L’entropia agisce costantemente contro di noi: se vogliamo realizzare obiettivi ambiziosi dobbiamo imparare a non arrenderci mai.
“Un vincente è un sognatore che ha deciso di non mollare mai.”
Anonimo.
C’è una grandezza della fisica che mi affascina da sempre: l’entropia. Semplificando potremmo dire che l’entropia è una misura del disordine di un sistema. Più un sistema è disordinato, deteriorato e caotico e maggiore è la sua entropia. Nello specifico, questa grandezza gioca un ruolo molto importante nel secondo principio della termodinamica dove si afferma che: “l’entropia dell’universo tende sempre al suo massimo“.
Miii André! tu invece di rilassarti durante le ferie ti fai ‘sti pipponi fisico-matematici?! Senti, sono appena rientrato: fammi leggere un articolo tranquillo senza troppe seghe mentali! Ok?!
Se pensi che l’entropia non ti riguardi, che sia solo una “pippa” per topi da laboratorio, dammi ancora qualche riga: ti farò ricredere. Il concetto di entropia va ben oltre qualche polveroso testo di fisica, essa pervade la tua intera esistenza e può aiutarti a capire, meglio di ogni altra cosa, perché non devi mai mollare.
L’entropia personale
Ricordi quella volta che ti eri ripromesso di andare in palestra? All’inizio è stato un po’ faticoso, ma dopo un paio di mesi hai iniziato a vedere qualche risultato interessante: i muscoli erano più tonici, ti sentivi pieno di energia, stavi bene. Poi è arrivato quel periodaccio al lavoro e hai dovuto mollare gli allenamenti. Tempo qualche settimana e i muscoli si sono afflosciati, il tuo livello di energia è calato e sei tornato fuori forma.
Ecco, questa è l’entropia in azione nella tua vita quotidiana, se ti può far comodo la puoi chiamare entropia personale.
Ogni volta che decidi di mollare nello studio (ti ho già spiegato come ritrovare la voglia di studiare), nel lavoro e nella tua vita privata, ogni volta che smetti di impegnarti e di “immettere energia nel sistema”, i risultati che hai ottenuto inesorabilmente si deteriorano. L’ordine scivola verso il disordine. Il successo verso l’insuccesso.
Siamo convinti che saltare un allenamento, un pomeriggio di studio o un giorno di dieta non possa fare poi tanta differenza. Sì, è così, cambia poco (nell’immediato), ma devi essere consapevole che nel momento stesso in cui smetti di andare avanti, inizi inevitabilmente a tornare indietro.
“Colui che non va avanti, inevitabilmente torna indietro.”
J.W. Goethe.
L’entropia è sempre in azione, è instancabile, non ti concede pause: l’attimo in cui molli la presa, il sistema inizia a deteriorarsi e a te rimangono solo due opzioni:
- Mettere in campo un surplus di energia, di impegno, per ripartire subito, o…
- Cedere all’effetto “chissenefrega”.
Qualcosa mi dice che la seconda opzione è quella più gettonata dalla maggior parte delle persone. Che fare quindi? Se l’entropia tende sempre a crescere, portando ogni sistema verso il disordine, come possiamo solo pensare di sconfiggerla? Chi siamo noi per opporci a queste leggi universali?
‘Mazza André, oggi sei profondo come il testo di una canzone di Gigi D’Alessio!
Come sconfiggere l’entropia ed imparare a non mollare mai
Il fatto stesso che tu stia respirando e sia davanti ad uno schermo a leggere questo articolo è la prova che l’entropia può essere sconfitta.
In quello che è considerato uno dei pilastri della letteratura scientifica, il libro intitolato “Che cos’è la vita?“, il premio nobel Erwin Schrödinger ha evidenziato come in questa distesa che tende inesorabilmente verso il caos (il nostro universo) esistono “sacche” in cui dal disordine è nato l’ordine: queste “sacche” sono conosciute anche come… la vita.
“Siamo il prodotto di un processo ad entropia negativa, il risultato di una statistica improbabile.”
Il secondo principio della termodinamica non può essere eluso: l’entropia, considerando l’intero universo, tenderà sempre al suo massimo, ma questo non significa che le dobbiamo permettere di avere il sopravvento sulla nostra vita. Con il giusto apporto di energia ed impegno possiamo generare ordine dal disordine, possiamo trasformare obiettivi in realtà concrete e tangibili.
Sì, belle parole, ma come si sconfigge l’entropia? Come si impara a non mollare mai? In ogni mio articolo cerco sempre di fornirti degli spunti pratici, azioni che puoi testare oggi stesso: questo post non fa eccezione. Quando stai per arrenderti, quando senti che non ha più senso progredire, ricorda solo queste 3 lettere: V.A.D.
