Un articolo sull’avidità e sul perché in fondo non sia il male assoluto.
“L’avidità, non trovo una parola migliore, è valida, l’avidità è giusta, l’avidità funziona, l’avidità chiarifica, penetra e cattura l’essenza dello spirito evolutivo. L’avidità in tutte le sue forme: l’avidità di vita, di amore, di sapere, di denaro, ha impostato lo slancio in avanti di tutta l’umanità. E l’avidità, ascoltatemi bene, non salverà solamente la Teldar Carta, ma anche l’altra disfunzionante società che ha nome America.”
Gordon Gekko – Wall Street.
Wall Street di Oliver Stone è senza dubbio uno dei miei 5 film preferiti di sempre, e forse ne avrai sentito parlare grazie al secondo episodio (Wall Street – Money nevers sleep) presentato al Festival di Cannes del 2010.
Gordon Gekko, uno squalo di Wall Street, è l’anti-eroe co-protagonista del film. Il suo modo di agire ricorda molto da vicino i recenti scandali finanziari che hanno investito importanti istituzioni finanziarie americane e non solo.
Uno dei passaggi più intensi del film è il discorso di Gekko di fronte agli azionisti della Teldar Carta, che si puà sintetizzare in tre semplici parole: l’avidità è giusta.
Perché l’avidità è giusta
Andre… che stai dicendo?!? Ci hanno sempre insegnato che l’avidità è sbagliata, anzi è l’origine di tutti i mali!
Credo fermamente che l’avidità, intesa come quella intensa motivazione che ci spinge a raggiungere i nostri obiettivi più ambiziosi, non solo sia giusta, ma necessaria.
Senza l’avidità di sapere non avremmo avuto progresso scientifico. Senza l’avidità di successo di imprenditori illuminati non avremmo avuto progresso economico. Probabilmente starai pensando che senza l’avidità di denaro di alcuni non avremmo avuto neanche questa crisi finanziaria… eppure l’avidità è una forza dirompente, ma neutra: indirizzarla spetta a chi fa le regole del gioco.
Ma lasciamo da parte i discorsi filosofici. Quello di cui voglio parlarti è la tua avidità e del perché dovresti coltivarla.
Perché dovresti essere più avido
Nel mondo della crescita personale la definizione degli obiettivi occupa un posto d’onore. Sono stati scritti decine di libri ed articoli di blog sul come definire un obiettivo, ma la realtà è che senza avidità non c’è obiettivo che possa essere raggiunto.
Se non desideri ardentemente ciò che vuoi raggiungere, nessuna tecnica di crescita personale potrà aiutarti veramente.
- E’ l’avidità di successo che ti spinge ad impegnarti ogni giorno per perseguire i tuoi obiettivi.
- E’ l’avidità di risultati che ti sprona quotidianamente a fare almeno una piccola azione verso i tuoi traguardi.
- E’ l’avidità di migliorarti che ti dà la giusta motivazione per seguire il tuo percorso di crescita personale.
Non dobbiamo quindi preoccuparci dell’essere avidi, ma piuttosto del contrario: quando siamo tristi, annoiati, demotivati, non ne risentiamo soltanto noi, ma anche chi ci sta intorno.
Sii avido di risultati. Sii avido di successo. Sii avido di vita.
Foto tratta da internet.
Per quanto mi riguarda, l’avidità, come sinonimo di cupidigia, brama, rappresenta un eccesso di un legittimo desiderio o aspirazione.
La volontà di migliorarsi, di conseguire risultati, o di raggiungere il successo, non possono giustificare un certo tipo di comportamenti, di azioni, che calpestano i diritti di tutti gli altri cittadini, che si comportano in base alla propria coscienza, a differenza di certi personaggi senza scrupoli.
La curiosità, l’amore per il sapere, la voglia di migliorarsi, anche una sana ambizione, possono convivere insieme, senza imporre alcuna forma di prevaricazione.
l’eccesso
Negli ultimi mesi, mi sono concentrato di più sul cinismo, a mio avviso, molto efficace e capace di stimolare le persone che ci circondano (il nostro ambiente è importante).
L’avidità non la vedo così positiva, anche se comprendo l’intento dl tuo post. Credo possa far cadere facilmente nell’errore di compromettere l’abbondanza universale.
Un mio docente universitario, importante direttore generale di una grande multizionale italiana, quando noi giovani laureandi gli chiedevamo lumi sul mondo del lavoro nel quale saremmo entrati da li’ a poco, rispondeva: “Io assumo solo persone che hanno fame! Ma proprio fame, quella fame che si sente qui! – e si batteva il petto con energia – A me i ricchi, quelli che hanno la pancia piena non interessano, non mi danno niente!”
La “fame” è motivazione, è desiderio di crescere, di progredire.
