Rimandare quelle attività che ci permetteranno di raggiungere la felicità sembra una costante della nostra vita: impariamo come evitarlo.
“Se oggi non stai vivendo i tuoi sogni è perché ieri hai deciso di rimandare a domani“.
Andrea.
Oh, finalmente un bell’articolo sugli ACARI! Bravo Andre’! Gli acari sono il dramma di tutte le casalinghe e degli studenti fuori sede che non hanno il tempo di pulire casa durante le sessioni d’esame! Ci dai qualche bello stratagemma di crescita personale per polverizzare l’acaro maligno?!
Ehm… veramente oggi volevo parlarti di Akrasia, non di acari! :-D
L’Akrasia è un termine di origine greca che sta ad indicare la debolezza di volontà o l’incapacità di agire secondo principi ragionevoli. In parole povere: sei affetto da akrasia quando continui a rimandare, senza particolari motivazioni razionali, quelle attività che sai per certo ti aiuteranno a raggiungere i tuoi obiettivi.
Procrastinazione ed Akrasia
Quindi, tutto questo pippone greco-filosofale è per parlarmi di… procrastinazione?!
Procrastinazione ed Akrasia hanno molti punti di contatto, anzi potremmo dire che l’Akrasia è una forma di procrastinazione: la peggior forma di procrastinazione.
Esistono infatti molteplici forme di procrastinazione, tante quante le cause che la scatenano. Chi ha letto Start! sa che alla base della procrastinazione ci possono essere differenti motivazioni e sa anche che la procrastinazione, a volte, è la scelta giusta da fare.
L’Akrasia invece è l’essenza della procrastinazione negativa; si tratta di un comportamento del tutto irrazionale e molto diffuso (soprattutto tra gli studenti): siamo perfettamente consapevoli che portare a termine determinate attività ci permetterà di raggiungere i nostri obiettivi; sappiamo inoltre che guardare la tv o navigare senza meta su internet renderà le cose peggiori, eppure… non riusciamo a resistere.
È come se una forza invisibile, ma di una potenza terrificante, si sia impadronita di noi: ogni sforzo sembra vano. Ci diciamo di non avere abbastanza forza di volontà o che avremmo bisogno di un pizzico di motivazione. In realtà, all’interno della nostra mente si sta consumando una battaglia epica, il cui esito deciderà le nostre sorti…
Il “Parlamento Mentale”
Voglio svelarti un segreto che potrebbe inquietarti: tu hai una personalità multipla.
Eh già… hai presente “Il dottor Jekyll e Mr. Hyde”? Tu sei peggio! (ma anche la stragrande maggioranza delle altre persone, non preoccuparti! ;-) )
Ogni volta che dobbiamo prendere decisioni di una qualche rilevanza, iniziano ad emergere dentro di noi decine di voci, ognuna schierata per una precisa fazione del nostro “Parlamento Mentale“.
C’è la fazione dei fifoni, parlamentari alle prime armi sempre timorosi delle conseguenze delle proprie scelte. C’è la fazione degli edonisti, alla continua ricerca del piacere immediato. C’è la fazione dei saggi, sempre pronti a pianificare le migliori scelte per il nostro futuro. C’è poi la fazione degli intransigenti, che perseguono i propri obiettivi e non tollerano l’idea di scendere a patti. Esistono infine tanti piccoli “Scilipoti”, che fanno da ago della bilancia e sono sempre pronti a passare da una parte, all’altra.
Nonostante le numerose correnti, possiamo individuare due grandi schieramenti che si danno battaglia nella nostra mente: fifoni ed edonisti, appartenenti allo schieramento del piacere immediato; e saggi ed intransigenti, appartenenti allo schieramento della felicità futura.
Ogni volta che procrastiniamo, una votazione è appena avvenuta nella nostra mente e lo schieramento del “piacere immediato” ha inesorabilmente vinto, anche se l’intera “nazione” sa che quella scelta è iniqua e sbagliata.
Ma come è possibile continuare a tollerare scelte che non sono nel nostro interesse?
La distanza temporale tra impegno e premio
Secondo alcuni studiosi il concetto di Akrasia è una contraddizione in termini. La loro tesi è che la nostra natura umana non ci consenta di intraprendere azioni che siano chiaramente in contrasto con i nostri interessi.
