Il successo non è un concetto astratto e fuori dalla nostra portata. Esistono strategie ben definite per raggiungerlo e renderlo concreto nella vita di tutti i giorni.
“The dictionary is the only place where success comes before work.”
Anonimo
Capita spesso di pensare al successo, di immaginare quello che vorremmo diventare o di sognare quali traguardi vorremmo raggiungere. Già… pensare, immaginare, sognare ma raramente… fare.
Se hai deciso di intraprendere seriamente un percorso di miglioramento e crescita personale è arrivato il momento di mettere in atto le 10 strategie per raggiungere il successo.
- Definisci il successo. Se non hai idea di cosa sia il successo per te, come pensi di poterlo raggiungere? Non esiste una definizione univoca di successo, ognuno ha la sua personalissima visione del successo. Raggiungere un obiettivo, vivere una determinata situazione o riuscire a possedere un oggetto non hanno nulla a che fare con il successo; il successo è legato al significato che diamo a queste cose. Per questo è necessario che tu definisca cosa significa per te successo: più riuscirai ad essere chiaro e più sarai motivato a raggiungere i tuoi traguardi. Cosa è per te il successo?
- Esci dalla tua zona di comfort. Molti di noi rinunciano al successo per paura o per comodità; ma è solo affrontando quello che ci spaventa o che non abbiamo voglia di fare che cresciamo e miglioriamo noi stessi. Per una volta, scegli la felicità al posto del piacere.
- Impara la lezione dell’umiltà. Spesso il nostro desiderio di aver ragione ci rende ciechi, sordi e anche un po’ zoppi; quando pensiamo di sapere già tutto ci perdiamo tutto ciò che la vita può insegnarci.
- Cerca rispetto, non popolarità. Il bisogno di accettazione sociale ci spinge a nasconderci dietro maschere che non ci appartengono, ma solo quando l’immagine che vogliamo dare di noi corrisponde a quello che siamo veramente, il successo da possibile si trasforma in inevitabile. Se vuoi piacere agli altri, inizia a piacere a te stesso.
- Non aspettare che tutte le condizioni siano perfette. La vita non è ordinata come vorremmo, la vita è caotica, imprevedibile, ingiusta ed incerta ma è questa la sua bellezza. Non opporti al caos pulsante della vita, tuffatici. Quando le altre barche affondano, impara a mantenere il timone fermo.
- Abbandona i modelli preconfezionati. Per avere successo non devi diventare quello che desiderano (nell’ordine) i tuoi genitori, il tuo capo o qualsiasi altra persona al di fuori di te stesso. Non hai bisogno dell’approvazione o del permesso di nessuno per avere successo: è una tua responsabilità.
- Non cercare scuse. Stai cercando scuse quando pensi di non essere all’altezza, quando pensi di non avere le stesse possibilità degli altri, quando ti nascondi dietro le tue paure. Le persone di successo hanno avuto la stessa fortuna, tempo, intelligenza ed opportunità di tutti gli altri, anzi a volte anche meno degli altri; ma hanno saputo spremere ogni goccia delle risorse a loro disposizione. No excuses.
- Fai quello che gli altri non hanno il coraggio di fare. Se vuoi raggiungere quello che la stragrande maggioranza delle persone non riesce a raggiungere, smettila di comportarti come la stragrande maggioranza delle persone. Risultati differenti derivano soltanto da comportamenti differenti. Molte persone non hanno l’auto-disciplina per raggiungere i loro obiettivi, non hanno la capacità di definire i loro obiettivi e non hanno formato abitudini in grado di renderle persone di successo. Scegli di essere differente.
- Imita l’acqua. Impara ad adattarti e a fluire continuamente. Rendi il cambiamento la tua unica costante. Essere sempre gli stessi in un mondo che cambia continuamente è la formula perfetta per l’insuccesso.
- Smettila di leggere articoli sul successo. Come detto all’inizio dell’articolo, pensare, immaginare, sognare e… leggere non ti faranno mai raggiungere i tuoi obiettivi. Concentrati sul fare.
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Foto di yeah buddy!
il punto 9 è a mio avviso da mettere al numero 1 tanta è la sua importanza
il punto 10 mi fa sbarellare dal ridere.
sempre il solito Andrea…
:->
L’acqua è un elemento che mi ha sempre affascinato: si adatta a qualsiasi superficie eppure può spaccare una pietra quando diventa ghiaccio. Fluisce continuamente, ma nelle sue svariate forme rimane sempre se stessa.
Imitarla non è semplice, ma provarci è un dovere.
Buona domenica,
Andrea.