E soprattutto è fiducia nelle proprie capacità.
mi chiedo come la fame possa essere fiducia nelle proprie capacità.
non vedo proprio logicità in questa frase.
sù, cerchiamo di scrivere cose sensate. grazie :)
Invece è proprio così …
Quando un animale qualsiasi …. ha fame e deve competere …
l’unico modo di sopravvivere che ha è qullo di credere fin da subito nelle proprie capacità … migliorarsi e crearsi il suo spazio.
Concordo pienamente
Ciao Ciao
Ciao Andrea,
come prima cosa rinnovo i complimenti per il tuo blog che trovo utile, diretto e sempre aggiornato. Insomma ti seguo con interesse da mesi e sono “tua fan” su fb :)
Questo articolo mi ricorda le parole di un famoso discorso di Steve Jobs: “Stay hungry, stay foolish”… Siate affamati di nuove idee e abbastanza folli da avere il coraggio di sperimentarle! Insomma la fame, l’avidità sono viste in modo positivo, come una spinta verso la realizzazione di ciò che ci interessa.
Riporto qui i link al discorso con sottotitoli in italiano, per condividerlo con i tuoi lettori, visto che secondo me merita:
http://www.youtube.com/watch?v=nFKY8CVwOaU
http://www.youtube.com/watch#!v=gOoDxntjV7U&feature=related
Peccato che questo tipo di progresso economico non sia a favore di tutti ma a favore di pochi. Un mondo con queste differenze e squilibri non può andare progredire.
Andrea,
hai proprio ragione ma più che altro io non direi avidità ma sana voglia di migliorarsi costantemente e tendere al successo, tendere sempre al massimo!
Non è essere avidi ma semplicemente se vuoi solo il meglio da te stesso, è una cosa giusta e tutti lo meritiamo!
La gente non capisce che c’è abbondanza di tutto per tutti!Basta volerlo e lo si otterrà!
A presto
Alberto
Ciao
concordo con Andrea (e con anche alcuni altri interventi) sul fatto che l’avidità…la fame…siano valori positivi, se ovviamente intesi come desiderio “ardente” di migliorarsi…ed ovviamente ciò non vada a discapito altrui.
Credo che, come tante altre attitudini e caratteristiche personali, non tutti ne siamo dotati in egual misura…ma secondo voi esiste un qualche modo per alimentarla?
Ultimamente mi sono ritrovato spesso a definire obbiettivi nuovi…più o meno dettagliati…ma quello di cui mi rendo conto spesso (e che è l’elemento comune ad altre circostanze nella mia vita…) è che sistematicamente non riesco ad avere la necessaria determinazione per raggiungere ciò che mi sono prefissato. Come al solito…l’entusiasmo della prima ora man mano svanisce…e quanto ci si è prefissati diventa man mano qualcosa di sfumato…che prima o poi si abbandona.
Forse è solo un tema di “circoli virtuosi”: partire da qualcosa di abbordabile…raggiungerlo…e man mano alzare il tiro. Ma non è sempre facile.
Siete mai riusciti ad alimentare la vostra fame? Se si come? :)
Stefano
Secondo me l’avidita’ paradossalmente puo’ portare a stress e a dimenticare i veri valori della vita perche’ spesso si ragiona a compartimenti stagni per raggiungere l’obiettivo per cui ad esempio la rincorsa dei soldi, del successo ci fa dimenticare la vita sociale, la salute etc…Ci vuole il giusto mezzo in tutte le cose.. altrimenti si raggiungono gli obiettivi ma poi si vive con il fardello dei rimpianti..
Saluti..
quando una persona ha l avidita in corpo non conosce rimpianti
Ciaoconcordo con Andrea (e con anche alcuni altri interventi) sul fatto che l’avidità…la fame…siano valori positivi, se ovviamente intesi come desiderio “ardente” di migliorarsi…ed ovviamente ciò non vada a discapito altrui.Credo che, come tante altre attitudini e caratteristiche personali, non tutti ne siamo dotati in egual misura…ma secondo voi esiste un qualche modo per alimentarla?Ultimamente mi sono ritrovato spesso a definire obbiettivi nuovi…più o meno dettagliati…ma quello di cui mi rendo conto spesso (e che è l’elemento comune ad altre circostanze nella mia vita…) è che sistematicamente non riesco ad avere la necessaria determinazione per raggiungere ciò che mi sono prefissato. Come al solito…l’entusiasmo della prima ora man mano svanisce…e quanto ci si è prefissati diventa man mano qualcosa di sfumato…che prima o poi si abbandona.Forse è solo un tema di “circoli virtuosi”: partire da qualcosa di abbordabile…raggiungerlo…e man mano alzare il tiro. Ma non è sempre facile.Siete mai riusciti ad alimentare la vostra fame? Se si come? :)Stefano
+1
l’avidità contiene in sè il germe dell’intenzione positiva. E’ una buona definizione che dai e sicuramente un punto di vista particolare e il solo fatto di averci pensato ti premia :-).
