Oggi parliamo di Perseveranza. Lo facciamo da un punto di vista nuovo, probabilmente inedito sul web e che, lo spero con tutto il cuore, possa darvi un insegnamento importante per la vostra vita quotidiana.
Lo so, vi starete chiedendo perché proprio oggi parliamo di perseveranza. In realtà, il motivo è molto semplice. Con l’avvento della tecnologia e un mondo che va sempre più veloce, dove si cerca sempre il ‘tutto e subito’ è fondamentale riaffermare un valore alla base di qualsiasi tipo di successo.
Perché, spesso, la differenza nel riuscire o meno in qualcosa è in un unico e semplice dettaglio: non mollare fino a quando l’obiettivo non è raggiunto.
Il significato di Perseveranza
L’enciclopedia Treccani dà una definizione perfetta, a mio modo di vedere, di questa straordinaria qualità: “Costanza e fermezza nel perseguire i propri scopi o nel tener fede ai propri propositi, nel proseguire sulla via intrapresa o nella condotta scelta”.
Un valore, quindi, estremamente importante da coltivare nella propria vita per raggiungere i risultati desiderati, ma non solo. La perseveranza, infatti, è legata strettamente allo sviluppo e alla crescita personale sotto ogni punto di vista dell’individuo.
Sviluppare la perseveranza per migliorare come persone
Sii perseverante e migliorerai sotto diversi aspetti come persona. Non ci credi? Aspetta che te lo spiego.
La prima qualità che può consentirti di sviluppare essere perseverante è l’autostima: per poter perseverare, infatti, è fondamentale credere in sé stessi. Come due motori che si alimentano a vicenda. Più credete in voi e più c’è la possibilità di non mollare mai e, con convinzione e forza, lottare per raggiungere i vostri obiettivi.
Inoltre, lo sviluppo della perseveranza è strettamente legato all’autodisciplina. Per raggiungere un risultato che ci prefiggiamo è fondamentale impegnarsi con serietà, dedizione, autocontrollo e capacità di decidere per sé stessi con la sola motivazione di portare avanti con ogni forza e contro ogni ostacolo i propri obiettivi e realizzare i propri sogni.
E il vortice di qualità positive non si ferma di certo qui. Potremmo parlare della motivazione che si ottiene quando si dà tutto per arrivare al risultato sperato o alla resilienza che si sviluppa essendo perseveranti.
Ma non ti voglio annoiare ancora per molto, sperando che tu abbia capito un concetto fondamentale: essere perseveranti ti migliora come persona!
La Perseveranza ed Emil Zatopek: un nuovo punto di vista
“Sì, belle parole: ma come si fa a diventare perseveranti e quindi a sviluppare tutte queste belle qualità? Non mi sembra facile…”.
Se sei a corto di perseveranza e ti arrendi quasi sempre alle prime difficoltà, sono certo che Emil Zatopek possa insegnarti un paio di cosine (anzi 4).
“Ai confini del dolore i veri uomini si distinguono dai ragazzini.”
Emil Zatopek.
Emil chi?! Zatopek che?!
L’atleta Emil Zatopek, detto anche “La Locomotiva Umana” (presto capirai perché), è stato in assoluto uno dei più grandi corridori di lunga distanza della storia olimpica, ma soprattutto è stato un esempio di perseveranza che oggi raramente riusciamo a trovare nelle cronache sportive.
La più grande impresa del corridore cecoslovacco fu senza dubbio la tripla medaglia d’oro alle olimpiadi di Helsinki del 1952. Zatopek, ormai trentenne, nell’arco di una manciata di giorni conquistò la medaglia d’oro nei 5.000 mt. e nei 10.000 mt. piani. Non del tutto soddisfatto, all’ultimo momento decise di gareggiare anche nella maratona (42.195 mt.), dove vinse, tra l’incredulità del pubblico, la sua terza medaglia d’oro.
Quello che molti non sanno è che l’atleta dell’est europa, prima di allora, non aveva MAI corso una maratona e nonostante questo riuscì a stabilire il nuovo record olimpico, come d’altronde aveva fatto qualche giorno prima nelle altre competizioni.
Insomma, una vera e propria “Locomotiva”: invincibile, insuperabile, inarrestabile.
Le olimpiadi di Helsinki sono state dunque l’apoteosi di Zatopek. Eppure il vero campione, sia nello sport, sia nella vita, non è il frutto di un singolo evento; la sua tempra è forgiata da anni di allenamenti estenuanti, sconfitte dolorose e sacrifici indicibili.
Ecco, nell’articolo di oggi vorrei raccontarti di quel guerriero che si celava dietro il campione olimpico, di quel cecoslovacco testardo che non si arrendeva di fronte a nulla, e vorrei farlo attraverso 4 episodi della sua vita poco conosciuti, ma che sono certo ti ispireranno a rincorrere i tuoi traguardi come una… locomotiva ;-)
Come sviluppare la perseveranza di un cecoslovacco testardo
Nell’articolo della scorsa settimana abbiamo visto le famose 3 “S” necessarie per combattere la pigrizia. Tuttavia, alzare il c*#o dal divano, pur essendo indispensabile per realizzare i nostri obiettivi, non ci garantisce automaticamente il successo. Ci saranno infatti periodi in cui metteremo in dubbio i nostri sogni e ci lasceremo incantare dal dolce richiamo della resa.
Forse stai vivendo uno di questi periodi proprio in queste settimane, in questi giorni. Se così fosse, ti chiedo di rimandare la tua resa solo di pochi minuti: giusto il tempo di leggere queste 4 lezioni di Emil Zatopek sulla perseveranza.
La perseveranza insegna che non è mai troppo tardi
Non so che effetto fa a te, ma sapere che Mark Zuckerberg, fondatore di Facebook, è oggi il 7° uomo più ricco del mondo, con un patrimonio stimato di 44 mld di $, ad appena 30 anni (2 anni più giovane del sottoscritto), a me un tantino demotiva.
Credo sia capitato a tutti noi di esserci sentiti… in ritardo: magari siamo andati fuori corso all’università oppure abbiamo perso qualche treno nella nostra vita professionale e personale. Fatto sta che questo mix di rimpianti e demotivazione si è presto dimostrato letale per i nostri obiettivi: paradossalmente infatti, più in ritardo ci sentiamo e più tendiamo a procrastinare, quasi come se preferissimo una sconfitta certa ad una vittoria impegnativa.
Emil Zatopek i giovani prodigi dell’atletica leggera se li mangiava a colazione, insieme ai Pan di Stelle. Come abbiamo visto, realizzò la sua più grande impresa sportiva (la tripla medaglia d’oro di Helsinki) a 30 anni, un’età decisamente avanzata per una disciplina logorante come la corsa sulla lunga distanza.
Non solo, Zatopek aveva iniziato tardi anche la sua carriera agonistica: prima dei 18 anni, non aveva mai fatto un giorno di allenamento in vita sua e la prima gara che fece nel suo paesino in Cecoslovacchia gli fu imposta dal supervisore della fabbrica di scarpe in cui lavorava come operaio. Arrivò secondo, e solo grazie alla sua “tigna“.
Sì, forse è vero che siamo in ritardo per raggiungere alcuni dei nostri obiettivi, ma questa non deve essere una scusa per mollare, anzi è una ragione dannatamente buona per iniziare a correre più veloci e più a lungo.
La vita non è un concorso di bellezza
“Correrò con più grazia quando a vincere saranno i corridori con lo stile migliore.”
Emil Zatopek.
