Ascoltare musica per studiare funziona davvero? Basta entrare in una qualsiasi biblioteca per rendersi conto di quanti studenti studino indossando delle cuffie. Ma studiare con la musica ci aiuta sul serio? Vediamo cosa dice la scienza al riguardo.
“Senza la musica per decorarlo, il tempo sarebbe solo una noiosa sequela di scadenze produttive e di date in cui pagare le bollette.”
Frank Zappa.
Tipica scena di vita studentesca: entri in una qualunque biblioteca e ti ritrovi davanti una lunga schiera di ragazzi seduti sui banchi con la testa china e le cuffie alle orecchie mentre studiano (forse) ascoltando musica.
Ti è mai capitato? No, aspetta, forse sei uno di loro!
La musica ha un ruolo fondamentale nella vita di ognuno di noi. Ha il potere di migliorare il nostro umore, farci assaporare le gioie del momento presente, far svanire le amarezze delle vita.
Non solo, in un’epoca in cui i media combattono una guerra spietata per catturare la nostra attenzione, quando dobbiamo svolgere un’attività importante come preparare un esame, la musica diventa per molti lo strumento più potente per ritrovare la concentrazione, isolarsi dal mondo e focalizzarsi sui propri obiettivi.
Ma usare la musica per studiare è efficace come molti credono?
Lo studente con la testa china sui libri e le cuffie alle orecchie ha attirato l’attenzione di molti psicologi che si sono chiesti se davvero la musica possa avere un impatto positivo sulla produttività e le prestazioni accademiche.
Nello specifico gli studiosi si sono chiesti quali siano i fattori “musicali” in grado di influenzare le prestazioni degli studenti?
Insomma, cos’è a fare la differenza: il genere musicale? La singola canzone? La presenza o meno della voce cantata? Altro?
Scopriamolo insieme: le sorprese non mancheranno.
Musica per studiare e concentrarsi: cosa dice la scienza
Ascoltare musica per studiare e per concentrarsi ha dei benefici?
I risultati degli studi scientifici sull’efficacia della musica durante lo studio sono contrastanti.
Nel corso degli anni sono tuttavia emersi alcuni elementi molto interessanti.
Ti cito ad esempio uno studio di Annette M. B. de Groot sull’influenza della musica di sottofondo nell’apprendimento delle lingue.
In questo esperimento gli studenti sono stati sottoposti a tre sessioni di apprendimento e a distanza di una settimana hanno poi affrontato un test di lingua. Il primo gruppo ha cercato di memorizzare i vocaboli utilizzando della musica classica per studiare, l’altro invece ha svolto lo stesso compito immerso nel silenzio.
Nello studio di de Groot i risultati migliori nel test finale sono stati ottenuti da chi ha appreso i nuovi vocaboli ascoltando la musica.
Tuttavia, l’autrice dello studio ha riconosciuto che non tutti gli studenti sembrano aver tratto lo stesso beneficio dall’ascolto della musica.
A quanto pare infatti…
Quando e per chi funziona usare la musica per studiare
Un altro studio ha cercato proprio di capire se la musica per studiare funzioni durante tutte le fasi dello studio e per tutti gli studenti.
Innanzitutto è stato scoperto che la musica migliora o addirittura ostacola l’apprendimento a seconda della fase di studio che stiamo affrontando.
Per esempio, i risultati nei compiti che coinvolgevano il ragionamento verbale (quello che si attiva quando leggiamo) migliorano con l’ascolto della musica.
Al contrario il ragionamento astratto (quello che si attiva quando dobbiamo ripetere o risolvere un problema) sembra essere ostacolato quando usiamo la musica per studiare.
In altre parole, puoi tranquillamente continuare ad ascoltare le tue playlist preferite mentre leggi, ma devi imparare a metterle in pausa quando svolgi degli esercizi o quando ripeti ciò che hai appreso.
Non solo, ascoltare musica può funzionare o meno anche in base alla personalità dello studente.
Per quanto possa sembrare paradossale, gli studenti introversi tendono ad avere difficoltà se utilizzano la musica per studiare. Al contrario, gli studenti con personalità estroversa studiano meglio se impiegano delle musiche per concentrarsi.
Ma non è finita qui!
Quale musica funziona per studiare e come?
