Come cambierebbe la tua vita (personale e professionale), se tu fossi in grado di generare idee efficaci e originali ogni volta che ne hai bisogno?
Ospito con piacere qui su EfficaceMente un post di Giovanni Lucarelli, sociologo, scrittore e facilitatore. Giovanni oggi ci parlerà di creatività… a te la parola Giovanni!
Ok, cominciamo dall’inizio.
Viviamo in un mondo complesso, che cambia velocemente e continuamente, un mondo V.U.C.A. (acronimo di Volatility, Uncertainty, Complexity, Ambiguity), e, per mantenere la rotta, sono necessarie determinazione, flessibilità e creatività.
Non a caso il “Future of Jobs Report“, redatto dal World Economic Forum, ha evidenziato che le abilità creative e di Problem Solving sono ai primi posti tra le dieci competenze più importanti per i manager.
John Micklethwait, capo-redattore dell’Economist, qualche anno fa ha affermato:
“Il più grande vantaggio competitivo oggi non risiede più nei costi o nella qualità, ma nella creatività”.
John Micklethwait
Che cos’è la creatività?
Partiamo, come sempre in EfficaceMente, dal principio: che cos’è la creatività? Definirla non è di certo semplice. Anzi, ci sono voluti anni e molti sforzi per arrivare a una definizione univoca di questa importantissima qualità.
Oggi ci aiutiamo con quella che ne dà l’enciclopedia Treccani: “Virtù creativa, capacità di creare con l’intelletto, con la fantasia. In psicologia, il termine è stato assunto a indicare un processo di dinamica intellettuale che ha come fattori caratterizzanti: particolare sensibilità ai problemi, capacità di produrre idee, originalità nell’ideare, capacità di sintesi e di analisi, capacità di definire e strutturare in modo nuovo le proprie esperienze e conoscenze”.
La creatività e le sue caratteristiche
Per capire e focalizzare al meglio ciò di cui stiamo parlando, oltre al significato è importante anche comprendere quali siano le peculiarità di un’abilità così importante come la creatività. La definizione, in termini psicologici, di queste caratteristiche risalgono a Joy Paul Guilford, psicologo statunitense, che ha individuato i seguenti aspetti che la contraddistinguono:
- la fluidità, ossia la capacità di produrre un flusso costante e considerevole di idee;
- la flessibilità, ovvero l’abilità di cambiare strategia ideativa, ampliare le opzioni a nostra disposizione in qualsiasi ambito o situazione;
- l’originalità, che consiste nella capacità di trovare soluzioni, idee, risposte uniche;
- l’elaborazione, ovvero aggiungere dettagli o modificare caratteristiche per ridare freschezza a idee già esistenti.
Anch’io sono creativo?
Partiamo dalla madre di tutte le domande: “Anch’io sono creativo?”.
La risposta è “sì”: ogni persona nasce creativa, il problema è che, forse, crescendo perde parte di questa sua abilità.
Ci sono degli studi[1] sui gemelli omozigoti che dimostrano come le abilità creative dipendano per circa il 33% dal nostro DNA e per il restante 66% dall’ambiente in cui cresciamo e dalle attività che svolgiamo (studio, sperimentazione, ecc.).
Quindi, mettiamo da parte le scuse: anche tu sei creativo e hai il controllo del 66% delle tue abilità.
A questo punto, ti starai chiedendo: “Va bene, ammesso che queste abilità creative siano così importanti, io come posso svilupparle?”
Come posso sviluppare la mia creatività?
Per prima cosa, dobbiamo sgombrare il terreno, dobbiamo rimuovere gli ostacoli che ci impediscono di utilizzare a pieno le nostre abilità creative.
Ci sono diverse tipologie di ostacoli: qui ne vediamo un paio.
Ostacoli alla creatività di natura psicologica
Se abbiamo una scarsa autostima, se abbiamo poca fiducia nella nostra creatività (e ci ripetiamo “Io non sono creativo”), difficilmente avremo energie e grinta sufficienti per generare buone idee.
