Un metodo pratico per sfruttare la tendenza a procrastinare a tuo vantaggio.
“Chiunque può portare a termine qualsiasi lavoro, a patto che debba fare qualcosa altro in quel preciso momento.”
Robert Benchley.
Nella mia ultima fatica letteraria (niente… ormai parlo come un autore consumato!), Start! La guida pratica per sconfiggere la procrastinazione, ho dedicato un’intero paragrafo ai risvolti positivi della procrastinazione, ovvero quando procrastinare fa bene.
In questo paragrafo sostengo come la vita segua un preciso ritmo, fatto di intensi momenti creativi e di pause recreative.
Ma esiste anche una terza via… la procrastinazione strutturata.
Come ragiona un procrastinatore incallito
Mettiamo subito in chiaro una cosa: un procrastinatore seriale non è un fancazzista totale; diciamo piuttosto che ama fare tante piccole cose inutili, piuttosto che le poche cose importanti che dovrebbe fare. Se ti ritrovi a controllare continuamente la tua posta elettronica, il tuo profilo facebook o addirittura a temperare in continuazione le tue matite già affilatissime, beh… sono certo che hai capito di cosa sto parlando!
Insomma, procrastinare non significa non fare nulla, significa piuttosto fare un’infinità di cose inutili pur di evitare (per un motivo o per l’altro) ciò che dovremmo realmente portare a termine.
Paradossalmente, se chiedessimo ad un procrastinatore professionista di controllare il suo profilo Facebook, come se fosse la cosa più importante al mondo, ci sono buone probabilità che il nostro simpatico amico troverebbe attività alternative pur di sfuggire al suo dovere.
Se diventiamo consapevoli di questo atteggiamento, tipico di chi è affetto da rimandite cronica, possiamo imparare a sfruttarlo a nostro vantaggio.
In fin dei conti, una delle 10 caratteristiche del procrastinatore di professione è proprio la capacità di ingannare se stesso. Impariamo a sfruttarla.
Cos’è la procrastinazione strutturata
Il termine procrastinazione strutturata è stato coniato per la prima volta dal Prof. John Perry dell’Università di Stanford. Questo arzillo professore di Filosofia ha scoperto che era in grado di portare a termine un sacco di attività, apparentemente inutili, a patto di rimandare sistematicamente attività, apparentemente importanti ed urgenti.
Insomma, la procrastinazione strutturata è una strategia che sfrutta la forma mentis di un procrastinatore per renderlo un individuo produttivo ed in grado di gestire il proprio tempo efficacemente.
Se ci rifletti per un attimo questa tecnica ha del geniale.
Molti pensano che per migliorare se stessi sia necessario negare se stessi, ovvero diventare una persona profondamente diversa, che ha sradicato i suoi istinti e ha saputo sopprimere i propri difetti.
In realtà, anche se forza di volontà e auto-disciplina hanno il loro fascino recondito, nel lungo termine si dimostrano strategie inefficaci. Solo quando riusciamo a far leva sulle nostre imperfezioni, andiamo ad attingere al nostro vero potenziale inesplorato, e ciò che ci richiedeva un immane sforzo, improvvisamente diventa naturale ed armonioso.
Si si… belle parole Andre, come al solito! Ma sai… io ho quel problemino: non concludo una cippa! Arrivo a fine giornata frustrato e con un mare di cose da fare, ma in compenso so anche quanti peli del naso ha il gatto del mio compagno di liceo che ho ritrovato su Facebook, dopo che lo avevamo dato per disperso a Barcellona durante la gita del 5°.
Bene, vediamo allora come mettere in pratica la procrastinazione strutturata.
Procrastinazione strutturata: esempi pratici
La procrastinazione struttura si basa su un inganno; ma come detto, i procrastinatori di serie A sono naturalmente portati ad ingannare se stessi.
L’inganno consiste nell’avere sempre 2 to-do list:
- La lista di attività apparentemente importanti ed urgenti.
- La lista di attività apparentemente inutili.
La mente del “rimanda impegni” tenderà naturalmente a mettere a confronto queste 2 liste, etichettando le attività della prima lista come “da rimandare a tutti i costi” e le seconde come “non servono ad uno straciuffolo, ma se le faccio non mi sento troppo in colpa“.
Il segreto sta tutto nello scegliere con astuzia le attività che andremo a mettere in queste 2 liste. Ecco qualche esempio pratico:
- La lista di attività apparentemente importanti ed urgenti deve contenere attività che riteniamo molto al di là delle nostre reali capacità, ma allo stesso tempo, piuttosto realistiche (es. studiare il libro di diritto privato in 5 giorni, preparare la tesi in una settimana, completare il report entro stasera, etc).
