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Una lista delle abitudini adottate da uno dei principali imprenditori americani di successo del momento.

abitudini successo Jack Dorsey

“Chiunque può avere un’idea brillante, ma sono pochi quelli che hanno la volontà di realizzarla.”

J. Dorsey.

Jack Dorsey chi?! Se non è stato ospite di Maria De Filippi ad Amici, non è nessuno! Che me frega a me delle sue abitudini per il successo? Io voglio conoscere i segreti del matrimonio di Belen & Stefano!

Jack Dorsey, secondo il Massachusetts Institute of Technology, è uno dei 35 più importanti innovatori al mondo sotto i 35 anni. Mr. Dorsey è Presidente e co-fondatore di Twitter, il social network dell’uccellino, da 500 milioni di iscritti, nonché CEO e co-fondatore di Square, un’innovativa mobile payments company. A seguito della recente quotazione di Twitter a Wall Street, il patrimonio del giovane Dorsey ha raggiunto la cifra record di 1,1 miliardi di dollari. Insomma… è uno sfigato!

Nel post di oggi ho deciso di scrivere riguardo ad un suo recente intervento alla Startup School, dove ha parlato, tra le altre cose, delle 11 abitudini che lo hanno aiutato a crescere come persona e come imprenditore. Ma prima di vedere queste abitudini, una piccola precisazione…

Tu sei il risultato delle tue convizioni

Dato il clamore suscitato dalla quotazione di Twitter in borsa, molti giornali, nelle ultime settimane, hanno realizzato articoli di approfondimento su Jack Dorsey. in Italia, la stragrande maggioranza di questi articoli si sono concentrati sul gossip: Dorsey è un amante del lusso e delle belle donne; e sulla dietrologia: secondo molti detrattori, Dorsey sarebbe solo l’uomo-immagine di Twitter ed avrebbe partecipato marginalmente alla sua creazione. Insomma, il messaggio è chiaro: come tutte le persone ricche e di successo, Dorsey deve essere necessariamente un ladro ed un approfittatore, a cui interessano solo soldi e bella vita.

Se hai impercettibilmente annuito con la testa a quest’ultima frase, ho una brutta notizia per te.

La convinzione che le persone di successo siano solo fortunate, figlie di papà o ladre, rende senza dubbio più digeribili i nostri insuccessi, ma non ci è di alcun aiuto nel perseguire i nostri obiettivi. Indubbiamente ci sono persone che si sono arricchite in modo poco etico o addirittura illegale. Ho disprezzo per queste persone: barano perché non sono all’altezza del gioco. Ma ambire al successo e allo stesso tempo disprezzare chiunque lo abbia ottenuto è il segreto della mediocrità. Guess what?! Se siamo intimamente convinti che tutti quelli che hanno avuto successo sono brutti e cattivi, il nostro subconscio ci ostacolerà in ogni modo pur di non farci diventare come chi disprezziamo. Conosci la storia dell’elefante e della cordicella? Beh…

“Se vuoi avere successo, e non lo hai ancora ottenuto, devi cambiare le tue convinzioni sul successo.”

Personalmente non me ne frega gnende se Dorsey ama vestire Louis Vuitton e frequentare modelle inglesi, né tantomeno sono interessato a chi abbia digitato per primo il codice di Twitter. Ammiro la capacità di Dorsey di aver trasformato un’idea brillante, in un’azienda da 50 miliardi di dollari e mi interessa capire come pensa e quali abitudini adotta quest’uomo.

Per questo motivo, dopo averlo ascoltato in un suo recente intervento alla Startup School 2013, tenutasi a Cupertino, in California, ho deciso di riproporti un suo semplice consiglio, dedicato a tutti quelli che vogliono diventare imprenditori e persone migliori.

La Lista

No guarda André, n’hai capito: io so’ apposto con la lista della spesa. Anzi, te dirò de più: ‘ste cose le lascio fare a mi madre. Sai, tra pleistescion, feisbuc e amici, io sono uno pieno di impegni, non è che posso sta’ a perde’ tempo con ‘ste liste!