Gli studiosi Hallam, Price e Katsarou (sì, esatto, si pronuncia Cazzaru! :-D ) hanno analizzato gli effetti della musica di sottofondo sull’apprendimento della matematica e sulla memorizzazione verbale, prestando particolare attenzione alla tipologia di musica ascoltata dagli studenti.
Nello specifico lo studio ha testato tre condizioni:
- Silenzio.
- Musica ritmata e “aggressiva”.
- Musica rilassante.
Per quanto riguarda lo studio della matematica, gli studenti sono riusciti a risolvere i problemi aritmetici sia usando la musica rilassante per studiare, sia in condizioni di silenzio. In entrambi i casi gli alunni hanno ottenuto gli stessi risultati in termini di precisione, ma gli studenti che hanno studiato col sottofondo musicale rilassante sono stati più rapidi.
Per quanto riguarda invece la memorizzazione verbale, l’esperimento prevedeva dapprima la lettura di frasi e in un secondo momento la memorizzazione di una specifica parola di queste frasi.
Dallo studio è emerso che le performance sono state migliori quando gli studenti avevano studiato ascoltando musica rilassante, mentre è stato riscontrato un netto calo con la musica più ritmata e aggressiva.
In conclusione: se vuoi studiare con la musica, magari evita l’heavy metal o la musica elettronica!
Bene, concludiamo questo articolo andando a vedere quali sono tutte le caratteristiche della perfetta musica per studiare (sì, ti ho messo anche qualche bella playlist già pronta).
Musiche per studiare e memorizzare: la guida definitiva
A quanto pare gli effetti positivi della musica sono stati trovati, ma il genere musicale, la tipologia del compito da svolgere e la personalità dello studente, sono fattori che possono incidere sull’influenza della musica sulle nostre performance. Ecco allora un paio di consigli utili:
1. Quando decidi di studiare con la musica fai attenzione a questi elementi
Come abbiamo già visto, ascoltare quella che in genere viene definita musica rilassante, dove il ritmo e il tempo sono costanti, è molto meglio per la nostra produttività rispetto ad un genere di musica ritmicamente complessa, con cambi di tempo e uno stile “aggressivo”.
Gli stessi studi hanno anche notato una netta diminuzione della concentrazione nel momento in cui si ascolta la propria musica preferita.
Nello specifico, a fare la differenza sembrerebbe essere la presenza delle parole. Anche se ascoltare le nostre canzoni preferite ci mette di buon umore e in uno stato d’animo positivo e favorevole per lo studio, se ascoltiamo della musica cantata il nostro cervello dedicherà una parte della propria attenzione per seguire il testo di queste canzoni.
Per queste ragioni uno dei migliori generi musicali per lo studio è la musica classica (sì, esatto: Mozart, Chopin e compagnia bella!).
2. Crea la tua playlist per dare un ritmo alle tue sessioni di studio
Ora che sappiamo qual è la migliore musica per concentrarsi, per evitare di dover cercare nuovi brani ogni 5 minuti, vediamo di creare una bella playlist.
In questo modo non solo risparmieremo tempo, ma avremo anche un ottimo strumento per pianificare la durata delle nostre sessioni di studio.
Potresti ad esempio applicare la tecnica del pomodoro e quindi creare playlist di 25 minuti, oppure, se sei già a un “livello avanzato”, puoi usare la tecnica del melone e sfruttare playlist che arrivano fino a 90 minuti.
Avrai così un promemoria automatico per prenderti la tua meritata pausa e ricaricare le pile. Senza contare poi il vantaggio di non dover mai guardare l’orologio (o lo smartphone) col rischio di distrarti: sarà la playlist a funzionare da timer per te!
Per facilitarti nella creazione della tua playlist ideale per lo studio ho raccolto per te alcuni dei migliori sottofondi musicali per i tuoi pomeriggi sopra i libri.
Musica rilassante per studiare
Di seguito ti diamo un elenco di musica rilassante che può aiutarti ad aumentare la concentrazione e darti benefici nello studio:
Musica zen per studiare
Tra i generi musicali utili ad aiutarci nelle ore di studio, non è di certo da sottovalutare la musica Zen, in particolare quella che proviene dal Giappone. Questo, infatti, è un genere musicale riscoperto negli ultimi tempi con il ritorno in auge della cultura orientale e, con il suo stile calmo e rilassato, aiuta non soltanto la concentrazione, ma permette anche di ritrovare un senso di rilassatezza generale che ci permette di combattere lo stress da un appuntamento importante come può essere un esame.
