Ti è mai capitato di perdere la cognizione del tempo facendo qualcosa di impegnativo e appassionante allo stesso tempo? Allora significa che hai già sperimentato il cosiddetto Stato di Flow (o Stato di Flusso). In questo articolo scopriremo di cosa si tratta e quali sono i requisiti per rivivere quell’esperienza a comando.
Devo farti una confessione alquanto imbarazzante, ma promettimi di non ridere!
Pronto?! Ok…
Mi chiamo Andrea Giuliodori, ho da poco compiuto 37 anni e… gioco ancora con i LEGO.
Beh, per la precisione è un hobby che sono tornato a coltivare da qualche settimana.
Come ho iniziato a sperimentare lo stato di flow
È iniziato tutto leggendo un articolo in cui si spiegava come la LEGO, l’azienda danese produttrice delle famose costruzioni, stia puntando al mercato degli adulti, posizionando alcuni dei suoi prodotti come hobby per il benessere e contro lo stress.
La verità però è che quell’articolo è stato solo una scusa.
Erano anni infatti che ripetevo alla mia compagna quanto adoravo giocare con i LEGO da piccolino.
E il motivo è molto semplice…
Ogni volta che ricevevo in regalo una scatola di costruzioni, mi perdevo per giorni in un apparente stato di trance.
Da bravo (futuro) ingegnere, i miei preferiti erano i LEGO Technic.
Adoravo queste costruzioni perché erano particolarmente complesse e richiedevano un livello di concentrazione non banale.
Ma era proprio il connubio tra l’impegno concentrato e il piacere di creare qualcosa dal nulla a farmi entrare in quella sorta di stato meditativo.
Solo parecchi anni dopo ho realizzato che quelle che ho vissuto ad 11 anni giocando con i LEGO (e che sto tornando a sperimentare in queste settimane) erano state le mie prime esperienze dello Stato di Flow…
Che cos’è il Flow?
“Contrariamente a quello che abitualmente crediamo, i momenti migliori delle nostre vite non sono passivi, ricettivi, rilassanti… I momenti migliori, di norma, occorrono quando il corpo e la mente di una persona sono portati al proprio limite in uno sforzo volontario per realizzare qualcosa di difficile e meritevole “.
Mihaly
Csikszentmihalyi.
Mihaly Csikszentmihalyi, il “padre” del concetto dello Stato di Flow (o Stato di Flusso), lo descrive come il momento in cui mente e corpo, assorbiti totalmente in una data azione, entrano in una condizione di concentrazione armonica.
Chi lo sperimenta si sente preso del tutto da un’attività che lo trascina come una corrente.
D’un tratto, il mondo esterno smette di esistere.
Cessano i rumori. Cessano le pressioni esterne.
Non ci sono più né distrazioni, né pensieri negativi.
Non ci sono altre urgenze.
Non è possibile dedicarsi ad altro perché quell’attività ci rapisce completamente e noi cavalchiamo il momento. Lo dominiamo.
Ci sentiamo trasportati da una forza positiva, potente, ma amica, che cio permette di raggiungere traguardi inaspettati e di ampliare la nostra coscienza e conoscenza.
In questo autentico stato di grazia, ci sentiamo più che vivi.
Siamo felici, stiamo perfettamente bene. Insomma, siamo in estasi.
La soddisfazione e il piacere che proviamo derivano dall’azione stessa che compiamo, non da aspettative, risultati o retropensieri.
Che tipo risultati possiamo ottenere
Infine, in questo stato di flow otteniamo i nostri migliori risultati di sempre.
Si può trattare di:
- una performance fisica eccezionale (in questo caso si parla specificatamente di trance agonistica),
- di uno scritto superbo,
- di un discorso che stupisce tutti.
Il Flow quindi può essere sperimentato in diverse aree della vita.
Anzi: per vivere una vita piena, felice e per soddisfare il proprio bisogno di autorealizzazione, si dovrebbe mirare a sperimentarlo in più aree possibili.
Bella Andre’! Mi piace ‘sto flow?
Ma dimmi un po’, da che spacciatore devo andare per raggiungere questo stato di estasi? Me ne puoi suggerire uno che c’ha la robba buona?!
