Come diventare miliardario magari non è la tua ossessione, ma scommetto che non ti dispiacerebbe migliorare la tua situazione finanziaria. In questo articolo voglio condividere con te i princìpi sulla ricchezza di una figura poco conosciuta in Italia ma che meriterebbe molta più attenzione.
Hai mai sentito parlare di Naval Ravikant?
Beh, se c’è qualcuno che può insegnarti come diventare miliardario (o anche milionario, se non hai grosse pretese :-D), quello è sicuramente Naval.
Naval Ravikant è il più famoso angel investor della Silicon Valley, nonché fondatore di AngelList, il portale di riferimento per startup, investitori e giovani professionisti che vorrebbero iniziare la loro carriera nelle nuove imprese del tech.
La sua storia e perché può insegnarti come diventare miliardario
Nato nel 1974 a Nuova Delhi (India), all’età di 9 anni si trasferisce insieme alla sua famiglia a New York. Nel 1995 si laurea al Dartmouth College e nel 1996 inizia a lavorare per un Internet Service Provider con sede nella Silicon Valley.
Per alcuni anni lavora nell’ombra, a testa bassa, finché nel 1999 non decide di fondare, insieme ad un socio, Epinions.com, un sito di recensioni online.
A questa prima azienda ne seguiranno molte altre, ma a catapultarlo definitivamente nell’Olimpo degli Dei della Silicon Valley sarà la sua carriera di angelo investitore, ovvero colui che fornisce i primissimi fondi a startup appena nate.
…e Naval lo fa con un fiuto eccezionale investendo prestissimo in Uber, Twitter, Wish.com e decine di altre aziende che sono diventate dei veri e propri giganti del tech.
La sua carriera di imprenditore ed investitore gli assicura un patrimonio che ad oggi è stimato nell’ordine di 2,2 miliardi di dollari.
Ma Naval è una figura decisamente “anomala” tra quelle che popolano la Valle californiana del Silicio e i suoi consigli su come diventare miliardario (e in generale sulla ricchezza) sono permeati da una profonda conoscenza della filosofia e dal desiderio di andare oltre il mero accumulo di beni materiali, a favore della ricerca del vero ben-essere.
Qualche mese fa, il nostro angelo filosofo, che fa un uso molto sporadico dei social media, ha deciso di condividere sul suo profilo twitter quelli che a suo avviso sono i princìpi fondamentali per diventare ricchi (senza essere fortunati).
In questo articolo che ho realizzato per i lettori di EfficaceMente ho raccolto, tradotto e commentato i 13 princìpi che ho trovato più importanti in assoluto e che sono gli stessi che ho applicato, più o meno consapevolmente, per diventare milionario a 30 anni.
Se la libertà finanziaria è tra i tuoi obiettivi, mi auguro che i princìpi di Naval Ravikant ti siano di profonda ispirazione.
I 13 princìpi sulla ricchezza di Naval Ravikant
Se sei curioso questo è il “tweetstorm” originale di Naval in inglese, in cui trovi tutti i suoi princìpi su come diventare ricchi (sono una quarantina).
Qui sotto invece trovi i 13 più importanti che ho raccolto, tradotto e commentato per te.
Principio #1: ricchezza, soldi e status sono tre cose molto diverse
“Ricerca la ricchezza, non i soldi o lo status sociale. Ricchezza significa possedere cose che ti fanno guadagnare mentre dormi. I soldi sono un modo per trasferire tempo e ricchezza. Lo status è il tuo posto nella scala sociale.”
Se vuoi creare reale ricchezza nella tua vita, smettila di rincorrere il prossimo aumento di stipendio o la prossima iniezione di liquidità. Concentrati sul creare sistemi e acquisire asset che ti permettano di guadagnare soldi sul lungo termine e in maniera continuativa.
In merito alla rincorsa delle apparenze e dello status sociale poi, provo a spiegartelo con una semplice immagine:
La foto immortala i miliardari Bill Gates, Mark Zuckerberg e Jack Ma e la didascalia riporta: “138 miliardi in una singola foto e neanche una cintura di Gucci, un completo di Armani, delle scarpe di Dolce & Gabbana, un Rolex o qualsiasi altro capo alla moda”.
Per noi italiani ricercare il bello è una questione culturale, ma c’è una sostanziale differenza tra il saper apprezzare la qualità di ciò che indossiamo, mangiamo o utilizziamo e il dover ostentare a tutti i costi una ricchezza che magari non abbiamo ancora acquisito.
L’ostentazione ha molto più a che fare con una bassa autostima e la ricerca dell’approvazione altrui, piuttosto che con la reale ricchezza.
Principio #2: chi disprezza (non) compra
“Ricordati di creare ricchezza in modo etico. Se disprezzi segretamente la ricchezza, lei ti eviterà.”
