Magari in questo periodo ti stai chiedendo come superare una delusione d’amore, di studio o professionale: la risposta è nei chicchi di caffè (e non è quella che stai pensando).
“Puoi sempre scegliere se soffrire ora per la disciplina o dopo per la delusione.”
Jim Rohn.
Tra le frasi sulla delusione quella di Jim Rohn è una delle mie preferite: troppo spesso nelle delusioni del presente si celano le scelte sbagliate che abbiamo compiuto nel passato. In fondo la vita è come un barista che “segna” sempre le nostre consumazioni e che presto o tardi ci presenta il conto (salato).
Per superare queste delusioni dobbiamo innanzitutto smettere di raccontarci queste 3 bugie.
Altre volte capita però di essere vittime degli eventi. Ci sono infatti delusioni che arrivano senza preavviso e ci colgono completamente alla sprovvista. Si può trattare ad esempio di una cocente delusione d’amore o di una frustrante delusione professionale/universitaria. Come superare una delusione di questo tipo?
Lascia che ti racconti la storia delle carote, delle uova e dei chicchi di caffè.
Una storia per imparare come superare una delusione
Una giovane ragazza stava attraversando un periodo particolarmente difficile, costellato da continue delusioni. Come spesso capita in questi momenti la giovane frignona un pomeriggio iniziò a parlare dei suoi problemi con la mamma. Era ormai stanca di lottare: ogni problema che riusciva a superare (a fatica) era seguito a ruota da un’altra situazione critica che assorbiva ogni sua energia residua (vedo che ti stai già immedesimando…). Dopo quasi mezz’ora ininterrotta di frignite acuta, la ragazza confessò che era pronta ad arrendersi.
La mamma ascoltò a lungo la figlia ed infine le chiese di seguirla in cucina. Senza sprecare parole, la donna prese tre pentolini, li riempì d’acqua e li mise sui fornelli. Quando l’acqua incominciò a bollire in uno mise delle carote, nell’altro delle uova e nell’ultimo dei chicchi di caffè.
Dopo un tempo che sembrò infinito per la giovane figlia, la donna spense i fornelli e tirò fuori le carote adagiandole su un piatto, poi scolò le uova e le ripose in una scodella ed infine, utilizzando un colino, filtrò il caffè e lo versò in una tazza. Completate queste operazioni, la donna si rivolse alla figlia e le domandò: “Cara, dimmi, cosa vedi qui sul tavolo?“
“Vedo delle carote, delle uova e del caffè. Cos’altro dovrei vedere?!” rispose la figlia perplessa. La donna chiese allora alla giovane ragazza di toccare le carote, che erano diventate cedevoli, la invitò poi a rompere un uovo, che era ormai diventato sodo ed infine le fece annusare e assaporare la tazza di caffè fumante, che sprigionava un’aroma ricco e profumato. La ragazza, ancor più confusa chiese alla mamma: “Non capisco, cosa dovrebbe significare tutto questo?”
La madre sorrise e le spiegò che sia le carote, sia le uova, sia i chicchi di caffè avevano affrontato la stessa identica “sfida”: l’acqua bollente. Ma avevano reagito in maniera differente. La carota, forte e superba, aveva lottato strenuamente contro l’acqua, ma ne era uscita debole e molle. L’uovo, liquido al suo interno e dal fragile guscio, si era indurito. I chicchi di caffè, infine, avevano avuto una reazione del tutto diversa: nonostante la bollitura, erano rimasti pressoché identici a sé stessi, in compenso avevano trasformato l’acqua bollente in una bevanda dal gusto irresistibile (Ti è venuta voglia di caffè, eh? Resisti ancora un po’: la storiella è quasi finita).
Con dolcezza la donna tornò a rivolgersi alla figlia, ponendole una domanda:
“So che hai avuto molte delusioni, ma sta a te scegliere come reagire a questi eventi della vita: vuoi essere come la carota, all’apparenza forte, ma debole ed incapace di reagire alle difficoltà? Vuoi essere come l’uovo, tenero e fragile, ma che si indurisce ed è incapace di esprimere sé stesso quando è sotto pressione? Oppure vuoi essere come un chicco di caffè, che è in grado di immergersi nelle avversità ed accettare le delusioni, esprimendo il suo miglior aroma e sapore quando il mondo intorno a sé raggiunge il punto di ebollizione?