Nel corso del suo intervento alla Startup School, Dorsey ha sottolineato più volte che chiunque voglia migliorare la propria vita, come imprenditore e come essere umano, deve necessariamente focalizzarsi quotidianamente su quelle (poche) azioni in grado di portarlo su un sentiero virtuoso. Per farlo, deve eliminare il “rumore di fondo”, ovvero l’insieme di quelle distrAzioni che lo allontanano dai suoi obiettivi. Nella pratica Dorsey suggerisce di scrivere una lista, una semplice lista in cui raccogliere le abitudini che intendiamo coltivare quotidianamente, ma anche quelle che vogliamo sradicare.

Ti ho già parlato in passato dell’importanza di avere una To-do list. Dorsey va oltre ed invita a tenere bene a mente anche una To-don’t list. Ecco di seguito le 11 azioni da fare (e non fare) su cui cerca di focalizzarsi ogni giorno il co-fondatore di Twitter. Iniziamo dalle abitudini “positive”:

  1. Vivi il momento presente: non focalizzarti né sul passato, né sul futuro. Già qualche anno fa ti ho parlato dell’importanza della Quiedora e di come una costante pratica meditativa mi stia aiutando a radicarmi sempre più nel momento presente. Il consiglio di Dorsey è quello di crearsi una propria lista, ma credo che vivere il momento presente sia una di quelle abitudini che non possono mancare.
  2. Sii vulnerabile: non nascondere alle persone i tuoi errori e le tue paure in modo che possano relazionarsi più facilmente con te. Settimana scorsa, parlando dell’Alfabeto della Felicità, ti ho raccontato di come da piccolo adorassi mascherarmi da Zorro e come molti di noi anche da adulti continuino ad indossare maschere invisibili per nascondere errori e paure. Non è facile mostrarsi per quello che si è veramente. Non è facile essere completamente vulnerabili. Ma solo calando quelle maschere invisibili possiamo aspirare ad una reale felicità.
  3. Bevi solo acqua e limone o vino rosso. Dall’inizio del 2013, dopo anni di dieta vegetariana, Dorsey ha deciso di convertirsi alla Paleo Dieta. In generale, quella di bere acqua e limone è una sana abitudine, soprattutto se portata avanti al mattino. Non è un caso che nella terza sezione di Studia meno, Studia meglio, in cui ho raccolto le migliori strategie per migliorare l’organizzazione dello studio, la concentrazione e la propria energia personale, suggerisca alcun indicazioni in linea con le scelte di Dorsey.
  4. 6 serie da 20 squat e 20 piegamenti ciascuna, 3 miglia di corsa, una sessione di meditazione, schiena dritta e 10 minuti al sacco boxe. A quanto pare Dorsey ha le idee molto chiare sulla sua routine quotidiana per il benessere fisico. Qualsiasi sia la tua ambizione, ricorda che l’attività fisica è una di quelle abitudini fondamentali per avere la carica e l’energia necessarie per raggiungere i tuoi traguardi.
  5. Ricordati di salutare tutti. Spesso pensiamo a noi stessi come a delle isole: abbiamo i nostri obiettivi e che gli altri si fot*#no. La verità è che più ci preoccupiamo (con sincerità) dei problemi altrui e più riceveremo in cambio aiuto per realizzare i nostri sogni. Viviamo in un mondo interconnesso e la gentilezza di un saluto può essere uno strumento molto potente.
  6. Dormi almeno 7 ore. Come l’attività fisica, un buon sonno è una di quelle abitudini “trasversali” in grado di metterci nelle giuste condizioni per il nostro successo. Se dormi di cacca e ti svegli peggio, ti consiglio di leggere questi 5 metodi per alzarsi bene.

Passiamo ora alla To-don’t list di Dorsey. Personalmente, non avevo mai adottato una lista delle cose da non fare, ma ora mi è molto chiara la sua… efficacia.