Mmm, no…
Non hai bisogno di nessuna pasticchetta, erbetta, o funghetto per provare lo stato di flow nella tua vita.
Lo stato di flusso però ha 6 caratteristiche ben precise e 3 sono i requisiti necessari per raggiungerlo.
Sarà proprio di questo che parleremo nel resto dell’articolo, così che tu possa sperimentare quanto prima la tua… estasi ;-)
Le 6 caratteristiche dello Stato di Flow
Quando si parla di Stato di Flow c’è molta confusione in giro.
C’è chi confonde questo stato mentale ben specifico, con la semplice concentrazione e chi addirittura con la meditazione.
In realtà, come accennato, lo Stato di Flow ha delle caratteristiche ben precise: conoscerle ti aiuterà a sperimentarlo quanto prima (e quanto più spesso).
Vediamole.
1. Unione tra azione e coscienza
L’azione che compiamo in Stato di Flow è:
- naturale,
- fluida,
- autentica,
- istintiva.
Non c’è sforzo. Non c’è programmazione. La nostra coscienza diventa un tutt’uno con quello che facciamo. Siamo pura azione.
2. Assenza totale di distrazioni
Quando cerchiamo di concentrarci, dobbiamo sforzarci attivamente di eliminare le distrazioni.
Al contrario, quando entriamo nello Stato di Flow siamo talmente assorbiti da ignorare semplicemente qualsiasi distrazione.
La differenza è sottile, ma sostanziale.
3. Calmo controllo
Nello Stato di Flusso non c’è traccia di preoccupazioni o ansie.
Non abbiamo paura di sbagliare e di fare brutta figura. Stiamo bene, siamo calmi e sicuri di noi stessi.
Questo avviene perché la mente, totalmente rapita nel momento presente, placa il continuo chiacchiericcio interiore che ci accompagna abitualmente: smettiamo di pensare e ci limitiamo ad essere e fare.
4. Assenza di giudizio e perdita della coscienza di sé
Quando entriamo nello stato mentale scoperto dallo psicologo Mihaly Csikszentmihalyi a cessare sono in particolare modo i nostri pensieri impauriti e pieni di giudizi e critiche.
Pervasi da questo silenzio mentale perdiamo coscienza di noi stessi.
No, non preoccuparti, niente svenimenti!
Nello Stato di Flow sarai più presente che mai: semplicemente sarai immerso anima e corpo nell’azione e per qualche minuto ti dimenticherai del film di fantasia in cui ti tiene costantemente ingabbiato la tua mente.
5. Destrutturazione del tempo
In realtà quando entriamo nel flusso non sappiamo esattamente quanto duri questa esperienza.
Questo è infatti uno dei segnali più tipici e per certi versi curiosi del Flow: percepiamo il tempo in maniera alterata; a seconda dell’azione, i minuti sembrano passare più lenti o più veloci, ma sempre in maniera positiva e piacevole.
6. Esperienza autotelica
Il piacere che proviamo nel fare quello che ci ha assorbito è puro, indipendente da ricompense, premi e riconoscimenti ulteriori.
Abbiamo compiuto quell’azione spinti da una nostra volontà profonda, non mossi dal senso del dovere né da aspettative future. Ecco perché il Flow è uno dei modi più efficaci per coltivare la nostra felicità (trovi gli altri 5 modi confermati dalla scienza in questo articolo).
Queste, quindi, sono le principali caratteristiche dello Stato di Flusso.
Non male, vero? Scommetto che ti starai chiedendo come caspiterina possiamo raggiungere questo stato di estasi nelle nostre giornate.
Beh, non esistono formule magiche o trucchetti usa e getta per raggiungere lo Stato di Flow.
Anzi, lo stato di perenne disattenzione in cui siamo stati ridotti dalla “Dittatura dello Smartphone” ci rende quasi impossibile sperimentare questo peculiare stato psicologico (pensa solo a quante volte ti sei distratto leggendo questo articolo di poco più di 1.000 parole… sempre che tu sia arrivato fin qui!)
Ma non tutte le speranze sono perse.