La musica Lo-fi per studiare
Ma c’è anche una novità. Ultimamente, infatti, tra i generi musicali utilizzati per aumentare le concentrazione e migliorare le performance durante lo studio c’è anche la Lofi Music. Lofi, o Lo-Fi (forma contratta dell’espressione inglese low-fidelity) corrisponde all’italiano “bassa fedeltà”. La musica lofi ha un suono ovattato, con sporadici segnali audio degradati, sibili ecc… Ma questo non è dovuto a una mancanza di qualità. È proprio il suono retrò volutamente imperfetto che la musica Lofi, registrata con apparecchiature tecniche semplici, vuole ottenere.
Secondo diversi studi, questo genere musicale, riesce a non distrarre, aumenta l’attività cerebrale, migliora le capacità cognitive e favorisce uno stato d’animo più equilibrato. Insomma, tutte sensazioni fondamentali per portare a termine una buona sessione di studio.
Conclusioni: ascoltare la musica aiuta a studiare?
Ascoltare la musica per studiare ha dei reali benefici?
La risposta è, come spesso accade: dipende!
A quanto sembra, sedersi davanti al libro e far partire la musica dello smartphone in riproduzione casuale è una pessima idea.
Gli studi hanno dimostrato che la tipologia di musica, la fase di studio che stiamo affrontando e persino la nostra personalità giocano un ruolo cruciale nella scelta di studiare con la musica oppure no.
Se ad esempio hai una personalità introversa e devi risolvere dei complessi esercizi di matematica, farlo con un sottofondo musicale ti fa solo perdere tempo e concentrazione. Al contrario, se hai una personalità estroversa e devi leggere quei 72 tomi universitari per prepare il tuo esame, avere una bella playlist di musica classica e rilassante nelle cuffie, può aiutarti a raggiungere lo stato di apprendimento ottimale.
In ogni caso ricorda: quando studi metti da parte le tue canzoni preferite e in generale evita come la peste quelle cantate!
Purtroppo però la musica spesso non basta per concentrarsi davvero.
Sì, può aiutarci, può metterci di buon umore, ma se la nostra testa continua ad andare altrove e non ne vuole sapere di affrontare quel maledetto esame, abbiamo bisogno di strategie di concentrazione avanzate.
Nel quarto capitolo di “Studia meno, Studia meglio (Sm2)” Andrea spiega nel dettaglio come raggiungere il cosiddetto stato di apprendimento ottimale ogni volta che ti siedi a studiare. Per farlo devi seguire alcuni semplici passi prima di ogni sessione di studio e cambiare specifiche abitudini nella tua vita.
Se sei pronto a passare al livello successivo, trovi tutti i dettagli sul manuale Sm2 cliccando il pulsante arancione qui sotto: buono studio!
A presto, Giulia.
Ho provato diverse volte a studiare con la musica classica di sottofondo ma non ce la faccio, non fa per me. Avendo suonato diversi anni, mi concentro troppo sui passaggi melodici e sulla bellezza del brano. Ho trovato una parziale soluzione nel mettere come sottofondo il rumore del vento o qualcosa di simile, giusto per fermare i rumori prodotti dagli altri nelle biblioteche. Articolo interessante come sempre!
Io a volte sono la tipa in bibliotecaca con le cuffie, ma non ascolto la musica, le uso solo per attutire i suoni che vengono dall’esterno oppure metto un suono costante tramite un app (tipo il rumore del vento, o dei suoni a particolari frequenze, etc..) che mi permettono di coprire un po’ i suoni esterni senza però essere troppo presenti.
Io con la musica non riesco a studiare ? in ogni caso, questo perché poi non riesco a non godermi la musica e mi distraggo dallo studio, anche se classica (effettivamente sono introversa ??).
A me aiuta molto sentire un rumore costante, come il ventilatore, il condizionatore etc.. a molte persone disturba a me aiuta molto a concentrarmi sulla lettura e per la comprensione.
Se può interessare, a completamento dell’articolo di Giulia, io utilizzo da un paio di anni con soddisfazione brain.fm. Le nuove tracce “grooves” per il focus sono fantastiche :)
Articolo molto interessante! Ho notato sulla mia pelle le stesse cose menzionate nell’articolo. Per quanto riguarda le mie preferenze, il jazz (lo smooth jazz per la precisione) mi aiuta a concentrarmi meglio. Per chi fosse amante del genere, su YouTube stanno delle Playlist fatte appositamente per chi studia.
