Riflessioni su successo, fortuna, sfortuna, responsabilità e… macchine sportive in divieto di sosta.
“Remember that life wants you to win. So get out of your own way.”
Robin Sharma.
L’altro giorno, durante una delle mie corse mattutine mi sono imbattuto per caso in una Porsche nuova fiammante parcheggiata sul marciapiede e con un simpatico foglietto tra il tergicristalli e il parabrezza: una multa.
Al momento non ho dato molta importanza a quell’immagine, ma per tutto il resto della corsa quella semplice multa e quella macchina sportiva mi hanno fatto riflettere su successo, fortuna, sfortuna e come tutti noi abbiamo il nostro modo di affrontare gli ostacoli della vita.
Ascoltare semplicemente la musica no, eh Andrè?! Dai va, raccontaci ‘ste pippe mentali!
Fortuna e sfortuna sono gli ingredienti imprenscidibili delle nostre giornate: spesso ci sentiamo dominati dalla casualità e per quanta determinazione ci mettiamo non riusciamo mai ad ottenere i risultati sperati. La sfiga sembra perseguitarci ed avere occhi solo per noi. Vediamo gli altri andare avanti, riuscire a raggiungere i propri traguardi senza apparente difficoltà, mentre noi rimaniamo indietro ad annaspare. Eppure…
…anche le Porsche prendono la multa.
Chi ha avuto successo non è poi così differente da chi quel successo lo rincorre senza mai raggiungerlo; anzi, a volte, chi è giunto in cima ci è riuscito partendo più in basso di tutti e chi invece è partito da una posizione agevolata a malapena è riuscito ad andare oltre il campo base.
Convicersi che il successo sia appannaggio solo dei fortunati è fare un grosso torto alle nostre potenzialità. Ancor prima di definire i nostri obiettivi, ancor prima di ricercare la motivazione, dovremmo fare una scelta molto importante: dovremmo avere il coraggio di prenderci la completa responsabilità dei nostri obiettivi.
Nessuna scusa.
Nessuna giustificazione.
Nessuna recriminazione.
Solo quando siamo disposti ad essere responsabili al 100% dei nostri risultati e dei nostri traguardi ci liberiamo di quei meccanismi di auto-sabotaggio che ci portano inevitabilmente al fallimento.
Solo quando smettiamo di ascoltare quei rumori di fondo che prendono il nome di fortuna e sfortuna siamo in grado di focalizzarci completamente sulla nostra meta, attaccando le salite e sfruttando le discese mano a mano che si presentano di fronte a noi.
Solo quando siamo disposti a considerare un ostacolo per quello che è: ovvero una momentanea défaillance e non la dimostrazione di un disegno divino il cui unico scopo è perseguitarci, diventiamo inarrestabili.
Non lasciare che fattori esterni condizionino la tua determinazione a raggiungere gli obiettivi che ti sei prefissato. Decine di personaggi che oggi ammiriamo per il loro successo sono partiti da condizioni più svantaggiate delle nostre ed hanno affrontato sfide di fronte alle quali la gran parte delle persone si arrendono.
Sta a te scegliere a quale gruppo appartenere.
Mi raccomando con i commenti: questo articolo è un po’ diverso dal solito; è stato divertente scriverlo ma forse è solo il frutto di una corsa a 0° e dell’iper-ossigenazione! A te il giudizio.
P.s.: immagina cosa avrei scritto se avessi visto una Ferrari su un carroattrezzi! ;-)
Foto di Toni_V
Ciao Andrea,
sono sempre molto divertenti e interessanti gli spunti da cui trai importanti e intelligenti riflessioni, apprezzo molto la tua capacità di guardare la realtà di tutti i giorni nelle sue diverse sfaccettature.
Verissimo, l’assunzione di responsabilità del nostro destino è il primo passo per raggiungere i nostri obiettivi: allora accantoniamo lamentele, scuse e recriminazioni e focalizziamoci su ciò che vogliamo raggiungere!
Un abbraccio
Fabio
Ti ringrazio Fabio,
apprezzo sempre i tuoi commenti.
Andrea.
