Consigli pratici per preparare un esame in modo efficace.
“L’amara dolcezza dello studio è sempre preferibile alla dolce amarezza dell’ignoranza.”
John Goodwine.
Gli esami universitari sono il “Santo Graal” degli obiettivi. Preparare un esame ha infatti tutte le caratteristiche dell’obiettivo perfetto: (a) Hai una scadenza ben definita: la data dell’appello. (b) Sai esattamente se hai raggiunto o meno il tuo obiettivo: promosso o bocciato. (c) Hai diversi gradi di successo: dal 18 al 30 e lode. (d) Sai esattamente cosa devi fare: studiare.
Eppure… preparare un esame è da sempre uno dei drammi esistenziali per migliaia di studenti e se stai ancora leggendo, ho il vago sospetto che questo problema ti riguardi da vicino!
Fino a qualche mese fa pensavo che gli articoli sulle tecniche di memorizzazione e sul metodo di studio potessero essere sufficienti per aiutarti a preparare al meglio i tuoi esami universitari, ma le decine di email ricevute mi hanno fatto sorgere il vago sospetto che servisse qualcosina in più!
Ho recentemente pubblicato la mia guida dedicata agli studenti universitari “Studia Meno, Studia Meglio“, in cui spiego nei dettagli il metodo di studio che mi ha permesso di preparare il doppio degli esami in metà del tempo. Ma visto che non siamo qui a pettinar le bambole pubblico oggi un articolo con 4 tecniche pratiche ed efficaci per preparare il tuo prossimo esame EfficaceMente.
1. Definisci un piano di studio dettagliato
il 50% delle email che ricevo contengono tutte varianti della stessa domanda: “devo preparare l’esame X entro Y giorni, come faccio?!”
Come detto, preparare un esame è un obiettivo per antonomasia, e come per qualsiasi obiettivo, se vuoi raggiungerlo hai bisogno di un… piano. Ma prima di definire il tuo bel piano di studio, devi farti qualche domandina:
- Quanti giorni mancano al prossimo appello?
- Hai già tutto il materiale necessario per la preparazione dell’esame?
- Quante pagine devi studiare?
- Si tratta di uno scritto o di un orale?
- Devi preparare degli esercizi per un’eventuale prova pratica?
Una volta risposto a queste semplici domande, avrai a disposizione tutte le informazioni per definire il tuo piano di studio; vediamone un esempio:
- Il primo appello è tra 20 giorni.
- Dopo aver fatto una chiacchierata con gli studenti più anziani hai scoperto che le domande dell’esame vertono su un testo di 500 pagine che guarda caso è stato scritto dal Prof.
- L’esame è un orale e non prevede uno scritto con esercizi pratici.
Partendo dal nostro esempio, ecco come potrebbe apparire il tuo piano di studio:
Dedica l’80% del tempo (16 giorni) alla lettura, alla preparazione delle mappe concettuali e allo studio del materiale, dandoti come obiettivo quello di completare almeno 30 pagine (500 pagine / 16 giorni) al giorno; utilizza il restante 20% del tempo (4 giorni) per ripassare quanto preparato.
Insomma, preparare un piano di studio non è roba da scienziati della NASA! Metti insieme tutti gli elementi, per essere sicuro di non tralasciare nulla, datti degli obiettivi di studio quotidiani, ed il più è fatto. L’obiettivo primario di un piano infatti è fare chiarezza su ciò che ti aspetta; questo ti aiuterà ad essere meno preoccupato e ad affrontare al meglio il periodo di studio.
2. Tieni d’occhio i progressi
Un piano di studio non serve a nulla se non tieni traccia dei tuoi progressi. Sapere a che punto del percorso sei ti aiuterà inoltre a mantenere elevati i livelli di motivazione.
Nel 2° capitolo di Start! La guida pratica per sconfiggere la procrastinazione spiego nel dettaglio 2 tecniche specifiche per concentrarsi sui progressi, lasciando momentaneamente da parte la deleteria ossessione per i risultati. Qualsiasi tecnica tu scelga di utilizzare, ciò che conta è che tu abbia un riscontro visivo dei tuoi progressi:
- Metti una “X” nel calendario per ogni giorno in cui sei riuscito a raggiungere il numero di pagine che ti eri prefissato di studiare.
- Fai due pile di fogli sulla tua scrivania: da una parte il materiale completato e dall’altra quello ancora da studiare.
