Un semplice stratagemma per diventare motivatore di te stesso e ritrovare ogni volta la motivazione perduta.
“Una delle più potenti caratteristiche del genio è la capacità di far ardere il proprio fuoco interiore.”
John W. Foster.
Qualche mese fa ti ho svelato 4 balle sulla crescita personale. Nella terza balla sostenevo che: “non hai bisogno di alcun guru“. Spesso però, capita di sentirci giù di morale, apatici e demotivati e vorremmo tanto avere qualcuno al nostro fianco che ci sproni, che ci ricordi che possiamo fare di meglio, che ci spinga ad agire; insomma, avremmo bisogno di un bel motivatore da tenere sul comodino. Giusto?
Tra Life Coach, Mental Coach, Emotional Coach, Spiritual Coach e chi più ne ha, più ne metta, l’industria della crescita personale sembra aver fiutato questo nostro bisogno intrinseco (leggi affare) e come sempre ci ha fornito la soluzione “cotta e mangiata”.
Lo sai… io sono un po’ più rompi-meloni: le soluzioni semplicistiche non mi piacciono, ma soprattutto non mi piace delegare la responsabilità della MIA crescita personale a qualcun altro. Per questo motivo ho sempre cercato di essere il miglior motivatore di me stesso ed in questo articolo voglio parlarti di uno stratagemma infallibile per ritrovare ogni volta la motivazione perduta.
Ritrovare la motivazione… sì ma, per cosa?!
Se vuoi diventare un bravo motivatore devi innanzitutto capire per cosa stai cercando questa cavolo di motivazione! Non è che ti svegli al mattino e seu motivato così… in generale: “Ah… devo andare in bagno! Sono ultra motivato!”, “Ah, non vedo l’ora di prendere la metro, le ascelle pezzate mi motivano dentro!”, “Uhhh… come sono motivato oggi! C’ho la motivazione galoppante!”
Per trovare la motivazione devi avere una motivazione.
Insomma, la motivazione per essere efficace deve riferirsi ad un obiettivo ben specifico (se ancora non sai cos’è un obiettivo specifico, dai una letta a questo articolo).
La prima cosa da fare quindi è chiederti per cosa stai cercando di motivarti:
- Ti manca la motivazione per preparare un esame?
- Stai cercando la motivazione per ritrovare la tua forma fisica?
- Magari non sei molto motivato a seguire quella famosa dieta?
- Forse quella che ti manca è la motivazione al lavoro?
Cerca di individuare in modo quanto più specifico possibile per cosa stai cercando la tua motivazione. Questo primo passo è fondamentale per ritrovare la grinta perduta. Una volta individuato l’obiettivo per il quale cerchi di motivarti, come secondo step, dovrai fare un piccolo viaggio nel tempo…
Individuare il paziente “0”
In medicina, di fronte ad un’epidemia è fondamentale riuscire ad individuare il così detto paziente “0”, ovvero il primo individuo che ha dato il via alla diffusione del virus.
Anche la motivazione può diffondersi come un virus, un virus buono, un virus che ti rafforza giorno dopo giorno invece di indebolirti. Ma se vuoi capire come riuscire a far propagare la motivazione ogni volta che ne hai bisogno, devi essere in grado di individuare quel paziente “0”, ovvero devi essere in grado di capire…
“cosa ti ha motivato la prima volta che hai deciso di perseguire il tuo obiettivo.”
Perché hai deciso in primo luogo di perseguire questo obiettivo? Cos’è che ha fatto scattare la scintilla? Cosa ti ha spinto a metterti in azione la prima volta?
- Magari hai deciso di raggiungere la tua libertà finanziaria e sei stato ispirato dal mio articolo sul come fare soldi senza lavorare (beh… sperare non è peccato ;-).
- Forse hai deciso di iscriverti al tuo attuale corso di laurea perché sei stato affascinato dal lavoro dei tuoi genitori o di qualche tuo amico di famiglia.
- A ben pensarci hai deciso di ritrovare il tuo peso ideale dopo aver visto quel video in cui una persona sovrappeso ha ritrovato la sua forma fisica in pochi mesi (Ale ne sa qualcosa con il suo programma sul peso ideale, vero? ;-)
- Magari hai deciso di intraprendere la tua attuale carriera ispirato da un film che avevi visto quando eri ragazzo.