Spesso si dice che gli Italiani amino i soldi, ma odino i ricchi.
Purtroppo però l’invidia sociale è il primo ostacolo alla propria crescita finanziaria: se fin da piccolini ci è stato insegnato che tutti i ricchi sono arroganti, infelici e ladri, difficilmente entreremo nel club. La dissonanza cognitiva sarebbe eccessiva.
La verità però è ben diversa: i soldi sono semplicemente un amplificatore di ciò che già siamo.
Non sono i soldi, ad esempio, a rendere una persona arrogante; un arrogante arricchito è semplicemente un ex-povero che non aveva ancora i mezzi per comportarsi da prepotente.
Principio #3: c’è chi sale creando e chi distruggendo
“Ignora le persone che fanno giochi di ruolo sociale. Ottengono il loro status attaccando le persone che si impegnano a creare ricchezza.”
La società moderna è costituita da una complessa rete di gerarchie.
C’è chi sceglie di scalare queste gerarchie sviluppando nuove competenze e creando valore per la società allargata e chi sceglie di farlo, invece, distruggendo gli altri “partecipanti”.
L’attuale panorama politico italiano ed internazionale sono ottimi esempi di come alcuni individui stiano aumentando il proprio prestigio e potere personali, distruggendo gli altri, senza preoccuparsi di creare nulla.
Principio #4: i fondamentali
“Non diventerai ricco vendendo il tuo tempo. Devi possedere almeno un pezzo di un’azienda per raggiungere la libertà finanziaria.”
Su questo punto c’è davvero poco da aggiungere. In generale, se hai dubbi su quali siano le diverse modalità per fare soldi nella propria vita, ti rimando a questo articolo pilastro di EfficaceMente: “Come fare soldi senza lavorare” (non farti ingannare dal titolo).
Principio #5: al mondo non frega nulla delle tue passioni
“Diventerai ricco dando al mondo ciò che vuole ma non sa ancora come ottenere. Su larga scala.”
Da anni, su Internet, c’è questo mito del “fare soldi con le proprie passioni“.
Sì certo, per guadagnare molti soldi devi mettere passione in quello che fai, ma scordati di diventare miliardario grazie alla tua passione per la salaminchia giapponese.
Solo creando (e vendendo) un prodotto o servizio che risolve un problema di un gruppo di persone sufficientemente numeroso, potrai generare ricchezza.
Principio #6: servono anni per avere successo dalla sera alla mattina
“Devi giocare per abbastanza tempo. Qualsiasi successo nella vita, che sia finanziario, nell’ambito delle relazioni o della ricerca, nasce dall’interesse composto dell’impegno quotidiano”.
Molti di noi sono convinti che il successo sia un percorso lineare. Nulla di più sbagliato.
La curva del successo somiglia molto di più ad un bastone da hockey rovesciato: per lungo tempo, nonostante i tuo sforzi, nulla sembra succedere, poi all’improvviso i risultati arrivano in maniera esponenziale.
Per raccogliere quei risultati però devi “giocare” per abbastanza tempo, senza mai mollare.
Principio #7: le due abilità di cui hai bisogno per diventare miliardario
“Impara a vendere. Impara a creare. Se saprai fare entrambe le cose, sarai inarrestabile.”
Ci sono due tipologie fondamentali di imprenditori:
- I venditori nati. Eccellono nell’antica arte della vendita e amano poter portare i loro prodotti e servizi a quante più persone possibili.
- Gli inventori. Hanno profonde conoscenze tecniche e amano rinchiudersi in qualche laboratorio per creare le loro invenzioni: sono ingegneri, programmatori, tecnici o semplicemente dei creativi.
In ognuno di noi domina uno di questi profili, ma coloro che riescono a perfezionare entrambe queste abilità, possono ottenere un successo impareggiabile.
Principio #8: la conoscenza non basta…
“Armati di conoscenza specifica, affidabilità e capacità di influenza.”
L’industria della crescita personale è la patria della fuffa: questa consapevolezza ha sempre cozzato con la mia formazione ingegneristica. Ma da questo “conflitto” ho cercato di trarre il meglio, portando in Italia una filosofia di miglioramento personale che fosse concreta, pratica ed efficace.
In generale, sia che ci identifichiamo nella figura del venditore, sia in quella dell’inventore, per raggiungere i nostri obiettivi finanziari, abbiamo bisogno di acquisire una conoscenza approfondita e specifica o di un determinato settore (es. ristorazione) o di un determinato set di abilità (es. copywriting).
Questo tipo di conoscenza non può essere acquisita frequentando un semplice corso o leggendo un libro: essa è il frutto dell’incontro tra lo studio delle nozioni e l’applicazione nella pratica.