- Visione. Come abbiamo visto, contrastare l’entropia significa creare ordine dal disordine. Il primo passo per fare ciò è quello di avere una visione chiara, cristallina, di quale stato di ordine vogliamo raggiungere. Questo significa porsi poche domande, ma molto potenti: cosa significa per te successo? Quale obiettivo ti renderebbe davvero orgoglioso di te stesso? Cos’è che desideri realizzare con la stessa intensità con cui vorresti respirare un istante prima di soffocare? Senza una chiara visione di dove vogliamo andare, rischiamo di disperdere la nostra energia (e la nostra attenzione) in mille direzioni, lasciando che l’entropia prevalga. “Andrea, ma io non so cosa voglio fare, gne-gne-gne“. Non so quante volte ho letto e sentito ripetere questa frase. In questo post trovi un modo efficace per chiarirti le idee, se non dovesse bastare, continua a leggere.
- Azione. Puoi farti tutte le visualizzazioni del mondo (a proposito, lo sai che solo queste hanno uno straccio di validità scientifica?), continuare a leggere minchiate sulla Legge dell’Attrazione, ma se non immetti “energia” nel sistema, l’entropia non avrà pietà di te: è sciiienza! E indovina come si immette energia in un sistema…? Bravissimo: facendoti un mazzo tanto. C’è però una cosa ancor più stupida del poltrire, ed è impegnarsi come un mulo nel compiere le azioni sbagliate. Se non sai esattamente dove vuoi andare (visione) o non sai come arrivarci (azione) devi adottare un approccio euristico: testa una strada, investendo il minor quantitativo possibile di risorse (tempo, soldi, etc.) necessario per verificarne i potenziali risultati, e poi passa alla strada successiva finché non avrai individuato il percorso su cui focalizzare tutte le tue energie. Sveglia! Non c’è nessuno che ti svelerà come devi vivere o qual è lo scopo della tua vita, lo devi scoprire da te, così come devi scoprire il modo migliore per raggiungerlo. Per farlo non puoi startene a grattarti le s…palle, devi uscire là fuori e provare finché non avrai trovato la tua strada. Niente scuse.
“Efficienza significa fare le cose nel modo giusto. Efficacia significa fare le cose giuste.”
Peter Drucker.
- Disciplina. Te l’ho già detto: l’entropia è sempre in azione. Nell’istante in cui smetti di agire, inizi ad indietreggiare e a perdere posizioni. Questo è il motivo per cui non puoi permetterti di mollare. Non basta avere una visione, non basta un’azione di tanto in tanto quando tutti i pianeti sono allineati, devi agire con disciplina, devi agire come un vero guerriero: addestrati ogni giorno, perfeziona mente e corpo senza sosta, non indietreggiare mai.
Se ho pubblicato questo articolo oggi non è un caso: molti sono rientrati o stanno per rientrare, questo è uno di quei periodi dell’anno in cui ci ritroviamo ad aver voglia di ripartire da zero, ricominciare. Se non vuoi trasformarlo nell’ennesimo tentativo andato a vuoto, questa volta… “non ti fermare, continua, dammi di più, dammi di più, fai altri cinque passi, non mollare, non mollare!” (guardati il video e poi capirai ;-)
Se hai guardato il video qui sopra, immagino che il tuo livello di motivazione sia davvero alle stelle… Ho indovinato?
Ecco, vorrei approfittare di questo momento per darti una vera e propria chicca. Prendi carta e penna e segna tutto con estrema cura.
L’energia di non mollare mai, di rimboccarsi le maniche e di fare tutto il necessario per raggiungere gli obiettivi prefissati dipendono in gran parte dal “Fattore T”.
Ti posso garantire infatti che il Fattore T è forse uno dei più importanti predatori del successo di una persona.
Insomma, mostrami il tuo Fattore T e ti dirò quanto lontano arriverai…
Per darti un’idea di quanto sia determinante questo “Fattore (T)enacia” ti basti sapere che recentemente, insieme al Dott. Fiorenza, ho sviluppato un intero video-corso avanzato proprio con l’obiettivo unico di farti sviluppare una tenacia di ferro in solo 21 giorni!
Il nome del corso?…. “Fattore T” ovviamente ?
Attualmente le iscrizioni sono chiuse ma se desideri scoprire come ottenere una forza di volontà a prova di bomba, qualche informazione sul corso avanzato ed essere notificato quando quest’ultimo sarà nuovamente disponibile, allora clicca sul bottone di seguito e iscriviti subito alla Lista di Attesa:
Alla prossima settimana.
Andrea Giuliodori.
Foto di splorp
Il concetto dell’entropia è davvero affascinante! Avevo letto qualcosa a riguardo tempo fa, ma ho dimenticato tutto xD comunque ti ringrazio tantissimo per questo articolo, ci voleva, visto che quest’anno inizierò l’università fuori sede e io sono il tipo che molla prima di iniziare! Mi serviva anche la strigliata del “Non c’è nessuno che ti svelerà come devi vivere o qual è lo scopo della tua vita […]” – me lo dimentico spesso.
By the way, non è che potresti dirmi il titolo del film da cui è tratto il video? Perché mi ha gasata parecchio e ora devo vederlo assolutamente: mi ricorda tanto quando da piccola facevo karate e non mollavo mai! La sensazione di aver fatto il triplo di quello che mai avresti immaginato è impagabile. Grazie!! :)
Ciao Sara,
grazie del commento: stai per iniziare una fase importante della tua vita, mi auguro che il post ti abbia dato spunto importanti.
