La distrazione è una bestia subdola: appiattisce la nostra vita trasformandola in una sequela infinita di giorni apparentemente impegnati, ma di fatto sprecati. Tempo di dire basta.
“Se un problema necessita di assoluta concentrazione, simultaneamente interverrà una distrazione assolutamente irresistibile.”
Legge di Hutchinson.
Il significato di distrazione
Oggi su questo articolo non vogliamo di certo parlare della ‘distrazione sana’, vale a dire quella condizione mentale per cui per qualche momento riusciamo a staccare dai mille pensieri che ci affliggono durante la giornata.
Ci stiamo bensì soffermando su quella condizione che non ci consente di restare concentrati su ciò che meriterebbe e avrebbe davvero bisogno della nostra attenzione. In poche parole, uno “stato del pensiero rivolto altrove, e perciò assente dalla realtà attuale e circostante” che, quindi, non ci consente di svolgere proficuamente le proprie attività.
La distrazione è il disturbo dei nostri tempi
Al giorno d’oggi, la distrazione sembra essere più diffusa rispetto al passato. Questo fenomeno può essere attribuito alle profonde trasformazioni che la nostra società ha subito, soprattutto negli ultimi 70 anni, rendendola frenetica e intrisa di stimoli, informazioni e preoccupazioni.
La maggior parte delle persone vive costantemente di fretta, senza concedersi molto tempo per sé stesse o per riflettere sulle proprie emozioni.
Con l’avvento del nuovo millennio, siamo stati catapultati in un’era caratterizzata dalla velocità dei ritmi di vita, dall’influenza dei social media e dal predominio del mondo virtuale come principale mezzo di interazione con l’esterno.
Di fronte a questo contesto sociale, è inevitabile che l’essere umano si distragga sempre di più. In primo luogo, perché siamo costretti a seguire ritmi e tempi che non sono naturali per noi, e quindi rischiamo di perdere di vista importanti aspetti della nostra vita.
In secondo luogo, la nostra mente si è orientata sempre più verso il superficiale, cercando di colmare vuoti interiori attraverso oggetti e possessi materiali. Questa mentalità ci distrae dai veri valori e da ciò che è veramente significativo per il nostro benessere emotivo.
Perché ci distraiamo?
A volte la causa di tanta distrazione può anche essere attribuibile a problemi di salute, ma oggi su questo articolo non vogliamo di certo soffermarci su questo aspetto. Bensì, vogliamo parlare dei meccanismi mentali che ci portano a distrarci e poi a darvi qualche consiglio su come sconfiggere questa brutta abitudine.
La difficoltà di concentrazione è il risultato di fluttuazioni, deviazioni o alterazioni radicali di questa attività mentale e si presenta soprattutto quando vengono a mancare la motivazione e l’interesse su oggetti o argomenti ben precisi.
È arrivato il momento di capire come sconfiggere la distrazione.
È arrivato il momento di capire come sconfiggere la distrazione
Alcuni vedono la distrazione quasi fosse un tratto romantico del proprio carattere: “ah sì, ho sempre la testa fra le nuvole… che sciocchino!“. La realtà purtroppo è molto meno… romantica.
Siamo ormai diventati incapaci di concentrarci su una singola attività, di studio o di lavoro, per più di alcuni minuti (a volte addirittura per una manciata di secondi). Viviamo in questo perenne limbo fatto di notifiche, notizie curiose, video da non perdere, selfie e altra spazzatura informativa.
Abbiamo ormai dimenticato cosa significhi essere davvero concentrati, perdersi completamente in un’attività di valore, riuscire finalmente a realizzare qualcosa di importante nella nostra vita.
Siamo dei fottuti drogati mediatici incapaci di disintossicarci: tempo di cambiare rotta.
Sì André, belle parole, ma in pratica come dovrei fare per sconfiggere ‘sta distrazione?!
All’interno di questo articolo ti spiegherò nel dettaglio quelle che sono le 3 mosse chiave per spazzare via la distrazione e riappropriarti del tuo tempo. Prima di vederle nel dettaglio però, devi prendere un impegno con te stesso.
Nel corso della lettura avrai la tentazione di controllare quella notifica sul tuo smartphone o di aprire una nuova finestra del browser. Fallo e dimostrerai solo a te stesso di avere l’autocontrollo di un bradipo nano delle Ande giapponesi.
