Se vuoi raggiungere i tuoi obiettivi annuali devi adottare la mentalità del mediano.
“Gli italiani perdono le partite come fossero guerre e le guerre come fossero partite.”
W. Churchill.
Non ho mai amato il calcio. Da piccolino, tra i ragazzini del mio paese, sono stato uno dei pochi a non frequentare la scuola calcio locale: la mia passione era il Judo (la “via della cedevolezza“). Il mio campo d’erba era un tatami. La mia divisa un kimono. Il gol perfetto un ippon eseguito senza esitazioni.
Sono quindi la persona meno adatta per fare metafore calcistiche, eppure da qualche settimana sto riflettendo sui miei obiettivi annuali e su un errore che ho commesso più volte nel rincorrerli (scommetto un caffè che lo stai facendo anche tu). E più penso a questo errore e più mi torna in mente un ruolo calcistico: il mediano…
L’importanza del mediano
Te lo ricordi quel brano di Ligabue?
“Una vita da mediano,
a recuperar palloni,
nato senza i piedi buoni,
lavorare sui polmoni […].
Una vita da mediano,
da chi segna sempre poco,
che il pallone devi darlo,
a chi finalizza il gioco […].”
Diciamocelo, il mediano è lo sfigato di una squadra di calcio, quasi peggio del portiere. Gioca nelle retrovie, è sempre a servizio dei compagni, corre fino a farsi scoppiare i polmoni e quando riesce a passare una buona palla all’attaccante che la infila in porta, non si prende neanche uno straccio di applauso. Un lavoraccio.
Chi vorrebbe giocare da mediano? Nessuno. Vogliamo essere tutti degli attaccanti. Vogliamo segnare. Vogliamo la gloria.
Sì, vabbé, ho capito Andre’: il solito articolo sull’importanza del duro lavoro e del sacrificio per raggiungere i propri obiettivi. Estiqaatsi?!
No, onestamente in queste settimane stavo riflettendo su altro. C’è infatti una caratteristica del ruolo del mediano che lo contraddistingue rispetto agli altri giocatori e sono sempre più convinto che questa stessa caratteristica sia spesso trascurata quando lavoriamo sui nostri obiettivi.
Quando hai finito di canticchiare la canzone di Ligabue, ti spiego di cosa si tratta ;-)
Raggiungere i propri obiettivi “recuperando palloni”
“Nel calcio non basta segnare. Bisogna vincere.”
Alan Shearer.
Su Wikipedia puoi trovare questa definizione di mediano: “nel calcio il mediano è il giocatore che ha il compito di tamponare le azioni degli avversari e ricostruire il gioco. Si dedica specialmente alla marcatura dei centrocampisti offensivi avversari, e controlla la zona centrale del campo tentando di recuperare palloni per poi passarli ai compagni deputati alla costruzione dell’azione offensiva.“
Quando ci poniamo degli obiettivi, che siano di studio, professionali o personali, spesso la nostra unica preoccupazione è lanciarci a testa bassa verso l’area avversaria, tirare come degli ossessi verso la porta e sperare che qualche colpo vada a segno.
Ci dimentichiamo però che per vincere la nostra partita è altrettanto importante evitare di “subire gol“, “tamponare le azioni degli avversari“, “recuperare i palloni“. Anzi, in alcuni casi, evitare di ripetere sempre gli stessi errori è tutto ciò che conta davvero.
Eh già, vogliamo essere tutti dei fuoriclasse: inseguendo i nostri obiettivi o i nostri buoni propositi, iniziamo a rincorrere canoni di perfezionismo irrealistici. Salvo poi commettere i soliti stupidi errori alle prime difficoltà.
Eppure sono proprio questi i momenti più importanti della nostra “partita”: quando siamo sotto attacco, quando stiamo per subire gol. In questi casi l’attaccante con i capelli impomatati trotterella ancora nell’area avversaria, imbambolato da un’azione andata storta. Il mediano invece marca stretto i centrocampisti avversari, gli sta con il fiato sul collo e va a recuperare il pallone con le unghie e con i denti.
