La consapevolezza di ciò che siamo (e ciò che non siamo) è la chiave di volta per ritrovare la fiducia in noi stessi. Conosci te stesso e non c’è sfida che non potrai affrontare.
“Una vita senza ricerca non è degna di essere vissuta.”
Socrate.
Gnōthi seautón: conosci te stesso. Questa è la scritta che campeggiava sul pronao del tempio del Dio Apollo a Delfi e che per secoli ha influenzato i più importanti pensatori della cultura occidentale: da Socrate a Platone, da Sant’Agostino a Kant.
Se hai studiato filosofia forse non è la prima volta che leggi questa esortazione delfica, ma sei sicuro di conoscerne il reale significato? Comprenderlo potrebbe essere la chiave per ritrovare la fiducia in te stesso ed innescare quel cambiamento che ormai aspetti da troppo tempo. La conoscenza è il seme da cui germoglia la nostra crescita personale.
Conosci te stesso. Non fare il fesso. Leggi adesso.
Cosa significa l’espressione “Conosci te stesso”?
Guru, guretti e para-guru ci esortano a scoprire il potenziale che è in noi, ad indagare l’unicità che ci contraddistingue e a coltivare i nostri punti di forza. In fondo, se impariamo a riconoscere il bello che alberga nel nostro animo e nella nostra mente la nostra autostima non potrà che giovarne, giusto? Forse, ma non è questo il reale significato della sentenza “conosci te stesso”:
Nell’antica Grecia gnōthi seautón era innanzitutto un richiamo a conoscere e riconoscere i propri limiti. Come scrisse lo stesso Omero nell’Iliade, il Dio Apollo, a cui era dedicato il tempio di Delfi, considerava gli uomini:
“Miseri mortali che, come le foglie, ora fioriscono in pieno splendore, mangiando i frutti del campo, ora languiscono e muoiono.”
Iliade (XXI, 463-466).
“Conosci te stesso” significava dunque prendere coscienza della propria fragilità ed imperfezione.
Ammazza Andrè, ‘na bottarella di autostima che non ti dico! Ma sto “gnorri santon” non doveva essere la chiave di volta che mi avrebbe permesso di ritrovare la fiducia in me stesso?
L’importanza dei nostri limiti
Viviamo in una società in cui fragilità e limiti sono demonizzati e ancor più spesso ignorati. Oggi l’uomo di successo è colui che non ha limiti, un dio moderno. Pensa ad esempio al film Limitless:
link al video
“Prima ero cieco, ora vedevo“. Sì certo, il film vuole trasmettere una sorta di morale, soprattutto nella parte conclusiva, ma ciò che esalta lo spettatore è l’apoteosi di un’esistenza senza limiti (bei vestiti, attici da 12m$, macchine sportive, etc.). Non è forse il sogno recondito di ognuno di noi poter disporre di una “pillola magica” che ci consenta di trasformare istantaneamente la nostra vita? Tutto sarebbe finalmente facile: nessun limite, nessuno sforzo, nessun disagio.
La parola d’ordine è dunque negare ogni nostra limitazione, cancellarla, possibilmente utilizzando qualche soluzione “fast-food“: veloce, immediata, senza impegno. Siamo accecati dal desiderio di raggiungere il famoso “salto quantico“, ma solo a patto di poter prendere qualche scorciatoia. Nessuno ha più tempo per approfondire la conoscenza di sé stesso, seguendo gli antichi precetti della filosofia greca, tantomeno per indagare i propri limiti. Meglio sotterrare queste nostre fastidiose imperfezioni con qualche selfie in un locale o località alla moda.
Ma la verità è che non possiamo sotterrare le nostre ombre. Esse rimangono lì, anzi si ingigantiscono quando inizia a far buio (quando la vita si complica). L’unico modo per affrontarle è proiettandoci una luce. Così facendo le ombre svaniscono e lasciano spazio a quei tratti della nostra personalità di cui ignoravamo l’esistenza. Per questo motivo i limiti sono così importanti: solo quando decidiamo di indagarli ed affrontarli possiamo scoprire la nostra reale essenza.
“Solo dopo aver accettato i nostri limiti siamo in grado di superarli.”
Brendan Francis.
Sì André, ma come? Io non sono mica un filosofo greco! E certamente non ho tutto il suo tempo per grattarmi la uallera e fare ‘ste indagini sul mio io profondo, i miei limiti e minchiate varie!
Un semplice modo per conoscere te stesso (ed i tuoi limiti)
Sono ormai diversi anni che tengo quotidianamente un diario personale. Ti ho già scritto in passato quali sono i molteplici benefici di questa abitudine e non intendo soffermarmici in questo post. C’è però una sezione del mio diario di cui non ti ho ancora parlato e che si è dimostrata per me particolarmente utile: la Black List.
Questa “Lista Nera” non è altro che un elenco delle difficoltà, dei limiti e degli errori che hanno caratterizzato le mie giornate negli ultimi 7 anni. Posso assicurarti che si tratta di una lista mooolto lunga. Eppure popolarla ogni giorno è stato per me di grande aiuto. Le motivazioni sono diverse:
- Ho liberato la mente. In numerosi post ti ho suggerito di focalizzarti sugli aspetti positivi della tua vita e non su quelli negativi. Tenere addirittura una “lista nera” potrebbe apparire contraddittorio. La verità è che il nostro cervello ci fa spesso rivivere gli episodi negativi che hanno contraddistinto le nostre giornate. Ci ritroviamo così a ripensare a quella discussione, a quell’errore che abbiamo commesso, a quella situazione imbarazzante. Mettere per iscritto questi episodi li fa uscire dalla nostra testa e ci consente di rielaborarli. Ricordi il modello ERE? La Black List ti aiuta a distinguere chiaramente eventi, reazioni ed emozioni.
- Ho individuato errori ricorrenti. Quando per intere settimane ti ritrovi a scrivere, ogni giorno, che stai rimandando quell’importante impegno, ad un certo punto ti viene il sospetto di avere un leggero problema di procrastinazione. E’ stato proprio grazie alla mia Black List che ho preso di petto la rimandite, studiando e sviluppando le migliori strategie che oggi puoi trovare in Start! La guida anti-procrastinazione.
- Ho rafforzato la mia autostima. Per l’intero post ho cercato di convincerti che indagare i tuoi limiti può aiutarti a riconquistare la fiducia in te stesso e per farlo ho messo di mezzo antiche frasi delfiche, film hollywoodiani e strane metafore sulle ombre. Alla fine della fiera, dal mio punto di vista, gnōthi seautón non significa altro che osservare da vicino i propri limiti, accettare la sfida che essi ci lanciano e vincerla con tutta la determinazione che abbiamo in corpo. E questo è l’elisir per l’autostima più potente che io conosca.
“Se non conosci né il nemico, né te stesso, ogni battaglia significherà per te sconfitta certa. Se non conosci il nemico ma conosci te stesso, le tue possibilità di vittoria saranno pari a quelle di sconfitta. Se conosci il nemico e conosci te stesso, nemmeno in cento battaglie ti troverai in pericolo.”
