avere un senso della storia ben sviluppato.
Negli anni scorsi ho frequentato un master in strategia aziendale e, nonostante il programma di studi fosse tutto sommato completo e ottimamente articolato, la cosa che mi è mancata più spesso è stato un approccio sistemico di analisi e comprensione delle leadership del passato.
Così come dichiarato dal premio Pulitzer David McCullough, il senso della storia è fondamentale perché “riguarda sia le persone sia il rapporto tra causa e effetto”.
Non cerco quindi di dare una definizione di leadership a tutto tondo quanto piuttosto di andare a ritroso, partendo dalla disamina di un personaggio storico, per individuare i tratti salienti del suo essere leader e capire se questi possano in qualche modo essere vissuti anche nei nostri tempi e nella nostra cultura.
Il re di Sparta: Leonida
Avrete tutti sicuramente visto il film 300 di Frank Miller. Prendiamone le immagini più aderenti alla realtà storica accertata. La figura che spicca tra tutte è sicuramente quella del re Leonida.
Perché il re spartano può a tutti gli effetti essere considerato un leader? Ma soprattutto, può essere considerato un leader moderno?
Il peso del caso
“Inaspettatamente Leonida aveva raggiunto a Sparta la dignità di re.”
Erodoto, libro VII.
Gli avvenimenti familiari (la morte dei fratelli maggiori) concessero a Leonida di divenire uno dei due sovrani della città. Anche il caso ha un suo ruolo specifico nell’incedere dei grandi leader. A volte nel modificare gli eventi a proprio favore, a crearli dal nulla in altri…
Messaggio per il leader: anche il caso avrà un suo peso nel determinare fortune o insuccessi lungo il cammino.
La scelta strategica dei collaboratori
“Tu sei un buon amico, ma di capitani migliori, non ce n’è”
Dinanzi all’imposizione dell’assemblea cittadina di schierare solo 300 uomini, Leonida scelse, tra quelli più valorosi, solo quelli che avevano già un figlio, in modo da non interrompere la loro dinastia. Una gestione delle risorse complessa, in quanto le migliaia di spartiati lasciati in presidio della città accolsero con delusione questa decisone: non avrebbero potuto conquistare gli onori militari direttamente sul campo di battaglia, il sogno massimo per una cultura prettamente militare.
Messaggio del leader: gli uomini giusti nel momento opportuno è il viatico alla buona riuscita di ogni operazione. Pensare nel lungo periodo: non solo a quello che ci attende nell’immediato ma anche a quanto possa riservarci il futuro. La lungimiranza è la chiave.
Il concetto di emulazione e… “spinta gentile”
“Visto caro amico, ho portato più soldati di te…”
Gli spartani furono i primi a dirigersi verso il passo delle Termopili. In questo modo gli alleati non avrebbero tardato la loro partenza adducendo come scusa il ritardo di quei guerrieri attorniati da cotanta fama. Leonida portò con sé i soli Tebani, una mossa volta a comprendere quanto questo popolo fosse legato agli invasori rispetto a quanto si dicesse.
Messaggio del leader: muovi il primo passo e gli altri ti seguiranno, in quanto infonderai in loro coraggio. Fai leva sulla tua reputazione e non avranno esitazioni ad accompagnarti sino in fondo. Se le regole non bastano, cerca di capire chi è dalla tua e chi non lo è.
Visione e coraggio
“Spartani, arrendetevi e deponete le armi”.
“Persiani, venite a prenderle!”.
Probabilmente i 300 schierati alle Termopili erano il frutto di una concezione strategica ardita e trasognante. Credo che a guidarli non fosse solo il tipico fanatismo delle culture militari, ma anche, e forse soprattutto, la visione di una nazione libera da qualunque invasore. Inquadrato l’obiettivo, questo viene visualizzato, trasmesso ai propri collaboratori e interiorizzato. Con ardore, forse una lucida follia, si cerca di realizzare il sogno.
Messaggio del leader: nessun obiettivo è fuori dalla nostra portata, anche quando sembra irraggiungibile. Credi con ardore nei tuoi sogni e sfida te stesso, le tue paure, i limiti che ti auto imponi ancor prima dei tuoi avversari: renderai i tuoi desideri reali.
Capacità di negoziazione
“I tuoi rivali ateniesi si inginocchieranno ai tuoi piedi se solo tu ti inginocchierai ai miei”.
“[…] massacrare tutti gli uomini delle tue armate, mi ha procurato un fastidioso crampo…”.
Le capacità di negoziazione sono tra le skills più importanti per un vero leader. Perché? Arrivare ad un accordo in un ambiente (sociale, competitivo, …) presume la gestione di una complessità indirizzata al raggiungimento di un risultato vantaggioso. Comunicazione, tattiche di argomentazione e persuasione sono elementi, ieri come oggi, cruciali.
Messaggio del leader: Avere ben chiari gli obiettivi del negoziato. Impostare con decisione il tavolo delle trattative. Alzare il ritmo. (Ma, soprattutto trovare un accordo vantaggioso.
L’ultima parola
“La battaglia è finita, Leonida!”
“La battaglia sarà finita quando io dirò che sarà finita!”
Ogni decisione vede la fatidica ultima parola. Il momento cruciale. Quello che segue l’analisi e la considerazione dei fatti. Il passaggio chiave per passare dalla fase di pianificazione a quella operativa.