Quando ci troviamo davanti ad un problema, proviamo a scrivere qualche soluzione, ma ci fermiamo alle prime due o tre idee, non ci sembrano un granché e rafforziamo la convinzione che noi non siamo affatto creativi.
Per superare questa convinzione errata, prova a tornare con il pensiero a quando eri bambino, a quando inventavi dei personaggi e delle storie, a quando “creavi” qualcosa con il DAS o con i mattoncini Lego.
Ti renderai conto, allora, che la creatività è ancora dentro di te e, forse, l’hai un po’ “soffocata” con i “devo e non devo”, i “si fa e non si fa”.
Concediti la libertà e la leggerezza di farla emergere di nuovo, sperimenta il divertimento di generare tante idee, idee stravaganti e originali (tra poco ti darò qualche suggerimento pratico).
Un altro ostacolo psicologico è la paura delle critiche.
Magari siamo riusciti a trovare qualche idea interessante, ma non abbiamo il coraggio di presentarla al capo o al nostro team.
Abbiamo paura di essere criticati o di essere presi in giro.
Wayne Douglas Gretzky, noto allenatore canadese di Hockey, è solito dire ai suoi giocatori:
“Sbaglierai il 100% dei colpi che non tirerai”.
Wayne Douglas Gretzky
Se non condividiamo la nostra idea con il team, come speriamo che possa prendere vita e diventare un progetto concreto?
D’altra parte, sappiamo che, a livello relazionale, non possiamo piacere a tutti: ci saranno persone a cui saremo più simpatici e altre persone a cui saremo meno simpatici.
Allo stesso modo, le nostre idee non potranno piacere a tutti, ma questo non significa che non valga la pena proporle.
Semmai chiederemo al gruppo di aiutarci e rendere quell’idea più funzionale ed efficace.
La creatività: gli ostacoli di natura organizzativa
Altri sono ostacoli di natura organizzativa, come l’abitudine di fare le cose sempre allo stesso modo.
Ti sarà capitato, a volte, di sentir dire: “Noi abbiamo sempre fatto così…”.
Ma se ci comportiamo sempre allo stesso modo, otterremo sempre gli stessi risultati e, in un mondo che cambia continuamente, non mi sembra un risultato così lusinghiero…
Cerchiamo, invece, di sperimentare nuove modalità di fare le cose e domandiamoci:
- In quali altri modi potremmo svolgere questa attività?
- Che cosa potremmo fare per sorprendere i nostri clienti?
La creatività e due stili di pensiero
Un’abilità fondamentale per riuscire a sfruttare appieno la nostra creatività è la capacità di alternare il Pensiero Divergente e il Pensiero Convergente.
Probabilmente ne avrai già sentito parlare.
Il Pensiero Convergente è un modo di procedere sistematico che, tramite una serie di passaggi (basati su schemi di ragionamento consolidati), ci porta al risultato finale.
È quello che attiviamo, ad esempio, quando applichiamo formule matematiche o procedure standard.
Il Pensiero Divergente, invece, cerca di stimolare delle prospettive originali, di trovare nuove relazioni tra idee, di superare gli schemi di ragionamento ordinari e di spingere la mente in direzioni inesplorate.
Questo consente di generare una varietà di ipotesi e di soluzioni che prima non esistevano.
Lo applichiamo quando dobbiamo risolvere un problema o quando ci troviamo davanti a un imprevisto.
Per aumentare le tue potenzialità creative, dovrai sviluppare entrambi questi stili di pensiero e imparare ad applicarli, in modo alternato, nel tuo ambito personale e professionale.
Non preoccuparti: ti basta seguire queste semplici regole.
Le regole del Pensiero Divergente per la Creatività
Quando hai bisogno di generare nuove idee, crea un ambiente sereno (musica di sottofondo, stimoli visivi, come foto e immagini, qualche snack, ecc.) e definisci la sfida da affrontare sotto forma di domanda:
- Come possiamo raddoppiare il fatturato entro la fine dell’anno?
- Come posso creare un nuovo prodotto di successo?