Le persone che hanno imparato ad essere felici non sono certo quelle che non hanno mai provato una cocente delusione. No, queste persone, nonostante le avversità, hanno saputo prendersi il meglio della vita, trasformando problemi e delusioni in opportunità di crescita. Quando sei immersa nell’acqua bollente e la delusione ti brucia, puoi scegliere se rammollirti come una carota, indurirti come un uovo o sprigionare il meglio di te come un chicco di caffè, trasformando le difficoltà stesse in qualcosa di superbo.“
Reagire alle delusioni come un chicco di caffè
Piaciuta la storiella? La prima volta che l’ho letta la mia reazione è stata: “uhm, caruccia: quindi?!“. Col tempo però (anzi, con le delusioni) ne ho colto il significato, o semplicemente ho imparato a darglielo. Nello specifico ci sono 3 paroline che cerco di ricordare ogni volta che mi trovo a dover affrontare una delusione. Iniziano tutte con la “R”, così sono facili da ricordare anche per te:
- Rifletti. Per quanto una delusione possa essere inaspettata, dovrebbe comunque darci l’opportunità di riflettere sugli errori commessi. Qual è invece la nostra reazione classica? Frigniamo, per un periodo compreso tra i 3 giorni e i 3 anni, poi man mano ci riprendiamo e… ricommettiamo gli stessi identici errori! Pensa a quell’esame universitario andato di cacca: è stata una bella delusione vero? Se non sbaglio, tra una frignatina e l’altra, avevi fatto queste solenni promesse: “non mi ridurrò mai più all’ultimo giorno per studiare!“, “seguirò tutte le lezioni“, “sistemerò gli appunti dopo ogni lezione“, ricordami come è andata poi? ;-) Riflettere sui propri errori non significa fare promesse da marinaio, ma individuare metodi alternativi e metterli in pratica dal giorno “zero”: se non cambi subito, quando la ferita è ancora aperta, cosa ti fa pensare che lo farai successivamente? A proposito, ce lo adottiamo questo benedetto metodo di studio?
“Follia è fare sempre la stessa cosa e aspettarsi risultati diversi.”
Albert Einstein.
- Reagisci (nel modo giusto). Ti ricordi la storia della farfalla? Se non affrontiamo la nostra dose di difficoltà e delusioni, i nostri “muscoli” non si rafforzeranno mai e noi non saremo in grado di spiccare il volo. Ma non è sufficiente reagire, dobbiamo farlo nel modo giusto. La carota della storiella cerca di lottare contro l’acqua bollente, ma inevitabilmente viene sconfitta. Ti sei chiesto il perché? La carota lotta contro il problema, lo vuole far sparire, non lo accetta e così facendo si svuota e si indebolisce. Il chicco di caffè, al contrario, non tenta neanche di sviare il problema, non se ne lamenta, non lo combatte: lo trasforma e lo utilizza per esprimere il proprio talento. Perché non utilizzi la tua delusione per alimentare quella che definisco “sana aggressività“? A volte abbiamo bisogno di una bella porta in faccia per trovare la forza di aprire un altro portone ;-)
- Resisti. Anche riflettendo a fondo sui nostri errori e reagendo con sana aggressività potremmo ritrovarci a dover affrontare l’ennesima delusione. In questi momenti la nostra autostima crolla e non sappiamo più che pesci pigliare: “che senso ha continuare?“, “chi me lo fa fare?“, “inutile, qualsiasi cosa provi non ci riesco“, questi sono solo alcuni dei mantra che ci ripetiamo in queste occasioni. Che fare? Come superare queste continue delusioni? Io non ho la ricetta magica, ma quello che per me ha fatto la differenza è stata la Curva del Successo: quando sposti la tua attenzione dall’ossessione per i risultati a breve termine ai progressi quotidiani inizi finalmente a cumulare tutti quei piccoli successi necessari per arrivare al famoso “punto critico”.
“Quando sembra impossibile e stai per arrenderti, la vittoria è vicina.”
Anthony Robbins.