- La lista di attività apparentemente inutili deve invece contenere attività elementari, che si possano fare in 5 minuti o poco più e che sappiamo esattamente come iniziare (es. rimettere in ordine la camera, sottolineare il primo paragrafo del libro, riordinare gli appunti, svuotare la casella di posta elettronica, leggere un articolo di crescita personale, etc.). Il trucco è quello di realizzare attività che probabilmente non sono indispensabili, ma che ci mettano comunque in azione.
L’essenza della procrastinazione strutturata è quella di farci iniziare, magari da attività inutili e poco significative, ma che ci costringano comunque a metterci in moto, vincendo, quella che in Start! definisco la procrastinazione statica.
Cosa ne pensi? Simpatica questa tecnica, vero? Che ne dici di metterla subito in pratica creando le tue 2 liste di cose da fare ed iniziando ad agire?
Buona settimana.
Foto di orangeacid
Io vivo meglio da quando seguo il tuo consiglio, che hai scritto mesi (anni?) fa: se richiede meno di 2 minuti del tuo tempo, fallo subito. Funziona, e funziona bene!
Da quanto ho capito questa procrastinazione strutturata è molto simile, dividere le attività in compiti elementari che si possono completare senza fatica e in poco tempo.
La regola dei 2 minuti di GTD è una manna dal cielo, toglie via molta sabbia durante la riorganizzazione mentale da far più posto alle palle da golf, dopo la tecnica dell’archivio unico è quella più efficace secondo me.
Riguardo la procrastinazione strutturata sono parzialmente in disaccordo, credo che l’auto-disciplina sia superiore se si trova il giusto modo (personale) di applicarla in modo da essere più motivati a perseguire i nostri scopi, ed è qui che ci può aiutare la parte più interessante dell’articolo.
Lo stratagemma del mettere una cosa che si farebbe comunque per vincere l’inerzia, per poi puntare sul non interrompere la catena, è un ottima idea così come quella della lista doppia, però credo che l’idea vada sviluppata ulteriormente. L’idea di Mark Forster (http://www.markforster.net/italian/) è sulla stessa lunghezza d’onda, non ho ancora letto il suo libro Do It Tomorrow, ma dato che è molto che non ci consigli un buon libro (oltre la tua guida), magari potresti leggerlo per noi. ;)
L’articolo è simpatico ed efficace, come sempre. Confesso che avevo un’aspettativa diversa (ah, le aspettative!): essendo un’impulsiva incallita, tendo a “fare subito cose” e a prendere subito decisioni importanti. E, lo sottolineo per i procrastinatori, questo non va bene. Dato che a causa della mia impulsività alla fine porto a termine compiti in modo approssimativo e, soprattutto, non curo davvero i miei interessi (spendo/investo soldi nel modo sbagliato). Questo perché l’impulsività parte da una posizione di “ansia”, probabilmente specchio opposto della procrastinazione. Stamattina fermo un po’ di cose e le rimando, almeno fino… al primo pomeriggio.
Detto questo, condivido e sottolineo l’importanza fondamentale di far leva sulle nostre imperfezioni (cioè su quelle che noi consideriamo tali, dato che si tratta solo di punti di vista).
Stavo leggendo qualche giorno fa un articolo in inglese su come iniziare un’attività settando il timer a 10 minuti.
Penso possa servire ai procrastinatori.
Bello, l’articolo! Domani mattina voglio provare a metterlo in pratica
geniale! mi sono sempre chiesto come conciliare ‘di accettare la normale tendenda di procastinare e allo stesso tempo `sforzare`dando delle regole di prioritá..
questa idea mi sembra geniale!
intanto guardo quanti peli del naso ha il gatto del mio compagno di liceo che ho ritrovato su Facebook, dopo che lo avevamo dato per disperso a Barcellona durante la gita del 5°.
abbiamo gli stessi compagni??
:) ciao
secondo me il vero problema di un procrastinatore è che è una persona troppo sensibile ogni problema per lui diventa importante allo stesso livello questo lo impedisce di fare una scelta fra cosa è meglio fare e non fare e vedendo la nostra società (famiglia;scuola ;lavoro…) diventata ormai simbolo di cotraddizioni su contraddizioni, disorientato preferisce chiudersi in camera e far passare il tempo.
L’unico modo che conosco per uscire da questa situazione è usare la rabbia a tuo vantaggio perche la rabbia può darti quella energia che a un procratinatora manca per alzarsi e abbattere questa situazione.
Ciao Tanbri,
quanto dici è vero per un certo profilo di procrastinatore: il procrastinatore preoccupato.
L’altro profilo, quello del procrastinatore rilassato, se ne fotte ampiamente ;-)
In merito alla rabbia, conto di scrivere quanto prima un articolo sull’importanza di affrontare la vita con un atteggiamento… aggressivo.
Il che non significa prendere a schiaffi il primo passante che incrociamo, ma semplicemente affrontare i problemi non in una posizione difensiva, ma piuttosto di attacco.