- Utilizza un habit tracker come Joe’s Goals o un foglio excel.
Insomma, segna i tuoi progressi come caspita preferisci, ma fallo!
3. Premiati ad ogni tappa
Come visto, tenere d’occhio i nostri progressi nella preparazione di un esame ci aiuta a rimanere motivati e ci da un feedback immediato sullo stato di avanzamento del nostro piano di studio. Ma per innestare un circolo virtuoso in cui ad ogni progresso siamo sempre più incentivati a raggiungere la nostra meta, manca ancora un elemento…
Un paio di anni fa ho scritto un articolo intitolato: “Il piccolo algoritmo del successo“. In questo articolo parlavo di 3 elementi essenziali per il raggiungimento del successo; uno di questi è il: premio.
Nel definire il tuo piano di studio ed i relativi obiettivi quotidiani/settimanali, stabilisci in anticipo anche come intendi premiarti per ogni milestone (obiettivo intermedio) raggiunto.
Riprendendo il nostro esempio delle 30 pagine di studio al giorno, pensa fin d’ora a quale sfizio ti toglierai o quale piacere ti concederai ogni volta che raggiungerai la tua “quota di studio”. Naturalmente stiamo parlando di piccoli piaceri della vita, ma sufficienti per gratificarti se hai raggiunto il tuo obiettivo e per metterti a disagio se non lo hai fatto:
- una puntata del tuo telefilm preferito.
- un’ora di relax con un bel romanzo e dell’ottima musica di sottofondo.
- un aperitivo con i tuoi amici di sempre.
Sono piccole cose, ma se impari ad intervallare il tuo periodo di studio con momenti di intensa concentrazione e momenti di assoluto relax, la tua prossima sessione di esami non sarà certo una villeggiatura, ma neanche quella tortura che hai vissuto finora!
4. Condividi il tuo obiettivo
A volte facciamo i nostri bei piani, segniamo i nostri progressi, ci premiamo neanche fossimo campioni di formula 1, eppure… finiamo per fallire!
Cos’è successo?!? In questi casi è mancato quasi sicuramente un elemento: la nostra determinazione assoluta.
Quando siamo disposti a “bruciarci le navi alle spalle“, a non tollerare altra opzione se non il successo, a dare il 110% di noi stessi, difficilmente manchiamo i nostri obiettivi. Ma come cavolo raggiungiamo questo livello di determinazione?!
Una delle tecniche più efficaci è quella di rendere il nostro obiettivo pubblico. L’imbarazzo di non aver raggiunto un obiettivo condiviso con gli altri può essere un potente motivatore.
So di lettori del blog che hanno mentito ai propri genitori sulla loro reale situazione universitaria. Ne capisco le ragioni e non sono qui a dare giudizi, ma sperare di recuperare senza dire nulla ai propri cari è una vana speranza: è molto più efficace condividere i propri obiettivi di studio ed accettare la responsabilità delle nostre azioni.
Alla tua prossima sessione trasforma i tuoi obiettivi in promesse e possibilmente promesse pubbliche: nei confronti di te stesso, della tua famiglia, dei tuoi amici.
Beh… cosa ne pensi? Sei pronto a riempire il tuo libretto universitario con una sfilza di 30?! Ricorda che poi voglio la percentuale!!! Buona settimana (o quello che ne rimane).
Foto di starlights_
Fortunatamente non è più un problema che mi tocca! Al massimo ora dovrò ricordare il discorso della tesi, ma se proprio non mi viene improvviso. :D A meno che non si così pazzo da iscrivermi alla specialistica.
Ottimi i tuoi consigli Andrea, come sempre dopotutto. Da (ex) studente, però, vorrei dire che il piano perfetto è difficile da seguire. Capita quell’imprevisto bastardo e ci si trova con 20 pagine in meno. Non sono tantissime, ma sono fastidiose.
Se quindi c’è abbastanza tempo, io suggerisco di arrivare “corti” di un paio di giorni, ovvero puntare ad essere pronti per l’esame almeno due giorni prima dell’appello. Così facendo, anche con un imprevisto, non ci saranno problemi. E poi io mi trovo molto meglio a passare il giorno prima di un esame in totale relax!
Ciao Andrea,
beh, una passeggiata! A leggerla così sembra che tutti gli studenti che arrivano impreparati manchino solo di metodo! E in effetto un po’ è vero…
Se è veramente così semplice devo valutare l’idea di iscrivermi ad un corso di laurea? Al limite se arrivo impreparato a qualche esame posso sempre dire ai professori che la colpa è tua… :-)
Ciao Enrico,
certo il metodo non è tutto, ma per l’università secondo me rappresenta un buon 60-70%.