  1. Non evitare gli sguardi diretti. Questa fa molto “film western”, ma credo che Dorsey abbia scelto questa azione (o non azione) proprio per sottolineare, ancora una volta, l’importanza di relazionarsi con gli altri, anche attraverso lo sguardo.
  2. Non essere in ritardo. Essere puntuali è una forma di rispetto nei confronti degli altri, ma anche nei confronti di noi stessi. Nei paesi latini c’è un margine di tolleranza che può arrivare anche alla mezz’ora: insomma, stiamo scialli. Ma ti assicuro che non sei fico se arrivi tardi perché pensi di essere tanto impegnato, sei solo una schiappa nel gestire il tuo tempo.
  3. Non promettere qualcosa che non puoi mantenere. Spesso abbiamo la tendenza a promettere mare e monti per poi realizzare davvero poco. Poniti obiettivi ambiziosi, ma non spararle grosse. Personalmente amo questo detto americano:

“Under-promise and over-deliver.”

Detto americano.

  1. Non mangiare zucchero. Ancora un consiglio alimentare di chiara origine paleolitica. A proposito, se vuoi approfondire questo regime alimentare, ti consiglio, per iniziare, il testo di Robb Wolf: “La paleo dieta.
  2. Non bere superalcolici e birra nei giorni infrasettimanali. Ognuno di noi ha piccole e grandi dipendenze: cibo, fumo, alcol… Facebook. Dipendere da qualcosa o da qualcuno significa non essere liberi: per te è più importante il piacere effimero della tua dipendenza o la fresca libertà di avere in mano il timone della tua vita?

Per quanto mi riguarda ho trovato interessanti le 11 abitudini di Jack Dorsey, ma ognuno di noi ha una sua storia ed esigenze diverse, per questo motivo ho trovato ben più interessante l’idea di avere una Lista quotidiana di azioni che voglio fare e non voglio fare. Nelle ultime settimane, aver ideato una lista di questo tipo mi ha aiutato a concentrarmi nuovamente su ciò che è essenziale, tagliando di netto quelle distrazioni e quei progetti secondari, che come piccoli granelli di sabbia si erano infilati negli ingranaggi della mia mente, influendo negativamente sulla mia concentrazione e sulla mia motivazione.

Tu hai già in mente cosa mettere nella tua lista? Se ti va, condividila nei commenti. Buona settimana. Andrea.

Foto di Jack Dorsey tratta da Google Immagini.

Avatar di Andrea Giuliodori
Sono un Ingegnere, nato e cresciuto tra le ridenti colline marchigiane ed oggi vivo e lavoro a Londra. Ho lavorato a Milano come Manager per una multinazionale della Consulenza Direzionale per 7 anni. Da inizi 2015 ho deciso di dedicarmi a tempo p...

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GVB78

ecco sto dorsey era vegetariano… io non sono avvezza ad alcuna dieta. quindi credo che sarà l’unica cosa che non seguirò.Dormo abbastanza (dalle 8 alle 10 ore per notte dipende come è andata la giornata)… lo zucchero non lo mangio tranne ne caffè appena sveglia per un mero motivo di abitudine. L’unica è lo sport. dovrei andare più in bici e dovrei finalmente decidermi ad andare a provare il rugby questo si.

Andrea

Ciao!
Eh sì, lo sport è senza dubbio un catalizzatore eccezionale per qualsiasi traguardo ci prefissiamo di raggiungere! Beh… a meno che il nostro obiettivo non sia quello di battere il record mondiale di seduta su divano con barattolone di Häagen-Dazs!

fabio

Secondo me Jack Dorsey ha una growth mindset (mentalità di crescita)

Il professor del Dipartimento di Psicologia a Stanford, Carol Dweck, ha fatto ricerche approfondite su quello che chiama “mentalità” e ci sono due tipi principali:
1. Mentalità fissa: persone che credono abilità sono innate. Sei solo talento in una zona o non lo sei.
2. Mentalità di crescita: le persone che credono che le abilità vengono sviluppate. Si può imparare e crescere da soli.

un video di tedx
http://www.youtube.com/watch?v=pN34FNbOKXc

Un brano in cui Dweck riferimenti uno dei suoi precedenti lavori su effetti di lodare le qualità innate contro sforzo e processo
http://www.stanford.edu/dept/psychology/cgi-bin/drupalm/system/files/cdweckpersonalitychanged.pdf

People can also learn these self-theories from the kind of praise they receive (Mueller & Dweck, 1998). Ironically, when students are praised for their intelligence, they move toward a fixed theory. Far from raising their self-esteem, this praise makes them challenge-avoidant and vulnerable, such that when they hit obstacles their confidence, enjoyment, and performance decline. When students are praised for their effort or strategies (their process), they instead take on a more malleable theory— they are eager to learn and highly resilient in the face of difficulty.

