Una breve storia che ti svelerà il segreto per essere il migliore in quello che fai.
“Solo colui che dedica tutte le sue forze e la sua anima ad una causa può essere un vero maestro. L’eccellenza è un’amante esigente.”
Sir Luis Templeton.
Non troppo tempo fa ti ho parlato della differenza tra: voler essere il migliore e semplicemente cercare di essere migliore. Nell’articolo sostenevo come eliminare una piccola parolina come “il” avesse fatto una grossa differenza nella mia vita.
Eppure, come in ogni cosa, spesso la verità è nel mezzo ed una sana ricerca dell’eccellenza, del primato, non necessariamente è una cosa negativa, ma al contrario può spronarci a dare il meglio di noi stessi in determinate situazioni.
Voler essere il migliore inoltre è un sacrosanto dovere nel momento in cui abbiamo preso consapevolezza di quello che è il nostro scopo nella vita. Non mettere pienamente a frutto i nostri talenti sarebbe infatti un peccato imperdonabile.
Ma come si fa ad essere i migliori nel proprio campo?
Sinceramente non ho tutte le risposte e l’eccellenza è un obiettivo che io stesso perseguo ancora con determinazione, tuttavia mi ha fatto molto riflettere questa parabola che ho letto qualche settimana fa e sono certo che offrirà numerosi spunti di riflessione anche a te. Ti presento la parabola del fabbro di spade
La parabola del fabbro di spade
Tanto, tanto tempo fa, in una terra lontana, viveva un fabbro di spade, conosciuto in tutto il mondo per la sua sublime capacità di forgiare il ferro e trasformarlo in spade eleganti e letali.
Un giorno, il racconto dell’incredibile abilità del fabbro di spade giunse a corte, ed il Re, affascinato da questa storia, volle incontrare quanto prima un suddito tanto dotato. I cavalieri del Re iniziarono a cercare il fabbro di spade in lungo ed in largo, setacciando l’intero regno, finché non lo trovarono in un piccolo villaggio vicino alle montagne. Di fronte all’invito del Re, il fabbro di spade non poté fare altro che accettare e, salutata la propria famiglia, seguì i cavalieri a corte.
Durante il loro primo incontro, il Re fu subito affascinato dall’umiltà e dalla gentilezza del fabbro di spade e decise di ricambiarla con altrettanta cortesia. Dopo una breve chiacchierata, il Re fece al fabbro di spade la domanda che poneva a tutti i grandi maestri ed esperti della sua corte: “Fabbro di spade, dimmi, qual è il tuo segreto? Come riesci a forgiare spade tanto belle?“
Il fabbro di spade, per nulla intimorito, rispose al proprio Re con reverenza, ma fermezza: “Sire, non esiste alcun segreto“. Il Re sembrava perplesso, ma lasciò continuare il suo ospite. “Fin da quando ero bambino ho avuto l’opportunità di osservare, prima mio nonno e poi mio padre, lavorare il ferro.“
Come catturato dall’estasi dei ricordi il fabbro di spade continuò il suo racconto. “Ben presto mi innamorai di questa arte che forgia elementi tanto potenti della natura: il ferro, il fuoco e l’acqua. Vedere nascere spade così eleganti dal ferro grezzo non solo affascinò la mia mente, ma catturò anche il mio cuore. Fu allora che, ancora bambino, decisi che sarei diventato il più grande fabbro di spade del mondo.“
Il Re e tutta la corte continuarono ad ascoltare in silenzio l’umile artigiano. “Crescendo, lessi tutti il libri che furono scritti sull’arte della fabbricazione della spada ed imparai ogni tecnica sulla lavorazione del ferro. Non solo. Se un libro non conteneva la parola ‘spada’, se una discussione non trattava della lavorazione del ferro, ed in generale, se un’attività non aveva nulla a che fare con le spade, semplicemente non sprecavo il mio tempo con essa. Credo che sia questo il segreto della mia eccellenza Maestà.“
Morale della favola
Qual è dunque la morale della favola?
Avere la fortuna di avere un nonno o un padre che ci abbiano spianato la strada e che ci insegnino il “mestiere”? Certo aiuta, ma molto spesso i “figli di” piuttosto che trarre un vantaggio dalle gesta dei genitori, sono costretti a portarne il fardello.
Il segreto per essere il migliore sarà forse quello di inseguire i propri sogni d’infanzia?