Ok Andrè, se ho ben capito, per realizzare nostri obiettivi invece di tentare ogni giorno di compiere azioni perfette, dovremmo imparare ad evitare di commettere azioni stupide. Mi fai qualche esempio?
Come adottare la mentalità del mediano
Ecco alcuni esempi pratici di come giocare da mediano (e non da mediocre) potrebbe aiutarti a raggiungere i tuoi obiettivi… EfficaceMente.
Nello studio
- Il “mediocre” è convinto che l’unico modo per vincere la partita universitaria sia segnare più gol, ovvero studiare più ore. Questo approccio però lo sfianca e puntualmente, dopo qualche settimana, vede i suoi buoni propositi andare a farsi friggere.
- Il “mediano” sa che all’università contano organizzazione e metodo. Ha imparato che per vincere la partita, non serve studiare più ore, ma adottare strategie di studio efficaci e marcare stretto avversari come “procrastinazione“, “distrazione“, “demotivazione“.
Nel lavoro
- Il “mediocre” corre dietro ad ogni pallone, si agita in mezzo al campo e crede che per vincere la “partita” tutto ciò che serva sia fare straordinari e lavorare nei weekend. Sentirsi impegnato lo fa sentire importante.
- Il “mediano” sa che impegnarsi duramente su attività che non dovrebbero neanche essere fatte è una delle definizioni più accurate di stupidità. Ha imparato inoltre che per prevenire le urgenze dell’ultimo minuto è importante “recuperare palloni” al momento giusto, magari adottando l’approccio dei quadranti di Covey.
Nella vita
- Il “mediocre” ad inizio gennaio si è ripromesso di iniziare una nuova dieta americana, bere 8 bicchieri d’acqua al giorno e allenarsi 6 volte a settimana. A fine gennaio, come ogni anno, ha avuto un paio di giornate storte e ha deciso di abbandonare la dieta, bere 8 bicchieri di Jack Daniel’s al giorno e allenarsi 6 volte a settimana a Pro Evolution Soccer.
- Il “mediano” ha capito che darsi mille obiettivi da Mr. Perfettino non lo porterà da nessuna parte: così all’ultima dieta modaiola, ha preferito la semplice eliminazione dei cibi spazzatura, e al programma di allenamento olimpionico, ha preferito un allenamento più semplice, ma che sta riuscendo a seguire con costanza.
Vedi, questo post non vuole essere un invito ad accontentarti o a giocare solo in difensiva, tutt’altro.
La verità è che spesso siamo abbagliati dall’idea che per vincere la nostra partita sia necessario fare ogni giorno delle giocate da serie A. Questa convinzione crea in noi delle aspettative irragionevoli e appena la vita ci mette alla prova, sbrachiamo completamente, rifugiandoci nei nostri vecchi schemi comportamentali (errati).
Adottare la mentalità del mediano significa pressare i nostri demoni interiori per “recuperare ogni pallone possibile”. Significa lavorare ogni giorno sui fondamentali, anche se madre natura non ci ha dato i “piedi buoni”. Significa fare pochi giochini superflui, essere concreti e non fare sbagli stupidi.
Ecco, l’idea di fare attenzione agli errori stupidi, piuttosto che ricercare ossessivamente gli exploit da grande campione, magari è poco affascinante, ma ti assicuro che è dannatamente efficace. E poi ricorda, a volte è proprio il mediano a segnare il gol decisivo che può farti vincere un mondiale.
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Buona settimana. Andrea.
Foto tratta da Google Immagini.
Articolo ispiratissimo, nonostante non sia il tuo campo, come tu stesso affermi.
Una piccola modifica di prospettiva, come questa che proponi, può fare davvero la differenza.
Pensare da mediano ti fa affrontare meglio le giornate storte e ti fa stare in guardia appena le distrazioni si presentano.
Stamane non mi è arrivata la newsletter, è normale?
Sì Santos è normale: ho pubblicato il post in un orario inconsueto (qualche minuto fa). Se controlli la tua casella email dovresti aver ricevuto la newsletter proprio in questi istanti.
Sì immaginavo. Grazie e complimenti ancora per l’articolo.
