Per non procrastinare basta iniziare, giusto? Sbagliato! La procrastinazione è una bestia subdola, ma esistono strumenti efficaci per sconfiggerla.
“Tu puoi continuare a procrastinare, ma il tempo non lo farà per te.”
Benjamin Franklin.
Esiste una simpatica definizione secondo cui la procrastinazione è l’arte di fare qualsiasi cosa, tranne ciò che dovremmo fare in un dato momento. Ops, ti ho beccato, eh?! Il vero procrastinatore professionista, quello con anni di rimandite alle spalle, ha sempre qualcosa da fare: sistemare la scrivania, controllare la posta elettronica, temperare le matite, iscriversi alla Lega per la protezione dei bradipi nani delle Ande settentrionali; insomma, tutto, tranne ciò che andrebbe davvero fatto.
Ti suona familiare?
Nel post di oggi mi piacerebbe discutere con te del perché ci comportiamo in modo apparentemente così stupido e di una strategia, tanto semplice, quanto efficace, che puoi utilizzare fin da subito per vincere la tua lotta alla procrastinazione. Beh, direi di non rimandare oltre… let’s start!
La procrastinazione come meccanismo di difesa
Non tutti procrastiniamo per la stessa ragione. Nell’estratto gratuito di Start! – La guida pratica per sconfiggere la procrastinazione, ho individuato quelle che considero le 4 principali ragioni della rimandite cronica. Tuttavia, volendo trovare un minimo comune denominatore, potremmo affermare che la procrastinazione è un meccanismo di difesa messo in atto dal nostro cervello.
Difesa da che André?! Dalla voglia di studiare/lavorare?! Ah, se è così, funziona benissimo!!!
Secondo molti psicologi, in primis Neil Fiore, autore di The Now Habit, la procrastinazione è un meccanismo utilizzato dalla nostra mente per gestire l’ansia che proviamo ogni qualvolta dobbiamo iniziare un nuovo compito o assumere una decisione. Come dimostrato in numerosi studi infatti, decidere ed iniziare sono attività che assorbono molte delle nostre risorse mentali, lasciandoci letteralmente “svuotati”.
Per contrastare questa fatica, la nostra mente ha ben pensato di rendere piacevole il dolce procrastinare. Insomma, perché affrontare il problema quando possiamo beatamente cazzeggiare su Facebook?!
In realtà la procrastinazione ha una sua ragione evolutiva (ne parleremo nel prossimo paragrafo), ma vivendo in una società che ci offre qualsiasi tipo di distrazione, rimandare continuamente a domani si è trasformata in una vera e propria piaga sociale. Vediamo dunque qual è stata la funzione della procrastinazione nella nostra evoluzione, come questo meccanismo, se ben gestito, può essere utile anche all’uomo (e allo studente) moderno e qual è una delle migliori strategie per smettere di procrastinare.
100.000 anni di “rimandite”
Andando indietro di decine di migliaia di anni il mondo era molto diverso da come lo conosciamo oggi; in particolar modo nel pianeta terra coesistevano 3 principali specie umane: l’Homo Sapiens (quella a cui apparteniamo), l’Homo Erectus (no, non è quella di Rocco Siffredi) e l’Homo Neanderthalensis.
All’improvviso, nel giro di qualche decina di migliaia di anni, tutte le altre specie si estinsero e sopravvisse solo l’Homo Sapiens. Tra le ragioni di questo “vantaggio evolutivo” molti studiosi hanno messo in evidenza la capacità dell’Homo Sapiens di pianificare (complex planning). A differenza dei suoi cugini, l’Homo Sapiens era infatti in grado di immaginare le possibili azioni future e quali di queste gli avrebbero dato le maggiori chances di sopravvivenza.
Essendo la pianificazione un’abilità pre-verbale (si è sviluppata prima del linguaggio), dal punto di vista evolutivo, la procrastinazione rappresenta il mezzo attraverso cui il nostro cervello ci comunica che il nostro piano è sbagliato o, ancor peggio, che non abbiamo affatto un piano! Insomma, nessuna vocina in testa che ci dica che il nostro piano non funziona, ma piuttosto un calo di motivazione o l’irresistibile tentazione di fare qualcos’altro: la procrastinazione appunto.
Tale ipotesi ha trovato particolari conferme in quella che viene definita la procrastinazione nello studio. Secondo una ricerca del 1992, il 52% degli studenti universitari ha affermato di avere un livello di procrastinazione medio o elevato. Alcune stime parlano addirittura di un 80-95% di studenti universitari che lottano con la procrastinazione.
Eppure, le statistiche si invertono quando si vanno ad analizzare gli studenti più brillanti: la migliore capacità di pianificazione e l’adozione di un metodo di studio efficace rende tali studenti immuni dalla procrastinazione. Hai problemi di procrastinazione con lo studio? Impara dai tuoi antenati della savana: pianifica. E visto che ci sei, adotta tecniche di studio all’avanguardia.