Sun Tzu.
Prima di salutarti, se non sbaglio la settimana scorsa ti avevo fatto una promessa…
APP – Autostima Passo Passo
Ogni promessa è debito. Ecco la cover ed il titolo definitivo della mia nuova guida sull’autostima: APP – Autostima Passo Passo.
Immagino che quell’APP ti suoni familiare, vero? “APP! – Autostima Per Principianti” era stato il titolo suggerito da Ilaria durante il concorsone per dare un nome alla mia nuova guida. Il titolo mi ha subito colpito, ma ho pensato di renderlo più coerente con i contenuti della guida:
- APP o UP? La sigla della guida gioca sull’assonanza con il verbo inglese “up”, ovvero accrescere, innalzare. Da qui la scelta di trasformare la A iniziale in un triangolino rivolto verso l’alto e proporre nella cover l’immagine di una scala. Credo infatti fermamente che la vera autostima non possa esserci infusa magicamente da qualcuno o da qualcosa, ma debba essere piuttosto conquistata quotidianamente, un gradino alla volta.
- Qui nessuno è un “Principiante”. Non mi sono mai sentito nella posizione di dare lezioni a nessuno, in questi 6 anni di EfficaceMente ho sempre cercato di avere un rapporto alla pari con chi mi legge, condividendo le mie esperienze e le strategie che si sono dimostrate per me più efficaci. Niente “Principianti” dunque, ma una guida “Passo Passo“.
- Una guida passo, passo. Nel più classico stile di EfficaceMente, anche la nuova guida è estremamente pratica: niente pipponi metafisici, ma consigli ed esercizi, basati su studi scientifici e sulla mia esperienza diretta, il cui unico scopo è rafforzare la tua autostima. Non è un caso che la guida si sviluppi attorno ad un chiaro percorso in 5 passi, che ti aiuti, settimana dopo settimana, a ritrovare la sicurezza nei tuoi mezzi.
APP è oggi disponibile e puoi scaricare immediatamente la tua copia cliccando qui.
Buona settimana. Andrea.
Foto tratta da Google Immagini.
Ciao Andrea, complimenti per l’idea!
Se i contenuti seguiranno la stessa pulizia e la stessa semplicità sarà una grande guida.
Mi hanno colpito gli spiragli di luce che penetrano dai gradini: hanno un significato particolare?
Per il resto questa anticipazione lo reputo un ottimo modo per creare attesa: con me ha funzionato! :)
Ciao Manuel,
i contenuti sono nel classico stile di EfficaceMente, anzi… a dire il vero, così come nel corso degli anni ho cercato di migliorarmi come blogger, mi auguro che anche questa terza guida sia un passo in avanti rispetto alle precedenti.
No, gli spiragli non hanno nessun significato particolare: mi è semplicemente piaciuta l’immagine pulita e minimalista.
Per quanto riguarda l’attesa, non è che sia proprio tutto ‘sto genio del marketing: è che non vedo l’ora di pubblicare la guida e mi piace condividere i progressi con chi mi legge :-)
A presto,
Andrea.
Complimenti per la nuova guida e in bocca al lupo per la sua diffusione.
Grazie Maria,
crepi :-)
Complimenti per l’ottimo articolo e per la guida.
Grazie davvero Lorenzo :-)
Non ho parole Andrea, questo articolo è una manna dal cielo, è esattamente ciò di cui avevo bisogno OGGI. Poi, come se non bastasse, quando pensi che il post sia terminato arriva la ciliegina sulla torta riguardo la prima App di EfficaceMente, che dire, spettacolare! Ti adoro!
Diciamo che questa è la prima APP di “nome”, chissà… nei prossimi mesi potrebbe arrivare anche la prima app di “fatto” ;-)
Grazie per il commento Crystal.
A presto,
Andrea.
Andrea, sono rimasto “acciecato” dalla cover della nuova guida che non vedo l’ora di leggere!
PS: a giocare, to play!!! :D :P
Ahahaha, ops, hai beccato l’errore: corretto. Grazie.
A presto,
Andrea.
Ciao Andrea, complimenti e in bocca al lupo per la guida! Molto interessante.
Per la copertina io avrei colorato l’interno di tutte le lettere APP e messo qualcosa che richiami di piu la salita verso l’alto, come una freccia al posto del triangolo :)
Anche per me conoscere se stessi è stato fondamentale per essere sicuro e per salire i gradini dell’autostima. Conoscere i propri limiti poi è il punto di partenza per capire cosa possiamo fare e cosa no, per fare scelte più adatte a noi e per costruire il nostro futuro sulla base di chi siamo veramente, superando passo dopo passo i propri limiti.
Mizzeca andrè, sto diventando bravo a scrivere quasi come te!
Un saluto e buona settimana!
Ciao Matteo,
avevo pensato ad una freccia a mo’ di punto esclamativo, ma il rischio era quello di appesantire un po’ troppo. Nella vita, sempre meglio semplificare.
A presto,
Andrea.
Ciao Andrea, inutile che mi complimenti con te per l’ennesima volta, ormai sai quanto apprezzi i tuoi articoli (soprattutto dato che con l’introduzione di questo mi hai ricordato tanti anni di studi classici… e poi mi hai conquistato col trailer di Limitless! :-D ). Volevo chiederti solo alcune cose riguardo al tenere un diario personale, solo delle curiosità per la gestione: in che momento della giornata ti appuntavi tutto? In quante righe lo facevi? E cosa appuntavi di solito (lavoro, sport, bei momenti, letture, ore di sonno, cibo…)? Mi servirebbe qualche dritta per iniziare a tenere un mio diario :-)
Complimentoni per la guida!
Ciao Giancarlo,
nel corso degli anni ho sperimentato molto, posso dirti cosa funziona oggi per me:
– scrivo il diario di prima mattina e riporto gli eventi della giornata precedente.
– seguo una struttura, ma lascio spazio ai pensieri liberi:
*riscrivo ogni giorno gli obiettivi che vorrei realizzare entro l’anno
*scrivo cosa ho fatto durante la giornata, cosa ha funzionato, cosa penso di aver sbagliato e riflessioni libere
*scrivo le 3 cose per cui sono stato grato durante la giornata.
Spero ti siano utili queste dritte. Non escludo di scrivere un post o una Pillola di Efficacia di approfondimento su questo tema.
Andrea.
Ciao Andrea,
sai cosa penso? Che ho proprio bisogno della tua nuova guida!
Avevo pensato di scrivere quel titolo ma, grazie alla mia enorme autostima, ho pensato subito che non fosse il caso di scriverlo…!
Nooo, non ci credo!
E vabbé… ‘sta volta è andata così.
Ciao Enrico.
Che bello questo articolo! Non avevo mai pensato di scrivere una black list perché erroneamente ritenevo che porre attenzione su miei errori “allontanasse dalla meta”, invece é un punto importante su cui riflettere, ripartire e migliorare! Grazie!