Prenditi 10 minuti e pensa a quale è stata la scintilla che per prima ti ha spinto ad inseguire il tuo obiettivo. Può trattarsi di un video, un’immagine, una frase, una chiacchierata con qualcuno. Ripensa all’esatto istante in cui ti sei detto: “Io voglio raggiungere questo obiettivo”.
Sapere dove è nata la tua motivazione è il vero segreto per diventare il tuo migliore motivatore.
Ritrovare la motivazione giorno dopo giorno
Ripensare all’istante esatto in cui hai deciso di perseguire il tuo obiettivo può darti una spinta importante, ma non basta…
Certe immagini, frasi, video o canzoni, perdono la loro efficacia di motivazione nel tempo, soprattutto se continui ad esporre il tuo cervello a questi input in modo ripetitivo. Il tuo cervello semplicemente si abitua a questi stimoli, spostandoli sullo “sfondo” e dandogli scarsa rilevanza.
Per questo motivo non ho mai trovato di particolare utilità i “Goal Board“, ovvero quelle lavagne (reali o elettroniche) in cui i Guru di Crescita Personale suggeriscono di incollare immagini, frasi ed altro materiale che ci ricordino quotidianamente dei nostri obiettivi.
Per quella che è la mia esperienza, per ritrovare la motivazione giorno dopo giorno abbiamo bisogno di nuovi stimoli.
E dovevi scrivermi 830 parole per dirmi che per ritrovare la motivazione avevo bisogno di nuovi stimoli! Va là, va là, patacca!!! E quindi che me ne faccio di tutto il discorso sul paziente “0” e le cagatine varie, se abbiamo detto che perdono di efficacia nel tempo?!
In realtà sapere esattamente cosa ci aveva motivato in primo luogo è di fondamentale aiuto per sapere dove andare a cercare i nostri nuovi stimoli. Ma vediamo qualche esempio pratico:
- Quando ho deciso di intraprendere il mio nuovo programma di allenamento, sono stato ispirato da un video su youtube. Per questo motivo, prima di ogni nuovo allenamento, ho preso la buona abitudine di guardare un video motivazionale (per 2-3 minuti al massimo). In particolare modo, trovo molto stimolanti i commercial dei brand sportivi o i video di “trasformazione personale” (ti ho linkato alcuni dei miei preferiti).
- Quando ho creato EfficaceMente, alla fine del 2008, una delle motivazioni che mi hanno spinto era la possibilità di ispirare i miei lettori, così come io ero ispirato dai miei blogger americani preferiti. Per questo motivo, quando la motivazione per portare avanti il progetto EfficaceMente cala, o magari ho fatto qualche cavolata, vado a rileggermi alcuni dei migliori commenti ed email dei miei lettori (si sono un romanticone: le tengo da parte! ;-).
- Quando ho iniziato il mio Corso di Laurea in Ingegneria Gestionale ero stato ispirato dalla volontà di intraprendere un preciso percorso di carriera nella consulenza direzionale, seguendo le orme di un collega di mio padre. Così, quando capitava che non fossi particolarmente motivato a preparare un determinato esame (e ti assicuro che capitava), mi andavo a rivedere i curricula dei manager di successo che ammiravo maggiormente.
Potrei farti altre decine di esempi, ma sono sicuro che tu abbia colto il punto. Se vuoi diventare il migliore motivatore di te stesso, giorno dopo giorno:
- Focalizzati su quale obiettivo specifico vuoi ritrovare la motivazione.
- Ripensa a cosa ti aveva motivato la prima volta.
- Ritrova nuovi stimoli che siano in grado di motivarti sulla falsa riga di quella prima scintilla.
Spero che questo semplice stratagemma ti sia utile, almeno quanto lo è stato per me in questi anni.
A presto! Andrea.
Foto tratta da Google Immagini
La strategia del Paziente 0″ davvero interessante, la trovo decisamente più funzionale dei lavaggi di cervello delle lavagne di alcuni coach (solo alcuni intendiamoci)invasati che ti trasmettono entusiasmo li per li e poi… passa tutto.