Andrebbe aggiunto (in parte lo è stato detto), che quando il celebre attaccante fa il gol spaziale in semirovesciata, tanto del merito di avergli fatto trovare quel pallone in area va al mediano.
In altre parole, quando un nostro successo ci fa sentire particolarmente orgogliosi, è assolutamente necessario girarsi indietro e ringraziare quel numero 4 con le ginocchia rotte che ce lo ha permesso.
Bell’articolo.
Grande riflessione … proprio oggi ho sostenuto un esame scritto che probabilmente mi è andato bene nonostante abbia studiato poco (lavoro ed ho famiglia), ma in maniera mirata e seguendo le tue ottime indicazioni. Il sunto di oggi in relazone a questo tuo “mediano”: non sprecare energie inutilmente, possiamo usarle per altro ! Grazie Andrea !
Ottimo Patrizia. Naturalmente, quando parlo di studio, non voglio incentivare gli studenti a prepararsi poco, ma allo stesso tempo studiare come piccoli Giacomi Leopardi o fare affidamento solo sull’ultima tecnicuccia di memorizzazione non è sicuramente la soluzione.
D’accordissimo !! Non studiare poco, ma studiare bene, non a memoria, non serve stare sui libri per ore pensando ad altro. Io ho usato la tecnica del pomodoro pr lo studio iniziale e più intenso e successivamente ripassi con le flashcards. Anche poche alla volta, ma continuamente nella giornata, una specie di “gioco”. Alla fine assimili moltissimo che tra l’altro ti resta in mente, collegandolo anche al momento e al luogo della ripetizione.
Veramente motivante Andrea! Ti seguo da diversi mesi e ho anche comprato la tua guida per studenti universitari, devo dire che le tue pillole di efficacia del lunedì sono davvero un toccasana per affrontare gli obiettivi di tutti i giorni, soprattutto per i momenti difficili in cui l’autostima è sotto zero!! Grazie di tutto.
Edoardo
Bellissimo articolo! Potresti farne uno su come riuscire ad andare a letto presto la sera? Grazie!!
Certo Maria Grazia: accettiamo le ordinazioni di martedì e giovedì, dalle 09:00 alle 12:30. Sono 5€ per articoli da 100 parole, 10€ per quelli da 300 e 20€ per quelli da 1.000 battute. Se ci vuoi sopra una spruzzatina di motivazione, devi aggiungere 5€ extra. :-D
Era solo uno spunto, dato che fai sempre articoli su come alzarsi presto…ma per alzarsi presto la mattina, bisogna andare a letto presto la sera e fare un tot di ore di sonno. E poi chiedere non costa nulla ;)
Te lo dico io come fare: non guardare la TV, tanto tempo sprecato troppa pubblicità che rincoglionisce il cervello. Trovi ttt film che vuoi su torent :) ottimizza il tempo leggi un libro che è certamente più formativo: a me leggere la sera concilia sonno ciao
Grazie Andrea, oggi che non mi sento per niente una fuoriclasse, ci voleva proprio questo articolo per ricordarmi che posso continuare ad essere un’ottima mediana :)
Cool! Un tempo quando giocavo a calcio facevo l’attaccante, ma allo stesso tempo andavo a prendere tutti i palloni, io avevo i polmoni. Ora nella vita sono diventato mediano. Pure io sono appassionato di arti marziali, dopo aver fatto shaolin, karatè sono passato al tai chi. Il tai chi, per me è come il mediano.
Bellissimo articolo Andrè! Il morale sale sempre in alto quando leggo alcune tue inserzioni, e fai capire molte cose che magari noi, ottusamente, teniamo nascoste dentro. Complimenti per il lavoro che svolgi!
Bell’articolo Andrea! E’ certo che tutto sta nella prospettiva da cui si guarda ogni singola sfida.
Posso testimoniare che puntare ad essere dei campioni sempre ti fa sentire ( se non addirittura essere) mediocre: nel mio caso ho ottenuto grandi risultati lo stesso, ma con talmente tanto stress e paura che il percorso di studio ha completamente riempito la mia vita bloccandola su tutti gli altri fronti.