Ma la conoscenza non basta. Per sviluppare un’attività che fiorisca sul lungo termine dobbiamo anche saperci dimostrare affidabili, ovvero persone / aziende di cui gli altri si possono fidare.
Infine, a fare la differenza nel nostro successo economico sarà anche la nostra capacità di persuasione etica.
A tal proposito, se non lo hai ancora fatto, devi assolutamente leggere il libro di riferimento in questo ambito: le armi della persuasione di Robert Cialdini.
Principio #9: la necessità di fare
“Leggere è più veloce di ascoltare. Fare è più veloce di guardare.”
Quando ci imbarchiamo in un nuovo progetto, spesso cadiamo nella cosiddetta “trappola della formazione“: sentiamo l’esigenza di leggere articoli, ascoltare podcast, guardare video su Youtube e frequentare corsi.
Ci illudiamo che informarci e formarci su ciò che vogliamo sviluppare ci consenta di fare progressi verso i nostri traguardi. Vogliamo essere sicuri di sapere tutto, ancor prima di muovere il primo passo.
È una trappola.
Ehi, non fraintendermi, la formazione è stata la mia grande passione degli ultimi 20 anni. Cavoli, da qualche anno a questa parte, di formazione ci campo! Ma guardare un para-guru su un palco non ti permetterà di realizzare i tuoi sogni.
Sì, magari ti darà un po’ di sana ispirazione, magari ti farà sentire bene, come potresti sentirti bene partecipando ad un concerto, ma i tuoi sogni rimarranno lì, in quel maledetto cassetto.
Formati, fallo nella maniera più efficiente possibile e fallo con costanza, ma poi dedica tutte le tue energie al fare: un’azione imperfetta ti farà fare molti più progressi di una formazione impeccabile.
Principio #10: datti una tariffa ambiziosa
“Immagina di avere una tua tariffa oraria molto ambiziosa. Se il tempo che impieghi a risolvere un determinato problema ti fa risparmiare meno della tua tariffa oraria, ignoralo. Se far fare a qualcun altro un’attività ti costa meno della tua tariffa oraria, delegala”.
1.000€ all’ora.
Questa è la tariffa oraria che mi sono dato un paio di anni fa per decidere quali collaborazioni accettare e su quali attività del mio business concentrarmi.
Ad esempio, quando vengo invitato a convegni o a fare interventi dal vivo generalmente richiedo un budget di 9.000€, che tiene conto della durata dell’intervento, del tempo necessario alla preparazione e degli spostamenti vari.
Applico la stessa logica per il mio lavoro quotidiano.
Questo articolo, ad esempio, mi ha richiesto circa 8 ore di lavoro (tra ricerche, varie stesure e riletture), in altri termini, applicando la mia tariffa oraria, mi è “costato” 8.000€. Se inizi a ragionare in quest’ottica (e la rispetti come se quei soldi uscissero davvero dalle tue tasche), succedono due cose interessanti:
- La smetti finalmente di perdere tempo dietro alle stron**te!
- Ti assicuri che il tuo lavoro sia ad un livello di eccellenza tale da valere fino all’ultimo euro della tua tariffa.
La tariffa oraria è una delle strategie più efficaci per focalizzarsi sulle proprie priorità, imparare a delegare senza sensi di colpa e capire a quali progetti dar seguito (e a quali no).
Scegli dunque la tua tariffa oraria ambiziosa e impara a prendere decisioni che rispettino il valore del tuo tempo.
Principio #11: questo non lo dimenticare mai
“Lavora più duramente che puoi. Ma ricordati che le persone con cui lavori e su cosa lavori sono elementi più importanti di quanto duramente lavori.”
L’undicesima regola di Naval per diventare miliardari che ho scelto per te racchiude la quintessenza dell’efficacia personale.
Puoi lavorare come un bastardo per 100 ore alla settimana, ma se lavori sulle attività sbagliate e lo fai con le persone sbagliate rischi solo di esaurire le tue energie fisiche e mentali, facendo progressi insignificanti.
Scegli con cura le tue priorità e le persone con cui lavori (soci, collaboratori, clienti, fornitori, etc.).
Principio #12: non accontentarti
“Diventa il più bravo al mondo in quello che fai e continua a mettere in discussione quello che fai fino a quando non sarà vero.”
Ricorda questo principio enunciato dal nostro angelo filosofo soprattutto nel momento in cui avrai ottenuto una prima parvenza di successo: l’istante in cui pensi di aver capito le regole del gioco, queste hanno la cattiva abitudine di cambiare.
Principio #13: un’altra storia
“Quando sarai finalmente ricco, ti accorgerai che non era quello che stavi cercando all’inizio del percorso. Ma questa è un’altra storia.”
Come accennato nell’introduzione dell’articolo, Naval Ravikant è una figura complessa e in parte “anomala” rispetto al miliardario tipo della Silicon Valley.