Messaggio del leader: il comando pretende la responsabilità della decisione finale. Pianificare non è tutto, occorre agire!
Il leader ed i suoi uomini
“E’ un onore aver vissuto al tuo (fianco).” (rivolto ad un soldato).
Il leader non abbandona mai le proprie risorse. Le affianca, le guida e le protegge. Prende in carico anche le loro responsabilità di insuccesso, in quanto il vero leader non solo sa riconoscere il talento ma è capace di attendere la sua esplicazione massima. Ogni campo di battaglia è un percorso da effettuare fianco a fianco.
Messaggio del leader: nei successi e nelle sconfitte, meriti o demeriti vanno condivisi tra il capo e il team. La squadra è un corpo unico, una falange.
Il leader fuori dagli schemi
“Va’ o passeggero, narra a Sparta che noi qui morimmo in obbedienza alle sue leggi.”
Analizziamo per un attimo la fine dei 300. Quello che penso è che in realtà non offrirono la loro vita alle leggi cittadine o al culto della “bella morte”. Del resto la loro cultura, sin da piccoli, imponeva loro di recare la morte con furbizia e con l’inganno. Sarebbe quindi stato nel loro modo di pensare l’atteggiamento di chi cerca di mettersi in salvo.
Fu quella una scelta deliberata sì, ma con un messaggio dal forte carattere simbolico.
Spronare alla lotta e ribellione. Consentire l’organizzazione razionale delle difese. Adempiere ad un destino già scritto.
Messaggio del leader: in casi estremi, anche i messaggi o le azioni più dure possono condurre a quei cambiamenti necessari alla sopravvivenza. I propri assunti culturali vanno spesso cambiati e adattati alla situazione in divenire. In ultima analisi, occorre esplorare anche percorsi mai prima battuti.
Chi è Antonio Gallo: 29 anni, nato a Nardò (Lecce), laurea a Siena e master a Milano. Dal sud prende il culto (passione e rabbia) delle origini. Dall’università toscana quello, ancora più sacro e meno volubile, della storia, non solo come maestra di vita, ma come strumento per tracciare linee nuove e comprendere e plasmare l’odierno. A Milano deve la curiosità per i temi riguardanti la leadership e la convinzione che, aldilà delle competenze, dei titoli e degli araldi :-), siano sempre le persone a fare la vera differenza.
Se vuoi approfondire ulteriormente la tematica della leadership, ti consiglio il corso: “Essere Leader“. Un video corso approfondito e pratico che ti insegneranno l’arte della leadership.
Bellissimo articolo.
Grazie Moreno, sono sicuro che Antonio apprezzerà i complimenti.
Andrea.
L’argomento evoca molto il testo “l’arte della guerra” di Sun Tzu, esemplare testo di strategia. Il leader conduce il proprio esercito rendendolo partecipe e motivandolo al raggiungimento dell’obiettivo. Crea le condizioni affinchè ogni soldato senta propria a vittoria .
Ciao edit,
benvenuta.
Purtroppo testi come l’Arte della guerra di Sūnzǐ (o Sun Tzu) ed il Principe di Macchiavelli sono testi un po’ troppo inflazionati nel mondo della crescita personale.
A mio avviso però, pochi tra gli estimatori (ed i detrattori) hanno letto realmente ed approfonditamente questi testi, trovo quindi il tuo paragone più che azzeccato.
Andrea.
Questo articolo mi piace. Secono me la leadership si traduce con un famoso proverbio latino:” la parola conduce, l’esempio trascina”.
Non conoscevo questo esempio Alessandro. Grazie per il contributo.
Andrea.
Quando si scrive di leadership si corre il rischio di dire sempre le stesse cose…anzi si dicono sempre le stesse cose, pur con parole diverse.
In questo senso il post in questione è molto bello, pregnante e originale:
Antonio prende una storica lezione del passato ( e la sua specialità, almeno mi sembra è la storia, ce la spiega e la trasporta nel mondo nostro, nel mondo manageriale, e anche nel mondo di tutti i giorni..
Concordo con Alessandro, l’esempio trascina; tutti diventano leader di se stessi, ma poi a volte il capo deve fare il capo e certe decisioni le può prendere solo lui.
Roberto
Grazie per il commento Roberto, concordo sull’originalità con cui Antonio ha trattato l’argomento della leadership.
Andrea.
Incredibile, proprio ieri sera ho visto questo film per la prima volta (l’ho commentato anche su Twitter).
Complimenti per il post!
Ciao Alessandro,
è sorprendente il modo in cui attiriamo a noi le cose… qualcuno la chiama legge dell’attrazione ;-)
L’Arte della Leadership…ancora le parole e il loro peso. Arte per definizione connubio di doti innate e esprienze personali che porta alla realizzazione di opere e capolavori. Il leader ha in sè doti innate e con le sue esperienze le filtra e porta alla realizzazione di se stesso attraverso gli altri, sa di essere di esempio per chi lo segue. E con le sue azioni.. “non avranno esitazioni ad accompagnarti sino in fondo”…Bellissimo articolo.
Grazie per questo commento roberto: ho apprezzato molto come hai accostato le parole arte e leadership.
Andrea.