Eppure ciò avviene, ed il problema è che avviene anche troppo spesso. Ne sai qualcosa vero? ;-)
In realtà il nostro comportamento akratico è giustificato da quella che è la distanza temporale tra impegno e premio, insita in quasi tutti i nostri obiettivi: per raggiungere il nostro peso ideale tra 3 mesi, dobbiamo iniziare la nostra dieta oggi; per laurearci tra 3 anni, dobbiamo studiare oggi, e così via.
Questa distanza temporale tra impegno e premio ci spinge a sovrastimare il valore del piacere presente e sottostimare i benefici dei risultati futuri (che per definizione sono incerti): insomma, meglio un uovo oggi che una gallina domani!
Ma se abbiamo a che fare con un “parlamento mentale” guidato da interessi di breve termine, e la distanza temporale tra impegno e premio sembra invalicabile, come cavolo possiamo sconfiggere la procrastinazione e raggiungere obiettivi ambiziosi?
Esistono almeno 2 soluzioni.
La “forza di volontà estesa”
Le Istituzioni Pubbliche per funzionare al meglio devono rispondere del proprio operato ai cittadini. Lo stesso vale per il nostro “parlamento mentale”: se desideriamo che le decisioni prese siano nel nostro interesse più generale, dobbiamo introdurre dei meccanismi di controllo esterni, la cosiddetta forza di volontà estesa.
L’esempio letterario più famoso di “forza di volontà estesa” lo troviamo nell’Odissea di Omero, dove il protagonista, Ulisse, consapevole che né lui, né il suo equipaggio avrebbero resistito al richiamo delle sirene, ordina ai suoi uomini di legarlo all’albero maestro, e di non slegarlo per nessun motivo, assicurandosi al contempo che loro indossino dei tappi di cera.
Tale approccio può essere adottato anche per superare procrastinazione ed akrasia. Ti propongo di seguito alcuni esempi pratici di sistemi di “forza di volontà estesa”:
- Adotta la “tecnica dello sputtanamento“, ovvero confessa pubblicamente il tuo obiettivo e quando intendi raggiungerlo. Trovi un esempio di applicazione di questa tecnica nella parte finale di un mio precedente articolo. Vuoi sapere come è andata a finire? Vai agli ultimi commenti del medesimo articolo.
- Utilizza programmi che blocchino l’accesso a determinati siti (Facebook, Twitter, Gmail, etc.) o applicazioni negli orari di studio o lavoro. Puoi provare con programmi come Concentrate, se hai un mac, o estensioni per Google Chrome come StayFocused.
- Elimina le notifiche dal tuo smartphone.
- Implementa sistemi di time management che prevedano scadenze sfidanti, come ad esempio la Legge di Parkinson o la Tecnica del Pomodoro.
Adottare dei sistemi di controlli esterni (cfr. forza di volontà estesa) affinché il nostro “Parlamento Mentale” adotti scelte sagge, può non bastare. L’ideale sarebbe avere un “Parlamento Mentale” costituito da veri servitori delle Istituzioni (è una mia impressione o questa analogia si presta molto bene in questo periodo?!), insomma, dobbiamo riuscire anche a maturare la nostra forza di volontà interiore. Per approfondire questo punto, prova a leggere questo articolo sull’auto-disciplina.
Se non sbaglio però, ti avevo promesso 2 soluzioni?! Abbiamo appena visto come gestire al meglio il nostro “Parlamento Mentale”. In che modo possiamo ridurre il gap temporale tra impegno e premio?
La definizione di micro-obiettivi
Come visto, la distanza temporale tra impegno e premio (il raggiungimento del nostro obiettivo) può rappresentare la mazzata finale per qualsiasi obiettivo ambizioso.
Per superare questa difficoltà, autori come David Allen suggeriscono di adottare un approccio di micro-management, spezzettando gli obiettivi di lungo termine, in obiettivi con scadenze più vicine. Non solo, l’idea è di scomporre ulteriormente questi obiettivi in azioni concrete da compiere nell’arco della giornata.
Insomma, le famose abitudini di cui abbiamo parlato nell’articolo dedicato agli obiettivi di risultato e agli obiettivi di processo.