Foto di Jeff Kubina
Davvero carina la storiella… Come sempre il lunedì mattina inizia con un piacevole lettura degli articoli (fantastici e concreti) del tuo blog. Buon lunedì a tutti :)
Ciao Stefano, grazie: leggere come il post del lunedì di EfficaceMente sia ormai diventata una piacevole abitudine per molti mi inorgoglisce. Pensa che questo ho finito di scriverlo ieri notte a l’una. Dopo il lancio della nuova guida mi sono preso qualche giorno di relax, ma mi spiaceva non pubblicare questa settimana e poi ero convinto che la storiella, per quanto semplice, sarebbe piaciuta :-)
Per me cercare di esprimere i complimenti, i giudizi e le critiche costruttive riguardo te, i tuoi articoli e il tuo blog è come un investimento: so che basta questo per darti la carica utile a migliorarti e di conseguenza i tuoi miglioramenti permettono a noi lettori di poter leggere articoli sempre più interessanti. (Ovviamente quello che ho scritto ha un doppio significato, sia per quanto riguarda la tua attività di lettore, che la tua personale crescita).
Ciao andrea.. scrivendo su google “superare delusioni lavorative di un parente” mi sono ritrovato sul tuo blog.. Ti dico subito che leggendo vari articoli mi hanno fatto pensare molto in positivo! Volevo condividere con te la mia storia sperando magari in qualche consiglio utile! Sono ormai da 2 anni che mi trovo in uno stato di depressione e ho solo 22 anni! Non riesco ad uscirne avendo cambiato 2 psicologi! Io sono stato fidanzato con una ragazza per 6 anni che tuttora amo tanto. Ma la mia delusione è talmente forte che mi impedisce di stare bene, stare con lei ma sopratutto riappacificarmi con suo padre. Ebbene si, suo padre, quella persona che diceva tanto di volermi bene assieme a sua madre e che anni mi ha illuso di poter lavorare con lui facendomi conoscere un mondo al quale io ero affascinato. Si, infatti lui ha un azienda che produce materiale edile e ha molti rappresentanti in tutta italia. Mi ha illuso perchè mi ha portato con lui in calabria facendomi vedere come funziona la vita del rappresentante perchè io gli dissi che volevo fare quello! Oppure prima ancora io mi lamentavo di non avere un lavoro perchè confidavo e speravo in lui che mi avrebbe fatto lavorare in azienda anche come semplice operaio perchè sognavo di poter lavorare con lui, è come se vedessi oro quando vedevo lui! Ero arrivato a stimare e considerare molto piu importante il padre della mia ragazza che mio padre con tutto che fin da piccolo ero appassionato del lavoro che faceva mio papà (lui è un maresciallo dell’aeronautica). Succede che dopo aver finito la scuola e diplomato con il minimo avendo perso anche un anno, deciso di intraprendere la carriera militare come mio padre in quanto non vedevo da parte sua un interesse a farmi lavorare con lui o meglio, non mi diceva nulla come se aspettasse che io facessi qualcosa per cazzi miei! Allora deciso di partire e qui inizia tutto. Già una settimana di partire all’esercito iniziano dolori fisici che dalle gambe si estendono per tutto il corpo come in questo momento ed è iniziato il mio calvario a soli 22 anni ! Io non vivo più ora.. sono ormai due anni perchè ho deciso di lasciare l’esercito dopo solo 1 anno che ero qui vicino casa a lecce pensando che fosse quella la causa del mio malessere. Ho lasciato la mia ragazza pensando non volevvi piu stare con lei ma dopo finito l’esercito sono tornato e mi sono scagliato contro di lei e contro i suoi genitorio e continuo tutt’oggi a prendere antidepressivi e andando dallo psicologo! Non riesco ad accettare di non poter piu fare quel lavoro che tanto sognavo.. Io mi fidavo di lui per me era come una sicurezza mi fidavo troppo in cosa ho sbagliato? Ora non riesco a stare con la mia ragazza con tutto che provo un amore immenso tanto che lei ora sta cercando di frequentare amici e ogni volta che la vedo con qualche amico anche abbracciata sto malissimo tremo e finisco in ospedale! Non ce la faccio più. Non so come uscirne da tutto ciò! SPero in qualche tuo consiglio anche se volevo dirti che non ti ho scambiato per uno psicologo ma ho letto gli articoli che hai scritto riguardanti le delusioni e sono interessanti! Grazie in anticipo magari se mi rispondi via email sono sicuro di leggere la tua risposta! Grazie ancora!
concordo con Stefano, leggerti ogni lunedì mattina è diventata una piacevole abitudine :)
un articolo rigenerante come una buona tazza di caffè bevuta con un amico!