Lo stile di corsa di Zatopek era orrendo. L’atleta cecoslovacco correva come se avesse un cappio al collo: con un’espressione di agonia sul volto, il collo incastonato tra le spalle e le braccia che si muovevano in modo del tutto scoordinato. Insomma, un pugno nello stomaco per qualsiasi purista della corsa.
Le sue smorfie e i suoi sbuffi (altro motivo per cui era soprannominato “La Locomotiva”) facevano sorridere gli spettatori degli stadi olimpici ed erano oggetto di ironie da parte dei telecronisti dell’epoca.
Però vinceva.
La vita non è un concorso di bellezza. Non otterrai il premio speciale della giuria per essere Mr. Perfettino: contano solo i risultati che porti a casa (e in quanto tempo riesci a portarli). Questo vale…
- Nello studio. Fare tutti quei bei riassuntini, carini e ordinati, magari ti dà l’impressione di studiare duramente, ma la verità è che stai perdendo solo del gran tempo. Tempo che potresti investire decisamente meglio, ad esempio adottando la tecnica di studio “sniper”.
- Nel lavoro. Oggi più che mai dobbiamo essere in grado di produrre risultati in tempi stretti. Andare alla sostanza dei problemi immediatamente, lasciando da parte “pizzi & merletti”. Che tu sia un dipendente, un freelance o un libero professionista, non puoi concederti il lusso di dedicare il tuo tempo ad attività, progetti o clienti sbagliati.
- Nella vita. Il nostro “perfezionismo ossessivo” non ci danneggia solo nello studio e nel lavoro, ma anche nella nostra vita privata. Porre un’attenzione spasmodica alla forma, più che alla sostanza, può solo garantirci una vita di frustrazioni.
In un recente commento all’interno del gruppo Facebook di EfficaceMente ho scritto:
“Formazione 0 – Esecuzione 10“.
Questo certo non significa che formarsi non sia indispensabile oggi (anzi…), ma l’esecuzione, ovvero la capacità di mettere in atto quanto abbiamo imparato, batterà sempre il mero apprendimento teorico 10 a 0. Studia. Sperimenta. Studia meglio. Sperimenta ancora. Non fermarti, corri, corri la tua gara senza badare troppo al tuo stile o a quello che pensano gli altri: quando avrai vinto, nessuno ricorderà quell’elegante atleta arrivato secondo.
Allenati nelle peggiori condizioni
“Men, today we die a little.”
Emil Zatopek ai nastri di partenza della maratona olimpica.
L’atleta cecoslovacco era tutto fuorché un uomo dalle mezze misure. Correva per miglia nella neve, e non lo faceva con l’ultima scarpetta tecnica ultraleggera della Mizuno. No, si allenava con degli stivali da guerra più pesanti di due ferri da stiro.
Ma a quei tempi allenarsi non era sufficiente: nell’immediato dopoguerra, anche solo raggiungere le città in cui si disputavano le gare era un’impresa epica. Nel 1946 Zatopek era bloccato a Praga e per partecipare alla sua prima gara internazionale a Berlino decise di raggiungere la capitale tedesca… in bicicletta! Una tranquilla pedalata di 354 km lungo le strade disastrate dai bombardamenti della seconda guerra mondiale.
Ora, se non ti spiace, potresti gentilmente ripetermi quella storiella che ti racconti ogni giorno per giustificare il fatto di non aver ancora realizzato i tuoi obiettivi? Era troppo freschino questa mattina per andare a correre? Sei stanchino e non hai voglia di studiare, stellina di zio? O magari non riesci a dare il massimo al lavoro perché il capo è brutto e cattivo e i clienti ti fanno le linguacce?
Mio padre ha dannatamente ragione: la nostra è una generazione di “pulcini da allevamento“. Frigniamo per qualsiasi contrattempo, ci lamentiamo se qualcosa non è a portata di pulsante (o di app) e ci stressiamo di fronte al primo inconveniente.
Ehi, non ti sto certamente suggerendo di correre nella neve con degli stivaloni o di andare in trasferta in bicicletta, ma ricorda che la perseveranza va allenata e l’unico modo per farlo è accettando il disagio, iniziando a lavorare quando vorresti fare tutt’altro, mantenendo la concentrazione quando stai per cedere all’ennesima distrazione.
Se imparerai a mantenere lo sguardo fisso sulla tua meta, anche nelle peggiori condizioni, niente e nessuno potrà fermarti.
Corri la tua gara
C’è un episodio della famosa maratona olimpica di Helsinki che rimarrà per sempre negli annali. Zatopek infatti, oltre a non aver mai corso i 42 km prima di allora, lo avrebbe fatto contro uno dei maratoneti più forti dell’epoca: l’inglese Jim Peters, detentore del record olimpico.
A metà gara, Zatopek e Peters sono appaiati. Il cecoslovacco, non avendo esperienza di gare così lunghe, chiede al collega inglese se il loro ritmo non sia forse troppo elevato. Peters sa che stanno correndo troppo velocemente, ma cerca comunque di sfiancare l’avversario e per tutta risposta afferma che in realtà stanno andando “troppo piano“. Mai parole furono più fatali per l’atleta britannico.
“La Locomotiva” sbuffa e accelera, Peters tenta di tenere il passo, ma crolla dopo pochi chilometri in preda ai crampi. Senza cedere un passo, Zatopek mantiene il suo ritmo forsennato fino all’ingresso nello stadio olimpico, vincendo la sua terza medaglia d’oro e battendo il precedente record di 6 minuti netti.
La perseveranza dunque è anche la capacità di non farsi intimorire da ciò che ci dicono gli altri. Sei al mondo per correre la tua gara, non quella che vorrebbero farti correre i tuoi genitori, i tuoi amici o il tuo capo.
La prossima volta che qualcuno prova ad approfittare della tua ingenuità o a mettere in dubbio le tue abilità, non rallentare, non abbassare lo sguardo, non mollare la presa: aumenta il ritmo, fagli mangiare la polvere e magari urlagli in faccia le 4 paroline di Henry Ward Beecher.
Perseveranza e le gesta di Zatopek: conclusioni
Mi auguro che le gesta di Zatopek ti abbiano ispirato come hanno ispirato me la prima volta che ne ho sentito parlare. Non limitarti però a leggerle: vivile di giorno in giorno.
- Se pensi di essere in ritardo per realizzare i tuoi obiettivi, rincorrili con ancora più tigna.
- Se perdi tempo ad appagare le tue manie di perfezionismo, inizia a dare maggior spazio alla sostanza, ai progressi e ai risultati.
- Se ti ritrovi a frignare, ricorda quei 354 km che Zatopek fece in bicicletta per correre la sua prima gara internazionale a Berlino.
- Se qualcuno prova a rallentare la tua corsa, aumenta il ritmo della tua falcata e dimostragli che aveva torto marcio.
Questa settimana ti auguro di fare rimonte simili.
Andrea Giuliodori.
Ps. Se l’articolo ti è piaciuto, fammelo sapere nei commenti o cliccando quei bei pulsantini social qualche pixel più in basso. Te ne sarei davvero grato ;-)
Pps. Se pensi che la perseveranza sia un talento innato stai negando a te stesso la possibilità di diventare davvero inarrestabile. La perseveranza è un’abilità, e come ogni abilità può essere allenata…
Ogni anno, il 1° gennaio, intraprendo insieme a un numero selezionato di lettori di EfficaceMente un (per)corso di 365 giorni. Ogni giorno, propongo agli iscritti a questo corso una sfida di crescita personale.
Si tratta di sfide utili a rimanere focalizzati sui propri obiettivi e ad allenare quei muscoli necessari per raggiungere i nostri traguardi più ambiziosi (perseveranza inclusa).