Aggiungo un dettaglio interessante: secondo questo modello della memoria di lavoro, (https://it.m.wikipedia.org/wiki/Memoria_di_lavoro) tutto ciò che comporta l’impiego di parole impegna il Loop Fonoarticolatorio, quindi ascoltare musica con testi mentre si legge è controproducente perché il loop, non avendo risorse illimitate, è impegnato a elaborare sia la canzone che il testo.
Esattamente :)
Intéressante ! io di solito li uso per studiare storia(per non anoiarmi) ma ora proverò anche con altre materie
Io, devo ammetterlo, sono una fan della musica mentre studio o lavoro (anche mentre leggo in metro o cammino per strada). Il motivo è in particolare uno: tra le aule studio, i colleghi e i parenti le cuffie e la musica rappresentano un metodo efficace per limitare le interruzioni. In ogni caso concordo che ogni fase dell’apprendimento ha delle esigenze diverse. Io uso tuttora la musica per la lettura e per scrivere/mappare i concetti.
Buona settimana a tutti e buona musica.
E quella cosiddetta classica contemporanea? Ha gli stessi effetti di quella classica?
Articolo molto interessante, con la seconda playlist proposta ho preparato l’esame di urbanistica! Adesso che sto preparando materie scientifiche con tonnellate di esercizi da capire e applicare mi trovo meglio con i rumori di sottofondo, tipo la pioggia o anche i rumori da biblioteca o del mare
Sono un’estimatore di questo Blog, Andrea mi ha aiutato a crescere tanto, ci sono alcuni post che leggo a mo’ di Bibbia.
Proprio per quanto detto sopra mi dispiace che la qualità degli articoli stia diminuendo in maniera direttamente proporzionale alla frequza di pubblicazione.
Forse Andrea ci ha viziato troppo in passato con articoli SETTIMANLI di alta qualità, fatto sta che aspettare un mese per una roba del genere non è il massimo, soprattutto per chi ha vissuto l’epoca d’oro.
Ciao Fabio,
grazie del feedback.
Sei iscritto alla newsletter? Sei iscritto al gruppo Facebook? Da un anno e mezzo la mia produzione di contenuti gratuiti si è spostata principalmente su questi canali.
Detto questo: stiamo lavorando sia sul primo punto (frequenza degli articoli postati sul blog), sia sul secondo (aumento della qualità degli articoli scritti da altri autori).
Negli ultimi due anni io mi sono dovuto necessariamente concentrare sullo sviluppo dei corsi a pagamento (#365, Crea Tempo, etc.) e altri progetti che mi hanno assorbito molto (libro Rizzoli, audiolibri Amazon, etc.). È naturale quindi che scriva meno articoli gratuiti qui sul blog, ma voglio tornare a scriverne almeno uno al mese della stessa qualità dell’epoca d’oro.
Tra l’altro ho fatto per curiosità un controllo con la tua email e pur essendo un lettore storico da quanto ho capito, almeno con questo indirizzo email non risulti iscritto alla newsletter gratuita e non hai mai acquistato neanche un manuale, è corretto? Te lo chiedo perché mi serve capire che tipologia di lettori sto facendo scontenti.
Quando cambi e evolvi farai sempre scontento qualcuno, devi cercare di capire chi stai facendo scontento.
Da più di 10 anni creo contenuti gratuiti di qualità che sono stati letti da milioni di lettori, ma col crescere degli impegni spero tu comprenda che è corretto per me dare priorità a chi investe nella propria crescita personale rispetto a chi cerca mero “intrattenimento”.
Ciao Andrea sempre io :) sono iscritto alla newsletter le tecniche contenute in Start sono una cannonata!
Insomma, penso di essere il tuo utente medio, come Oscar del resto ;)
Ciao Fabio, capisco benissimo che dopo dieci anni “faccia strano” leggere un nome diverso da quello di Andrea su questo blog. Come ha già detto Andrea stesso ti confermo che stiamo lavorando per aumentare sempre di più la qualità degli articoli. Grazie per il feedback :)
Io mentre studio ascolto “white noise” o asmr(tapping o scratching di solito), mi aiuta un sacco a concentrarmi e appena metto le cuffiette inizio a studiare, è diventata come un abitudine. Però quando mi comincio a stancare, la musica è di troppo e devo spegnerla.