Fin dalla giovane età Naval ha affiancato all’ossessione per l’eccellenza nella sua carriera di imprenditore e investitore, la ricerca del ben-essere.
Ascoltando una sua recente intervista mi ha sorpreso il suo atteggiamento “metodico” nei confronti della felicità: per anni ha dedicato tempo ed energie per comprendere esattamente come migliorare la sua condizione psico-fisica, e, in ultima analisi, essere più felice.
Ecco, quest’aspetto è spesso sottovalutato da chi rincorre il successo e la ricchezza.
In troppi diamo per scontato che la ricchezza sia il vero fine e che una volta raggiunta, tutti i nostri problemi saranno magicamente risolti.
Non è così.
I soldi possono renderci la vita più comoda, più semplice e indubbiamente è più facile pensare alla propria felicità personale quando non bisogna pensare alle rate del mutuo o alle bollette.
Ma ripeto: la ricchezza non sarà la soluzione a tutti i tuoi problemi.
Applica dunque i princìpi di Naval e continua a rincorrere la tua libertà finanziaria, ma non dimenticare te stesso lungo il percorso.
Lavora sulle tue ombre e combatti i tuoi demoni: farlo contribuirà alla tua crescita economica ed essa a sua volta ti darà accesso a strumenti e conoscenze ancora più sofisticate per il tuo benessere.
Mi auguro che questo articolo ti sia stato di ispirazione.
Alla tua ricchezza.
Andrea Giuliodori.
Ps. Sono molto orgoglioso di aver contribuito a portare in Italia “L’almanacco di Naval Ravikant“, il libro che raccoglie l’intero Naval-pensiero su ricchezza e felicità. Se vuoi approfondire i principi che hanno guidato la carriera e la vita dell’angelo filosofo, sono certo che l’almanacco sarà il miglior libro che leggerai quest’anno:
Non conoscevo Naval e questo articolo è stupendo!
Grazie Emilia :)
Andrea ti posso chiedere un link per acquistare l’autobiografia di Benjamin Franklin, si Amazon non c’è e non riesco a trovarla in qualsivoglia libreria. Ti ringrazio
Quanto è vero,
quello che hai detto.!!!!
Azione,non solo e continuamente formazione,ma mettersi in gioco e provare e sbagliare,ma fare,fare,fare.
Oggi riprendo l’idea di iniziare a scrivere sul blog aperto ed abbandonato.
Lo Faccio.
Grazie Andrea
Bellissimo articolo!!! Grazie Andrea
Grazie Andrea, come sempre le tue mail sono illuminanti, utili e capitano al momento opportuno.
Credo che stamperò questa e la appenderó nel posto che ho più spesso a vista. :^*
Questo articolo è tra i migliori che hai scritto. Grazie Andrea
Mi fa molto piacere che ti sia piaciuto Pia :)
Illuminante come articolo, ho letto con attenzione ogni singola parola dell’articolo, spero di poter adsorbire il più possibile questa mentalità, grazie andrea per la condivisione
Molto bello l’articolo!! Grazie andrea
Grazie per questo articolo, e comunque hai ragione, più azione e meno teorie, anche sbagliare è una grande scuola.
Assolutamente ;-)
Articolo top!
Ciao Andrea,come sempre i tuoi articoli sono scritti in modo semplice,esaustivo e li ritengo EFFICACI…Mi auguro di riuscire a metterli EFFICACEMENTE in pratica. Grazie!
:)
Grazie Andrea…. hai scritto un articolo che è una miniera d’oro! ?
Bene, mi auguro che mettendo in pratica questi principi possiate realizzare i vostri obiettivi finanziari quanto prima.
Splendido articolo! Dovrei stamparlo e appenderlo al muro per rileggerlo ogni giorno. Da un po’ di tempo, tra un lavoro e un impegno, cerco di pensare a come crearmi una rendita “automatica”, che funzioni mentre dormo, e sono contenta di leggere che sto immaginando di percorrere la strada giusta. Ora non mi resta che trovare la mia “idea del secolo”… o anche solo un’idea, dai… ;)
Grazie come sempre per il tuo lavoro!
Sicuramente l’articolo è scritto bene….ma a me, dopo avere letto parecchio di crescita personale/finanziaria…sembrano le stesse cose trite e ritrite…ma magari è solo una mia impressione..
Grazie infinite Andrea per questa splendida chicca. Articolo preziosissimo. Sei sempre illuminante, sei un grandissimo Mentore.
Grazie mille, davvero illuminante! Ci casco sempre nella trappola della formazione….
Eh… con me sfondi una porta aperta, ma dai, negli anni sono migliorato :-D
Grazie Andrea. Un articolo che vale tantissimo. Complimenti.
Mi fa piacere ;-)
La “tariffa oraria ambiziosa” mi ha spiazzato!