Possiamo infatti ricreare nelle nostre giornate quello che è il terreno più fertile per far fiorire questo stato mentale. Per farlo però dobbiamo rispettare questi 3 requisiti…
I 3 requisiti del Stato di Flusso
A) Obiettivi chiari
Non mi stancherò mai di ripeterlo: impara a darti obiettivi rilevanti, specifici e ambiziosi.
Possiamo trovare il Flow solo facendo qualcosa che ci interessa, ci è chiaro e ci sfida.
…e quest’ultima caratteristica dei nostri obiettivi è particolarmente importante, infatti il secondo requisito per creare il terreno fertile per lo Stato di Flusso è…
B) Equilibrio tra le difficoltà da affrontare e le nostre competenze individuali
Attività semplici che non mettono alla prova le nostre competenze ci portano a provare apatia. (Approfondisci l’argomento con il nostro articolo sull’apatia e come superarla)
Nell’affrontare attività troppo semplici, ci sentiamo infatti rilassati, ma anche annoiati.
D’altra parte, se non abbiamo le competenze necessarie per completare determinate azioni ci sentiamo stressati.
Solo trovando il giusto equilibrio tra difficoltà e senso di maestria possiamo aspirare ad entrare nello Stato di Flow.
Questo specifico aspetto è spiegato egregiamente nella presentazione TED del Prof. Csikszentmihalyi:
C) Feedback immediati e certi
Che siano interni, ovvero emozioni o segnali del corpo, oppure esterni, i feedback sono messaggi che ci danno indicazioni su come stiamo lavorando al nostro obiettivo e funzionano come rinforzi positivi.
Le attività che ci portano nello Stato di Flow tendono a darci feedback immediati e certi.
Insomma, più agiamo, più ci sentiamo bene, appagati e competenti.
Questi sono i 3 requisiti fondamentali per entrare nello Stato di Flusso.
Conoscerli ti aiuterà a coltivarli. A tal proposito…
Conclusioni e una sfida per te…
Mi auguro che questo articolo dedicato allo Stato di Flow ti abbia stimolato ad approfondire ulteriormente questo argomento, ma soprattutto mi auguro che inizierai a ricercare lo Stato di Flusso nelle tue giornate.
Ecco dunque la sfida che ti lancio (anzi due sfide!):
- Qual è un hobby, uno sport o un’attività che in passato ti ha fatto sperimentare lo Stato di Flusso così come te l’ho descritto? Se l’hai individuata, pensa a come dedicargli più tempo questa settimana.
- Come puoi modificare il modo in cui lavori o studi per trasformare i tuoi impegni in occasioni per entrare quanto più spesso nello Stato di Flow? (suggerimento: ripensa ai 3 requisiti necessari per entrare nel Flusso!).
Ti auguro una settimana di estasi ;-)
Andrea Giuliodori.
Bell’articolo. Quando riesco a raggiungere lo Stato di Flusso nel lavoro il tempo praticamente non esiste, è come se fossi in un’altra dimensione.
Non sai quanto mi incazzo quando qualcuno o qualcosa mi viene a svegliare da questo stato. Dopo ci metto parecchio tempo per tornarci e non è detto che riesca a farlo.
Infatti il problema grosso è proprio quello. E’ un problema entrarci ma è ancora più problematico ritornarci.
Inoltre, se faccio la conta dei pomodori, lo spezzo più volte questo stato di estrazione dal tutto.
salve Andrea, ottima sintesi di un concetto basilare. Però non ho trovato il terzo requisito: A) B) ?) a meno che non sia la conferenza TED stessa. Grazie dell’indicazione
Feedback immediati e certi
il requisito C inizia subito sotto il video, il titolo è un po’ nascosto dal video
Il terzo punto inizia subito sotto il video, il titolo è parzialmente coperto dalla finestrina del ted e si chiama: “C) Feedback immediati e certi”.
Molto interessante Andrea, i lego sono stati senz’altro un punto di accesso al Flow anche per me.
Mi hai dato lo spunto per cercare di capire come mai ultimamente non riesco più a rilassarmi suonando, probabilmente mi manca l’equilibrio del punto b.
Grazie Andrea.