Prendere consapevolezza di quelle che sono le costanti (le passioni) che ci accompagnano fin dall’infanzia è senza dubbio un passo importante per trovare lo scopo della nostra vita, eppure non è questo il segreto dell’eccellenza del fabbro di spade. In realtà, ciò che ha reso davvero grande il nostro amico del “ferro” è stata la capacità di focalizzarsi sulle poche cose che per lui contavano veramente.
E’ una tua decisione
Il tempo è l’unica vera risorsa scarsa di questo pianeta; sono piuttosto ottimista sul fatto che troveremo le tecnologie adatte per sviluppare nuove fonti energetiche e per sfamare una crescente popolazione, ma il tempo resterà sempre una risorsa limitata (e democratica). Avrai sempre a disposizione 86.400 secondi, ogni giorno: né più, né meno.
Sta a te decidere come impiegare questo tempo: puoi decidere di controllare il tuo profilo Facebook e la tua casella e-mail, oppure, puoi decidere di dedicare questo tempo alla pratica deliberata che ti permetterà di centrare i tuoi obiettivi.
Scegliere se avvicinarti o allontanarti dai tuoi obiettivi è una tua decisione ed è una delle due decisioni più importanti della tua vita. Tu cosa decidi adesso, in questo preciso istante? Vuoi sprecare il tuo tempo, o finalmente hai deciso che vuoi essere il migliore in quello che fai?
Foto di Ennor
Molte persone sono convinte che avere un talento e una passione sia un fattore di culo e una cosa che si ha o non si ha (come se fosse un fattore genetico), io invece la penso come te che sia semplicemente una decisione presa (o non presa) quotidianamente.
Bel post e buona settimana anche a te Andrea !
ciao
Alexander
Si, concordo al 100%, viviamo in una società che osanna “talento & fortuna”. Dai media ai vecchini al bar parlano del talento del giocatore di calcio, del successo dell’imprenditore, etc. Spesso si dimentica come quelle persone ci siano arrivate all’apice.
Mi sono fatto l’idea che il “talento” sia una delle tante scuse che ci raccontiamo… in fondo… se è solo una questione di talento, non è colpa nostra se non otteniamo determinati risultati, è colpa di madre natura: inutile impegnarsi troppo!
Ciao,
interessante articolo che si lega molto bene al precedente sulla pratica deliberata.
Però mi è venuto un dubbio che vorrei sottoporti: lasciarsi prendere “anima e cuore” da un unico aspetto, da un unico scopo della nostra vita, non rischia di allontanarci troppo da tutto il resto fino a perdere consapevolezza di ciò che ci circonda?
Ciao Fede, abbiamo parlato dell’importanza di approcciare la crescita personale in modo completo proprio nel precedente articolo scritto da Mark: Quando la Crescita Personale non funziona
Io stesso ho sperimentato sulla mia pelle come focalizzarsi troppo su un unico aspetto possa portare a forti squilibri nelle altre sfere della nostra vita. Tuttavia credo che debba sempre esistere quello che io chiamo un obiettivo dominante.
Infatti impegni part-time portano sempre a risultati part-time.
Insomma non è tutto nero o bianco e spesso mi piace pubblicare a breve distanza articoli che sostengono punti di vista che appaiono diametralmente opposti. Sta a noi trovare la giusta sintesi.
A presto e grazie del commento.
Andrea.
Sono andato a leggermi l’articolo di cui parli che, mea culpa, avevo saltato causa ferie.
In effetti c’è una netta contrapposizione tra le due teorie e credo che stia ad ognuno di noi trovare il punto d’equilibrio.
Di sicuro sono convinto che degli “sbilanciamenti” temporanei siano necessari per fare il salto di qualità, ma si deve fare grandissima attenzione a non venirne risucchiati (parlo anche per esperienza personale).
Ripeto, che segue la crescita personale sa che molti para-guru spesso offrono soluzioni un po’ troppo semplicistiche. Personalmente, anche se comprendo l’efficacia comunicativa di queste semplificazione, credo che sia opportuno fornire un quadro completo ai propri lettori, che hanno senza dubbio la maturità per comprendere le mille sfumature di un percorso di crescita personale che si deve adattare come un vestito su misura alla loro vita.
A presto.
Che bello articolo!
La parabola e’ stupenda… decidere, e focalizzare…
Per il sondaggio… e’ un’ottima idea
Grazie Andrea e buona giornata
Ciao Maurizio,
ti ringrazio.
Per il sondaggio, se hai un minutino rispondi pure seguendo il link, così che possa avere dei dati “oggettivi”. Grazie mille!
Andrea.
Il sondaggio l’ho già fatto! Ho scritto male, intendevo dire…
Ottima idea di incorporare tutti gli articoli in un ebook!
