Studiamo per quasi 20 anni, ma molte delle lezioni che impariamo sui banchi di scuola sono inefficaci per affrontare la vita lavorativa e non solo. Una lista di 5 materie che dovresti imparare per essere competitivo nel gioco della vita.
Ormai è passato qualche anno da quando ho fatto il mio ingresso nel mondo del lavoro, ma ancora devo capire se l’ingente investimento fatto per frequentare il mio corso universitario porterà i risultati che mi aspetto o meno.
Nonostante abbia frequentato il corso di laurea con la più alta percentuale di assunti a 3 anni dal titolo (98,7%), rimango dell’idea che le materie studiate, non soltanto siano lontane dalle esigenze del mondo lavorativo, ma spesso si dimostrino inutili per chi aspiri ad una vita di successo.
Beh… nell’improbabile ipotesi che domani mi svegliassi Rettore di un’importante Università Italiana… ecco 5 corsi che vorrei offrire ai miei studenti:
1. Corso di “Efficacia personale”
“L’efficienza è fare le cose nel modo giusto. L’efficacia è fare le cose giuste.”
Peter F. Drucker.
Qualsiasi cosa tu faccia per vivere, saper gestire le tue attività EfficaceMente è un’abilità che può darti enormi vantaggi. Avrei pagato un supplemento all’università per avere un corso che mi insegnasse tecniche come il single-tasking, la gestione delle to-do list, ed in generale tutto quello che riguarda la produttività personale.
Se qualche Università fosse interessata, ecco qualche suggerimento per i docenti da chiamare… ;-)
Professore: Allen, David (autore di Getting Things Done – Detto fatto!).
Assistente: Trapani, Gina (fondatrice di Lifehacker).
2. Corso di “Metodi di studio”
“Vorrei vivere per studiare, non studiare per vivere.”
Francis Bacon.
Sapete quale è stato uno degli scopi principali dell’introduzione delle famigerate lauree brevi o 3+2?! Ridurre i tempi di laurea dei poveri studenti universitari italiani. Volete sapere il risultato: a 7 anni dall’introduzione… le statistiche dicono che non sia cambiato praticamente nulla. Ma se molti studenti ritardano nei loro studi, in gran parte è dovuto ad una mancanza di metodo di studio.
Penso che sarebbe un ottimo investimento per qualsiasi Università istituire un corso sui metodi di studio. Alcuni esempi di materie da approfondire?
- Come prendere appunti efficacemente.
- Come aumentare le proprie capacità di lettura veloce.
- Come imparare a memorizzare meglio.
Professore: Cicerone, Marco Tullio (noto oratore romano ed ideatore della tecnica dei loci).
Assistenti: Buzan, Tony (autore di Lettura Veloce).
3. Corso di “Finanza personale”
“Put not your trust in money, but put your money in trust.”
Oliver Wendell Holmes.
Molti corsi di laurea orientati alla gestione aziendale e alla finanza insegnano di tutto e di più sul come gestire i soldi e le attività imprenditoriali degli altri e poco nulla su come gestire le proprie finanze. Spero che qualcuno mi contraddica, ma nel mio ultimo anno di università, quando ho avuto la possibilità di scegliere un esame di mio gradimento fra tutti i corsi di una delle più importanti Università d’Italia, non sono riuscito a trovarne uno che trattasse argomenti come:
- Imparare a risparmiare.
- Costruirsi un capitale.
- Fare trading online avanzato.
I professori che avrei voluto avere? Eccone qualche esempio…
Professore: Lynch,Peter (ex gestore di fondi ed autore di One up on Wall Street).
Assistente: Robert T. Kiyosaki (autore di Padre ricco, Padre povero).
4. Corso di “Time management”
“Tempo = Vita. Quindi, spreca il tuo tempo e sprecherai la tua vita. Oppure, padroneggia il tuo tempo e padroneggerai la tua vita.”
Alan Lakein.
Beh… in realtà prima di imparare a gestire i miei soldi, mi sarebbe piaciuto imparare a gestire il mio tempo. Insieme al corso sui metodi di studio, ritengo che un corso di time management sia fondamentale per avere successo all’università e nel mondo del lavoro.