A presto,
Andrea.
Ciao Andrea,
questo è il mio primo commento qui. Leggo il tuo blog da un mesetto e ho cominciato a sperimentare alcuni dei tuoi suggerimenti (in particolare quelli sul cambiamento delle abitudini, una alla volta, a piccoli passi). Grazie al tuo blog ho capito dove sbagliavo tutte le volte che mi ripromettevo di dare una raddrizzata alla mia vita: cercavo di cambiare tutto e subito e volevo immediatamente risultati. Non sai quanta serenità mi ha dato il capire che non è così che si fa.
Per questo volevo ringraziarti molto, in particolare per una frase che hai scritto in questo tuo ultimo post:
“Molti pensano che per migliorare se stessi sia necessario negare se stessi, ovvero diventare una persona profondamente diversa, che ha sradicato i suoi istinti e ha saputo sopprimere i propri difetti.”
Perfetta per me e illuminante!
Prima o poi provo a metterlo in pratica ;)
più procastinatore di così!
sempre belli i tuoi articoli!!!Pero’ il mio problema e’ la costanza …ho seguito molti dei tuoi consigli ma, per un po’ ci riesco poi faccio una fatica enormea continuare.
te dirai:
e’ in questi momenti che uno deve metterci la tigna e andare avanti,.
Pero’ delle volte non farcela in questi momenti genera frustrazione e allora come superare questo maledetto diavoletto che ci riporta sempre a procrastrinare e a fare le cose piu’ iunutili?
Salve, è da tempo che seguo i tuoi interessanti articoli e soprattutto quelli sulla procrastinazione che è il mio chiodo fisso. TI seguirò spesso. Lucia
Andrea, l’idea sarebbe anche interessante e non nego che in termini di mobilità abbia certamente risvolti positivi.
Io mi occupo di business coaching e per certi versi ero un bel procrastinatore.
Ora, lavorando su me stesso, su abitutini e convinzioni, mi sono accorto che il mettersi all’opera e fare queste piccole cose è funzionale solo in 2 situazioni:
– quando vuoi staccare 5/10 minuti da un’attività importante/prioritaria (da quadrante 2 direbbe Steven Covey) e quindi diciamo che sfrutti un break per respirare, fare moto e, nel frattempo, agire su qualche cagatina
– quando hai un po’ più di tempo (diciamo da 30′ a 2 ore) in cui comunque dedici PRIMA cosa fare e fai un gran numero di queste cagatine tutte insieme, dalla spesa, alla casa, al quadro, al sito…
Il vero problema nasce quando queste cagatine le inseriamo NON PIANIFICATE nella routine giornaliera, andando a sottrarre il tempo alle altre cose + importanti.
E’ roba che magari non era in lista ma che d’un tratto decidiamo di fare perché, apparentemente e a brevissimo, ci dà l’idea di FARE e REALIZZARE.
Invece è un fuoco di paglia e ci lascia frustrati a medio-lungo.
Qui sta secondo me il problema di fondo.
E nel auto-coaching ci si lavora dicendo “ok, ma fare questo dove mi porta realmente? Qual è il prezzo da pagare se faccio solo questo? Etc etc etc”
Salutoni
Davide PowerCoach
son talmente procrastinatore che non son riuscito a finir di leggere l’articolo! :)
Ahahah,
[modalità venditore porta a porta ON] beh allora hai bisogno della mia guida Start![modalità venditore porta a porta OFF]
Ciao Andrea mi chiamo Gennaro e mi sono iscritto da poco…in primis ti faccio i complimenti per il sito perchè è davvero molto utile…voglio chiederti una cosa:mi mancano 5 esami alla fine della laurea specialistica e nello stesso momento devo studiare per un concorso ma il problema è che tendo sempre a rimandare perchè mi sono stufato di studiare…hai qualche rimedio?
Grazie!!!
Ciao Gennaro,
ho scritto molto sulla procrastinazione.
Prova a leggere gli articoli su questo argomento: troverai suggerimenti pratici per batterla.
Andrea.
ecco ho trovato quello che cercavo :-) ecco quello che sono , mi metto subito al lavoro
Ti ho risposto all’email Delia. Se pensi che il problema sia la procrastinazione ci ho anche scritto una guida a riguardo, comunque cerca di seguire quanto ti ho consigliato nell’email e poi vediamo.
A presto,
Andrea.
Grazie mille,molto gentile.
Avevo preso carta e penna e scritto le cose che dovevo fare , rileggendo mi sono accorta che la cosa principale la mettevo alla fine e che la rimandavo ,oggi proverò al tecnica delle due 2 do list e la tecnica del pomodoro (timer) Ecco dovrei studiare diritto privato ma anche se è la cosa principale trovo sempre qualcosa di inutile !! Questo articolo è geniale