Ragionare in termini di abitudini quotidiane, piuttosto che di obiettivi annuali (o addirittura pluriennali), ci aiuta ad essere molto più focalizzati sul momento presente, riducendo di molto il gap tra impegno e risultato: ogni volta che avrai messo in pratica l’abitudine che ti eri prefissato di seguire sarai ripagato da una bella “x” sul calendario.
Questa semplice “x” inciderà sul marmo i tuoi progressi verso il successo.
Beh, sei pronto ad eliminare l’akrasia dal tuo materasso… ehm, volevo dire, dalla tua vita?! ;-)
Buona settimana.
Andrea Giuliodori.
Bellissimo incipit! lo metterò fra le mie citazioni preferite.
e grazie degli stimoli costanti che dai.
buon lavoro
Lila
Grazie a te del commento Lila: buona giornata.
Andrea.
Ottimo articolo,
La suddivisione di in obiettivo in microobiettivi credo sia la strada più efficace per motivarsi strada facendo e annientare la procrastinazione.
Buona giornata
Michele
Grazie del commento Michele, si: forza di volontà estesa + micro-obiettivi può essere un tandem molto… efficace
<> questo articolo mi ricorda l’essere in sè stessi di socrate, secondo socrate ogni volta che deludiamo noi stessi perdimo la capacità di stare con noi stessi…perchè il noi stesso che c’è dentro di noi non vorrebbe mai condividere la sua vita con una persona come noi…
In responsabilità e giustizia la Ardent ne parla molto bene se qualcuno ha del tempo lo legga…
Grazie del contributo kikka: molto interessante il tuo commento.
Andrea.
bellissimo articolo…molto azzeccato direi come articolo del lunedì mattina per iniziare la settimana con la carica giusta.
Mi chiedo…come fai Andrea???? ogni articolo sembra fatto apposta per me!!!io dò il meglio di me, sul lavoro quando sono sotto stress…quando gli impegni, date importanti sono imminenti…quando invece so di avere tanto tempo a disposizione per terminare un lavoro/progetto …olè procastinazione a gogò…
con sensi di colpa annessi (parlamento mentale??)
Buona Giornata Andrea :)
Ciao Mariarita, ti ringrazio molto per il commento: ad un certo punto ero in dubbio se pubblicarlo o meno questo articolo, temendo fosse troppo contorto.
Per quanto riguarda… “come fai?”: in realtà un trucco c’è.
Le prime volte che scrivevo articoli di questo tipo mi sforzavo di capire quali difficoltà potessero affrontare i miei lettori: sforzo vano e anche un po’ “presuntuosetto”, detto tra noi. Da qualche anno a questa parte ho imparato a scrivere avendo in mente un preciso destinatario/lettore: me stesso. Ho notato che parlando delle difficoltà che ho affrontato in prima persona e del modo in cui le ho superate riesco a realizzare articoli di maggiore utilità.
Non è un caso che fossi (e sia tuttora in determinati contesti) un gran bel procrastinatore ;-)
Buona giornata.
Andrea.
carina ed efficace la metafora del Parlamento Mentale
Simpatica vero? Mi fa piacere. :-)
Ahaha davvero molto spiritoso e veritiero!
Seguo il tuo blog da più di un anno e ho sempre trovato ottimi consigli, ma con questo articolo in particolare sei riuscito a mettermi di buon umore e a farmi riflettere a fondo su me stessa – il che, ti assicuro, non è poco!! :-)
Buona settimana!
Ciao Maria Pia,
sono molto contento che questo articolo in particolare ti sia piaciuto.
Buona settimana a te!
noooo non voglio tanti piccoli scilipoti nelle mia testa!!!!
posso aspirarli con l’aspirapolvere come per gli acari?
ecco io sono crisoprasica, ah no com’è che era? akratica!!!
in effetti essere solo una procrastinatrice doc e dop era troppo riduttivo per me…
sono proprio messa male eh?!?!?!
ma ora che so chi sono…posso sconfiggere gli scilipotini…che dici posso provare ad eleggere qualche bel dittatore in più in parlamento?
o rischio che mi schiantino una bella bomba atomica al centro degli occhi?
scherzi a parte, grazie!
proverò con i micro-obiettivi e i blocchi a cellulare e pc…lo sputtanamento non funziona…ormai nessuno prende più sul serio i miei obiettivi…anzi mi buttano ancora più giù (amici carini vero? ahahaha)…
Beh, per quanto riguarda la tecnica dello sputtanamento provo ad applicarla a persone che stimi davvero e viceversa.