Qualche esempio di argomenti che avrei voluto padroneggiare da studente?
- Come applicare la legge di Parkinson.
- Come sfruttare al meglio i tempi morti.
- Come organizzare le mie routines.
Professore: Cyril L. Parkinson.
5. Corso di “Marketing applicato”
“Nelle aziende contano solo due funzioni: ricerca & sviluppo e marketing.”
Peter F. Drucker.
Puoi essere lo studente più brillante, il maggior conoscitore di uno specifico argomento… ma se non sai vendere e venderti difficilmente avrai successo. L’università è molto brava ad insegnarti cosa devi sapere, ma spesso si dimentica di dirti come applicare queste conoscenze per avere successo nella vita.
Mi piace pensare al “marketing applicato” come ad un ponte tra le idee (ovvero il cosa) ed il modo in cui queste idee possono farti ottenere dei risultati tangibili (ovvero il come).
Quale professore avrei voluto per questa materia?
Professore: Godin, Seth (Guru internazionale del marketing).
E tu, quale esame avresti voluto avere la possibilità di frequentare all’Università?
P.s. Io ormai il mio percorso universitario l’ho concluso e certe “materie” me le sono dovute studiare da solo, come autodidatta. Ma se non lo avessi fatto non avrei mai ottenuto certi risultati. Se anche tu vuoi diventare uno studente efficace, ho realizzato per te un (per)corso digitale che ti insegna le migliori strategie di apprendimento rapido, le più avanzate ed inedite tecniche di memorizzazione e le strategie per diventare un ninja dell’apprendimento. Se vuoi saperne di più, clicca e vai alla pagina di presentazione di Studia meno, Studia meglio.
Foto di fanz
Un bellissimo post Andrea :)
La mia personale preferenza? Il corso di time management: il tempo non te lo ridanno indietro, e saperlo gestire bene è una capacità senza prezzo.
Buon inizio di settimana!
@Francesco
Concordo sul corso di time management. Se non sai gestire il tuo tempo non puoi gestire niente altro. Buona settimana anche a te e grazie per il lavoro fatto con i commenti, Alex ne è stato soddisfatto, vero? ;-)
Ciao Andrea!
Io tuttora pagherei per un bel corso in “Conosci te stesso”. Il signor oracolo di Delfi la sapeva lunga: è la cosa in assoluto più difficile! ero è anche che non so se mi piacerebbe che qualcuno mi insegnasse chi sono, ma sarebbe bello imparare a capirlo!
Tutte le attività per gestire EfficaceMente la propria vita danno per scontato che uno sappia dove vuole arrivare…ma è proprio quella la sfida maggiore (mi faccio un applauso da sola per aver utilizzato “sfida” e non “problema”).
Come sai adoro il tuo blog e personalmente prendo i consigli come modo per gestire al meglio la vita mentre cerco di capire dove vorrei indirizzarla.
detto ciò, non ho idee sugli insegnanti da proporre, Delfi a parte…tu? ;-)
Articolo veramente interessante. Andrea, voglio farti due domande:
1- il mio problema con il tempo è che ho la tendenza a sopravvalutare le mie capacità di colmare il divario con la scadenza del caso e ogni volta finisco per ridurmi all’ultimo momento. Ogni volta finisco per o rimandare la scadenza o fare imprese titaniche per portarla a termine o, nei casi peggiori, di rinunciarci: qualche suggerimento per risolvere il mio problema?
2- perché non inserire tra i social bottons anche Facebook?
Grazie mille :-D
@Fabio
ad occhio e croce la tua si chiama procrastinazione ;-). Suggerimenti?
Non chiederti se esiste una tecnica particolare, se puoi programmarti meglio o altre cose di questo tipo: semplicemente inizia. Quando avrai allenato questo muscolo, allora si che le tecniche di time management ti saranno estremamente utili.
Ps. ho aggiunto anche il social button di Facebook. Fammi sapere cosa ne pensi e se funziona!!!
Andrea.
Bello, bello, bello. Bravo Andrea, bel post !