Ciao Andrea. Sono molto interessanti e utili i spunti di rifflessione che ci dai,penso che alla fine tutti abbiamo bisogno di fermarci un attimo e pensare a quello che facciamo,ai come, i perchè di quanto ci riusciamo nelle cose,e come riuscire a vincere noi stessi, perchè la battaglia più grande è la battaglia contro noi stessi!Siamo noi e le convinzioni che abbiamo su tutto che ci portano ad essere quelli che siamo ed avere quello che abbiamo, penso io. Cmq complimenti sia per il blog che per l’articolo. :)Ciao
Beh non sono d’accordo: a volte accadono cose che non dipendono da noi e sulle quali noi propri non abbiamo potere. Per esempio non possiamo scegliere se appartenere al gruppo dei malati o dei sani. Le malattie vengono, spesso per cause ignote, e certo non dipende dalla nostra determinatezza.
Penso che sia proprio questo il senso dell’articolo Lorenzo:
con il titolo “anche le Porsche prendono la multa” volevo sottolineare come anche chi reputiamo fortunato, in realtà deve affrontare i casi negativi della vita.
Ma la differenza tra chi alla fine riesce e chi invece continua a combattere per il suo angolo di paradiso risiede in gran parte in come questi ostacoli ed imprevisti vengono affrontati.
Andrea.
Vero sotto un certo aspetto innegabile. Ma anche di fronte a malattie terribili e sfortune nere ci sono persone immense come Stephen Hawking , Alex Zanardi dopo il primo incidente e molti altri ed altri che sono caduti in depressione totale e si sono lasciati morire prima della malattia. Certamente non è facile di fronte a situazioni raccapriccianti , parlare da seduti è facile.
Ah se è così allora non posso che essere d’accordo! :)
“Solo quando siamo disposti ad essere responsabili al 100% dei nostri risultati e dei nostri traguardi ci liberiamo di quei meccanismi di auto-sabotaggio che ci portano inevitabilmente al fallimento.”. This. Quoto in pieno. Poi ci sta che a volte succedano cose che esulano il nostro controllo, ma fa parte del gioco, semplicemente vanno visti come avvenimenti che cambiano lo scenario. Un po’ come quando al Monopoly peschi la carta che ti costringere a stare un giro in prigione senza passare dal via.
Ancora una volta, ottimi spunti di riflessione e un richiamo alle nostre responsabilità e a prendere in mano le nostre vite, bravo.
Ciao Paolo,
grandiosa la metafora del monopoly! ;-)
Grazie.
Andrea.
..ma anche in questo c’e’ ingiustizia….io con la mia piccolissima panda usata di dieci anni con 200.000 km prendo la stessa multa del Porsche nuovo fiammante con la differenza che io faccio fatica e molta a pagarla mentre il soggetto poschedotato la considera allo streguo del parchimetro….e’ inutile, secondo me fortuna e sfortuna esistono eccome, certo nel caso indicato da Lorenzo – ed e’ probabilmente l’unico – diceva Toto’ che ” ci sta ‘a livella” nel senso che il fine vita esiste per tutti ricchi e poveri…..mio padre per essere operato di aneurisma aortico ha dovuto attendere 7 mesi….l’Avv. Agnelli poco piu’ di tre ore e la sala operatoria di Houston era pronta per lui….non e’ uguale.
@stefano secondo me dipende sempre da come la si guarda, cioè da noi. Mi dispiace che tuo padre (come tantissime altre persone) abbiano dovuto aspettare mesi per avere quanto dovuto, ma non credo che l’articolo si riferisse a un caso specifico.
Il punto, da quello che ho capito io almeno, è non farsi bloccare dall’idea di essere bersagliati dalla sfortuna, che è in molti casi un grosso ostacolo. Inoltre pensare che una volta “arrivati” non ci sarà più da faticare è altrettanto dannoso.