Pensa Luigi che mentre scrivevo alcuni passaggi del post mi è venuta voglia di caffè: e io non lo bevo neanche! ;-)
Accidenti, io sono proprio una carota bollita. Per cercare di reagire provo a fare l’uovo, ma non mi riesce tanto bene.
Diciamo che vado a mettere su il caffè, che essendo lunedì mattina mi pare l’idea migliore :)
Buona settimana ad Andrea e a tutti i lettori di questo blog.
:-) buona settimana anche a te Marina.
Buongiorno! Carina la storiella e nuova! Di solito da una parte o dall’altra si sono già lette o sentite, ma questa no! Sempre grazie e avanti così, stai facendo un ottimo lavoro! Noi facciamo tesoro :)
Buona settimana!
[PS: al punto “rifletti” t’è scappato un refuso “quel esame”.]
(Grammar Nazi sempre all’erta, lo so! :P )
Oh, sono contento :-)
Non voglio abusare di queste storielle, altrimenti diventano ripetitive, ma sono molto efficaci.
Grazie per la correzione, sistemata!
Andrea.
Oggi mi serviva proprio leggere questo…
Grazie Andrea!
Sempre avanti!!!!
Prego! ;-)
Io credo di essere stata in parte carota e in parte uovo.
ora sto cercando di fare il chicco di caffè e in alcuni momenti mi sta riuscendo bene.
C’è ancora molto da ripulire. Ci sono rami secchi da potare. E progetti da portare avanti (la stesura di un romanzo, la cura di un blog) facendo un pochino ogni giorno, come tu consigli spesso. Dunque, con le maniche rimboccate, si procede, e si sorride.
P.S. La settimana scorsa, nel mio commento al post sull’autostima, evidenziavo l’idea di prenderne spunto per parlare, sul mio blog, della percezione di se in quanto scrittori… non mi sono dimenticata né dell’idea né della richiesta di segnalarti l’articolo. Appena lo metto online ti mando il link via email.. fanne quello che vuoi :)
Ciao Chiara,
sì certo, tu mandami pure il link :-)
Grazie Andre!
Vero, la settimana scorsa ho scritto dei commenti un po’ duretti, e con questo post ho trovato la risposta: devo trasformarmi in un chicco di caffè! Hahahaha scherzo, anche se non troppo :-)… comunque, siccome domani darò un esame straordinario con una professoressa fuori dal comune, una cioè che sa quello che dice (ce ne fossero…), sono davvero ispirato a continuare gli studi universitari: prima però di laurearmi, a Scienze della Formazione a Firenze, ho in programma di studiare il giapponese, perché per quando mi laureerò ho deciso di frequentare un’altra università, la Soka University… la mia missione è un po’ quella di trasmettere, soprattutto ai vertici, la forma mentis di Daniel Goleman, ovvero l’intelligenza emotiva (QE)… E dire che per arrivare a questo per me è stato sufficiente un riferimento, una persona straordinaria che metta in pratica, in modo del tutto naturale, i suoi insegnamenti …
Comunque tornando al post, mi è venuto in mente di riprendere gli altri post che hai scritto sugli archetipi e concentrarmi su quello del re… Mi suggerisci di partire da quelli “minori” o posso mettere in pratica già quest’ultimo?
Grazie,
Andrea
Ciao Andrea,
trovare un proprio mentore nella vita è davvero fondamentale per la nostra crescita. Sei stato fortunato.
Per quanto riguarda gli archetipi, come sai quello del Re arriva per ultimo e richiederebbe dapprima la formazione degli altri. Se ne hai uno predominante tra gli altri ti consiglierei di concentrarti su quello.
Per chi sta leggendo questo commento e non ha idea di cosa stiamo parlando, ecco un link da cui partire per approfondire il tema archetipi.
Che storia fantastica Andrè! Sono felicissimo per il successone di APP, della prossima guida che scriverai, 250 copie verranno scaricate nelle prime 3 ore! :-D
Ahahaha, grazie Giancarlo!
In realtà pensavo che per il momento le guide in questo formato possano bastare: tempo di crescere, in fondo è un blog di sviluppo personale, no?! ;-)
Andrea.