Bell’articolo, io essendo un patito di Metal non posso farne a meno :/ Però c’è stato un periodo universitario in cui mi sono scontrato con la teoria dei battiti binaurali che si dice aiutino parecchio.
Su di me funzionava. forse effetto placebo, chi lo sa. Comunque consiglio un canale youtube chiamato Mind Amend che ha delle tracce molto belle.
Interessante questione, perché mi sono sempre chiesto come fosse possibile trovare beneficio dall’ascoltare musica mentre si lavora o si studia! :D
Da studente ci ho provato ed, ascoltare musica mentre studiavo, mi portava ad… ascoltare la musica, non a concentrarmi sullo studio!
Negli anni, ricordo però di aver trovato profondo giovamento nell’ascoltare musica durante le lunghe sessioni di disegno tecnico da fare a casa, tempo che però non definirei “di studio”, ma di disegno, dovevo cioè disegnare delle figure geometriche sempre più complesse man mano che passavano i mesi scolastici.
Da lavoratore, mi è servito avere della musica di sottofondo per coprire ambienti di lavoro troppo rumorosi, ma di solito si è trattato di suoni di natura o rumore bianco (sito web noisli, per intenderci).
Per il resto, ho sempre fatto molta fatica a comprendere come miei amici o colleghi potessero essere produttivi ed in un caso mi è stata data una risposta interessante: un collega raccontava come la musica lo aiutasse a distrarre la scimmia disturbatrice che era dentro di lui, consentendo alla parte cosciente di essere produttiva sul task da compiere. GENIALE!
Ecco svelato il mistero! Sarà che la mia scimmia interiore è un gorilla di 300Kg che è parecchio difficile da distrarre? Chi lo sa! :D
Ciao Andrea, articolo interessante e confermo ciò che hai scritto: io (essendo introverso) non riesco a risolvere i problemi quando disegno planimetrie per hobby oppure quando leggo.
Interessante, ma non mi ci ritrovo molto. Mi trovo molto meglio ad ascoltare musica ritmata, perchè mi da la carica e mi fa venire “voglia”. Ovviamente senza parole e non continuamente.
Ho una playlist molto breve per lo studio e ascolto sempre quella, quella musica per me significa “concentrati!”
Ciao Ermelynda
sono Alfredo da Bari. Mi ha incuriosito il tuo commento, in particolare l’ultimo passaggio: “quella musica per me significa “concentrati!” ” Colgo l’occasione per chiederti se avessi piacere di condividere la tua playlist.
Un carissimo saluto da Bari.
Io personalmente utilizzo Brain.fm consigliato da te in un altro articolo o mail . Sono ormai 2 anni e devo dite che funziona benissimo. Marco
Grazie Giulia, articolo interessante. Peccato che Andrea abbia abbandonato questo fantastico blog (il 2018 decisamente l’anno peggiore) per fare un po di soldoni. Mi pare giusto, per carità, dopo tanti anni di grandiosi consigli. Peccato però, una perdita enorme. Buon lavoro!
Ciao Oscar, non preoccuparti, non è stato abbandonato e non intendo abbandonarlo.
Pur dando priorità ai corsi avanzati, ho sempre continuato a produrre contenuti gratuiti (o semi-gratuiti, come il recente libro per la Rizzoli), semplicemente ho spostato la produzione di questi contenuti sul gruppo Facebook e sulla newsletter.
Da un mesetto circa ho deciso di tornare a focalizzare la creazione dei contenuti gratuiti qui sul blog, con in più l’aggiunta di nuovi contenuti di altri autori.
Ps. Oscar, mi confermi che anche tu non ti sei mai registrato alla newsletter gratuita a cui invio ogni lunedì nuovi contenuti e non hai mai acquistato neanche un manuale di EfficaceMente?
Caro Andrea, stimo e apprezzo il tuo lavoro da anni, dagli inizi. La mia non voleva essere una critica, ma una riflessione “affettiva”. Non ho acquistato manuali, sono iscritto alla newsletter da sempre (con altra email) e il mio profilo FB è abbandonato da quasi tre anni (grazie anche a certe tue riflessioni).