C) Feedback immediati e certi
Bell’articolo Andrea. Comunque sia, anche io avevo giocato ai lego quando ero bambino e devo dire è stata una delle cose più divertenti per passare il tempo. Lo Stato di Flow, tuttavia, l’ho provato anche in molte altre situazioni, per esempio, giocando ai miei videogiochi preferiti, o viaggiando in un posto nuovo.
Ciao Andrea,
Buon inizio settimana!
Il mio stato di flow si manifesta quando “creo”, mi spiego meglio: qualche anno fa, per caso, ho iniziato a realizzare piccoli oggetti di bigiotteria, da autodidatta, poi ogni tanto cerco nuove tecniche su internet, che poi rielaboro a modo mio. Sono passata poi a riciclare quello che trovo in casa, ultimamente ho realizzato dei sottobicchieri con le mattonelle di vecchi campionari e un foglio di sughero. Insomma mi piace sperimentare e quando lo faccio mi immergo completamente in questa attività per cui tutto ciò che ho intorno scompare e mi sento veramente felice e appagata!
Dovrei decisamente dedicarmici di più, invece commetto il grave errore di aspettare l’ispirazione!
Grazie per le tue parole.
Elisabetta
Ciao Andrea! Molto interessante. Sapevo dello stato di flow ma non così nel dettaglio, lo sperimento spesso quando disegno. Comunque la Lego è danese, di Billund ;) Non è una cosa solo recente il fatto che ci siano molti adulti che costruiscono con i lego. Lì chiamano “adult fans of Lego” (AFOLS) e certi prodotti più costosi e complessi sono appunto comprato da adulti. C’è la preoccupazione che è una cosa “da bambini” ma in realtà chiunque può divertirsi, ed entrare nello stato di flow. C’è una comunità di fb che si chiama Legolisti Anonimi, se ti interessa!
Ciao Cinzia! Grazie per avermelo segnalato: my fault! Corretto! E grazie per avermi indicato la community.
Molto stuzzicante l’idea dei Lego! Concordo in pieno anche con quanto detto da Sabino in merito ai videogames: in un libro di Piero Angela lessi che venne condotto un esperimento su alcuni anziani malati di Alzheimer: vennero fatti giocare ai videogames per sole due settimane e, anche a distanza di 6 mesi, venne certificato un miglioramento nelle capacità cognitive.
Buona giornata!
Buongiorno Andrea,
Non voglio fare il “precisino” comunque la Lego è Danese. Ho notato questo particolare perché sono cresciuto con i mattoncini e a 60 anni ancora mi piace immergermi in quel mondo. Sono cambiate tante cose da allora, si sono evoluti, ormai si può realizzare di tutto.
Concordo pienamente con quello che scrivi nell’articolo.
Saluti
Silvano
Ciao Silvano, sì grazie mille: ce lo avevano già segnalato e lo abbiamo corretto. Mi scuso per l’imprecisione :)
Grazie Andrea, bello capire come funzionano le cose che si sperimentano senza saper dare loro un nome. D’ora in poi ogni volta che mi tuffo e perdo nel sudoku non mi farò più prendere dai sensi di colpa alla fine, ma saprò per certo di essermi fatta del bene. Garantisce Csikszentmihalyi.
Ciao Mirta
Molto interessante e mi ha fatto sorridere, mi capita spesso da un po’ di tempo che sto rinascendo come azienda e mentre la creo vivo questo stato o mentre disegno!
Grazie André!
Bellissimo articolo, Andrea!
Credo di sperimentare questo Flow quando pratico Ashtanga yoga. Nonostante sia un’attivita che non reputo semplice, non mi accorgo del tempo che passa, la mente e zittita e lascia fare al corpo, che si muove in unisono col respiro. Ho scoperto questa pratica per caso e ora cerco di incorporarla di piu nella mia vita.
Articolo veramente interessante. Da leggere più volte perchè è di ispirazione.
Coninuerò ad approfondire!
Grazie davvero
I tuoi articoli sono più golosi della carbonara. Anche alla mattina alle 8:00!