Questo corso si chiama 365 – Un anno epico e ha rappresentato per migliaia di lettori quella svolta che aspettavano ormai da troppi anni (e che mai è stata tanto importante quanto in questo momento storico).
In questa pagina trovi alcuni dettagli e la possibilità di iscriverti alla lista di attesa per l’edizione del nuovo anno.
Articolo molto interessante ed utilissimo per raggiungere i propri obiettivi. Sono sempre stata una rimandatrice cronica, ho iniziato e mollato un milione di progetti nel corso della mia vita. Poi un’esperienza assurda nella quale mi sono ritrovata incastrata per 5 lunghissimi anni mi ha fatto maturare ciò che mi mancava: pazienza e perseveranza. Dritta verso la meta senza cedere di un passo. Ora sfrutto questi strumenti per portare avanti i miei obiettivi nonostante tutto quello che sta accadendo intorno e nonostante il frigno-frignonis che lascio tranquillamente frignare mentre proseguo con i miei progetti. Spero di riuscire a fare sempre meglio!
Bene, io stamattina mi sono spinta fuori dalle calde coperte, sebbene fosse l’ultima cosa al mondo che avrei fatto. Vale come atto di “perseveranza”?? :-))
Scherzi a parte, ottimo articolo, davvero motivante! Hai capito ‘sto Zatopek!
Grazie, “stellina di zio”!! :-DDDD (mi hai fatto crepare dalle risate!)
Il passaggio sulla “stellina di zio” è piaciuto a molti lettori a quanto sembra ;-)
Questi articoli e la newsletter sono una costante ispirazione. Peccato non averli scoperti prima, quando facevo l’università, mi avrebbero reso la vita un po’ meno un inferno di quanto fosse.
Mi sono resa conto di aver sbagliato corso di studi alla fine del secondo anno di Giurisprudenza; non volevo perdere anni a ricominciare da capo, ma ho avuto come valvola di sfogo un gruppo Facebook dove aiutavo gli iraniani in Italia a imparare l’italiano (4700 membri, persone che mi contattavano da ogni dove per avere pure pareri che esulavano dallo studio della lingua).
Come se studiare cose che mi facevano ribrezzo per gran parte delle ore di ogni santo giorno non bastasse, tutti mi davano contro. “L’Iran non è spendibile”, “cosa impari il persiano a fare”, “chiudi il gruppo che ti tiri dentro dei terroristi” etc.
Eppure, i primi ministipendi che ho avuto sono arrivati da iraniani, pure piuttosto conservatori!, che mi hanno permesso di avere le prime esperienze da vantare ai curriculum, ben prima di attendere il contentino del tirocinio curriculare dell’università.
La mia esperienza col gruppo ha sempre contato enormemente in tutti i colloqui che ho fatto. Poi non venivo presa, ma almeno avevo qualcosa di interessante da dire e di diverso.
Finita l’università volevo veramente scappare dalla sfiducia totale che ricevevo in Italia e ringrazierò per sempre chi mi ha selezionato per il primo stage che ho avuto qui a Bruxelles dove vivo ora da un anno (per il momento: prima o poi vorrei tornare in Italia, ma non a prendere ordini da italiani, quindi anche in questo la storia di Efficacemente è una bussola costante).
Adesso ho un lavoro a tempo indeterminato (ma “determinato” per me ahah) che mi permette di imparare tanto e di avere una buona indipendenza finanziaria. Però per me è solo un passaggio.
L’Iran, a cui ho dedicato sette anni di vita disseminati di facce perplesse, smorfie e cazziate dai miei genitori, non lo mollo. Al più presto ritornerò a curarlo.
Ce l’ho fatta a continuare nei momenti peggiori, dove all’ansia degli esami si sommava la pressione della famiglia. Devo farcela ora che le condizioni sono decisamente più fauste.
Se non avessi avuto le “palle”, sarei finita per abbandonare tutto, magari buttandomi sul praticantato da avvocato a 500€ al mese in uno studio dove far la notte per almeno un anno e mezzo, proseguendo con ulteriori perdite di tempo perchè sono certa che non avrei mai superato l’esame – troppo ribrezzo – e magari avrei pure avuto un bell’esaurimento nervoso.
L’unico merito che mi prendo è stato quello di non esser venuta meno al mantra “non ci sto” quando avevo come alternative il buio, il rischio, mandando all’aria 5 anni di studio che non mi son serviti a un granchè dato il lavoro che faccio ora, oppure una vallata di disperazione, ma che non mi avrebbe posto in una condizione così da “outsider”, con meno alzate di sopracciglio etc.
Mi stupisce sempre più il fatto che quello che ho scelto non è scontato per troppi ex compagni di università, che trovo a soffrire ora perchè avevano tutte le condizioni per fare quanto e più di me, ma non hanno osato.
Dobbiamo superare i disagi. Quanto di più vero.
Articolo bello!! Vero e toccante. Fortemente stimolate.
Da ripeterne spesso la lettura.
Grazie, forse è la volta buona
Sembra che tu abbia la palla di vetro Andrea.
Questo articolo ė arrivato al momento esatto.
Infatti sto seguendo un corso online di cui non ci sto capendo alcune cose e la mia tigna si stava per andare a farsi benedire….
Ora, con questo articolo, mi fiondero sul corso e lo capiro bene, standoci tutto il tempo che serve, senza demordere…..
Mi sento molto motivato questo lunedi ;)
Ottimo Luca, mi fa molto piacere ;-)
C’è qualche libro che consiglieresti su quest’atleta?
Ciao Alessandro, non me ne vengono in mente così su due piedi! Mi spiace.
Ciao Andrea! L’articolo é interessantissimo ed è quel che ci vuole per iniziare la settimana al meglio! grazie mille! Ora che l’ho letto mi metto subito all’opera nella mia ricerca di lavoro;-)
Ciao Andrea!
Ti seguo da più´di un anno ed i tuoi articoli mi hanno sempre ispirato, ma purtroppo devo dirti che a mio parere questo articolo e´ troppo. Il messaggio che mi arriva e´ : Vai avanti nonostante tutto, anche cadesse il mondo.
Ma qual´e´ il limite? Perchè seguendo questa logica del non mollare mai mi sono ritrovata ad avere un esaurimento nervoso ed a mettere a repentaglio la mia salute.
La mia seconda domanda è : Non c´e´ il rischio che la perseveranza diventi ossessione? Se si, come fare a non cadere in questa trappola?
Grazie!
Ciao Alexandra, non è un caso che in questo articolo abbia citato anche quello della settimana scorsa: ricordi quando ho parlato di “esperimenti a tempo”? L’idea di fondo di molti miei post è la seguente: spesso molliamo perché non abbiamo più voglia, perché ci siamo svegliati con il piede storto, perché ci siamo fatti distrarre da qualche altro obiettivo e così via. Il mio suggerimento è quello di darsi una scadenza temporale ben definita al termine della quale decidere se valga la pena continuare o rivalutare i nostri obiettivi, ma prima di quella scadenza vale la “perseveranza ossessiva” di Zatopek. Nella mia esperienza questo approccio che mette in equilibrio dedizione assoluta “a tempo” e buon senso è il più efficace.
Spero che il mio commento ti sia stato utile.
Si, ti ringrazio! Mi hai consigliato un approccio molto valido!