La strategia che suggerisci mi sembra potente perchè fa leva su una fiamma o fiammella che è gia accesa dentro di noi ed è la nostra!
Nonostante mi senta abbastanza motivato credo che aprofiterò del tuo suggerimento per ravvivare un poco la fiamma.
Grazie!
ps
che foto fichissima!!!
Si Claudio, poi mi dicono che odio i coach… ci mancherebbe: naturalmente ci sono coach molto bravi nel loro lavoro e che stimo personalmente. La mia naturalmente è un’opinione personale rivolta ad un certo modo di fare crescita personale.
Buon ravvivamento, ma mi raccomando non ti scottare che è già abbastanza caldo fuori! ,-)
Si di Lunedi è proprio quel che ci vuole!!
Almeno per me, il Lunedi è devastante… ho sempre un calo di motivazione del lavoro!
Purtroppo non ho più obbiettivi nell’azienda dove faccio l’operaio e mi consolo con il pc! :-)
Dopo che mi hanno fatto due “palle cosi” con questa crisi/cassa/quanto costano questi operai(perchè non chiudono mi chiedo?)…
Si sono perso uno tra i migliori operai che avevano! ..Peggio per loro!!
Ora tutte le mie forze e le “dritte di Andrea” le tengo per me! e per gli obbiettivi che valga la pena portare avanti!
Scusa lo sfogo Andrea… ma ora devo sbrigarmi a chiudere e andare a sentire la c****ta del giorno!
Mesa che il tuo blog dovrebbe essere letto da qualche “azienda” italiana! che nemmeno sa cosa vuol dire “lavorare sulla motivazione”
Ciao Maurizio,
grazie molto per il tuo commento: sapere che alcuni lettori abbiano questo blog come punto di riferimento mi rende molto orgoglioso.
Andrea.
In effetti concordo: guru, coach, corsi di motivazione supermegaextraeccitanti non servono a nulla se ci si si rivolge a loro in modo totalmente passivo, con l’atteggiamento del neonato che aspetta di essere attaccato a succhiare… Non per niente il primo passo indicato qui da Andrea è “focalizzati su un obiettivo specifico”. Nemmeno Superman può sentirsi motivato dal niente e sul niente. E non c’è nessuno che possa darti, dall’esterno, qualcosa di valore su cui impegnarti.
Si, il primo punto sembra banale, ma spesso quando vengo contattato in privato mi accorgo che alcuni lettori dimenticano proprio che la motivazione è sempre legata ad un obiettivo e non nasce dal nulla.
A presto Ilaria.
Andrea.
Ciao Andrea,
interessante articolo come sempre. Devo ancora lavorare su me stesso per rendere più efficaci i tuoi consigli, ma sfrutterò al meglio queste perle.
Ho visto che hai messo una versione Kindle del tuo libro. Io l’ho comprato in versione PDF ma l’ho letto su Kindle in modo un po’ adattato. Mi chiedevo se potevi mandarmi la versione Kindle così mi rendeva le riletture più comode. Ovviamente, se non è possibile non fa niente, te lo chiedevo per una questione di comodità di lettura.
Grazie
un saluto
Ciao Fiorenzo, naturalmente non si tratta di una versione completa del corso. Contattami pure con l’email con cui hai acquistato Start! e ti invierò gratuitamente l’ebook kindle Smettere di Procrastinare.
Andrea.
Ciao Andrea e da un po’ che seguo i tuoi blog e li trovo interessantissimi,pieni di entusiasmo e voglia di fare,ti faccio i miei più sinceri complimenti e spero che continuerai su questa strada.Anch’io ho una meta da raggiungere e quello che scrivi sono un vero toccasana per me, mi dai spunti e motivazioni per andare avanti nella mia strada.Grazie ancora di cuore.
Cara Maria Elena, l’idea è di continuare su questa strada e se possibile, migliorare. Naturalmente continuerò a fare qualche errore di tanto in tanto, ma come ho sempre detto, questo blog è anche uno strumento di crescita personale per me.
A presto,
Andrea.