La penso proprio come te, è per questo che, come te, anch’io cerco di diffondere questi argomenti mediante il mio blog. Di quello che mi rimane del mio percorso di studi (laurea in ingegneria meccanica) uso attualmente forse il 5% (sono responsabile della Manutenzione di un’industria meralmeccanica del settore automotive con circa 600 dipendenti): più che altro mi serve come base generale di cultura tecnica. Ma quello che mi è servito di più è “essere sopravvissuto” all’università. Nel senso che, se sono riuscito a laurearmi vuol dire che nel corso degli anni ho sviluppato un mio sistema di studio, di gestione personale, di problem solving, di decisione delle priorità, che mi ha permesso di arrivare alla laurea. Evidentemente aver superato questo percorso ad ostacoli, assieme alla curiosità verso la crescita personale, mi hanno permesso di trovare alcune Strategie per me Vincenti e che io ho messo nella mia cassetta degli attrezzi.
Alle materie che tu hai citato (che non vengono insegnate per niente all’università e che io inizierei a diffondere già dalla scuola elementare) aggiungerei alcune altre che vengono insegnate poco o per nulla, ma che trovo fondamentali per chiunque abbia un ruolo di responsabilità e cioè problem solving, decision making, brainstorming, gestione del personale.
Infine suggerisco Paul Scheele ideatore del “Photoreading” per la cattedra di la lettura veloce
ciao
alexander
@Alex
Se continuiamo così mettiamo su un intero corso di laurea! A parte gli scherzi, concordo appieno sulla necessità di sviluppare certe “soft skills”, senza le quali è difficile affrontare sia il percorso universitario, sia il mondo del lavoro.
Il Photoreading mi ha sempre incuriosito, ma per il momento non ho mai seguito il corso… è nella mia lista “someday”. ;-)
Alexander, tempo fa avevo letto questo articolo sul Photoreading http://ntrs.nasa.gov/archive/nasa/casi.ntrs.nasa.gov/20000011599_2000009345.pdf : tu che ne pensi?
Wow… non credevo di suscitare tanto interesse con questo articolo! ;-)
Allora, iniziamo con ordine (beh, le ragazze per prime naturalmente):
@Laura
Hai toccato un tema molto delicato… ovvero come trovare lo scopo della propria vita. Effettivamente, è inutile sforzarsi per trovare il percorso più efficace se prima non hai almeno una meta!
Premesso che non ho ancora trovato lo scopo della mia vita, posso dirti cosa sto facendo: per il momento mi sto limitando a fissare 1 obiettivo all’anno, cercando di focalizzarmi al 100% su di esso. Rileggendo questi obiettivi, ti confesso che inizio ad intravedere un filo conduttore… ;-)
Un corso universitario su questo argomento? Non ne ho la più pallida idea! ;-) ma ti voglio proporre un esercizio simpatico di Steve Pavlina:
Funziona? Prova e poi raccontami…
#Photoreading
Ho comperato il corso di Paul Scheele 2 anni fa: molto ben fatto il materiale didattico (audiocorso + dispensa + libro), l’ho seguito tutto, ma devo confessare che ho iniziato 2 volte a metterlo in pratica e non ho mai avuto la costanza per acquisire appieno le tecnica.
Per riassumere in pochissime battute il succo della tecnica essa si basa su:
– definire lo SCOPO: cosa vuoi sapere da questo libro ?
– creare curiosità nel tuo cervello, attivando il sub-conscio
– scorrere velocemente il libro (la fase della “lettura fotografica/photoreading”)
– lasciare incubare
– farsi domande ed andare a spot sul libro, cercando di rispondere alle domande del primo punto
– tornare ad approfondire fintanto che non hai risposto a tutte le tue curiosità del punto 1
In pratica si fonda su 3 elementi:
1) avere uno SCOPO (chissà cosa ne pensa la ns amica Paola a dover partire da questo punto e non a dover partire dal fatto di COME tenere il libro in mano :-P BTW durante il photoreading si può tenere il libro anche rovescio !)