Come hai detto tu non si tratta di accontentarsi né tanto meno di abolire l’ambizione, l’idea è che bisogna fermarsi e studiare la migliore strategia prima di agire a caso in preda al panico; bisogna diventare consapevoli dei propri punti deboli e imparare, con costanza a trasformarli in punti di forza.
Qui mi è venuto in mente un film (frammenti di un omicidio) in cui la protagonista, scampata per miracolo dall’attacco di un assassino, perde la capacità di riconoscere i volti: presa dal panico non è capace di riconoscere il suo carnefice e vive giornate di terrore rischiando di perdere il suo lavoro da insegnante; alla fine però, accetta la situazione e impara a trovare altri strumenti per riconoscere i suoi alunni e le persone che ama, tornando padrona della sua vita.
Anch’io non amo il calcio, anzi non ci capisco un tubo e nemmeno tengo a capirci molto, ma la tua metafora è stata chiarissima, complimenti!
Il paragone col mediano, calcisticamente parlando, è molto azzeccato. Tutti vorrebbero essere Cristiano Ronaldo, Messi, Maradona piuttosto che Gattuso o altri pari ruolo.
E’ uno dei ruoli fondamentali perché tiene la squadra unita, lega i reparti di attacco e difesa e spesso, tale ruolo, è interpretato non a caso dai calciatori più determinati, carismatici e grintosi, i trascinatori, i capitani, i leader per intenderci.
Bellissimo articolo caro Andrea, come sempre contenuti semplici e pratici per la crescita personale. Altro che putenza della mende ! :)
Ciao Andrea
Ciao Giuseppe, ti assicuro che l’ho letto e riletto prima di pubblicarlo, onde evitare castronerie calcistiche. Se però ti è piaciuto, proprio minchiate non dovrei aver scritto ;-)
No no anzi, il calcio è argomento talmente diffuso da poter veicolare al meglio un messaggio. E’ il classico argomento di discussione assieme alla politica.
Uhm…. il mio è un “uhm” di riflessione. Ottimo articolo. Il fatto di prestare attenzione ad errori controproducenti è utilissimo. Non ho ben capito il senso del tutto: può essere riassunto con l’importanza di pianificare? O mi sto perdendo qualcosa? Scusate, forse il mio Q.I. oggi è in ferie… ;-)
Azzeccatissimo e utilissimo per la settimana appena trascorsa in cui, parafrasandoti, “sono rientrato nei miei schemi comportamentali (erratissimi!!!!)”;
tanto da rendermi nervoso e invogliato a trovare una soluzione all’apatia che ho accusato! non mancherò di seguire il tuo consiglio! lavorerò sui polmoni ;)…
Grazie Andrea
Quando hai descritto cosa fa il “mediocre” sul lavoro mi stava scappando la lacrimuccia di disperazione e frustrazione… è forse questo l’errore nel quale persevero da anni???
Ottimo post! Condivido al 100% l’idea che il successo non arrivi da una serie continua di prestazioni straordinarie, ma dalle piccole azioni positive che facciamo ogni giorno. Su una sola cosa non sono d’accordo: l’idea di mediano come esempio di metodo ed organizzazione. In questo caso mi sembra migliore un regista come Pirlo rispetto ad un Gattuso! ;)
Ogni volta leggo con grande interesse i tuoi articoli e
trovo ottimi spunti di riflessione. Il ruolo del mediano effettivamente viene
un po’ snobbato perché considerato “meno nobile”, ma in realtà non è
assolutamente meno importante degli altri. Del resto, immersi nella società
odierna, che richiede incessantemente di emergere il più possibile, di essere
“i primi”, di essere gli attaccanti e di prevalere, è difficile pensare a nuove
prospettive.
Adoro trovare nuovi stimoli che mi facciano cambiare un po’
punto di vista, specialmente quando ho l’impressione di essere “immobile” nel
mio percorso. Grazie!