Al 5° anno di liceo ero molto spaventato dai contenuti dei corsi della facoltà di ingegneria a cui mi ero iscritto: dopo i primi esami mi sono reso conto che le materie affrontate, erano certamente complesse, ma non così incomprensibili.
Ripeto, a mio avviso, il successo universitario dipende per buona parte dal metodo con cui si affrontano le lezioni e gli esami.
Andrea.
Come si suol dire:
questo articolo” casca a fagiulo”…in un giorno in cui la mia motivazione sta a zero,in cui tutto sembra una montagna impossibile da scalare….i tuo consigli mi hanno regalato una spintina….:-)penso che lo studente sia il mestiere piu’ difficile del mondo, se poi sei fuori con i tempi e hai anche altre scadenze e’ veramente un impresa titanica.Pero’ mai rinunciare hai propri sogni e i tuoi consigli mi hanno aiutato a riprogrammare il mio studio .non vedo l’ora che finisci la tua guida …GRAZIE ANCORA ANDREA
Grazie a te del commento Simona
Bene, interessante. Secondo te come potrebbe calzarsi per chi lavora full time o vorrebbe riprendere gli studi?
Ciao Marco,
come scritto nell’articolo, ricevo molte email che contengono in maggioranza la variante alla stessa domanda. Le più carine sono quelle degli studenti che mi espongono nel dettaglio la loro situazione, dandomi 1.000 particolari sulla tipologia di esame, il prof e la loro vita dall’infanzia ;-)
Un metodo per essere efficace deve potersi adattare a situazioni anche apparentemente molto diverse tra loro. Per quella che è la mia esperienza il metodo esposto svolge egregiamente questo lavoro.
Questo vale anche per la tua situazione: il fatto di essere uno studente lavoratore, ti obbliga ad essere ancora più efficace. Se ci rifletti bene, le 4 tecniche esposte si adattano anche alla tua situazione.
Farei attenzione solo al punto primo: nel piano di studio dovrai infatti tenere in considerazione le ore di studio che hai effettivamente a disposizione ogni giorno, al netto dell’orario di lavoro.
Andrea.
Ok… mi hai confermato quello che pensavo.
Grazie ancora.
M.
per citarne una pubblicitaria “Ottimo dire”…le mappe concettuali o mappe mentali le faccio, ma solo dopo aver letto-sottolineato l’intero libro, e reputo che siano utili. Sto lavorando molto sulla concentrazione.sai un mio errore, è che quando devo stare chino sui libri, per preparare esami, mi scordo della vita sociale,palestra, uscite ecc.ecc…e mi sono accorto che non va affatto bene.seguirò la tua breve ma “efficace” guida, e fra qualche mese ti dirò i risultati!
ciao. e buona giornata!
è un mio grosso problema.dovendo preparare un sacco di esami ad ogni appello non riesco mai a fare un piano di studio efficiente..non so dove mi perdo..ogni volta fisso tot di pagine da fare per ogni esame ma non riesco mai a coprirle tutte e ogni volta rimando qualche esame al prox appello..leggo spesso il tuo articolo su ” come preparare 8 esami in un appello” ma nn riesco mai a portare a termine il piano..questo articolo è fantastico!ora mando il link ai miei ”compagni di via crucis” heheheheh
…e se uno fosse così pieno di impegni da non potersi organizzare bene il tempo? Io ad esempio ho un esame tra un mese e ho un sacco di altre cose da fare oltre a studiare (e spesso e volentieri le scopro il giorno prima), senza contare il fatto che ho lezione tre giorni a settimana e devo tenermi al passo con gli appunti di due corsi per evitare di arrivare a giugno-luglio e non avere idea di tutto quello che si è fatto in tre mesi.
AIUTOOOOO COME FACCIO?
Ester
Ciao Andrea! Ottimo articolo come sempre… ma magari fosse sempre così!
Adesso sono fuori corso, ma quando avevo le lezioni da seguire l’orario era di 5 giorni dalle 08.00 alle 18.00 di sera, mettici l’ora di treno per tornare a casa… era stressante persino preparare i compitini!
Però il “programma” non va bene per tutti gli esami… va bene soprattuto per gli esami orali.