Purtroppo ho commentato con lo smartphone ;-) …Ricordi… alla fine l’ho comprato! Ora ho capito quanto è comodo l’invio dell’intero articolo che mandi agli inscritti!! Per email…
“il tempo resterà sempre una risorsa limitata (e democratica)”
Quasi quasi faccio un copia e incolla :-)
Grandioso!
Basta con i complimenti, la prossima cerco qualche difetto!
Ciao Andrea
Grazie molte Maurizio, sto ricevendo molte risposte: apprezzo molto il coinvolgimento dei lettori del Blog, è un modo per capire che quanto sto facendo è di utilità.
Come va con lo smartphone? Sei già entrato nel tunnel? ;-)
Si, molti info-marketer mi hanno sconsigliato di inviare l’intero articolo via email, ma io me ne frego e visto che in primis sono anche io un lettore di blog, penso a cosa possa essere comodo ed utile a chi mi segue.
A presto e grazie per i commenti.
Andrea.
Non sono d’accordo con il creare un ebook dove contiene tutto, non tanto perchè è una cattiva idea, se non per il fatto che se una persona ha un problema, è la persona che deve cercare nello specifico ciò di cui ha bisogno. Solo la persona può sapere ciò che vuole: a che servirebbe leggere tante informazioni se poi sono applicabili a tutto o – peggio – dispersive?
A meno che l’ebook non ha un tema preciso con obiettivo annesso, non ha molto senso. Non esiste una ricetta per la vita, solo la costante applicazione di flessibili strategie per viverla.
Ciao Danila,
grazie per aver espresso la tua opinione.
L’obiettivo dell’ebook non è certamente quello di fornire una “ricetta per la vita”, come non lo è quello di nessun articolo del blog. Concordo pienamente con te: non esistono ricette preconfezionate per la propria vita. Esistono tuttavia strumenti efficaci che ci facilitano il compito ed avere una “cassetta degli attrezzi” quanto più completa possibile credo possa essere utile.
L’obiettivo dell’ebook è proprio questo: offrire un metodo pratico, organizzato, elegante, pulito e logico a tutti quelli che vogliono “recuperare le puntate precedenti” e vogliono avere a disposizione la loro personale enciclopedia di crescita personale, da dove andare a pescare le informazioni di cui hanno bisogno grazie ad una comoda organizzazione per macro-aree.
Se ti andasse di rispondere al sondaggio, ti sarei molto grato.
Andrea.
ciao …e chi pensa di non aver nessun talento come deve fare?
Dovrebbe ripensarci attentamente, dovrebbe ripensare a quelle situazioni in cui si è sentita perfettamente a proprio agio, a quelle situazioni in cui aveva piena padronanza delle proprie azioni, a quelle situazioni in cui il tempo semplicemente scorreva senza che lei se ne accorgesse, a quelle situazioni in cui tutto era perfetto anche se non succedeva nulla di eclatante, etc. Potrei andare avanti ancora per molto, ma sono sicuro che ci siamo capiti. Io ho questa profonda convinzione: a tutti noi è stato concesso la stessa dose di talento, certo non sono gli stessi talenti, ma tutti ne abbiamo la stessa dose. C’è chi è stato capace di attingere alla propria scorta di talento in giovane età e renderlo manifesto a tutti, c’è chi a 50 anni ancora non ha messo in pratica il proprio talento per seguire delle false costrizioni sociali, c’è infine chi, convinto che il talento debba venir fuori da sé altrimenti non esiste, non si è mai preso la briga di coltivarlo.
Insomma, ognuno ha il suo talento, ma averlo non è sufficiente: un talento va (1) prima scoperto, (2) poi coltivato e solo alla fine (3) se ne possono raccogliere i frutti.
Sperimenta !
Per 30 giorni dedica soltanto 10 minuti a te stessa, in quei 10 minuti fai qualcosa che ti piace e che ti fa stare bene:
– fai una passeggiata – medita o fai yoga – chiama un’amica – leggi un libro – ascolta la tua musica preferita – aiuta una persona – dedicati al tuo hobby preferito
quello che vuoi…
L’importante è che tu ponga attenzione ai segnali del tuo corpo, a ciò che ti fa stare bene, questo ha un duplice vantaggio: da una parte rafforza la tua autostima, dall’altra ti permetterà di iniziare un percorso di introspezione per conoserti meglio.