Stamane ero proprio di brutto umore :-(
Comunque 10-100-1000 come te Andrea! Mi piacciono le persone umili e in gamba! ma non fraintendermi… sono sposato
Si vede che ho staccato dal lavoro… ora sono pure simpatico!
Comincio subito a rilassarmi per lunedi prossimo! Non vorrei predicare bene e razzolare male! Cominciando a lamentarmi!
Osservare chi ce la fatta in situazioni difficili o ricordarsi qualche piccolo obbiettivo raggiunto è il miglior modo per ritrovare la giusta motivazione!
Seguo il tuo consiglio ;-)
Certo se mi raccontassi che prima eri un operaio con la terza media… allora si che mi riprendevo alla grande!!
Ciao Maurizio,
mi ha fatto molto piacere leggere il tuo commento.
Personalmente nel corso della mia vita ho avuto l’opportunità di frequentare persone provenienti da realtà molto diverse. Quando ero studente di ingegneria, d’estate per pagarmi le vacanze lavoravo come operaio di linea per un’importante multinazionale degli elettrodomestici e ti assicuro che ho conosciuto persone più sveglie ed “affamate” in quell’ambiente piuttosto che nelle aule universitarie in cui spesso i figli di papa si lamentavano per dover studiare un paio di libri per un esame. C’è un detto che mi sorprende ogni volta per la sua “verità”: “chi c’ha il pane non c’ha i denti, chi c’ha i denti non c’ha il pane”.
è questo il punto , devo trovare la motivazione giusta,l’anno scorso ho raggiunto quello che volevo (in un certo ambito) ma per motivi sbagliati.
Per la motivazione per la dieta io consiglio un programma su mtv i used to be fat , si sono i video online .In generale ho scoperto che la delusione,il sentirmi arrabbiata ealtri sentimenti negativi mi danno motivazione!
Ciao Delia,
si la motivazione è importante, ma spesso è sovrastimata. Ma soprattutto una cosa che bisogna ricordare della motivazione è che viene DOPO l’azione e non prima.
A presto,
Andrea.
Eeeee… se rendessi possibile acquistare la versione per kindle su amazon e poi se uno in seguito volesse acquistare la versione completa deve semplicemente aggiungere altri 10€? O no?
Azz… hai la domanda di riserva?! Facciamo che la versione kindle è compresa nel pacchetto completo di Start! per chi me ne fa richiesta dopo aver acquistato il corso qui su EfficaceMente
Fiuh… salvato in zona Cesarini ;-)
Hmm, Andrea io questa volta sono in disaccordo con te :-)
Secondo me la motivazione non deriva dall’avere un’obiettivo, ma dalla volontà di soddisfare un bisogno.
Faccio un esempio, non è che ponendo l’obiettivo che voglio dimagrire di 6 kg che io trovo la motivazione di fare ginnastica, ma dal fatto che voglio apparire in forma ed essere corteggiato in spiaggia, quindisono motivato dal mio bisogno di sicurezza, di importanza e di connessione con altre persone.
Così come tu non scrivi regolarmente su questo blog perchè hai come obiettivo di raccogliere commenti ed emails dei tuoi lettori, ma sono convinto che tu lo faccia per soddisfare il tuo bisogno di contribuzione, di crescita, di importanza e di connessione.
Maslow, Herzberg e McClelland hanno basato i loro modelli della motivazione proprio sui bisogni. Ognuno porta un punto di vista diverso ed alcune parti sono ampiamente superate.
La mia personale interpretazione è che noi tutti abbiamo dei bisogni di base (per esempio cibo, un minimo di senso di sicurezza) che sono condizione necessaria (ma non sufficiente) per essere motivati (prova ad essere motivato a fare ginnastica se hai i crampi dalla fame oppure se non hai idea di come portare la tua famiglia alla fine del mese).
Poi ci sono dei bisogni di livello più elevato che hanno la capacità di motivarti.
Inoltre ritengo che ci siano dei bisogni “trasversali” che considero esistenziali, perchè fanno proprio parte della natura, del carattere di una persona. Rientra in questa categoria per esempio il bisogno di contribuire.