Hai però un’alternativa. Adesso, in questo preciso istante…
Puoi infatti decidere di ritagliarti questi 10 minuti solo per te stesso e la tua crescita personale: è un piccolo gesto, ma potrebbe essere il primo passo per riprendere il controllo del tuo tempo.
Hai fatto la tua scelta?
La Curva Tempo-Attenzione: ovvero perché la distrazione ti sta rovinando la vita
“Gli sciocchi agiscono distrattamente. Il saggio invece custodisce l’attenzione come il suo tesoro più prezioso.”
Siddhārtha Gautama Buddha.
Qualche riga fa ti ho accennato al limbo della distrazione, ovvero quel perpetuo stato in cui non stiamo né davvero lavorando, né davvero riposando: studiacchiamo, ma controlliamo anche il nostro profilo Instagram; lavoricchiamo, ma rispondiamo anche su Whatsapp; ci alleniamo, ma controlliamo in modo compulsivo la nostra pagina Facebook.
Risultato? Non concludiamo una cippa fritta, ma in compenso arriviamo alla sera stanchi, come se un demone avesse risucchiato di nascosto le nostre energie.
In questo caso il nostro livello di attenzione è rappresentato dalla linea piatta tratteggiata nel grafico sottostante. Ci ritroviamo incastrati nel limbo (l’area rossa) e non riusciamo ad uscirne…
Esiste un’alternativa?
Per liberarci dal demone succhia-energie della distrazione dobbiamo imparare ad alternare momenti di assoluta concentrazione a momenti di assoluto riposo.
Solo questa alternanza rappresentata dalla curva sinusoidale qui sotto ci aiuta a sfuggire dal limbo, permettendoci di raggiungere sia l’area di lavoro ottimale, sia quella di riposo ottimale.
Ok André, mi hai perso a “curva sinusoidale”! Semplificando… che minghia devo fare per non farmi rubare la vita dalle continue distrazioni?!
Come smantellare l’abitudine della distrazione in 3 mosse
La distrazione è un’abitudine.
Non nasciamo distratti, ci diventiamo col tempo, ripetendo, giorno dopo giorno, azioni che indeboliscono la nostra capacità di concentrarci su poche attività di valore. Prova a pensarci. Se qualcuno dovesse osservarti dall’esterno non si accorgerebbe forse di alcuni schemi ripetitivi?
- Magari controlli lo smartphone OGNI giorno, subito dopo esserti svegliato.
- O forse dai una sbirciatina a Facebook OGNI mattina prima di iniziare a studiare o appena arrivato in ufficio.
- No, aspetta, la tua abitudine a distrarti è più raffinata… ti distrai OGNI volta che le cose si fanno difficili: magari è per via di quel capitolo che non hai voglia di ripetere o quel report che non riesci proprio a completare.
Fuochino?
Se dunque è vero che la distrazione è un’abitudine, allora significa che possiamo smantellarla e sostituirla con delle nuove abitudini, abitudini decisamente più efficaci, abitudini in grado di migliorarci la vita (e non rubarcela).
Nello specifico, per liberarti dalla distrazione ed imparare a ritrovare la tua concentrazione con maggiore rapidità, dovrai lavorare su questi 3 passaggi fondamentali:
1. La stress-recovery routine
Come visto qualche paragrafo più su, per uscire dal limbo della distrazione dobbiamo imparare ad alternare momenti di massima concentrazione con momenti di riposo totale.
Questa “oscillazione” rappresentata dalla curva a forma di “S” rovesciata, prende il nome di stress-recovery routine ed è un approccio che accomuna atleti professionisti, artisti e uomini d’affari.
I top performer nei settori più disparati hanno sviluppato la capacità di lavorare a livelli inimmaginabili per intervalli di tempo limitati, per poi staccare completamente e ricaricare le pile.
Se sei abituato a vivere nel limbo della distrazione, questo approccio ti riuscirà inizialmente difficile, ma col tempo imparerai ad avere picchi di produttività personale sempre più elevati, alternati a momenti di vero ozio.