C’è qualche risorsa online, libro o altro per approfondire?
Grazie Andrea
Non è la prima volta che ne sento parlare, ma non mi risultano dei testi specifici su questo argomento. A tal proposito ti consiglio di rileggere il principio #9 ;-)
i tuoi articoli sono sempre interessanti, questo in particolare mi è piaciuto molto ,nonostante io non abbia mai dato tanta importanza al danaro.
grazie
Grazie Marina, il tuo commento mi fa particolarmente piacere: questo articolo naturalmente parla di soldi e ricchezza, ma ho cercato di sottolineare anche altre aspetti che reputo molto importanti, come ad esempio il ben-essere.
Bell’articolo Andrea :) personalmente penso che la ricchezza economica derivante dal proprio lavoro sia data essenzialmente da tre leggi fondamentali (che poi alla fine uniscono in meno parole queste 12 regole)
1)essere d’impatto a migliaia o milioni di persone (essenzialmente la legge che ha creato i nuovi ricchi nell’era del web)
2)avere un altissimo impatto sulle persone (esempio vendo auto rarissime a persone appassionate, i paraguru, professionista di altissimo livello, sportivi famosi ecc ) e qui bisogna essere soprattutto dei bravi venditori
3)il caso che ti favorisce ad essere uno dei primi ad aprire un mercato (essere nel posto giusto nel momento giusto)
Spesso le persone pensano che basterà sfondarsi di studio e lavoro ignorando ciò e rimangono semplicemente degli onesti lavoratori iperstressati e sottopagati
Illuminante, come sempre! Grazie Andrea
Di grande ispirazione!
Però “i soldi sono semplicemente un amplificatore di ciò che già siamo” non sono del tutto d’accordo. Da quando sei diventato milionario, nessun amico o famigliare ti ha mai fatto una critica (che non fosse mossa dall’invidia) su un tuo eventuale cambiamento caratteriale?
In ogni caso grazie per questo splendido articolo ;)
Eh ma quello eventualmente è un problema loro e del loro rapporto con i soldi, non mio :-D
bellissimo articolo! chiaro e ispirante!!! grazie
Articolo molto stimolante, grazie Andrea
Andrea questo articolo è stupendo, complimenti davvero e grazie.
Finalmente un tuo articolo personale! Veramente interessante e piacevole da leggere, si vede che è scritto da una persona che questi consigli li ha messi in pratica.
Voglio un tuo articolo ogni lunedìiiiiiii! ;-P
Hai tirato fuori un capolavoro in 8 ore e quando ti leggo sono sempre certo che sto investendo bene il tempo creando nuovo valore nella mia vita
Mi fa molto piacere Matteo :)
Iscriviti alla newsletter Francesco: il 95% dei contenuti della newsletter sono ancora realizzati da me (e li inviamo ogni lunedì). Per gli articoli del blog invece abbiamo aggiunto altri autori.
Di solito non scrivo commenti, (nonostante apprezzi molto @Andrea, lo seguo da molto e per una serie di casualità me lo sono ritrovato davanti in ogni dove (perfino nella rivista aziendale) fino ad affezionarmi :)) perché fondamentalmente non ho mai pensato di poter dare un contributo, quindi mi limitavo a dissetarmi della saggezza dell’articolo…
Leggendo questo articolo però ho provato l’effetto “Miyagi” (alias Noriyuki Morita meglio conosciuto come il mitico maestro di KarateKid). Il nome nasce semplicemente da me, non so se esista veramente ma mi è uscito di getto, pensando a “dai la cera, togli la cera”; il povero Daniel pensava solo di perdere tempo finché il mitico Miyagi gli dimostra che quelle attività ripetute in effetti gli avevano insegnato qualcosa.
A me è successo perché i principi sopra elencati li ho letti e ascoltati nei libri e audiolibri di crescita personale che sto divorando negli ultimi mesi, ogni volta era una piacevole lettura, ma in concreto? cosa devo fare? quando? sono tutte piccole conoscenze sparse? forse invece c’è un filo conduttore e magari basta unire i puntini come diceva il mitico Steve Jobs…
Mi sta capitando anche in questi giorni leggendo un bellissimo libro “Il monaco che vendette la sua ferrari” dove sto trovando in ogni pagina il riassunto di un libro che ho letto/ascoltato di recente.
Sicuramente adoro il tema della crescita personale e ho la fortuna che tutta la parte dell’autostima e ottimismo me la ritrovo a gratisse grazie al mio carattere, il mio sogno è applicarlo su un aspetto specifico e magari poter aiutare qualcuno a migliorarsi (e a dire il vero avrei anche un’idea @Andrea famo er business? :) )
Un saluto a tutti peché sicuramente chi è qui ha già una marcia in più.
Complimenti Andrea,uno dei tuoi migliori articoli.Grazie per il valore che ci regali!