Non volevo essere ironico, tanto meno sarcastico, con il mio “soldoni”. Trovo giustissimo che tu espanda i tuoi orizzonti e metta a frutto (economico) le tue grandi capacità. Te lo meriti soprattutto dopo aver donato tanto. Il mio augurio è che il tuo successo superi le tue aspettative sempre.
Non è quindi il prezzo, per quello che mi riguarda, a dare valore ai tuoi scritti; se tu decidessi di fare una versione premium di Efficacemente (il blog com’era prima di Yes!) sarei il primo iscritto.
Quello che volevo esprimere era dispiacere per la perdita di un compagno di viaggio e l’augurio a Giulia, che ha esordito molto bene, direi. Spero di essere riuscito a chiarire meglio il mio pensiero.
Vi auguro le cose migliori. Buon lavoro!
Ciao Andrea e Giulia,
ammetto che anch’io mi sono sentita inizialmente abbandonata da Andrea, essendo una sua grande ammiratrice, nel leggere la firma di Giulia nella mail settimanale.
Però apprezzo i cambiamenti e credo che una voce diversa, oltretutto femminile, possa essere un arricchimento.
Spero continuiate così, grazie
L’articolo è molto interessante pero’ penso che sia strettamente soggettivo..io ad esempio ascoltavo la musica per fare esercizi..che fossero versioni di greco e latino,che fosse inglese ma soprattutto matematica..ricordo che quando non utilizzavo la musica, non riuscivo a svolgere esercizi di matematica e allora mettevo musica ma di qualsiasi genere..Non avevo una playlist mi bastava la radio e il volume leggermente alto..però se capitava musica classica la giravo immediatamente..non saprei spiegare tutto questo ma il nostro cervello ha dei meccanismi così perfetti e diversi che non possiamo a volte catalogare per tutti
Caro Oscar, anche la mia era sincera curiosità, per capire con che tipologia di lettore mi stavo confrontando.
Detto questo, non tornerò a scrivere un articolo a settimana, ma concordo col fatto che gli impegni degli ultimi mesi abbiano sottratto un po’ troppe risorse al blog e gli articoli pubblicati nel 2018 non sono stati all’altezza di EfficaceMente.
Come ti anticipavo, il mio obiettivo è tornare a scrivere almeno 1-2 articoli al mese di qualità top e al contempo arricchire la pubblicazione con nuovi autori emergenti che vadano magari inizialmente a coprire tematiche più di nicchia.
Grazie per questo scambio, mi rendo conto di non rappresentare il tuo target ideale (per età, professione e esigenze formative) e di poter dare l’impressione di qualcuno che apprezza solo la parte gratuita del tuo lavoro.
Io so cosa vuol dire investire anni di lavoro pro bono per poi doversi giustificare con chi ti rimprovera di chiedere denaro. Spero sia chiaro che il mio intento non era questo tipo di critica, ma qualcosa di più affettivo e meno veniale. Ora, dopo le tue risposte molto apprezzate, posso anche dirti che pur non avendo mai acquistato direttamente nessuno dei tuoi prodotti, ho finanziato l’acquisto dei tuoi manuali e di un tuo corso per le mie figlie. La più grande si sta laureando e ogni giorno mi (ti) ringrazia e si rammarica di non aver(ci) ascoltato prima. Fortunatamente, la più giovane ha fatto tesoro degli errori della sorella.
Continuerò sempre con interesse a seguire l’evoluzione di questo mondo che hai creato.
Grazie per il tuo lavoro.
Saluti,
Oscar
Mi auguro tra qualche mese di poterci confrontare nuovamente sulle novità del blog. A presto!
Io ho sempre studiato in silenzio. Da qualche tempo ho però iniziato ad utilizzare come sottofondo (con le cuffie a volume molto basso) delle tracce con onde Alfa, e solamente durante la lettura e la scrittura delle mappe, non nella ripetizione. Avendo letto su Sm2 che l’apprendimento è migliore a questa frequenza ho provato e mi sono trovata bene. La musica classica per studiare non mi è d’aiuto, piuttosto la utilizzo per leggere un libro che non sia di studio. Grazie comunque per l’articolo, molto interessante!