A proposito, se non hai la più pallida idea da dove iniziare la tua stress-recovery routine, ti consiglio di applicare la “strategia Usain Bolt” ;-)
2. Il trigger
Alternare i momenti di massima produttività a quelli di riposo totale rivoluzionerà completamente le tue giornate, ma ben presto ti accorgerai di non riuscire ad essere costante: alcuni giorni andranno molto bene e altri saranno un completo disastro.
Per riuscire ad eliminare definitivamente il demone della distrazione ed essere quanto più costante possibile, hai bisogno di un… trigger, ovvero di una sorta di rituale che ti consenta di ritrovare rapidamente il tuo stato mentale ottimale.
L’ora sacra, che i lettori di EfficaceMente ben conoscono, è un ottimo esempio di trigger.
In generale l’insieme di azioni che compiano nelle prime ore del mattino sono quelle più importanti per determinare la qualità del resto della giornata.
Per evitare che la distrazione prenda il sopravvento, crea dunque un tuo rituale (trigger) da compiere ogni volta che inizi una sessione di studio o di lavoro.
Ps. sei uno studente? Prima di metterti sui libri, prova ad utilizzare la tecnica del mandarino.
3. La compressione
Il problema di certi trigger è che a volte sono troppo… LUUUUNGHI! Se abbiamo bisogno di ritrovare rapidamente la concentrazione, non possiamo certo andare a fare una corsa di mezz’ora e una meditazione di altri 30 minuti.
Il gioco non vale la candela.
Il terzo ed ultimo passaggio per sradicare la distrazione dalle nostre giornate consiste nel comprimere il trigger, ovvero sviluppare una versione ridotta del nostro rituale che ci consenta di entrare rapidamente nell’area di lavoro ottimale.
Esistono alcuni trucchi per comprimere i nostri trigger: ascoltare una canzone motivante, sfruttare delle tecniche di visualizzazione efficaci, svolgere una breve meditazione guidata.
Esiste tuttavia un trigger “breve” che è in assoluto uno dei miei preferiti e che ho iniziato ad utilizzare addirittura nel lontano 1998. Non sempre infatti riesco a svolgere la mia routine mattutina, quella che mi aiuta a raggiungere lo stato mentale ottimale, eppure, anche nelle giornate più caotiche, riesco ad innescare il mio “trigger ridotto”…
Il mio trigger “breve” preferito per combattere la distrazione
Nel dicembre del 2014 ti ho parlato per la prima volta di una mia abitudine mattutina tanto semplice, quanto efficace:
“Al mattino, appena sveglio prendo la mia raccolta, leggo una citazione che mi ispiri e faccio in modo che mi accompagni per il resto della giornata, motivandomi a compiere le azioni necessarie per raggiungere i miei obiettivi annuali.”
Questo è in assoluto il mio trigger “minimo indispensabile”, quello grazie al quale inizio la giornata col piede giusto, ma soprattutto è il trigger che mi ricorda che la distrazione è lì in agguato, pronta a rubarmi attimi di vita.
In generale, portare avanti una piccola azione positiva ogni giorno rappresenta un trigger molto potente.
Il post termina qui, mi auguro che i tre passaggi che ti ho spiegato (1. stress-recovery routine 2. trigger 3. compressione) ti aiutino finalmente a sbarazzarti del demone della distrazione.
Buona settimana.
Andrea Giuliodori
Ps. Tu quali strategie utilizzi per eliminare le distrazioni? Condividile pure nei commenti.
E anche Andrea Giuliodori si deve portare a casa la pagnotta e ogni tanto nella crescita peraonale ci infila anche un po’ di buon marketing… ;-)
In che senso… “ogni tanto”?! Sempre… :-D
Scusa, correggo. Ogni tanto ci infila del marketing meno sottile è più spudorato.
Meglio? :-)
Sì grazie, così va meglio! :-)
Scherzi a parte, c’era un tempo in cui ero un po’ restio a “vendere”: come buona parte degli italiani associavo una valenza negativa alla vendita e credevo che “vendendo” la mia autorevolezza ne avrebbe risentito.
Questo mi ha dato a lungo da pensare: “i miei manuali sono stati acquistati da decine di migliaia di persone, non c’è giorno che non riceva un’email o un commento di un lettore a cui Sm2, Start! o APP ha in qualche modo rivoluzionato la vita (o almeno una parte di essa), perché dovrei vergognarmi a parlarne… a venderli?”