“Fin dalla giovane età Naval ha affiancato all’ossessione per l’eccellenza nella sua carriera di imprenditore e investitore, la ricerca del ben-essere”.
Ciò dimostra che tutto ciò è una conseguenza di un processo e no di un evento. In particolare da sottolineare è l’ossessione dell’eccellenza, un qualcosa che se la coltivi giorno per giorno, week-end compresi, non può non dar frutti nel medio e lungo termine.
Grazie mille per lo splendido lavoro. Complimenti
Articolo molto bello ed ispirante, li vale quegli 8000€ ;)
Su una cosa non concordo appieno: è vero che al mondo non gliene frega niente delle tue passioni, ma è anche vero che a te sì. Non credo che una persona possa vivere serenamente e possa lavorare con totale impegno facendo una cosa che detesta. Ci va un sano compromesso tra le passioni e cosa fa guadagnare. Questo è il mio punto di vista.
Ciao Tony, il fatto che non si possa creare un business sulla salaminchia giapponese non implica automaticamente che devi lavorare su qualcosa che detesti. Il punto è trovare proprio l’intersezione tra problemi e bisogni di un mercato e tuoi interessi.
probabilmente uno degli articoli più belli di efficacemente ! vale tutti gli 8000€ che “hai speso” per scriverlo !
Grazie Gloria :)
Ciao Andrea,
articolo decisamente appropriato ed in linea con la mia battaglia personale,
proprio in questi giorni sono alle prese con Principio 11, 12, 10 bassissimo e troppo del 9, in effetti ho scoperto di aver sbagliato;
Grazie alle tue tante spintarelle e pizzicotti sono sicuro che imboccherò la via giusta.
L’articolo ha acceso tante lampadine…..Efficacemente!
Ciao Andrea,
Compliemeti bellissimo articolo uno dei più belli per me.
Volevo chiederti ce un libro di Naval dove posso approfondire questi 13 principi?
No, ma in una puntata del suo podcast di 3 ore li elenca e li commenta tutti e 40 (quelli originali sono una quarantina). Se cerchi “Naval” nella tua app per ascoltare i podcast, lo trovi. Naturalmente è in inglese.
Caro Andrea,
Le tue mail del lunedí sono sempre piú interessanti e appassionanti.
Leggerle è come incontrare un amico di cui ti fidi e che ti aiuta a sopravvivere.
Grazie.
Oriana
Grazie a te Oriana: che bel commento :)
Ciao Andrea,
grazie come sempre per l’articolo che hai condiviso, sei una delle mie poche fonti di riflessione seria su internet.
Credo che tu abbia una capacita’ non indifferente di focalizzare il punto su una serie di aspetti che la maggiorparte di noi prende sottogamba e che realizza solo quando uno come te glieli fa notare.
Mi interesserebbe conoscere a questo proposito quale sia la tua opinione sugli argomenti della decrescita personale e della semplicita’ volontaria. Trovo che alcuni autori come maurizio pallante o francesco narmenni (ma se cerchi anche in lingua inglese “downshifting” si trova parecchio materiale) dicano delle cose molto interessanti e per certi versi “assolute” (passami il termine un po’ assolutistico) che pero’ trovo che per certi versi sono in contrasto con personaggi come Naval Ravikant che pure dice delle cose sacrosante. Dove sta la via dunque? cosa ne pensi? Sarebbe interessante se magari tu riuscissi a fondere i due punti di vista (ognuno dei quali a mio avviso contiene delle verita’ caposaldo) e condividere con noi la tua opinione.
Saluti
Giorgio
Ciao Giorgio, io non sono un sostenitore nella decrescita felice e ho messo a fuoco il perché solo di recente.
Non ti nego che, soprattutto quando lavoravo in una multinazionale, l’idea del downshifting mi affascinasse non poco.
Credo ancora oggi che per ALCUNE persone questa via sia assolutamente interessante da intraprendere, ma non ne condivido l’ideologia di fondo, soprattutto se il messaggio che alcuni vogliono dare è quello che TUTTI dovrebbero fare downshifting per salvare il pianeta, etc.
In questo secondo caso noto un’ideologia profondamente anti-umana. Il messaggio che si vuole dare è che siamo un virus per il pianeta, che il capitalismo è il male assoluto e che dovremmo tutti tornare ad una presunta età dell’oro stile “uomini nelle caverne”.
Questa ideologia, condivisa anche da una parte di ecologisti, ha delle lacune incredibili e non tiene conto di quanto il capitalismo abbia migliorato le condizioni dell’INTERA popolazione umana, per non parlare degli avanzamenti tecnologici e come questi siano l’unica speranza seria che abbiamo per combattere i cambiamenti climatici.