2) il lavoro sub-conscio della mente
3) Il principio di Pareto per concentrarsi solo sulle domande che ci incuriosiscono: una volta trovata risposta a quelle (e al livello di approfondimento che ci interessa), possiamo mettere via il libro, il resto è solo tempo sprecato.
Personalmente non sono del tutto convinto della effettiva efficacia della fase di photoreading (svoltare le pagine in rapida sequenza con uno sguardo “focalizzato su un punto all’infinito”), penso che conti molto di più tutto il resto che ci sta intorno e che il photoreading faccia un pò “scena”.
Grazie mille per il chiarimento Alex!
Crei sempre tonnellate di valore con i tuoi commenti! ;-)
Per quanto riguarda la lettura veloce, essendo un divoratore di libri, è una tematica che mi ha sempre appassionato. Ma come per molte tecniche di crescita personale penso che sia importante applicarle con un po’ di elasticità mentale.
Nello specifico utilizzo le tecniche di lettura veloce per le news, per alcuni articoli di blog ed in generale quando devo leggere un gran volume di informazioni. Se leggo un romanzo che mi appassiona invece, mi piace godermelo… riga per riga.
Andrea.
Caro Andrea, complimenti anche da parte mia! Tocchi un tasto sul quale sono particolarmente sensibile in quanto docente universitario.
Il problema generale è che l’università italiana di oggi offre una formazione troppo teorica. E’ possibile, ad es., che un neo-laureato in economia non sia in grado di fare la propria (e non parlo di multinazionali) dichiarazione dei redditi?
E per una volta non vale dare la colpa al sistema: sta a noi docenti fare il massimo sforzo per offrire, ognuno nella propria materia, una formazione il più pratica possibile. Ovviamente costa molto più sforzo…
Detto questo, io avrei seguito tutti i corsi che hai elencato :)
@Francesco
In questo particolare momento della mia vita, sono molto d’accordo con Laura: sto cercando quale è lo scopo della mia vita.
Facendo una generalizzazione, il time management si occupa di efficienza, cioè di fare le cose più velocemente, ma a nulla vale fare più cose al giorno se dopo qualche anno ti accorgi che sei affannosamente corso nella direzione sbagliata. E’ per questo che quest’anno sto cercando di lasciare perdere un pò altre cose per trovare lo scopo della mia vita.
Penso comunque che sia difficile pretendere dall’università che ci insegni a trovare il nostro scopo della vita, mi interesserebbe tuttavia sapere da voi chi proporreste come docente per questa materia. Il primo che viene in mente a me è (il solito) Steve Pavlina.
Tornando ai 5 argomenti proposti da Andrea nel post, ritengo comunque che almeno i primi 4 debbano essere insegnati mooooolto prima dell’università (altrimenti molti rischiano nemmeno di arrivarci all’università), il compito spetta già agli insegnanti delle elementari e (da non dimenticare MAI) ai genitori (posto ovviamente che questi abbiano queste nozioni…).
Grazie Roberto per il tuo prezioso commento.
Forse è una delle poche volte che sento un diretto interessato disposto ad accettare delle osservazioni e pronto a rimboccarsi le maniche per migliorare lo status quo. :-)
Andrea.
Veramente un post eccezionale! riassume in pratica l’inutilità degli studi universitari per il mondo del lavoro! il corso di time management è quello che farei per primo!
Io non sarei così estremo nel giudizio, piuttosto direi che è un pò inefficace nel preparare le persone al mondo del lavoro e che c’è un bel potenziale di miglioramento a disposizione.
Sinceramente alla fine io sono contento di essermi laureato, anche se ci ho messo un sacco (9 anni) e se ora ho qualche rimpianto per come io mi sono preparato a diversi esami (approccio troppo orientato a semplicemente riuscire a superare l’esame, piuttosto che apprendere e avere piena padronanza della materia e trovare gli allacci con le altre materie studiate), ma questa saggezza ti viene solo più avanti con l’età…
@Alessio
Sono in linea con Alex: inutili no, ma abbastanza inefficaci. Dal mio punto di vista si tratterebbe di introdurre 2-3 corsi che completino la formazione e strutturare gli altri con un approccio più pratico.
