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Lunedì = Newsletter di EfficaceMente.

Iniziamo 😉

L’altro giorno con mia moglie parlavamo di come ogni scelta, anche la migliore, abbia un prezzo intrinseco: ovvero il dover lasciare andare tutte le altre possibili strade.

l’indecisione è dunque la scelta più cara di tutte: ci preclude, infatti, ogni strada.

Più tardi, nel corso di quella giornata, mia moglie mi ha condiviso questo splendido scritto della poetessa americana Sylvia Plath, dedicato proprio al tema delle scelte e dell’indecisione.

Trovi la traduzione sotto l’illustrazione della poesia originale:

“Vidi la mia vita diramarsi davanti a me come il verde albero di fico del racconto. 

Dalla punta di ciascun ramo occhieggiava e ammiccava, come un bel fico maturo, un futuro meraviglioso.

Un fico rappresentava un marito e dei figli e una vita domestica felice, un altro fico rappresentava la famosa poetessa, un altro la brillante accademica, un altro ancora era Esther Greenwood, direttrice di una prestigiosa rivista, un altro era l’Europa e l’Africa e il Sudamerica, un altro fico era Costantin, Socrate, Attila e tutta una schiera di amanti dai nomi bizzarri e dai mestieri anticonvenzionali, un altro fico era la campionessa olimpionica di vela, e dietro e al di sopra di questi fichi ce n’erano molti altri che non riuscivo a distinguere. 

E vidi me stessa seduta alla biforcazione dell’albero, che morivo di fame per non sapere quale fico scegliere.

Li desideravo tutti allo stesso modo, ma sceglierne uno significava rinunciare per sempre a tutti gli altri, e mentre me ne stavo lì, incapace di decidere, i fichi incominciarono ad avvizzire e annerire, finché uno dopo l’altro si spiaccicarono a terra ai miei piedi.”

(La traduzione è di Adriana Bottini e Anna Ravano per Mondadori).

Sono sempre stato affascinato dal concetto di potenziale, ovvero l’idea che nei nostri geni, nei nostri neuroni e nelle nostre scelte ed azioni quotidiane, già oggi sonnecchia quel futuro (o quei futuri) che abbiamo sempre desiderato.

Allo stesso tempo sto diventando sempre più consapevole di come non esista spreco più grande del potenziale lasciato marcire.

Da questo punto di vista, l’indecisione è come un’erba infestante.

Qualche germoglio qua e là è del tutto naturale nel giardino della nostra mente, non siamo certo automi privi di dubbi.

Ma se questa indecisione la ignoriamo per troppo tempo, nascondendoci sotto le proverbiali coperte di Linus (distrazioni, evitamenti, abitudini negative, etc.), quell’erba infestante rischia di ricoprire il nostro intero giardino mentale, soffocando sul nascere lo sviluppo di piante ben più sane e rigogliose.

Ci rileggiamo presto,

Andrea Giuliodori.

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