Mi fa piacere ti sia piaciuto Gia :-)
Come al solito , non posso smettere di leggere tuoi fantastici articoli. L’unico problema si pone quando si è più consapevole dei propri limiti che dei pregi.In quel caso ,penso venga in aiuto la tua nuova guida . =)
Ciao Lina,
grazie del commento.
Con la nuova guida APP, mi piacerebbe poter aiutare tutti i lettori che la leggeranno nell’intraprendere un percorso di “ricostruzione”. Credo molto nell’autostima che nasce dalle piccole azioni quotidiane e dalle piccole sfide che affrontiamo e vinciamo: ho realizzato un percorso che va esattamente in questa direzione ;-)
A presto,
Andrea.
Ciao Andrera…bellissimo articolo …
Questa è la parte dell’articolo che più mi ha colpito…”Ma la verità è che non possiamo sotterrare le nostre ombre. Esse rimangono lì, anzi si ingigantiscono quando inizia a far buio (quando la vita si complica). L’unico modo per affrontarle è proiettandoci una luce. Così facendo le ombre svaniscono e lasciano spazio a quei tratti della nostra personalità di cui ignoravamo l’esistenza…” il concetto di illuminare le ombre al fine di aver maggiore consapevolezza di noi stessi …è veramente “illuminante”…
in bocca al lupo per la guida passo passo :)
Sì, è anche la mia parte preferita.
Concetto e metafora a parte, nella mia esperienza è proprio così: se sopprimiamo i nostri limiti, questi tornano più potenti che mai e dominano la nostra vita, se al contrario ci puntiamo il proiettore… puff! svaniscono.
A presto,
Andrea.
Grande, hai migliorato e contestualizzato un’idea che era già buona. Guida molto accattivante, ci faccio un pensierino.
Mi fa piacere Mirko :-)
Grazie.
Questo post mi è servito molto, e la guida penso che lo sarà ancora di più! Il titolo mi piace, e condivido la decisione di trasformare “Per Principianti” in “Passo Passo”, perché rende l’idea che si tratta di qualcosa (l’autostima) che si può ottenere solo gradualmente, senza pretendere di avere tutto subito. E questa tecnica è proprio il punto di forza! Complimenti, buona settimana!
Esattamente Franci, questo è il messaggio che ho sempre cercato di condividere con i miei post ed è l’essenza anche della nuova guida.
Andrea.
Ciao Andrea, complimenti per l’articolo. Per quanto riguarda l’importanza dei nostri limiti, soprattutto quelli che ci vengono imposti dalla società, credo siano spiegati molto bene in questo video di Steve jobs:
Saluti
Conoscevo questo video, molto “ficcante” ,-)
complimenti per l’articolo! :)
la nuova cover e il titolo sono fantastici! soprattutto l’acronimo “APP” ;)
Non vedo l’ora di poter leggere la tua guida!
Ancora qualche settimana di pazienza e sarà tutto pronto per la pubblicazione :-)
Non conoscendo i filosofi greci e “gnurri santon”
Stavo gia “gridando allo scandolo”
Perché non avevi Citato Sun Tzu..
Che dice Che conoscere Se Stessi e Imprescendibile.. Ma Siamo sempre a Metà del opera!
Ahahah,
gli scritti di Sun Tzu mi hanno sempre appassionato, ma credo che non dovremmo mai dimenticare come italiani le nostre radici classiche.
Andrea.
hai scritto “acciecati”:D
Ooops: sistemato. Ho corretto con accEIacati: adesso dovrebbe andare bene :-D
“Conosci te stesso. Non fare il fesso. Leggi adesso.”
Ahahahahaha vedo che non la smetti di usare le tecniche di persuasione Andrè XD ahahahahahaha bell’articolo! Per di più ho anche sentito una tua intervista in internet e ti ho stimato ancora di più, ti trovo una persona molto misurata, equilibrata e intelligente!
Ciao Antonio,
hai visto che raffinate tecniche manipolatorie che utilizzo?! XD
Mi fa piacere che sia passato questo messaggio dalla mia intervista: vorrei poter “uscire” dalla parola scritta nei prossimi mesi e testare audio e video, ma non voglio farlo in maniera raffazzonata. So che ci sono molti utenti che non hanno né tempo, né voglia di leggere o semplicemente non è il loro canale di apprendimento preferito. Ecco, vorrei poter condividere anche con questi utenti le mie idee e le mie riflessioni sulla crescita personale.
Andrea.
Molto molto interessante…
Molto, molto bene :-)
Ciao Andrea, mi piace il fatto che tutti sono Visti allo stesso modo. Questo mi fa capire come l’autostima sia un processo individuale. Sono molto curioso di scoprire quali sorprese ci hai riservato.
Ciao Mirko, ancora qualche settimana e tutto sarà pronto per la pubblicazione :-)
Credo che ci sia grande confusione sul tema dell’autostima: c’è chi crede che sia qualcosa di innato, c’è chi crede che avere fiducia in sé stessi significhi essere dei palloni gonfiati, c’è addirittura chi infila la testa nella sabbia, sorvola sulla mole di letteratura scientifica dedicata all’autostima e si lancia in mirabolanti banalizzazioni affermando che l’autostima neanche esiste.
Insomma, con la nuova guida cercherò di dire la mia su questo tema, ma soprattuto mi auguro di fornire ai lettori uno strumento solido e pratico per tornare a credere in sé stessi e nei propri obiettivi :-)
Andrea.
C’è anche chi crede che mettere l’attenzione sul riconoscere i propri limiti sia esattamente l’opposto del creare un percorso di autostima: per anni sentivo che quella era la cosa giusta da fare ma mi sono fatto traviare dagli innumerevoli “palloni gonfiati” da me incontrati lungo quel cammino, tutti interessati solo al loro misero orticello; oggi però quei palloni sono tutti sgonfi e nessuno è diventato quello che loro assicuravano si potesse diventare grazie al “pensare in grande” senza porsi limiti. Anzi: la maggior parte di quelli che conosco sono alla canna del gas! C. V. D., cioè: Come Volevasi Dimostrare!
Come già qualcuno ha commentato, e lo si riscontra molto bene nell’ottimo articolo di Andrea, il saper individuare i propri limiti è un passo fondamentale per sapere come muoversi lungo la conquista della propria PERSONALE miglior risorsa interiore: riconoscere i propri limiti non è un atto di debolezza bensì esattamente il contrario. Chi sa riconoscere in ciò la strada corretta, è, come afferma saggiamente anche Sun Tzu, a metà dell’opera.
Ciao Pier Paolo: di balle se ne sentono molte. Tanto per rimanere in tema, io non sono l’Oracolo: condivido le strategie che ho studiato e che hanno funzionato nella mia vita, mi aspetto sempre che il lettore faccia “la prova del 9” ;-)
Andrea.
Ciao Andrea: è ormai da qualche tempo che seguo il tuo blog, e dai tuoi articoli traspare chiaramente la tua passione ed il tuo interesse finalizzato unicamente al risultato concreto.