Andrea come faccio a ricevere via mail…i tuoi post nuovi?? ciao!
io invece la penso diversamente sul punto 9…..adattarsi…non ci riesco, non mi adatto ..situazioni, persone, comportamenti ….e non voglio adattarmi….sarebbe come dire in un mondo di evasori devo evadere anche io, in un mondo di furbetti devo fare il furbetto anche io.
No. Secondo me la crescita personale e’ tale se nasce e si basa su punti fermi e principi morali solidi. Non mi adatto.
Ciao Stefano, concordo con la risposta di Roberto (Robelix): adattarsi non significa piegarsi. Adattarsi significa calibrare la propria risposta al mondo esterno.
Quando ho scritto il punto 9, pensavo al fatto che dobbiamo cercare di raggiungere i nostri obiettivi in modo creativo, senza crearci limiti che non esistono.
Riflettendo sul tuo commento però, continuo a pensare che il punto 9 sia valido anche per le situazioni che hai citato:
Sarebbe come dire… che in un mondo di evasori devi rispondere con la stessa sfrontatezza: se ti domandano:”le faccio la ricevuta?” rispondi:”si, altrimenti facciamo una bella denucia, mi dica lei cosa preferisce?”.
Sarebbe come dire… che in un mondo di furbetti devi rispondere con il merito.
I valori devono essere solidi come il ghiaccio, ma il nostro agire deve essere fluido come l’acqua ed adattarsi alle situazioni e alle persone che incontriamo.
No, va beh, Stefano, l’hai applicato in senso troppo rigido, scusa. Non è che se uno sgarra devi sgarrare anche tu. Adattarsi a qualcosa non l’intendo come assomigliare a quel qualcosa ma un saper cambiare il mio modo di re-agire in base ai tipi di ostacoli o qualunqe sfida incontri. Si resta coerenti ai propri principi ma si mettono in campo armi sempre diverse a seconda della situazione. Correggetemi se sbaglio.
Secondo me i più importanti sono i punti 1, 2, 7,8 ma soprattutto
il 10: AGIRE!
Norman Vincent Peale spiegò molto bene l’importanza dell’azione:
“L’AZIONE è un grande mezzo per ripristinare e costruire la fiducia in se stessi. L’inattività non è solo il risultato, ma è anche la causa della paura. Forse l’azione che intraprenderai avrà successo; forse dovranno seguire azioni differenti o correzioni. Ma QUALUNQUE AZIONE E’ SEMPRE MEGLIO DI NESSUNA AZIONE.”
Gran bel commento Raffaele,
Grazie.
Andrea.
Ciao Andrea…. anche se in ritardo Auguroni!
2.7.10 per me…. e poi ce li giochiamo!
A parte ogni battuta, le paure giocano un aspetto fondamentale nel frenare e tenere a bada chi, pur avendo dato la sua “forma” al successo, non agisce per mettersi in gioco.
Gli alibi che ci creiamo sono figli delle paure. Come più volte detto anche da Andrea, capitalizzare un fallimento in esperienza di vita e, nel contempo, analizzare le cause dell’insuccesso per non ripetere gli stessi errori, è già sinonimo di crescita e inizio di percorsi positivi. Considerare le paura nostre amiche, sfruttandone gli effetti positivi da intendersi come tensioni-attenzoni rivolte all’azione, significa crescere ed agire. Condivido con Andrea il discorso della zona comfort… troppe volte agiamo al di sotto del nostro potenziale solo perchè siamo ben riparati dal nostro “saper già fare” e così facendo ci precludiamo nuove strade e i possibili futuri miglioramenti dell’essere proattivi!
Giandomenico
Paura, successo, fallimento, forza di volontà, limiti, piacere, felicità: sono tutti elementi che plasmano la nostra psicologia.
Grazie per il commento Giandomenico.
Ciao Andrea, ciao a tutti!
Sono d’accordo con chi sostiene che il ‘successo’ abbia una dimensione estremamente personale, soggettiva.
In questa definizione gioca un ruolo fondamentale la capacità di individuare la propria ‘vocazione’ (o ‘mission’ o ‘voce’ per dirla alla Covey).
La vocazione solitamente si trova nell’intersezione tra passione, talento e coscienza.
Buona ricerca a tutti!
Parlerò presto dell’intersezione a cui hai accennato Andrea… anche le se le sfere di cui parlerò sono leggermente diverse.
A presto.
Andrea.
Ciao Andrea,
ormai è da tempo che seguo costantemente il tuo blog e volevo farti i miei complimenti poichè lo ritengo veramente molto interessante e spesso trovo le mie idee e le mie convinzioni immerse nei tuoi articoli ^^.