Ciao Alexandra. Uno psicologo americano, Richard Carlson, autore di best seller in questo ambito, quali “Puoi essere felice qualunque cosa accada”, dice l’esatto contrario: infatti afferma che per capire fino a dove ci si può spingere bisogna abbassare la propria soglia di sopportazione allo stress. Ed io onestamente mi fido di più di quello che scrive uno psicologo. Diciamo che questa sorta di masochismo machistico fa parte della visione di una vecchia scuola di pensiero riguardo efficienza/obiettivi, etc. Ma oggi, se leggi materiale di un certo peso specifico scritti da veri professionisti del settore, concetti quali “sacrificio”, determinazione, etc. sono decisamente ridimensionati (per non dire superati) rispetto a quello che era il loro ruolo nel più o meno recente passato. Più di tutto oggi si cerca di concentrarsi sull’essenziale (ottimo a questo scopo “Dritto al sodo” di Greg McKeown, fautore dell’essenzialismo come corrente di pensiero esistenziale/lavorativo) e sulla ricerca di un proprio focus equilibrato come motore di reale efficienza ed appagamento. Puntare su aspetti meno stressanti e più vicini alla nostra vera natura fa scatenare in maniera naturale e più facilmente sostenibile quella perseveranza che da questo articolo pare essere, per usare un eufemismo, un po’ troppo estremizzata come fonte di risultato utile.
A forza di fare la stellina di zio mi sono persa un bel po’ di cose. Guarda un po’. Buona per chi? Buona da friggere. E i sogni vanno a puxxane.
Ma in questi ultimi anni mi sono accorta che affrontare il disagio, anziché scansarlo, non mi uccide. Che spesso chi è troppo preciso nella forma, poi manca di centrare l’obbiettivo (o se lo scorda proprio). Che sotto sotto mi piace sentirmi dire “te sei fuori” e poi far vedere che arrivo proprio dove volevo arrivare. Mi sono accorta che chi mi ama davvero, mi ama anche se sono un po’ selvatica e cazzocanina – hai presente: “fai le cose alla caz de can!” -. Mi sono accorta che a qualsiasi età, la vita è sempre e comunque davanti a me (mai dietro.) E anche se non posso più fare alcune cose che avrei potuto fare solo a vent’anni, adesso posso fare cose che a vent’anni non avrei mai potuto fare. E soprattutto ho smesso di pensare “tutto subito, o niente”. Un passetto, ogni giorno, è più che sufficiente. Ma un passetto convinto, tignoso, coerente, reale, prezioso, imprescindibile. “LA” prestazione vincente è fare un passo indietro e vedere che tutti i piccoli pezzetti del puzzle sono esattamente al loro posto, mostrando finalmente un’opera meravigliosa.
Glò
Commento da incorniciare ;-)
come si mette mi piace a questo commento? :-D
:-)))
Grande! :-)
Gli articoli sulla perseveranza sono i miei preferiti :)
Secondo me la cosa più importante è capire qual è il nostro scopo, i nostri obiettivi, avere la massima consapevolezza del perché vogliamo ciò che vogliamo. Penso che sia la consapevolezza di ciò che vogliamo la base di una solida determinazione
Sì, ma non è detto che questa consapevolezza arrivi solo “pensandoci”: a volte per capire il motivo per cui siamo qui sulla terra, l’unico modo è sperimentare, fallire un sacco di volte, ripartire, provare ancora, provare qualcosa di nuovo e inaspettato.
non mi stancherò mai di provare e di fallire :)
trasformare i propri propositi in azioni concreta mi aiuta a capire a cosa tengo, per cosa sono disposto a fare fatica, mi aiuta a capire me stesso
Ciao Andrea
Ciao Karmen, no, l’ultimo è questo: http://www.efficacemente.com/2015/02/bias-cognitivi/ che ho inviato lunedì 23 febbraio.
Eccerto… l’ho sempre detto che c’ho i poteri! ;-) Buona “corsa”.
Complimenti Andrea! Altra benzina nel motore!
Articolo bellissimo! Da salvare e rileggere ogni volta che un ostacolo sembra più grosso di noi!
Grazie per l’articolo. Io sto seguendo un corso di narrativa in questo periodo. E ultimamente mi sentivo inadeguata, la meno dotata del corso. I mie scritti non andavano mai bene. Stavo per mollare. Ma adesso, dopo la storia di Zatopek voglio ritentare. Con maggiore coraggio e voglia di farcela. Insomma voglio perseverare nonostante le ultime sconfitte. Grazie
Ottimo lavoro Andre come sempre, un articolo sulla perseveranza era proprio quello che ci voleva!!! No via, hai i superpoteri, non c’è niente da fare!!!!;) Proprio in questi giorni sto pianificando la strategia di attacco per potermi finalmente laureare, mi mancano tre esami e la tesi da preparare…non ci son cazzi, a luglio voglio laurearmi!!! Grazie per i tuoi super articoli!!!
Questi sono i commenti dei miei lettori che amo leggere. Daje!
Splendido articolo contro la “scusite” che affligge milioni di persone… molto bello anche quello su Henry Ward Beecher.
Complimenti Andrea!
Ciao
Riccardo
Grazie Riccardo ;-)
Come sempre hai centrato l’obiettivo, complimenti!
Uno dei punti su cui ho voglia di riflettere più a fondo è proprio la necessità di sacrificarsi, di fare uno sforzo concreto per ottenre i risultati che desideriamo. E’ vero: non siamo affatto abituati all’impegno quello duro, forse è da qui che bisogna cominciare.
Grazie per l’ottimo articolo.
Bellissimo articolo, pieno di grinta e carica. Sembra il discorso del Mister Tony D’Amato nel film “Ogni Maledetta Domenica”.
Quanto mi fa sentire frignone il paragone con questo meraviglioso e temerario atleta.
Ottimo articolo, soprattutto considerando il link all’autostima di Henry Ward Beecher.
Soprattutto grazie di pubblicare di lunedí. Aiuta molto e rende il Lunedí carichissimo!
Ciao
Concordo :)
Un post con una carica energetica allo stato puro. L’esempio di grandi uomini è come carburante per la vita di ogni persona che intende migliorarsi ogni giorno. Grazie Andrea del prezioso aiuto che ci dai con questo blog!
Ci lasci sempre parole nel anima e sempre un regalo che ci arricchisce e ti dona quello che sei . . è questo il senso ed il mio sguardo si gira sempre dalla tua parte.
Come sempre i tuoi articoli sono interessantissimi e non possono non indurre a guardare le cose con occhi diversi . Grazie Andrea
E che cacchio pero’… ‘ste cose le dovrebbero gia’ instillare nei bambini alle elementari… Io adoro la corsa, adoro lo spingermi ogni giorno oltre quel respiro affannoso e oltre quel battito accelerato… Adoro affrontare salite per arrivare in cima e guardare il panorama… Capisco Zatopek!! Capisco la sua grinta o “tigna” che dir si voglia, di spingersi sempre oltre i propri limiti… anche perchè questi limiti ce li imponiamo noi… perchè a volte fa comodo dire “non ho tempo”, “non riesco..” E invece, ti svegli come stamattina, con la luna un po’ di traverso, accompagni i figli a scuola e ti dici “ma chi me lo fa fare?”. Eppure infili le scarpette ( dovrei provare coi scarponi se migliorano le performance!!) respiro profondo, guardi il cielo e via senza una meta precisa… e da una mattina svogliata nasce una giornata all’apparenza grigia ma dentro luminosissima… Non so ancora come impieghero’ tutta questa luminosita’, ma una cosa è certa… La soddisfazione di aver fatto qualcosa per me e di aver vinto la voglia matta di ricucciarmi dentro il piumone E’ FANTASTICA!! Una vera catarsi dell’anima!!!