Come hai sempre giustamente sottolineato, la “pillola magica” non esiste: tu puoi metterci la tua esperienza, ed il lavoro di scrematura (separare le tante balle da ciò che invece è valido ed ha un senso), ma alla fine della fiera la responsabilità dell’agire e del comprendere ciò che è più opportuno al proprio percorso è SOLO ed unicamente un compito che spetta ad ognuno di noi.
Il paraguru prospera solo dove trova terreno fertile: e c’è da dire che purtroppo, per una serie di svariate motivazioni, la nostra attuale società è molto più propensa ad inseguire la ricetta “miracolosa” che a sbattersi per trovare in sé le risorse per venirne fuori una volta per tutte: ed alla fine per assurdo succede che si perde molto più tempo alla ricerca dell’inesistente scorciatoia che non nell’impegnarsi responsabilmente giorno per giorno in un percorso di crescita graduale e risolutivo.
Ciao Pier Paolo,
del tuo commento ho particolarmente apprezzato questo passaggio:
“per assurdo succede che si perde molto più tempo alla ricerca dell’inesistente scorciatoia che non nell’impegnarsi responsabilmente giorno per giorno in un percorso di crescita graduale e risolutivo.”
The Secret ha venduto come matti proprio perché offriva una soluzione miracolosa… per quella che è la mia esperienza non esiste alcun segreto cosmico, l’unico segreto è accettare la responsabilità che il successo (e l’autostima, tiè!) ce lo costruiamo passo dopo passo, giorno dopo giorno.
Lo so, questa via è molto meno affascinante: niente luci stroboscopiche, niente musichetta di sottofondo, ma è l’unica via.
A presto,
Andrea.
Ciao Andrea!! Decisamente azzeccato il titolo, e pure la cover dà già l’idea del miglioramento graduale che è l’obiettivo ogni persona appassionata di crescita personale.
Sì, l’idea di conquistare sé stessi ed il successo un passo alla volta è un po’ il leit motiv di EfficaceMente e la nuova guida rispecchia appieno questa mia filosofia di vita :-)
Grazie del commento,
Andrea.
Come mai non ho ricevuto mail!
Il titolo del libro mi piace perche’ fa’ pensare ad un percorso costruttivo,
che alla fine Puo’ dare quelle risposte che a volte tutti sanno ma attendo ci siano dette in faccia.
Complimenti Andrea!!
Ciao Antonietta,
prova a verificare se l’email sia finita per caso nella casella dello spam.
In generale capita di rado che non pubblichi almeno una volta a settimana, quasi sempre di lunedì o martedì.
Grazie per il commento :-)
Andrea.
Il primo passo che una persona con poca autostima dovrebbe fare per averne un po di piu… Il passo piu efficace in assoluto… Dovrebbe essere quello di stare lontano dai libri che ti insegnano ad avere autostima!!
Ve lo vedete Gandhi che si legge un ebook sull’autostima passo per passo? E Mandela? Kennedy? Obama?
Tutti coloro che hanno autostima pensano con la propria testa. Iniziate a farlo anche voi e risparmierete un sacco di tempo e denaro.
Come disse Mahatma Gandhi “pensare con la propria testa, senza lasciarsi condizionare, è indice di coraggio!”
Ciao Giovanni,
credo che Gandhi parlando del “pensare con la propria testa” invitasse i propri concittadini a non sottomettersi all’impero britannico: così, per dire. Dubito che il Mahatma sconsigliasse di leggere, studiare o formarsi… anzi a ben pensarci Gandhi ha anche detto:
“Vivi come se dovessi morire domani. Impara come se dovessi vivere per sempre.”
Personalmente sono 14 anni che studio e sperimento testi di crescita personale ed entrando in contatto, nell’ambito lavorativo ed in quello privato, con imprenditori e manager di successo, una cosa che mi ha sempre sorpreso è stata scoprire che sono dei gran divoratori di libri di sviluppo personale (e libri in generale). Ti faccio giusto 3 esempi di persone famose che leggono queste “minchiate” self-help:
– A proposito di presidenti americani, uno dei libri preferiti di Bill Clinton è: “Le 7 regole per il successo” di Stephen Covey, un pilastro della crescita personale per chiunque voglia ritrovare la fiducia in sé stesso e nelle proprie capacità.
– Sheryl Sandberg, una delle più influenti manager donne della Silicon Valley, ha tra i suoi libri preferiti “A Short Guide to a Happy Life” di Anna Quindlen.
– Tra i testi preferiti di Bill Gates (non credo abbia bisogno di presentazioni): “Life is what you make it” di Peter Buffet.
Proprio questo libro ha influenzato profondamente il mio concetto di autostima intesa come la capacità di vivere la propria vita secondo le proprie regole e non quelle imposte da altri.
Insomma, per pensare davvero con la propria testa bisogna innanzitutto avere… qualcosa a cui pensare (da questo punto di vista, leggere e formarsi è essenziale)… le teste vuote o peggio ancora piene di pregiudizi difficilmente hanno partorito idee interessanti.
Per concludere, naturalmente in questa risposta sono di parte, perché è della mia nuova guida sull’autostima che stiamo parlando, ma se ho deciso di scriverla è perché credo che ci sia molta confusione sull’argomento e il tuo commento, come altre valutazioni “facilone” che ho ascoltato e letto di recente in rete sul tema dell’autostima, me lo hanno confermato. L’idea che qualcosa la si debba avere fin dalla nascita e non la si possa apprendere, passo dopo passo, magari sfruttando i 60 anni di studi scientifici e psicologici sull’argomento, la trovo superficiale da una parte e demotivante dall’altra.
A presto,
Andrea.
Che Gandhi sconsigliasse di leggere, studiare e formarsi nessuno lo ha mai affermato. Ma sarai d’accordo con me che nel vasto universo delle letture oggi disponibili non tutto è utile e formativo. Oggi come mai nella storia abbiamo accesso a moltissima informazione, ma non tutta l’informazione è di qualità.
Poi che manager di successo leggano libri di self-help, onestamente non significa niente.
Bill Clinton, Sheryl Sandberg o Bill Gates avranno anche letto Topolino, si saranno infilati le dita nel naso qualche milione di volte e almeno Bill Clinton avrà visto qualche film “a luci rosse” ma nessuno sano di mente penserebbe che il loro successo deriva da queste cose. Come nessuno onestamente può credere che un libro self-help qualsiasi centri qualcosa con il loro successo. Non sono sicuramente i corsi di Tony Robbins ad aver fatto di Bill Clinton presidente degli Stati Uniti. Si chiama illusione del “fisico del nuotatore”.
Infine, che autori di libri self-help leggano a loro volta libri di crescita personale scritti dai loro colleghi non prova nulla. Ah si, una cosa la prova…il vecchio adagio diceva “Canis canem non est” (cane non mangia cane). Verissimo!
L’idea sbagliata non è che certe abilità non si possano apprendere, passo dopo passo, utilizzando “studi scientifici” ma che per avere autostima bisogna pagare qualcuno che ti insegni come fare. Questo significa non usare la testa. E si, sei di parte.