E la guida sul sonno è andata a farsi benedire… tutta colpa dei lettori di Efficacemente a cui non frega niente dell’argomento (come si è visto dal sondaggio), oh, ma siete tutti così bravi ad alzarvi presto? Beati voi! Io sono da sempre una nottambula, ma purtroppo tutte le attività si svolgono di giorno, e così mi ritrovo a dormire sui banchi dell’università.
Scusa il commento fuori tema, ma concedimi un’ultima curiosità: checosa intendi per “guide in questo formato?”
Accidenti..!! Ti sono grata dell’articolo perché è arrivato proprio al momento giusto….
Mi sono ritrovata in pieno per una situazione che ho appena vissuto (e che probabilmente non posso ancora considerare conclusa…) e la mia reazione, in fondo, è stata spontaneamente quella del chicco di caffè..!!! Anche se per me “Rifletti.. Reagisci.. Resisti…” è stata una reazione naturale, sono proprio contenta di me stessa e di notare che ho agito nel modo più positivo e costruttivo possibile…. Grazie ancora…
Ottimo Angela :-)
Ciao Andrea, non sono solita scrivere commenti però questa volta farò un eccezione perchè sento di doverlo fare in qualche modo.
Questo tuo nuovo articolo mi ha messo veramente k.o.!:)
mi è stato molto utile per riflettere come del resto ho fatto in queste poche settimane che ti seguo.
Ho scoperto il tuo blog poche settimane fa un po’ per caso, ogni cosa che cercavo su internet mi riportava qui allora ho deciso di “sbirciare” un po’, mi sono appassionata fin da subito a quello che scrivi e come lo scrivi, tratti temi importanti con una naturalezza sorprendente e coinvolgente!
Ho iniziato pian piano a seguire qualche tuo “consiglio” un po’ scoraggiata a dire il vero perchè ho provato veramente di tutto per cambiare la mia vita senza buoni risultati, sbagliavo l’approccio a quello che stavo facendo e questo me lo hai insegnato tu.
Leggendoti ho scoperto quali erano le cattive abitudini che portavo avanti e soprattutto quali buone abitudini dovevo integrare alla mia vita.
Ho riconosciuto le bugie che ci diciamo ogni giorno e quanto procrastiniamo e ho dato uno stop a tutto questo.
Non mi voglio dilungare troppo mi sento di dirti che per merito tuo ho scoperto anche “l’ora sacra”, non mi alzo all’alba però mi sveglio ore prima di andare a lavoro senza ritrovarmi a fare tutto di corsa e la mia ora sacra comprende un bagno rilassante, a volte con un libro a volte no però in questo momento dopo qualche giorno che lo facevo è successa una cosa sorprendente che mi ha lasciato un po’ “perplessa”…non so come e non so perchè ma prendendomi questo spazio tutto per me e dedicando tempo quindi a me stessa(cosa che prima non facevo assolutamente)mi sono ricordata di un sogno che avevo da bambina e che avevo dimenticato riuscendo così a capire e a riscoprire cosa voglio fare nella mia vita e tutto si sta allineando a questo!!!:)))
In più la storiella del chicco di caffè sono sicura che mi darà ulteriore forza per andare avanti!
Questo non sarei riuscita a riscoprirlo senza i tuoi consigli o magari ci avrei messo molto più tempo! Leggendo il tuo blog mi sono riscoperta più sicura di me, con molta più autostima e questo mi porta anche a sentirmi anche più bella…miracolo!!!:)
Mi sono permessa di scrivere perchè tu spesso chiedi ai tuoi lettori di farti sapere come va e così ho fatto, continuerò senz’altro a seguirti! complimenti e davvero di cuore un sentito: GRAZIE!!!:)))
Ciao Viv,
non sai che piacere aver letto il tuo commento :-)
Non c’è cosa più bella di vedere un essere umano intraprendere la propria rivoluzione personale. Io ci sto lavorando ormai da anni: continuo a fare molti errori, ma sono felice che ciò che condivido sia di ispirazione per altri che vogliono intraprendere questo percorso.
Si Andrea, penso proprio che tu abbia fatto la scelta giusta perché sei formidabile ;)
Grazie Già!