Ciao e grazie! Grazie per farmi leggere quello che sento mio, per farmi sentire meno straniera. Voglio anche aggiungere che in tutto questo io ci vedo una piena gioia. Gioia di essere se stessi in questo cammino, che può, ad occhi estranei sembrare strano. Gioia di di vedere i risultati arrivarmi incontro, mentre sento di essere vista come un’aliena. Perchè ho imparato a correre e camminare senza scarpe, senza appoggi, convinta e certa di quelli che sono i miei obbiettivi. E gioia per essere così motivata da vedere i curiosi solo come spettatori di una vita che vorrebbero fosse la loro.
Ciao Andrea, veramente un nuovo bellissimo articolo !! In particolare mi sono posta come domande gli ultimi quattro punti riassuntivi e sono estremamente felice del fatto che oggi ( qualche mese fa non l’avrei potuto fare) posso rispondere a tutti quanti con un convinto NO ! Ho appeno compiuto 40 anni ma non mi sento in ritardo su niente e nessuno; mi importa unicamente della sostanza delle cose, la forma “giusta” vien da se; se anche ogni tanto ( per fortuna quasi raramente) mi viene da “frignare” la fiducia in me stessa e la consapevolezza mi riportano immediatamente sulla giusta via (il vittimismo è davvero sterile ed inutile !); infine nessuno può rallentare o fermare la mia corsa solo io mi posso sabotare e questo non può succedere perchè sono davvero tignosa ! (da piccola inoltre ho preso la “tigna” dal mio gatto e credo di essere una portatrice sana !!!!!
Ciao Alessandra, che bel commento! Mi piace sapere che tra i miei lettori ci siano persone come te ;-)
Questo è stato uno degli articoli che più mi è piaciuto!
La storia di Zatopek dovrebbe essere divulgata e insegnata nelle scuole come modello di comportamento!
Andrea, hai ragione, la nostra è una generazione che troppo spesso si crogiola nell’ autocommiserazione e che altrettanto spesso tende ad autogiustificare i propri fallimenti dando la colpa a tutto e tutti tranne che a se stessi!
Comunque, in conclusione…..GRAN BELLA STORIA CACCHIO!
Ottimo articolo,come sempre! Soprattutto ha centrato quello che è ad oggi il mio problema più grande,e cioè il fatto di sentirmi “in ritardo”. A causa di un incidente e anche,ammettiamolo,di una tendenza a frignare,ho iniziato a procrastinare e a sentirmi ormai in ritardo in tutto! Questo mi ha spinto a rallentare ancora di più,a sentirmi sempre demotivata,a sentirmi sostanzialmente una fallita! Cercavo negli altri la spinta per andare avanti,senza capire che deve venire da me,dalla mia volontà! Devo un grazie enorme ad Andrea che , con i suoi articoli mi ha aperto e mi apre gli occhi. E tra pomodori;semini;locomotive e piccoli passi,sto smettendo di frignare e sto iniziando a darmi da fare sempre con più grinta! Il mio augurio è di velocizzare il passo e mantenerlo sempre,anche nei momenti difficili! Buon lavoro a tutti! :)
Oggi è la prima volta che scrivo e devo dire che il post di oggi mi è piaciuto
ancor più di altre volte. Forse perchè a me piace correre e la leggenda di
Zatopek, atleta e uomo di grande spessore, è davvero di grande fascino
e un vero esempio per chi, come me, si perde in cose inutili o inconsistenti.
Inseguito, inoltre dalla pigrizia; ecco perchè mi piace correre.
Saluti, Luigi.
Quando un calcio in culo è meglio di una carezza. Articolo fantastico!
Grazie Andrea, questo articolo arriva nel momento in cui più ne avevo più bisogno… a volte le difficoltà o gli imprevisti ci devastano al punto tale da non riuscire più a reagire: rimaniamo sul fondo e facciamo anche in modo di renderlo comodo, così possiamo giustificarci dicendo(ci) che tutto sommato non è colpa nostra.. oppure peggio quando facciamo i perfettini perchè infondo abbiamo paura di “correre” la nostra gara a modo nostro, un modo che potrebbe essere totalmente differente dagli altri e che magari ancora dobbiamo scoprire o perfezionare. Allora è meglio omologarsi agli altri e rimanere indietro ofermarsi del tutto, perchè almeno avremo un’altra scusa nel caso dovessimo fallire: abbiamo provato a fare come gli altri, che peccato che non ci siamo riusciti! Beh, si vede che è meglio dare forfait, evidentemente non è la nostra strada… io ci sono caduta in questo meccanismo purtroppo, ma grazie a questo articolo ho moooolto su cui riflettere e lavorare ;) (p.s. speriamo di rimontare!)
Articolo emozionante! Hai toccato le corde giuste per ritrovare la motivazione perduta, grazie!
oddio,questo articolo è quasi il mio ritratto,se non altro per la perseveranza e la tigna con cui ha fatto le cose!!! o.O
anche io ne ho perso di tempo con l’università,ma se ci ripenso adesso credo di averlo perso in cavolate…però adesso sto “recuperando” (tra virgolette perché purtroppo il tempo perduto non si recupera più,però…niente è detto!) e anche alla grandissima direi…mi hanno fatto bene 2 cose soprattutto:la prima è stata il militare e la seconda un cambio radicale nella mia vita subito dopo il congedo con relativo “cambio” di testa e di compagnie (diretta conseguenza)…risultato:mi avvicino alla metaaaaaaaaaaaaa!!!!!!!!!!!faticoso,ma ne sta valendo la pena!!! :D
e devo dire grazie anche a diversi articoli che leggo qui! :)
mio padre dice “la mangiatoia è troppo bassa”
il senso è lo stesso dei pulcini di allevamento, credo
A volte capita di trovare proprio le parole che si cercano. Anni fa svolgevo un lavoro che mi piaceva poco, ma sul quale avevo investito tanto in termini di tempo e denaro, per seguire le aspettative della famiglia. Poi a causa di un incidente che per poco non mi aveva uccisa, l’ho dovuto abbandonare ed ho ricominciato da zero con ciò che realmente avrei voluto fare; è stata durissima perché non stavo bene, non avevo alle spalle nessuno studio specifico, e soprattutto non ero più protetta da un ruolo che, pur non piacendomi, era assai vantaggioso. Tutt’ora gli strascichi dell’incidente richiedono cura, e mi devo abituare ad una nuova professionalità tutt’altro che solidamente acquisita, così capita che mi abbatta e rischi di trascurare il fisico ed il lavoro: è così comodo il divano, mentre la ginnastica è faticosa ed il lavoro a volte lo sento più impegnativo delle mie capacità!!! Beh, se sono scampata alla morte, non è certo per vivacchiare, quindi mi stampo l’articolo, lo metto in tasca e lo tiro fuori non appena il divano inizia a farmi gli occhi dolci ;)
Grande Andrea! Ottimo articolo! Di grandissimo aiuto :)
In particolare oggi mi viene in mente questo collegamento con uno dei tuoi scritti che mi sta accompagnando in queste settimane e che adoro(!): “99 citazioni”:
Qui hai scritto: ” la perseveranza va allenata e l’unico modo per farlo è accettando il disagio”.
E nella cit.# 41 (‘L’unico posto in cui “successo” viene prima di sudore è il dizionario’.) commenti che “Dobbiamo imparare ad abbracciare la fatica, ad apprezzarla, ad esserne grati, solo allora inizieremo davvero ad attrarre ciò che desideriamo.”
Peccato non aver cominciato a leggerti qualche anno fa, ma non è mai troppo tardi :)
p.s. Si, “stellina di zio” ha centrato e scosso molto direi….
Meno male che ci sei tu, Andrea, con tutti i tuoi lettori: oggi stavo per arrendermi e invece non lo farò. Grazie a tutti voi.