Autostima vuol dire apprezzare se stessi. Riconoscere il proprio valore. E la parolina “auto” indica un processo interiore, una riflessione intima. Comprare libri sull’autostima è solo una dimostrazione che ne abbiamo poca… E anche una garanzia. È garantito che continueremo a non averne. Perchè cerchiamo fuori qualcosa che è dentro di noi..
Ciao Giovanni,
grazie del confronto.
Ti rispondo ai singoli punti:
– Concordo che oggi ci sia un “overload” di informazioni e che spesso la qualità lasci a desiderare. E’ un elemento su cui lavoro da 6 anni su questo blog. Ma sarai d’accordo con me che per dare una valutazione qualitativa un contenuto andrebbe almeno letto.
– Per quanto riguarda il rapporto causale tra lettura e successo, ti rimando, tra l’altro, a questo mio post. Per un parere terzo puoi tranquillamente cercare con Google decine di dichiarazioni di famosi imprenditori, statisti, leader, etc. che individuano proprio nella lettura uno dei segreti del loro successo. Tirando poi fuori l’illusione del fisico del nuotatore in questo contesto, di fatto riaffermi che il successo sia scritto nei geni e non possa essere appreso o costruito. Se questo tipo di convinzione ti è utile, non voglio certo contraddirla: personalmente non è la mia esperienza, anzi, mi puzza tanto di “scusite”.
– Diciamo che chi mi legge costantemente sa che non sono affatto tenero con quelli che definisco i para-guru.
Per quanto riguarda gli ultimi due punti:
– Sulla parolina “auto” ho scritto parole che somigliano molto a quelle riportate nel tuo commento. In questo post ho utilizzato questa frase: “Se si chiama AUTOstima un motivo c’è: infatti non te la regala nessuno, te la devi costruire, un mattone alla volta”. E questo vale per qualsiasi sfida ci troviamo di fronte: compiere le azioni spetta ad ognuno di noi. Questo non significa però che dobbiamo reinventarci la ruota ogni volta che siamo di fronte ad un problema. Quello che faccio nelle mie guide e nei miei post è fornire un percorso: intraprenderlo è responsabilità del singolo.
– Vedo che insisti molto su questo punto, perché chiaramente serve a sostenere la tua tesi, ma qui nessuno vende “Autostima in pillole”: ci sono 350 articoli scritti in 6 anni che dimostrano chiaramente qual è la mia posizione su “bacchette magiche”, soluzioni miracolose, etc. Visto che però ti piacciono le citazioni, te ne riporto una famosa di Einstein (la versione inglese, la traduzione italiana non mi ha mai convinto):
“We cannot solve our problems with the same thinking we used when we created them.”
Possiamo fare infinite riflessioni interiori, ma se il nostro modo di pensare è incrostato da anni di condizionamenti, è garantito che non riusciremo a risolvere il nostro problema. Diventa dunque di fondamentale importanza una “rottura”: che si tratti di un libro illuminante, un post di un blog, un convegno, una chiacchierata con un amico, poco importa, ci sono momenti in cui abbiamo la necessità che qualcuno ci offra un punto di vista differente, altrimenti rischiamo di rimanere incastrati.
Mi auguro di aver risposto ai tuoi diversi passaggi.
A presto,
Andrea.
Andrea scusa se intervengo ma forse con Giovanni bisogna essere più pragmatici. Il blog di Andrea, io lo vedo come un urlo che ti dice “AHO DATTE ‘NA SVEJATA!! SE VUOI FARE UNA COSA, MUOVI IL CULO E FALLA. NON PERDERE TEMPO A PENSARE A CAZZATE VARIE”. Tu scrivendo certi commenti, andando a sindacalizzare sfumature, invece di concentrarti sull’obiettivo macro, per usare le parole di Andrea di qualche post fa, perdi tempo a guardare quello che gli altri, a tuo parere, fanno male o dicono erratamente.
Ci sarebbero risposte psicologiche al tuo tipo di comportamento aggressivo nei confronti di Andrea, ma forse non è il caso di approfondire troppo. Buona giornata.
Ciao Luca,
ti ringrazio del commento :-)
Lascerei da parte invece il discorso sul presunto comportamento aggressivo di Giovanni: ognuno ha il diritto di criticare ed esporre il proprio punto di vista, per questo motivo ho sempre pubblicato tutti i commenti (positivi e negativi). A volte sono io a perdermi in questi confronti (se pur interessanti): ogni minuto che dedico a chi analizza ciò che non va in quello che scrivo è un minuto che non posso dedicare a chi mi chiede approfondimenti o aiuto.
E di che, è un piacere confrontarsi con te.
Ti rispondo anche io ai singoli punti. Poi parola non insisto più, alla fine ognuno è libero di pensarla come preferisce e la mia intenzione è solo quella di esprimere un parere da lettore. Il problema è che rispondi a cose che io non dico:
1. Io non ho fatto una valutazione qualitativa sul contenuto della tua guida. Non l’ho letta e non potrei farla. Dov’è questa valutazione qualitativa?! Dico che i manuali sull’autostima servono a dare fiducia alle persone che non ne hanno esattamente quanto l’oroscopo mi è utile per organizzarmi meglio le mie giornate. Sarà anche scritta benissimo, ma non può portare i benefici che promette perchè parte da presupposti errati. Come l’oroscopo.
2. L’illusione del fisico del nuotatore l’hai estrapolata dal contesto in cui l’ho inserita.Non penso che tutto sia prestabilito dai nostri geni. Ma ben si applica in questo contesto. Bill Clinton non è stato presidente grazie ai manuali di self-help ne a Tony Robbins. Ne perchè legge legge tanto. Questo non significa che leggere non sia una buona abitudine. Ma c’e tanta gente nel mondo che legge tanto e segue seminari di self-help ma non siede in questo momento al posto di Obama.
3. Il fatto che tu non parli in modo tenero dei guru lo ammetto ma fai come loro. Anche Tony Robbins aiuta la gente ad avere piu autostima.
4. Il quarto punto è fantastico. È “auto” nel senso che tu tracci il percorso ma poi dipende dal singolo. Ovvero, se funziona bene altrimenti è colpa del lettore che non ha seguito bene il percorso. Molto “the secret”…
5. Il fatto che in 350 articoli non hai venduto nessuna bacchetta magica non vuol dire che ora non lo stai facendo.
Se mi rispondi, puoi solo farmi la cortesia di non mettermi parole in bocca che non ho detto?
Grazie per la disponibilita.
Sì assolutamente Giovanni, altrimenti rischia di diventare un confronto sterile:
1. Io non so quale sia stata la tua esperienza con i manuali sull’autostima, personalmente di libri di self-help sull’argomento non ne ho letti: ho letto invece decine di studi sull’argomento e questi, insieme alla mia esperienza personale, sono alla base del mio manuale. Trovi almeno 66 riferimenti in questa pagina di wikipedia. Non mi risulta una letteratura scientifica altrettanto diffusa sull’astrologia: ma potrei sbagliarmi, è un argomento che non seguo molto.