Per gli esami di progettazione, dove occorrono revisioni settimanali, continue modifiche al tuo lavoro, il professore che ti modifica in modo “sostanziale” il progetto a pochi giorni dall’appello… il programma è sostanzialmente una cosa utopica.
Anche perchè non ci dovrebbero essere distrazioni, ma non nel senso di procastinazioni, nel senso di “incidenti sul percorso”.
Io in genere mi metto nello stato mentale di avere l’esame 5 giorni prima o una settimana prima della data vera e propria, e di lì mi organizzo. Quando arrivo alla “data finta” tiro un sospiro di sollievo perchè so che ho ancora qualche giorno per ripassare con calma.
Dico la mia, e non me ne voglia nessuno.
Questi piani di studi rigidi funzionano solo se tutto il resto funziona come un orologio. Vivi coi tuoi, gli amici di sempre etc etc… (questo almeno nella stragrande maggioranza dei casi che conosco).
Se non riesci a studiare, o se lo studiare non si concretizza, pensa a pensarla cosi: c’è altro nella vita. C’è altro che so fare!
molto spesso non ci manca il metodo, ma ci manca la serenità per applicarlo e vivere ciò che si fa con serenità. Le motivazioni possono essere molyeplici, ma il trucco più semplice, e che io sto cercando di usare proprio ora, è quello di darci una possibilità. Perchè a volte sapere che ci possono essere più possibilità favorevoli per noi di quante non ce ne aspetteremmo è la vera molla.
Mi scuso se non son stato chiaro nell’esposizione, ma scrivere da uno smartphone non è così semplice ;-) e ringrazio Andrea per il suo lavoro e per la possibilità di commentare i suoi articoli
Complimenti, penso che questo blog sia bellissimo!…mi da spunti per riflettere, sono sempre stato appassionato a tutto ciò che potesse “migliorarmi”…
E questo articolo capita proprio a fagiolo….in me da migliorare ci sarebbe molto, ma soprattutto dal punto di vista universitario..
Il mio piu grande problema è proprio psicologico:un pò mi sottovaluto eccessivamente,organizzo male il mio tempo e procrastino troppo per paura di “fallire”,ciò mi crea appunto un blocco…
questi continui rinvii mi hanno portato ad avere un peso difficilmente sostenibile ed ho cominciato ad avere attacchi d’ansia….sto lentamente migliorando..spero di uscirne..spero anche grazie a questo blog..
Comunque complimenti ;)
io sono sempre in tensione per gli esami, e finchè non manca poco tempo alla data non riesco a concentrarmi come dovrei. è come se il fatto di avere poco tempo mi spingesse a darmi da fare, mentre quando ne hho parecchio mi perdo via!
Mi piace l’articolo. Una mia amica lavora specialmente con studenti universitari. Ho notato che una buona cosa è affrontarne uno per volta. Qui infatti Andrea, dai degli strumenti per programmarsi un singolo esame.
Ho notato la tendenza di dire, paradosssalmente capita di più quando ne mancano pochi, “ne mancano tre e ho anche la tesi” così diventana una somma molto più complessa da superare.prendendone uno alla volta e pianificando come suggerisce l’articolo si possono realizzare.
Un aspetto che mi piace di questo blog e la praticitá! complimenti!!
Ottimo articolo, soprattutto pratico! ne farò tesoro :D
Ma cosa si fa quando un pesante evento ti travolge, richiede le tue energie e ti riempie di preoccupazioni? Come si fa in mezzo al casino ritrovare un po’ di concentrazione ed essere produttivi?
C’è qualche speranza?
Ops! ho pubblicato per errore 2 volte lo stesso commento. Chiedo scusa!