Insomma “Anche sul trono più elevato del mondo si é pur sempre seduti sul proprio sedere”.(Montaigne)
Non sono d’accordo con quanto dice Stefano. È innegabile, ovviamente, che il possedere più o meno denaro sia una discriminante nel momento in cui ci si affronta a cose di questo tipo, ma credo che si sia mancato il punto del discorso. La fortuna, intesa come sorte che può essere positiva/negativa (sempre comunque a seconda dei punti di vista e della nostra capacità di “vedere oltre” l’aspetto più evidente delle cose) c’è per tutti, la differenza sta non solo nell’attitudine, ma anche nella capacità di non assumere il ruolo di vittima (passami il termine, per il momento non me ne viene in mente uno migliore), quanto piuttosto di accettare la realtà per quella che è ed essere in grado, nei limiti del possibile e delle nostre necessità (suppongo e spero che non tutti abbiamo come obiettivo quello di diventare ricco, con la speranza/illusione di risolvere così ogni problema) di cambiarla a seconda dei nostri obiettivi. Una multa può suggerirti che forse per andare al lavoro puoi usare anche la bici (di nuovo, passatemi l’esempio tirato un po’ per le orecchie, ma il senso è che le cose possono sempre essere osservate da infiniti punti di vista diversi). Questo, in my humble opinion, ovviamente. :)
Vedi Andrea-che-corre,
non posso fare a meno di pensare al concetto di “sfere d’influenza”.
Esistono “perimetri” sui quali abbiamo effettivamente un potere: le nostre azioni, la nostra motivazione e impegno possono fare la differenza. Ce ne sono altri, ahimè, che non saranno neanche lambiti da qualsiasi strategia possiamo mettere in atto. Che c’azzecca? come direbbe un certo soggetto.
La sfiga non è sotto la nostra sfera d’influenza, lo è il nostro modo di affrontarla. Questo non toglie che, in un progetto divino a me del tutto incomprensibile, davanti ad eventi di “oggettiva” e grave ingiustizia, non è così immediato spolverare nozioni filosofico-manageriali e farsi una ragione dell’irragionevole per tentare di non impazzire.
Ci lavoreremo. Impareremo a “ristrutturare”. Senza calce.
Però bravo, corri che è una meraviglia.)
Ciao Chiara,
grazie del commento, non avrei saputo usare parole migliori!
Quando me lo scrivi un bel guest post? ;-)
L’esempio di Andrea e della Porsche è calzantissimo: se metti l’auto in divieto di sosta è molto probabile che tu prenda la multa.
Nei paesi anglosassoni tipo Stati Uniti, Inghilterra, Svizzera etc. è addirittura certo.
Non si tratta di sfortuna o fortuna!
Si tratta proprio di decidere che fare con le informazioni che si hanno a disposizione.
Forse se tiro la coda un pit bull, lui mi azzanna…
Se non metti l’auto in divieto di sosta è impossibile che tu prenda la multa e se la prendi hai tutti gli elementi per fartela togliere…
Essere tra i malati o tra i sani è una cosa che in gran parte possiamo scegliere, attraverso decisioni, abitudini e comportamenti che proteggano il nostro corpo e la nostra psiche.
Anche decidere di fare un’assicurazione sulla salute è qualcosa che rientra nelle nostre possibilità, in un mondo e in un tempo come il nostro che piu’ di altri offre infinite possibilità di scelta.
E’ anche vero che “shit happens”, i guai succedono.
E in quel caso possiamo decidere se affrontare la situazione al meglio del meglio o alzare bandiera bianca!
Grazie del commento,
per risponderti Ilaria mi collego all’ultima frase “shit happens”: non mi azzarderei a dire il contrario in nessuno dei miei articoli. Rimango convinto che ci viene sempre lasciata una scelta, seppur piccola, abbiamo sempre una scelta… e questa possibilità ci da un enorme potere.
Andrea.
Quoto Chiara.