Noterai aspetti del tuo carattere, tue inclinazioni, tue capacità e tuoi bisogni che sono sempre stati là, ma non hai mai notato. A quel punto “basta” ;-) che decidi di dedicarti con focalizzazione e dedizione proprio ad uno di questi.
Ciao Andrea, bel post e bella parabola. Sintetizza e spiega quella che molti hanno definito la “teoria delle 10.000 ore” che di certo tu e molti lettori conoscete. Ma la fa molto meno lunga, come si dice. A chi, come Francesca, ha il sospetto di non possedere talenti mi permetto di dare un diverso punto di vista; non e’ che all’idea di talento si attribuisce qualcosa di troppo alto e irraggiungibile? Credo che se si pensasse che il talento e’ di ciascuno di noi e non solo di pochi eletti, sarebbe più facile scoprire e coltivare il proprio. Insomma si tratta di avere un po’ di fiducia in se stessi e nelle proprie capacita’. Sto commentando dall’iphone e mi piace molto la versione del blog per iPhone. Rispondo molto volentieri al sondaggio.
Ciao Ilaria ;-)
si, gira e rigira torniamo sempre al concetto di Gladwell. Lo trovo molto azzeccato e reale. Grazie anche per il suggerimento che dai a Francesca.
La versione mobile è un semplice plugin, ma senza dubbio aiuta chi legge tramite iFon ;-)
Ciao Andrea,
mi viene in mente un esempio calzante.
Ho sempre avuto una “sana” invidia per il mio titolare, ancora prima di lavorare per lui (è il marito di mia cugina).
40 anni, una ditta sana e la possibilità di dedicare molto, anzi moltissimo, tempo alle sue passioni che non hanno nulla a che vedere con il lavoro.
Mi sono innervosito parecchie volte nei primi anni quando di domenica, magari in giro chissà dove, venivo chiamato e “obbligato” ad andare a servire un cliente che mi stava aspettando perché lui se ne stava in giro ad assecondare, appunto, le sue passioni.
Ho cambiato punto di vista quando un giorno, parlando con sua moglie e dell’invidia che provano le persone nei confronti della sua famiglia mi ha detto: “Nessuno si ricorda quando a 20 anni tutti andavano a divertirsi la sera e noi invece ci mettevamo in macchina per 300 km per essere i primi ad arrivare al mercato. Tutti si sono dimenticati che le prime ferie le abbiamo fatte qualche anno fa e che non abbiamo neanche fatto il viaggio di nozze. Tutti vedono che adesso abbiamo una bella casa, una bella macchina e che appena possiamo ci godiamo la vita. Ma queste cose non ce le ha regalate nessuno. Abbiamo fatto delle rinunce, molte rinunce, ma tutte con l’idea che un giorno ci avrebbero portato dove siamo ora”
Da quel momento la mia invidia si è trasformata subito ammirazione.
Aveva un obiettivo ben chiaro, e ha dedicato tutta la sua “giovinezza” al suo raggiungimento.
Quel giorno ho avuto una bella lezione! :-)
Gran bel commento Enrico, sai cosa mi hai fatto pensare?
Chi invidia rimane dov’è o al massimo indietreggia.
Chi ammira presto raggiunge l’oggetto della sua ammirazione.
Ciao Andrea
secondo me la fortuna del fabbro è stata quella di aver trovato la sua passione e di essersene innamorato follemente e appunto come un innamorato ha escluso tutto il resto (chissà sua moglie se ne era contenta).
Voci di corridoio mi dicono che la moglie del fabbro fosse una rompico***oni epica… forse è questo il vero motivo per cui si è dato anima e corpo alla realizzazione delle più belle spade del reame… bisognerebbe riflettere anche su questo! XD
Hahahahaha
mi hai fatto ridere…
ma non è mica poi così lontano dalla realtà.
Ilaria aiutaci tu ;-)
[Pippa mentale ON]
Certo che la statistica è micidiale… stavo osservando i dati aggiornati del sondaggio: questa mattina intorno alle 9:00 c’erano circa un centinaio di risposte con la percentuale X di risposte positive e la percentuale Y di risposte negative. Adesso, ci sono circa 600 risposte e le percentuali di risposte positive e negative sono esattamente le stesse!
Rimango sempre affascinato dall’unicità del comportamento delle singole persone e dalla prevedibilità dei dati aggregati dei fenomeni sociali.