Sì Pippi, nei miei articoli vendo anche i miei manuali: a volte ci sono semplici riferimenti, in altri casi, come in questo post, il riferimento è diretto. E’ così che porto a casa la pagnotta e oggi giorno ne vado dannatamente orgoglioso: questo lavoro me lo sono inventato dal nulla, mi permette di fare ciò che amo e in cui eccello, ma soprattutto guadagno solo se porto dei risultati a chi mi legge :-)
Grazie del commento e buona giornata.
Gran risposta :)
Condivido pienamente la tua posizione Andrea, spero di ripetere quello che hai fatto tu e riuscire a vivere della mia passione :-)
Bravo Andrea!!! Hai ragione da vendere, ci sono delle figure professionali quali il blogger che, secondo alcuni, dovrebbero vivere di aria e luce come le piante :)
Ciao. Non avevo mai pensato alla distrazione come ad una abitudine. Ottima l’idea del trigger e soprattutto la sua compressione. Grazie Andrea
Eh sì, vedere la distrazione come abitudine può essere molto utile: una volta che la consideri tale (una CATTIVA abitudine), puoi mettere in campo gli strumenti necessari per cambiare le cose ;-)
Ho notato che mi distraggo quando una cosa non la so fare.
È come se la mia mente sperimentasse un senso di vertigine nell’andare in territori sconosciuti e cercasse la prima via di uscita disponibile.
Essendo un appassionato di sviluppo personale lo interpretavo come il tipico atteggiamento di chi si rifugia nella propria comfort zone invece di andare avanti verso le infinite possibilità che ti si possono aprire al di là della tua zona di sicurezza.
Così ci ho messo tutta la mia autodisciplina, la tecnica del pomodoro, la strategia del vuoto, l’ora sacra… e chi più ne ha più ne metta. Sono andato avanti comunque nel mio progetto, sfidando le mie paure. Questo mi ha dato un certo piacere, non lo nego. Non stavo più perdendo tempo con le distrazioni, ma stavo comunque lavorando. Eppure il mio progetto continuava ad annaspare.
Non dico di non aver imparato niente dal lavorarci su comunque, nonostante tutto, ma è stato come se avessi scelto la maniera più lunga per imparare.
Sai quando invece il mio progetto ha cominciato a decollare? quando ho capito che esiste una via più breve che imparare sul campo. Studiare, acquisire le conoscenze tecniche mancanti, imparare dai maestri o dagli esperti del tuo settore.
Invece di continuare a lavorare a testa bassa, ho accantonato il mio progetto e mi son preso il mio tempo per studiare.
Ero convinto di avere tutte le nozioni base del mio campo, del mio settore, ma non era così. Ora che mi son dotato di una conoscenza tecnica maggiore il mio progetto ha preso il volo e non mi capita più di distrarmi.
Quello che voglio dire è che la distrazione è spesso il sintomo di una lacuna e che il tema della preparazione specifica, nel mondo dello sviluppo personale, viene un po’ trascurato.
Cosa ne pensi?
Riflessione interessante Santos, ma in tutta onestà non saprei dirti se ha valenza generale o è riconducibile solo al tuo caso specifico.
Per il resto, concordo con te che nell’industria della crescita personale ci sia spesso troppa fuffa e poca sostanza, spero in questi anni di aver dato il mio contributo per invertire la tendenza ?
Ciao, condivido questa esperienza.. tendo a distrarmi molto quando non sono sicura dell’efficacia di quello che sto facendo per raggiungere un obiettivo. Come se la distrazione fosse un rifugio dal continuare un lavoro in un modo non ottimale. Una volta trovata una soluzione, grazie ad una pausa dal lavoro per approfondire il metodo, mi vien naturale lavorare con concentrazione massima.
Andrea, ma queste tecniche funzionano anche quando il mo cartone animato preferito viene trasmesso esattamente nell’ ora del mattino in cui dovrei studiare inglese?? No, perché questa è cattiveria, altro che distrazione!!!
Ovviamente sto scherzando (però il cartone c’è davvero), come sempre ottime idee e fantastici consigli pratici.
Buona Giornata Efficace a tutti!