André, sono un po’ confuso!!! Prima la procrastinazione è un meccanismo di difesa, poi è un sistema per dirci che il nostro piano è sbagliato o che non abbiamo un piano. Insomma: che caspita devo fare per smettere di procrastinare?! Dammi un consiglio semplice e pratico!
Vuoi smettere di procrastinare? Beh, innanzitutto, come visto, devi avere un piano; ma se continui a rimandare anche con il tuo bel piano, allora non devi fare… niente. Occhio, non saltare a facili conclusioni: lascia che ti spieghi…
La strategia del “vuoto”
Come abbiamo visto all’inizio del post, il vero procrastinatore cronico non se ne sta a grattarsi la pancia, anzi: si inventa qualsiasi attività pur di non affrontare una decisione o iniziare un’attività che considera sgradevole. Sentirsi occupato lo aiuta a ridurre l’ansia, ma di fatto non sta affrontando il problema, non sta ascoltando il messaggio che il cervello cerca di mandargli. Cosa fare se quel procrastinatore cronico sei proprio tu?
Non fare nulla.
Nel momento in cui senti l’impulso di svolgere un’attività diversa da quella che dovresti completare, decidi deliberatamente di non fare nulla. Un po’ come nell’immagine di copertina, devi avere un unico sentiero davanti a te e il vuoto tutto intorno. In altre parole:
- O svolgi l’attività che devi completare: studiare, lavorare, etc..
- O non fai assolutamente nulla: niente Facebook, niente TV, niente di niente.
Questa strategia è stata inventata da Raymond Chandler, autore di decine di gialli e polizieschi. Chandler dedicava ogni giorno 4 ore alla scrittura: in questo lasso di tempo non si sforzava di scrivere, ma allo stesso tempo non faceva niente altro. Queste le sue parole:
“Seguo due semplicissime regole: a) non sono obbligato a scrivere, b) non posso fare niente altro. Il resto viene da sé.”
Raymond Chandler.
Questa strategia funziona egregiamente perché applica quel principio di “Riduzione delle Scelte” di cui parlo in Start!. Insomma, meno opzioni hai a disposizione, più alta è la probabilità di metterti in azione. La prossima volta che ti ritrovi a procrastinare, prova ad applicare la strategia del vuoto e fammi sapere come è andata ;-)
Buona settimana.
Andrea Giuliodori.
… cioè, era così “semplice”?
… il vuoto … geniale, davvero geniale nella sua semplicità!
Sono sconvolta! Del resto è verissimo e non fa una piega!
Ora, a capacità di pianificazione son messa bene, quindi, ehm … migliorerò il metodo! Cosa che sto facendo grazie ai tuoi consigli! Peccato solo non aver cominciato prima …
Sempre grazie!
Buona giornata e buona settimana!
:)
Ciao Claire,
eh sì, a volte le soluzioni più geniali sono proprio le più semplici. Bravo a Chandler che ha ideato questa tecnica. E’ molto curioso come molti scrittori abbiano applicato ed applichino numerose tecniche di produttività e lotta alla procrastinazione. Nei prossimi mesi mi piacerebbe raccontarvi le strategie di autori come Hemingway, Stephen King, etc.
Andrea.
Le aspetto trepidante!!
*__*
Anche io!
mi rivedo proprio nella descrizione ! ma devo smetterla perchè intendo laurearmi e di non andare fuori corso… Inoltre nonostante io abbia progetti per il futuro dopo la laurea non riesco mai a decidermi e a dirmi “ok , spegni la tv e inizia a studiare in maniera costante … (sono un pò delusa da me stessa per questo infatti) vorrei tornare ad essere la studentessa modello che ero alle elementari,medie e superiori !cercherò di seguire i consigli di questo blog di cui sto consultando anche qualche articolo sul metodo di studio.Il blog è eccezionale :)
Quando sono sotto pressione mi appassiono di qualcosa che assorbe tutta la mia attenzione per almeno 1 o 2 giorni.
Riflettendo su questo mio comportamento avevo già intuito che la procastinavo per evitare quelle attività spiacevoli sostituendole con altre attività.
.
La strategia del vuoto è interessante e penso che funzionerà con me, la metterò in pratica alla prima occasione :)
Ah, la strategia del vuoto ti toglie qualsiasi scusa: o fai quello che devi fare o non fai assolutamente niente. E’ micidiale da questo punto di vista ;-)
Andrea.
Perdonami, o Andrea, perchè ho peccato ;)
Quando ho letto il tuo post su facebook in cui preannunciavi un nuovo articolo sulla procrastinazione, non ho potuto fare a meno di chiedermi: “di cos’altro potrà parlare dopo tutti gli altri articoli scritti a riguardo e la guida Start!”? (che fra l’altro ho letto e ho trovato utilissima)
Beh… Mi associo a Claire, la strategia che proponi e che “costringe a fare” è geniale nella sua semplicità. Potresti quasi crearne una nuova teoria di “coazione ad iniziare”, in netta antitesi alla “coazione a ripetere” di Freudiana memoria.
Hai sempre un coniglio da tirar fuori dal cilindro ;)
Buona giornata,
Ambrosia.