In ultima analisi, se qualche individuo sceglie di “scendere dalla giostra” credo che sia assolutamente condivisibile, ma come genere umano non troveremo le soluzioni ai nostri problemi guardandoci indietro, ma soltanto continuando a coltivare quello spirito di iniziativa ed esplorazione che ci ha sempre contraddistinto.
La propensione alla crescita e al miglioramento sono connaturate in noi, non sono una forzatura dell’epoca moderna e quindi mi trovo in disaccordo con qualsiasi ideologia che tenti di negarle.
Si in effetti e’ la stessa conclusione a cui ero giunto io, il downshifting ha senso per colui che sceglie di abbracciare questa condizione, deve essere una scelta libera e che rechi benessere alla persona che inizia quel percorso, che in realta’ non deve essere necessariamente integralista, ognuno magari sente la necessita’ di applicare diversi livelli di decresita se la cosa lo fa sentire piu appagato. Volerlo per tutto il mondo diventa un assolutismo e oltre a non essere fattibile, a meno di una consapevolezza globale che gli uomini non hanno adesso, sarebbe coercitivo. E non credo che salverebbe il pianeta, con la giusta maturita’, mentalita’ ed approccio anche il piu capitalista dei capitalisti ha la giusta prospettiva per aiutare il pianeta, se proprio vogliamo dirla tutta…
Grazie per la risposta.
Giulio
Grazie a te per il confronto.
Uno dei migliori articoli scritti da te.. Motivante, trascinante, emozionante, eppure sempre logico, pratico ed efficace.
Grazie Andrè :)
Grazie a te Laura.
Il Principio #9, cioè “la necessità di fare” è quello su cui sto lavorando, cerco di imparare il più possibile ma nella pratica non metto lo stesso impegno.
Buongiorno Andrea, leggo la tua newsletter da qualche anno, e quasi sempre i piacevolissimi e utilissimi articoli del lunedì: apprezzo molto il tuo ottimismo verso la vita e le cose, i consigli che dispensi su azione e organizzazione, l’analisi dettagliata e l’opera di divulgazione seria e approfondita del miglioramento personale che porti avanti. Tuttavia, leggendo questo articolo in cui definisci Navikant addirittura un “angelo filosofo”, non ho potuto fare a meno di commentare; Navikant e tutti i suoi omologhi che compongono la nuova oligarchia della Silicon Valley possono risultare “simpatici/antipatici” e “modelli ispirazionali/esempi negativi”, a seconda dell’opinione e del metro di valori di ognuno, ma qui non si tratta di opinioni o valori, bensì di fatti e parole. Ti allego ad esempio una sua intervista molto recente (qui l’originale in inglese https://www.redstate.com/alexparker/2019/06/14/tech-billionaire-joe-rogan-%e2%80%98the-left-won-culture-wars-now-theyre-just-driving-around-shooting-survivors/), in cui dice ad esempio che “La sinistra ha vinto la guerra culturale. Ora stiamo solo andando in giro a sparare ai sopravvissuti”, dove per “sinistra” non intende certo la parte politica intesa in senso storico, bensì quel variegato mondo culturale liberalprogressista e mondialista di cui anche lui fa parte. Quello che agghiaccia ovviamente non è l’uso della parola “sinistra” (avrebbe potuto anche usare “destra”, essendo ormai termini svuotati e intercambiabili), ma semmai la visione che questi “signori” hanno della società che vorrebbero plasmare a loro modo, stante il loro successo e la loro ricchezza: una mandria di nomadi senza legami, senza patria, senza identità, di precari perenni senza stabilità affettiva, lavorativa o morale, profilata dai social, unita solo dalla religione consumistica e del mercato inteso come idolo a cui TINA. Quello che agghiaccia è l’uso dell’espressione “sparare ai sopravvissuti”, ovvero a coloro che, nel mondo, si oppongono al modello di società della Silicon (ma andando più indietro, anche il ’68 e i movimenti libertari per l’uso di droghe, la libertà e la promiscuità sessuali si sono originati in California), o anche solo difendono un’alternativa tradizionale o ne propongono una nuova alla stessa. Prosegue infatti Navikant: “La tecnologia del social media dà il massimo potere all’individuo. E ciò significa il crollo della struttura familiare e della religione… in generale, la tecnologia ha ottenuto la distruzione di famiglia e di religione”. Navikant è troppo intelligente per parlare di tutto questo in modo esclusivamente descrittivo: sembra quasi che stia descrivendo un processo di cui è stato ed è parte integrante. Quello che voglio dire, è solo che bisogna stare molto attenti ad idolatrare figure di milionari solo per il fatto che sono appunto tali, a meno che non si voglia provare ammirazione solo ed esclusivamente per i creatori/accumulatori di ricchezza (quel famoso 1% che detiene circa il 60% della ricchezza MONDIALE), e giustificare questo stato di cose sulla base di criteri di inuguaglianza data.