[Pippa mentale OFF]
:D :D in effetti ho riso anch’io come te Alexander, e concordo: non e’ affatto lontano dalla realtà. Attenzione a coloro che hanno un focus eccessivo sul lavoro… Del resto un bell’articolo sull’equilibrio Andrea l’ha appena pubblicato ;)
Che frase fantastica e ricca di significato : Impegni part time portano sempre a risultati part-time .Complimenti Andrea ti seguo da molto davveroe molto tempo ma è sempre un piacere leggere i tuoi articoli ma sopratutto le tue risposte ai vari commenti .Complimenti.
Ciao Andrea,
bellissimo articolo, complimenti!
Diciamo anche che la verità al solito è una via di mezzo fra:
1) http://blogmaverick.com/2012/03/18/dont-follow-your-passion-follow-your-effort/
2) “Money is a by-product of something I like to do very much.” by Warren Buffett.
Enjoying your work allows you to have the discipline to work hard at it every day.
But finding your dream job may take time.
Full article:
http://www.investopedia.com/financial-edge/0609/Millionaire-Traits.aspx#axzz207MjdNiZ
E perchè è una via di mezzo? Eccola qua:
http://book.personalmba.com/middle-path/
In altre parole, puoi mettere tutti gli sforzi del mondo a fare un lavoro per il quale non ci sei portato e i risultati non saranno mai buoni, puoi fare il lavoro per cui sei portato ma non impegnarti più di tanto perché distratto da mille altre cose e anche in questo caso i risultati non saranno mai buoni!
In conclusione, lavoro adatto alle proprie inclinazioni + impegno serio e costante = Eccellenza!!
E realizzare questa equazione non è affatto semplice, ma a piccoli passi se po’ fa!!
Di nuovo complimenti per l’ottimo articolo e un caro saluto!
Fab
Andre, ti voglio dire semplicemente Grazie!
Grazie a te del commento Lina ;-)
Andrea.
Dimenticavo, per quanto riguarda:
“Money is a by-product of something I like to do very much.” by Warren Buffett.
E’ il punto 4 del secondo link sopramenzionato!
Ciao!
Fab
Bell’articolo davvero e con cui sono d’accordo.
E’ indubbio che chi raggiunge soddisfazione ed eccellenza in un campo con conseguente (quasi sempre) monetizzazione delle proprie rare abilità, l’abbia fatto perché si era dedicato anima e corpo alla propria passione. Alla fine chi riesce ad essere davvero bravo in qualcosa è perché ha dedicato la propria vita, la propria routine, la propria spinta emotiva a quella passione.
Il problema è che, sebbene così semplice sulla carta, il 90% minimo di persone non proveranno mai quello stato mentale nella loro vita, e non raggiungeranno mai l’eccellenza in niente. Non voglio essere duro, ma questa è una realtà. Allora magari manca qualcos’altro? Non è forse che in realtà per raggiungere una dedizione tale ci vuole un’alchimia ben precisa?
A parer mio, per raggiungere la dedizione (che poi porta all’eccellenza) degna di un atleta olimpico (che è il livello ideale di dedizione), bisogna non solo decidere di sacrificare quasi tutto il resto, ma bisogna, ovviamente, avere talento (essere portati per) ma sopratutto avere una FORTISSIMA spinta emotiva; l’ingrediente a quanto vedo meno considerato.
Cosa intendo per spinta emotiva? Beh, chi può diventare campione nel baseball non è certo perché da piccolo sognava di fare l’astronauta e poi a 20 anni ha cambiato idea dedicandosi al baseball! Quello che voglio dire è che secondo me, per raggiungere la vera dedizione tipica di chi raggiunge l’eccellenza, bisogna sentirsi un tutt’uno con la nostra passione, e l’unico modo per farlo è esserne rapiti il prima possibile.
Certo che è possibile riscoprirsi a 35 anni, ma siamo seri: chi raggiunge l’eccellenza nella vita non è forse quasi sempre perché fin da piccolo ha avuto una spinta incredibile verso quella passione, potendo affermare di “essere cresciuto con e per quella passione”??
Con questo non voglio gelare chi ancora a 40 anni non sa in cosa ha talento, ma credo che una buona dose di realtà sia d’obbligo: chi prima di focalizza su un obbiettivo, E HA LA FORTUNA DI AVER SCELTO QUELLO ADATTO A SE’, sarà sempre avvantaggiato rispetto a chi, da adulto, non ha ancora idea di cosa vuol fare veramente. Come han detto prima di me, l’eccellenza è un’alchimia difficilissima da incastrare, anche e sopratutto perché la mera volontà non basta.
La faccio troppo difficile? Ditemi voi.