Ciao Andrea,
Ovviamente la tecnica che migliora la mia giornata nei periodi no, l’ho scopiazzata da te.
Scrivo il mio diario breve e focalizzo la mia attenzione soprattutto sul primo punto: “tre cose di cui essere grata”
E so che dovrei renderla un’abitudine quotidiana e non dovrei riprenderla solo quando sono demotivata.
Avevo sempre considerato la distrazione come l’alibi dietro cui nascondermi: .
Ancora una volta grazie per la sveglia!!!
Ciao Andrea, leggo da molto i tuoi articoli ma questa è la prima volta che intervengo. Sono rimasta colpita. Sono sempre stata una persona distratta, ne sono consapevole ed anche gli altri me lo ripetono spesso, mia madre, mia zia, la mia professoressa di latino…ho sempre pensato di non poter fare niente per rimediare, di essere “nata distratta”. Questo articolo mi ha fatto riflettere, forse anche per me c’è una speranza. Grazie.
Bene Chiara, prova allora ad applicare quanto discusso in questo post e poi fammi sapere nelle prossime settimane come sarà andata.
Se può esserti utile, di questo articolo devi ricordare solo 2 cose: 1) la distrazione è un’abitudine e come tale può essere cambiata, 2) per evitare la distrazione dobbiamo seguire la “curva sinusoidale”.
A presto,
Andrea.
Ciao Andrea,
la distrazione è uno dei grandi mali del mondo! Sembra un’affermazione esagerata ma se ci si pensa bene è vera. Se ogni essere umano si ricordasse costantemente dei propri obiettivi e i propri valori si comporterebbe in modo molto diverso.
Il limbo di cui parli è quello che mi impedisce di godermi il vero riposo: lavoro male e allora ritengo di non aver diritto a dieci minuti di pausa; non realizzo i miei obiettivi e allora comprimo al massimo le vacanze senza neppure godermele al meglio.
Per quanto mi riguarda ho scritto su un file di excel i miei “fini ultimi” e gli obiettivi di medio e lungo periodo (oltre agli obiettivi a breve-brevissimo contenuti in una todolist): quando voglio motivarmi respiro profondamente e mi leggo quel foglio fatto di poche righe ma prezioso.
Grazie di tutto e buon lavoro!
Ciao Andrea lavorando al pc ho svliuppato questa pessima abitudine di multitasking iniio a fare 100 cose, 20 pagine aperte leggere 3 libri contemporaneamente e poi mi rendo conto che non ho finito di fare nulla, tutto lasciato a metà, forse dovremmo disattivare le notifiche dello smartphone che ci bombardano ogni 2 minuti, vorrei solo capire come trovare la motivazione e mantenerla senza spostare il mio focus su altre azioni che non mi porteranno risultati nel lungo periodo ma che mi danno una soddisfazione irrisoria momentanea
Ciao Andrea,
ti ringrazio per i tuoi post sempre interessanti.
Sto cercando di implementare proprio questa tecnica da te suggerita. Quando sono decisamente bloccata su qualcosa che sembra essere troppo difficile o per mancanza di concentrazione, cerco di staccare la spina per 5 minuti ma senza inserire altre informazioni nella mia testa come accadrebbe con fb, emails e internet in generale. Se mi rendo conto di aver bisogno di una pausa piu’ lunga (15-30 min) vado a fare due passi, prendo una boccata d’aria o, tra le altre attivita’, preparo l’impasto del pane o della pizza. Aiuta. Per quanto riguarda le frasi motivazionali, sono d’accordo con te, sono utilissime. La sera, prima di andare a letto, ne scelgo una da scrivere come intenstazione di pagina della mia to-do list. Sara’ naive ma mi sembra che aggiunga valore, non tanto a cio’ che faccio, ma al contratto che in un certo senso firmiamo con noi stessi quando scriviamo una to-do list.
Ciao André!
Io ho deciso semplicemente di mettere dei guanti, sì, dei semplici guanti mentre lavoro. Appena li metto è come se si innescasse qualcosa e riesco ad impegnarmi al 100%. Credo che un ottimo Trigger possa anche essere un oggetto da utilizzare o portare con sé e che ti aiuti a trovare la concentrazione necessaria. Poi è un Trigger brevissimo.