Ciao Andre,
sto provando a svolgere il test per scoprire il mio archetipo dormiente :) siccome da non vedente faccio uso di sintesi vocale, ho dificoltà a farmi leggere il testo che compare a schermo prima che si riaggiorni fornendomi altre domande con altre opzioni.. Infatti a volte preso dalla velocità sbaglio a scegliere le opzioni con cui rispondere… Potresti dare un limite di tempo ad esempio 2 o 3 minuti prima che la domanda e le opzioni s’aggiornino?
Grazie,
Andrea
Ciao Andrea,
purtroppo quel questionario l’ho creato utilizzando un sito che non mi permette di fare le modifiche che mi chiedi :-(
Mi dispiace davvero.
Ahia…. peccato davvero, magari potresti provare a parlare col master di quel sito … forse potrebbe trovare un rimedio, essendo il questionario basato su PHP dovrebbe essere un linguaggio di programmazione abbastanza elastico… Grazie,
Andrea
Ho contattato il sito che ha sviluppato il software del test: vediamo cosa mi rispondono.
A presto,
Andrea.
Grazie Andreaa! Questo articolo sembra essere arrivato al momento giusto! Proprio oggi ho dovuto affrontare una delusione d’amore :( ..avevo proprio bisogno della storia sui chicchi di caffè: la reazione che voglio avere è quella di emanare un dolce profumo di caffè: cercherò di tirar fuori il meglio di me.. anche se sono esausta di delusioni!!
La storiella mi fa venire in mente una frase di Gesù: continuate a vincere il male con il bene.. alla fin fine la sostanza è quella, secondo me.
Ciao Andrea, come tanti ti hanno già scritto innumerevoli volte, anch’io spesso ho bisogno dell’ispirazione che certi tuoi articoli trasmettono.
A 50 anni riprendere tutto da capo non è per niente semplice: ma è stata una mia scelta. Sto applicando la Signa – Sisu + Tigna ;-) – per cercare di venirne fuori e ti confesso che parecchie notti non riesco proprio a dormire a causa della tensione dovuta a questa scelta: tutti sono contro il mio “progetto” e quella che ne risente maggiormente è l’armonia familiare. Mia moglie mi considera un’utopista incorreggibile, e certe volte mi ritrovo a pensarlo anch’io: ma che ci vuoi fare, è sempre stata la mia indole in fondo; fino a qualche mese fa mi ero rassegnato a sopprimerla ed a vivere quindi una vita all’insegna del conformismo e del quieto vivacchiare, ma da quando, anche per merito del tuo blog, ho deciso di riprendere in mano le redini della mia VERA vita, ho dei momenti altalenanti, gioia per la sensazione di fare finalmente ciò che mi piace fare, terrore per non sapere che tipo di futuro questa scelta comporterà.
Spero che i chicchi di caffè prima o poi sprigioneranno un meraviglioso aroma: l’acqua è già da mo’ che sta bollendo! ;-)
Buona serata.
Ciao Andrea, bellissimo anche questo articolo e la storia che porti ad esempio è fenomenale!
P.s. ho iniziato a fare gli esercizi di APP ma per concludere le frasi ci metto un pochino più di 10 minuti… è grave?
Elisa
Ciao Andrea
questa storia ha attirato profondamente la mia attenzione, perché da qualche anno fatico ad affrontare alcune esperienze. Non sappiamo finché non ci accade un’esperienza di delusione quale sia la nostra natura (carota, uovo o chicco di caffè). Il tratto comune è la trasformazione in relazione all’evento ma mi chiedo se una carota possa o meno diventare chicco di caffè. Sono d’accordo sulle tre R, ma questo tragitto non è facile perché è necessario imparare a gestire la sofferenza interiore senza indulgere troppo in essa. Non sarà giusto ma a volte rimpiango tanto i momenti passati in cui la vita ha dato immediato successo alle mie iniziative e sogni…
Ma che bella storia! :)
I tuoi post sono preziosi, davvero.
Un saluto affettuoso.
Sara.
Ciao Sara,
se hai visto il film “Lo Hobbit”, avrai notato sicuramente il personaggio “Radagast il Bruno”. Egli veglia sulle creature della foresta. In maniera simile, si potrebbe dire che Andrea veglia su tutti noi.