Il film da cui è tratto il video si intitola: “Affrontando i Giganti”.
A presto,
Andrea.
Sono fin troppi gli spunti nel post, ma il più è applicarli! Meglio che mi dia da fare! :) A presto e grazie.
Trooooooooooppo giusto!!!! Davvero motivante!
“Non mollare mai” è senza dubbio il motto della mia vita!
Grazie Andrea e buona settimana
Bene… avanti così allora.
Buona settimana a te Sara.
Andrea.
Che l’articolo sia motivazionale è anche inutile dirlo, del resto devo ancora trovare qualcosa scritto da te Andrea che mi faccia anche leggermente storcere il naso :P
La parte fondamentale è, secondo me, la disciplina. L’essere costanti anche quando non si è al massimo delle forze avendo appunto la visione dell’obiettivo da raggiungere. Senza quest’ultimo si rischia di correre all’infinito senza, però, vedere nemmeno lontanamente il traguardo.
Grazie Marius,
concordo sull’importanza della disciplina, ma è l’interazione dei 3 elementi (Visione, Azione, Disciplina) ad essere fondamentale: se fai con disciplina le cose sbagliate, sei un salame. Se hai la visione e non agisci, sei un salame. Se agisci in mille direzioni, senza avere un approccio euristico, sei un salame.
A presto,
Andrea.
Sono un salame
Buongiorno Andrea! Stupendo post, di grande buon senso: come è vero tutto ciò!
Faccio regolarmente palestra, senza avere particolari problemi di forma ma per stare bene, e, frequentando regolarmente due giorni a settimana (sempre gli stessi due, sempre alla stessa ora) da molto tempo, vedo molte persone (sì effettivamente la maggioranza!) che non riescono a mettere un briciolo di volontà e costanza né nell’esercizio né nell’alimentazione (laddove abbiano bisogno anche di una dieta).
Ora, dopo la riapertura della palestra, alcune che avevano ottenuto buoni risultati, le ho viste con una pancia (che hanno messo su in questo periodo di inattività)!
Credo davvero che “l’effetto chissenefrega” (ho cliccato sul tuo articolo relativo, interessantissimo!) agisca malvagiamente e diffusamente.
La disciplina è davvero essenziale, confermo!
Io perseguo uno stato di benessere diffuso, su tutti i livelli, anche spirituale, se così vogliamo chiamarlo: tutto si integra e si intreccia – salute, lavoro, sentimenti/spirito- e ritengo che la salute sia fondamentale (‘la salute prima di tutto’ diceva mia nonna), senza quella anche lavoro e interazioni personali vanno peggio o sono addirittura impossibili.
Ciao, buona giornata!
Ambra
Ciao Ambra, grazie dell commento.
Sono particolarmente d’accordo sul fatto che tutto si integri e si intrecci.
Ne ho parlato in un post utilizzando la similitudine dell’arancia.
“La vita è un’arancia”
Buona giornata,
Andrea.
Grazie!! E’ la spinta giusto di cui abbiamo tutti bisogno!
Bene ;-)
Andrea… a me questa cosa in realtà preoccupa parecchio! E’ vero che dobbiamo porci degli obiettivi e perseguirli a piccoli ma continui passi, ma nella mia ottica è anche vero che nella vita abbiamo molti obiettivi e se per ognuno dovessimo mettere il 100% delle energie e non mollare mai, saremmo automi e non persone.
Io davvero non riesco a essere costante in tutte le cose che mi prefiggo di fare ( e parlo solo di quelle con priorità maggiore) e per quanto mi sforzi, prima o poi, o il fisico, o la mente crollano e cedo all’ effetto del “chissenefrega”. Ricominciare, poi, come dici tu, richiede ancora più sforzi.
Sono d’accordo con il tuo articolo, ma in base alla mia esperienza personale ( sicuramente c’è chi è più bravo di me e riesce a far tutto, ma la crescita deve essere PERSONALE e per questo lo applico al mio caso), diventa utopistico pensare di governare l’ entropia, o tutte le sfaccettature della nostra vita.
Mi piacerebbe davvero moltissimo esserne capace ed evitare i tarli che continuano nella testa a ricordarmi che mi sono dimenticata di fare questo, che sono rimasta indietro con l’ altro ecc…
Chiedo aiuto a questo punto!!!
Ciao
Alice
Ciao Alice,
vedi hai sollevato un punto molto importante e per questo ti ringrazio.
Ogni scelta è una rinuncia e noi odiamo le rinunce: ecco allora che ci ritroviamo a rincorrere mille obiettivi diversi. Ci ritroviamo così ad essere mediocri in tutto. Ho detto più volte che è importante coltivare la propria crescita in modo poliedrico (riprendo ancora una volta il famoso post sull’arancia), ma questo non significa mica che ogni giorno dobbiamo disperdere la nostra attenzione in mille rivoli! E no. La vita è ciclica e dobbiamo imparare a surfare questi cicli: c’è il periodo in cui dobbiamo dare il 100% nella nostra vita professionale, quello in cui dobbiamo focalizzarci sul nostro corpo, etc. Non solo, in questi periodi di massima concentrazione dobbiamo soprattutto sforzarci di creare abitudini che ci consentano di portare avanti questi aspetti in modo automatico quando il nostro focus si sposterà su un altro spicchio.