Ciao Ambrosia,
mi fa piacere che questa tecnica ti sia piaciuta.
Era molto che non scrivevo un articolo dedicato esclusivamente alla procrastinazione: vorrei evitare di essere ridondante e ripetitivo, ma allo stesso tempo, quello della rimandite è un argomento così vasto ed importante che ogni tanto mi piace tornarci.
Andrea.
Eccellente! Questa strategia estremamente semplice quanto efficace ci mancava, non ci avevo mai pensato ma trovo sia una mossa a dir poco geniale! Ottimo articolo Andre!
Fammi sapere come va nell’applicazione pratica Crystal!
Andrea.
Ultimi giorni di vacanza per me, torno alla base settimana prossima e si ricomincia. Non ci crederai, dopo quest’articolo non vedo l’ora! Strano a dirsi per una che è ancora tra sole e mare, ma sono davvero curiosa di sperimentare e confrontarmi con questa tecnica, sono carica e felice di ricominciare. Spero di tornare presto a scrivere sul blog con buone notizie frutto di risultati concreti. La mia vita ne ha bisogno!
Ottimo,
aspetto le news Crystal ;-)
Buondì,
bell’articolo. Hai proprio ragione. Eccome se hai ragione! Un motivo in più per usare la Strategia del vuoto da te consigliata può anche essere la constatazione che in fin dei conti troverai sempre una gratificazione meramente fittizia allorquando ti incaponisci nel dedicarti ad altre attività al fine di “rimandare delle decisioni” o di “rinviare di affrontare quel problema” e soprattutto al fine di “evitare di iniziare quel percorso” che sai già che sarà tortuoso, faticoso e dispendioso di energie. Arriverà un momento in cui ti renderai conto che qualunque altra attività alla quale ti dedichi è semplicemente e solo un palliativo, che non trovi pieno appagamento o se lo trovi questo è solo temporaneo e soprattutto quando poi vai a letto ti rendi conto di quanto a volte noi tutti siamo codardi! La tua mente torna sempre in quello che è il percorso che “devi” avviare e sai che non c’è un controllore ma sai altresì che lo devi a te stesso, che è inevitabile, e così nel rimandare quella decisione giorno dopo giorno ti senti come un coniglio e provi un vuoto incolmabile. Ovviamente troverai sempre mille valide ragioni per sfuggire a quel percorso che sai di dover iniziare e che ti porta così “tanta ansia” in quanto non solo non ne conosci gli esiti finali bensì conosci bene i sacrifici che dovrai sopportare. Io ad esempio sono sempre stata una fautrice della Serendipity ritenendo che nulla può mai essere più estasiante dell’ebbrezza del viaggio e che spesso nella vita ciò che si trova fortuitamente è più gratificante di ciò che si cercava. Oggi mi rendo conto che era un semplice metodo di procrastinazione! Non credi?
Saluti.
Let
Ciao Let,
grazie per questo commento così dettagliato :-)
Credo che tu abbia toccato molti punti e molto importanti!
A presto,
Andrea.
Ciao Andrea,
bell’articolo.
Come tutti i tuoi posts è ricco di spunti interessanti e argomenti su cui riflettere.
Anch’io mi occupo di consulenza aziendale e quello della procrastinazione è sicuramente uno dei nemici più difficili da combattere all’interno di un’azienda.
Forse perché la procrastinazione è insita in ognuno di noi. Anche io ho scoperto con “mia grande sorpresa” di essere un procrastinatore professionista. Non sul lavoro dove riesco a mantenere una certa disciplina, quanto nella mia vita privata.
E’ per questo che quando scoperto il tuo blog l’ho subito inserito nel tra i miei preferiti su Feedly.
La sezione risorse è veramente completa.
Se potessi aggiungere qualcosa aggiungerei il libro di Steven Pressfield “The War of Art” che parla proprio di procrastinazione. Purtroppo però anche questo è solo in inglese.
Ancora complimenti!
Ciao Paolo,
bravissimo: come hai ben evidenziato nel tuo commento, non è detto che un procrastinatore professionista sia tale in qualsiasi ambito della propria vita: tutt’altro.
Grazie anche per il libro che hai suggerito, ne avevo sentito parlare, ma non lo avevo ancora letto.
Andrea.
Illuminante! La cosa difficile però è “autoimpedirsi” di fare qualcos’altro: appena letto il titolo ho salvato la pagina e mi sono rimesso a lavorare, lasciando la lettura per l’orario di pausa, ma la tentazione di prendermi 5 minuti era tanta!
Ciao Alberto,
e beh… la pillola magica non esiste. Come suggerito però in qualche commento più giù, piuttosto che far leva sulla propria forza di volontà è importante mettersi in una condizione di “vuoto” in cui le distrazioni mancano proprio.
Andrea.
penso che ci distraiamo nel pensare con cosa sostituire ciò che vorremmo non fare.
abituarsi a non fare più qualcosa è già in sè un’abitudine ; esattamente contraria rispetto a quella precedente che ci stava dilaniando. quindi il buco è riempito .