Thus self-theories play an important (and causal role) in challenge seeking, self-regulation, and resilience, and changing self-theories appears to result in important real-world changes in how people function.

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Un altro estratto da un articolo di Dweck scrive sulla mentalità e sull’affrontare le battute d’arresto

It will come as no surprise that the mindsets lead to different ways of coping with difficulty. Because in the fixed mindset, setbacks are seen as indicating a lack of ability, this mindset often leaves people few good ways of reacting to setbacks. In one study (Blackwell, et al, 2005), we found that those with a fixed mindset were more likely to say that if they did poorly on a test—even if it were in a new course and one they liked a lot—they would study less in the future and would seriously consider cheating. This is how people cope when they think setbacks mean they lack permanent ability. In contrast, those students with a growth mindset said they would study more or study differently. They planned to take charge of the situation and work to overcome the setback.

When the going gets rough, people in the growth framework not only take charge of improving their skills, they take charge of their motivation as well (cf. Grant, 2004). Despite setbacks—or even because of them—they find ways to keep themselves committed and interested. Instead, students with a fixed framework lose interest as they lose confidence. As the difficulty mounts, their commitment and enjoyment go down. Since all important endeavors involve setbacks sooner or later (more likely, sooner and later), it is a serious liability to lose interest and enjoyment just when you need greater effort.

Putting it all together, this means that a fixed mindset leads people to value looking good over learning, to disdain and to fear effort, and to abandon effective strategies just when they need them most. A growth mindset, on the other hand, leads people to seek challenges and learning, to value effort, and to persist effectively in the face of obstacles.
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Alcune voci di Stanford che parlano di come diventare campioni

http://champions.stanford.edu/becoming-a-champion/

è il solito problema di challenging ourselves
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Secondo me puoi imparare dal processo del Design Thinking

1. understand
2. observe
3. define
4. ideate
5. prototype
6. test

https://dschool.stanford.edu/groups/k12/wiki/17cff/
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Design thinking per il problem solving
http://creativeconsiderations.wordpress.com/2011/10/18/how-to-use-design-thinking-to-become-a-creative-problem-solver/

Chioso con una frase della Curie

Be less curious about people and more curious about ideas.

ed una di Pierre Curie

You cannot hope to build a better world without improving the individuals. To that end each of us must work for his own improvement, and at the same time share a general responsibility for all humanity, our particular duty being to aid those to whom we think we can be most useful.

Chiedo scusa per gli inglesismi e per l’abuso di stanfordismi ;-)

bel blog!!

fabio

un po’ secondo me c’è la questione del convergent thinking e del divergent thinking

http://www.innovationexcellence.com/blog/2012/10/24/divergent-and-convergent-thinking/

tutto sta nell’essere creativi

un po’ come Jack Dorsey con Twitter

Andrea

Ciao Fabio,
mi prendo un paio di giorni di ferie e provo a rispondere a tuoi commenti. Scherzi a parte, grazie davvero per questi preziosi commenti pieni di spunti. Molto apprezzati.

Andrea.

