Ciao, buon lunedì: iniziamo bene questa settimana con una nuova puntata della newsletter di EfficaceMente 😉
Partiamo.
Immagina questa scena…
È il 1988, siamo a Manhattan Beach, una cittadina nella contea di Los Angeles, in California.
Hai appena staccato da lavoro e non vedi l’ora di arrivare a casa per rilassarti sul divano con una pizza e un bel film.
Passi al videonoleggio sotto l’ufficio, il “Video Archives“, e ti fai consigliare una bella pellicola da quel ragazzotto di 25 anni del Tennessee che è un vero e proprio nerd del cinema.
Com’è che si chiama?!
Ah sì, Quentin, Quentin Tarantino.

Oggi Tarantino è uno dei registi più acclamati di Hollywood. Ma non è sempre stato un’icona del Cinema. Un tempo era solo un ragazzo di fine anni ’80 che lavorava in un videonoleggio di provincia.
Finché una notte non cambiò tutto…
In una recente intervista sul podcast di Joe Rogan, il regista americano ha condiviso un episodio della sua vita che ho trovato di particolare ispirazione.
A 25 anni Tarantino, oltre a lavorare in questo videonoleggio di provincia, viveva in un piccolo appartamento con un gruppo di suoi coetanei.
Avevano tutti più o meno la stessa età, tranne il loro amico Steve, che da qualche mese aveva superato la soglia dei 30 anni.
Quel passaggio aveva cambiato Steve.
Non era più il ragazzo goliardico e spensierato di un tempo. Frustrato da un lavoro senza prospettive, Steve si era lentamente “spento” diventando sempre più rabbioso e triste.
Quentin, da sempre innamorato del mondo del cinema, amava passare le giornate a guardare i nuovi film che arrivavano al videonoleggio e a consigliare i migliori ai clienti del Video Archives.
Ma vedendo la trasformazione dell’amico Steve era sempre più spaventato dall’idea che da lì a pochi anni sarebbe diventato anche lui un trentenne rabbioso e triste, se non avesse iniziato seriamente a rincorrere il suo vero sogno: creare pellicole cinematografiche, e non limitarsi a consumarle.
Fu in questo periodo che il giovane Quentin fece il suo primo “Quentin Death Test“, un rituale che il regista hollywoodiano ha ripetuto più volte negli anni e a cui attribuisce molto del suo successo personale.
Una sera di quel 1988, tornato a casa dopo aver chiuso la saracinesca del Video Archives, Quentin si sedette davanti alla sua scrivania e ci passò l’intera nottata.
“C’è stata una notte in cui sono rimasto sveglio fino all’alba e, invece di trovare scuse, ho guardato tutto ciò che nella mia vita non funzionava, tutto quello che non stavo facendo o che stavo sbagliando.
Niente alibi. Ho affrontato la mia vita di petto.
Ho passato tutta la notte a mettere nero su bianco ogni fallimento, ogni errore, ogni abitudine sbagliata.
Poi, nelle ultime due ore, quando il sole stava già iniziando a sorgere, mi sono concentrato solo su una cosa: come posso cambiare tutto questo?
E, invece di scrivere queste ultime riflessioni, andarmene a dormire e poi dimenticarmi di tutto, ho iniziato a cambiare la mia vita in quello stesso momento“.
No, non ti sto suggerendo di passare una notte in bianco per cambiare la tua vita 😅
Della storia di Tarantino sono due i punti che ho trovato davvero interessanti e che ci tenevo a trasmetterti in questa newsletter:
1. Niente alibi
Quando le cose non vanno nella nostra vita o quando realizziamo che continuando così rischiamo di schiantarci contro un “muro“, dobbiamo imparare a prenderci un momento per noi stessi, fermarci, e analizzare la nostra esistenza in modo brutale.
Niente alibi. Niente scuse.
Dobbiamo mettere nero su bianco tutto ciò che non sta funzionando. Tutto ciò che sappiamo che non ci è di aiuto nella nostra quotidianità. Tutte le abitudini che in nessun modo stanno contribuendo alla vita che desideriamo.
Dobbiamo affrontare la nostra vita di petto.
Strumenti come il PRE-corso di dicembre di 365 – Un anno epico o il nuovo video-corso sulla “Mappa della Vita” che ho realizzato per gli abbonati a +Efficace, ti possono guidare passo passo in questa analisi.
2. Niente esitazioni
Capire cosa non va e definire cosa dobbiamo fare per cambiare, però, non basta.
Non possiamo limitarci a scrivere la sceneggiatura del nostro film, ad un certo punto, dobbiamo anche girare questa maledetta pellicola che è la nostra vita.
Continuare a consumare contenuti di crescita personale non può trasformarsi in una sofisticata forma di procrastinazione.
Ad un certo punto dobbiamo decidere (e impegnarci) e cambiare: qui e ora.
C’è un tempo per la pianificazione e un tempo per l’azione.
È arrivato il tempo dell’azione.
“Come on. Let’s get into character.” (Pulp Fiction).
“Coraggio. Entriamo nei personaggi (di chi vuole davvero cambiare la propria vita)” 😉.
Buona settimana,
Andrea Giuliodori.