Vi parlo della mia esperienza e spero che qualcuno di voi potrà darmi un aiuto piu o meno umano.. Sono iscritto al primo anno del Cdl d
in scienze biologiche.. Ci fanno lavorare come dei muli e non abbiamo neanche il tempo di riposarci che dopo 2 giorni ha inizio la sessione d’esame. Voi vi starete dicendo che sono uno sciocco a dire queste cose, perchè non è cosi difficile studiare qualche materia il pomeriggio.. SBAGLIATO! ho lezione ogni giorno dalle 8e30 alle 19 con la sola interruzione della pausa pranzo (che tra un po’ neanche basta x la fila che c’è alla mensa). Tutti gli esami hanno prova scritta e orale.. Se passi lo scritto (magari x fortuna) non è detto ke poi lo passerai all’orale.. Ad ora, solo 2 dei miei 100 colleghi è riuscito a superare completamente una materia soltanto.. per voi una situazione del genere è umana.. Spiegatemi voi cosa devo fare… :)
In effetti conosco bene questi ritmi…..ora sono fuori corso e fuori tempo ma devo laurearmi in scienze biologiche.Posso dirti che e’ difficile ma non impossibile, mettici tutto il tuo impegno e cerca di concretizzare perche’ in questo campo conta l’esperienza e non quanto sei all’universita’. Se ci sono riuscita io a riprendere gli studi, nonostante lavoro e nonostante tanto altro anche grazie ai consigli molto validi di questo blog, ce la puoi fare anche tu. quindi forza e in Bocca al lupo e segui la regola dell’uno!!!!!!!:-))))
Ciao Andrea,
purtroppo il sistema scolastico italiano costringe i ragazzi a memorizzare. Il professore si mette in cattedra e chiede senza fronzoli cosa c’è scritto nel ( suo ) libro alla pagina X. Se lo sai bene, se no sei bocciato. Gli studenti sono come i concorrenti del programma di Bonolis Avanti un Altro.
Pochi insegnanti stimolano i ragazzi a capire cosa leggono, ragionarci su e, soprattutto, costruire il proprio ragionamento sull’argomento. Si ripetono cose vecchie. Non si discutono idee nuove.
I tuoi suggerimenti – e lo dico senza alcuna volontà di critica ( per me sei fenomenale! ) – vanno benissimo per organizzare la memorizzazione delle famose 1000 pagine, ma abbiamo bisogno di un cambiamento culturale e di sistema se vogliamo che i ragazzi diventino protagonisti del cambiamento piuttosto che archivi pieni di roba inutile.
Scusami per la divagazione, ma il tema mi è particolarmente caro.
Grazie mille per l’ospitalità.
Piero Iacono.
Ciao Piero,
grazie del commento.
Concordo appieno con quanto dici: la tecnica più efficace in assoluto per preparare un esame è comprenderlo. Molti studenti non comprendono che la finalità dell’università non è superare esami, ma apprendere nuove idee e una forma mentis che gli consenta di avere successo nella vita: gli esami sono soltanto un metodo (peraltro non particolarmente brillante) per testare la comprensione di queste idee e l’applicazione della corretta forma mentis.
Questo però non significa che adottare un miglior metodo di studio sia incoerente con questa idea: credo al contrario che un metodo di studio realmente efficace fornisca tutti quegli strumenti per rendere lo studio efficiente e la comprensione efficace.
A presto,
Andrea.
Ciao Andrea,
non intendevo screditare il valore del metodo di studio ma solo dire che esso dovrebbe servire come strumento per comprendere ed aprire la strada alla possibilità di elaborare nuove visioni del mondo.
grazie per la risposta!
Vorrei, se posso, collegarmi a questo commento e consigliare questo interessante video:
http://www.youtube.com/watch?v=SVeNeN4MoNU
Secondo me manca la parte più importante, cercare di mettere in pratica quello che si è letto, anche se grossomodo raddoppierebbe i tempi.
Come si nota anche nel video postato, l’università attuale è orientata al profitto piuttosto che all’istruzione, quindi appena si può, si taglia via la costosa pratica sperando ci pensino le aziende…
Ciao sono una studentessa universitaria di scienze biologiche ho provato ad applicare la “tecnica”mio ultimo esame di biochimica , ma sto facendo una fatica enorme per memorizzare tutto..C’è qualche accorgimento in più?
[Ramanzina ON]Si, smettila di memorizzare ed inizia ad apprendere.
La memorizzazione fine a se stessa serve solo a vendere libri e corsi sull’argomento.[Ramanzina OFF]
Parlando con altri studenti di scienze biologiche, a quanto pare una tecnica particolarmente efficace per le materie che stai affrontando è quella delle flashcards:
– prendi dei cartoncini.
– nella parte frontale riporta il batterio, virus, etc di cui devi imparare caratteristiche ed effetti.
– nella parte posteriore riporta tali caratteristiche.
– estrai a caso questi cartoncino e di volta in volta prova a ricordare il nome del batterio/virus se hai estratto il cartoncino dal lato delle caratteristiche, e viceversa prova a ripetere le caratteristiche se hai estratto il cartoncino dal lato del nome del batterio/virus.