Alla fin fine a mio avviso il modello dei bisogno umani più utile e che si può applicare molto bene alla propria crescita personale (ma anche a chi ha necessità di motivare collaboratori in azienda) è il modello di Anthony Robbins (sì, proprio quello che fa i corsi in cui pompa le persone facendole camminare sui carboni ardenti e quando sono nel “peak state” gli fa una bella induzione ericksoniana per farli acquistare i suoi costosissimi corsi. Sì, è lui, ma ha scritto anche alcune cose molto buone).
Il suo schema dei bisogni è molto semplice, tutti noi abbiamo necessità di soddisfare a quattro bisogno base, e cioè:
– sicurezza
– insicurezza (nel senso che troppa sicurezza, cioè sempre la solita ripetizione, ruotine ci annoia e quindi abbiamo bisogno di varietà)
– importanza
– amore/connessione (cioè far parte di un gruppo, avere un senso di appartenenza)
Poi ci sono i 2 bisogni superiori di:
– crescita
– contribuzione
Ogni persona ha bisogno di soddisfare in percentuali soggettive almeno i primi 4 bisogni, non tutti sentono la necessità di soddisfare gli ultimi 2.
Nel mio caso sento estremamente forte la necessità di contribuzione, che distacca nettamente in classifica, importanza e crescita.
Occhio che qualsiasi cosa possa soddisfare a 4 (o più) bisogni contemporaneamente, può creare dipendenza.
Quindi, visto che bloggare può dare importanza (molti ti leggono), sicurezza (è una fonte di guadagno per te), insicurezza (ti devi esporre e trovare sempre temi nuovi), connessione (senti adi appartenere ad un gruppo accomunato da una passione comune), crescita (per poter scrivere sempre cose nuove hai bisogno di crescere), contribuzione (con i tuoi articoli motivi e fai crescere molte persone), beh… sei a rischio di non riuscire a fare meno di scrivere e pubblicare sul tuo blog ;-)
Ciao Alex,
grazie di questo commento… anzi era quasi un secondo articolo!!! ;-)
Mi è chiara la connessione tra bisogni e motivazione, dovrò scrivere un articolo a riguardo prima o poi… beh, a dire il vero mi piacerebbe ospitare un tuo guest post: sarebbe interessante capire come gestisci la motivazione quando porti avanti una sfida dei 30 giorni.
Detto questo, il focus di questo articolo era più sul RI-trovare la motivazione. Insomma, dato per scontato che gli obiettivi che ci siamo fissati in passato soddisfino in qualche modo dei nostri bisogni, cosa fare quando perdiamo momentaneamente la motivazione? Come poter essere noi stessi i nostri migliori motivatori quando perdiamo la spinta iniziale?
Grazie ancora del commento,
Andrea.
Veramente di qualità l’intervento di Alexander, concordo. La teoria dei bisogni andrebbe spiegata a tutti i maggiori di 10 anni, indistintamente, perché è una mappa eccezionale per comprendere se stessi e gli altri. E, Alexander, tu qui hai detto tutto quello che c’è da sapere. Io non ho bisogno di giustificare minimamente il mio apprezzamento per Anthony Robbins, che reputo un grande genio, per molte e molte ragioni (altro che Steve Jobs), non ultimo proprio per la sua caratteristica di grande divulgatore. Le derive poi, sono derive, le strumentalizzazioni strumentalizzazioni, le ipermegasemplificazioni ipermegasemplificazioni. E poi io mi baso su due concetti fondamentali per valutare quello che ritengo utile: “Non si può mai sapere da dove venga una buona idea” (citazione da “Una donna in carriera”, che vale mille volte di più se inserita nel contesto) e “dovete imparare a pensare in proprio” (citazione da Immanuel Kant in “Risposta alla domanda: “Che cos’è l’Illuminismo?”).
Detto questo, credo che i bisogni siano bisogni (ahimé il termine la dice lunga) e che spesso non servano a costruire la motivazione, così, nudi e crudi.
Perché credo che come c’è un nesso tra bisogni e motivazione c’è un nesso corrispondente tra bisogni e de-motivazione, che porta alla frustrazione.