Stimola il tuo team a proporre tutte le idee possibili e immaginabili, seguendo le regole del Pensiero Divergente:
- Nessuna critica: tutte le idee vanno accolte, senza esprimere alcun giudizio, eventuali osservazioni sono rimandate ad un secondo momento;
- Grande quantità: maggiore è il numero di idee proposte e maggiori saranno le probabilità di individuare soluzioni efficaci e insolite;
- Stravaganza: esprimi idee folli, aiuterà ad uscire dagli schemi e a trovare soluzioni originali ed innovative;
- Visual: traccia un disegno o un semplice schizzo per descrivere un’idea, così attivi aree diverse del cervello e stimoli ulteriormente la creatività;
- Combinazioni: prendi spunto dalle idee degli altri per generare nuove proposte;
- Appunti: scrivi tutte le idee (senza alcuna valutazione), successivamente potrai giudicarle e selezionarle.
Completata la fase divergente, avrai una lavagna (o un block notes) pieno di idee.
Adesso è il momento di fare una pausa, di bere qualcosa e di arieggiare la stanza.
Le regole del Pensiero Convergente
Per valutare e selezionare le idee, applica le regole del Pensiero Convergente:
- Giudizi affermativi: prima di evidenziare le carenze di un’idea, comincia a sottolinearne gli aspetti positivi (“Di questa idea mi piace la semplicità…”): questo renderà la tua valutazione più completa;
- Migliora le idee: se un’idea interessante ha alcune criticità (ad esempio, è troppo costosa o complessa da realizzare), cerca di migliorarla, chiedendoti: “In che modo possiamo renderla più economica (o più semplice) da realizzare?”;
- Rimani in tema: tieni sempre d’occhio gli obiettivi che ti sei prefissato, in modo da verificare facilmente se l’idea che stai valutando si applica al problema che stai risolvendo;
- Filtra le idee in base a criteri oggettivi: stabilisci (all’inizio della fase convergente) i criteri con cui intendi valutare le soluzioni. Potresti dare un punteggio (da 1 a 10) ad ogni idea in base all’originalità, alla realizzabilità, all’economicità, ecc.;
- Sii aperto all’originalità: mantieni la mente aperta, perché le idee più innovative e rivoluzionarie, all’inizio, appaiono assurde.
Sforzati di andare oltre la prima impressione e poni attenzione all’originalità dell’idea (domandati: “È mai stato fatto niente del genere nel nostro ambito professionale?”).
A questo punto ti troverai con 3 o 4 proposte originali ed efficaci da mettere in pratica.
Come stimolare la creatività: qualche buona abitudine
Vediamo, adesso, qualche abitudine che può aiutarci a potenziare le nostre abilità creative.
Tieni un taccuino delle idee
Le idee, te ne sarei accorto, arrivano nei momenti meno attesi: mentre siamo impegnati a correre, a pedalare in bicicletta, a guidare l’auto, oppure quando siamo rilassati sotto la doccia [puoi ascoltare l’episodio del podcast “Perché le migliori idee ci vengono sotto la doccia”].
Questo succede perché, quando il corpo è impegnato, il cervello attiva una sorta di “pensiero in background” e riesce a rielaborare le informazioni e a immaginare nuove combinazioni creative.
Io, scherzando, dico che le idee sono “volatili” e, se non riusciamo a scriverle appena ci vengono in mente, rischiamo di perderle.
Ecco perché ti suggerisco di tenere un taccuino delle idee.
L’ideale sarebbe un quaderno cartaceo. Se lo preferisci, però, puoi usare una delle tante app per prendere appunti.
L’importante è che tu abbia tutte le idee in un solo posto, così, una volta la settimana, puoi rileggerle e individuare quelle più interessanti da realizzare.
Metti in moto le gambe
Tranquillo, non ti sto chiedendo di correre la maratona di New York, ma di dedicare 15 – 20 minuti della tua giornata a camminare o a correre.
C’è una ricerca[2] (svolta da Marily Oppezzo e Daniel Schwartz, presso Università di Standford), che evidenzia che camminare agevola il flusso di idee e favorisce il pensiero creativo (e, ovviamente, migliora la salute fisica).