Mi capita di provare quello che descrivi come stato di flusso, ed anche in attività diverse. Anzi: tanto più queste attività sono diverse e lontane da quelle che domino facilmente, tanto maggiore è l’astrazione, il coinvolgimento, la voglia di migliorare ciò che sto facendo. Una droga, come la carbonara! C’è però un problema: nella maggior parte dei casi, prima di iniziare, vengo colto da una crisi di ansia. Davanti a me si srotola il progetto, lo vedo con chiarezza, si ramifica in cento direzioni. Mi coglie un’ansia da prestazione che mi chiude la gola. Finisco per rimanere appollaiato sul podio, come un nuotatore accucciato e pronto al tuffo, intento a molleggiarsi nell’attesa di spiccare il salto….peccato che lo starter ha già fatto fuori due caricatori da 15! L’ultimo colpo non vorrei lo riservasse a me … Ci scherzo ma è un grosso problema. …come potrei fare poi con la carbonara?
AHAHA, comunque i commentatori di EfficaceMente sono i migliori.
Credo che quello che stai descrivendo sia un classico esempio di… procrastinazione Pierluigi.
Sul tema ho scritto un intero manuale. Dacci un’occhiata qui.
Ce l’ho! Io sono il tuo peggior discepolo!
Ciao Andrea, è possibile che lo stato di flow offuschi la mente fino al punto da non rendersi conto di commettere errori?
No, credo che quello a cui fai riferimento sia l’attention tunneling, stato mentale molto pericoloso soprattutto per i piloti di aereo! Nel flow siamo estremamente vigili in realtà.
Ciao Andrea, mi capita a volte di provare questo stato, in particolari attività e…(per fortuna) anche a lavoro…sono i momenti più produttivi.
Grazie al tuo articolo ora so di cosa si tratta…grazie!
P.s. anche io giocavo (e gioco) con i LEGO…e da bravo (futuro) archeologo, preferivo i LEGO “storici” medievali e di pirati :)
:)
Bellissimo articolo Andrea. Ho avuto modo di leggere dello stato di Flow e della storia di Mihaly Csikszentmihalyi, uno con i controcojones, nel libro di Daniel H.Pink – Drive The surprising Truth about what motivates us.
Se non l’hai già letto, ti consiglio di acquistarlo, per me è stato una vera rivelazione.
Grazie Giulio, si, conosco bene il testo di Pink :)
Personalmente entro in questo stato ogni volta che leggo un tuo articolo (non è piaggieria). Ho provato cosa vuol dire esserlo in passato sia sul lavoro sia praticando un mio hobby., e’ veramente straordinario.
Uno stato che emana un’energia vitale , tanto forte che anche le persone che ti sono accanto si accorgono in che stato di grazia ti sei catapultato. Grazie .
Ma che bello, grazie Alina :)
Ciao Andrea, a proposito di LEGO, conosci il Lego Serious Play ? Io ci ho giocato (volentierissimo!!) durante un seminario sull’innovazione, gi animatori hanno fornito a ogni participante un kit che é stato utilizzato per construire un avatar e come supporto per tutti gli esercizi (https://en.wikipedia.org/wiki/Lego_Serious_Play)
Si, ne ho sentito parlare, ma non ho approfondito sull’efficacia o meno di questa metodologia.
Grazie. Bell’articolo e lo condivido pienamente :-)
Uno stato di “rapimento”… si diventa un tutt’uno con quello che si sta facendo..e quando lo raggiungi ti senti “da Dio”. Mi è capitato quando studiavo e giocavo a pallacanestro.
Adesso mi capita quando dormo :-) oppure quando vado a scalare una montagna.
Grazie per il molto interessante articolo, Andrea!
Mi sovveniva una riflessione che avrei piacere di condividere…
è lo stato di flusso la caratteristica deficitaria della scuola collettiva!
Le abilità, in senso largo, individuali sono ben diverse da allievo ad allievo: ciò che esalta qualcuno (perché, intanto, adeguato alle sue capacità) annoierà qualcun altro (perché troppo semplice per lui) e frustrerà tanti altri (perché troppo difficile per loro).
Lo stato di flow, quello stato emotivo in cui la attenzione è, piacevolmente, massima, non potrà essere, come dire, “innescato” dal docente! I suoi discenti sono che dovrebbero, studiando, usare lui secondo il loro personalissimo bagaglio di abilità e conoscenze, in relazione a propri, cioè da sé posti, interessi.
