Ciao,
questa settim… FFFFFFFFF …rlarti di un tema cruciale per noi esser… FFFFFFFFF.
Si, sto facendo riferimen… FFFFFFFF …nata.
Scomm… FFFFFFFF …anche a te sia capitato di.. FFFFFFF …vero?!
—
Immagina se questa newsletter fosse tutta così: piena di interruzioni, con frasi che iniziano e non si capisce dove vadano a parare, priva di un reale senso compiuto.
Probabilmente la cestineresti.
E se fosse la tua vita, invece, ad essere così?
Piena di interruzioni, con attività che iniziano e non si capisce dove vadano a parare, priva di un reale senso compiuto.
Ci siamo ormai abituati al costante rumore di fondo delle distrazioni che frammentano senza sosta la nostra quotidianità.
Ci svegliamo e controlliamo lo smartphone ancora prima di prenderci cura dei nostri bisogni biologici più basici.
Mangiamo e uno schermo acceso è l’unico condimento che non ci facciamo mai mancare a tavola.
Lavoriamo con mille finestre aperte, rispondendo contemporaneamente ad email e messaggi, mentre cerchiamo di finire quel lavoro per l’ora di pranzo.
Parliamo con qualcuno, ma siamo totalmente assenti, presi da quella discussione avuta su whatsapp o sui social mezz’ora prima.
Quando finalmente abbiamo un attimo di silenzio, sentiamo l’irrefrenabile bisogno di riempirlo con nuovo rumore di fondo.
E così, la nostra capacità di attenzione si sgretola. La nostra mente diventa un mosaico di pensieri interrotti. E ci arrendiamo a questa esistenza frammentata.
Nei brevi attimi di lucidità, sentiamo che c’è qualcosa che non va:
- Non riusciamo più ad avere rifilessioni articolate come un tempo.
- Non riusciamo più a goderci un libro come un tempo.
- Non riusciamo più ad assaporare i semplici momenti come un tempo.
La verità è che ci hanno fregati.
Questo rumore di fondo che annebbia la nostra mente è iniziato in sordina, quasi impercettibile: la notifica di un nuovo like alle nostre foto delle vacanze o un nuovo messaggino su quell’app gratuita…
Poi è diventato sempre più assordante, invadente, onnipresente.
Da una parte ne siamo consapevoli, dall’altra senza quel rumore di fondo ci sentiamo disorientati.
Il silenzio ci spaventa.
Il vuoto ci dà le vertigini.
La pace ci mette ansia.
Se non decidiamo, però, di abbassare volontariamente il volume di questo imperante rumore di fondo che frammenta la nostra quotidianità, rischiamo di diventare sordi alla nostra vita.
Luciano De Crescenzo una volta scrisse:
“La vita potrebbe essere divisa in tre fasi: Rivoluzione, Riflessione e Televisione. Si comincia con il voler cambiare il mondo e si finisce col cambiare i canali.”
Non è troppo tardi.
Possiamo ancora riprenderci la nostra attenzione.
Possiamo smettere di cambiare ossessivamente canali o scrollare reel e possiamo piuttosto iniziare a darci una scrollata e cambiare la nostra vita.
Nella quiete priva del rumore di fondo, la nostra anima ritroverà la sua luce.
Ti auguro una settimana di vera presenza mentale.
Andrea Giuliodori.