2. Povero Tony Robbins, che ti ha fatto? Comunque non divaghiamo: stavamo parlando di rapporto causale tra successo e lettura/formazione: tu sostieni che non esista (e hai fatto l’esempio dell’illusione del fisico del nuotatore), decine di biografie di personaggi famosi invece individuano questa abitudine come uno degli ingredienti del loro successo. E’ l’unico? Basta leggere e magicamente diventiamo dei super-uomini? Citandoti ti direi… non mettermi parole in bocca che non ho detto ;-)
3. Il punto è proprio questo Giovanni: per te non si può parlare di autostima, per me si può e si deve parlare di autostima, ma non lo si può fare con il solito approccio “facilone”: “devi credere in te stesso“, “ce la puoi fare“, “attraversa i carboni ardenti“. Quelle sono stronzate, ma non per questo puoi buttare via il bambino con l’acqua sporca: ci sono centinaia di esperimenti, studi e ricerche che forniscono indicazioni puntuali e suggeriscono azioni pratiche per rafforzare la fiducia in sé stessi giorno dopo giorno… facciamo finta di niente? Ci facciamo una riflessione interiore?
4. Su questo punto penso di essere sempre stato estremamente coerente: ripeto di continuo che il cambiamento avviene nel momento in cui ci assumiamo il 100% delle responsabilità, io non posso e non voglio essere la stampella psicologica di nessuno. Allo stesso tempo però, sono io il primo ad assumermi le MIE responsabilità, infatti le mie guide prevedono la garanzia di rimborso.
5. Questa non è una valutazione sulla guida che non hai letto, giusto?
– THE END
(e vissero felici e contenti).
Se mi permettete vorrei fornire i miei 2 cents su questo interessante confronto.
A mio parere state partendo da due presupposti simili ma non uguali: Andrea ha una visione prospettica orientata al percorso “crescita personale”; Giovanni invece una visione pragmatica, da “uomo della strada”.
In questo senso ambedue avete ragione. Anch’io come Giovanni reputo che la stragrande maggioranza della letteratura legata all’argomento autostima sia poco più che spazzatura, però anch’io come Andrea, sono arrivato a quella conclusione, solo dopo averla prima letta ed analizzata: in realtà penso che, almeno per la mia esperienza in merito, i testi e gli autori di valore siano veramente pochi, gli altri si limitano a scopiazzare, nel migliore dei casi, o più spesso a scrivere delle solenni c****e!
E proprio per questo motivo se ne deduce che: su tale argomento esistono poche e semplici regole, tra l’altro già sviscerate in tutte le possibili declinazioni, e dunque a mio avviso non dovrebbe, e sottolineo dovrebbe, esserci un così considerevole business su questo tema; ma come si sa esistono molte più persone insicure che persone sicure di se stesse (attenzione: ho scritto sicure, non sagge; questo è un altro paio di maniche!)….per cui lascio a voi le conclusioni!
Secondo me state partendo dall’errato presupposto che la mia critica non sia basata su una conoscenza approfondita della materia. Io dico quello che dico perche conosco bene quello di cui sto parlando.
Poi del rapporto causale tra successo e lettura ne stai parlando solo tu. Io sto parlando del rapporto causale tra successo e letture self-help, la cosa è molto diversa. È una generalizzazione utile per portare avanti la tua tesi, ma non molto onesta a livello intellettuale.
Tony Robbins è il mio “idolo”. Migliaia di dollari per assistere ad un suo seminario sulla felicità coniugale, parole, video, libri, ricerche scientifiche, studi sofisticatissimi sulla psicologia umana, ti insegna pure a guardare dove metti gli occhi, ecc… e poi vieni a sapere che si è separato. Converrai con me che la contraddizione esiste. E nemmeno tanto piccolina.
E vogliamo parlare della garanzia di rimborso?! C’è un tuo collega che scriveva articoli interessanti sul sonno polifasico. Li leggevo volentieri. Adesso vende ninne nanna a 5,99€..:):):) E anche lui si prende le sue responsabilità: 30 anni di garanzia. Hai letto bene, 30 anni. Tu lo paghi, e lui tra trent’anni se non sei soddisfatto ti rimborsa…mi chiedo se dia anche gli interessi maturati in trent’anni oppure no. Chi vuoi che ti chieda mai un rimborso?! Tu chiedi un rimborso a Ken Follet quando non ti piace un suo romanzo?!? Poveri noi!
Comunque il contrasto è insanabile. Sei troppo di parte per esprimere un giudizio imparziale. Ti lascio ai tuoi studi scientifici sull’acqua calda. Un’ultima chicca. Ho letto la pagina di wikipedia che mi hai consigliato. Fantastica. Ti faccio una citazione:
“The American psychologist Albert Ellis criticized on numerous occasions the concept of self-esteem as essentially self-defeating and ultimately destructive.[52] Although acknowledging the human propensity and tendency to ego rating as innate, he has critiqued the philosophy of self-esteem as unrealistic, illogical and self- and socially destructive – often doing more harm than good”
Lo psicologo americano Albert Ellis ha criticato in numerose occasioni il concetto di autostima come essenzialmente autolesionista e infine distruttivo. Anche se riconosce la propensione umana a esprimere un voto sul proprio ego come innata, ha criticato la filosofia sull’autostima definendola irrealistica, illogica e socialmente distruttiva – piu dannosa che benefica.
Giovanni e Andrea, ho letto con molto interesse il vostro confronto. E con molto piacere. Pur di opinioni diversissime avete avuto un bellissimo scambio senza degenerare nel facile flame.
Ciao Maria,
negli ultimi 6 anni il blog ha avuto 14.831 commenti. Li ho letti tutti e ho risposto alla maggior parte di essi: ma quello che mi ha sorpreso è la qualità della maggior parte di questi contributi. Credo siano una parte essenziale del Blog. Intendiamoci bene, a volte è faticoso, se non addirittura una perdita di tempo, ma il blog non è la Pravda e stimolare il lettore attraverso opinioni differenti rappresenta una forma di crescita personale.
Concordo in pieno, Andrea. Per questo è stimolante leggervi.
Grazie per il complimento Maria. Con poche parole hai accresciuto la mia autostima più di quanto abbiano fatto i libri di self-help che ho letto fino ad oggi…:):):)
Andrea, lo citi Albert Ellis nella tua guida? Cosa ne pensi del rapporto causale tra l’autostima e l’autolesionismo?
Te lo chiedo giusto per perdere un po di tempo…
Pur non essendo un esperto della materia reputo che lo psicologo che viene citato, Albert Ellis, dalle poche, ma molto pesanti, parole che utilizza per criticare l’argomento autostima, ritengo abbia confuso il concetto di autostima con quello di egolatria (culto sfrenato del proprio io): questo sì, concordo, apportatore di valenza “socialmente distruttiva-più dannosa che benefica.”