Ciao Andrea,
concordo con te se le passioni di cui stiamo parlando hanno una “data di scadenza”. Alcuni esempi pratici:
– nello sport o sfondi da giovane o ciccia
– nella matematica o scopri qualche teorema prima dei 26-27 anni o ciccia
e così via. Ma scoprire la propria passione da bambini non credo affatto che sia una condizione necessaria per il successo. Esistono centinaia di esempi di persone che hanno scoperto la propria vera passione a 30-40-50 anni e nonostante questo hanno ottenuto un successo enorme, anzi forse anche più grande degli enfant-prodige proprio perché i tanti fallimenti del passato avevano permesso loro di maturare una consapevolezza e una resilienza ben più elevata. Paradossalmente il ragazzino dotato di talento che non si è dovuto mai scontrare con le avversità perché è sempre stato una spanna sopra agli altri, tende a gestire molto male le delusioni e le inevitabili sconfitte della vita: sono questi i casi in cui il talento diventa più una maledizione di una benedizione.
Fatto sta che, nella pratica della vita reale, essere cresciuti con già le idee chiare e con già una forte passione per un determinato campo, ti dà davvero una marcia in più nella vita.
Non è un segreto che più si avanza con l’età e più si perde la capacità di crearsi quella “forma mentis” utile a renderci un tutt’uno con la propria passione. Ovvio che non è impossibile farlo da adulti, ma… i risultati saranno sempre inferiori a mio parere.
Quindi per finire, la mia equazione per l’eccellenza è:
Talento naturale + Spinta emotiva + Capacità di focalizzazione, disciplina, e sacrificio + Scoprire la propria passione il prima possibile = Eccellenza
Non certo un’alchimia comune e facilmente trovabile in un’unica persona e al momento giusto… ecco perché così poche persone raggiungono l’eccellenza.. secondo me!
Scusa Andrea mi ero perso un pezzo del mio intervento e l’ho aggiunto sopra :)
Grazie per la tua risposta. E probabilmente anche tu hai ragione: almeno in DETERMINATI ambiti, non è fondamentale partire fin da infanti con le idee chiare.
Però, a parer mio, magari chi raggiunge traguardi in età avanzata è perché, comunque, in tenera età aveva imparato e assorbito (magari sperimentando in altri ambiti) alcune delle capacità fondamentali da me scritte nell’equazione sopra: per esempio, aveva già fatto sue dedizione e disciplina olimpioniche e aveva solo sbagliato il campo di applicazione!
Dimmi se per te così ha senso. :)
Concordo in toto con Andrea!!
“Success is 99 percent failure.” by Soichiro Honda
http://thinkexist.com/quotation/success-is-percent-failure/534945.html
http://it.wikipedia.org/wiki/Soichiro_Honda
A parte questo poi c’è da aggiungere che uno può avere tutto il successo del mondo ma se poi è un disastro come marito/moglie, padre/madre, ecc.. e quindi fondamentalmente un infelice, il successo rimane fumo negli occhi!!
Al solito: the right balance!
Ciao!
Fab
Ebbene, si dice che “i sogni son desideri”. E i desideri si avverano sempre; occorre solo essere “presenti” quando si realizzano.
Ho fatto esperienza di questo, e recentemente anche della presenza, anche nelle piccole attività di ogni giorno che “riempiono l’inesorabile minuto di sessanta secondi di opoere compiute”. E’ la mia via, e i tuoi articoli mi aiutano! grazie Andrea.
Prima che tu me lo chieda… ho risposto al sondaggio (inevitabil-mente: si)
Grazie del commento Lila,
non preoccuparti adesso non rompo le scatole a tutti sul sondaggio ;-)
Sono già arrivate parecchie risposte. Avranno vinto i SI o i NO?! Vi do i risultati settimana prossima.
io se fossi in te il libro di efficacemente lo metterei a offerta volontaria.
Ci sarà chi darà 20-30€ chi 5€ chi 1€ chi 0€ ma almeno tutti gli utenti ne possono usufruire
Ciao Mindwhile, sbaglio o questo discorso lo avevamo già fatto per Start? Ci sono due motivi per cui non intendo distribuire i miei corsi/guide/ebook gratuitamente o in offerta libera:
1) sono contrario al modello “gratis”, che poi in realtà è una semi-truffa per bombardarti di pubblicità. Ti è mai capitato di essere ospite di uno di quei corsi “gratuiti” gentilmente offerti dal guru di turno?! Ecco.. vacci: è peggio di una televendita di media-shopping. Per quanto mi riguarda preferisco separare chiaramente le cose: ci sono i contenuti gratuiti (gli articoli) che svolgono una determinata funzione, e ci sono le risorse a pagamento per chi intende affrontare il proprio percorso di crescita personale in modo strutturato ed in tempi minori. Inoltre sono contrario al lavoro e allo stipendio fisso a prescindere, ma sono convinto che il lavoro a valore aggiunto vada remunerato. Chi decide che un lavoro è a valore aggiunto? Il lettore: sempre. Motivo per cui ho fatto un bel sondaggio a riguardo e lunedì fornirò i risultati.