Che dire? Questo secondo me è uno degli articoli migliori letti su questo blog. Sarà che mi rivedo in pieno in tutti e 4 i punti… la sensazione che sia troppo tardi e che non ne valga più la pena, il perfezionismo che a volte diventa paralizzante, non sentirsi abbastanza forti per affrontare le difficoltà, dare troppo retta a quel che dicono gli altri (e dipendere dal giudizio altrui).
Non mi sarebbe mai venuto in mente che la perseveranza potesse essere un buon antidoto.
Grazie tra l’altro, Andrea, per avere ricordato, rispondendo a un altro commento, la faccenda dei “progetti a tempo”. Anche io mi stavo domandando qual è la linea che separa la perseveranza dalla stupida ostinazione.
Mi viene in mente quella vecchia canzone di Anna Oxa che parlava della “netta differenza tra il più cieco amore e la più stupida pazienza”. Ok la canzone parlava di amore e non di progetti di vita, ma il concetto mi pare che valga lo stesso :)
“Questa settimana ti auguro di fare rimonte simili.”
Grazie andrea, tempismo perfetto!
Tra i vari aspetti della personalità di una persona di successo, credo che la perseveranza sia la più importante di tutte. La vita è una maratona, affrontarla come una corsa di 100 metri ti farà venire i crampi e dovrai mollare perchè il dolore supera la resistenza. Qualsiasi buona intenzione non vedrà mai il risultato perchè nella vita niente è ottenibile senza sforzo (lotteria di capodanno a parte) :) Alessandro
Grazie mille per l’articolo! Ci voleva di Lunedì!
Bellissimo articolo Andrea!!! Da pelle d’oca! Grazie, tu e la “locomotiva umana” mi avete dato una gran carica (e anche stanotte si fanno le ore piccole a Kuala Lumpur mi sa :P )
Ciao Dile, grazie mille per il commento ;-) Buon lavoro e a presto!
sei un grande!!! decisamente motivante :-) thanks
Caro Andrea,
ti seguo ormai da quasi due anni, ma non avevo ancora lasciato un commento ai tuoi post, non perché non mi avessero “toccata”, ma semplicemente perché non li avevo ancora trovati altamente pragmatici, o almeno non del tutto.
mentre quello di oggi si è rivelato utilissimo oltre che per me stessa, anche per una collega che si stava lasciando travolgere dagli eventi, dalle situazioni difficili e dalle difficoltà. Le ho inviato il tuo link e spero proprio possa aiutarla a ritrovare la grinta e la fiducia necessaria per superare alcuni momenti decisamente “complicati”.
sono convinta che in ognuno di noi esista un guerriero: a volte è solo necessario risvegliarlo.
Ciao,
Cinzia
1) Questo articolo è stupendo.
2) Grazie di avermi fatto conoscere questo personaggio, davvero.
3) Grazie per la motivazione, domani ho un esame e ne abebo bisogno :)
abebo :’D
Ciao Andrea, ti seguo da molto tempo ma non ho mai lasciato un commento. Questa volta,però, il tuo articolo mi ha davvero illuminata e stupita (come anche gli altri del resto). Grazie per avermi dato la carica giusta!
Ciao Sara, grazie per aver commentato, sono felice il nuovo post ti sia piaciuto. A presto.
Bravo Andrea, un articolo meraviglioso e vero.
Grazie Ferruccio: detto da te, vale doppio ;-)
è da quando ho letto l’articolo “Il Mediano” che mi gira per la testa, come un mantra, la frase “Lavorare sui polmoni”. Ecco cosa mi ha portato in quello che sto facendo, la mia tigna, lo stringere gli occhi e i denti, e andare avanti a testa bassa. Per un po’ ho perso tempo ad invidiare le mie amiche belle che sistemate, che fanno una vita comoda, e che approfittano di ogni occasione gli capiti per accomodarsi ancora di più. Ma che in fin dei conti non hanno fatto neanche un terzo di quello che ho fatto io nella mia vita, e lavorando su di me.
Quindi non ho che l’imbarazzo della scelta su cosa sia per me più azzeccato, e che ho sempre fatto, se il fatto di rilanciare con sfide sempre maggiori, non frignare, o prendere la bici ed andare dove nessuno pensava potessi andare. Oggi sceglierò di concentrarmi sul “corro la mia gara”.
ps: non sono molto d’accordo sul trascurare l’estetica del gesto… ci tengo ad essere anche carina eh!!! ;-)
Quando leggo questi commenti Alessandro, non puoi immaginare la soddisfazione: vedere che quanto scrivo ha un impatto concreto, porta a delle azioni, produce cambiamenti… beh è impagabile.
Per tutto il resto, c’è il mio conto paypal :-D
Grande Andrè!Come sempre del resto…Senti maaaaaa…quella competizione con i cani da slitta poi?Ammetto che è un po’ che non ti leggo, in compenso apro molto meno spesso il PC e come dici bene nell’articolo di cui sopra, ci stò dando dentro di tigna sul lavoro ;-) Complimenti Andrè!!! :-)
Oddio. È un articolo stupendo. Grazie per il tuo lavoro Andrea e per farci Conoscere questi eroi.
Amo le storie, ed è così che veniamo ispirati a fare del nostro meglio:-) Quest’uomo si che è da prendere d’esempio. E condivido il punto che dici ” siamo pulcini ” e proprio vero le nuove generazioni stanno crescendo con troppe comodità e questo non fortifica il guerriero. Mi ritorna il mente il film stupendo che ho visto pochi giorni fà UNBROKEN un storia straordinaria anche quella:-) grazie andrè
Ciao Andrea
e ciao a tutti quelli che mi leggono. Ti seguo da qualche mese e ringrazio google di avermi risposto “efficacemente” quando ho cercato “metodi per concentrarmi :-). Ti scrivo per la prima volta e mi presento brevemente: sono un ingegnere libero professionista 42enne e mi occupo di edilizia. Trovo strepitosi i tuoi articoli e mi piace tantissimo il tuo approccio “diventa il migliore di te stesso” al contrario di molti che cercano di “diventare il migliore di tutti”.
Arrivo velocemente al punto: in passato non ho avuto difficoltà a trovare motivazioni e a portare a compimento i miei progetti di vita fino a quando, da qualche anno a questa parte, non sto riuscendo a reagire ad una situazione alquanto fastidiosa. Richiamando il tuo articolo mi sento come se ogni giorno facessi i 354 km dio Zapotek per trovare alla fine uno che mi dice “tu non puoi partecipare… perché non mi va”. Non voglio fare la vittima e so che non sono l’unico a cui capita… semplicemente non ero preparato nella vita ad affrontare una condizione del genere: suo parlando del fatto che ogni giorno ho a che fare con le pubbliche
Ciao. Quando lavoravo come consulente di direzione ho svolto alcuni progetti per clienti del pubblico e ho avuto un assaggio di quanto stai dicendo. Naturalmente non voglio farla “facile”, ma hai già pensato a diversificare un po’ il tuo business in termini di clientela? C’è modo di proporre il tuo lavoro a clienti privati? Non che il privato sia un paradiso, soprattutto per un settore come quello edilizio, ma il messaggio che vorrei trasmetterti con il mio commento è che tutte le strategie di concentrazione, gestione del tempo, etc. sono a valle: inutile essere super-produttivi per attività/progetti che non dovremmo fare affatto.
Spero di averti dato qualche spunto utile.