E’ vero sono un inguaribile “polemista” ma il mio esempio era solo volto a far notare che non tutti siamo siamo in grado di affrontare un evento partendo dallo stesso punto di partenza; esistono persone avvantaggiate se non vogliamo usare il termine “fortuna”. E’ evidente che chi parcheggia in divieto di sosta DEVE essere multato, cha abbia la Ferrari o la Panda…quanto alla salute, Ilaria, non e’ assolutamente vero che possiamo scegliere se essere in salute o meno….io non bevo, non fumo, non mi drogo, cerco di fare attività fisica (non corro pero’ come Andrea ;-))) ma ho avuto comunque le mie traversie – “fortunatamente” risolte – anche di una certa gravità…..e poi cosa c’entra l’assicurazione ? se hai denaro ti puoi permettere la copertura sanitaria che vuoi se no devi ringraziare per avere quella pubblica…che non e’ certo la stessa cosa…
Mi scuso con Andrea per aver “scatenato” questa querelle ma…..e’ + forte di me….
Sai – e se non lo sai te lo dico – che visito pluriquitidianamente il tuo splendido e motivante blog.
Stefano
Stefano,
nulla di cui scusarsi. Grazie per la tua partecipazione!
Se volessi commenti tutti allineati, sarebbe molto più efficace bloccare direttamente i commenti ;-)
Andrea.
Giustissimo! Il mio allenatore se ci lamentavamo dell’arbitraggio dopo una sconfitta ci diceva:”Niente scuse, bisogna vincere NONOSTANTE L’ARBITRO!”.
Ottimo articolo ;-)
Grande Vale!
Sono sempre più convinto che lo sport sia la miglior palestra di vita. Quelle del tuo allenatore sono parole sante.
Andrea.
Se devi scalare una montagna, assunto che i mezzi tecnici siano gli stessi degli altri, a quel punto te la giochi.
Sei tu contro la montagna. Può dirti male per ragioni atmosferiche, ma su un certo numero di tentativi le tue qualità verranno fuori, se ci sono.
Se però altri scalatori sono portati in vetta da un elicottero, beh, allora puoi essere bravo, motivato, addirittura fenomenale… arriveranno prima di te e senza fatica.
Non dimenticare questi aspetti quando scrivi i tuoi interessanti articoli, anche se capisco il senso e il taglio che vuoi dargli..
Ciao Michele,
grazie per il commento.
Dal tuo commento emerge una concezione “relativa” del successo, mi spiego: se ho ben compreso il tuo commento, per te il successo può essere definito tale solo se paragonato rispetto ai risultati degli altri. Così raggiungere la vetta della montagna perde di valore se qualcuno l’ha raggiunta prima di te (es. in elicottero).
Ogni volta che scrivo un articolo tengo bene a mente questo aspetto e ricordo che voglio inseguire la mia definizione di successo e non quella imposta da qualcun altro.
Andrea.
Beh cosa dire, sei stato proprio Fortunato a vedere quella Porsche :P
Scherzi a parte articolo di certo motivante, soprattutto per quelli che la “macchina” (metaforicamente parlando) non se la può nemmeno permettere.
Ogniuno è artefice del suo destino e anche i ricchi piangono come si diceva una volta, vorrei però ricordarvi che non necessariamente bisogna ambire alla Porsche.
A mio avviso per apprezzare la propria vita bisogna prima accettarla ed amarla così com’è, con malattie, problemi, ingiunzioni, bollete da pagare e quant’altro e solo dopo pensare di migliorarla, perchè già così com’è la nostra esistenza può essere considerata bella e/o agiata, basta ricordarselo, non ambite sempre alla Porsche, anche la Panda non ci sta male nel vostro garage ;)
Ps:forse sono uscito un po’ fuori dall’argomento del post, chiedo scusa ;P
Ciao a tutti,
la Porshe con multa sopra rappresenta la facile scalata di una persona che, ovviamente, non ha faticato per avere quello che ha altrimenti ci penserebbe su due volte prima di abbandonarla così. Probabilmente non ha pensieri economici che lo assillano. E’ divertente squadrare la gente dalla piccole cose e vedere se ci hai azzeccato :)
Vorrei ricordare la storia di Walt Disney. Un uomo di successo che è caduto centinaia di volte, ma con una forza di volontà impareggiabile si è sempre tirato su anche quando tutti gli dicevano di lasciar perdere. Consiglio la lettura della sua storia anche solo su wiki perchè la trovo molto motivante!
Saluti!