A presto,
Andrea.
Ciao. Trovo un po’ furbetto da parte tua non mettere nelle tue newsletter il link all’articolo in questione, ma solo il banner pubblicitario del tuo ebook. Così se uno clicca sull’enorme banner in cima distrattamente, pensando di aprire l’articolo, in realtà si ritrova nella pagina pubblicitaria dell’ebook – nella quale, sempre ironia della sorte, non c’è nessun link alla home. Capisco che andare nella barra di ricerca del browser e scrivere il nome per intero del tuo sito, per poi cliccare sull’articolo per leggerlo non è chissà quale tragedia, ma la trovo pur sempre una pratica scorretta che infastidisce e stanca il lettore a cui non interessa (o che ha già comprato) l’ebook.
Ciao Daniele, mi fai passare per quel genio del marketing che non sono ;-)
Ho scelto di dare agli iscritti alla newsletter gli articoli completi. Questa pratica è generalmente sconsigliata dai guru dell’info-marketing, ma io me ne frego e faccio quello che penso sia più corretto mettendomi nei panni di un mio ipotetico lettore. Visto che metto a disposizione articoli completi al 100% non mi è chiaro la richiesta del link all’articolo.
C’è qualcun altro che vorrebbe il link all’articolo originale? Se si, valuterò se inserirlo.
Grazie comunque del feedback.
Ps. comunque cliccando su una qualsiasi delle immagini dell’articolo si viene rimandati all’articolo originale.
Preferisco il browser semplicemente perchè i programmi per le email non sono adatti per leggere testi più lunghi di due righe…col browser possono essere gestiti più facilmente con le schede e tutto il resto.
Capisco Daniele,
beh, qui nel blog trovi sempre i nuovi articoli: come ti anticipavo, appena ti arriva il nuovo articolo via email, puoi cliccare sull’immagine del post e vieni subito reindirizzato qui sul blog.
Buona serata,
Andrea.
A proposito di “forza di volontà estesa” mi viene in mente quanto si racconta di Vittorio Alfieri che si faceva legare alla sedia per leggere e lavorare. Da qui la sua citazione: “Volli, sempre volli fortissimamente volli”.
Mi permetto di linkare a un articolo (Andrea, spero sia concesso, diversamente ti prego di cancellare link e mio testo collegato) la cui lettura mi ha colpito molto.
Non è attinente al 100% al tema dell’akrasia ma nemmeno troppo lontano. Se lo leggete non fatevi sviare dalla “svalutazione” dell’eccessiva o malintesa autostima, che peraltro condivido, ma rimanete concentrati sui dati che vengono forniti sul quoziente di intelligenza di studenti orientali e occidentali sui rispettivi risultati conseguiti.
http://lettura.corriere.it/la-sindrome-di-narciso/
Buon proseguimento :)
Grazie del commento Ilaria,
Per quanto riguarda i link nei commenti, se ritengo creino valore sono felice di pubblicarli, se mi accorgo che sono mere pubblicità di qualche marketer allo sbaraglio li banno inesorabilmente :-)
Ciao Andrea !
… come sempre i tuoi articoli sono “semplici” ma essenziali e vanno al sodo delle questioni. Grazie per farci riflettere !
Io non credo di essere un vero e proprio procrastinatore (o affetto da Akrasia), anzi, cerco , avendone il tempo, di fare più cose possibili. Ma piuttosto ho la tendenza a voler fare troppe cose, tutte che più o meno mi piacciono, tutte che ritengo utili per i miei obiettivi, con il risultato che spesso mi blocco nell’imbarazzo della scelta e non faccio nulla (o poco) !
Lo sò …. dovrei cercare di individuare delle priorità e quindi fare prima le cose che ritengo più utili o importanti; ma è proprio questo il problema: se mi metto ad analizzarle le considero un pò tutte quasi a pari merito.