Ma in fin dei conti è lo studente che ci deve mettere del suo.
@Alex
Quanto hai ragione: quando studi non vedi l’ora di lavorare per avere qualche soldino. Quando lavori rimpiangi il periodo degli studi per avere… più tempo libero! ;-)
Non mi riferivo al tempo libero. Io rimpiango il MODO in cui ho studiato alcuni esami e cioè il mio focus era passare l’esame e non prendere padronanza della materia. In pratica ho preso un approccio TOP-DOWN partendo da come era fatto l’esame (alcuni professori hanno una lista di domande ricorrenti) e mi sono preparato esclusivamente per superare l’esame, ma alla fine non avevo “in mano” la materia, non l’avevo veramente capita, non ho cercato e approfondito le intersezioni di tale materia con altre materie che avevo studiato. Di queste interrelazioni me ne sono accorto dopo, quando sono entrato nel mondo del lavoro. Nella vita vera i problemi sono più complessi e bisogna analizzarli in modo olistico, io invece ho studiato una materia alla volta come se fossero materie a sè stanti.
Si ti capisco Alex: ho rimpianti simili anche io. Quando lo studio è il tuo lavoro, lo vedi come un fastidio da toglierti nel modo più facile. Ma quando realizzi che conoscere appieno certe materie ti semplifica la vita, rimpiangi di non averle affrontate nel modo giusto.
Non so perché, ma questa cosa mi ricorda la gestione del tempo: quando hai molto tempo… lo sprechi, e quando non ne hai, lo rimpiangi! Forse la legge di Parkinson è un principio che non si applica solo al time management…
Il post è molto bello!!! Sono una studentessa che tra poco si laurerà in Matematica…ho avuto molte difficoltà a seguire i corsi perchè dovevo lavorare…..per gestire al meglio la situazione, il mio tempo sono ricorsa ad uno dei tanti centri di supporto allo studio. Per aiutarmimi hanno affiancato un tutors che mi è stato davvero utile. Oggi posso dire di sapere cosa fare da grande!!!!
Ciao Chiara,
Grazie ed in bocca al lupo per la laurea!
Andrea.
Questo articolo è semplicemente eccezionale! Concordo in pieno! Tutte materie interessanti quelle che tu avresti voluto trovare e penso come te molti di noi. Un consiglio che potresti darci è leggere qualche libro che magari tu hai già letto, se vuoi puoi passarmi tutto anche per e-mail, credimi che accetterò di buon grado i tuoi consigli!
Buon lavoro!
Un corso tenuto da uno psicologo su come relazionarsi con le persone in momenti di difficoltà. Avere delle basi per aiutare ad esempio una centralinista che deve rispondere ad un utente adirato. Il medico che deve comunicare una prognosi nefasta. Dei consigli per come relazionarsi nel modo migliore con le altre persone e saper comprendere e gestire le nostre reazioni emotive. Che ne direste?
@Ottantotto
Ciao, bentornato. Per quanto riguarda i libri di Crescita Personale, penso di pubblicare un articolo su quelli che ho trovato i più utili entro la prossima settimana. ;-)
@Alberto
Benvenuto. Vedo che c’è molta psicologia nelle materie che proponi: concordo. Molti corsi universitari, soprattutto in ambito economico, si basano sul pressupposto che lavoreremo con delle macchine e non delle persone!
Andrea.
Sto per traslocare e sono nel bel mezzo della fase “smistare a più non posso” e a conferma di quanto io ho detto più sopra:
ti posso dire che ho buttato trequarti dei libri e degli appunti dell’Università. Fino ad oggi ho sempre avuto una resistenza a smistarli, ma ora ho deciso: dopo 7 anni di lavoro ho capito cosa potrei aver bisogno di consultare di nuovo e cosa no, oltrettutto ora su internet trovi di tutto, perciò posso sempre andare là se non posseggo più i libri.