Bello! Mi aspettavo un goal di Oriali peró ;)
Quelli li lasciamo a Ligabue ;-)
azzeccatissimo, nel mio lavoro è facilissimo disperdere energie inutili x obiettivi obiettivamente inarrivabili, corro questo rischio ogni mattina appena apro la posta e i social: è molto dura non farsi catturare dalla rete perdendo tempo a leggere cose che non potrò mai realizzare perchè non ho le “spalle protette” (eufemismo:) e non mi concentro sugli obiettivi che con metodo ho annotato la sera prima… grazie ci voleva:) #lavoraresuipolmoni !
Felice di scoprire di essere un mediano Grazie Andrea :-)
scusa ho sbagliato i parametri della foto
Via del mediano affine alla via del guerriero mi viene da pensare. Bell’articolo!
Grazie davvero per i tuoi contenuti, a me capita di sentirmi a volte attaccante a volte difensore, il lunedì certamente mediano…è veramente un fatica quotidiana. Cerco ogni giorno di focalizzare gli obiettivi principali secondo l’agenda e mi son fatta un diagramma per ricordarmi di seguire le priorità. E’ veramente difficile rispettarlo però.
Fantastico articolo Andrea, davvero motivante e fuori dagli schemi, se non fosse che per ingegneria (o qualsiasi altra facoltà) le cose non sempre funzionano come dici tu. Ti faccio un esempio, cosa fai quando i professori ti bocciano perché si sono alzati col piede sbagliato la mattina dell’esame?! come recuperi la palla visto che le possibilità annuali sono 5?
Con la metafora calcistica mi hai definitivamente conquistato! Articolo STU-PEN-DO!
Grazie ;-)
Se nella nostra società non esistessero mediani dedicati instancabilmente nel recuperare e smistare palloni non ci sarebbe chi quel pallone lo butta in rete prendendosi qualche volta, immeritatamente, tutti i meriti.
Semplicemente grazie!
Questa è la storia di un mediano che è diventato un esempio di vita. Guardatelo perché ne vale la pena.
https://www.youtube.com/watch?v=mzeeDjFanCU
Quant’è vero! Spesso ci concentriamo su una miriade di cose, cerchiamo di spingere sempre al massimo in tutte, ci svuotiamo dentro, ci ritroviamo apatici e depressi senza sapere come mai. La metafora del mediano è azzeccatissima. L’energia si consuma cari miei, e spesso non ci accorgiamo neanche dove va a finire: bisogna usarla con parsimonia, ma più che altro ascoltare il nostro corpo, trovare il proprio centro, perché spesso e volentieri quando siamo distrutti e senza energie è perché non ci siamo ascoltati e abbiamo perso energia senza accorgersene.
Secondo me il messaggio chiave del post è evitare di cadere sempre negli stessi errori, cosa molto difficile ma capace di farci fare la differenza. E cmq credo che tutti i ruoli sono fondamentali nel calcio anche il portiere e il mediano, non tutti possono essere attaccanti, così è pure nella vita e meno male!
Brava Enza, “recuperare palloni” significa proprio questo: evitare gli errori stupidi. Ci facciamo spesso prendere da ideali di perfezione, ma se iniziassimo col non perderci in un bicchiere d’acqua faremo sicuramente un bel passo in avanti ;-)
Cercare di fare sempre giocate da campioni, porta solo stress inutile!
Complimenti per il post Andrea, lo considero geniale nella sua semplicità.
Ho avuto modo di rifletterci negli ultimi tempi, come alcune persone, senza particolari talenti o capacità, sono riuscite a raggiungere grandi risultati evitando di fare errori banali e “giocando semplice”. Credo si ricolleghi perfettamente al tuo post sul +1 giornaliero. Tutto è collegato!
EfficaceMente è anche il MIO strumento di crescita personale. Io nell’atto dello scrivere riesco a fissare nella mia mente idee che all’inizio sono solo delle intuizioni. Sono 7 anni ormai che sto raffinando, articolo dopo articolo, la mia visione della crescita personale, condividendo quelle strategie che si sono dimostrate per me davvero efficaci, tra le tante teorie più o meno fuffose dei vari guru e para-guru ;-)
Del tuo commento Amine mi è piaciuto in particolare quel: “giocando semplice”. Oggi siamo bombardati di informazioni; sono talmente tante che non riusciamo a stargli dietro. Tornare ai “fondamentali”, lavorarci giorno dopo giorno, evitare gli errori idioti, ecco… sarà forse una visione minimale e semplificata, ma a me piace molto e si sta dimostrando molto utile per il raggiungimento dei miei obiettivi.