Naturalmente l’esempio appena descritto prende come esempio un esame specifico, ma il metodo è applicabile con modifiche minime ad altri contesti.
Se ti può essere utile riporta un disegnino buffo in ogni cartoncino (che sia significativo per l’argomento trattato) per far leva sulla tua memoria emotiva.
A presto,
Andrea.
Ciao Andrea,
come sempre leggo con piacere e interesse i tuoi articoli. Solo una piccola riflessione: relativamente all’esempio di piano di studio proposto dirò un’ovvietà ma mi sembra molto relativo ovviamente io faccio riferimento ai miei esami di giurisprudenza e la scarpina non calza a pennello. Sarebbe interessante se dedicassi un articolo specifico per i tantissimi studenti in giurisprudenza il cui studio e i cui esami tantissimo si differenziano rispetto alle facoltà scientifiche. Per scendere nel concreto parliamo di esami prettamente orali (quindi niente esercizi e test scritti finali ), con una mole di lavoro in media di 800 pagine x 30 giorni, parliamo inoltre di un materiale da apprendere per lo più concettuale non di rado astratto\teorico affiancato alla memorizzazione di articoli o intere definizioni.
Scusa Francesco ma sono troppo curiosa e devo capire, ma se riesco all’esame di farmacologia ( medicina e chirurgia), ricordando un centinaio di nomi che chiamarli astratti non rende giustizia al concetto… Adalimumab, aripiprazolo, ziprasidone desametasone… nomi di fantasia da associare a dati puramente numerici che poi sono dosi, percentuali, numeri da ricordare e basta… Se questi metodi funzionano, almeno per me, per ricordare una specie di elenco del telefono, secondo me possono funzionare con tutto, poi magari sbaglio, ma non capisco la tua obiezione. Anche la giurisprudenza è una scienza se pensi che nel concreto e quotidiano la applichi per regolare la vita di chiunque, o no?
Ho dato una rilettura a questo metodo (secondo me basilare per chiunque studi! Soprattutto quello di fissarsi delle scadenze giornaliere, facendo un calcolo a ritroso, dal giorno dell’esame, delle pagine da studiare)… Pertanto, aggiungerei un altro stratagemma: il “metodo dell’indice”, cioè usare l’indice del libro come strumento per capire cosa studio e cosa studierò, man mano che proseguo nella lettura… sembrerà un concetto banale, ma tutti in genere saltiamo l’indice che, invece, è la parte (forse) più utile di tutto il libro.
Grazie comunque dei tuoi bellissimi post! Un saluto :-)
PS. Potresti fare un articolo sulla stesura e discussione della tesi di laurea?
Una sola parola: grazie, il tuo discorso è molto motivante spero che mi sarà utile nel futuro :)
Ciao Andrea,
veramente molto interessante il blog, continuo a scoprire articoli eccezionali..
Ho 24 anni e ho cominiciato l’anno scorso ingegneria lavorando saltuariamente part time nella ditta dove sono stato assunto appena dopo il diploma. Il primo semestre ho ottenuto risultati non molto esaltanti passando Analisi 1, ma nelle sessioni di giugno/luglio e settembre (causa anche un mio infortunio abbastanza serio a seguito di un incidente stradale) sono riuscito a completare solo un parziale di Fisica 1..Hai consigli da dare in merito ad una situazione come la mia? su come affrontare il prossimo anno accademico e le prossime sessioni, visto anche che nel fare gli esami mi prende una certa paura incontrollata..
Ti ringrazio in anticipo per la risposta, e ancora complimenti
Ciao Mattia, il tuo commento apre un “mondo” che va dalla motivazione allo studio (soprattutto dopo periodi di difficoltà), all’organizzazione efficace delle ore di apprendimento. Visto che ricevo spesso domande di questo tipo ho deciso di raccogliere tutto ciò che ho imparato su apprendimento rapido, memorizzazione e organizzazione dello studio in una guida che pubblicherò nelle prossime settimane (c’è anche una sezione dedicata agli studenti lavoratori). Ti chiederei di pazientare ancora un pochino. Nel frattempo sono sicuro tu possa trovare qualche utile consiglio nelle sezioni apprendimento e motivazione del blog.
Andrea.
Ciao Andrea.