Grazie mille dell’articolo!
Io mi distraggo a controllare notifiche ed email in maniera compulsiva, come sperando nell’arrivo di qualcosa o qualcuno che porti un po’ di colore nelle mie giornate così noiose… ed invece dovrei usare quel tempo per costruire o coltivare qualcosa che possa davvero dare un po’ di senso al tempo che scorre così piatto e vuoto. Grazie per l’input!
Ciao Pao, se puo’ servirti, visto che ero caduto anche io nelle stesse sabbie mobili delle notifiche compulsive, ho semplicemente disattivato il 90% delle notifiche push dalle impostazioni del mio smartphone, e silenziato gran parte dei gruppi di whatsapp % co.
In questo modo decido io quando e’ il momento di “aggiornarmi”, e ti assicuro che questo piccolo accorgimento ha notevolmente ridotto il tempo perso e soprattutto lo stress da notifica perenne!
Ma che bell’articolo, mi mancavano questi input di efficacia. :)
Come già detto da qualcuno non avevo mai considerato la distrazione una cattiva abitudine da sradicare, in questo periodo sono molto distratta come se la mia testa fosse piena di pensieri (spazzatura) devo riprendere il controllo inizierò con i consigli di questo articolo
Riesci a scrivere un articolo concreto senza dover per forza linkare i libri che vendi?
Molto interessante. A me ha richiamato alla mente la pausa di Liam Neeson nel quarto film della saga Star Wars – episodio 1, quando nei panni del maestro Jedi Qui-Gon Jinn è costretto a sospendere il combattimento a colpi di spada laser contro il cattivo di turno. Si fermano a causa di una barriera trasparente che si chiude automatica fra i due: a questo punto lui si china poggiando un ginocchio a terra e chiude gli occhi per sfruttare al meglio quel momento di “riposo ottimale”.
Quella immagine mi fa anche pensare ad una ricerca della concentrazione, sull’unica cosa da fare subito dopo -il combattimento- e quindi proverò ad usarla come “trigger”.
Grazie e buona giornata a tutti.
Grande Albe, ottimo parallelo ;-)
Mentre leggevo ho avuto l’impulso di verificare se esistono le Ande giapponesi, ed eventualmente studiarle un po’… Questa è classificabile come distrazione? O curiosità positiva? lol
Leggere questo articolo mi ha ricordato una cosa. Quando ero all’università, nell’era giurassica, non c’erano internet, smartphone, e nemmeno il computer. Il massimo della distrazione era la televisione o il telefono fisso che stava nell’ingresso di casa. E io ero abituata a studiare proprio come nel grafico che hai messo nell’articolo. Tenevo una concentrazione altissima per segmenti di tempo relativamente brevi alternata a lunghi momenti di svago. E rendevo piuttosto bene devo dire :)
Ora non ci riesco più, e in effetti le mie giornate qualche volta (ma non sempre per fortuna) si trascinano in quel limbo di distrazione che mi lascia sfinita e senza avere prodotto tanto.
Prima di leggere questo articolo non avevo compreso con tanta chiarezza quanto potessero incidere sulla mia giornata certe cattive abitudini. Non solo in termini di produttività, ma anche di stanchezza e di umore.
Eh… quando il confronto addirittura lo facciamo sulla nostra vita la consapevolezza che ne deriva è micidiale…
Ottimo articolo, Andrea! Di questi tempi ci voleva proprio.
Mi fa piacere ti sia piaciuto Sara ;-)
Ho letto il tuo articolo con mia figlia, 13enne, che quando si tratta di fare i compiti è una campionessa in fatto di distrazione. Mediamente impiega 4 ora a fare compiti che potrebbero essere svolti in 30 minuti!…
Benché riluttante, ha acconsentito a provare a mettere in pratica il metodo della stress-recovery routine ai compiti delle vacanze ancora da finire. Per agevolarla, abbiamo stabilito cicli lavoro-ozio di mezz’ora (non volevo che rinunciasse subito!) e devo dire che… è avvenuto il miracolo! In soli due giorni, con questo sistema, ha finito quei compiti che giacevano lì da settimane! Sapendo che, una volta completato il ciclo di lavoro, sarà libera di cazzeggiare a piacimento per un altro ciclo senza che io le urli in continuazione “Metti giù quel telefono!”, l’ha decisamente motivata a concentrarsi e a diventare più produttiva.