Allora mi sono chiesto, non è che anche questa mia condizione è un “giochetto subdolo” del nostro inconscio per procrastinare ??
E in questi casi quale può essere qualche tecnica adatta alla soluzione ?
Non mi ricordo più, …. forse hai già trattato questo tipo problema in passato in qualche altro tuo post (non ricordo più).
Quindi scusami se te lo ripropongo !
Salutoni, Massimo
Certo che giù il nome ” Akraisa” mette paura ahah. :)
Beh dai, procrastinazione iniziava ad essere noioso! ;-)
Articolo interessante e utile. La “tecnica dello sputtanamento” riportata nell’articolo, diciamo che mi è servita a darmi una mossa e condividere sul web alcune conoscenze apprese negli anni. Ha funzionato visto che da aprile di quest’anno gestisco un blog. Come dire, il meno è fatto, dall’articolo traggo spunti interessanti nel continuare a fare il più.
Ciao e grazie
Bene Marcello, mi fa piacere: continua così.
Questo articolo è proprio quello che serve, per alimentare la motivazione in una settimana di studio.
Ciao!
Allora… missione compiuta! ,-)
Illuminante.
(e politicamente corretto…)
Sul politicamente corretto diciamo che mi sono… di molto trattenuto ;-)
Quoto Mariarita.. è da circa un mese che seguo il tuo blog e ho già visto qualche piccolo ma grande cambiamento! E poi è proprio simpatico e piacevole da leggere… visto che io tendo tantissimo a “fare domani” ho cominciato col darmi un piccolo obiettivo ogni giorno…efficace! E fra poco comincio il tuo e-book… prima ho finito un altro libro che stavo leggendo… mai fare troppe cose insieme giusto? :-)
Ciao Angela, ne sono molto felice.
Si, bravissima, non ammassare troppo materiale di crescita personale insieme: leggi e soprattutto applica.
Ciao Andrea, interessante articolo, tuttavia a me non è tanto il pc che mi fa distrarre, ma é l’iphone. Non avresti da consigliarmi qualche applicazione come “concentrate” ma per iphone? grazie.
Ciao Stefano, per quanto riguarda gli smartphone avevo scritto un articolo “ad hoc” che si è un po’ perso tra i meandri dell’archivio: prova a vedere se ci trovi qualche consiglio utile.
Dipendenza da telefonino? Una cura in 4 passi.
Andrea.
Proprio ieri leggevo il capitolo “la via greca” dell’ “elogio dell’autodisciplina” in cui ho conosciuto i concetti di akrasia e sophrosyne.
E mi ritrovo un tuo articolo su questi temi, proprio oggi!, incredibile.
Andrea non credi sia una forma di debolezza il dover utilizzare forme di distrazione benigne per conseguire i propri scopi? Ho la sensazione che possa diventare una dipendenza perché se poi per un determinato obiettivo non esistono distrazioni che posso sfruttare a mio vantaggio a chi mi affido.
Deve esserci un sistema indipendente dalle distrazioni per cui abbia il dominio di me stesso se so di dovermi allenare e non ne ho nessuna voglia.
Ulisse non avrebbe potuto dire a se stesso semplicemente: “supererò questo tratto di oceano senza necessita che mi leghino e resisterò perché ho un cervello”?
Mi piacerebbe sapere la tua in merito, ciao Andrea.
P.s. ho già sperimentato i micro obiettivi e posso confermare che almeno sulla mia pelle funzionano bene. Infatti inizialmente avevo formulato l’obiettivo di perdere 8 kg ma sapevo che era troppo il tempo necessario e avrei finito per “iniziare da domani”.
Ponendomi l’obiettivo di perdere un solo kg in una settimana sono riuscito a porre già 2 mattoncini.
Ciao
Sai giuseppe a me interessa più il risultato dell’ego. Spesso voler dominare, controllare etc è più legato al nostro ego che al risultato vero e proprio. Me ne frego se devo “sputtanarmi” davanti ai miei amici o ai miei lettori, se funziona ben venga.
Questo naturalmente non significa che non si debba lavorare anche sulla propria forza di volontà interiore: questo naturalmente l’ho anche sottolineato nell’articolo.