Per quanto riguarda questo intervento aggiungerei anche un punto se posso, ovvero la consapevolezza dell’ ” impossibile “, nel senso che troppo spesso secondo me tendiamo a dire che una cosa è Impossibile per noi e le nostre capacità, ma se facciamo una profonda introspezione ci rendiamo conto che in realtà è solo pigrizia o mancanza di convinzione nei propri mezzi, anche se forse questo concetto è racchiuso nel punto 7
Poi il punto 8 mi ricorda molto una gran bella frase che trovai tempo fa, “Seguendo gli altri non arriverai mai primo” ed è verissimo perchè secondo me bisogna seguire prima un periodo di assimilazione dove l’umiltà la deve fare da padrone ma poi bisogna <> perchè deve entrare in gioco la convinzione nei propri mezzi (ovviamente sempre con umiltà).
E per concludere, visto che mi è uscito un commento un pò lungo e non vorrei stancare :D voglio mettere anche una bellissima frase di Bruce Lee che non so se la conosci ma credo si adatti perfettaemnte al punto 9 ^^ ..
..”Empty your mind, be formless. Shapeless, like water. If you put water into a cup, it becomes the cup. You put water into a bottle and it becomes the bottle. You put it in a teapot it becomes the teapot. Now, water can flow or it can crash. Be water my friend.”
Buona giornata e buon lavoro ^^
Appunto.
Il punto 9 è profondamente ispirato a questa frase di Bruce Lee ;-)
Mi sorprendo ogni giorno della qualità dei commenti che mi lasciate. Ogni articolo che scrivo vale appena il 30% di quello che diventa dopo i vostri commenti.
Andrea.
Definire il successo è importantissimo ed è giusto che sia al 1° posto.
Come negli obiettivi da raggiungere, se non definisco qual’è non lo raggiungerò mai. Quindi vale pure per il successo.
Una volta parlai con un mio cliente, era partito da zero, però alla fine era arrivato a creare un’ottima azienda, aveva raggiungo la sua definizione di successo. In lui quando gli chiesi come avesse fatto notai tante belle cosette:
– Sapeva dove voleva arrivare e lo vedeva costantemente nella sua mente;
– Si adattava alle situazione;
– Faceva ciò che i poveri non avrebbero mai fatto.
a Presto
Alberto
Grazie per aver condiviso questa esperienza Alberto.
Sono d’accordo con te e con me stesso: la definizione del successo va al primo posto! ;-)
Andrea.
Mi dispiace ma non sono d accordo con il punto 7, esistono persone che partono avantaggiate e svantaggiate (per esempio,vedi:chi nasce in Italia o in Somalia)inoltre ci possoni essere limiti fisici, intellettuali,e sociali in ogni obiettivo che si voglia raggiungere. Sono cosciente che esistono persone con capacità migliori delle mie o peggiori, perciò è sempre giusto puntare in alto, ma ritengo altrettanto giusto non illudersi che non ci siano limiti, se una persona è dotata di un po d’ intelligenza capirà che non può fregare il suo IO raccontandosela di non avere limiti, e il suo IO in questo caso la punirà con una cocente delusione che influirà nella propria autostima.
Ho letto di persone che sono riuscite a raggiungere traguardi incredibili partendo con tutti gli svantaggi possibili, ma queste rientrano in una casistica del 0,000… e generalmente vengono usate come esempio nei corsi di sviluppo personale, ma quello è marketing!
Sono più propenso a pensare come il Macchiavelli che diceva: “sono convinto che il successo dipenda al 50% dalla fortuna e al restante 50% dalle proprie capacità”.
Comunque apprezzo la paura, qualche volta ci può salvare dai problemi e pericoli, l’importante è non esserne prigionieri.
Perciò il mio pensiero è capire i propri limiti e raggiungerli, una volta raggiunti l’istinto di evoluzione e progresso umano ci farà pensare che potremmo anche superarli, ed è questo il momento buono per raggiungere nuovi risultati ampliando il nostro “recinto” di limiti.
L’inizio del post è partito bene con l’argomento “scuse” ma ripeto che non sono d accordo con il proseguo.
MI sono permesso di criticare il punto 7 perchè sono cconvinto che sei una persona che accetta le critiche quando potrebbero essere costruttive.
ChriX
Ciao ChriX,
hai fatto benissimo a postare il tuo commento: non scrivo dogmi, ma solo lezioni che ho tratto dalle mie esperienze.
Per quanto riguarda i limiti, nessuno nega che esistano… ma ti sei mai chiesto se quello che pensi sia un limite, lo sia realmente oppure è solo il frutto delle tue paure? Ogni volta che supero una mia paura o quello che consideravo un limite mi sorprendo di quanto stupido fossi a pensarla in quel modo.
