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Ciao,

Hai avuto anche tu l’impressione, negli ultimi anni (diciamo a partire – più o meno – dal 2020), di non riuscire più a “star dietro” alle cose, di ritrovarti quasi sempre a rincorrere gli impegni, di sentirti spesso mentalmente stanco o stanca?

Colpa del lavoro? Forse.
Colpa della vita frenetica? Probabile.
Colpa degli obblighi familiari? Senza dubbio.

Ma ai tradizionali “stressor” dell’esistenza moderna si è aggiunto un elemento che troppo spesso sottostimiamo e che sta letteralmente friggendo i neuroni del nostro cervello (in media 3-4 ore al giornotutti i giorni) producendo un sovraccarico cognitivo che non ha precedenti nella storia umana…

L’effetto Flynn inverso

Immagina un mondo in cui, ogni dieci anni, l’intelligenza media di noi esseri umani aumenta.

Ogni nuova generazione cresce con un quoziente intellettivo di 8 punti superiore rispetto alla precedente.

È esattamente quanto accaduto fino al 2004 e prende il nome di effetto Flynn.

A partire dagli inizi degli anni 2000, però, i punteggi dei test di intelligenza, delle ragazze e dei ragazzi nati tra fine anni ’70 e inizi anni ’80, smettono di aumentare.

Anzi, ad ogni nuova generazione, il quoziente intellettivo inizia a diminuire (in media di mezzo punto ogni anno).

Questo è stato definito effetto Flynn inverso.

Oggi, nel 2025, stiamo continuando a perdere punti e il fenomeno sembra anzi accelerare. 

Le cause

Sono molte le ipotesi su quelle che potrebbero essere le cause di questa riduzione del quoziente intellettivo mondiale:

  • La diffusione di cibi ultra-processati e ad alto contenuto di zucchero.
  • Stili di vita meno attivi e problemi di salute mentale.
  • Cambiamenti nei metodi didattici che non sempre favoriscono il pensiero critico ed astratto.
  • Fattori legati a migrazioni e diversità linguistica che possono influire sui risultati dei test standardizzati.
  • Tassi di fertilità più elevati in gruppi con minore scolarizzazione.

Una causa su tutte, però, sembra giocare un ruolo sempre più importante sull’effetto Flynn inverso, soprattutto a partire dalla decade 2010-2020: 

il sovraccarico cognitivo determinato dal consumo compulsivo di contenuti digitali.

In altre parole, lo smartphone, il principale strumento che utilizziamo per consumare contenuti digitali (in media 4 ore al giorno, con picchi di 8-12 ore tra i più giovani) ci sta letteralmente friggendo i neuroni rendendoci più irritabili, più ansiosi, più stupidi

Questo strumento fa talmente parte della nostra vita che non possiamo più farne a meno.

Possiamo però adottare dei cambiamenti comportamentali che possono aiutarci a riprendere in mano la nostra attenzione, le nostre capacità cognitive e, in ultima analisi, la nostra salute.

Parti da qui…

Qualche giorno fa, ho condiviso laddove più c’è bisogno di leggere certi spunti (Instagram, ironia della sorte), un consiglio molto concreto per combattere il sovraccarico cognitivo.

Questo:

La noia conta.

Quando creiamo deliberatamente dei momenti lenti, dei momenti di vuoto nella nostra vita, quel senso di affanno e di stanchezza mentale di cui ti parlavo all’inizio di questo articolo, tendono a svanire.

Detto questo, non ti resta che provare…

Male che andrà, imparerai a memoria gli ingredienti del detersivo che tieni in bagno! 😉

Buona settimana,

ci rileggiamo lunedì prossimo.

Andrea Giuliodori.

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