Ciao Andrew,
sono un accanito masticatore di foglie di caffè ed avrei una domanda per te: secondo te gli americani hanno scoperto prima le foglie di tabacco o quelle di caffè? e se hanno scoperto prima quelle di caffè, come mai è arrivato così tardi da noi europei? considera che prima gli indios preferivano masticare solo foglie di granturco…
Io sono un pentolone che bolle di carote, uova e qualche timido chicco di caffè….doh! …un pentolone che spera tanto di trasformarsi il più presto possibile in un semplice infuso di caffè!!!! So che sarà lunga la strada, ma intanto leggere questa storiella mi ha dato uno spunto per riflettere e per ricordarmi di concentrare le mie energie sugli aspetti positivi, cioè le opportunità di migliorarsi che ne derivano, piuttosto che sulle inutili/tristi lamentele che non portano a niente. Forte!
Grazie Andrea!!:-)
Buon inizio settimana e buon lavoro!
Bellissimo articolo :-)
Fine insegnamento quello del caffè.. Non è sempre facile diffondere il proprio aroma senza indurirsi di fronte alle difficoltà della vita.. Ma è molto utile questo racconto per cercare di non ricadere sugli stessi vizi di forma.. Grazie!;)
Ciao Andrea… veramente carina la storiella… io mi sento come una carota. Per superare una delusione ci sto un sacco di tempo. Specialmente quelle d’amore. Vorrei raccontarti la mia storia, sperando in un tuo consiglio… magari riesco ad affrontare la situazione diversamente. C’è qui la mia email e spero tu mi possa contattare. Un saluto…
Ciao Andrea. Ti seguo da poco tempo (ti ho scoperto per caso nella mia disperazione di migliorarmi e dare un senso alla mia vita) e ti faccio i miei complimenti per questo blog ( stupendo).
Non so perchè da quando ho letto i tuoi articoli mi è balenata questa domanda: tu credi in Dio?
Ciao Angelica, benvenuta.
Trovo che l’universo in cui viviamo sia un tale capolavoro che appare difficile non scorgere la firma del suo Autore.
Per quanto riguarda invece le diverse religioni, ho le mie perplessità, anche se ne comprendo il ruolo storico e la potenza di alcuni messaggi.
Ciao Andrea
Ho preso oggi la tua guida per poter studiare meglio. Ti seguo anche io da poco ma mi sono piaciuti un paio di articoli pubblicati sull’autostima.
Ti farò sapere presto come andrà :-) Continua così!!!
Ciao Katiusca, mi fa piacere ti siano piaciuti questi post.
Mi raccomando fammi poi sapere come ti sei trovata con Studia meno, Studia meglio.
Andrea.
Devo dirti che la storia e molto carina.Grazie per l incoraggiamento. Scrivi molto bene e dai un gesto di positività. Erika
Complimenti per l’ articolo, Andrea!, ma soprattutto per la storiella: davvero semplice, ma utilissima!
Ma che bella la storiella! Ispira..
E’
veramente doloroso il momento in cui una relazione termina (“la fine di un
amore”), ancora più doloroso se si viene lasciati improvvisamente e la
relazione ha avuto una durata importante.
Trattasi
– psicologicamente parlando – di un evento stressante (anche traumatico) molto
intenso: non tutte le persone, da sole, riescono a sopportarlo, elaborarlo (!)
oppure ridurne, semplicemente, l’impatto emozionale, desensibilizzandosi.
La
sofferenza provata dipende, oltre che dalla situazione contingente, dalla
soglia di sopportazione individuale e da caratteristiche personologiche, nonché
da eventuale predisposizione caratteriale o vulnerabilità biopsichica o
sensibilità personale, che dir si voglia (v. in particolare le pagine 26, 27,
65, 68, 80, 89, 175, 236, 249, 262, 277, 286, 358, 402, 449, 474, 539, 540 de
“Il manuale pratico del benessere”, patrocinato dal club UNESCO (Ipertesto
editore). Comunque in caso di seria difficoltà a superare il momento ed
eventuale interferenza importante con la propria vita quotidiana è sempre
consigliabile rivolgersi ad un capace ed esperto psicoterapeuta, semplicemente
per stare meglio con sé e con gli altri ed affrontare il futuro con maggiore
serenità per aprirsi liberamente verso nuove relazioni, più… salutari.