Wow mi sento proprio viva.
Mi sa, che questo mio ultimo anno da liceale andrà alla grandeeeeee :-)
Questo tuo articolo oltre ad esere piacevole ed utile, si ricollega ad un articolo, che ho letto proprio stamattina in un settimanale!
Ed io adoro trovare legami tra gli eventi, che vivo mi fa sentire intelligente.(a parte questa confessione)
Questo(un articolo di Riza)consigliava di NON FARE NULLA in stato di paura, ansia, tristezza, perché “l’ansia arriva per abbattere le finzioni e i modelli di perfezione a cui aspiriamo”.
Continua (l’articolo) dicendo che i disagi sono delle volte esistenziali significative, e che non bisogna trattarli come nemici. “Non aspiro a dominarmi. Dominarmi significa voler intervenire in un punto casuale delle infinite irradazioni della mia esistenza spirituale. Ma se devo tracciare attorno a me tali cerchi, allora lo faccio meglio se NON AGISCO E SEMPLICEMENTE CONTEMLPO.” Kafka
Grazie per avermi fatto di nuovo sorridere ^-^
Buon lavoro
Gnala Kogo
Ciao!
ma che bel commento! Mi è piaciuta molto anche la citazione di Kafka.
Andrea.
Quante ce ne dobbiamo inventare per ingannare il nostro cervello e fare in modo che vada dove diciamo noi , eh!? Comunque ottimo consiglio però, per non far leva solo sulla nostra forza di volontà, sarebbe meglio forzare la condizione di vuoto.Faccio un esempio : io invece di studiare negli ultimi giorni mi ritrovo puntualmente a giocare ad uno stupido giochino sul cellulare.Soluzione? Lo disinstallo!
Oppure perdo molto tempo a chattare con un mio amico su facebook. Soluzione? ci litigo.. ;) Beh in questo caso scherzo,però il concetto è quello: eliminare le distrazioni dalle fondamenta.
Ciao Francesca,
bravissima! La nostra forza di volontà è limitata: possiamo allenarla come suggerisco in altri miei post, ma ha sempre un limite. Per non farci troppo affidamento è importante instaurare abitudini che che aiutino a raggiungere i nostri obiettivi con il pilota automatico e strategie, come quelle che suggerisci, che eliminino alla radice le distrazioni.
Andrea.
Ciao Andrea!
Non ti ringrazierò mai abbastanza per avermi fatto conoscere il libro di OG Mandino… Come dici bene tu rispondendo a Francesca “instaurare buone abitudini”, ti risulta familiare?
1 Rotolo : l’essere umano è schiavo delle abitudini? allora costruisci delle buone abitudini e diventane “schiavo”, le cose potranno solo migliorare…
Un saluto a tutti!!!
Grande Luca,
bel libro vero ;-)
A presto,
Andrea.
” beccato”…eccomi…io sono il RE dei ‘procrastinatori’ o comunque un ‘professionista’ in questo senso.. sto accingendomi proprio in questi giorni a far ‘causa per mobbing’ e ad impugnare un licenziamento profondamente ingiusto…non ho idea se vincerò o perderò la causa…ma voglio fare arrivare un messaggio: ” LOTTARE FINO ALL’ULTIMO RESPIRO PER QUALCOSA CHE RITENIAMO GIUSTO”.
LO SFORZO DI VNCERE LA PROCRASTINAZIONE è titanico!!! è proprio vero: ‘ la procrastinazione è anche un meccanismo di attenuazione dell’ansia’, una specie di droga rilassante per la psiche umana… un dolce far niente in attesa di un ” colossale imegno” ( dove per ognuno di noi ‘colossale’ ha un significato personale…) ma a mio avviso è anche una dipendenza che blocca e paralizza la crescita personale di ogni essere umano.
La procrastinazione è proprio una brutta bestia come l’ansia…alimenta l’insicurezza personale…ecco perchè è un mostro che comunque si deve sconfiggere!
bravo Andrea…quest’articolo ha colto l’essenza del problema…adesso mi aspetto una ‘terapia’ ancora più efficace…puoi far meglio ne sono sicuro!
Ciao Valerio,
eh già, molti sottovalutano la procrastinazione. Io ormai me ne occupo da circa 3-4 anni in modo molto approfondito e non immagini quanti studi scientifici sono stati condotti su quella che ormai è considerata a tutti gli effetti una piaga sociale.
Spero che queste mie pillole possano essere di aiuto per chi intende affrontare questo problema (prima bisogna però accettarlo come tale) e raggiungere i propri obiettivi.
Andrea.
Bell’articolo Andrea,
in effetti la procrastinazione è veramente un male personale e sociale. Le persone non si rendono conto dell’importanza del tempo e di come si può veramente riuscire a sfruttarlo efficacemente ;-)
Al prossimo articolo!
Marco
Ciao Marco,
grazie.
Ps. mi sono permesso di editare il tuo commento, idem su FB. Lo so, a tutti piace promuovere i nostri contenuti, ma farlo con insistenza, soprattutto nei primissimi commenti che lasciamo in un blog è considerato scortese.