Per quanto riguarda gli esempi markettari dei corsi di sviluppo personale, mi trovi al tuo fianco: sono molto infastidito da un certo tipo di crescita personale; eppure… dietro l’esempio marchettaro di Pistorius vi sono centinaia di atleti che partecipano alle paraolimpiadi.
Infine per quanto riguarda fortuna e casualità, ho già scritto un articolo sull’argomento (eccolo qui). Credo fermamente che siamo naturalmente portati a dare troppo peso al caso: te la senti di escludere la fortuna dalle tante scuse che troviamo ogni giorno?
Andrea
ciao Andrea, arrivo un pò in ritardo ma vorrei aggiungere una postilla al punto 1. E’giusto si definire cosa è per ognuno di noi il successo ma spenderei del tempo per definire cosa farne del successo che raggiungeremo. E’ importante sapere che una volta ottenuto l’obiettivo non ci svuotiamo per chè siamo “arrivati” ma siamo in grado anche di godercelo. Quindi cosa e perchè sono le basi per un successo duraturo e che non ci logori.
Grazie roberto,
commento prezioso e che condivido in toto.
Andrea.
Ottimo articolo! Dopotutto, se il tuo feed è nel mio reader da diversi mesi un motivo ci deve’essere…
@ChriX
Credo che il tuo commento (“dei limiti”) si scontri con diversi punti elencati da Andrea. Infatti, il successo non è uguale per tutti: ognuno raggiungerà il suo in funzione delle condizioni da cui parte e da ciò che ci mette di proprio. Altrimenti, non fosse così, dovremmo giungere alla conclusione che solo gli sportivi alla Schumacher o cantanti come Madonna possono raggiungere il successo. In questo modo avremmo la certezza di vivere in un mondo di frustrati, repressi e infelici.
Definire il proprio successo vuol dire prendere consapevolezza dei limiti e degli ostacoli, di ogni natura, da affrontare. Se li ignori vuol dire che non stai pianificando ma sognando a occhi aperti.
In merito ai casi che vengono citati nei libri, siti e corsi di crescita personale credo che non vengano menzionati tanti altri esempi di successo che sarebbero degni di nota. È ovvio che se puntiamo sempre all’Everest non saremo capaci di apprezzare il Monte Bianco…
CORREZIONE
Altrimenti, non fosse così, dovremmo giungere alla conclusione che solo gli sportivi alla Schumacher o cantanti come Madonna possono affermare di aver raggiunto il successo.
Ma io ti adoro!!! è tutto il tempo che sto leggendo i tuoi articoli con un mega sorriso sul mio viso!!!è questo che adoro leggere…sono le cose piccole a fare la differenza,la vita è stupenda e noi possiamo essere felici ed ottenere tanto dalle piccole cose della nostra esistenza!!! grazie grazie grazie!!! Giorgia!
Ciao Giorgia!
Grazie molte!
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Ciao Andre,
volevo chiedere un tuo parere più specifico riguardo il punto 7: sei davvero sicuro che le persone di successo abbiano le stesse qualità delle persone dal successo mancato? Ad esempio, se io volessi intraprendere una facoltà impegnativa ma bellissima come la medicina, ma non ne avessi le capacità a livello intellettivo( matematica,fisica,chimica..) dovrei rinunciarci?
P.s: è da un po che ci penso e forse è il caso di confessartelo: per me rappresenti un Socrate virtuale e moderno, quando trattiamo il dialogo socratico mi vieni sempre in mente tu!
Continua così ;-)
Ciao Chia,
si, ne sono profondamente convinto, anzi: il destino ha un’ironia tutta sua. Sembra quasi che le persone che “nascono con la camicia” siano poi destinate ad una vita mediocre, mentre chi deve sgomitare fin dall’infanzia matura quelle abilità giuste che lo renderanno una persona di successo.
(riguardati il 5° di questi monologhi di film)
Chi l’ha detto che non hai le capacità a livello intellettivo? I tuoi prof? I tuoi amici? Chi?
Ti racconto una cosa che mi ha sorpreso dell’università: finito il liceo avevo grosse aspettative sull’università ed ero un po’ intimorito dalla facoltà di ingegneria (tutti raccontavano peste e corna di esami come Analisi, Fisica, etc.); beh, non è stata certo una passeggiata, ma ti assicuro che non ho mai dovuto studiare nulla che con un po’ di buona volontà ed un buon metodo di studio non si potesse affrontare.
Ah… filosofia al liceo: penso che insieme alla crescita personale, sia una delle materie con cui ci si fa più seghe mentali! ;-) A parte scherzi: grazie per il paragone. Lusingato.
Andrea.