Il mediano ha un ruolo ben definito e non vive la frustrazione di dover dimostrare a tutti di aver fatto gol. Obiettivi chiari e realizzabili. Bravo, Andrè!
Buongiorno Andrea,
questo è uno dei tuoi migliori articoli, io penso.
Veramente importante.
Saluti.
Luisa.
ps. Condivido, sono una praticante di Taijiquan, predisposizione all’introspezione ed all’analisi?
ciao Andrea,
ottimo articolo, interessante il raffronto tra mediocre e mediano, ce ne sarebbe da discutere.
/IronicModeOn
Anche se…
Se vogliamo dirla tutta, il Tardelli dei tempi d’oro era una specie di mezz’ala di altissimo livello, il lavoro sporco lo facevano Oriali o Marini, in nazionale, e Furino nella Juventus.
Poi finì all’inter ed ebbe inizio il suo declino…
^__^
Ah… sulle mie conoscenze calcistiche ho messo le mani avanti! Grazie del commento Francesco ;-)
Ed il mitico Benetti dove lo mettiamo?
Hahaha, hai ragione! Ero troppo piccolo per ricordarlo, ho ricordi di calcio solo dal mondiale 82 compreso in poi! La gioia che mi procurò quella vittoria me la sono portata dentro per anni, mi sentivo invincibile, appartenente alla nazione campione del mondo! Bei tempi!
Io allora sono un po’ più vecchietto perché mi ricordo molto bene anche la nazionale di Argentina 78: una nazionale che aveva un gioco stupendo, non per niente fu l’unica che sconfisse l’Argentina a casa sua durante quel torneo. Benetti invece, giusto per ricordare un grande MEDIANO, era come un Gattuso al cubo! Una vera macchina da guerra. Fuori dal campo pareva un bonaccione ma dentro l’arena erano volatili per diabetici per chi si ritrovava con il pallone tra i piedi nelle sue immediate vicinanze. Era sì duro, ma non cattivo: insomma un grande.
Giusto per dare un’idea eccovi un suo video di presentazione https://www.youtube.com/watch?v=HZ9Buu1PRc0
Giusto. Un passo alla volta: senza esibizionismi, ma senza fermarsi mai. Grazie Andrea!
Trovo questo post particolarmente interessante, soprattutto perchè a volte darsi obiettivi irreali serve più a demotivarci che a farci progredire. Grazie davvero!
Per tornare all’analogia calcistica, un altro fattore che nel post non è stato messo in giusto rilievo è il fattore tempo/maturazione. A volte capita che una società di calcio si trovi tra le mani il classico “goiellino”, un calciatore in erba che ha però evidenti talenti più o meno latenti che lo possono far emergere tra la massa di future speranze pedatorie. Quello che spesso capita, soprattutto se la società in questione ha abbastanza lungimiranza, è che si decida di farlo “maturare” in ambienti idonei, poiché l’esperienza ha dimostrato che il solo talento, se non supportato da un’adeguata e corrispondente maturità psicologica, rischia di bruciare un potenziale campione. Ecco perché il fattore tempo spesso ha un’importanza fondamentale: tutto deve essere fatto rispettando i giusti tempi e facendo le adeguate e necessarie esperienze, altrimenti si corre il rischio di avere dei risultati frutto di picchi momentanei ma non stabili e duraturi nel lungo periodo.