Ciao a tutti,
mi accodo alle perplessità manifestate da alcuni circa la possibilità di ascoltare musica mentre si fa altro, senza essere distratti dalla musica stessa. Mi prendo il tempo per sviscerare l’argomento più di quanto non sia già stato fatto, dal momento che si tratta di un tema molto importante per me. Auspico di vedere ulteriori interventi.
Una premessa: ritengo che la musica debba avere principalmente una utilità sociale, che serva ad unire le persone e in ogni caso debba favorire stati di benessere. Quindi ognuno della musica ne giova come preferisce e ben vengano le persone che riescono a studiare o lavorare efficacemente grazie alla musica. Significa che la musica è stata utile.
Detto ciò, vorrei invitarvi (penso valga un po’ per tutto nella vita) ad avvicinare con cautela e rispetto un argomento che non è familiare evidentemente. Nell’articolo purtroppo vi sono imprecisioni e inesattezze. Per quanto immagino, e voglio credere, ci sia tutta la più buona volontà da parte dell’autore, il rischio è quello di diffondere una cultura musicale sbagliata, reiterando in maniera inconsciamente subdola il concetto cha la musica sia una cosa dovuta e di scarso valore.
La musica buona non nasce sugli alberi. Richiede sforzi, fatica e anni di studio. Coinvolge persone che lavorano e che sanno quello che fanno. Gli ascoltatori spesso non sono in grado di giudicare la musica che sentono perché non sono stati educati a farlo.
Per prima cosa bisognerebbe chiarire cosa si intende per ‘ascoltare la musica’. Un verbo è sentire e un’altro ascoltare. Nell’articolo la parola ascoltare è stata usata più volte. Attenzione. L’ascolto presuppone un certo sforzo e una discreta attività intellettuale, che varia in base alle conoscenze dell’ascoltatore e alla musica del caso.
Un punto che non mi va giù:
“se vuoi studiare con la musica, magari evita l’heavy metal o la musica elettronica!
[…]
Come abbiamo già visto, ascoltare quella che in genere viene definita musica rilassante, dove il ritmo e il tempo sono costanti, è molto meglio per la nostra produttività rispetto ad un genere di musica ritmicamente complessa, con cambi di tempo e uno stile “aggressivo”.”
Ritmo e tempo sono concetti precisamente definiti in musica; non penso bastino per identificare la musica rilassante. Anzi, esiste tantissimo heavy metal (elettronica anche di più) in cui ritmo e tempo sono costanti.
Tutt’altro impegno sarebbe definire lo stile “aggressivo” (giustamente tra virgolette).
Poi si dice:
“Per queste ragioni uno dei migliori generi musicali per lo studio è la musica classica (sì, esatto: Mozart, Chopin e compagnia bella!).”
Ora, ribadendo che molto dipende dall’ascoltatore, credo che la complessità di un’opera di Mozart sia imparagonabile a quella di un gruppo metal o hard rock se preferite. Basta dire che stiamo parlando di un organico di 30/40 strumenti (non tutti distinti, si intende) contro 4 o 5. Già questo basterebbe per dire che Mozart richiede molta più attenzione, a quel punto risulta difficile portare avanti un’altra attività parallelamente. Sempre che si parli di ascolto serio. Ma di fattori che rendono Mozart più complicato dei Led Zeppelin se ne potrebbero elencare altri…non ultimo il fatto che siamo più abituati agli ultimi.
Inoltre potrei soffermarmi sul fatto che la musica classica viene descritta quasi assimilando Mozart e Chopin come se fossero la stessa cosa. Volendosi limitare ad una brutale traslazione temporale, è circa come accomunare Jimi Hendrix e Ed Sheeran. Capisco che la cosiddetta musica classica sia poco nota ai più e che perciò molti non la ascoltino veramente ma si limitino a sentirla, subendo solo un coinvolgimento emotivo. Anche perciò l’obiettivo dovrebbe essere quello di istruire musicalmente le persone con coscienza.
Capirete che l’osservazione prolissa sull’articolo (è la prima volta che lascio un commento) è dovuta al fatto che nella mia vita la musica è un tema estremamente rilevante, come ho già detto prima.
Ripeto: bene che se ne fruisca come meglio si crede. Il problema è che qui è labile il confine tra l’essere fruitori e il dare giudizi con supponenza. Questo è, se non altro, poco rispettoso nei confronti di chi ha dedicato anni allo studio serio della musica.
Se tutti suonassimo uno strumento musicale il mondo sarebbe un luogo migliore in cui vivere.