Ora dobbiamo lavorare perché non perda questa buona abitudine…
Grazie!
Che ficata! Grazie del commento Adriana, mi ha fatto piacere leggere di questa esperienza ;-)
è da qualche anno che ormai seguo di il tuo blog Andrea e ammetto di esserne dipendente! da breve ho iniziato l’università e ricordo ancora tutte quelle mattine sull’autobus per andare alle scuole superiori in cui leggevo i tuoi articoli e rimanevo affascinato da come riuscissi ogni volta a farmi venire voglia di vivere la vita, questa vita che per molti versi ci può sembrare noioso o monotona. Condivido appieno la tua scelta di aver analizzato la questione “distrazione” perché è assolutamente attuale! personalmente sono una persona che punta in alto, che ha obiettivi forse a volte più alti di quanto io possa saltare, però a me interessa il percorso che ci sta dietro, non tanto l’obiettivo in sé. In più di un’occasione, quando dovevo studiare o avevo qualche mio obiettivo per la testa capivo che il telefono era una distrazione assoluta: sono arrivato anche a togliere la batteria del mio smartphone, metterla in un cassetto e lasciare il telefono in un’altra stanza pur di mantenere la concentrazione durante qualche mia sessione di studio. Devo ammettere che la tua analisi della curva ad S rovesciata è aderente alla realtà: avevo determinate sessioni di studio in cui rendevo molto e momenti di riposo in cui riposavo come non ho mai fatto! ricordo con nostalgia quei momenti di relax.
Il mio problema è fare tutto ciò una routine quotidiana, come ho spiegato in delle occasioni sono riuscito, ma non sempre ho avuto questi risultati. Soprattutto quando la sfera emotiva ed affettiva viene coinvolta.
In ogni modo, ti ringrazio per questi articoli e voglio che tu sappia che mi hanno dato qualcosa in questo periodo. Ti auguro il meglio, sei un esempio!
ps parlo spesso di te e di ciò che fai ai miei conoscenti, spero di farti un po’ di pubblicità hahah
Grazie Sebastiano, davvero :-)
Bellissimo articolo, davvero. E tanto per cambiare, sono stata distratta dal mio ragazzo mentre ero a metà lettura e senza quasi pensarci mi sono ritrovata a controllare facebook prima di continuare a leggere! Aaarg!
Tra l’altro sto leggendo “La dittatura delle abitudini” e capire che anche distrarsi è un’abitudine che nasce da bisogni disparati si collega benissimo al discorso che fai, anche nel senso di trovare una contro-abitudine (il tuo trigger) che dia la stessa gratificazione ma che abbia effetti positivi!
E per concludere, se dovessi scegliere un trigger direi una breve sequenza yoga da dieci minuti al massimo, ma meglio 5! Dover unire movimento del corpo, respiro e pensiero mi aiuta ad essere concentrata come non mai.
quando un caffè cambia la giornata…
Stamattina su una bustina di zucchero del caffè c’era la frase di Bukoswki “NON UNIRTI AI MORTI DI SPITIRO. SCOMMETTI SULLA TUA VITA E, MENTRE COMBATTI, FOTTITENE DEL PREZZO”.
Bella idea quella di accostare frasi ad effetto su bustine di zucchero da caffè…
a presto!
Ho preso delle contromisure che mi hanno cambiato la vita: accesso inibito a tutti i social network dalle 2 del mattino alle 20 da lunedì al venerdì, il sabato inibito fino alle 16.30 e domenica inibito dalla mezzanotte. Stessi orari per siti di informazione, shopping online e tutto ciò che non è necessario.
Sul cellulare ho eliminato le suonerie relative ai social network (il telefono però deve essere libero di suonare perché è fondamentale per il mio lavoro), ho installato una app che mi blocca tutte le telefonate indesiderate (sky, vodafone, enel che chiamano sono solo un brutto ricordo), ho diverse caselle di posta elettronica su cui smisto le varie email ed iscrizioni ai vari siti e quelle non inerenti al lavoro hanno la suoneria silenziata.
