Ciao, buon lunedì e buona newsletter di EfficaceMente.
Sì sente spesso parlare di equilibrio tra vita e lavoro, il fantomatico “work-life balance“.
Sul tema ho letto recentemente una riflessione di Marc Randolph, il co-fondatore di Netflix.
Eccola:
Questa condivisione mi ha particolarmente colpito.
Due settimane fa, infatti, mentre ero a Las Vegas per un workshop di formazione con Alex Hormozi, un investitore ed esperto di marketing, dal palco ho sentito una definizione di “work-life balance” diametralmente opposta.
(Alex è famoso per la sua incredibile etica del lavoro).
Chi ha ragione dei due?
Dovremmo mettere dei chiari limiti e difendere a tutti i costi le nostre passioni e le nostre relazioni o al contrario dovremmo accettare che per eccellere non c’è work-life balance che tenga?
Personalmente ho adorato il post del co-fondatore di Netflix e ammiro profondamente l’ambizione di Alex.
E no, non vuole essere una risposta democristiana.
Il passaggio per me più importante della riflessione di Marc Randolph è in quell’ultima frase:
“Questa è la MIA definizione di successo“.
Finché non scegliamo consapevolmente la NOSTRA definizione di successo, tutto il resto (obiettivi professionali, morning routine, abitudini efficaci, etc.) è semplicemente inutile.
E questo vale anche per il “work-life balance”.
L’unica forma di “work-life balance” adatta a noi è quella che ci scegliamo consapevolmente:
- Ti piace avere un lavoro regolare dalle 9:00 alle 18:00, in un ufficio? Hai ragione.
- Lavorare da remoto, 4 giorni a settimana, è imprescindibile per te? Hai ragione.
- Stai sviluppando un tuo progetto imprenditoriale e lavori da mattina a sera, weekend compresi?Hai ragione.
Ognuna di queste scelte ha dei costi e dei benefici.
Personalmente ho dedicato quasi 7 anni della mia vita lavorando una media di 60 ore come ingegnere e manager durante la settimana e investendo i weekend e le albe per sviluppare il mio progetto digitale (EfficaceMente).
Avevo un equilibrio tra vita e lavoro?
Non secondo gli standard dei miei amici e conoscenti, eppure quello ERA il mio “work-life balance” o perlomeno era quello che mi ero SCELTO in quella stagione della mia vita.
E il punto è proprio questo:
la stragrande maggioranza delle persone NON ha un problema di “work-life balance“.
Semplicemente non si è mai presa il tempo per capire davvero quale sia la propria definizione di successo (e a cosa è disposta a rinunciare – o meno – per raggiungerla).
E tu, ha chiara la tua definizione di successo?
Andrea Giuliodori.