Scusa Andrea, per qualche motivo strano il post è stato pubblicato anonimo e tagliato
Ti specifico cosa intendevo dire: se un privato mi commissiona la realizzazione di un progetto questo dovrà essere approvato da un ente pubblico (io ci sbatto tutti i giorni). Ora il dipendente pubblico non lo puoi scegliere come un idraulico o un ingegnere, ma è quello e solo quello ti potrà (se vorrà, quanto meno così funziona in Sicilia) approvare il progetto. Quindi io ho clienti privati, ma la mia prestazione passa per un buon 99% da un ufficio pubblico. Attenzione: non tutti i dipendenti pubblici sono inefficienti, ma purtroppo tanti lo sono.
Il mio cruccio è quello di non “saper parlare” con queste persone. Ho fatto l’esercizio che avevi suggerito qui (http://www.efficacemente.com/2014/10/trovare-la-propria-strada/ ) e ho notato subito la parola empatia, ma nel senso che volevo proprio perderla, perché ho la sensazione che proprio questo sentimento mi confonde nel confrontarmi con gli altri. Grazie
Ciao Antonio, non saprei dirti per il precedente commento.
Venendo a quest’ultimo, ora la tua situazione mi è più chiara: la burocrazia è una macchina micidiale, non a caso io sto portando a termine il mio progetto di trasferimento all’estero.
Non l’ho detto per scoraggiarti, ma solo perché ti capisco bene.
Non è bello da dirsi, ma in questi casi il tipo di relazioni che abbiamo sviluppato con certi interlocutori sono fondamentali.
Hai avuto modo di leggere il libro: “Come trattare gli altri e farseli amici”. Il titolo italiano è pessimo, ma ti assicuro che ci sono consigli molto efficaci per relazionarsi con gli altri.
A presto,
Andrea.
Grazie Andrea
non mi piace piangermi addosso, per questo ero indeciso se lasciare il mio commento o meno; così è comunque come mi sento adesso. Io però (non verrei mancare di modestia) sono convinto di essere bravo nel lavoro che faccio e comunque mi piace. Sinceramente il rapporto con i privati non mi preoccupa: mi piace discutere con le persone del mio lavoro.
Quello che mi “confonde” è l’impotenza nei confronti di qualcuno su cui non ho nessuna possibilità di azione; in altre parole è come se il PC ti si blocca mentre scrivi una relazione e non sai dove mettere le mani per farlo ripartire.
Proprio per questo i tuoi articoli e i commenti che leggo sono di grande ispirazione per me negli ultimi mesi: mi voglio convincere che il mondo è perfetto (o comunque è quello che è) e devo essere io a modellarmi in modo da incastrarmi nella realtà per viverla nel migliore dei modi.
Ho già acquistato il libro che mi hai suggerito e sicuramente, tra le mie letture, inserirò presto i tuoi testi.
Ti ringrazio nuovamente.
Ci leggiamo presto.
Post da incorniciare Andrea, ci sono diverse qualità per cui ti ho sempre stimato, ma quella che ammiro di più è proprio la tua tigna. Hai di che ringraziare tuo padre.
Grazie davvero per questo post da incorniciare.
Io spero veramente che realizzi qualsiasi sogno tu abbia, compreso quello di diventare milionario con questo blog, perché sei l’esempio degli italiani di una volta: quando qualcosa si fa con passione e dedizione il risultato è un prodotto unico nel suo genere e che rende migliore la vita di qualcuno.
seriamente uno degli articoli più riusciti, un abbraccio
E’ una questione che mi tocca molto nel personale… forse è il mio peggior difetto !!!
Ultimamente sto intraprendendo un nuovo viaggio: meno chiacchiere più fatti !!!
Mi sto accorgendo che più liberiamo la mente da quelle migliaia di paroline che la gente dice credendosi esperta,più la mia autostima cresce e riaggancio il vagone dei miei obiettivi !!!
Troppo spesso ho viaggiato nel vagone sbagliato pensando più al piacere altrui che al mio …
Oggi non è più così,faccio tacere i cattivi pensieri,tiro un respiro profondo e faccio passare l’attacco di panico e comincio … piccoli obiettivi giornalieri, mensili o annuali … !!!
Tutto arriva con la determinazione … stare fermi non ci aiuta !!!
Francesca
Mi è piaciuta moltissimo questa frase: “Se qualcuno prova a rallentare la tua corsa, aumenta il ritmo della tua falcata e dimostragli che aveva torto marcio.”
Nella mia vita ho sempre dovuto scontrarmi contro le opinioni controverse delle altre persone, che non capiscono a fondo la mia “strada” e la mia direzione. Penso sia un problema comune.
Con un po’ di coraggio e fiducia in me stesso, non ho mai mollato.
Soprattutto quando alzano la voce, mi ritrovo a spingere ancora più forte per arrivare sul traguardo e dire: “guarda st***o, avevo ragione”.
Però è bello ricordare a se stessi di aver fatto la cosa giusta.
Grazie per averla condivisa.
Un saluto
OM
Splendido articolo Andrea, la perseveranza è la chiave del successo, in ogni campo.
Quando stai per mollare, pensa che il traguardo potrebbe trovarsi proprio oltre quell’ultimo scalino…
A presto. Sergio
Era da un sacco che non leggevo un articolo decente qui :Danche se francamente sono di parte….zatopek è uno dei miei idoli, mio padre mi raraccontavaa sua vita da piccolo :)
simpatia portami via…
Hahaha il Destino ha un umorismo sarcastico: l’atleta tedesco che all’ingresso dell’ultima curva della gara dei 5.000 m è in testa e alla fine finisce soltanto terzo si chiama Schade. “Es ist schade” in tedesco vuol dire… è un peccato ! :-D
“Credo sia capitato a tutti noi di esserci sentiti… in ritardo: magari
siamo andati fuori corso all’università oppure abbiamo perso qualche
treno nella nostra vita professionale e personale. Fatto sta che questo
mix di rimpianti e demotivazione si è presto
dimostrato letale per i nostri obiettivi: paradossalmente infatti, più
in ritardo ci sentiamo e più tendiamo a procrastinare, quasi come se
preferissimo una sconfitta certa ad una vittoria impegnativa.”
Mi sono ritrovata moltissimo in questo pezzo.
Mi sento terribilmente in ritardo, e questo non fa che minare costantemente la mia autostima.
Non sono una procrastinatrice e in realtà non sono neanche pigra, ma il mio essere “in ritardo” mi butta davvero giu, mi deprime, mi manda in loop tutto quello che avrei dovuto fare meglio, in maniera più “efficace”, le occasioni buttate al cesso e nonostante io oggi stia vivendo con la persona che amo e questo è un grandissimo obiettivo e sogno per cui ho combattuto (e vinto), mi sento molto frustrata, frenata, immersa in un mare di progetti e idee che prendono il sopravvento sulla realtà rendendola pesante e impossibile da portare avanti!
Invece di fare un piccolo passo verso la montagna, mi sembra che sia la montagna tutta intera che devo trascinarmi appresso ad ogni passo, non so se rendo l’idea.
La mia energia è costantemente a -0 e nonostante ciò ogni mattina mi sveglio piena di buoni propositi, che vengono soffocati dall’angoscia del “ritardo” e arrivo a fine giornata che difficilmente sono davvero soddisfatta dello studio o dei miei progetti.
Ho scoperto il blog da un paio di mesi ed ho ritrovato un po’ di grinta(o tigna come dici tu), ma anche il semplice “scegliere un metodo” da applicare mi fa temere di fare ” ritardo”:
“E se avessi usato quella tecnica?”
“E se invece avessi programmato in quel modo?”
“E se dovessi fare le mappe in quell’altro modo?!”
Insomma … nel test dei personaggi sono risultata “Mago” e mi ci ritrovo appieno nonostante il mio momento di stallo esistenziale, ma dentro di me c’è un “guerriero” in catene che vuole liberarsi da una fetida prigione e non riesce ad uscirne!