Sono una studentessa universitaria ad un passo dalla laurea ma ho un problema: purtroppo per forze di cose (e di tempi) sono stata costretta ad accettare un 19 in un esame da 12 cfu (che era comunque difficilissimo), ma da allora sto male perchè penso alla media. Mi mancano altri 3 esami alla laurea,ai quali, a questo punto, devo prendere 30 o 29 per far risalire la media perchè voglio un voto di laurea abbastanza alto. Il vero problema è che NON SO COME SI PRENDE 30!!! L’ho preso un paio di volte in questi anni di università ma poi non ci sono più riuscita! TI PREGO AIUTAMI ALMENO TU!! Ho due e esami di letteratura e uno un po’ più tecnico (tutti e 3 orali)!Vorrei che mi dessi qualche indicazione!
Spero che mi risponderai…ho davvero bisogno del tuo aiuto!!
grazie!
Anto
Grande Andrea!!! ti farò sapere se funziona!!! ma so già che è così perchè in fondo lo sappiamo tutti che se uno fa le cose seriamente è tutta un’altra musica! ;)
continua così!!!!!!
Lisa
Grazie Lisa,
alla prossima.
Andrea.
Ciao Andre,
volevo chiederti secondo te quanti esami è bene preparare contemporaneamente, e di conseguenza quante materie diverse studiare al giorno?
Te lo chiedo perchè ho diversi esami da recuperare, e non ho idea di quanti ne debba preparare tutti insieme, considerando che devo dare non solo gli esami arretrati ma anche quelli di questo semestre…
Grazie!
Ciao Anto,
in una sessione il mio max è stato 5 esami. In generale però non mi spingerei oltre i 4, preparandoli a coppie. Generalmente le sessioni hanno 2 slot (es. fine dicembre ed inizio gennaio). Io preparavo 2 esami contemporaneamente per il primo slot e gli altri 2 nel secondo slot. Per farlo però, avevo già preparato appunti, mappe, libri sottolineati, etc. durante le lezioni.
Spero ti sia utile questo approccio,
Andrea.
grazie, proverò a fare così :)
E’ un bellissimo articolo, e da studentessa universitaria, mi riguarda da vicino! Domani devo dare un esame e sono arrivata al punto di lasciare riassunti fogli e foglietti in un angolo, della serie “non ne posso più” cioè talmente li ho visti che mi sono stancata anche a leggerli.
Io comunque ho uno scarso rendimento agli orali, perchè ho sempre avuto l’ansia e questo mi impedisce di parlare come vorrei, per la paura di dire cialtronate. Domani l’affronterò in modo diverso, e lo vedrò come un semplice colloquio. Comunque, quello che manca, secondo me, come hanno detto gli altri, il mettere in pratica ciò che si studia, io ad esempio quando studio faccio finta che la persona davanti a me non sa niente dell’argomento e cerco di spiegarlo a mie parole, è un metodo che mi hanno insegnato alle superiori, insomma noi andiamo ad un esame pensando che il prof sappia tutto, ma dobbiamo invece far finta che non sappia niente, quindi spiegare quel determinato argomento, per questo molti sbagliano a studiare a memoria :)
Ciao! È ormai un anno che ti seguo e i tuoi post mi hanno sempre messo la carica giusta per raggiungere i miei obbiettivi, ora sto all’università e a breve inizierò con gli esami. Continua cosi che stai facendo un lavoro bellissimo aiutandoci
Ciao Andrea, una domanda ora che si avvicinano gli esami: è normale una certa difficoltà nel passare da una materia all’altra, e soprattutto preparare più esami contemporaneamente? La mia mente, ora che sono preparato in una materia, è come fossilizzato in quella, e vuole perfezionare il tutto.
Conviene veramente preparare tutto al primo appello?
Quella citazione all’inizio me la sono incollata di fronte alla scrivania, così ogni volta che mi chiedo in preda al panico e presa dall’ansia “ma che studio a fare?”, me lo ricorderò.
Credo molto nella conoscenza, ma quando si tratta di studiare per un esame o simili, il piacere di farlo viene inevitabilmente a mancare. Poi quando frequenti una facoltà come ingegneria (lo saprai bene), la roba che studi non ti può servire nemmeno per una riflessione sulla vita (a parte qualche rara eccezione) o per qualche spunto di conversazione. Certo non ti puoi mettere a parlare di un integrale o roba così.
Oserei dire che è una facoltà con un basso “fattore curiosità”, a differenza di, che ne so: storia, filosofia, lettere, storia dell’arte ecc. Però in compenso se raggiungi i tuoi obiettivi sa darti molte più soddisfazioni. :)