Oltrettutto, come dice anche Alexander, i bisogni possono esser appagati in molti modi, non sempre di “qualità” (sto semplificando).
Come è stato detto, la motivazione è alimentata dall’azione.
L’azione porta risultati e i risultati alimentano un ciclo del successo che motiva ulteriormente.
Questo ovviamente se si vuole procedere nella vita secondo un principio di miglioramento costante e non di fuga dal disagio (i noti “verso” e “via da”).
Grazie per lo spazio. Credo che questo sia l’unico blog italiano che frequento – e ne conosco davvero tanti – in cui è possibile confrontarsi con tanta liberalità, soprattutto ricevendo stimoli continui dagli interventi altrui.
Aspetto con ansia gli altri post sulla motivazione, di Andrea e/o Alexander.
ciao andrea, trovo molto interessanti i tuoi articoli e vorrei chiederti di scrivere qualcosa (e se l’hai già fatto ti prego linkami che pare mi sia sfuggito ;) ) sul “rimuginare”
purtroppo sono una persona molto emotiva, e mi capita spesso quando mi accade qualcosa di rimuginare tantissimo!So già che penserai di dirmi che uno dei migliori metodi per smettere di rimuginare su qualcosa è cercare di togliersi il peso, se per esempio la questione riguarda il dire qualcosa a qualcuno, però mi capita anche per questioni risolte del passato,per preoccupazioni varie, per piccole cose che mi hanno irritato: sono la classica persona che fa una figuraccia stupida e poi la vive come un dramma per settimane :D
E questo rimuginare continuo su tutto mi porta via un sacco di tempo, di concentrazione, e di senerità! Solo che trovo sia difficile nascondere i propri sentimenti a se stessi: che dici, ci sono metodi per smettere di pensare troppo?
Si, esiste un metodo vecchio di millenni: si chiama meditazione ,-)
Un altro consiglio che mi permetto di darti riguarda il focus: quando “rimuginiamo” siamo nel passato, quando siamo sereni siamo nel presente, o meglio siamo qui ed ora. Ho scritto un articolo a riguardo, si chiama proprio Quiedora.
A presto,
Andrea.
Come riuscire a capire le priorità della propria vita?
Ciao Andrea,
sono una ragazza di 25 anni, frequento Giurisprudenza, ho scoperto il tuo blog a gennaio e l’articolo sul non procrastinare e sull’utilità di pianificare con anticipo e con calendario alla mano i nostri esami mi ha aiutato molto, fra gennaio e marzo ho dato 4 esami (che a Giurisprudenza non sono pochi, anche se due erano materie più piccole).
Una settimana e mezzo fa non ho superato lo scoglio di Diritto processuale civile e mi è quasi caduto il mondo addosso, ora vorrei tanto ritrovare le motivazioni giuste, ho capito che piangermi addosso non serve a nulla e spero che i tuoi articoli mi rifacciano venire la voglia e la determinazione giusta a superare gli ultimi 5 esami che mi rimangono (nonostante quello che ti ho citato e altri due siano tosti) e a scrivere la tesi, in modo da raggiungere l’obiettivo che avrei già dovuto raggiungere da un pezzo:la laurea.
Ciao e grazie
Cara Carla,
grazie del commento.
Vuoi sapere qual è il segreto definitivo per il successo?! Non esiste, per c’è una cosina che ci va molto vicina: riuscire a ricaricarsi con maggiore determinazione ad ogni sconfitta. Perché le sconfitte sono inevitabili, anzi sono un modo di testare quanto desideriamo davvero raggiungere un determinato obiettivo.
A presto,
Andrea.
Ciao Andrea sono uno studente di Ingegneria Gestionale in crisi di motivazione…
mica puoi darmi i link dei curricula motivanti di cui parli nell’articolo? magari funzionano su di me come su d te.
Grazie
Ciao Andrea , sono un tuo lettore non nuovissimo ma ora ho bisogno veramente dei tuoi suggerimenti in quanto sono caduto in
una profonda depressione , sono seguito da uno specialista , ma come detto sopra i tuoi suggerimenti sono fonte di ispirazione al di la’ della terapia. volevo farti una domanda , e’ possibile utilizzare la musica come ausilio alla motivazione personale ? se si , che tipo di musica ed in che modo utilizzarla ? , esistono studi, testi , od altro che mi possano illustrare quanto da me ipotizzato?. Grazie per il tuo tempo. Un abbraccio!