Andrea.
Interessante! Grazie a quest’articolo mi sono resa conto di aver applicato la regola del vuoto, senza saperlo, tutte le volte che andavo a studiare in biblioteca per sfuggire a computer, televisione, libri e alle mille altre fonti di distrazione che avevo a casa; dopotutto lì o si studia o non si fa niente, dato che non si può neanche parlare! Certo, il massimo sarebbe stato lasciare lo smartphone a casa, ma se non ci sono “alternative alle alternative” alla lunga anche procrastinare sempre col cellulare stufa! :)
Laura
Ciao Laura,
grazie per aver riportato la tua esperienza.
Andrea.
Oddio!!! io ho assolutamente bisogno di un corso intensivo. Sono una di quelle classiche studentesse che arrivata all’ultimo anno di università è come se tutte le sue energie siano svanite. E mi sembra che invece di diminuire, gli esami aumentino sempre di più. So benissimo che è colpa mia. Ma quest’anno ho deciso che devo cambiare vita. Trovarmi un lavoretto part time, laurearmi e…… fare tutto quello che amo di più insieme. E’ possibile riuscirci? Che ne diresti di fare un post propio sullo studio e il lavoro in contemporanea e come fare? :D
Ciao Letizia,
ne ho parlato nella mia guida Sm2. In generale per quella che è la mia esperienza io sconsiglio i lavoretti part time durante lo studio. Mi spiego meglio: quello dello studente universitario è un lavoro a tempo pieno. Molto meglio adottar un metodo di studio che ti permetta di completare tutti gli esami dell’anno entro giugno e poi dedicarti ad un lavoro full time nei mesi estivi: questo tipo di esperienze possono essere molto utili anche per arricchire il tuo CV.
Insomma, quando si studia, si studia, quando si lavoro, si lavoro. Troppo spesso ho visto studenti che utilizzano il proprio lavoretto part-time come alibi per rallentare il proprio percorso accademico: a mio avviso è un errore.
My 2 cents!
Andrea.
Articolo molto interessante :)
E’ proprio vero quello che hai detto riguardo la ”teoria del vuoto” a volte le idee più semplici sono geniali. La gente è abituta a cercare le soluzioni difficili e lontane quando le stesse sono proprio sotto il naso.
Complimenti
Ciao Ivan,
ti ringrazio!
A presto,
Andrea.
Sembra magnifico, la prossima volta che studierò (lunedì) lo proverò sicuramente!
Fammi sapere come va Johnny ;-)
Grazie per avermi risposto subito!!! ;) volevo fare un’altra domanda. Quando provi questa tecnica del vuoto, e non fai assolutamente nulla. Potrebbe capitare che inizi però a pensare, a riflettere su altre cose che non c’entrano con quello che devi fare e quindi non riesci ad allontanare comunque il resto?
PS: Leggo il tuo blog da 2 anni e me ne sono innamorata completamente. Anche io amo tutto ciò che riguarda la crescita personale. Grazie per aver condiviso tutto questo con noi!!! :)
Ciao Letizia,
vedo che hai riportato all’attenzione il rischio delle seghe mentali!
Pericolossissime ;-)
Scherzi a parte, l’unica regola di questa strategia è non fare assolutamente niente al di fuori di quello che abbiamo deciso di fare.
Smettere di pensare non è un’opzione contemplata.
Andrea.
Interessante osservazione quella di Letizia, essendo io un soggetto ad alto rischio seghe mentali. Effettivamente non facendo nulla parte il flusso di pensieri con pilota automatico. Bisogna secondo me esercitarsi a calibrare e “addomesticare” anche quelli. Viaggiare ad occhi aperti è la madre di tutte le distrazioni, il preludio delle azioni spazzatura. Dal momento che nel provare a smettere di pensare c’è più forza d’attrito che nell’azione concreta stessa, sto cercando di non provare a “bloccare” i miei pensieri (un dispendio di energie elevato a basso rendimento, non ne vale la pena) ma sto imparando a riconoscere le mele marce dalle buone, scartando le prime sul nascere. Tra le buone ci sono pensieri motivanti, visualizzazione del focus e relativa positività che ne consegue in modo da tornare all’azione dopo questa breve pausa sapendo di non aver perso tempo. Anche i piloti di formula1 fanno dei pit stop, ma per cambiare le gomme e fare rifornimento di energia, non per fumarsi una sigaretta :-) ps. Oggi ultimo giorno di vacanza per me, spero di ripartire alla grande. Mi ha aiutato molto consultare costantemente il blog anche in ferie!
Articolo molto interessante. La teoria del vuoto praticamente ti obbliga a svolgere la tua attività non avendo altre scelte. E’cosi?
Ciao e complimenti per il blog!
Quest’idea per smettere di procrastinare mi sembra geniale nella sua semplicità! Ma io mi sa che sono un caso disperato, perchè riuscirei benissimo a stare un’ora a fare assolutamente nulla e non mi viene proprio nè la voglia nè l’idea di rimettermi a studiare!!!