Spero di essere stato chiaro,
Andrea.
Grazie Andrea! Sei stato chiarissimo!
Quello che mi manca allora è una sana organizzazione e la creazione di abitudini! Un punto su cui lavorare!
Io penso che una “soluzione” sia vivere secondo i propri principi: sì tutto quello che ha scritto Andrea è valido e giusto, complimenti a proposito Andrea, però dobbiamo farlo nostro senza sforzarci di essere “perfetti” a tuti i costi e soprattutto seguendo il nostro modo di essere.
Perfetti non lo siamo e difficilmente ci arriveremo mai ad esserlo, (esiste però la perfezione dell’imperfezione: ma questo è un altro discorso) per cui partiamo da questo dato di fatto, che è incontrovertibile come lo è l’entropia: se consideriamo quindi, partendo da quest’ottica, i nostri possibili errori come semplici occasioni di crescita, allora l’ansia della prestazione perfetta diminuisce ed il nostro compito si trasferirà da logorante lavoro ossessivo di “controllo” a lavoro di ricerca di miglioramento, condizione meno stressante che se vissuta con questa maggior leggerezza ci porterà maggior convinzione ed anche maggior consapevolezza.
Io sono e rimango sempre più convinto che ricercare la consapevolezza delle cose sia una strada più sicura e produttiva rispetto all’affidarsi alla pura e semplice disciplina, la disciplina richiede uno sforzo costante e continuo che spesso può finire per logorarci ancor prima di essere arrivati anche solo a metà del nostro cammino, la consapevolezza invece una volta acquisita non richiede nessuno sforzo, è tua per sempre, e molto spesso ha come “effetto collaterale” quello di farci giungere al nostro obiettivo con un minore dispendio di energie ed in un tempo decisamente più breve!
Un appunto sul punto 1 Visione: penso che un buon approccio per capire cosa vogliamo sia innanzitutto capire cosa NON vogliamo. Se abbiamo difficoltà nel centrare il nostro obiettivo non avendo le idee chiare in merito, di sicuro abbiamo più facilità nel sapere con cosa non vogliamo avere a che fare nella nostra vita: partendo dal “contrario” si può risalire facendo via via maggior chiarezza focalizzandoci sempre più sull’obiettivo realmente desiderato.
Ciao Andrea, mi è piaciuto moltissimo il modo in cui sei riuscito a collegare il concetto fisico di entropia con la crescita personale ed in particolare il fatto che tu abbia evidenziato come il principio dell’entropia sostenga che globalmente essa debba sempre crescere, ma non negi la possibilità di diminuzioni a livello locale. Di conseguenza anche se la nostra vita tende a diventare sempre più confusionaria possiamo in qualche modo cercare di veicolare le nostre scelte e le nostre azioni in modo da ritrovare quell’ordine necessario a perseguire i nostri scopi.
Per quanto riguarda le varie tecniche di visualizzazione e la teoria dell’attrazione (di cui per altro non sono un grande estimatore) vorrei però sottolineare come queste, seppure non garantiscano il raggiungimento di determinati obiettivi, possano aiutarci a sviluppare l’entusiasmo e la motivazione necessaria ad intraprendere un cammino di crescita. Nel lungo periodo ovviamente questo impulso iniziale potrebbe andare scemando, ma in ogni caso non credo che una piccola spinta iniziale possa guastare!
Ciao Enrico,
sì hai messo in evidenza il concetto chiave di questo post: l’entropia è inevitabile a livello globale, per il semplice motivo che gli stati di disordine sono statisticamente più probabili degli stati di ordine, ma nel nostro piccolo possiamo fregarla. Potremmo addirittura traslare il discorso a livello economico: sì, c’è la crisi, ci hanno frantumato gli zebedei con questa parola, ma questo non significa che tu ne debba essere vittima. Se ti focalizzi sul tuo PIL privato, se adotti “modelli economici” differenti rispetto a quelli ormai superati e che sono andati in crisi, tu puoi prosperare anche in un periodo di crisi.
Per quanto riguarda le visualizzazioni ho linkato all’interno di questo articolo un post dove parlo di tecniche di visualizzazione efficaci. Personalmente trovo le visualizzazioni utili, ma se fatte in modo corretto, che, guarda caso è molto diverso da quello che suggeriscono i vari para-guretti.
A presto,
Andrea.
Ottimo articolo Andrea! Credo che sia uno dei migliori che hai scritto dall’inizio di quest’anno! E’ proprio vero, quando si sta per mollare è necessario pensare alle tre parole visione, azione e disciplina; per quanto riguarda la visione può essere utile a volte fare anche una visualizzazione negativa (come hai spiegato anche tu in articoli precedenti), cioè visualizzare le cose peggiori che potrebbero succedere se non raggiungessimo i nostri obiettivi, in modo che queste ci diano una bella spinta per impegnarci! Sei d’accordo?