Ciao Antonio, se sei seguito da uno specialista, non voglio interferire, anche perché non è il mio lavoro.
Per quanto riguarda la tua domanda, no, non sono a conoscenza di studi specifici a riguardo, ma non mi sorprenderebbe trovarne :)
Ciao Andrea, il tuo blog è fantastico ed è molto utile. Trovo però che alcune volte i tuoi articoli si contraddicano a vicenda.. e quindi non capisco bene il tuo punto di vista.
Ad esempio, in questo articolo spieghi che non trovi utili i “Goal Board” per ricordarci quotidianamente i nostri obiettivi. Invece, nell’articolo “Entusiasmo: 10 (strani) modi per essere entusiasta e pieno di energia” consigli una “Vision Board” anche per scrivere gli obiettivi che vogliamo raggiungere. Ora, io non ho una chiara preferenza al riguardo ma tendo più a considerarla una cosa positiva. Ma non ho capito il tuo punto di vista…
Un’altra cosa sono le to-do list, di cui parli spesso in modo positivo. In un articolo scrivi: “Definire un obiettivo non basta; se vuoi davvero raggiungerlo, devi focalizzarti ogni giorno sulla tua lista delle attività da fare, la to-do list appunto. L’81% dei ricchi gestisce le proprie attività quotidiane grazie ad una to-do list”. Nell’articolo sulle persone super-produttive, invece, dici che è meglio non usarle: “La to-do list è generalmente il primo strumento che viene suggerito dagli espherti per organizzare il tempo / difficilmente ti renderanno più produttivo / Non è un caso che la maggioranza dei nostri intervistati d’eccellenza abbiano ammesso di NON utilizzare una to-do list”. Be, a me le due opinioni mi sembrano proprio in contrasto… Anche in questo caso non si capisce il tuo reale punto di vista.
Scusami per il lungo commento, ma è semplicemente una critica per poter migliorare i tuoi articoli, già comunque utili per molti aspetti della vita. Spero che potrai rispondermi.
Ciao Nicola,
ti rispondo in 3 punti:
1) Il blog è stato creato nel 2008 (11 anni fa) ed è un blog di crescita personale. Se negli ultimi 11 anni non avessi cambiato mai opinione su nulla, probabilmente sarei cresciuto poco personalmente :) È quindi naturale che ci possano essere delle contraddizioni nei 500 e passa articoli che ho scritto in questo lasso di tempo. Non è però il caso degli articoli che citi. E qui veniamo agli altri 2 punti…
2) Una cosa è ritrovare l’entusiasmo e l’altra è mantenere la motivazione nel lungo termine. Per ritrovare l’entusiasmo può essere utile avere una “Goal board”, come suggerito nel relativo articolo. Per mantenere invece la motivazione giorno dopo giorno, la “Goal board” non necessariamente è lo strumento più adatto.
3) In merito alla to-do list, si tratta di uno strumento che trovo estremamente utile, a patto che venga usato come spiego in “Crea Tempo”. Le due frasi che riporti, fanno riferimento ad articoli che riportano i suggerimenti di altri autori / esperti, come esplicitato nell’introduzione di quegli stessi articoli. Non credo nei para-guru che hanno la verità in mano e una risposta a qualsiasi problema esistenziale. Preferisco esporre i miei lettori a molteplici punti di vista, anche opposti tra loro, in modo che possano sperimentare in prima persona e testare sulla propria pelle ciò che si dimostra più efficace nella loro situazione. Naturalmente, nella maggior parte dei miei articoli fornisco anche un mio chiaro punto di vista e suggerimenti specifici dettati dai migliori studi scientifici sull’argomento e la mia esperienza diretta. Credo infatti che i miei 20 anni di pratica di queste strategie possano essere di aiuto anche a chi mi segue. Ma ripeto, questo non significa che a) non possa cambiare idea b) non sia disposto a proporre anche punti di vista diversi.