A presto.
Ottimo articolo, tra i tuoi migliori secondo me. Metafore calzanti e stile coinvolgente, per niente contorto, anzi, esplicativo. Belli i suggerimenti letterari di kikka… Ci si rende conto di come l’uomo abbia sempre cercato soluzioni pratiche per la propria indole contradditoria. Un saluto… Leggo spesso il blog e ti faccio i complimenti.
Ciao Mara,
grazie davvero del commento: molto apprezzato.
Andrea.
come smascherarmi in 10 minuti, dopo aver letto questo articolo mi sono sentita come nuda, e mi sono venuti gli occhi lucidi.
sembra si parli di me! incredibile… ma vero… purtroppo è vero.
e la cosa peggiore è che dopo aver fatto la scelta palesemente sbagliata subito dopo mi trovo piena di sensi di colpa, la motivazione sotto ai piedi INSOMMA UN CIRCOLO VIZIOSO TREMENDO…
SEGUIRO’ I TUOI CONSIGLI E LI METTERO’ IN PRATICA…
SPERO DI PORTARE A CASA BUONI RISULTATI
COMPLIMENTI PER TUTTO
Ciao Martina,
innanzitutto benvenuta.
Eh si, ultimamente capita spesso che i lettori dicano che li ho fotografati bene: in realtà io descrivo me stesso (come ero, o come sono ancora in certi casi) e quindi entro bene in sintonia con quelle persone che stanno affrontando le mie stesse sfide.
Fammi sapere come va,
Andrea.
ciao, ho letto circa 10 giorni fa il tuo ebook “start!” e già con la 1 abitudine non procrastino quasi più.mi è piaciuto molto questo tuo approccio con le abitudini;da poco ho acquistato 1 libro sulla memoria(Usiamo la memoria di Tony Buzan)se capisci qualcosa sull’argomento potresti consigliarmi alcune abitudini per imparare le tecniche di memoria?
Grazie in anticipo e conto su di te, continua cosi!!!;)
Ciao Fede,
si le abitudini costruiscono le nostre giornate.
Per quanto riguarda la memoria e più in generale l’apprendimento sto completando proprio in queste settimane la nuova guida sullo studio. Ti do un input, ma promettimi di non raccontarlo in giro finché non ho pubblicato la guida, ok?! ;-)
Un’ottima abitudine per memorizzare consiste nell’insegnare quanto abbiamo appreso a nostri colleghi universitari o altre persone (amici, genitori, etc.). Esistono poi tutta una serie di abitudini legate al sonno, all’alimentazione e allo sport che consentono di tenere il nostro cervello sempre in uno stato ottimale per l’apprendimento.
A presto,
Andrea.
Ciao Andrea,
ho letto con piacere il tuo Start!, ma volevo segnalarti un paio di cose che mi sono saltate all’occhio:
1. Crastinare deriva da crastinus (cioè relativo a cras, domani) non dal suo partipio passato crastinatus
2. La reingegnerizzazione (p.124) non è reenginering, ma reengineering (sicuramente un refuso)
Saluti
Gentilissimo Matteo,
provvederò quanto prima a sistemare i refusi.
Andrea.
Ciao Andrea. Sal qual è sempre stato il mio più valido alleato per essere autodisciplinata? Il quadrante della sveglia. Ho sempre studiato con la mia sveglia azzurra posizionata davanti a me, un po’ di lato; la portavo ovunque studiassi, assieme ai libri e alle penne, immancabilmente. Mi davo piccole scadenze: un orario per finire un capitolo, uno per ripetere un paragrafo, una mezzora di pausa, e poi via di nuovo. Quando calcolavo quante ore avessi studiato, così per curiosità, le calcolavo sempre al netto delle pause: non erano mai eccessive, ma erano ottimizzate al massimo. E nei momenti di cedimento, mi sforzavo a continuare finchè le lancette non avessero toccato un punto preciso, magari vicino. Ti assicuro che non mi sono mai ammazzata di studio, ma il risultato era strepitoso. E anche adesso che sono libera professionista, cerco di applicare lo stesso meccanismo (ma con una sveglia nuova). :) Nonostante tenacia e forza di volontà non mi manchino, anche io ho spesso momenti di cedimento, e cerco di affrontarli fissandomi microscadenze, passo dopo passo, finchè non prendo il ritmo. Grazie per i tuoi articoli!