Buona settimana, Stefano
Ciao Stefano, come detto nel commento precedente trovo le visioni/visualizzazioni importanti (comprese quelle negative di cui vi ho già parlato qui), ma non possiamo limitarci a queste. Tutti e 3 gli elementi che ho evidenziato devono interagire per sconfiggere la nostra entropia personale, altrimenti… nada: siamo vittime del deterioramento universale.
Andrea.
Ciao Andrea, i tuoi articoli sono sempre ottimi e, dal mio punto di vista, ti consentono di non “infantozzirti” al lavoro. Sì perché, specie di questi tempi, i “dirigenti/responsabili” vorrebbero tanti “Fantozzi” su cui poter scaricare le loro personali frustrazioni. I tuoi articoli sono un autentico “faro nella notte” per continuare a motivarsi e crescere. Di questo tuo articolo mi ha colpito questa parte: “Se non sai esattamente dove vuoi andare (visione) o non sai come arrivarci (azione) devi adottare un approccio euristico: testa una strada, investendo il minor quantitativo possibile di risorse (tempo, soldi, etc.) necessario per verificarne i potenziali risultati, e poi passa alla strada successiva finché non avrai individuato il percorso su cui focalizzare tutte le tue energie. Sveglia!” Per uscire da una situazione diciamo “stagnante” a livello inconscio mi ronzava in testa la soluzione da te suggerita di “testare varie strade” ma l’averlo letto è servito da una parte per avere conferma di ciò che avevo intuito, dall’altra è stato un “esplicitare come fare” da un punto di vista pratico e non solo teorico. Grazie di tutto e continua coi tuoi articoli, sono uno più bello dell’altro!! :-)
Ciao Giacomo,
qualche mese fa, quando ho detto di aver mollato il lavoro per dedicarmi a tempo pieno ad EfficaceMente e ad altri miei progetti imprenditoriali, ricordo che un lettore scrisse qualcosa del genere: “eh, ma ora che non lavori più per una multinazionale probabilmente avrai meno stimoli per scrivere post”.
Beh, quello dell’approccio euristico è una delle lezioni che ho imparato proprio negli ultimi mesi. Non che non ne fossi consapevole a livello teorico, ma è da quando ho il “timone” professionale completamente nelle mie mani che ho capito che non esiste nessuna rotta predefinita: dobbiamo testare e testare ancora finché non troviamo la via giusta per noi. E dobbiamo testare in modo efficace: molti dei sentieri che intraprenderemo probabilmente non ci porteranno da nessuna parte, funziona così, motivo per cui dobbiamo intraprenderli investendo l’ammontare minimo di risorse che ci consenta di capire se la strada è giusta o meno. Questo ultimo punto è molto importante.
A presto,
Andrea.
Ciao Andrea!
Articolo meraviglioso, come tutti gli altri, del resto! Riesci a trovare sempre qualcosa di affascinante da cui poter imparare! Ti volevo ringraziare perché, grazie a te, ho scoperto la crescita personale. Da appassionata della natura umana, della perfetta macchina che è il nostro corpo e delle meraviglie del cervello, era una tassello mancante che mi ha permesso di comprendere le nostre enormi potenzialità. Mi affascina soprattutto il fatto che c’è sempre qualcosa da imparare da noi stessi, siamo praticamente un miracolo! E a tal proposito, leggendo l’articolo, mi riecheggiava in mente un passaggio di un libro che ho letto di recente. È tratto da “La vita della nostra mente”, di Edoardo Boncinelli, e recita così: “l’universo, con tutti i suoi oggetti che contiene, tende al disordine e al decadimento di tutte le strutture ordinate e di tutti i vari processi. (…) Gli esseri viventi sembrano far eccezione a questa tendenza generale (..) La vita rappresenta un piccolo scandalo dell’universo, un’apparente violazione delle leggi della fisica…” Pur avendolo studiato in fisica o in chimica più volte, non avevo mai pensato di poterlo collegare alla vita, e ne rimasi affascinata, ed oggi, leggendo il tuo articolo, mi è tornato in mente il concetto e ne ho ampliato il campo di validità. Grazie mille! E complimenti per le ottime idee! È molto motivante iniziare le settimana con un tuo articolo!
Ciao! Pamela.
Ciao Pamela,
grazie del commento.
Non conoscevo il libro di Boncinelli. Ho letto però per la prima volta che la vita non è altro che una “sacca” di entropia negativa nel libro citato nel post, che è stato scritto addirittura nel 1944. Molto, molto interessante. Quando la scienza esce dai confini di qualche oscuro laboratorio e mette in evidenza le implicazioni dei suoi principi, mi affascina oltremodo.
A presto,
Andrea.