Spero che, anche grazie ai tuoi articoli e le tue guide (appena avrò i soldi), riuscirò a farlo uscire fuori per combattere accanto al mago.
Grazie per i tuoi articoli,
attendo “Inglese Fluente in 90gg” con molta ansia!
Sara.
Ciao Sara,
grazie di questo commento ;-)
A presto,
Andrea.
veramente interessante! Possono sembrare parole scontate, ma in realtà sono parole concrete anche perchè ognuno di noi ha le sue tempistiche! non sai mai quando quella lezioncina…ti accenderò un’altra lampadina in testa! ;)
Andrea, tu sei un grande, riesci a commuovermi, ispirarmi e a farmi ridere nello stesso tempo.E’ la prima volta che commento un tuo post e dovevo dirtelo.Da quando seguo efficacemente la mia vita è completamente cambiata, sono migliore di ieri.Grazie
Mi fa molto piacere Krystian ;-)
Dal tuo cognome poi, mi sa che abbiamo qualche origine in comune!
Ed anche questo articolo è fantastico è pieno di spunti di riflessione. Questa storia va un po’ controcorrente rispetto alla vita a cui siamo abituati, in cui ci è richiesto tutto, subito e bene, con l’ansia che sale ad ogni singolo minuto di ogni singolo giorno.
Invece commentare com Guest quadra molto eh
Grazie per l’articolo, ho apprezzato soprattutto il punto 1 e cercherò di metterlo in pratica per raggungere il mio obiettivo :-). Approfitto per dirti che apprezzo molto il tuo blog, perché riesci a dire quello che molti di noi hanno in testa sotto forma di “idea confusa” con parole semplici, chiare ed efficaci!
Claudia
Grazie Claudia!
Non è una critica, né tanto meno una critica costruttiva. E’ semplicemente un’offesa, bella e gratuita
Complimenti, questo articolo mi ha fatto ridere e riflettere, e lo girerò subito a mio marito, perché questa storia merita di essere conosciuta! Grazie!
Quando nell’articolo c’è il punto che dice: “non è mai troppo tardi”, tutto ciò vale pure per quanto riguarda altri sport al livello agonistico come il basket? O per forza bisogna cominciare da quanto si è piccoli? Io ho 21 anni e ho questo desiderio di fare qualche sport al livello agonistico partendo da zero. è possibile tutto ciò? Non punto a diventare il migliore ma è possibile comunque praticarli?
Ciao Andrea,
purtroppo sono nata nella generazione dei “pulcini da allevamento” e io stessa riconosco i limiti che noi giovani a volte ci imponiamo perchè siamo pigri e abbiamo paura. Mentre leggevo l’articolo mi sono vergognata perchè ho realizzato la grandezza di un uomo che nonostanze i mille ostacoli è riuscito a guadagnarsi la vittoria.
Mi auguro che questo articolo possa raggiungere il maggior numero di persone (l’ho già inviato a mio padre e a mia sorella) e che queste possano ritrovare la forza di combattere con perseveranza e vincere la propria gara…Io in primis!
Grazie!
Grazie della condivisione Gioia!
Ho scoperto di recente il tuo sito e ora mi sento molto meno sola, grazie!
Hai perfettamente ragione, siamo deboli di spirito e lasciamo che ogni piccolo imprevisto ci rallenti, demoralizzandoci.
Riuscire a trovare l’equilibrio è la chiave per il miglioramento (e la felicità)
Ripeto a me stessa un mantra: Svegliati, sorridi, lascia che i giudizi della gente scivolino via, apprezza ciò che hai, ricorda che la vita non è una gita, le cui tappe sono programmate su di un foglio, ma un viaggio.
Piacere di averti tra le mie lettrici Francesca.
purtroppo la mia parola preferita mio malgrado è “domani”.
Davvero un bell`articolo. E molto vero :)
Bravo, bell’articolo!
Induce … ad AGIRE anche io ( 53 enne) ho sempre procastinato e rimandato per “paura”….. disperdermi in tante energie inutili….. GRAZIE
Felice che sia stato di aiuto.
Complimenti Andrea, ottimi concetti racchiusi nel tuo articolo !
Condivido tutto , ed in parte mi ci ritrovo : anch’io sto facendo un percorso attraverso una tortuosa salita….perchè l’obiettivo che mi son posto è in alto , ma riuscirò a raggiungerlo !!
Buona settimana !
PAOLO
Buona settimana anche a te!
Eccellente articolo, continua così :-)
Grazie Davide.
Ciao Andrea.
non so come tu faccia, ma ogni volta, leggendoti, si ha la sensazione che quello che scrivi, sia pensato per ognuno dei tuoi lettori. Per non parlare degli aneddoti che ci proponi, che sono sempre esageratamente calzanti e stimolanti. Veramente una grande dote. Bravo! è anche per questo, che ho deciso di iscrivermi a C.H.A.N.G.E. un cordiale saluto
Ciao Luciano, grazie, grazie davvero per questo commento :)
Grazie Andrea,per rendere la vita leggera ,fluida e flessibile,
Il tuo umorismo e il tuo spirito danno la giusta “sferzata” senza ferire ,
Grazie per questo articolo da “duro” e non da “Rammollito”,che genera “pulcini da allevamento”,
un forte abbraccio di gratitudine,
Anna Maria
Ciao Andrea.
L’articolo è molto bello e ricco di spunti.
Nell’ultimo anno accademico ho provato ad adottare la strategia di Zopatek di correre ancora più forte anche se ero in ritardo e di metterci più tigna. Ma, nel mio caso, era l’ennesima determinazione del Coccodrillo che prevaleva e non la vera tigna.
Sai Andrea in questi 4 anni di Ingegneria (sono in ritardo con la laurea triennale) che ho affrontato ho avuto dei grandi risultati, ma soprattutto ho preso delle sonore mazzate. Sto affrontando Ingegneria Chimica al Politecnico di Milano, una delle Università migliori al mondo. Uao. Ogni volta che ci penso dico: “Pensa a che grande possibilità che ho.” E questo mi fa mangiare ancora più di rabbia dentro nell’anima nel vedere che sono ancora fermo come un cane che si morde la coda e non riesce a schiodarsi da questa situazione.
La vita mi ha sempre posto sfide molto difficili. Da piccolo (l’ho scoperto a 8 anni) ero affetto a un problema nella crescita che mi ha portato a seguire una certa cura per 10 anni. Fino alle superiori mi sentivo forte e soprattutto determinato.
Quando mi sono ritrovato con il mondo di fronte (ovvero una volta uscito dalle superiori) sto facendo una fatica incredibile a trovare il giusto equilibrio per essere felice e fiero di ciò che faccio ogni giorno. Procrastino e provo a mettere qualche toppa qua e là. Ma dannazione ho 23 anni e sono stanco di vivere così ogni giorno. Caspita ho un lavoro (nel weekend) come bagnino che porta a tante responsibilità. Ho grande passione per lo sport (ciclismo soprattutto) e motorsport (corro amatorialmente con i kart). Mi piace scrivere “poesie d’amore” e racconti sull’animo umano e le sfide della vita. Perché ho così paura di far bene nella vita.
Quindi alla fine di questo poema voglio dirti grazie Andrea per i tuoi preziosi consigli e per aver creato questo fantastico mondo di Efficacemente.
Grandissimo articolo di grande ispirazione, dalatronde come tutti gli articoli di efficacemente ?
Grazie Andrea
Grazie a te Samantha!
Ci voleva per iniziare bene la settimana! Vedremo domenica se sarò riuscita a perseverare stellina di zio 😆
😂