Durante la notte, per evitare che non possa dedicarmi con la massima attenzione al mio riposo :), il mio cellulare è libero di suonare solo ed esclusivamente per alcuni contatti (i miei genitori, la mia compagna, l’antifurto…).
Il computer non esce più dall’ufficio (prima lo portavo sul divano o in cucina e pensavo di poter lavorare da lì… pia illusione) perché è quello il luogo di lavoro. Dove si lavora si sta concentrati e dove ci si rilassa ci si rilassa e basta. Visto che a me piace avere una musica di sottofondo quando lavoro ho messo una radio DAB in ufficio (e poi ne ho presa un’altra per la cucina) per ascoltare il mio canale radio preferito che non fa mai una pubblicità e non mi disturba con musica che non mi piace (suonano esclusivamente jazz). Mi è costato un giorno di lavoro impostare tutto questo ma adesso sto decisamente meglio ed ho delle abitudini decisamente più sane di prima.
Ciao, posso sapere qual è l’app che blocca le telefonate indesiderate (sky, vodafone, enel)?
Si chiama Truecaller, disponibile sia su Playstore che Appstore. Non so per Windows.
grazie
Tempo fa pensavo di essere un caso senza speranza , e di essere il gradino più basso della scala sociale per colpa della mia facilità al procrastinare. Leggendo i tuoi articoli , e vedendo quante persone hanno il mio stesso problema mi sento meno solo , anche se penso a quanto sia inquietante la situazione . Perchè deve essere così difficile non perdere tempo , cosa è successo alla nostra civiltà , sembra quasi un’epidemia che ci sta rovinando . Chissà quante occasioni ho perso e continuerò a perdere, quanta felicità mi sono precluso , per cose che non hanno il minimo significato.
E’ incredibile come a volte perda giornate senza godermi nemmeno il tempo libero. Il brutto è che quando raggiungo il “fondo” cerco di darmi una regolata , di organizzare un metodo , di dividere le ore di studio da quelle di svago, ma ciclicamente ritorna la fase del caos e bisogna iniziare tutto daccapo.
L’università mi sta pesando tantissimo , procedo in maniera lenta ma ho monopolizzato comunque tutto il mio tempo . E in tutto ciò adesso sto perdendo tempo su un articolo che cerca di dirmi come non perdere tempo per scrivere questo commento , invece di studiare. Quanto è fottuta la mia vita ?
Penso che una delle cause che mi ha portato via tanto tempo sia stata proprio la Distrazione, oltre ad problemi forti di insicurezza e scarsa autostima. La mia distrazione maggiore è stata , dopo internet, l’insieme dei pensieri negativi ed emozioni negativi associate. Credo che anche certi pensieri , o ricordi passati negativi, ti portino via tempo prezioso potenzialmente produttivo. E a causa di queste distrazioni ho perso anni preziosi della mia vita. E il senso di colpa che ne deriva, dopo il mio traumatico risveglio, è stata un’ulteriore distrazione. Come un loop infinito di distrazioni. Non voglio risultare pesante con il mio commento, ma è come se stessi ripercorrendo i miei anni buttati nel dimenticatoio. E leggere questo articolo insieme a commenti di altre persone mi ha portato a questo punto. È come vivere per anni nel limbo : ne vorresti uscire, ma le distrazioni continue ti portano piaceri momentanei più allettanti , ma che ti rovinano il futuro. Arrivata all’età di 30 anni, mi rendo conto di aver perso anni preziosi della mia vita, con ancora l’università da finire e in cerca di un lavoro, tra un concorso e l’ altro. “Ma davvero.. dove stiamo andando tutti noi? Ci siamo , ma non ci siamo.” Beh, cercherò altri buoni articoli nel tuo blog. Grazie.
chi ha scritto questo articolo è un genio, nient’altro che complimenti
Grazie Andrea.
Bell’articolo Andrea. Mi è piaciuta molto:
“Risultato? Non concludiamo una cippa fritta, ma in compenso arriviamo alla sera stanchi, come se un demone avesse risucchiato di nascosto le nostre energie.”
terribilmente vero. a presto e grazie
Ennesimo articolo decisamente utile.
Sei da SEMPRE il mio punto di riferimento per la crescita personale.
Grazie per tutto il prezioso materiale che condividi quotidianamente.
Alberta
Grazie Alberta 🙏