C’è qualche rimedio per questo?!
Barbara
È vero, le soluzioni semplici sono le più geniali! Grazie Andrea! Adesso posso iniziare la terza liceo con un buon metodo di studio e soprattutto senza procrastinare. Ciao :)
Ciao Andrea!
Ti scrivo innanzitutto per ringraziarti: sono giunta al tuo blog in preda ad una crisi di nervi,in lacrime, ed ho trovato suggerimenti utili e rassicuranti!:)
Tuttavia, non ho trovato nulla che parlasse di un caso come il mio… Mi spiego. Sono una studentessa di 22 anni all’inizio del terzo anno in un corso di laurea triennale. Ho perso il primo anno di università perchè i miei mi avevano praticamente costretta ad iscrivermi ad una facoltà “utile” nel mondo del lavoro, ma lontanissima dai miei interessi. Quando ho deciso di mollar tutto, un mio parente mi ha fatto notare che, essendo sempre riuscita nello studio (cosa che comunque non mi ha mai fruttato un granchè, neppure in incoraggiamenti da parte dei miei) e avendo molti interessi che ben potevano sposarsi con un’altra facoltà, non avrei dovuto lasciar perdere gli studi, così abbiamo cercato assieme qualcosa che davvero mi piacesse.
Risultato? Il primo anno ero entusiasta, ho lasciato da parte solo 2 esami. Il secondo il mio fervore già andava scemando. Non è che non riesca: ho una media superiore al 28, ma lascio sempre più esami da parte (siamo a 6, anche perchè non riesco mai a recuperare quelli vecchi) perchè mi pare che più vado avanti, più io diventi lenta nello studio.
Prendo degli appunti, peccato che siano ancor più lunghi dei libri stessi, perciò mi riduco a studiare 5-10, massimo 15 pagine al giorno, passando settimane chiusa in casa dalla mattina alla sera, disperandomi e mettendo da parte amici, fidanzato e vita sociale di qualunque genere. Mi sono ridotta a preparare per la sessione di settembre solo l’esame più facile e corto nel numero di pagine, e (SORPRESA!) sono in crisi anche solo a preparare quello, ho il timore che non riuscirò a terminare le 210 pagine che devo ancora studiare entro il 26 del mese, ogni giorno conto le pagine mancanti ed i giorni prima dell’esame, e poi divido i primi per i secondi con la calcolatrice, e quel che vedo mi manda in crisi sempre più! : S
Sapresti aiutarmi in qualche modo a “guarire” dalla dipendenza dagli appunti?? Tutte queste paranoie mi stanno (davvero) rovinando la salute, non ce la faccio proprio più..
Ti ringrazio per tutti i preziosi consigli!:)
Nina
La strategia del vuoto é stupenda.
Però adesso ritieniti responsabile della notte in bianco che mi appresto a passare non facendo niente o un po’ di cose che mi reclamano da un po’ di tempo.
….. Ti posso chiamare appena finisco? ;-)
Da oggi inizierò ad applicarla anche io per concludere la tesi!
Al solo pensiero sto male, perchè sarà dura.
Ma credo sia molto efficace perchè ti mette di fronte a tutta l’ansia crescente che non stai facendo NULLA ma invece devi scrivere la tesi! Ed elimina il diversivo gratificante di fare qualcos’altro, senz’altro utile, ma che non è prioritario.
Da oggi provo!
Ti farò sapere se funziona.
Ciao Andrea, ho un Blog e capisco la difficoltà di creare contenuti di valore e utili alle persone. Dico questo per farti i miei più sinceri complimenti visto che riesci a soddisfare entrambi i requisiti,continua cosi..;)
E quando si procastina anche l’adozione della strategia del vuoto?! E qui ti voglio :D
Ciao Andrea,
Questo articolo è tanto semplice quanto fantastico. Mi hai schiaffato addosso tante riflessioni.
La strategia del vuoto mi mancava, la metterò nella bacheca delle mie strategie preferite per vivere intensamente. :)
Detto questo, aggiungo qualche considerazione al tuo post. Sono convinto che quello che sto per dire lo hai scritto altrove da tempo, ma io parlo sopratutto ai lettori.
Io sono un ragazzo che ha passato la vita a procrastinare. Da quando ero piccolo facevo di tutto per non affrontare ciò che dovevo fare. Ho sempre fatto le “attività alternative di seconda scelta” di cui parli te. Ero terrorizzato, avevo paura di fallire.
Ora, con la lettura di questo articolo, ho scoperto un importante meccanismo che ha governato la mia mente da sempre.
Credo che i motivi principali per cui si procrastina siano due. Procrastini se non hai obbiettivi chiari, seri e definiti. Io spesso procrastino perchè ho paura di sbagliare, e la paura di sbagliare è data in parte dalla mancanza di focalizzazione dell’attività che si deve svolgere. Esempio: io spesso voglio evitare l’attività perchè non so bene cos’è perciò non so nemmeno a cosa vado incontro se sbaglio. Ed è proprio lì il bandolo della matassa, se tu vedi che non rischi la vita sbagliando una cosa, la fai con coraggio!