Ciao Andrea,
Ho letto il tuo articolo. E’ molto interessante. Mi è piaciuto il tuo appunto sull’akrasia. Non l’avevo mai sentito prima.
Tante persone procrastinano continuamente perché hanno paura. hanno paura di ottenere i risultati negativi. Queste persone fanno scappare il tempo e poi si sentono in colpa.
Ecco perchè tante persone odiano i cambiamenti, perchè hanno paura da questi nuovi cambiamenti.
L’unico modo, secondo me, di superare questa crisi è fissare degli precisi obiettivi da raggiungere in un determinato arco del tempo e bisogna tenersi motivati.
Grazie per condividere i tuoi appunti.
Ciao Andrea,
la metafora del parlamento è eccezionale. Proprio in questo periodo ho metà del parlamento che mi sta spingendo ad alzare il “lato b” ed iniziare finalmente pugilato; l’altra metà invece mi ricorda quanto mi costerà al mese, quante consegne dovrò rimandare, quanta stanchezza accumulerò…
Spero proprio che il deputato Scilipoti di turno mi faccia entrare in quella benedetta palestra!
W Scilipoti ;-)
Maledetti Scilipoti!! :D
Ti leggo dal 2009 e apprezzo molto i tuoi articoli sempre pieni di spunti e riflessioni. Ma non sempre mi riesce di mettere in pratica i tuoi suggerimenti, pur avendone approfonditi molti prima di conoscere questo blog… E’ una questione (nel mio caso) di motivazione e stimolo che per una serie di vicissitudini ho perso. Il mio problema più recente è proprio la gestione del tempo e degli impegni, ma soprattutto ritrovare la voglia di portare avanti i miei obiettivi (lavoro, studio, vita quotidiana…). Uno dei miei acquisti più recenti è stato un libricino tipo quaderno dal titolo “50 esercizi per non rimandare tutto a domani” di Jacques Regard. E’ stato simpatico leggerlo, può essere utile rileggerlo più volte nel tempo per riflettere su quali sono i nostri personali “impedimenti” psicologici nell’affrontare la procrastinazione in generale. Beh… tutto questo per dirti che alla fine della lettura ho scoperto che tra le risorse utili sull’argomento di questo libro è citato il tuo blog!! Complimenti Andrea!
Ciao Laura,
mi ha sorpreso e fatto molto piacere leggere della citazione all’interno del libro di Regard: non ne sapevo nulla.
Grazie ancora per avermelo fatto sapere.
Andrea.
Caro Andrea,
ti ringrazio per i preziosi utilissimi consigli. Di norma, sono molto reticente ad espormi ma questa volta credo che sia davvero importante e per questo ti scrivo. Ho un piccolo problema da sottoporti in merito alla procrastinazione: nella vita ho lavorato sodo e tergiversato ciclicamente, in maniera altalenante, e mi sono sempre ripetuta che se avessi trovato la forza di essere costantemente “agente” avrei potuto raggiungere i miei obiettivi ancora con maggior efficacia e senza panico da prestazione. Invece i miei obiettivi mi atterriscono sempre moltissimo e quando trovo il coraggio di agire ogni passo è appesantito dalla consapevolezza che se avessi agito prima non mi troverei così in difficoltà. E’ un circolo vizioso e vorrei trovare un modo per ripartire da capo senza sensi di colpa. Hai un suggerimento per me? Grazie ancora.
Ciao Cate,
l’ho ripetuto più volte nei miei articoli: ritengo la lotta alla procrastinazione la chiave di volta per qualsiasi cambiamento nella nostra vita, ma guai a farsene ossessionare.