Andre che si fa quando si parte alla grande ma dopo poco il sacrificio è cosi forte da portarci a pensare “chi me lo fa fare? Ma ne vale davvero la pena?” Il mio obiettivo piu grande è l’ equilibrio.. Il mio limite è non riuscire a smettere di immergermi in un’ attività per settimane trascurando tutte le altre.. Mi capita quindi di studiare per ore e ore per giorni e non andare in palestra, non mangiare bene ecc.. Oppure di alllenarmi stile marins e non aprire un libro.. Cosi spesso mi organizzo la settimana in modo che ogni giorno possa dedicare spazi ad ogni attività: un paio d’ ore di studio, un’ oretta per la palestra, ecc.. Il problema è che questo piano funziona alla grande solo se viene rispettato, la chiave è la costanza.. Poco tutti i giorni basta solo se appunto è tutti i giorni.. Solo che dopo un mesetto questa routine, questa organizzazione, il non essere a briglie sciolte mi fa sentire soffocare, inizio a chiedermi chi me lo fa fare e mollo..e torno a fare di tutto un po’ senza regole, alla giornata……
Post bellissimo, da incorniciare! Sei proprio bravo.
Ciao Andrea,
che bello iniziare la settimana di rientro al lavoro con questo articolo! Diciamo che le ha dato un “senso” diverso.
Ho ricominciato con una marcia in più.
Grazie e buona settimana
Ciao Andrea, grazie perchè questi articoli arrivano sempre al momento giusto! Da un paio di settimane ho iniziato ad allenarmi un po’ ed è dura non lasciarsi prendere dall’entropia. Grazie
E’ proprio il rinforzo di qui avevo bisogno!
Grazie andre’ :D
Che spettacolo!!
Hai davvero scelto il momento giusto per pubblicare questo articolo, oggi sono rientrata al lavoro e dopo due settimane di riposo ho una gran voglia di riprendere in mano la mie abitudini, quelle che ogni anno cerco di migliorare passo a passo per raggiungere i miei obiettivi. E ho scoperto che la costanza paga tantissimo! Sì, forse alcune strade non sono ancora chiare, ma come hai detto tu bisogna solo provare, provare e riprovare finché non si trova quella giusta. E poi insistere.
Il video è da brividi, emozione pura.
Grazie!!
Un caro saluto e buona settimana.
Ambra
Molto buono….. quello che Mi Serviva…. Grazie
Andrea, ti posso rapire?? hehe
Grazie mille, davvero!
“In che senso?!” (cit.)
Quando ero al liceo per un periodo ero andata in fissa con l’entropia. Chiedevo continuamente a mio padre di spiegarmela perché non capivo ma mi affascinava. Il suo esempio preferito riguardava la mia cameretta: che se lasciata andare sarebbe diventata molto disordinata, altrimenti dovevo immettere energia nel sistema per metterla in ordine. Era un esempio furbo :)
Io in questa fase direi che ho bisogno di una cosa: disciplina, disciplina, disciplina. Sto uscendo da un periodo da “ferrari in officina”. Ora finalmente mi sembra di avere acquisito visione e di avere capito dove voglio provare ad andare e quali azioni devo compiere. Ma una parte di me tira al risparmio. Non si vuole impegnare al 100% (e so anche perché). E quindi un po’ vacillo quanto a costanza e disciplina. Magari hai in programma qualche articolo proprio su queste due sorelle? :)
Ciao e come sempre grazie del tuo lavoro.
Ciao Andrea,
mi chiamo Daniele e ho iniziato a seguirti da pochissimo.
Devo farti i miei complimenti perché i tuoi post sono ben fatti e ricchi di significato.
Continua così.
Ciaooooo
Benvenuto Daniele,
non ho intenzione di smettere ;-)
A presto,
Andrea.
Non si vede per niente che sei un ingegnere! ;D
Bel post! Preparare gli esami di settembre è sempre la fatica più dura dell’anno, quindi ti ringrazio per questo invito a non mollare.
Buona giornata!
“se lo puoi sognare, lo puoi fare” ” il mondo su scansa per lasciar passare chi sa dove e’ diretto” ” a chi ha la volonta’, tempo e modo non manchera’” ..,queste sono per noi tutti e per Te. Ciao e grazie
Andrea come sempre nei tuoi articoli trovo la conferma di molte che cose che prima erano solo un prodotto della mia mente.
Credo che il passaggio fondamentale sia capire in quale direzione deve essere diretta l’energia per vincere l’entropia, ci sono persone con grande spinta emotiva e desiderio di dare il massimo che finiscono per perseguire obiettivi di altri. Mi riferisco sopratutto alle strategie utilizzate dalle grandi aziende per intercettare questi talenti e trasformarli in ingranaggi della loro macchina. Io ci sono cascato e ho perso 5 anni di vita sana.
Credo che ogni adolescente prima di affacciarsi al “mondo del lavoro” dovrebbe fare questa autoanalisi. Cosa ne pensi?
Ciao Fabio, penso che se riusciamo a trarre il giusto insegnamento, nessuna esperienza può considerarsi una perdita di tempo. Io ho dedicato 7 anni a coltivare la mia carriera di consulente di direzione, raggiungendo anche traguardi che mi hanno reso orgoglioso, comprendendo però che quella non era la strada giusta per il resto della mia vita. Sono pentito di quei 7 anni? No, forse avrei potuto lasciare prima, forse avrei potuto fare le cose diversamente, ma quello che sono oggi (nel bene e nel male) è il risultato di ogni mia singola scelta e mi va bene così.