Consiglio a tutti di leggere “Detto, fatto!” di David Allen e “Basta chiacchiere! È ora di agire. 6 lezioni per darsi una mossa” di Sháá Wasmund e Richard Newton.
Buona crescita a tutti
andrea hai un dono che e’ molto piu’ del tuo lavoro, sei un ingegnere ma sei di piu’ nei tuoi articoli, continua cosi, sei di aiuto per le persone che adesso in questo periodo di crisi non solo economica ma anche sociale c’e’ bisogno di persone come te, il creato la vita nasconde il loro buon fare dietro persone come te grazie spero che visiterai il mio blog per darmi dei consigli costruttivi
Con me questa tecnica non funziona, non riesco a non procrastinare
Tra l’altro mi trovo su questa pagina perché tra due giorni ho un esame e dovrei proprio studiare!
Proverò sicuramente la tecnica del nulla anche se non so se funzionerà… Solitamente quando non faccio nulla inizio a perdermi nei miei pensieri e non posso negarmi di pensare!
Spero di sbagliarmi!
Ciao Sim,
occhio che la strategia del vuoto non dice: non fare una cippa secca ed ammazzati di seghe mentali. Eh no…
La strategia del vuoto dice una cosa molto chiara: studia (nel tuo caso) o non puoi fare nient’altro. C’è una bella differenza ;-)
A presto e grazie del tuo commento,
Andrea.
Geniale!:) da provare assolutamente
Bell’articolo Andrea anche se penso che io quasi mai ho sofferto di wuesto problema o per lo meno non nell’ambito scolastico… Grazie dei tuoi consigli, fanno sempre e comunque piacere!
Da quando é iniziato il secondo quadrimestre (3 superiore) io continuo a rimandare sempre le interrogazioni,questo non lo facevo nel primo e alle interrogazioni andavo sempre per prima. Come se la mia batteria la avessi scaricata tutta già nel primo quadrimestre e adesso ogni volta che devo studiare ho molta difficoltà nel concentrarmi perché ‘non ne ho voglia’. Che cosa posso fare? Grazie in anticipo
Ciao Andrea! Grazie per questa dritta, proviamoci! Io in aggiunta ho fatto la “Procrastination jar”, un barattolo in vetro in cui ad ogni azione procrastinata metto 50 cent. …Ma quanto è difficile essere sinceri con se stessi!! Buona giornata! S.
Ciao :) Innanzitutto volevo farti i complimenti per il lavoro che fai! Seguo il blog da poco ma lo trovo fantastico! Poi volevo dirti che anche leggere i tuoi articoli, e quelli di altri blog, ahimé costituisce fonte di procrastinazione :P Scherzi a parte, credo che la strategia del vuoto meriti di essere provata. Grazie ancora!
Questa chicca della strategia del vuoto mi manca. La applicherò appena ho #vojadefancazzo :)
In pratica, il Procrastinatore seriale, in realtà è un iperattivo. Il tutto fare del superfluo meno che dell’essenziale.
Domanda: Ma se non posso fare manco un riposino nel periodo di vuoto, cosa posso non fare ?
Nulla Giuseppe, ma proprio nulla… questo è essenziale.
La risposta “automatica” di un procrastinatore D.O.C. ad una difficoltà (iniziare un progetto, lavorare sui propri obiettivi, etc.) è quella di trovare “sollievo” in attività superflue a basso contenuto intellettivo (social network, smartphone, TV, etc.).
Il nostro obiettivo invece è interrompere questo schema comportamentale. Se decidi di lavorare, di fatto devi avere solo 2 possibilità: o lavori, o non fai nulla di nulla, vuoto assoluto. Non esiste una terza possibilità.
Se necessario, può essere utile installare estensioni del browser che consentono di bloccare specifici siti in determinate ore del giorno.
Meraviglioso. La strategia del vuoto salverà il mondo. Il mio, almeno. Grazie!
… e quando individui un sogno, un obiettivo, probabilmente il Tuo Obiettivo, Inizi il percorso con il “non raccontarti palle” e facendo questo ti rendi conto che esso non è compatibile con il fatto che la tua vita ha dei Vincoli ai quali NON ti puoi sottrarre? che fai?
Ho messo in moto la macchina, ma sento che sto andando contro un muro….. e la consapevolezza se non supportata dall’azione, come dici giustamente tu, è una bestia assai pericolosa…
Davvero molto interessante questa strategia del vuoto…per una procrastinatrice cronica come me!!!
Ma è tosta, mizzica com’è tosta!!!
Salve Andrea…sto leggendo “Le vostre zone erronee” di Wayne W. Dyer… Cosa ne pensi?
Un libro consigliato da molti lettori di EfficaceMente: non è tra i miei preferiti, ma credo sia un testo di crescita personale sicuramente interessante.