Caro Jacopo, spesso le nostre esperienze sono come lenti che ci portano a vedere il mondo in maniera distorta.
Ho apprezzato il tuo commento puntuale ed approfondito. Per mia natura amo che gli argomenti siano sviscerati nella maniera più professionale e precisa possibile, ma la tua passione (e conoscenza) della musica probabilmente hanno distorto il tuo giudizio.
La distorsione è avvenuta su 2 livelli:
1) Questo articolo nulla vuole togliere all’importanza di ascoltare con attenzione la musica, ma converrai con noi che il 98% della popolazione no dà alla musica la stessa importanza che puoi dargli tu e semplicemente utilizza la musica come sottofondo (spesso nella maniera errata come spiegato nel post).
2) Il focus del post riguarda l’ascolto della musica come potenziale strumento di concentrazione e i consigli riportati si rifanno a studi scientifici condotti sull’argomento.
Per concludere: se il tuo scopo è quello di contribuire a far apprezzare di più la musica devi imparare a comunicare questa tua passione con un linguaggio e con motivazioni che catturino l’interesse di gran parte delle persone, anche se questo significa semplificare alcuni passaggi. Se invece il tuo scopo è semplicemente dimostrare la tua superiore conoscenza della musica, il tuo commento è perfetto, ma temo di scarsa utilità.
Aggiungo infine che il mondo sarebbe un luogo migliore non solo se tutti suonassimo uno strumento musicale, ma anche e soprattutto se imparassimo a riconoscere gli inganni e le lusinghe del nostro ego e a metterle da parte per perseguire scopi superiori.
Sei davvero una grande persona Andrè, e ci tengo a dirti che sei una delle poche persone che stimo veramente, il commento può risultare fuori luogo, ma è quello che ho pensato quando ho letto questo e altri tuoi commenti, buona fortuna per i tuoi progetti!
Grazie @nico
Il mio maestro di pianoforte sostiene che mentre si lavora (o si studia) è preferibile una musica più semplice rispetto a che quello che rientra nella definizione di “musica classica”; come indicato anche dal lettore Jacopo Belfiori, questo genere di musica risulta molto “piena” (quindi complessa).
Rimanendo su questa linea di pensiero dunque, vi consiglio per le vostre playlist alcuni artisti più “semplici” da ascoltare come Ludovico Einaudi, Yann Tiersen, Yiruma, Roberto Cacciapaglia
Io ho sempre studiato certe materie con del sonoro heavy metal in sottofondo.
Ascoltavo anche altri generi, ma l’unica differenza che faceva per me, era se il testo era cantato in italiano perchè quello mi distraeva, invece con la musica straniera non ho mai avuto problemi.
La classica mi piace ma la evito durante lo studio :) è troppo tranquilla, mentre io ho bisogno di qualcosa che sovrasti il rumore dei pensieri che ho nella testa, così mi concentro.
Da tanto tempo uso la musica per studiare, mi aiuta a rimanere concentrato e ad isolarmi da tutti i rumori e disturbi esterni. Ovviamente la playlist vede musica minimalista/classica, molto “leggera” .
Complimentoni Andrea!
Articolo interessante! Io ultimamente sto studiando tenendo come sottofondo musica jazz da piano bar ed, effettivamente, riesco a concentrarmi di più…In realtà, forse, mi aiuta anche non annoiarmi se l’argomento è un po’ pesante. La musica mi mette la voglia di restare a studiare.
Parlo da studentessa universitaria con ADHD. Per me la musica è indispensabile quando devo studiare, soprattutto perchè mi permete di “bloccare” qualsiasi rumore esterno che ha la straordinaria capacità di catturare la mia attenzione anche nel bel mezzo di una sessione di storia contemporanea. Ovviamente è assolutamente bandita la musica ritmata e, in genere, tutta la musica cantata ma ampio spazio a musica classica e alla maggior parte delle playlist di spotify per la concentrazione. Però, per esempio, ho notato che se sto studiando qualcosa di astratto, tipo filosofia del diritto nemmeno la musica classica può aiutarmi ma ben venga i nature sound, soprattutto le registrazioni di temporali. Ad ogni modo, come sempre gli articoli di Andrea sono strepitosi e, soprattutto, niente fumma ma risultati di test e ricerche. Always the best!
Grazie Elena :)