Per il resto, circa un terzo dei lettori di EfficaceMente sono studenti universitari e per me è un privilegio poter aver un filo diretto con loro: insomma, lì attiro con qualche trucco per lo studio e poi cerco di trasmettergli la passione per la crescita personale XD
Un’intervista molto interessante https://www.youtube.com/watch?v=old8sgG6dQs
Contestualizzando questa intervista nell’ambito di questo blog non posso fare a meno di constatare quanto certe tecniche, regole, pratiche, etc. per essere più efficienti, più motivati, più determinati, e chi più ne ha più ne metta, siano in realtà tanti tasselli a cui accettiamo consapevolmente di aderire pur di rimanere ancorati ad un’omologazione di INGABBIAMENTO legata ad un vecchio paradigma: quello di questa ormai decadente società.
L’entropia di cui si parla in questo post reputo la si possa combattere realmente solo con la libertà di essere se stessi in tutte le innumerevoli ed UNICHE sfaccettature, e non diventando le copie in serie di tanti automi il cui software si è già AMPIAMENTE rivelato fallimentare (basta guardarci intorno per capire a quali risultati tale software ci ha portato).
C’è un mondo da cambiare là fuori (e se non ve ne siete accorti il mondo sta cambiando anche senza il vostro permesso e/o con le presunte tecniche “infallibili” per controllarlo), ma se cercherete di cambiarlo con le vecchie regole rischiate di venirne travolti voi stessi per primi: l’effetto “chissenefrega” in realtà è forse l’unico vero momento in cui voi siete FINALMENTE E REALMENTE voi stessi e dichiarandolo orgogliosamente al mondo spezzate le catene che vi vogliono mettere al collo e solo così, in quel preciso momento, comincerete voi a CONTROLLARLO veramente.
Partire da lì è il punto MIGLIORE da cui ripartire per non cedete all’ingabbiamento di chi vi vorrebbe vedere come tanti polli d’allevamento, tutti uguali e tutti con gli stessi desideri ed aspirazioni: voi siete unici e dotati di talenti unici, coltivate quelli e vedrete che il nuovo si manifesterà in voi e grazie a voi e sarà un nuovo abbondante e gratificante, sia per voi che per gli altri.
L’entropia che alcuni demonizzano in realtà sta a significare che è ora di cambiare, di evolverci, è dunque un’energia intelligente che ci richiama ai nostri veri compiti evolutivi, quelli per cui siamo venuti al mondo e dunque utili sia per servire noi stessi che il prossimo: rimanere aggrappati al vecchio non farà altro che andare contro questa legge di natura; è esattamente quindi l’opposto di ciò che vi viene rappresentato in questo articolo.
Opponendo resistenza a questo necessario cambiamento globale (ma soprattutto individuale) finirete, vostro malgrado, per venirne COMUNQUE schiacciati, stressandovi in più nel frattempo con tutte le più varie presunte tecniche di disciplina o di efficienza esistenti al mondo, che in questo caso potranno fare ben poco per aiutarvi.
Sta a voi scegliere: surfare gioiosamente seguendo l’onda o venirne travolti annaspando continuamente. ;-)
Uno stralcio tratto dall’intervista ad Igor Sibaldi che ho linkato in un mio post precedente
“Per chi obbedisce, ogni problema è una sciagura perché fa vacillare le basi del suo mondo. Per chi comincia a disobbedire, il probelma è invece una festa…
Ogni problema diventa il segnale di una crescita.
“Che bello, finalmente ho un problema! Magnifico! Perché quello che ho intorno è tropo poco per me, e devo crescere e cambiare”.
Svegliarsi una mattina e dire “Ho sbagliato tutto” per una persona obbediente è un disastro, per una disobbediente è la più grande fortuna… poiché vuol dire che dentro di me son venuti dei processi di crescita che finalmente mi hanno portato a diventare molto più grande.
Ciascuno deve imparere a costruirsi un proprio linguaggio, da usare quando pensa… l’arca di Noe è costruirsi un proprio linguaggio che sia attaccatto alle cose reali e vere che si ha intorno a sé, e non costruire un linguaggio sulle parole/mondi degli altri.
Pensare positivo significa sviluppare un forte adattamento a quello che è… mentre la disobbedienza invita a sviluppare un forte disadattamento…
“Non penso positivo, penso diverso”
Ciao,
per chi volesse approfondire il concetto di entropia , segnalo il libro “Ordine e disordine” di Luciano De Crescenzo. Semplice, diretto e simpatico.
Concordo a pieno! Ci sn temi davvero interessanti.. A me ha affascinato quello sul guerriero! :)
Ciao Andrea,
è da poco che ti seguo ed è la prima volta che commento. Mi stai aiutando tantissimo, avevo mollato lo studio da tempo (sono una fan della procrastinazione :D )
Complimenti bel blog e Bell articolo: proprio oggi sto studiando l’entropia.
Ciao alla prossima. Ilaria.