Danilo

Ciao Andrea,
queste abitudini (a parte la To-don’t list), sono quelle che ho cercato di praticare grazie alla lettura dei libri di Robin Sharma, ma credo ci siano dei vincoli che ognuno di questi “famosi” omette nei propri discorsi.
Come gran parte delle persone che si avvicinano a questi aspetti, lavoro otto ore al giorno, più un’ora di pausa pranzo sono nove, togli sette ore di sonno a sono 15 ore “non attive”. Io ho una famiglia, per esempio, mi piacerebbe che mio figlio sappia chi sono quando sarò diventato ricchissimo :-), quindi qualche ora con loro la devo passare.
Mi sveglio tutti i giorni alle 5 del mattino e per un motivo fisico non posso correre.
Poi devo essere sincero con te…non credo che certe strategie vadano bene per l’Italia, un paese che non solo non ti aiuta, ma ti mette il bastone tra le ruote. Si dice che se Larry Page e Sergey Brin fossero stati in un garage in Italia, qualcuno avrebbe chiamato la Asl che li avrebbe fatti chiudere :-D
A parte gli scherzi, io sono informatico e provo a portare avanti qualche mio progetto perché non sopporto che qualcuno per inseguire i propri desideri, sfrutti il mio lavoro, magari fregandosene altamente della mia persona, ma vivo in una realtà in cui ognuno, per non perdere quel poco che ha conquistato, tende a non voler spendere nemmeno parte del sui tempo per seguire un sogno più grande e quindi mi ritrovo solo in un mondo competitivo come l’informatica.
Questa non vuole essere una giustificazione, infatti sono ancora qui a combattere finché non ne uscirò vincitore, ma vorrei sottolineare che ne ho letti e sentiti tantissimi di consigli, la maggior parte sono ottimi consigli, ma difficilmente, vivendo con tua suocera, riesci a fare tutto quello che dovresti :-)
Un’ultima cosa…sono anche vegano! :-D

GVB78

ciao, un giorno chiesi a un mio amico cos’era la motivazione e mi rispose così: “Le motivazioni le trovo in quello che vedo e mi circonda, coniugandolo con ciò che io so fare”. Ebbene, io credo che quando si portano avanti dei progetti collaterali alla propria attività e magari si vuole che anche altri partecipino, bisogna anche trovare un modo per attrarre e coinvolgere le altre persone a darsi da fare, a metterci la faccia e l’impegno.
Io sono grafica pubblicitaria e mi sono imposta di seguire 3 collaborazioni gratuite a dei progetti di altri. Ovviamente questo ha diversi scopi molto egoistici: 1-mi posso sbizzarrire (pur rimanendo nell’ambito dei vincoli della comunicazione pubblicitaria); 2-Credo che il miglior modo di trovare la propria strada sia fare ciò che ci piace fare di più. Potendomi sbizarrire tiro fuori cose diverse rispetto al mio lavoro professionale dove ho molto più vincoli (ma anche no). 3-mi faccio conoscere in giro.

Ergo, quello che vorrei dirti è: prova a sviluppare idee di progetto dove oltre a te, con l’informatica, ogni altra persona coinvolta metta la propria capacità migliore (magari una capacità e una passione che nel proprio lavoro sono misconosciute), un tema che scaldi il cuore ma prenda anche la pancia. Un obiettivo.

Io credo che questa ritrosia a condividere con il prossimo sia in realtà uno scudo, in questo sistema globale che ci sovrasta… in questo mondo dei like… dei social network (certe volte mi sembra di essere all’interno del mondo di 1984, altre in quello di Fahrenheit 451)le persone hanno perso il gusto per le relazioni semplici, per i progetti che partono una sera davanti ad un fiasco di chianti con la chitarra. Le cosiddette “Zingarate” alla amici miei. Eppure è proprio questo di cui tutti abbiamo bisogno. Ritornare a coltivare la quotidianità.

Uno dei miei motti preferiti è di George Berdard Shaw “Tu vedi cose e ne spieghi il perchè, io immagino cose mai esistite e mi dico: perchè no?”

sorry per il papocchione.

Danilo

Cara GVB78, ti ringrazio per le riflessioni, ma ognuno di noi nella vita trova la motivazione in modo diverso e soprattutto, spesso non c’è nemmeno la voglia o non s riesce ad andare oltre le proprie paure.
Io sono convinto che QUANDO SARO’ ARRIVATO (perché ce la farò), ci saranno moltissime persone che mi troverò intorno, che mi diranno che hanno sempre creduto in che e che avresti potuto chiedere aiuto.
Io ho provato più volte a chiedere a persone di lavorare fuori dell’orario di lavoro, ma mi sento sempre rispondere che non hanno tempo o che sono stanchi quando tornano a casa.
Io ho la profonda convinzione che molte persone facciano un lavoro che non gli piace “solo per portare lo stipendio a casa” e quindi è difficile trovare, tra coloro che ti circondano, qualcuno che fa il tuo stesso lavoro per passione.
Sono anche convinto che troppo spesso ci si pone limitazioni e paure sulla base delle nostre esperienze passate e quindi si fa fatica a pensare che le cose possano cambiare.
Come disse Einstein però: “Follia è fare sempre la stessa cosa e aspettare risultati diversi”, è inutile, quindi, lamentarsi delle cose se non si fa nulla per cambiarle.
Ciao
Danilo

Andrea

Ciao Danilo,
grazie del commento.