Il 100% dei partecipanti che avevano camminato è stato in grado di generare almeno una analogia di elevata qualità, rispetto al 50% di quelli che erano rimasti seduti all’interno.
“Non stiamo dicendo che camminare può trasformarti in Michelangelo” – ha affermato scherzosamente Marily Oppezzo – “ma può aiutarti, soprattutto nelle fasi iniziali, a sviluppare la tua creatività.”
Un altro aspetto interessante, emerso dalla ricerca, è che camminare all’aperto (magari in un parco verdeggiante), oppure su un tapis roulant, o lungo i corridoi (più o meno “monotoni” di un ufficio), ha fondamentalmente lo stesso effetto sulla creatività.
Insomma: adesso non hai più scuse ;-)
Beviti una birra
Se, dopo tutti questi suggerimenti, non ti sono ancora venute delle buone idee… prova a bere un bicchiere di birra.
Non è uno scherzo (né, tantomeno, un invito all’alcolismo), ma è quello che emerge da alcuni studi scientifici sull’ideazione creativa.
La psicologa Jennifer Wiley, docente all’Università dell’Illinois a Chicago, ha svolto una ricerca[3] decisamente originale: ha selezionato 40 ragazzi, giovani e in buona salute, e ha presentato loro una serie di giochi, quiz ed esercizi (che richiedevano un mix di abilità logiche e creative).
Durante l’esperimento, a 20 di loro è stato concesso di bere due bicchieri di birra, mentre gli altri hanno avuto solo bibite analcoliche.
Monitorando le risposte che venivano via via fornite dai soggetti, la Wiley ha evidenziato una correlazione favorevole tra l’assunzione di alcol e i risultati positivi al test.
Le persone che avevano bevuto la birra hanno mostrato performance decisamente superiori: sono state in grado di risolvere il 40% in più di problemi, impiegando, in media, 12 secondi per risolvere ogni esercizio contro i 15,5 dei colleghi rimasti “sobri”.
Adesso, probabilmente, ti stai domandando: “Qual è la spiegazione?”.
La birra in quantità moderate (attenzione: parliamo di circa 0,07 grammi/alcol per litro) sembra contribuire a rilassare la persona, a ridurre le difese psicologiche, a rendere più “fluidi” i pensieri e più flessibile la mente.
Le conclusioni
“Essere capaci di focalizzarsi su un aspetto del problema, così come avere una certa esperienza nel problem solving, è sicuramente utile” – ha affermato la Wiley – “ma l’innovazione spesso scaturisce quando le persone riescono a cogliere un quadro d’insieme”.
Mi auguro che questi suggerimenti ti siano d’aiuto per rinvigorire e per potenziare le tue abilità creative.
Questo ti permetterà di trovare soluzioni brillanti ogni volta che si presenta un problema, di ideare prodotti e servizi innovativi, di scrivere articoli e libri senza difficoltà e di sorprendere amici e colleghi con nuove idee.
Se desideri approfondire queste tematiche, puoi dare un’occhiata al mio ultimo libro “Fai brillare la tua creatività” ;-)
Giovanni Lucarelli.
[1] «The Nature of Creativity: The Roles of Genetic Factors, Personality Traits, Cognitive Abilities, and Environmental Sources», Christian Kandler, Rainer Riemann, Alois Angleitner, pubblicata su Journal of Personality and Social Psychology, 2016, vol. 111, pagg. 230-249.
[2] «Give Your Ideas Some Legs: The Positive Effect of Walking on Creative Thinking», pubblicata sul Journal of Experimental Psychology: Learning, Memory, and Cognition, 2014, Vol. 40, No. 4, pagg. 1142–1152
[3] «Uncorking the muse: Alcohol intoxication facilitates creative problem solving» pubblicata su Consciousness and Cognition, Volume 21, Issue 1, March 2012, Pages 487-493 (consultabile alla pagina https://www.sciencedirect.com/science/article/abs/pii/S1053810012000037)