Sono stata appena respinta ad un esame. Da gennaio ho sostenuto 2 esami e sono stata respinta ad entrambi. E’ vero che per ogni esame è necessaria la solita botta di c..hiulo (tant’è che oggi ho assistito ad alcuni colleghi che hanno proferito giusto un paio di parole con un 30 al seguito) ma io sono stufa di affidarmi solo alla dea fortuna. Temo ci sia qualcosa di sbagliato in me e nel mio modo di approcciare allo studio. Voglio fare 12345869 cose insieme e non riesco mai a pensare ad uno step alla volta per paura di rimanere indietro e alla fine in coda ci resto lo stesso…Ho letto diversi tuoi articoli e mi hanno davvero ispirata ma al momento sono così tanto frustrata (e fallita) che non so da che parte (ri)cominciare.
Ciao Roberta, mi spiace per i due esami. In merito alla tua ultima domanda (“da dove ricominciare?”). Un elemento che ho sottolineato in questo post è l’importanza di lavorare sui “fondamentali”. Nello studio i fondamentali sono 3:
– Apprendimento.
– Memorizzazione.
– Organizzazione.
Con il primo e l’ultimo che la fanno da padrona. Nel tuo caso ad esempio sembrerebbe esserci qualche lacuna nel terzo pilastro: l’organizzazione. Prova a dare un occhiata a questo post
cavolo…ecco cosa sono! un gran mediano!
grazie andrea, illuminante come sempre.
Grazie Andrea! Anche con questo articolo ci hai insegnato che la semplicità è sempre l arma vincente!!La continua ricerca affannosa del perfezionismo e degli exploit da grande campione alla lunga stancano e fanno compiere tanti autogoal che spengono la nostra autostima! Perché poi quando non si arriva alla meta ci si strugge e si perde la voglia di perseverare.. Vivere da mediani invece (pur essendo secondo me molto più complicato da raggiungere come obiettivo) consente di accertarci per quello che si siamo e di vincere ai nostri occhi e non a quelli degli altri!!
con estrema semplicità sei riuscito a riassumere quelli che sono i miei avversari di sempre sul lavoro:
procastinazione, distrazione e demotivazione!!!!! E sembra così banale…ma vederli scritti lì, visualizzarli, mi ha aiutato ad aprire gli occhi…una volta identificati è più facile (spero) adottare delle azioni correttive.
Se conoscli bene i tuoi avversari…è più facile arrivare alla vittoria!
Ciao andrea, complimenti per il blog e per l’articolo…volevo chiederti se, a proposito di metafore calcistiche, la frase: “la miglior difesa è l’attacco”, si può tradurre in una meteora della vita reale.
Grazie
Simone
Ciao Simone, credo che “la miglior difesa è l’attacco” sia un’ottima metafora dell’importanza di essere proattivi: anticipare gli eventi, pianificare, smettere di procrastinare. Non la interpreterei invece in senso “aggressivo”, ovvero attaccare gli altri per non doversi difendere.
Ciao ANDREA, Come al solito fai centro, ma sarò sincera: ho abbandonato per un po’ la lettura dei tuoi post perché ero in un periodo incasinato, febbraio e gennaio pieno di esami, ne ho preparati quattro e ne ho portati a casa 2. MI DICO soddisfatta. Ora solo 4 esami mi separano dalla laurea, e ovviamente la preparazione della tesi. Ma magari di questo ti aggiorno più avanti.
Non so come definirmi..se mediano o a volte sinceramente anche mediocre, in molti aspetti lo sono, e commetto gli errori di cui tu parli. Ma ciò mi rincuora perché credo di aver capito proprio il perché non funzionavano, pensavo di fare meglio così e che così avrei ottenuto poi invece puntualmente non ottenevo e per questo mi scoraggiavo..ed iniziavano i soliti pensieri…non ci riesco, è inutile fissare obbiettivi tanto poi non li raggiungi..il solito circolo perverso..
In realtà non leggevo più nemmeno i tuoi post perché appunto mi ero scoraggiata..ma invece ora eccomi qui..ti scrivo a distanza di un mese dalla pubblicazione di questo articolo proprio perché mi stò leggendo tutti gli arretrati..bellissimo. Uno dopo l’altro rincuorano ogni mia giornata e difficoltà che prima pensavo insormontabile.
Eccomi di nuovo qui, con una nuova carica..obbiettiva, realistica ed efficace!!!!
Grazie mille
utilissimo come tutti i tuoi articoli ;)