La scuola collettiva impone, invece, obiettivi didattici uguali per tutti; la scuola collettiva presuppone, invece, capacità, circa, uguali per tutti (in livello, per così dire, e in qualità).
La scuola collettiva fallisce perché il modello da essa adottato non può, manifestamente, assicurare lo stato di flow per i suoi allievi! :-)
Bell’articolo e tutto, ma… la vera domanda è: come cavolo si pronuncia il cognome di quel tipo?
Aahaha, se cerchi su Youtube c’è addirittura un video che spiega la corretta pronuncia.
Comunque: Miai Chicken (come pollo in inglese) Miai.
Bello lo stato di FLOW. Una sensazione unica, di cui ti rendi conto solo dopo che è passata! Da ragazzino mi accadeva giocando coi soldatini dell’Atlantic (quelli piccoli, alti nemmeno 2 cm). Mi divertivo a schierali (ne avevo a centinaia!) su dei plastici che facevo io stesso con la carta crespa (chi se la ricorda???) e immaginavo battaglie epocali… finché arrivava lo str…. di mio fratello e buttava giù tutto!
Poi nello sport: la Pallacanestro mi ha regalato moltissime emozioni e qualche soddisfazione. Entrare in stato di flow durante una partita è micidiale: tutto gira a meraviglia come i meccanismi perfetti di un orologio. Poi, alla fine della partita, quando ti venivano a chiedere: “ma non lo sentivi quanto abbiamo urlato il tuo nome?” tu, candidamente, rispondevi: “io non ho sentito proprio niente. Giocavo e basta”. Meraviglia!
Se mi parli di Lego, mio figlio di 7 anni ne è appassionato :) stiamo cercando di indirizzarlo secondo quello che ci sembra piacergli e in modo che da adulto possa magari servigli. Da un annetto abbiamo cominciato a regalargli anche i laboratori di meccanica della Clementoni e i Lego di un paio di anni più avanti per la sua età per tenergli la sfida alta. lo vedo ogni volta nei suoi occhi la totale concentrazione e dedizione quando ha in mano qualcosa da montare, dimentica televisione, mangiare, dormire. Credo che sia il suo stato di flusso e se mi diventasse un ingegnere felice non mi dispiacerebbe ma chissà magari rimarrà solo il suo hobby preferito con cui rilassarsi.
Andrea buongiorno a te ho letto l’articolo riguardante lo stato di Flow E l’ho trovato molto interessante.
Una domanda in relazione al secondo O meglio al secondo requisito per entrare nello stato di Flow:
L’equilibrio tra difficoltà e competenze personali e ovvio che sia un qualcosa che in base all’esperienza che abbiamo siamo in grado di valutare ma io come faccio a capire e ad essere certo se comunque ho le competenze per affrontare quelle determinate difficoltà?
Ebbene sì, l’ho provato anch’io… meraviglia! Mi accade quando scrivo, e dalla penna (o tastiera) esce tutto senza apparente sforzo, e quando sono sul palco a recitare, dopo molte prove sofferte. È una sensazione davvero magica…
Io noto che entro in uno stato di flow quando mi applico per risolvere qualcosa, come un problema di programmazione. Mi immergo completamente per cercare di trovare la soluzione e far funzionare il programma, che tiro avanti a lungo senza pause. Non a caso sono gli esami in cui vado meglio meglio ? E come dici c’è bisogno di quel giusto grado di difficoltà (senso di sfida) e di competenza (altrimenti diventa frustrante).
L’articolo è molto interessante. Ho subito fatto una lista delle cose che mi fanno provare questa sensazione, e non ho avuto particolare difficoltà a trovarle. Ma accanto a queste, mi è sembrato utile elencare anche quelle che potremmo definire “Contro-flow”, ovvero quelle azioni che compiamo quasi in maniera compulsiva ma che ci fanno sprecare energie, attenzioni, in altre parole ci danneggiano poco ma che ripetute diventano rilevanti. Ed ho elencato anche quelle; ecco: direi che sarebbe interessante prendere in considerazione anche quelle: io lo farò, spero di non sbagliarmi.