Ciao Pier Palo,
Ellis è un famoso psicologo statunitense, nonché ideatore della REBT (Rational Emotive Behavior Therapy). A fine 2013, durante la fase di analisi e ricerca per la preparazione del nuovo manuale ho letto, per completezza, il suo libro: “The Myth of Self-esteem: How Rational Emotive Behavior Therapy Can Change Your Life Forever”
Ellis si scaglia violentemente contro l’autostima, salvo poi esaltare il concetto di auto-accettazione (self-acceptance), che altri psicologi considerano come parte integrante dell’autostima! Insomma diatribe, anche piuttosto noiose, tra psicologi: ci sono elementi dell’autostima che hanno una valenza “clinica” e questi sono semplicemente off topic rispetto al blog. Ci sono poi elementi dell’autostima che invece impattano, e anche in modo rilevante, sulla nostra vita quotidiana e questi a me interessano molto. Ho sempre rifiutato l’idea che il nostro destino sia scritto nei nostri geni, preferendo studiare e sperimentare quelle strategie che, applicate giorno dopo giorno, possono davvero aiutarci a fare la differenza. Per quella che è la mia esperienza, sviluppare e rafforzare gradualmente la fiducia in sé stessi, attraverso azioni concrete (non seghe mentali) è uno degli elementi chiave per raggiungere i propri obiettivi.
Ti lascio proprio con una citazione di Ellis che potrebbe tranquillamente essere inserita in uno dei miei post:
“I migliori anni della tua vita sono quelli nei quali decidi che i tuoi problemi sono… tuoi. Non te la prendi con tua madre, l’ecologia, o il Presidente, ma realizzi piuttosto che tu sei l’artefice del tuo destino”
Albert Ellis
Ecco… sposo appieno questa frase, anzi, come suggerito da Giovanni, credo che la inserirò all’inizio della guida. Personalmente me ne frego dei sofismi sulle definizioni: chiamala autostima, chiamala sicurezza in sé stessi, chiamala Filomena, non importa, tornare a credere nelle proprie potenzialità è fondamentale in un percorso di crescita personale e io sostengo che sia una abilità che possa essere appresa (anzi, ri-appresa).
Buon sabato.
Andrea.
“Per quella che è la mia esperienza, sviluppare e rafforzare gradualmente la fiducia in sé stessi, attraverso azioni concrete (non seghe mentali) è uno degli elementi chiave per raggiungere i propri obiettivi.”
TE L’APPOGGIO! ;-)
Buon week end anche a te ed a tutti quanti!
Ho gradito particolarmente questo articolo. Uno dei motivi per cui amo questo blog è l’equilibrio tra gli articoli più motivazionali, sulla produttività, la ricchezza, sul darsi da fare, e quelli più “introspettivi” (non mi viene un termine migliore) che invitano alla consapevolezza e all’accettazione di sè. Sono due facce della stessa medaglia, ma non sempre questi ingredienti si trovano ben tenuti assieme come su Efficacemente.
Ciao Marina,
ti ringrazio davvero per questo commento :-)
ciao andrea questo post è bellissimo. ma vorrei chiederti se secondo te dobbiamo lottare contro tutti i nostri lati e ricordi negativi oppure solo se ci fanno stare male?
Ciao Cassy,
non mi convince molto il termine “lottare” contro i propri lati/pensieri negativi: non è questo il messaggio del post. Anzi, nell’articolo si parla spesso di accettazione, introspezione, analisi: “conosci te stesso” è un invito a prendere consapevolezza dei propri limiti, accettarli e partendo da questo spirito di accettazione, cercare di migliorarci, giorno dopo giorno.
Lottare con sé stessi è spesso una lotta vana. Molto meglio l’approccio: “ok, io sono così, lo accetto (che non significa che tu lo debba subire), ora cosa posso fare per migliorare?”
A presto,
Andrea
Ciao Andrea, ho trovato davvero fantastico questo articolo!
L’ho letto e l’ho messo subito in pratica, scoprendo in fretta quali dei miei comportamenti negativi avevano generato malessere e rabbia. E’ stato interessante analizzarli e capire su cosa devo lavorare per affrontare i miei punti deboli. Ottimo strumento, questa black list!
Ciao Ambra,
mi fa piacere tu abbia colto lo spirito di questo post :-)
A presto,
Andrea.
Che dire?
Io provo una profonda stima per questo ragazzo che scrive gli articoli di questo blog con profondità, ironia e soprattutto con così tanta umiltà!!!
Tanta gente si ritrova a leggere questi articoli e si sente meglio perchè trova degli aiuti, degli incoraggiamenti e delle soluzioni pratiche alle piccole-grandi difficoltà personali!
Spero un giorno di riuscire ad assomigliarti nel modo in cui affronti la vita!
Per me sei un esempio da seguire! Dico sul serio.
Con reale gratitudine,
un caro saluto!
Carlotta
Ciao Carlotta,
grazie davvero per questo commento :-)
Fico!
Andrea.
Aò ma lo sai che sei proprio forte? XD
complimenti, sei sempre in gamba. non avevo mai pensato all’idea di una blacklist di errori, in alternativa c’è la buona e vecchia mentalità dello sticazzi :D ma non so cosa potrebbe pensare in merito l’autore di un blog dal nome “crescita personale”.
complimenti anche per le citazioni.
Questi articoli sono incredibili! In particolare questo mi ha colpito molto! ora so che non sono l’unico a pensarla in questo modo! :D
Grazie Daniele :-)
Ps. benvenuto.
Ciao Andrea, leggo i tuoi articoli e le tue guide da qualche anno e sono interessantissimi. Volevo chiederti se più in la riuscirai a creare un’articolo sulla “concentrazione”. A memoria non ricordo di avere letto questo tema del tuo blog. Contrariamente, se l’hai già trattato, ti chiedo in primis il link all’articolo ed in secundis..venia :)
Ciao Beck,
ti confermo di aver scritto diversi articoli sulla concentrazione. Ti linko i 2 più importanti da leggere ;-)
Concentrazione: 5 tecniche (ed 1 trucco magico) per migliorarla
La tecnica del mandarino
Buon weekend,
Andrea.
ciao andrea , ti scrivo qui , perchè sembra l’articolo migliore dove affrontare l’argomento , ti spiego …
Leggo da molto tempo i tuoi articoli ed ho trovato giovamento nell’articolo su Emil Zatopek .
grazie a te , forse , è la volta buona che prendo la patente , haahahahah .
Dato che il sito, blog, lo hai creato per la crescita personale , ti volevo chiedere qualcosa sulla mia.
Sono stato sempre un bravo ragazzo , così hanno sempre detto tutti , sono sempre stato rispettoso degli altri , ma nella vita , ho sempre fallito ( causa poca autostima- tanta procrastinazione ) , ne ho passate tante nella vita nonostante i miei 22 anni , 1 tumore , traumi scolastici , depressione , come dice Nesli nella sua canzone – la fine , ” mi sono fatto rubare gli anni migliori, dalle mie delusioni e dalle mie paranoie, sono strano lo ammetto e conto più di un difetto ” ,da tempo mi sento di aver chiuso con quella persona che ero, ora so di avere i miei difetti i miei problemi ancora , ma ho proprio rifiutato quella persona , tutte le mie ansie e paranoie, non ero quello, io sono questo …
Un ragazzo educato , gentile , ma che dice in faccia la realtà delle cose, che non sopporta tenersi dentro un qualcosa perchè deve risolvere la questione altrimenti non ci dormo ..