2) Viviamo in una società in cui il problema non è l’assenza di informazione, ma piuttosto la sua eccedenza. Conosco decine di persone che hanno centinaia di ebook gratuiti di crescita personale, scaricati sull’onda dell’entusiasmo. Sai cosa fanno ora questi ebook? Prendono la polvere nei loro hard disk. Se vuoi una mia risorsa “premium” (passami il termine anche se è orribile) devi pagare dazio: non leggere e non applicare certe informazione deve avere un costo, anche se in questo casa sarà un costo simbolico.
A presto,
Andrea.
1) non devi per forza mettere la pubblicità ma capisco che perderesti introiti che invece riceveresti se l’utente al posto di leggersi l’ebook si leggesse tutti gli articoli sul sito. E facendo pagare l’ebook ti ripaghi sia le ore impiegate a scrivere sia i mancati introiti della pubblicità
2) mi hai appena descritto :D mi trovo con tanti ebook mezzi iniziati ma mai finiti. L’altro giorno ho deciso che ne inizio uno alla volta e finché non lo finisco non guardo gli altri.
Comunque capisco le tue ragioni, ho riproposto l’idea perché si parla di una cifra simbolica rispetto a start!
piccola curiosità ma su amazon se vendi un ebook (o comunque un qualsiasi prodotto) a 10-20€ quanto trattengono in percentuale?
L’obiettivo della raccolta è:
– prendere tutti gli articoli del blog,
– ripulirli,
– togliere quelli ridondanti,
– aggiornarli,
– riordinarli in modo da offrire una visione di insieme che faciliti il lettore nel districarsi
– fornire alla fine una sorta di concentrato fatto di contenuti di crescita personale al 100%.
Su questo concetto del concentrato probabilmente giocherò anche sul titolo e all’interno della raccolta, attraverso esempi e schemi di riferimento: ci sto lavorando alacremente ;-)
Visto l’andamento del sondaggio, direi che l’idea non è così stramba come pensassi ed effettivamente sono in molti a sentire questa esigenza. Poi, non prendiamoci per il mulo: non vuoi spendere quei 5-7€? Vai nell’archivio e ti fai lo sbatti: mi piace essere molto diretto con i miei lettori.
Per quanto riguarda Amazon, se non sbaglio, per gli ebook tra 3-10€ si beccano il 30%, sotto o sopra il 70%.
Ciao Andrea,
Complimenti, bel post.
Penso che scegliere dove investire il nostro tempo sia importantissimo per riuscire a perseguire i nostri obiettivi. Siamo talmente immersi in un mondo di distrazioni che a volte non è cosi ovvio sapere dove porre la nostra attenzione.
Il mondo corre e anche riuscendo a rimanere focalizzati nella propria nicchia ci si trova a volte a dover decidere di “tagliare qualcosa”…
Molte volte siamo bombardati da informazioni su un determinato argomento che rimanere aggiornati diventa quasi impossibile. Nuovi standard, nuove tecnologie, nuovi standard sulle nuove tecnologie :-) Senza contare le mode del momento che risultano essere dei veri e propri perditempo e perdirisorse.
Una persona che riesce a scegliere quali informazioni siano realmente utili e necessarie per coltivare e migliorare i propri talenti riesce a perseguire i propri obiettivi.
Oh finalmente, qualche nuovo input interessante :)
ciao andrea!! questo articolo, come tutti gli altri, è molto bello! un proverbio del mio paese, l’iran, dice che è meglio avere un villaggio fatto bene piuttosto che tante città fatte male…quindi è meglio concentrarsi su una cosa sola e farla bene, spendendoci il tempo necessario!! grazie per il lavoro che fai per noi!! e l’idea del libro è molto bella!! ciauuuuu!!!!!
Complimenti, bellissima parabola.
Dai sempre degli ottimi spunti di riflessione.
Grazie Francesco e benvenuto.
Andrea.
Solo una cosa :grazie! Ho letto tanti libri,ho sentito tante versioni ma nessuno ha centrato il problema come te.Grazie ancora Andrea.Sei molto intelligente.