Ciao Samuele!
Grazie del commento.
Ma tu hai ascoltato l’intervista fatta da Joe Rogan a Naval? In generale, segui il podcast di Joe Rogan?
Il rischio di leggere le notizie filtrate da siti non proprio affidabili come RedState, è proprio quello di avere informazioni distorte.
Se ho ben capito, leggi senza problemi in inglese, quindi immagino tu riesca anche ad ascoltare il podcast in questione. Ascoltalo e fammi sapere cosa ne pensi.
Come scritto nell’articolo, Naval è decisamente una pecora nera nella Silicon Valley, e in quei passaggi è decisamente critico nei confronti della Silicon Valley. Sia il tweet che cita (che non è suo), sia le altre sue affermazioni confermano quanto ti sto dicendo.
Ripeto, vai sempre alla fonte ed evita di leggere certi siti spazzatura ;-)
Quello che mi piace di Naval è proprio la sua capacità di analisi dei problemi, la sua profonda conoscenza di tematiche filosofiche e problematiche sociologiche. Ti assicuro che la mia è tutt’altro che idolatria di un miliardario a caso.
Per concludere, l’espressione “angelo filosofo” fa riferimento alla sua carriera di “angel investor” (da qui il termine “angelo”) e alla sua passione per la filosofia.
Oggi più che mai abbiamo bisogno di tenere la mente aperta, ascoltare e approfondire. La polarizzazione delle idee perpetrata dai megafoni della sinistra e delle destra sta facendo solo dei gran danni. L’esempio che hai citato è un capolavoro di distorsione informativa. Ascolta l’intervista e fatti una tua idea: non permettere a RedState o a chi che sia di decidere la TUA opinione ;-)
Per il resto, qui su EfficaceMente non parlo molto di politica e trend sociali in generale, ma sono tematiche che approfondisco da anni, soprattutto per quanto riguarda proprio il panorama americano, che di fatto condiziona quello mondiale. Se hai piacere di confrontarti su qualche tema specifico, sono a disposizione.
Seguendo con interesse gli esponenti dell’Intellectual Dark Web (Jordan Peterson, Sam Harris, Dave Rubin, Eric Weinstein, Ben Shapiro, etc.) noto sempre di più le assurdità tanto della sinistra liberalprogressista, quanto dei conservatori ultra-nazionalisti. Da una parte hai persone ancora accecate da ideologie che si sono dimostrate ampiamente fallimentari (socialismo, comunismo, etc.). Dall’altra invece hai nostalgici che continuano a promettere un ritorno ad una presunta età dell’oro mai esistita e sono incapaci di offrire un’idea per il futuro.
Entrambi di fatto vanno a braccetto e stanno continuando a picconare quei valori che ci hanno permesso di vivere nell’epoca più prospera dell’umanità (democrazia liberale, capitalismo, scienza, morale giudaico-cristiana, libertà di espressione, etc.).
Grazie per questo articolo Andrea.
Non riesco a capire bene questo concetto del punto 10, nonostante la parafrasi sia molto chiara, qualcuno può aiutarmi a capire?
“Se il tempo che impieghi a risolvere un determinato problema ti fa risparmiare meno della tua tariffa oraria, ignoralo”.
Il messaggio di fondo è il seguente: ignora le minuzie, ignora i problemi di poco conto e affronta invece gli “elefanti nelle stanze”.
Il punto 13 l’ho sempre pensato sin da quando ho memoria cosciente…
Ottimo vedere riassunti tutti insieme concetti così importanti. Me lo stampo e lo tengo sempre a portata di mano!
Articolo meraviglioso , grazie!!
Grazie.
Bellissimo articolo il mio progetto è decrescita e meditazione e avere il tempo per rilassarsi.
Molto bello.
Agire, agire, agire, sbagliare, agire, sbagliare, sbagliare, agire, agire, riuscire, prima o poi, riuscire.
Presi il libro nel momento in cui annunciasti l’uscita, ad oggi posso confermare che è una lettura che tocca i temi più ricercati dall’essere umano.
un vero e proprio diario di bordo da rileggere più e più volte, grazie del prezioso consiglio Andrea, come sempre diffondi estremo valore.
Mi fa molto piacere Andrea.
Splendido articolo che mi era sfuggito … Riletto oggi. Ho letto il suo libro e lo tengo sempre nelle vicinanze… Sono d’accordo su tutto. Anche se , per quanto mi riguarda, sono convinto nel modo più assoluto che se fossi multimilionario avrei risolto ogni mio problema quindi non condivido , personalmente: “Un’altra storia”. Ci vuole equilibrio come in tutte le cose , e, penso di averlo acquisito a sufficienza ora devo solo diventare multimilionario per vedere se ho ragione :)