Apprezzo il tuo bagno di realtà, ma dobbiamo ricordarci che l’Italia non è solo ASL, burocrazia e ladri. L’Italia siamo anche noi ed è nostro dovere dimostrare che si può fare anche qui. Oppure mandare affanculo tutti e far fiorire i nostri sogni altrove.

L’unico posto in cui sei costretto a vivere è il tuo corpo.

Andrea.

GVB78

@ Danilo sono d’accordo che ognuno trova ispirazionee a suo modo, ma personalmente ho la prova che la seguente citazione di Goethe è vera: “C’è una verità elementare, la cui ignoranza uccide innumerevoli idee e splendidi piani: nel momento in cui uno si impegna a fondo, anche la provvidenza allora si muove. Infinite cose accadono per aiutarlo, cose che altrimenti mai sarebbero avvenute. Qualunque cosa tu possa fare, o sognare di poter fare, incominciala. L’audacia ha in sé genio, potere, magia. Incomincia adesso.”
@Andrea Io spesso ho notato che molti amici che sono partiti, spesso l’hanno fatto con un’assurda aspettativa: fuggire anche dai loro problemi personali e le proprie paure. Sono tutti tornati con la coda tra le gambe. Non ho nulla contro chi emigra per trovare condizioni migliori di lavoro e di stimoli ma credo anche che sia importantissimo imparare a crearseli da se gli stimoli. Tanto per essere in vena di citazioni, direttamente dai core values inseriti nel mio business plan: “La vera scoperta non consiste
nel trovare nuovi territori
ma nel vederli (quelli esistenti)
con nuovi occhi”
(Marcel Proust) buona giornata!!!

fabrizio

Ciao
La parte più difficile da seguire è la prima ossia concentrarsi sul presente e non sul passato o sul futuro che verrà.
Per quanto mi riguarda punto sempre lo sguardo sul passato e vivo poco il presente. Come posso fare?

Andry

Io mi sono focalizzato un giorno per stabilire gli obiettivi che voglio raggiungere nella vita fra 20 anni e di conseguenza ho scritto pure quelli annuali, trimestrali, mensili, settimanali e quotidiani.
Ogni giorno cerco di pormi un obiettivo e di raggiungerlo e ogni domenica faccio il punto della settimana (e del mese se siamo arrivati al 1).
Questo ti permette di vivere al presente perchè se ti vuoi avvicinare anche un pochino alla tua metà prefissata (io in genere ragiono su quella trimestrale), devi impegnarti costantemente giorno per giorno;
è importante anche visualizzare per aiutarti e meditare.
Sono uno studente universitario di 20 anni che alterna studio a lavoro (mediamente 10 ore quotidiane) ma questi metodi mi stanno dando grande giovamento e mi permettono di essere sempre al top.

sabner

anch’io faccio grosso modo così, il bello per me è che fare il punto ogni settimana ti responsabilizza, non puoi più sognare e continuare a rimandare.
.
Se mi sono posto un obiettivo e durante la settimana non ho fatto niente, c’è un problema! metodo sbagliato? mancanza di volontà? scarsa organizzazione del tempo? oppure l’obiettivo non è poi cosi importante? oppure mi sono prefissato troppi obiettivi contemporaneamente?
.
Fare continuamente il punto della situazione ti costringe a riflettere sulla tua vita e sulla direzione che gli stai dando

Andrea

Ciao Fabrizio,
Andry e Sabner hanno risposto egregiamente al mio posto :-)

Mi sento di aggiungere solo la pratica meditativa di cui ho parlato nel post.

Andrea.

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