Per quanto mi riguarda l’avidità la posso concepire solo per la conoscenza la voglia di sapere. Potrebbe diventare un’arma a doppio taglio se utilizzata insieme al desiderio ardente, il pericolo è cadere nel desiderio avido (perdonami il gioco di parole) di accumulare senza potersi godere niente.
Forse abbinata con un potente anticorpo come la saggezza di sapersi accontentare si può sfruttarne al massimo l’intenzione positiva.
Ciao.
Ciaoconcordo con Andrea (e con anche alcuni altri interventi) sul fatto che l’avidità…la fame…siano valori positivi, se ovviamente intesi come desiderio “ardente” di migliorarsi…ed ovviamente ciò non vada a discapito altrui.Credo che, come tante altre attitudini e caratteristiche personali, non tutti ne siamo dotati in egual misura…ma secondo voi esiste un qualche modo per alimentarla?Ultimamente mi sono ritrovato spesso a definire obbiettivi nuovi…più o meno dettagliati…ma quello di cui mi rendo conto spesso (e che è l’elemento comune ad altre circostanze nella mia vita…) è che sistematicamente non riesco ad avere la necessaria determinazione per raggiungere ciò che mi sono prefissato. Come al solito…l’entusiasmo della prima ora man mano svanisce…e quanto ci si è prefissati diventa man mano qualcosa di sfumato…che prima o poi si abbandona.Forse è solo un tema di “circoli virtuosi”: partire da qualcosa di abbordabile…raggiungerlo…e man mano alzare il tiro. Ma non è sempre facile.Siete mai riusciti ad alimentare la vostra fame? Se si come? :)Stefano+1
+1
Al di la’ del tuo scritto, come minimo non hai capito praticamente nulla del film e di Gekko.
saluti
R.
Ma dai…
Ciao Andrea
di per se l’avidità non è ne positiva ne negativa. Come sempre tutto dipende da chi comanda, se sei tu che utilizzi e controlli l’avidità bene hai come dici una potente e inesauribile fonte motivazionale, se è lei che controlla e gestisce te un pò meno bene…:-))
L’avididà ha una proprietà curiosa, per quanto si basi sulla ricerca di soddisfazione, anche dopo l’acquisizione dell’oggetto desiderato non dà contentezza. Ora l’opposto della avidità è l’appagamento, quindi penso che il sapere utilizzare in giuste dosi entrambi ci possa portare un pò più vicini a quella saggezza di fondo che ci rende felici.
un salutone Massimo
Grazie per il commento Massimo,
molto apprezzato.
Andrea.
Andrea.. Quali sono gli altri 4 dei tuoi film preferiti?
Come sempre scrivi cose interessanti Andrea.
Leggo i tuoi post da anni e spesso mi hanno dato carica emotiva e apertura mentale.
L’avidita e la generosità esistono costantemente in ogni nostro gesto volontario o non, a parer mio vanno pesate sulla stessa bilancia agli opposti.
Essere avidi ci permette di sopravvivere e lo siamo tutti se abbiamo fame.Essere generosi quando si ha fame è una scelta molto nobile.
Per raggiungere un obbiettivo personale è necessario essere avidi, come dici tu Andrea, grazie dello spunto, quando si riesce a essere anche generosi poi però e tutto un altro tipo di gratificazione, ci si avvicina di più agli altri e a tutto il resto, parlo di armonia.
Hai trattato un tema che sento molto personalmente, potrei dilungarmi ma mi fermo qui.
Grazie per i tuoi super post.
Un lettore, Stefano
“Tutti i vizi, quando sono di moda, passano per virtù”. (Moliere)
Oggigiorno l’umanità si è smarrita perchè ha perso il senso del bene e il senso del male. Come si fa a sostenere che l’avidità è una cosa sana, addirittura un comportamento da assumere se si vuole raggiungere il successo. L’avidità è fame di amore, è un buco nel cuore che non può essere colmato nemmeno da tutte le ricchezze del mondo. L’avidità è una delle più terribili e funeste passioni umane. La ricchezza comincia dove finisce l’avidità.
Ciao Gabriele, l’articolo è volutamente provocatorio: utilizza infatti un termine notoriamente negativo (avidità) per mettere in luce ben altro. Rileggi pure il testo qualora ti fosse sfuggita questa sfumatura.
Ho riletto il tuo commento e sinceramente più che provocatorio l’ho trovato ambiguo.
Nei vari interventi ciò che mi ha stupito di più è la confusione che tanti hanno sull’avidità, fino al punto di considerarla uno stimolo alla auto affermazione. Oggigiorno siamo messi proprio male!