Una persona con una forte autostima, non mi tiro indietro in caso di un litigio , non ho paura appunto di dire le cose in faccia, uno di quelli , che non ha paura di niente se non di se stesso , e che se si arrabbia più del dovuto rischia di fare male agli altri a se stesso … sono questo …
Andrea , io mi piaccio , sono orgoglioso di quello che sono , perchè o diventavo così o con tutti i traumi che ho avuto l’altra alternativa era la tomba e i vermi, sono stato abbastanza forte per evitare quelle cose , ( mi reputo un ‘Araba Fenice, difficilmente superi 5 -6 anni di forte depressione,della quale 3 passati a piangere in un letto )
L’unica cosa che non mi piace di quello che sono ora , l’unica cosa che mi manca di quel ragazzino pieno di problemi caro Andrea è l’umiltà , quell’umiltà che tanto mi piaceva , la reputavo forse una delle cose più belle che gli altri mi dicevano quando facevano complimenti.
Non so come l’abbia persa, non so come ” il me ritrovato ” non abbia questa cosa che io reputo una delle cose più belle del mondo.
A volte è pure mortificante, credo di saper fare qualcosa perchè magari ho avuto un paio di riscontri mi monto la testa , e poi quando vedo risultati catastrofici mi mortifico , ecco l’ennesimo fallimento, non entrano nemmeno in un foglio A4. Sono ateo , ma ho sempre “stimato ” il karma , perchè è giusto che raccogli quello che semini .
Ma Andrea , io è da 22 anni che raccolgo e mangio merda , non c’è la faccio più , ma soprattutto non sopporto quella parte arrogante di me che crede di sapere e saper fare tutto quando non è assolutamente vero , quando invece , quel ragazzino incompreso sapeva fare molto e gli seccava pure vantarsene e temeva i complimenti perchè non sapeva come gestirli …
Stavo male si , ma quella cosa mi manca ,…. ora sono un cane rabbioso un pò megalomane senza alcun motivo per esserlo, è una parte di me che sto iniziando ad odiare profondamente e che davvero non mi piace.
Spero che leggerai tutto questo poema , ma spero che una persona esperta come te , mi spieghi perchè sono diventato quello che sono ora senza il mio tesoro più grande del passato, l’umiltà …
ps
credimi Andrè , quando facevo qualcosa di bello non mi sentivo importante ma era una grande gioia farselo dire da altri … mi riempiva il cuore.
L’articolo rimane molto in superficie e non sottolinea gli aspetti più importanti della questione del “conosci te stesso”.
Cerchiamo di scendere un po’ piu in profondità. Ok l’osservazione di se, ma il termine importante qui é “sincerità”. Ci dovremmmo porre continuamente la domanda: Siamo veramente sinceri con noi stessi? Oppure nascondiamo in continuazione a noi stessi cose che non vogliamo vedere? Ad esempio quando siamo arrabbiati con una persona, ci fermiamo mai a pensare perché siamo così arrabbiati? Quali corde dolenti la situazione ha toccato , corde che sono connesse al nostro ego, e alle nostre frustrazioni e paure e via dicendo?
La nostra mancanza di sincerità si somma poi alla mancanza di sincerità delle altre persone in un crescendo di finzione , imbrogli e congetture. Come nella storiella di quella donna che é arrabbiata col marito per cui a cena servendo la minestra non lo avverte che é bollente. Poi però se ne dimentica e ne beve un sorso iniziando a piangere per il dolore. “Cos’hai cara?”, chiede il marito. “Scusa mi sono rattristata pensando a quanto piaceva questa minestra alla mia cara mamma”, risponde lei. Poi é lui a berne un sorso e a piangere . “Be invece perché piangi anche tu?” . “Stavo pensando a quanto é triste che tua mamma sia andata nell’altro mondo lasciando una come te in quello dei vivi!”. Finzione su finzione, imbrogli su imbrogli, l’unica soluzione é osservarsi , e poi avere la sincerità di vedere cosa si agita nel nostro mondo interiore. Senza punirsi però per i propri aspetti negativi, nella consapevolezza che siamo creature meravigliose che hanno però appunto bisogno di osservarsi, di essere sinceri e di migliorarsi fino a quando tutte le negatività scompariranno. Qui arriviamo ad un’altra questione particolarmente importante : cosa si trova nel nostro mondo interiore? Nella nostra interiorità? E perché si afferma che : “conosci te stesso e conoscerai l’intero Universo”? Noi siamo dei piccoli universi in miniatura e l’intero universo é un immenso organismo vivente , e il primo é fatto a somiglianza del secondo, ma cé ancor di più: nella più piccola delle cellule é contenuto l’intero universo perché la separazione delle cose é in gran parte un illusione, e a ben vedere non esiste che Uno ed un solo Essere Vivente. Il viaggio del “conosci te stesso” é quindi un viaggio interiore, e scendendo in profondità si può arrivare alla “porta stretta”, beati coloro che la superano! Al di là di quella porta si annullano tutte le sofferenze ed i sacrifici, frutto dell’attaccamento e della separazione. Per cui cercate con cuore sincero, perché è stato innumerevoli volte detto “chi cerca trova”.
Grazie Giancarlo, interessante approfondimento. Buona giornata.
Ciao Andrea. Ho iniziato a seguire il tuo blog perché, da un po’ di tempo, sento un bisogno di cambiamento nella mia vita. Sento di non realizzarmi appieno e di avere più potenziale di quello che riesco ad esprimere; e vorrei avere più libertà e capacità di gestire il mio tempo. Però, fino ad ora, non sono riuscito a focalizzare il modo nel quale intraprendere questo cambiamento; anche perché non sono sicuro di cosa sia davvero adatto a me. Sono arrivato a pormi due domande: chi sono io? Cosa voglio dalla vita?
Da un paio di settimane ho iniziato a riflettere seriamente su me stesso ed a seguire il blog, arrivando a definire un possibile percorso per (ri)scoprire me stesso: definisci gli obiettivi che vuoi raggiungere (e le azioni quotidiane utili allo scopo), trova le passioni che vuoi seguire, scopri i tuoi talenti e coltivali, prendi coscienza dei tuoi limiti ed affrontali. Ho deciso di partire proprio affrontando alcuni miei limiti: mi sono iscritto ad un corso di teatro (la cosa mi terrorizza e mi esalta allo stesso tempo) ed ho iniziato il mio percorso di crescita personale con il manuale “Come Trattare gli Altri e Farseli Amici”. Confido di riuscire a dare una riposta a quelle due domande per creare un nuovo me stesso, che si senta soddisfatto e realizzato. Intanto, grazie!