Un obiettivo non può e non deve atterrire. Gli obiettivi non sono il fine (scusa il gioco di parole) ma solo un mezzo, uno strumento. Definire un obiettivo ci serve proprio per ritrovare motivazione, entusiasmo e voglia di fare. Se al contrario un obiettivo non fa altro che atterrirci, dovremmo riflettere su che tipo di obiettivi ci siamo posti. Attenzione: non sto dicendo che non dovremmo porci degli obiettivi ambiziosi che ci facciano anche un po’ di paura… ma ripeto, un obiettivo serve per focalizzare la nostra attenzione su una serie di azioni che ci consentano di raggiungere la meta desiderata. Per quanto riguarda il primo punto che metti in evidenza, il mio consiglio è di rivedere, riscrivere e ripensare i tuoi obiettivi. Definiscili in forma positiva e metti in evidenza come ti sentirai una volta raggiunto il tuo obiettivo: ricorda un obiettivo è uno strumento per farti agire… se ti spaventa soltanto, hai definito male il tuo obiettivo.
Per quanto riguarda poi i “rimorsi”, sono il pane quotidiano di qualsiasi procrastinatore incallito: chi rimanda sempre a domani vive tra questi due “poli emozionali”. Da una parte il piacere effimero di aver rimandato una responsabilità, dall’altra la paura ed il senso di colpa per non aver agito. Queste emozioni tendono ad annullarsi e ne risulta l’immobilità più becera. Per spezzare questo circolo vizioso devi imparare a concentrarti esclusivamente sul momento presente: non esiste passato (da cui nascono i rimorsi), non esiste futuro (in cui si nascondono le tue paure), esiste solo il momento presente (in cui puoi agire).
Andrea,
grazie per questa risposta. Penso che tu abbia centrato il problema e forse il fatto è proprio che non ho mai imparato a considerare gli obiettivi in modo positivo (procrastinavo persino i compiti alle elementari lasciando i miei sbigottiti davanti a una bimba di 7 anni che rimaneva alzata oltre la mezzanotte per finire le cartine di geografia :-O ).
Insomma… una situazione quasi cronica!!! Ti ringrazio ancora e fin da ora metterò in pratica i tuoi consigli. Ti auguro un felice e fortunato 2013. Cate
Opz… vero… è vero che il suono delle parole rispecchia molto il significato che queste hanno… qualcuno ha commentato che questa parola ha un suono non proprio bello… e credo che, così com’è questo suono, allo stesso modo, se questa parola, da suono, la trasformiamo in azione ;) sarebbe come graffiare con le unghie una lavagna.
Ogni volta che l’acrasia ci prende visualizzeremo esattamente questo scenario, vediamo la lavagna, sentiamo la sensazione che procura il fatto di graffiarla e il suono da questo provocato :-D (bello questo pattern!)
Comunque, tornando un attimo seri: è vero che ognuno può gestire il tempo come meglio crede… e, almeno per me cronometrare ogni minima azione che dovrei portare a termine mi prende l’ansia…
Esempio: devo studiare un capitolo in un’ora o due, metto la sveglia a quell’ora, e in quel momento mi prende l’ansia e la paura di non riuscirci… boh… per me anche se dovessi straforare di 5 minuti mi prende male :)
Cosa mi suggerisci, Andrea
Grazie,
Andrea
Concentrati sui primi 5 minuti. Solo su quelli: puoi studiare 5 minuti vero Andrea?
Andrea sei fantastico, ogni volta che leggo la tua mail è una boccata di ossigeno, entusiasmo, riflessioni. Grande Andrea , grazie Andrea.
Ciao Loredana,
mi fa davvero piacere :-)
A presto,
Andrea.
Ciao Andrea, innanzitutto grazie e complimenti per il sito, lo trovo molto interessante. Voglio chiederti un consiglio: a tuo parere è meglio concentrarsi a raggiungere un obbiettivo o diversi obbiettivi alla volta?
Uno alla volta.
Ma l’akrasia o procrastinazione negativa non è (anche) l’equivalente dell’accidia ?
Cioè un misto di negligenza, noia, indifferenza e scoraggiamento lamentoso ?
Grazie Andrea, sempre…efficace! Hai pubblicato qualcosa che riguardi la lentezza nel fare le cose, l'”incantarsi” senza rendersene conto, e su come “darsi una mossa/svegliata” per evitare non tanto la procrastinazione, quanto la perdita di tempo?
Cerca nell’ambito della concentrazione.
Ti ringrazio davvero tanto. Mi serviva davvero. Non credo nelle coincidenze. Questo articolo oggi ha trovati proprio me.
Bene Chiara!