Grazie per l’articolo! Io sono una procrastinatrice seriale, mi riduco sempre all’ultimo, e quando devo fare qualcosa di nuovo mi assale un’ansia così forte che devo assolutamente fare qualcos’altro. E alla fine mi ritrovo con mille cose fatte tranne quella che dovevo fare realmente :(. Sicuramente proverò la strategia del vuoto e chissà che finalmente non funzioni :D
Ho letto l’articolo bello eccetto la fine. Non sono assolutamente d’accordo che una soluzione sia quella ridurre le scelte a o non fare nulla ( Facebook, ecc) o fare almeno un azione rivolta al nostro problema. Il motivo è il tempo. Personalmente quando faccio così mi ritrovo anche a far passare mesi senza fare nulla, cioè Facebook, YouTube ecc. In questo modo si creano circostanze che poi davvero possono presentare un ulteriore ostacolo a svolgere quell azione. Credo più in altri concetti che vanno dalla meditazione, alla motivazione personale, al trovare una piccolissima azione ecc. Nel modo spiegato su si può cadere nell immobilizzazione e perdita delle motivazioni.
Probabilmente Francesco non hai ben inteso con quel “nulla”: nulla significa NULLA. Niente Facebook, niente Whatsapp, niente Youtube, niente di niente. Immobile in mezzo ad una stanza vuota e senza la minima distrazione. O fai quello che devi fare per avanzare nel tuo progetto o non fai NULLA.
Guarda che con “nulla” NON intende Facebook, Youtube…intende fare NULLA. Non fare proprio nulla.
Se in questi momenti penso a non fare nulla so già che poi mi butto sul divano e dormo! Ho il sonno facile!!
Dormire è un’attività… nulla, significa nulla…
Fantastico articolo! Ne avevo davvero bisogno perché ansia, università e perfezionismo non vanno molto d’accordo: ho notato in me la nascita di quel meccanismo ben descritto nell’articolo ossia procrastinare pur di evitare l’ansia dovuta all’assenza di un piano. Mi pare geniale “l’impostazione del problema” da parte di Chandler che io potrei nel mio caso adattare come: ” Non sono obbligata a studiare, ma non posso fare altro”. Mi sento già più”libera”.
Ciao Andrea. Non fare niente, include anche non dormire se ti viene sonno :-)?
Scrivo solo oggi perchè ho un dubbio sull’articolo: innanzitutto interessante, proverò questa tecnica…ma per curiosità: per fare nulla intendi neanche fantasticare su quello che ti pare, sulle cose più disparate? Perchè su questo aspetto io magari tendo a perdere molto tempo…cioè, dovrei fare più o meno come quelli che fanno meditazione, che si estraniano e non pensano a niente pur di crearsi la loro dimensione “alternativa” alla produttività?
io ci ho provato.. mi son ritrovata a non fare nulla ma con la testa piena di pensieri! Allora preferisco fare altro per non sentirmi passiva..è un circolo vizioso
Sei un Grande.
Ho attraversato delle cose pazzesche nella mia vita, adesso sto vivendo un periodo di ansia tremenda, perché ho 51 anni e intorno a me c’è stato sempre il caos, unico punto fermo il lavoro che ora è in crisi. Non posso spiegare cosa ho attraversato, ma ci sono riuscita, trovando forza sovrumana per farlo. Ora sono come spompato, ho paura, soprattutto di mondo trovare un lavoro, se questo dovessi perderlo. Io non ho un curriculum in quanto 32 anni nella stessa azienda
. Penso di essermi accontentata tante volte, di aver avuto il desiderio di cambiarlo, ma come vedi essendoci il caos intorno ho preferito almeno una cosa certa tenerla ed ora che questa vacilla, mi m ad nca la terra sotto i piedi
Ciao Anna,
la tua parola d’ordine deve essere SPERANZA, le nostre vite non sono abbandonate al caso ma accompagnate dalla presenza costante di Dio al nostro fianco. Prega, chiedi aiuto a lui e subito lo riceverai. La provvidenza aiuta gli audaci dico io.. coloro che chiedono tanto a Dio. Io ho chiesto lavoro, famiglia, salute..a volte sono arrivate anche le prove, prove toste. Ma anche quelle sono servite, sono state quelle a farmi crescere..Dio le prove le manda per farci progredire, per farci salire ad un nuovo piano spirituale.
Per il lavoro prova ad informarti sulla formazione professionale, la Lombardia ad esempio permette a persone della tua età di riqualificarsi e trovare lavoro (cerca “dote unica lavoro regione lombardia”) ..ma puoi anche fare da sola: un mio ex collega era un bidello di 45 anni, studiò di notte la modellazione 3D ed infine divenne teamleader di una grande società di videogiochi..
Auguroni, pregherò per te!
: D
Ebbene, dopo anni ed anni di lettura di efficacemente, anni di prove con successo delle strategie, mi sto facendo nuovamente fregare dalla procrastinazione. Dura da togliere, subdola e fastidiosa. Stavo RI-leggendo questo articolo proprio per procrastinare! Bene, vediamo di rimettermi in riga va! Grazie mille
Grande Emanuela!