Io me ne sono sbarazzato molto prima Alex! ;-) Ho mantenuto solo quelli che ho ritenuto importanti e che mi hanno stimolato.
ciao andrea siccome quest’anno sono alla fine del mio percorso di istruzione superiore in un istituto tecnico, avrei pensato di iscrivermi ad ingegneria.Purtroppo tuttora sono ancora indeciso tra ingegneria meccanica e ingegneria gestionale.Cosa mi consigli anche ai fini e prospettive di crescita maggiori sia personali che nel mondo del lavoro?? grazie anticipatamente
Ciao Momo, io come Ingegnere Gestionale sono un po’ di parte. Comunque ti dico il mio punto di vista.
Ingegneria gestionale ti da una formazione meno tecnica e più economica. Questo profilo ti da sicuramente maggiore flessibilità sul mondo del lavoro, ma in alcune aziende in cui è richiesta una maggiore specializzazione tecnica potrebbe essere un punto a sfavore.
Ingegneria meccanica è senza dubbio una degli indirizzi di studio più formativi e ti apre la strada verso realtà nazionali (l’Italia ha ottime eccellenze nella meccanica) ed internazionali (una mia cara amica laureata in ingegneria meccanica sta facendo un ottimo percorso di carriera in Airbus).
Quello che posso aggiungere è che, qualsiasi scelta farai, concentrati su:
– completare il corso nei tempi previsti, non limitandoti a superare gli esami, ma assimilandoli sul serio.
– affiancare lo studio con stage curriculari in aziende di rilievo, soprattutto al III anno ed al V. I lavoretti part-time possono aiutarti ad arrotondare e sono carini per completare il CV, ma quando si studia si studia e quando si lavora si lavora.
– sfruttare gli scambi all’estero: barcellona è meravigliosa se ti vuoi spaccare e divertire, ma UK e Germania sono decisamente migliori per crescere professionalmente.
Andrea.
Bello, mi piace questo articolo!
Frequenterei sicuramente tutti questi corsi, ma uno che aggiungerei io?
“Come insegnare” e lo renderei obbligatorio per ogni professore.
Mi trovo spesso a lezione a ragionare su come la materia mi farebbe impazzire se fosse spiegata in maniera diversa. Le potenzialità educative dei lavori di gruppo, di utilizzare tecniche interattive, di far esporre agli stessi studenti, di far pratica vera, di confrontarsi, di creare qualcosa, sono secondo me infinite.
E invece sai cosa sto facendo ora? Ascoltando l’ennesimo professore che con voce piatta mi rilegge un manuale costosissimo per un ora. Utile.
Mi fa proprio arrabbiare,
forse si capisce :)
Ciao Valeria,
concordo con te… ma solo in parte! ;-) Personalmente credo che fintantoché ci concentriamo su quello che dovrebbero fare gli altri per migliorare le cose… le cose non migliorano. Quando prendiamo il 100% della responsabilità del cambiamento, iniziano ad accadere cose interessanti.
Scendendo nel pratico, nella mia guida sullo studio suggerisco alcune strategie per non rompersi le balle a lezione, anche di fronte a professori non particolarmente in gamba! Un esempio? Un’ottima strategia è quella di fare attenzione a come ci parliamo durante la lezione: continuare a ripeterci mentalmente frasi del tipo “che palle! mi sto annoiando”, etc. non fanno altro che “spegnere” letteralmente il nostro cervello.
Prova ad osservare la tua mente durante queste lezioni e gradualmente sostituisci queste frasi con domande legate agli argomenti della lezione.
Ps. un’altra tecnica per ritrovare l’attenzione in aula è sicuramente quella di fare domande.
A presto,
Andrea.
Grazie, mi hai risposto super velocemente :)
Penso tu abbia ragione a dire che dipende da me rendere sopportabile e utile una lezione del genere.
Magari non farò mai domande a voce alta (perchè 200 facce che si girano verso di me quando ci provo mi mettono un’ansia :P ) però posso fare qualcosa.
Lo stesso vorrei un professore che invece di essere il miglior conoscitore della materia fosse il miglior insegnante.. A studiare un libro mi arrangio, ho bisogno d’aiuto ad apprendere davvero.
Comunque grazie mille per i consigli e il tuo lavoro
Vale
Da quando gli esami si frequentano?
Grazie della precisazione Lollo.