Ciao Angela,
grazie a te del commento ;-)
Il punto è: Come fare a scoprire davvero qual è la nostra vera passione senza perdere tempo con lavori/cose che non fanno per noi?..
Ho provato a scrivere una mia riflessione proprio su questo punto in questo articolo: come trovare lo scopo della tua vita.
Si,lo stavo appunto leggendo..ma mi risulta comunque difficile individuare quale sia la soluzione..spero di capirlo.Grazie.Angela
bell’articolo..complimenti
Sono d’accordo. Il mio insegnante di teatro diceva che talento e passione spesso finiscono con il coincidere. Chi infatti ha una grossa passione non riesce a fare a meno di pensare a quella cosa in ogni momento della sua giornata e questo continuo pensare e` una sorta di interminabile esercizio (la pratica!) che si trasforma in talento.
Complimenti!!! Articolo sublime!!!
Concordo in pieno, con l’importanza di concentrare il proprio tempo, le energìe, le risorse, per riuscire ad emergere in una determinata attività in proprio, professione, o mestiere.
Inoltre, per il successo, l’elemento chiave è la passione.
Ciao Andrea, ho letto questo articolo di proposito…. o meglio ho riletto questo articolo di proposito. Oggi piu di ieri essere “bravi forgiatori di spade” richiede piu sacrifici di quanto si puo pensare.
Parlo di me: io amo il mio lavoro (oddio al giorno d’oggi ce uno che ha la fortuna di aver trovato un lavoro con amore) ma per fare cio che amo ho dovuto fare una grandissima scelta “da un posto di lavoro fisso indeterminato con stipendio basso demotivato ma garantito” sono passato ad una realtà ben diversa “incertezza dello stipendio (con i suoi ritardi ma regolare) posto indeterminato ma chi sa fino a quando e la cosa piu importante LA FELICITA’ CHE HO OGNI MATTINA PER ANDARE NEL LUOGO DI LAVORO.
Scusate per il preambolo è servito per arrivare al sodo dell’argomento, oggi mi ritrovo che ho tanta passione nel fare cio che amo ma l’invidia dei colleghi che ogni giorno la combatto con inc4cchi4tur3 e sorrisi la studio leggendo proprio questi articoli di crescita personale. Sono un pertito elettronico e ogni giorno sono a contatto con testi scientifici procedure anche scritte in inglese quindi ” I learnig English”. Puo capitarmi di andare in altre città del mondo per lavoro e ancora non riesco a comprendere bene l’inglese, per di piu devo dare delle risposte concrede sulla mia attività. Ho bisongno di conoscere le caratteristiche dei materiali.
Conclusione:
– ho la passione di questo lavoro tramandatami da mio padre;
– voglio fare meglio di lui:
– Devo conoscere una lingua estranea a me chiamata inglese;
– Devo studiare testi scientifici;
– Devo conoscere molti materiali;
– Devo saper trattare con le persone;
– Devo crescere professionalmente;
Non è un caso che scrivo DEVO ……. perche ci metto tutto me stesso per arrivare all’obbiettivo e quando sto per cadere perdendo l’equilibrio LEGGO questi articoli cercando di rialzarmi prima di cadere.
NON è FACILE MA DEVO.
Grazie Andrea
devi essere “migliore” però anche “il migliore”, devi “fare quello che vuoi” però anche “fare quello che devi”, devi essere pigro però anche aggressivo… senza offesa, ma sono proprio questi modelli contrastanti a mandarmi in confusione, a me che su questo blog spero di trovare consigli per i miei problemi…
sai cosa manca? il conoscere e frequentare i migliori del proprio settore ed il quadro è completo.
Ciao Andrea, bellissimo articolo, ti segnalo solo un refuso: manca un punto fra le due frasi ”… eccellenza del fabbro di spade In realtà… ”.
Buona settimana!
Grazie! Sistemato.
Uff ! Sono malato di multitasking,non eccellerò mai =( .
Ci sto lavorando!! Io ambisco sempre al massimo!
Personalmente io so qual’é il mio talento, ció che meglio mi riesce e ciò che davvero amo fare ma dato che sono quasi certa nob mi permetterebbe di vivere o almeno di vivere nello stato d’animo in cui desidero essere ho deliberatamente deciso di relegarlo a hobby. Sono certa che con i miei mezzi (conoscenze e mezzi economici) non potrei farne un lavoro, mi ci dedico con amore so che miglioro ma anche che non basta peró non mi pento della mia decisione. Non sarò il migliore mastro di spade ma sarò un contadino sereno che forgia spade meravigliose…