Ciao Andrea,
l’articolo mi è piaciuto molto, diciamo che da risalto a una delle caratteristiche che secondo me da più frutti di qualsiasi altra: l’uso dell’ingegno nel comprendere e decidere quali siano le azioni da fare necessariamente e quelle che invece possono essere curate meno (vedi Principio di Pareto), e una volta distinte dedicare anima, corpo e sacrifici a quelle appartenenti alla prima classe.
Tra le righe noto un accenno a Eric Thomas, e al fatto che per raggiungere i nostri più grandi sogni dovremmo desiderarli come desideriamo respirare un attimo prima di soffocare, solo in questo modo_lui fa intendere_ non percepiremo più i nostri sacrifici come tali (visto che ad esempio il sacrificare il nostro telefilm preferito per studiare è percepito come tale solo a causa della visione di “comodità” alla base della società in cui viviamo), perchè è necessaria una maggior propensione alla rinuncia che noi in generale non abbiamo.
Tu, che hai dimostrato di conoscerlo, che ne pensi? Pensi che la sua visione del successo personale sia un pò troppo dura o sostanzialmente è così, e tu qui cerca di smussarla attraverso il tuo modo di scrivere?
Grazie in anticipo per la risposta :)
Grazie Andrea
Gran bel video Andre.. ma il coach che urla non mollare dovrebbe essere nella mia testa??
Ecco che esce inesorabile l’Ingegnere che c’è in Te :)
Bell’articolo. Proprio quello che ci voleva per iniziare un autunno da guerrieri. Grazie!
Ciao Andrea, leggendo l’articolo di questa settimana che rimanda a questo post, ti volevo dire la mia :D Sono d’accordo con te sul fatto che se hai fegli obiettivi ti devi “sbattere” ma secondo me il messaggio che vogliono far passare i “guru” del pensiero postivo è che quando vuoi qualcosa e ci credi veramente tanto, nella tua mente scatta un meccanismo che ti fa impegnare al tuo massimo per ottenere ciò che vuoi realmente. O almeno, io così la interpreto. Non c’è qualcosa di magico, siamo solo noi, i nostri obiettivi e la voglia di riuscire che ci fanno fare cose che normalmente vengono reputate impossibili :) buon proseguimento
Simona
Ciao André, anzitutto ti vorrei ringraziare per questo meraviglioso spunto di riflessione, purtroppo alla nostra generazione e al mondo del lavoro in genere mancano figure carismatiche come la tua, maestri di vita con un bagaglio culturale immenso e VERO. I VERI LEADER insomma, perché a pensarci bene ci sono tre tipologie di leader. Quelli che ti dicono cosa fare. Quelli che ti lasciano fare ciò che vuoi. E i leader veri “come Te” che, piano piano, vengono da te e ti aiutano a scoprire cosa fare” e che ahimè sono perle sempre più rare.
Grazie.
Nadine
Era proprio quello di cui avevo bisogno oggi. Da diversi giorni ho iniziato un percorso di “ristrutturazione” della mia vita. Nei primi giorni l’entusiasmo iniziale è stata una potente spinta per riuscire ad attuare il mio progetto, ma col passare dei giorni e il sopraggiungere delle difficoltà (che avevo comunque già previsto), ho iniziato a cedere. In realtà ho sempre fatto tutto ciò che mi ero proposto di fare, ma con meno meno convinzione, con mediocrità, senza più pensare agli obiettivi finali. Questo articolo mi ha aiutato molto e il video mi ha fatto piangere. C’è davvero chi mi chiede di non mollare, e sono determinato a non farlo, per chi mi vuole bene e per me stesso. Continua così Andrea, un abbraccio
Implicazione e costanza. magari con dei piccoli “premi” ad attivitá svolta.
Bello il concetto di riportare l’entropia nella nostra vita quotidiana, grande Andrea!
Grazie Andrea, articolo interessante. Anche io sono sempre stata affascinata dall’entropia (sarà un pallino da ing?) e mi ritrovo perfettamente nei 3 passaggi: visione, azione, disciplina.
Fino a quando non ho avuto ben chiara la mia visione le mie (tante) azioni non portavano frutti, era come un “girare in tondo”. Partendo da una visione chiara è stato molto più semplice, lineare e piacevole investire tempo, energie e anche denaro per andare verso quello che desideravo.
E devo dire che anche sulla disciplina (che non era il mio forte) ho fatto miglioramenti :)
Io credo che il concetto di disciplina sia da abbinare al concetto di abitudini. L’abitudine ad imporci dei comportamenti fa si che, poco a poco, quelle attività che ci richiedevano uno sforzo, diventino quasi automatiche. Per continuare nell’esempio sportivo il filmato potrebbe mostrare come, allenandoci continuamente in un movimento (due esempi a caso: il tiro da tre ricadendo all’indietro nel basket o una parata in uno sport di combattimento) alla fine li mettiamo in atto per istinto e non dovendoci pensare. Questo fa si che il nostro livello di focalizzazione sulle attività che per altri (o per noi in precedenza) veniva raggiunto con fatica, adesso è il nostro livello normale.